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la meditazione del giorno

MEDITAZIONE GIORNALIERA

tratta dal calendario "Parole di Vita". Buona meditazione.

"Se ti perdi d'animo nel giorno dell'avversità, la tua forza è poca." (Proverbi 24:10)

HAI POCA FORZA?

Non sai quanto è resistente una fune fino a quando non è tesa e tirata; non conosci la forza fisica di un uomo se non vedi quanto peso egli può sollevare. Non sai quanta forza spirituale hai finché non affronti un'avversità! Chissà quante volte, proprio attraverso le prove, abbiamo realizzato e compreso che la nostra forza era poca. Ci siamo a volte scoraggiati, persi d'animo, abbattuti; un chiaro segnale della nostra umana debolezza. Di fronte a tutto ciò non bisogna disperare perché il Signore ci ha promesso, che se lo vogliamo, possiamo essere forti; viene da chiederci: come? Innanzitutto sperando nel Signore, perché "quelli che sperano nel Signore acquistano nuove forze" (cfr. Isaia 40:31), forza che si rinnova, che ti eleva in alto, al di sopra dei problemi, forza che ti permette di camminare e correre senza stancarti e affaticarti. Se pur deboli, dobbiamo fortificarci nel Signore e prendere la completa armatura spirituale, descritta in Efesini 6, con la quale possiamo vincere tutte quelle debolezze umane ed essere riempiti della forza di Dio. Inoltre, la Sua gioia è la nostra forza (cfr. Neemia 8:10), la certezza di appartenergli, d'essere l'oggetto del Suo amore e delle Sue amorevoli cure. "Anima mia, avanti, con forza!" (cfr. Giudici 5:21).

 

"Guai a quelli che scendono in Egitto in cerca di soccorso ? non guardano al Santo d'Israele, e non cercano l'Eterno!" (Isaia 31:1)

SOCCORSI DAL SIGNORE

È bene, di fronte a questo testo della Scrittura, porre una domanda: dove cerchi soccorso quando vivi ed affronti momenti difficili? Quando ricorriamo ad espedienti umani, falliamo; dobbiamo invece imparare ad attendere con fiducia l'intervento e il soccorso del Signore. Chi appartiene a Cristo è consapevole che l'aiuto non viene da altro ma dal Signore (cfr. Salmo 121:1-2). Dio può e vuole aiutare, ed è per questo motivo che c'esorta ad andare a Lui e lo fa con un amorevole rimprovero: "Guai a quelli che cercano soccorso altrove". Egli lo proibisce, esorta a non farlo, per il nostro bene, per evitarci spiacevoli conseguenze che sopraggiungono quando voltiamo le spalle a Lui e facciamo di testa nostra. Il soccorso che viene da Dio non è paragonabile all'inutile aiuto che potrebbe darci l'uomo, confidare nelle risorse umane e appoggiarsi sulla forza che esse possono dare, non fanno altro che allontanare la nostra vita dal Signore, ecco perché Egli rivolge a tutti l'invito a guardare a Lui per fede. Egli è l'Iddio di coloro che sperano in Lui, di quelli che con tutto il cuore e piena fiducia vanno a Lui e trovano soccorso al momento opportuno. Potremo rispondere alla domanda iniziale con le parole del salmista Davide: "In lui s'è confidato il mio cuore e sono stato soccorso" (Salmo 28:7).

 

"Una cosa ho chiesto all'Eterno, e quella ricerco: ch'io dimori nella casa dell'Eterno tutti i giorni della mia vita, per mirare la bellezza dell'Eterno e meditare nel suo tempio." (Salmo 27:4)

UNA RICHIESTA SPECIFICA

Davide invoca, prega il Signore e lo fa esprimendo un unico obiettivo, un solo desiderio: essere ascoltato, ottenere compassione, ricevere la risposta che soltanto Dio può dare (cfr. Salmo 27:7). Il credente ha privilegio di poter andare a Dio e, per i meriti di Cristo Gesù, fare delle richieste, ma come il salmista, anch'egli, prima di esporre i propri bisogni, deve avere quest'obiettivo prioritario: "Abitare, dimorare alla presenza di Dio tutti i giorni della vita". Una volta realizzata la Sua presenza, quell'intima e profonda comunione con Lui, allora potrà mirare la bellezza del Signore, meditare nel suo tempio, sperimentare innanzitutto la calma e la pace che Dio sa dare, potrà anche trovarsi in prove e difficoltà di vario genere, ma dinanzi a tutto ciò essere senza paura e restare fiducioso in Dio (cfr. Salmo 27:3). Vivere alla presenza del Signore significa inoltre realizzare la Sua protezione; in Lui si trova rifugio, riparo, gran sicurezza, perché nel giorno dell'avversità ti nasconderà in luogo sicuro, ti eleverà in alto, lontano dai pericoli. Infine, con Lui realizziamo la forza che Dio soltanto fornisce, Lo fa per mezzo della Sua Parola e della fede in Lui. Chiediamo al Signore di concederci sempre di dimorare nella Sua casa, realizzeremo allora pace, protezione e forza.

 

"Ecco, quel che l'argilla è in mano al vasaio, voi lo siete in mano mia." (Geremia 18:6)

NELLE MANI DEL VASAIO

La vita di ogni persona è costellata da svariate esperienze: alcune positive, altre tristemente dolorose. Di fronte a tale varietà di eventi quante volte ci è capitato di interrogarci sul loro significato e scopo! Il versetto di oggi offre una risposta a questi interrogativi: siamo stati creati da Dio e la nostra vita gli appartiene. Noi siamo nelle mani del nostro Creatore come l'informe argilla nelle mani del vasaio. Quando noi riconosciamo a Dio tale autorità e gli concediamo la libertà di operare nella nostra vita, Egli inizia un lavoro attento e meticoloso. Spesso gli strumenti attraverso i quali opererà saranno gli eventi della vita, felici o tristi, sapientemente dosati dalla Sua mano. A volte ci sembrerà che la Sua mano si aggravi con troppa forza su di noi ma è proprio quando il vasaio affonda le sue mani nell'argilla che riesce a imprimerle dettagli e decorazioni accurate e preziose. Non sottrarti alla mano di Dio. Fidati di Lui. Ha dei progetti per te. Arrenditi a Lui ed Egli farà di te un vaso bellissimo, nobile, prezioso, adatto al servizio, utile per la Sua gloria.

 

"Enoc camminò con Dio: poi scomparve, perché Dio lo prese." (Genesi 5:24)

CAMMINARE CON DIO

Ognuno di noi è chiamato nella propria vita a compiere delle scelte, a intraprendere dei cammini, a percorrere delle vie. Alcune strade possono essere condivise, altre sono individuali, da percorrere in solitudine. C'è un percorso lungo e difficile che ognuno di noi deve intraprendere per il quale la Parola di Dio ci dà dei consigli: il cammino della vita. La Bibbia ci parla di un uomo, Enoc, che scelse di condividere questo cammino con un compagno speciale: "Dio". Di Enoc viene semplicemente detto che camminò con Dio e poi Dio lo prese. Considerare la sua vita e il modo glorioso nel quale essa si concluse è per noi un invito a imitarlo. Ma come possiamo oggi camminare con Dio? È molto semplice: credendo in Gesù, Colui che conosce ogni passo del cammino che dobbiamo percorrere e mettendo la vita nelle Sue mani. Confidiamo in Lui, l'amico fedele, camminiamo ogni giorno stretti a Lui e il nostro procedere sarà sicuro, il nostro incedere sarà lieve e soprattutto giungeremo alla mèta tanto agognata: Dio ci prenderà con Sé e giungeremo finalmente a "casa". Dio ci benedica.

 

"Poi Dio disse: 'Facciamo l'uomo a nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza'." (Genesi 1:26)

LE NOSTRE ORIGINI

È insito nell'uomo il bisogno di conoscere le proprie origini. Le cronache ci narrano di persone abbandonate nell'infanzia che dedicano la propria vita alla ricerca dei loro genitori nel tentativo di ritrovare le proprie origini e le proprie radici. Quando giunge il momento del tanto bramato incontro, con quali aspettative vi si presentano! Quale anelito di riconoscere nei loro genitori parte di sé stessi, di rispecchiarsi nel loro volto e nel loro cuore! Ognuno di noi, pur conoscendo le proprie origini terrene, si pone un interrogativo analogo: "Chi sono? Chi mi ha creato?" In chi posso riflettermi? La Parola di Dio ci offre l'unica risposta possibile: siamo stati creati da Dio a Sua somiglianza. Se anche tu ti poni questi interrogativi sappi che è Dio, il tuo Creatore che ha posto in te, come un'impronta, questo anelito verso di Lui. Ti ha creato con la necessità di cercarlo affinché tu possa conoscerLo, incontrarLo e rifletterti nel Suo volto. CercaLo nella Bibbia, la Parola di Dio, e scoprirai un Padre meraviglioso che ti ama e ti vuole accogliere tra le Sue braccia.

 

"Sara rise." (Genesi 18:12)

SPERARE CONTRO SPERANZA

"Sara rise"! Con queste semplici parole viene descritta la reazione di Sara, moglie di Abramo, davanti al rinnovarsi di un'antica promessa. Si ride per tanti motivi: per gioia, per imbarazzo, per sarcasmo. Sara non rise per nessuno di questi motivi: il suo era un riso di delusione e scoraggiamento. Tanti anni prima aveva ricevuto da Dio una promessa, quella di avere un figlio, ma il tempo era passato, la fede si era dissolta insieme alla sua giovinezza. Ormai era troppo tardi, era passato troppo tempo, quella promessa nella quale aveva tanto sperato sembrava disattesa per sempre. Proprio nella sua vecchiaia, in quel tempo incredibilmente improbabile, Dio rinnovò la promessa e la realizzò. Sara rise ma il suo scoraggiamento e la sua incredulità non frenarono la mano di Dio. La Parola di Dio anche a noi porge delle promesse e ci invita a confidare in Colui che vigila sulla Sua Parola per mandarla ad effetto. Non guardare alle circostanze apparentemente sfavorevoli, non guardare alla fragilità della tua fede, ma guarda soltanto alla fedeltà del Signore perché "se pur noi siamo infedeli, Egli rimane fedele perché non può rinnegare Sé stesso".

 

"Giacobbe? prese una delle pietre del luogo, e se la mise per capezzale e lì si coricò." (Genesi 28:10-11)

UNA PIETRA SULLA QUALE RIPOSARE

La Parola di Dio ci presenta un uomo, Giacobbe, che in un momento di desolazione e solitudine, trovò una pietra sulla quale poggiare il capo. La sua vita sembrava crollare sotto il pesante fardello dei suoi errori: aveva ingannato il padre, rattristandolo profondamente; si era attirato le ire del fratello, il quale minacciava di ucciderlo. Era un uomo in fuga dai suoi problemi, dalle sue sconfitte e da sé stesso. Nella sua mente si affollavano sensi di colpa, paure, amarezza. Dove trovare riposo? Trovò una pietra sulla quale appoggiò il capo insieme all'immenso groviglio di pensieri che si affollavano nella sua mente. Forse anche tu ti senti così e ti chiedi: "Dove troverò riposo?" La Parola di Dio offre anche a te una pietra sulla quale riposare: Cristo Gesù. Egli solo può dire "Venite a me voi tutti affaticati e stanchi e io vi darò riposo". Lui solo ha portato il peso dei tuoi fallimenti e affanni alla croce. Appoggia il tuo capo, col suo pesante fardello, su questa pietra, su Gesù. Credi in Lui, nella Sua opera di grazia e troverai riposo per la tua mente e per il tuo cuore.

 

"?Il Signore era con lui." (Genesi 39:3)

LA PRESENZA DI DIO

La Parola di Dio ci presenta uomini vissuti in svariate epoche la cui vita è per noi un esempio e un monito. Da Giuseppe, figlio di Giacobbe, riceviamo molti insegnamenti riguardo all'agire di Dio nella vita degli uomini. La Parola di Dio evidenzia le sue sofferenze quando, odiato dai fratelli, viene gettato in una cisterna per poi essere venduto come schiavo, quando accusato ingiustamente viene relegato in una prigione, ma queste tristi esperienze sono scandite da una semplice frase che dà senso a quanto stava vivendo: "Il Signore era con lui". Le difficoltà che noi affrontiamo sono certamente diverse da quelle di Giuseppe ma ci accomuna la sofferenza che ci arrecano e la sicurezza e consolazione che derivano dalla presenza del Signore nella nostra vita. Quanto sono preziose per il nostro cuore le parole di Gesù che ci dice: "Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine dell'età presente". Quale sicurezza deriva dal sapere che la nostra vita è nelle Sue mani dalle quali nessuno potrà mai rapirci. Il nostro cuore può riposare fiducioso su queste promesse perché fedele è Colui che ha fatto le promesse. Dio ti benedica.

 

"Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna." (Giovanni 3:16)

LA MISURA DELL'AMORE DI DIO

L'amore, come tutti i sentimenti è difficile da quantificare: non si può né pesarlo né misurarlo. Esiste però un metodo infallibile per valutarne l'intensità: consiste nel considerare quanto saremmo disposti a donare per l'oggetto del nostro amore. Se facessimo una rapida indagine scopriremmo che, per amore, molti sarebbero disposti a donare parte dei loro averi, qualcuno sarebbe disposto a donare perfino la propria vita ma nessuno sarebbe disposto a donare il proprio figlio. Quale meraviglia ci coglie nello scoprire che proprio questa è stata la misura dell'amore di Dio per noi: il dono del proprio Figlio. E ancora più sconvolgente è scoprire che questo dono senza misura e limiti non è stato offerto per persone giuste o meritevoli ma per dei miseri peccatori quali noi siamo. Ma perché tutto questo? Perché Dio è amore e tutto quello che compie è espressione della Sua essenza. Tutto questo ci coinvolge e ci sconvolge sospingendoci ad accostarci con gratitudine all'immenso oceano dell'amore di Dio.

 

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