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la meditazione del giorno

MEDITAZIONE GIORNALIERA

tratta dal calendario "Parole di Vita". Buona meditazione.

"?Cristo Gesù, il quale ha distrutto la morte e ha messo in luce la vita e l'immortalità mediante il Vangelo.(II Timoteo 1:10)

DALLA MORTE ALLA VITA

La più triste realtà della vita è la morte, cioè la cessazione di tutte le funzioni vitali. Essa è l'evidente conseguenza del peccato, racchiude in sé ciò che è nel senso più esteso, come dice la Scrittura: la morte spirituale e la morte eterna, vale a dire la separazione da Dio, oggi è per sempre. C'è chi guarda ad essa con paura e trema al pensiero che un giorno gli toccherà; chi invece cerca di non pensarci e godersi al massimo la vita per non cedere anch'egli a questo pensiero. Ma colui che accetta Gesù nel proprio cuore quale personale Salvatore "è passato dalla morte alla vita" (I Giovanni 3:14.) Per il credente la morte è una condizione passata perché Gesù ne ha distrutto il potere. La morte spirituale, la separazione da Dio, è stata sconfitta da Cristo sulla croce ed è stata sostituita dalla vita. Le cose vecchie sono passate, sono diventate nuove; la gioia, la pace, la presenza di Dio, occupano il cuore di coloro che un giorno erano morti e lontani da Dio. La morte è un nemico sconfitto, con il dono della salvezza. Il Signore dona la certezza che dopo questa vita terrena andremo ad abitare l'eternità con Lui. Soltanto credendo in Cristo si ottiene vittoria e si passa dalla morte alla vita.

 

"Alzo gli occhi verso i monti... Da dove mi verrà l'aiuto?" (Salmo 121:1)

L'AIUTO DA DIO

Benché scritto secoli fa, questo Salmo è ancora attuale, come tutta la Parola di Dio. Il salmista esprime il suo stato d'animo con franchezza, si trova in un momento di grande bisogno e sconforto, ma egli trova la soluzione alle sue difficoltà. Egli vede delle montagne davanti a lui, lo sguardo che non può non soffermarsi e non guardare alla difficoltà che gli stanno dinanzi. Quante volte i tuoi problemi sono proprio davanti a te, come non vederli? Una montagna che non puoi scalare, è troppo alta; ci vorrebbe un aiuto, ma esso non giunge. Se inizialmente lo sguardo è rivolto alle prove e alle difficoltà, deve poi però emergere la fede di guardare a Dio: "Il mio aiuto vien dal Signore, che ha fatto il cielo e la terra" (v.2). Colui che ha creato ogni cosa si prenderà cura di coloro che si rivolgono a Lui rendendo saldo il piede che vacilla, proteggendolo dal male. Diverse possono essere oggi le tue difficoltà, forse grandi quanto i monti, se non sai dove cercare aiuto, guarda al Signore, prega con fede, otterrai per certo il Suo aiuto. Sappi che dal Signore può giungerti il soccorso di cui hai bisogno.

 

"Ed Eliseo pregò e disse: Signore, ti prego, aprigli gli occhi, perché veda! E il Signore aprì gli occhi del servo, che vide a un tratto il monte pieno di cavalli e di carri di fuoco intorno a Eliseo." (II Re 6:17)

LA VISTA DELLA FEDE

Si parla nel testo di vista, non quella fisica, ma la vista della fede. Il servo di Eliseo mostra inizialmente di avere una vista spirituale debole, fu pertanto necessario l'intervento del Signore affinché egli potesse vedere ciò che occhio umano non vede. Come la cecità fisica fa vivere nel buio, così è per quella spirituale, essa ti impedisce di vedere le cose dalla prospettiva di Dio. In Ebrei 11:1 è scritto che "la fede è dimostrazione di realtà che non si vedono". Siano allora i nostri occhi aperti per vedere quelle realtà che se trascurate ci portano a vivere lontano da Dio e nella insoddisfazione. Occorre innanzitutto che il Signore apra i nostri occhi per vedere il pericolo in agguato, le catene del peccato che ci tengono lontani dalla grazia di Dio, il baratro della eterna separazione dal Signore. La vista della fede non soltanto ti farà vedere tutto ciò, ma ti mostrerà l'infinto amore di Dio, l'opera che Cristo ha compiuto sulla croce per te; vedrai come il Signore si prende cura della tua vita ogni giorno se ti affidi a Lui. Eleva oggi una preghiera e di: "Signore, fa che io veda quanto è grande l'amore tuo per me, e come senza di esso io sono nel buio più totale".

 

"Ma egli disse loro: Anche alle altre città bisogna che io annunzi la buona notizia del regno di Dio; poiché per questo sono stato mandato." (Luca 4:43)

GESÙ VUOLE RAGGIUNGERTI

Il testo racconta che tutti quelli che ne sentivano il bisogno o avevano delle difficoltà, andavano con fede a Gesù, con umiltà, riconoscendo la loro debolezza, ed Egli operava compiendo meraviglie nella loro vita. Si nota però, che ad un certo punto, Gesù si allontana da quella folla, la quale fa di tutto per trattenerlo, per non permettergli di andare via; ma Egli dice loro che vi erano ancora molte persone che non avevano ancora realizzato quanto desiderava fare. Caro lettore, tanti sono coloro che hanno conosciuto Cristo come personale Salvatore e hanno realizzato per la fede l'opera Sua nelle propria vita, ma sappi che ancora oggi Gesù desidera raggiungere anche te, Egli non cessa di operare e vuole portare benedizione ancora al tuo cuore. Vuole raggiungerti per annunciarti la buona notizia, in altre parole Egli stesso è venuto per salvarti dalla schiavitù del peccato. Vuole raggiungerti per avere comunione personale con te e per farti conoscere la Sua volontà per la tua vita. Non restare indifferente, ma lascia che si accosti a te, che Egli operi nella tua casa, permettiGli di compiere anche in te ciò che ha già fatto per tanti altri.

 

"Fuggite di mezzo a Babilonia, salvi ognuno la sua vita?" (Geremia 51:6)

SALVATI LA VITA

Di fronte a una qualsiasi imminente calamità o pericolo, si udrebbe un forte grido: "Fuggite, scappate, mettetevi al sicuro". Fuggire significa allontanarsi rapidamente, tenersi lontano, evitare, eludere, schivare. Nella Scrittura vi è lo stesso urgente appello: "Fuggite, salvatevi la vita" (Atti 2:40), non riferito però ad eventi naturali, ma ad un pericolo ben più serio, la perdizione eterna per coloro rifiutano la grazia che Dio vuole donare per la fede nel Suo Figliolo Gesù Cristo. Senza Dio la vita è in pericolo ed è pertanto necessario fuggire per non perire insieme a coloro che vivono nel peccato, allontanarsi rapidamente da tutto ciò che è peccato e nella fuga evitare di toccare ciò che disonora Dio, star lontani da quelle cose che non hanno nessun legame con la fede in Cristo. Chi fugge sa che ogni attimo è prezioso e quindi ogni distrazione potrebbe essere fatale; l'unico suo scopo è quello di raggiungere il luogo sicuro, esso è e rimane ai piedi del Signore. Oggi puoi scegliere se morire o essere salvato, se passare l'eternità con il Signore o se lontano da Lui. Salvati la vita, oggi vai a Cristo.

 

"Ora il re entrò per vedere quelli che erano a tavola e notò là un uomo che non aveva l'abito di nozze." (Matteo 22.11)

L'ABITO DELLE NOZZE

Il regno di Dio viene paragonato da Gesù ad un re che organizza delle nozze per suo figlio. L'invito a partecipare a quelle nozze è rivolto a tutti, senza distinzione. Gesù offre la salvezza a tutti, e chiunque, se lo vuole, può ricevere in dono la Sua grazia. Molti lo hanno già fatto, come tanti furono quelli che accettarono quell'invito. Facendo attenzione al testo, un elemento affiora all'attenzione: occorreva l'abito delle nozze. Per essere partecipi dell'opera di Cristo, occorre un abito che Egli stesso offre in dono, l'abito della Sua giustizia che devi soltanto "indossare" per fede; infatti l'invito era chiaro: "Tutto è già pronto". Una volta afferrato quell'abito, gli invitati dovevano indossarlo e quindi spogliarsi del loro vecchio abito per apparire davanti al re, soltanto così sarebbero stati idonei a rimanere in quel luogo e non coi loro vestiti, poveri o nobili che fossero. Infine, dopo aver afferrato e indossato l'abito, esso va conservato puro e non contaminato, continuamente lavato dal sangue dell'Agnello, Cristo Gesù; fino al giorno in cui Egli tornerà e ci accoglierà presso di Lui, non grazie a ciò che siamo, ma per quello che Gesù è e ha fatto per noi.

 

"Poi Giobbe morì vecchio e sazio di giorni." (Giobbe 42:17)

SAZIO DI GIORNI

Il termine sazio relativo alla vita, significa persona appagata, pienamente soddisfatta. La Scrittura, alla morte di molti uomini afferma: morì sazio di giorni; ciò significa giungere al termine della propria esistenza terrena non avendo nulla da rimpiangere. Il credente che ha messo la propria vita nelle mani di Dio, potrà alla fine di essa constatare che non vi è stato vuoto che il Signore non abbia colmato, avrà inoltre la certezza di andare con Lui a vivere l'eternità, non sentendo il bisogno di tornare indietro e ricominciare. Giobbe ebbe molte difficoltà, umanamente la vita lo aveva svuotato di tutto, eppure morì sazio di giorni. Se desideri essere saziato, lo sarai veramente quando ricevi la grazia di Dio, la salvezza in dono che Cristo vuole darti non per i meriti tuoi, ma soltanto per i Suoi. Avrai allora una vita piena perché realizzerai il sostegno dell'Onnipotente Dio, il quale saprà darti il Suo aiuto in ogni difficoltà che incontri nel corso di essa. Realizzerai che ciò che sazia lo spirito e l'anima, è la benedizione del Signore, la piena consapevolezza di essere amati e quindi abbondati di ogni Suo bene. Fai oggi buon tesoro di ciò che veramente sazia la tua vita.

 

"Si misero a osservare Gesù e gli mandarono delle spie che fingessero di essere giusti?" (Luca 20:20)

FINGERSI GIUSTI

Degli uomini si presentarono a Gesù i quali dovevano fingere di essere giusti; a tale scopo sicuramente adottarono tutti quegli accorgimenti tali da riuscire ad ingannarlo. Ancora oggi, vi sono molti che per il semplice fatto di assumere quelle forme dettate dalla religiosità, li fa credere giusti. Quegli uomini non avevano considerato che Dio non ci guarda per ciò che appariamo, ma per ciò che realmente siamo, perché non si può ingannare il Signore. Agli occhi di Dio giusto è colui che è stato da Cristo giustificato; è scritto in Atti 13:39: "Per mezzo di Lui, chiunque crede è giustificato di tutte le cose, delle quali voi non avete potuto essere giustificati mediante la legge di Mosè". Inoltre, giusto è chi riconosce Cristo quale Maestro e Signore della propria vita, chi Gli permette di guidare la propria vita nel cammino della consacrazione e dell'ubbidienza alla Sua Parola. Infine, Egli gradisce coloro che si affidano a Lui, dimostrando in tal senso piena fiducia in Colui che non soltanto ci libera dal peccato, ma che si prende cura ogni giorno di noi. Oggi, non fingere, accostati a Dio per i meriti di Cristo, riconosciLo nella tua vita, sarai veramente giusto agli Suoi occhi.

 

"Il cielo è il mio trono, e la terra lo sgabello dei miei piedi. Quale casa mi costruirete, dice il Signore, o quale sarà il luogo del mio riposo?" (Atti 7:49)

QUALE CASA MI EDIFICHERAI?

Fin dai tempi antichi Dio ha voluto avere comunione con l'uomo; ma il Santo e il peccatore come e dove possono incontrarsi? Occorre un mediatore fra le due parti e un luogo, una casa affinché ciò possa realizzarsi. Quale può essere mai il "luogo" adatto ad ospitare Colui che ha "il cielo come trono e la terra come sgabello dei suoi piedi". Il Mediatore è stato provveduto: Cristo Gesù, morto e risorto, e grazie alla Sua opera vi è la possibilità di stabilire la dimora della presenza di Dio. Egli ha trovato il luogo dove dimorare, ed esso è il tuo cuore. Se fino ad ora è stato volutamente tenuto fuori, oggi aprilo ed accogli l'invito di Gesù: "Ecco, io sto alla porta e busso: se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io entrerò?.". Il Signore vuole dimorare anche nella tua casa per portare la Sua pace, la concordia, l'amore, tutte quelle benedizioni conseguenza della Sua dimora nella famiglia. Vuole trasformare in bene quelle situazioni che altrimenti non potrebbero cambiare la dove Egli non vi dimora. Il tuo cuore e la tua casa possono essere il luogo della dimora di Dio se fai di Cristo il tuo Salvatore.

 

"Cosí è di chi accumula tesori per sé e non è ricco davanti a Dio." (Luca 12:21)

RICCO DAVANTI A DIO

La definizione di ricchezza può essere soggettiva; ad esempio, nei paesi poveri, avere cibo ed acqua è una grande ricchezza, mentre, nei paesi più ricchi, il concetto di ciò è ben diverso. L'uomo che è descritto nella parabola aveva molti beni terreni, eppure Gesù lo definisce stolto, sciocco, perché aveva escluso Dio dalla sua vita e pensato soltanto ad accumulare beni materiali. Benché possedeva molti averi, quell'uomo è considerato povero davanti a Dio perché metteva sé stesso al centro di tutto, si sentiva il padrone della sua vita, era convinto che le sue capacità gli avevano fatto conquistare tutto. Commise il grande errore di pensare che una volta soddisfatti i bisogni materiali, anche quelli spirituali sarebbero andati a posto; era convinto che oltre la vita terrena non ci sarebbe stato più nulla, non credeva nell'eternità. Questo suo modo di credere e di pensare lo faceva povero agli occhi di Dio. La Bibbia dice invece che, ricco davanti a Dio e colui che fa di Cristo il proprio Salvatore e ne accetta la Sua grazia nella propria vita, ricco è chi vive in vista di Dio e della vita eterna che Egli ha promesso a chi si rivolge a Lui con fiducia. Alla luce di ciò, sei ricco davanti a Dio?

 

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