"Vi lascio pace; vi do la mia pace. Io non vi do come il mondo dà." (Giovanni 14:27)
CHE TIPO DI PACE TRASMETTE GESÙ?
La pace di Dio è una tranquilla consapevolezza che Egli è con noi in ogni circostanza, è la sensazione del Suo conforto in mezzo ai problemi della vita. Immagina una vita dove non hai bisogno di preoccuparti di nulla! Sembra impossibile, tutti abbiamo preoccupazioni al lavoro, a casa e nella società. Ma il consiglio dell'apostolo Paolo è di trasformare le preoccupazioni in preghiere. Ti vuoi preoccupare di meno? Allora prega di più! Ogni volta che cominci a preoccuparti, fermati e prega. La pace di Dio è diversa da quella del mondo. Non si trova nell'ottimismo psicologico, bensì procede dalla certezza che Dio ci ama individualmente, risponde alle nostre preghiere, ci protegge e domina su ogni situazione. La pace che Dio dà, supera ogni intelligenza umana, è un dono in Cristo Gesù a tutti coloro che si accostano a Lui con la fede certa di ricevere la ricompensa. Gesù, il Principe della pace, ha anche detto: "Venite a me voi che siete stanchi e affaticati, ed io vi darò riposo" (Matteo 11:28).
"Farò camminare i ciechi per una via che ignorano, li guiderò per sentieri che non conoscono;
cambierò davanti a loro le tenebre in luce, renderò pianeggianti i luoghi impervi." (Isaia 42:16)
CAMMINARE CON DIO È una realtà ancora oggi: le nazioni, le famiglie e gli individui vanno avanti nella vita come a tastoni, brancolando nel presente e ignorando il futuro. Soltanto la Parola di Dio illumina l'oscurità e rischiara l'orizzonte nelle sue grandi linee. La prima cosa che la Parola di Dio chiede agli uomini è di ritenere per vere le promesse di Dio per il futuro: "Li menerò per sentieri che non conoscono". Facciamo un esempio: se si vuole andare in un luogo dove non siamo mai andati, occorre, prima, assicurarsi qual'è il treno che ci condurrà alla destinazione desiderata. Poi si sale su quel treno mettendo la propria fiducia sul conducente, senza preoccuparci di conoscere, nei minimi particolari la via, essa si conoscerà man mano che si percorrerà. Gesù afferma: "Io sono la Via!" (Giovanni 14:6). Gesù è la via che conduce a Dio. A loro il Padre Celeste assicura che li condurrà per sentieri che non conoscono. Questi sentieri di Dio sono i più sicuri e i più tranquilli che uomo abbia conosciuti.
"Ecco, io sto alla porta e busso: se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con me." (Apocalisse 3:20)
IL SIGNORE È ALLA PORTA
Per chi non conosce ancora il Salvatore questo messaggio di Cristo alla Sua Chiesa rappresenta uno stimolo anche per quelli che non hanno ancora accettato Gesù nella propria vita quale personale Salvatore. Ma esso è indirizzato soprattutto ai credenti. Dio nel Suo amore mette ciascuno in guardia contro la propria autosufficienza e la propria giustizia, che addormentano la coscienza e chiudono il cuore agli avvertimenti della Sua Parola. Gesù dice: "Tutti quelli che io amo li riprendo e li castigo; abbi dunque zelo e ravvediti". Lasciamoci riprendere e convincere di tiepidezza di cecità, di povertà e questo permetterà al Signore di arricchirci della Sua grazia. Apriamo la porta del nostro cuore al Figliolo di Dio, Egli desidera "cenare" con noi per farci partecipi d'una allegrezza perenne; ci rivelerà i Suoi pensieri, ci comunicherà le Sue ricchezze, trasformerà la nostra vita come ce l'ha promesso. Abbiamo dunque zelo e ravvediamoci! (Apocalisse 3:19).
"Ma l'ora viene, anzi è già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; poiché il Padre cerca tali adoratori." (Giovanni 4:23)
I VERI ADORATORI
Il principio comune della maggior parte dei religiosi consiste compiere opere, cerimonie e sacrifici, che mirano a placare l'essere supremo e soddisfare la sua giustizia, ma anche i pagani usano tale pratica offrendo doni ai loro idoli per renderseli favorevoli. Il culto a Dio, che ci spetta di rendere a Lui è semplicemente, ma veramente, è la espressione sincera della nostra riconoscenza. Cogliere l'occasione, e non sono poche, di ringraziarLo, celebrarlo e adorarlo per la Sua grandezza. La Bibbia insiste su questa differenza fondamentale fra il vero culto e ciò che s'intende generalmente per religione. L'uomo vuol fare e portare qualcosa a Dio (le proprie opere), e pensa, che Dio ne tenga conto passando sopra le sue iniquità. Dobbiamo invece capire che è Dio che ha fatto il primo passo col farci grazia e che noi dobbiamo crederGli e renderGli grazie per ciò che Lui è e per ciò che ha fatto. Il nostro amore, che si esprime con la lode, non è altro che la giusta risposta al Suoi favori. Noi l'amiamo perché Egli ci ha amato per primo. Quest'amore, ovviamente, deve esprimersi nel nostro modo di vivere e agire (1° Corinti 4:19).
"Ed ecco gli portarono un paralitico disteso sopra un letto. Gesù, veduta la loro fede, disse al paralitico: 'Figliolo, coraggio, i tuoi peccati ti sono perdonati'." (Matteo 9:2)
ACCOSTARSI CON FIDUCIA
Con la parola fede si deve intendere, come in altri passi del Vangelo, non soltanto il credere in Cristo come Figliolo di Dio; questo è giusto ma, credere è l'aver fiducia incondizionata nella Sua autorità di rimettere i peccati: "Ti sono rimessi i peccati!". Così insegna Gesù in questo passo della Scrittura: avvicinarci a Lui per essere guariti dei nostri mali, dei quali principalmente si deve chiedere il perdono dei peccati e poi la guarigione. Da questo comprendiamo come i mali del corpo sono frequenti come effetto e pena del peccato. Gesù diede prima al paralitico il perdono e la grazia dell'anima e poi lo sanò anche della sua infermità. Per di più la questione non è di sapere soltanto se la fede cristiana è più o meno efficace, ma se è vera fede. Noi ci confidiamo in Gesù Cristo non soltanto perché allevia la nostra angoscia ma perché siamo persuasi che Gesù è la Via la Verità e la Vita.
"Simon Pietro gli rispose: 'Signore, da chi andremmo noi? Tu hai parole di vita eterna'." (Giovanni 6:68)
VIVERE PER CRISTO
La Bibbia dice che la nostra possibilità di vivere una vita cristiana dipende dal nostro rapporto con Cristo. Egli ci darà modo di comprendere quanto sia importante, e prezioso, seguire Lui in ogni circostanza. Questo è un impegno giornaliero, come poterlo realizzare? Il testo citato ci mostra come i discepoli avevano ben compreso che senza di Gesù non vi era possibilità di avere la speranza della vita eterna. Molte volte il parlare di Gesù sembrò duro per i discepoli e quindi difficile non soltanto per comprenderlo, ma anche per metterlo in pratica: "Gesù disse loro: ‘Questo vi scandalizza? È lo Spirito quel che vivifica!. Le mie parole sono Spirito e Vita'" (Giovanni 6:63). Gesù desidera fare nella tua vita una meravigliosa opera se gliene ne darai la possibilità arrendendoti a Lui e affidandoti nelle Sue mani. E se non hai ancora fatto il primo passo per accettarLo come Signore e Salvatore, puoi farlo oggi stesso.
"Perché così dice il Signore alla casa d'Israele: 'Cercatemi e vivrete'." (Amos 5:4)
VIVERE!
Leggendo la Parola di Dio ci rendiamo conto che spesso si parla di morte e di vita, di quella fisica, morale e spirituale. Nella Genesi leggiamo a riguardo di Adamo ed Eva, che se avessero mangiato il frutto dell'albero della conoscenza del bene e del male sarebbero morti. La Parola di Dio si interpreta da se stessa e non vi sono né contrasto né incoerenze. Dio nella Sua Parola afferma: "Cercatemi e vivrete!" Chi cerca Dio, lo trova, perché Dio è pronto a farsi trovare da chi lo cerca con tutto il cuore. Chi trova Dio vive perché in Lui c'è vita. Chi non lo cerca continua a vivere fisicamente, ma è morto spiritualmente! È morto spiritualmente perché non c'è in lui quella comunione che è vera vita interiore. Dio che è misericordioso con l'essere umano lo vuole salvare e farne una "nuova creatura" in Cristo Gesù. Nel Vangelo di Giovanni leggiamo: "Gesù disse: ‘Se uno non è nato di nuovo, non può entrare nel regno di Dio'".
"Il Signore dice: 'Perché tu sei prezioso agli occhi miei, perché sei pregiato ed io ti amo'." (Isaia 43:4)
LA VITA CHE VALE IN GESÙ
Che prezzo dareste alla vostra vita? Quanto vale per voi? Di tanto in tanto dei ricercatori calcolano il valore di mercato degli elementi che compongono un corpo umano. Basandosi sul costo corrente di sodio, calcio, ferro, acqua, ecc. Si calcola che il valore, per una persona media, non supera i cinque euro! Ma la vostra esistenza non può certo essere valutata in questi termini. La vostra vita e il modo in cui la vivete valgono molto di più dei componenti del vostro corpo. Dio ha attribuito un gran valore alla vostra vita, voi siete molto più preziosi del denaro. Siete cosi preziosi per Lui, che Gesù è morto per redimervi dal peccato. Oggi siete invitati ad accettare Gesù come Salvatore e poi chiamati a seguirLo: "Essi saranno, nel giorno che io preparo, saranno la mia proprietà particolare, dice il Signore degli eserciti; ed io li risparmierò, come uno risparmia il figliolo che lo serve (Malachia 3:17).
"C'è una via che all'uomo sembra diritta, ma essa conduce alla morte." (Proverbi 14:12)
UNA VIA CHE SEMBRA DIRITTA
Questo proverbio è stato scritto da Salomone, il quale fu famoso per la sua sapienza che ricevette come dono di Dio. Sembra che Salomone stesse dicendo che non importa quanto giusta e perfetta possa sembrare la via che stai seguendo, se non conduce alla vita è sicuramente sbagliata. Vivere a proprio modo può portare a dei successi che poi si verificano sempre parziali e mai totali. Una giusta via non è caratterizzata da successi durante il percorso ma dal risultato finale. Gesù disse: "Io sono la Via, la Verità e la Vita". Oggi l'unica via che porta alla vita è la verità di Gesù, il Figliolo di Dio. Non importa quello che stai seguendo o facendo in questo momento della tua vita, è il tempo giusto per abbandonare tutto e seguire Gesù, perché Lui è l'unica Via che porta alla vita eterna.
"Ma subito Gesù parlò loro e disse: 'Coraggio, sono io; non abbiate paura!'" (Matteo 14:27)
LA PRESENZA CHE RASSICURA
"Non temete!", è la voce dolce di Gesù (Dio) a chiunque si è accostato sinceramente a Lui e lo riconosce come proprio Signore. È esattamente il contrario di quello che ci offre la realtà: soltanto preoccupazione, ansietà, stress, timore e paura. Invece è molto semplice riconoscere la presenza di Dio, dove Egli è presente, anche nel mare in tempesta. La paura scompare. Il Signore ci viene in incontro e ci dice: "Non temere!". La presenza di Dio vuol dire sicurezza, pace e vittoria sul tutto ciò che potrebbe "sommergerci"! Noi possiamo avere in Gesù un amico che ci comprende e ci rassicura, non temiamo dunque le difficoltà, affidiamoci a Lui con quella certezza, ed Egli renderà le situazioni più tetre, risplendenti come la luce. La Sua venuta verso di noi è sempre gioiosa e risplendente ed il timore è bandito per sempre dalla vita di colui che si riposa e rifugia in Lui: "Nell'amore non c'è paura; anzi, l'amore perfetto caccia via la paura" (1° Giovanni 4:18).
Altro...
"E chi di voi può con la sua preoccupazione aggiungere un'ora sola alla durata della sua vita?" (Matteo 6:27)
SOLLECITUDINE
Le sollecitudini della vita portano l'uomo a preoccuparsi di tutto. Di solito ci imbattiamo in queste persone che si preoccupano di ogni cosa. La vita del cristiano dovrebbe essere differente. La fiducia del credente deve essere riposta in Dio e soltanto in Lui. Non possiamo preoccuparci del domani perché esso non ci appartiene. Tutto è nelle mani del Signore. Questo non vuol dire che non ci dobbiamo preoccupare e dobbiamo vivere una vita irresponsabile. Tutt'altro. Vivere con Cristo significa lasciare tutte le ansie e tutte le preoccupazioni sapendo che Dio per certo provvederà alle nostre necessità. L'importante è comportarsi in maniera retta e sapere che il Signore non ci può abbandonare perché Lui lo ha promesso nella Sua Parola. Dio ha detto che non ci lascerà e non ci abbandonerà (Matteo 28:20).
"È anche per questo motivo che soffro queste cose; ma non me ne vergogno, perché so in chi ho creduto." (2° Timoteo 1:12)
SOFFRIRE PER LA FEDE IN CRISTO
Seguendo gli scritti dell'apostolo Paolo ci meravigliamo come sia stato possibile essere cosi duramente provato per professare la sua fede in Cristo. Noi, diciamo spesso, meno male che in questo nostro tempo le cose sono cambiate noi ci rallegriamo che nel 21° secolo, questo non avviene più, di dover soffrire per motivi religiosi o di fede. Ma purtroppo non è così. Di tanto in tanto dalle notizie che ci giungono udiamo che in varie parti del mondo ci sono persecuzioni religiose, così dette delle minoranze. Qualcuno ha detto che l'odio religioso è il più forte e spesso scatena odio a livello mondiale, nazionali e individuali. Ma i credenti anche se sono in situazioni particolarmente dolorose e difficili esclamano le stesse parole dell'apostolo Paolo: "Io so in chi ho creduto" si perché abbiamo incontrato lo stesso Signore che ha sostenuto Paolo (cfr. Giovanni 16:33).
"O Dio, tu mantieni il patto e la misericordia verso i tuoi servi che camminano in Tua presenza con tutto il cuore." (1° Re 8:23)
ESSERE SERVI DI DIO
"Dio, dammi!". "Signore, aiutami!". "Dio, perché non intervieni?". "Dicono che tu sia un Dio misericordioso; perché non mi dai quello che ti chiedo?". Avete mai rivolto a Dio questo genere di preghiere? O avete sentito farle? E cosa succede? Di solito nulla: Dio non è al nostro servizio. Il versetto di oggi non parla della misericordia del Dio Creatore che si rivolge a tutte le creature. La Bibbia ci dice che Dio fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. In questo versetto si parla di qualcosa di molto più grande. Salomone prega ricordando al Signore e al popolo che c'è un patto fra di loro. Prima di chiedere a Dio di intervenire nella nostra vita in modo specifico, dobbiamo chiederci qual è il nostro rapporto con Lui. A quale titolo gli facciamo le nostre domande. Perché Dio dovrebbe darci più di quello che dà a ogni altro uomo? Ma quando siamo suoi servi e si è instaurato un rapporto di ubbidienza e sottomissione, di fiducia e di amore, allora possiamo davvero rivolgerci a Dio confidando nella Sua misericordia. Una misericordia duratura e non soggetta alle circostanze.
"Misericordia e pace e carità vi sian moltiplicate." (Giuda 1:2)
SERENITÀ DI CUORE
Quando un cristiano è preoccupato dipende certamente da qualcosa che lo separa da Dio. La mancanza della comunione con il Signore è qualcosa che lo rende triste. Può essere una tristezza inconscia, ma è pur sempre una tristezza che invade il cuore e gli fa dire: "Cosa c'è oggi che non va?" Quando manca la serenità e la pace nel cuore, quando manca Dio nella nostra vita tutto diventa inutile e tutte le comodità perdono di significato perché manca il bene maggiore. Il salmista Davide dice: "Che beni e benignità m'accompagneranno tutti i giorni della mia vita" (Salmo 23:6). Tutto ciò può avvenire se diamo a Dio il primo posto nella nostra vita: "Vi lascio pace; vi do la mia pace. Io non vi do come il mondo dà. Il vostro cuore non sia turbato e non si sgomenti" (Giovanni 14:27).