"Cosí è di chi accumula tesori per sé e non è ricco davanti a Dio." (Luca 12:21)
RICCO DAVANTI A DIO
La definizione di ricchezza può essere soggettiva; ad esempio, nei paesi poveri, avere cibo ed acqua è una grande ricchezza, mentre, nei paesi più ricchi, il concetto di ciò è ben diverso. L'uomo che è descritto nella parabola aveva molti beni terreni, eppure Gesù lo definisce stolto, sciocco, perché aveva escluso Dio dalla sua vita e pensato soltanto ad accumulare beni materiali. Benché possedeva molti averi, quell'uomo è considerato povero davanti a Dio perché metteva sé stesso al centro di tutto, si sentiva il padrone della sua vita, era convinto che le sue capacità gli avevano fatto conquistare tutto. Commise il grande errore di pensare che una volta soddisfatti i bisogni materiali, anche quelli spirituali sarebbero andati a posto; era convinto che oltre la vita terrena non ci sarebbe stato più nulla, non credeva nell'eternità. Questo suo modo di credere e di pensare lo faceva povero agli occhi di Dio. La Bibbia dice invece che, ricco davanti a Dio e colui che fa di Cristo il proprio Salvatore e ne accetta la Sua grazia nella propria vita, ricco è chi vive in vista di Dio e della vita eterna che Egli ha promesso a chi si rivolge a Lui con fiducia. Alla luce di ciò, sei ricco davanti a Dio?
"Quando Gesú giunse in quel luogo, alzati gli occhi, gli disse: Zaccheo, scendi, presto, perché oggi debbo fermarmi a casa tua." (Luca 19:5)
GESÙ VUOLE FERMARSI DA TE
Gesù era quasi sempre circondato e seguito da grandi folle; molti erano quelli che volevano ascoltare la Sua Parola e che avevano il desiderio di gustare la Sua presenza. Era per questo motivo che, quando si diffondeva la notizia che Egli sarebbe passato per un villaggio, le folle erano lì ad attenderlo, come nel caso di Gerico, dove Zaccheo, per poter meglio vedere Gesù, salì su un albero. Quando Gesù passò di lì, alzò lo sguardo, lo vide, lo chiamò per nome e gli espresse ciò che era un'urgenza, scendi, presto; ma anche una necessità, oggi debbo fermarmi?. Questo episodio ci mostra che la sola curiosità non serve a nulla, oggi, tanta gente è soltanto curiosa riguardo a Cristo, ma stare a guardare non recherà alcun beneficio; soltanto la Sua opera può liberare dalla schiavitù del peccato; Zaccheo lo era, come tutti e fu per questo che era indispensabile che Gesù potesse dimorare nella sua vita. Inoltre, non può esservi reale cambiamento senza l'opera di Cristo, ogni sforzo e buon proposito falliranno. Gesù entrò in casa di Zaccheo, egli comprese molte cose, si pentì e si ravvide, Gesù compì l'opera nel suo cuore e disse: "Oggi la salvezza è entrata in questa casa". Egli vuole fermarsi anche da te!
"Il marito le chiese: Perché vuoi andare da lui quest'oggi? Non è il novilunio, e non è sabato. Lei rispose: Lascia fare!" (II Re 4:23)
VAI A LUI OGGI
Il testo Biblico di oggi ci porta a considerare la vicenda di una donna che improvvisamente si trovò ad affrontare una terribile difficoltà: suo figlio era morto. Ma nonostante la gravità del problema, ella non disperò e decise di andare dal profeta Eliseo, oggi per noi figura di uno ben più grande di lui: Cristo Gesù. Davanti a una decisione umanamente inutile, considerato che soluzione non c'era, il marito le chiese: "Perché vuoi andare da lui oggi?" Caro lettore, vai a Cristo oggi, e anche se altri non comprenderanno, tu, come quella donna afferma: "Io andrò perché ho una necessità, un dolore profondo, un vuoto incolmabile, una insoddisfazione dell'anima, sono disperato, non so che fare. Andrò da Lui perché c'è l'urgenza di farlo; voglio correre ? non mi fermare, non voglio perdere tempo prezioso, troppo è stato quello speso lontano dal Signore. Andrò da lui perché so che egli può fare qualcosa per me, può operare nella mia vita". La donna aveva questa certezza e la sua fede fu onorata, infatti, il Signore riportò in vita suo figlio. Nella tua necessità vai a Lui oggi e nell'andare a Cristo, ci sia fede, la certezza che Egli opererà e non sarai deluso.
"Il centurione però aveva più fiducia nel pilota e nel padrone della nave che non nelle parole di Paolo." (Atti 27:11)
TU, A CHI TI AFFIDI?
Di fronte ad una difficile e pericolosa navigazione, nell'incertezza e nel dubbio di come affrontare quel viaggio, il centurione decise di affidarsi al pilota e al padrone della nave. Pensò di porre la propria fiducia in coloro che riteneva esperti e capaci, uomini in grado di gestire ogni situazione. E tu, a chi ti affidi quando le onde si infrangono nella tua vita?, a chi ti rivolgi quando il timore e la paura fanno breccia nel tuo cuore? E quando realizzi che non hai ancora la certezza della vita eterna, a chi ti affidi per ricevere una risposta certa? Purtroppo, a motivo della fiducia mal riposta di quell'uomo, le conseguenze furono gravi: tutto il carico e la nave stessa andarono perduti. Ci sia invece, quest'oggi nel tuo cuore, il desiderio e la determinazione di riporre bene la tua fiducia al fine di non perdere così la tua vita. Questa fiducia è ben riposta soltanto quando è nel Signore, in Colui che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per noi tutti. Non porre la tua fiducia nell'uomo, ma affida la tua vita a Cristo, realizzerai che in questo viaggio, non andrai alla deriva, anzi, giungerai al porto desiderato.
"Cercate il Signore, mentre lo si può trovare; invocatelo, mentre è vicino." (Isaia 55:6)
TROVARE DIO
C'è un'abissale differenza tra colui che ha trovato una religione e colui che invece ha trovato Dio. La differenza è sostanziale perché il primo ha, al massimo, comunione con i suoi simili; l'altro realizza vera comunione con Dio; il primo ha una vaga speranza sulla vita eterna, l'altro è certo e sicuro di esserne partecipe. La vita del religioso non è cambiata se non nella forma; colui che invece ha trovato Dio, ha realizzato la nuova vita che Cristo dona gratuitamente. Nel cuore del religioso non regna quella pace profonda, segno tangibile, invece, nel cuore dove Cristo vi dimora; la gioia e la speranza svaniscono facilmente in chi è soltanto un religioso; le prove e le difficoltà della vita invece non sono in grado di toglierla in chi vive accanto al Signore. L'appello, l'esortazione e lo sprono che oggi la Parola ti rivolge è: trova Dio e vivrai! Non ti accontentare di essere soltanto un buon religioso, non servirà a nulla, preoccupati di trovare il Signore, perché solamente allora sarai salvato e veramente felice. Ciò implica che c'è un tempo per cercare e una scelta da effettuare; oggi è il giorno in cui lo puoi trovare, egli è vicino, basta che lo invochi e il Signore si lascerà trovare da te.
"Liberò colui che era stato messo in prigione per sommossa e omicidio, e che essi avevano richiesto; ma abbandonò Gesù alla loro volontà." (Luca 23:25)
GESÙ AL POSTO NOSTRO
La maggior parte di noi conosce la storia di Barabba, il prigioniero liberato, benché meritevole di condanna e Gesù crocifisso al suo posto. Questo episodio racchiude in sé il significato e lo scopo dell'opera redentrice di Cristo. Ogni uomo può identificarsi con Barabba, peccatore, separato e lontano da Dio. Non sappiamo che ne fu di Barabba dolo quell'esperienza, sappiamo però che, quel che accadde quel giorno per lui, è ciò che Cristo ha fatto anche per te. Gesù Santo, perfetto, giusto, si offre al posto di un colpevole; Egli ha pagato ciò che Barabba non avrebbe mai potuto pagare, si è sostituito a lui e si è fatto carico del suo peccato. La diretta conseguenza di tutto questo è che Barabba fu risparmiato dalla grave condanna, irrevocabile e, secondo le leggi di allora, meritevole di morte. Cristo, non soltanto è Colui che si offrì alla morte al posto nostro, ma Colui che cancella e revoca la nostra condanna (Romani 8:1). Nonostante la riprovevole vita di Barabba, egli fu libero grazie a Cristo; mentre Gesù avrebbe affrontato l'agonia della croce, un uomo fu messo in libertà. Per mezzo della Sua morte ora Gesù può liberare dal peccato e dalla condanna tutti quelli che lo invocano con il cuore.
"La mietitura è finita, l'estate è trascorsa, e noi non siamo salvati." (Geremia 8:20)
SFRUTTARE IL TEMPO
A molti piacerebbe poter fermare il tempo in modo da averne molto di più da poter spendere nei piaceri e nei divertimenti. Altri, addirittura, vorrebbero tornare indietro nel tempo per vivere un'altra vita. Ma il tempo passa inesorabile, non lo si può fermare, e alla fine di esso, ci si può trovare in due modi: amareggiati e delusi, vuoti e tristi, oppure, appagati e pienamente soddisfatti. Dio ci concede del tempo, una vita, ci esorta affinché possiamo spenderlo bene e non sprecarlo. Tutto il tempo vissuto separati dalla Sua grazia, lontani da Lui, è un tempo che non ci procurerà vera gioia. Caro lettore, se il tempo è trascorso fino qui e non sei ancora salvato, oggi è il giorno che puoi invocare Gesù affinché ti faccia dono della salvezza. I giorni che Dio ti concede di vivere, siano giorni in cui il tuo sguardo possa essere rivolto non più a ciò che è temporaneo e che il passare del tempo porterà via lasciando soltanto amarezza, ma sia sempre più rivolto ai beni celesti, alle benedizioni che Dio desidera donarti. Se c'è una cosa impossibile, è fermare il tempo; ma ciò che Dio vuole è che non lo facciamo passare senza aver fatto tutta la Sua volontà (I Pietro 4:2).
"Il cuore allegro rende gioioso il volto, ma quando il cuore è triste, lo spirito è abbattuto." (Proverbi 15:13)
LA GIOIA DEL CREDENTE
Il termine allegro nella Scrittura è essenzialmente applicato alle realtà spirituali, ma purtroppo, oggi, esso è stato sminuito perché lo si attribuisce principalmente alle gioie materiali, terrene. Si sente spesso dire: divertiamoci in allegria, ti auguro tanta gioia. Ma quando nella Bibbia si parla di gioia, non si fa riferimento a piaceri meramente umani. La gioia è uno dei frutti dello Spirito Santo, essa è la forza del credente. La gioia vera cui fa riferimento la Bibbia, innanzitutto è frutto dell'avvenuta opera di salvezza compiuta da Cristo in coloro che credono in Lui e Lo accettano come personale Salvatore, gioia perché il "nostro nome viene scritto nel libro della vita". Quando si riceve in dono la salvezza, il credente, inoltre, ha gioia nel servire il Signore, grande piacere egli trova nel compiere la Sua volontà ed essere utile al servizio del proprio Maestro, Gesù. Infine, la gioia del credente è posta nella speranza che Cristo ha messo nel suo cuore la certezza del quotidiano, l'aiuto del Signore e della consapevolezza che, oltre questa vita, gusteremo per sempre le ricchezze celesti.
"Scrutami, o Signore, e mettimi alla prova; purifica i miei reni e il mio cuore." (Salmo 26:2)
PASSARE L'ESAME
Il salmista ha il desiderio di piacere a Dio e di gustare le Sue benedizioni, ma è consapevole che per ottenere ciò è necessaria una determinata condizione spirituale. Egli sa molto bene che non è possibile andare a Dio presentando la propria giustizia ne i propri meriti. Se desideriamo anche noi essere graditi al Signore, come il salmista, allora, è opportuno chiedergli di esaminarci affinché possiamo trovare la Sua approvazione. Innanzitutto chiediamogli di scrutarci, di farci un esame profondo affinché ci possa essere rivelato cosa non va nella nostra vita. Questo, però, richiede da parte nostra una totale arrendevolezza nelle Sue mani e una completa fiducia nella Sua Onniscienza. Poi, chiediamo ancora al Signore di provarci, sperimentarci, con lo scopo di vedere quali sono i nostri veri sentimenti o se vi è qualche peccato a noi oscuro e mostrarci quello che dobbiamo correggere per piacere a Lui. Infine, chiediamo al Signore di purificarci, di togliere dal nostro cuore ogni scoria; soltanto Lui può farlo per mezzo del sangue di Cristo, certi che il Padre accoglierà a Sé e benedirà coloro che sono stati lavati dal sangue del Suo Figliolo.
"Giuseppe disse ai suoi fratelli: Vi prego, avvicinatevi a me! Quelli s'avvicinarono ed egli disse: Io sono Giuseppe, vostro fratello?" (Genesi 45:4)
AVVICINATI AL SIGNORE
Giuseppe era stato venduto dai suoi fratelli e a motivo di questo subì dolorose circostanze. Dopo molti anni, però, Giuseppe venne elevato alla carica di vice re d'Egitto e a lui venne affidato il controllo di tutti i beni accumulati prima della carestia. I fratelli di Giuseppe, provati da tale carestia, decisero di andare a comprare del grano da quell'uomo che, non sapevano essere loro fratello. Giusepe era per loro una figura ancora sconosciuta, ma presto scoprirono che egli era avvicinabile, potevano accostarsi a lui, il quale non li avrebbe scacciati nonostante il male che gli avevano fatto. Scoprirono inoltre, che Giuseppe, desiderava farsi da loro conoscere, rivelarsi e garantirgli tutto il suo amore. Infine, realizzarono che lo scopo di Giuseppe era far loro del bene, più di quanto si aspettavano. Caro lettore, oggi, puoi avvicinarti a Cristo, nonostante il tuo peccato, se lo confessi a Lui, Egli non te lo rinfaccerà, anzi, scoprirai che Gesù vuole farsi conoscere da te, desidera mostrarti il suo infinito amore. Colui che ha offerto la Sua vita sulla croce al posto tuo, vuole farti del bene, non indugiare, avvicinati a Lui.
Altro...
"Ma Paolo gli gridò ad alta voce: Non farti del male, perché siamo tutti qui." (Atti 16:28)
NON FARTI DEL MALE
Quante volte ci hanno fatto e abbiamo fatto questa domanda? Quell'uomo, davanti ad una situazione umanamente ingestibile, pensò che l'unica soluzione fosse quella di togliersi la vita. Non necessariamente occorre arrivare a questo estremo per farsi del male; ma vi sono molti altri modi per farsene. Come Paolo grido ad alta voce, affinché fosse udito; così oggi, il Signore, per mezzo della Sua Parola fa con te: "Non farti del male!" Ti fai del male quando permetti ancora al peccato di tenerti lontano dal Signore, quando vivi soltanto per ciò che è materiale e trascuri il bene dell'anima tua, quando non hai ancora afferrato la certezza della vita eterna. Puoi evitare di farti del male se permetti alla Parola di Dio di illuminare la tua mente, di farti vedere chiaramente ciò che è vero; se ti umili e ti prostri davanti a Dio, se riconosci il tuo bisogno e confessi a lui ciò che hai nel cuore. Sarà allora che il Signore ti farà del bene; per mezzo della fede in Cristo, la salvezza ti verrà donata, personalmente scoprirai che la gioia di essere figli di Dio sarà sempre maggiore di qualsiasi preoccupazione o problema, la tua casa sarà un luogo di pace perché il Signore sarà al centro di essa.
"Ed essi le dissero: Donna, perché piangi? Ella disse loro: Perché han tolto il mio Signore, e non so dove l'abbiano posto." (Giovanni 20.13)
PERCHÉ PIANGI?
Ai due angeli nel sepolcro dovette sembrare quanto meno paradossale che Maria andasse via piangendo, quando Colui per il quale ella versava lacrime era risorto e si stava dirigendo verso di lei. Una domanda importante rivolta con estrema tenerezza perché mostra innanzitutto l'interesse che Gesù ha per noi, Egli non è indifferente alle nostre necessità ed esprime la Sua cura nei nostri confronti, non c'è lacrima che egli non scorga. Quella domanda esprime anche compassione, la premura rivolta verso Maria che aveva il cuore affranto, tutto l'amore di Dio verso colei che stava soffrendo. Quasi certamente, nella domanda rivolta a Maria c'è anche una piccola tenera riprensione: perché continui a piangere quando dovresti gioire? Egli è morto per i nostri peccati, ma ora la tomba è vuota perché Cristo è risorto dai morti per la nostra giustificazione e ora vive per intercedere per noi (cfr. Romani 8:34). Caro lettore, se ci sono lacrime che sgorgano dal tuo cuore e rigano il tuo viso, rivolgiti a quel caro Salvatore risorto che viene a farti compagnia nel tuo dolore con lo scopo di consolarti e aiutarti. Scoprirai anche tu la potenza del Suo amore, la dolcezza della Sua presenza, l'infinita Sua grazia.
"Poiché noi siamo senza forza, di fronte a questa gran moltitudine che s'avanza contro di noi; e non sappiamo che fare, ma gli occhi nostri sono su te!" (II Cronache 20:12)
RICORRI A DIO
Giosafat, uno dei re d'Israele, stava subendo un duro attacco da parte della Siria, una grave minaccia si stava abbattendo su lui; di fronte a tutto ciò Giosafat ebbe paura. È normale, umano, avere paura, trovarsi nello sconforto, quando nelle difficoltà della vita non si sa cosa fare, quando ogni soluzione che si vuole adottare non trova sbocchi e il problema sembra travolgere la nostra vita. Giosafat, ci dice la Scrittura, che non ricorse invece a nessuna soluzione umana, benché fosse un re e aveva dalla sua parte un numeroso esercito, egli si dispose a cercare il Signore. Innanzitutto confessò a Dio la sua debolezza, di non avere sufficiente forza per affrontare ciò che gli stava accadendo; chi si rivolge al Signore deve, prima di ogni altra cosa, confessare di essere senza forza, di essere troppo piccoli per affrontare i problemi della vita. Inoltre, dichiarò la sua totale impotenza e incapacità, perché chi si accosta al Signore deve riconoscere che a Lui appartiene il salvare, il liberare e l'agire. Infine, egli depose ogni cosa ai piedi del Signore, fissò lo sguardo verso di Lui con la certezza che gli sarebbe giunto l'aiuto e la liberazione che Dio dona per grazia a tutti coloro che ricorrono a Lui (cfr. Salmo 121:1, 2).
"Perché chi vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi perderà la sua vita per amor di me e del Vangelo, la salverà. E che giova egli all'uomo se guadagna tutto il mondo e perde l'anima sua?" (Marco 8:35, 36)
SALVARE CIÒ CHE È PREZIOSO
Quando non possiamo salvare tutto perché impossibile, allora salveremo ciò che riteniamo prezioso. Siamo finanche disposti a perdere tutto il resto pur di salvare ciò che per noi più vale. Ci si sente dei miracolati quando vittime di una qualsiasi tragedia abbiamo salvata la vita. Purtroppo però capita che, nel valutare ciò che è secondario e ciò che invece per nulla vorremmo perdere, trascuriamo l'anima nostra. Sappiamo dare valore a tutto ciò che è terreno, mentre non sappiamo dare il giusto valore a ciò che è spirituale. Agli occhi di Dio l'anima nostra è preziosa più d'ogni altro bene, ed è per questo che Gesù è venuto a "salvare ciò che era perito"; essa è immortale a differenza di tutto ciò che è materiale. La dimostrazione di quanto siamo preziosi per il Signore è il prezzo che Egli è stato disposto a pagare per salvarci e donarci vita eterna: il suo prezioso sangue versato per te sulla croce (cfr. I Pietro 1.18-19). Avere tutto in questa vita e poi perdere la propria anima non gioverà a nulla, ma chi va a Cristo perché ha saputo dare il giusto valore alla propria vita spirituale, chiedendo per fede di salvarlo, otterrà vita eterna. Gesù ha detto di "cercare prima il regno e la giustizia di Dio, tutto il resto sarà sopraggiunto".