"Or nell'ultimo giorno, il gran giorno della Festa, Gesù, stando in pie', esclamò: se alcuno ha sete, venga a me e beva." (Giovanni 7:37)
L'ACQUA CHE DISSETA (I)
Parliamo dell'incontro che Gesù ebbe con la donna samaritana mentre questa, attingeva acqua al pozzo, come è scritto nel Vangelo di Giovanni quattro. ?Il Signore le disse: "Chiunque beve di quest'acqua avrà sete di nuovo; ma chi beve dell'acqua che Io gli darò, non avrà più sete; anzi, l'acqua che Io gli darò diventerà in lui una fonte d'acqua che scaturisce in vita eterna!". Gesù disse ancora: "Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, ed io vi darò riposo, imparate da me, perché io sono mansueto e umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre". Gesù non impone sacrifici o penitenze. Egli ci esorta soltanto a "nutrirci" e a "dissetarci" spiritualmente della Sua Parola, la Bibbia, perché Essa ci presenta la Via per la salvezza: Cristo. Gesù è la vera sorgente della vita e se tu conoscessi il dono di Dio tu stesso gliela chiederesti (Giovanni 4:10).
"Poiché io son persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, né podestà, né altezza, né profondità, né alcun'altra creatura, potranno separarci dall'amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore." (Romani 8:38)
CONOSCERE E CREDERE
I discepoli di Gesù conobbero nel Maestro l'amore vero, sincero, pronto a dare anche la propria vita per gli altri. Avranno senz'altro pensato: "Non c'è stata mai una persona, nella storia umana, che abbia amato più intensamente di Gesù"; ed è vero! Ma Gesù non venne per far conoscere solamente il Suo amore, ma, anche, per far conoscere l'amore del Padre. È venuto a presentarci Dio, e ce lo presenta implicitamente nelle Sue parole più belle: "Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il Suo Unigenito Figliolo affinché chiunque crede in Lui non perisca, ma abbia la vita eterna" (Giovanni 3:16). "Gesù è l'amore di Dio in azione", che ha sacrificato la Sua vita sulla croce per i tuoi e i miei peccati. Se tu credi in questo grande amore manifestato, fatto conoscere da Dio anche per te, hai la vita eterna.
"La regina del mezzogiorno... venne dalle estremità della terra per udire la sapienza di Salomone: ed ecco, qui c'è più che Salomone!" (Matteo 12:42)
UN LUNGO VIAGGIO
Nella Bibbia si parla di Salomone, re in Israele. Dio gli aveva donato sapienza e ricchezza con tale abbondanza da renderlo rinomato in tutto il mondo di allora. Molti venivano a lui per vedere la munificenza del suo regno e per ascoltarlo. Anche la regina di Saba intraprese un lungo viaggio e "venne dalle estremità della terra" per incontrarlo. Questo re così ricco e così saggio che regnò nella pace e nella prosperità ci ricorda un altro re ben più eccelso: Gesù. Il Suo è un regno celeste, dalla gloria ineguagliabile, ed è un regno lontano. Come raggiungerlo? Chi può affrontare questo lungo viaggio e inoltrarsi fin nel regno dei cieli? In realtà nessuno potrebbe farlo ma Gesù ha percorso Lui stesso questo lungo viaggio partendo ben al di là delle "estremità della terra", coprendo l'abisso che ci separava da Lui: è sceso dal cielo ed è giunto fino a noi. Ora è molto vicino: è 'distante solo "lo spazio di una preghiera". Cercalo, invocalo, pregalo ed Egli sarà con te e il Suo regno in te per sempre.
"Lei attaccò la cordicella rossa alla finestra." (Giosuè 2:21)
UNA CORDICELLA ROSSA: UN LEGAME D'AMORE
La Parola di Dio è ricca di episodi densi di profondi significati e insegnamenti. Vi si narra di Raab, una donna che per fede compì un gesto fondamentale per la sua salvezza. Il popolo di Israele, uscito dal de-serto, si stava preparando a conquistare la città di Gerico dove viveva Raab. Quando due esploratori ebrei giunsero a Gerico, Raab li accolse e chiese loro di salvarla. Essi le chiesero un gesto di fede: ap-pendere una cordicella rossa alla sua finestra. Raab ubbidì e, quando la città fu conquistata, la sua vita fu risparmiata. Quella cordicella fu uno strumento di salvezza nonché un legame che l'avrebbe unita per sempre al Dio di Israele e al Suo popolo. Anche a noi Dio ha voluto donare una "cordicella rossa", un legame che unisse la terra al cielo, l'uomo a Dio: Gesù Cristo il Signore. Attraverso la croce di Cristo che si staglia dalla terra al cielo, Dio ci ha per sempre legati a Sé, non con catene umane ma con corde d'amore. Quale grazia! Quale meravigliosa salvezza! Crediamo in Gesù, prendiamo quella "cordicella rossa" e leghiamola al nostro cuore e Gli apparterremo per sempre.
"Durante quel tempo, che fu lungo, avvenne che il re d'Egitto morì." (Esodo 2:23)
UN LUNGO TEMPO
La Bibbia narra di Mosè, un uomo scelto da Dio per compiere un'opera straordinaria: liberare il Suo popolo dalla schiavitù d'Egitto. Per adempiere un così alto compito occorreva un uomo con caratteristi-che non comuni. La vita di Mosè fu guidata in modo da prepararlo a tale scopo: crebbe alla corte del re ricevendo una cultura e una educazione eccezionali per quel tempo. Tuttavia, a Dio tutto ciò non basta-va. Dio formò Mosè a una scuola speciale: la scuola della sofferenza, del deserto, della solitudine, della preghiera. Infatti Mosè dovette fuggire dall'Egitto. Visse nel paese di Madian come straniero, svolgendo un lavoro umile. "Durante quel tempo, che fu lungo", ben 40 anni, Dio operò in lui modellando il suo carattere, rendendolo umile e mansueto. Questo "lungo tempo", lungi dall'essere tempo sprecato, fu fondamentale per renderlo adatto al servizio. Se anche tu stai vivendo "un lungo tempo" di sofferenza, nel deserto della prova e della solitudine, considera quanto questo tempo sia prezioso agli occhi di Dio. Confida in Lui ed Egli saprà benedirti e usarti per la Sua gloria.
"Prendete su di voi il mio giogo?e voi troverete riposo per le anime vostre; poiché il mio giogo è dolce e il mio carico è leggero." (Matteo 11:29, 30)
UN DOLCE GIOGO D'AMORE
La Bibbia riporta queste parole di Gesù: "Prendete su di voi il mio giogo". Per le persone del Suo tem-po, avvezze ai lavori agricoli, il termine "giogo" era immediatamente identificato con quell'attrezzo in legno che posto sul collo di due animali da soma li univa nella stessa fatica. Queste parole di Gesù ci meravigliano perché esprimono il Suo straordinario invito a unirci a Lui con un legame per noi inim-maginabile e irraggiungibile! Gesù, il Figlio di Dio, il Creatore di tutto l'universo, si abbassa fino a noi, deboli creature, chiedendoci di unirci a Lui per camminare insieme! Quel "giogo" di legno, che ci parla della croce di Cristo, lungi dall'essere uno strumento di costrizione, costituisce un legame d'amore e di grazia tra l'uomo e Dio, tra il peccatore e il Giusto, tra noi e il nostro Salvatore, e ci permette di appog-giarci a Lui e di seguirlo passo dopo passo ovunque Egli vorrà condurci. Accettiamo quindi questo dol-ce "giogo" d'amore, questo leggero "carico" di grazia, e troveremo riposo per le anime nostre.
"Quella notte il re, non potendo prender sonno, ordinò che gli si portasse il libro delle Memorie." (Ester 6:1)
NON È UN CASO
Quella notte era la notte in cui il malvagio Aman, irritato perché il Giudeo Mardocheo non si alzava per riverirlo, si stava recando al palazzo del re per dirgli di fare impiccare quest'uomo alla forca che egli aveva preparata per lui. Proprio in quella notte però, ascoltando la lettura del libro delle Memorie, il re scoprì che Mardocheo aveva denunciato i due eunuchi del re, guardiani dell'ingresso, che avevano cercato di attentare alla vita del sovrano e non gli era stato recato per questo nessun onore e nessuna distinzione. Proprio in quel momento arrivò Aman ed il re gli chiese che cosa si dovesse fare ad un uomo che il re vuole onorare. Alla sua risposta il re disse che avrebbe dovuto fare tutto quello a Mardocheo, senza tralasciare nulla di quel che aveva detto. Tutto quello che accadde non fu affatto casuale. Nulla di tutto ciò che accade lo è. Dio esercita un controllo invisibile ma provvidenziale delle circostanze. Egli si prende cura di coloro che Lo amano e li protegge dal male.
"Ma Mardocheo non s'inchinava né si prostrava." (Ester 3:2)
GRANDE DETERMINAZIONE
Così come Mardocheo non si prostrò davanti ad Aman sebbene tutti gli altri lo facessero, allo stesso modo Anania, Misael Azaria si rifiutarono di prostrarsi dinanzi alla statua che il re Nabucodonosor aveva fatto erigere, pur sapendo che la pena per chi avesse agito così sarebbe stata essere gettato in una fornace ardente. La stessa determinazione la troviamo in Daniele. Egli si rifiutò di smettere di pregare il suo Dio, pur sapendo che questo lo avrebbe portato ad esser gettato nella fossa dei leoni. Anche gli apostoli mostrarono grande determinazione quando dinanzi al sinedrio dissero: "Bisogna ubbidire a Dio anziché agli uomini" (Atti 5:29), pur sapendo di andare incontro a minacce e percosse. Non scendere a compromessi, caro lettore. La cosa giusta molto spesso non è quella che fa la maggioranza, ma è sempre indicata dalla Bibbia, la Parola di Dio. Sii determinato a fare la volontà di Dio, costi quello che costi. Non sempre sarà facile farlo, ma se vuoi onorare Dio puoi stare tranquillo: Dio ti aiuterà e ti onorerà!
"Noi ci siamo così impegnati a non trascurare la casa del nostro Dio." (Neemia 10:39)
UN IMPEGNO IMPORTANTE
Ci sono moltissimi impegni lavorativi, tantissime attività da svolgere, innumerevoli responsabilità, ma bisogna fare attenzione che le tante faccende quotidiane non ci impediscano di assolvere il nostro dovere di essere assidui alle riunioni di culto. La Parola di Dio ci esorta chiaramente a "non abbandonare la nostra comune adunanza come alcuni sono soliti fare" (Ebrei 10:25). È un impegno che bisogna prendere con assoluta serietà. Non bisogna andare al culto soltanto per essere benedetti dal Signore, ricevere consolazione da Dio e gustare la comunione fraterna, ma principalmente perché è comandato dal Signore stesso. Trascurare la casa del Signore potrebbe però anche equivalere ad essere sempre presenti alle riunioni di culto con il corpo, ma essere altrove con la mente e con il cuore, non testimoniare mai, non innalzare mai una preghiera, non chiamare mai un cantico, non partecipare ad alcuna attività della comunità nella quale il Signore ci ha posti. Caro lettore, non permettere agli altri impegni di avere il sopravvento nella tua vita: impegnati a non trascurare il luogo nel quale c'è un popolo imperfetto, ma che si raduna per offrire il culto a Dio in spirito e verità.
"Non siate tristi; perché la gioia del Signore è la vostra forza." (Neemia 8:10)
UNA FORZA PARTICOLARE
La gioia del Signore non è semplice emozione, ma qualcosa di più grande, prezioso e duraturo. Questa gioia nasce nel cuore quando si permette al Signore Gesù di entrarvi. Principalmente, infatti, la gioia del Signore è la gioia della salvezza, la forza di chi è salvato e vive in comunione con Dio, la forza di coloro nei quali matura il frutto dello Spirito. La gioia del Signore è forza perché proviene dalla Parola di Dio, che fortifica il credente. La si realizza restando alla presenza di Dio: "Ci sono gioie a sazietà in tua presenza" (Salmo 16:11). Quando la si realizza la vita diventa più serena e le prove della vita diventano più sostenibili. Anche se ci sono tempeste da affrontare, dolori da sopportare e lacrime da versare, nel cuore del credente ardono i carboni della gioia, benché a volte siano sotto la cenere della prova. Al di là delle nubi nere delle prove, nel cielo del credente splende sempre il sole della gioia del Signore. Trova la tua gioia nel Signore (cfr. Salmo 37:4)!
Altro...
"Anania ... era un uomo fedele e timorato di Dio più di tanti altri." (Neemia 7:2)
DISTINGUERSI
Ci sono tante cose, tanti particolari che permettono ad una persona di distinguersi: un taglio di capelli originale, un particolare modo di vestirsi, un accento marcato, un gesto abitudinario, un'espressione ricorrente ? I figli di Dio devono distinguersi per determinate virtù spirituali, tra le quali, certamente, la fedeltà ed il timore di Dio. La fedeltà è la caratteristica di chi mantiene la parola data, di chi è costante nell'affetto e nell'amore, di chi persevera nella fede. Se scendendo nelle acque battesimali in età adulta hai promesso pubblicamente di servire fedelmente il Signore per tutta la vita, non rimangiarti la parola! Il timore di Dio non deve essere confuso con la paura di Dio. Chi ama Dio non ha paura di Lui: "Nell'amore non c'è paura; anzi, l'amore perfetto caccia via la paura" (I Giovanni 4:18), ma un santo timore che è profonda riverenza, un sano rispetto nei Suoi confronti, che induce ad impegnarsi per onorarLo con tutto sé stessi. Caro lettore, prega affinché tu possa distinguerti per la tua fedeltà ed il tuo timore di Dio.
"Il nostro Dio combatterà per noi." (Neemia 4:20)
IL NOSTRO DIO COMBATTE PER NOI
Ci sono difficoltà da superare nella vita, lotte da affrontare. Il problema è che tante volte si cerca di fuggire dinanzi alle lotte, perché non ci si sente sufficientemente forti per sostenerle. Certamente è bene che si faccia un esame obiettivo delle proprie forze, che si riconoscano le proprie debolezze, ma poi bisogna esercitare la fede! Noi siamo deboli, ma "il nostro Dio" è forte ed è pronto a combattere per noi! E ... "se Dio è per noi chi sarà contro di noi"? A questo punto è indispensabile rispondere ad una domanda: Dio è davvero il tuo Dio? Perché tu lo possa definire in questo modo devi avere una relazione personale con Lui, devi conoscerLo, amarLo, servirLo. Se desideri che Dio combatta per te e ti dia la vittoria devi ricevere Gesù nel tuo cuore. Soltanto allora Egli sarà il tuo Dio, diverrai un figlio di Dio ed Egli combatterà per te. Non affrontare le lotte della vita da solo, presto saresti atterrato. Permetti a Dio di diventare il tuo Dio e di combattere per te!
"Mio Dio, io sono confuso; e mi vergogno, mio Dio, di alzare a te la mia faccia..." (Esdra 9:6)
CONFUSIONE E VERGOGNA
Sebbene fosse confuso e si vergognasse a motivo del peccato, Esdra cadde in ginocchio e stese le mani verso il Signore pregando. Dio non rifiuta di ascoltare la preghiera di chi è confuso e pieno di vergogna. Egli, come il padre della parabola raccontata da Gesù, è sempre pronto ad accogliere il figlio che si accosta a Lui pieno di vergogna per gli errori commessi. La preghiera di Esdra produsse uno straordinario risultato: "Mentre ? pregava e faceva questa confessione piangendo e prostrato davanti alla casa di Dio, si radunò intorno a lui una grandissima folla di Israeliti, uomini, donne e bambini; e il popolo piangeva a dirotto" (Esdra 10:1). Ci fu un genuino ravvedimento: le infedeltà commesse vennero non soltanto confessate davanti a Dio, ma anche abbandonate. La confusione e la vergogna sparirono! Se sei pieno di confusione e vergogna non perdere tempo: rivolgiti a Dio in preghiera, confessa i tuoi peccati, abbandonali con la forza del Signore ed Egli ti libererà da questa condizione.
"Celebrarono con gioia la festa degli Azzimi per sette giorni, perché il Signore li aveva rallegrati." (Esdra 6:22)
LA GIOIA E LA SANTIFICAZIONE
La festa degli Azzimi prevedeva il divieto assoluto di mangiare pane lievitato, ma anche soltanto di tenere del lievito in casa per sette giorni. Nella Scrittura, il lievito, agente di fermentazione, è sempre considerato come un simbolo della corruzione o del male. Chi ha sperimentato la gioia della salvezza è pronto a gioire sperimentando la gioia della santificazione. Troppo spesso la santificazione viene considerata un aspetto triste del cristianesimo: la separazione dal mondo, le rinunce vengono viste come qualcosa di spiacevole. Se amiamo davvero il Signore non ci sarà tristezza nel nostro cuore nell'allontanarci da ciò che a Lui non piace e non ci sarà rimpianto nel rinunciare a ciò che Dio non desidera per noi. Se il Signore ci chiede di rinunciare a qualcosa è perché desidera darci qualcosa di meglio. Egli non ci impoverisce mai! Santifichiamoci con gioia: è bello separarsi dal peccato per consacrarsi al Signore. È bello santificarsi, perché ci permette di assomigliare sempre di più a Gesù.