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la meditazione del giorno

MEDITAZIONE GIORNALIERA

tratta dal calendario "Parole di Vita". Buona meditazione.

"Cristo è ogni cosa in tutti." (Colossesi 3:11)

QUALE POSTO DAI A GESÙ?

Cristo è tutto per noi se gli diamo la possibilità di esserlo. Desidero enfatizzare la parola "TUTTO". Per alcuni, Egli è "una radice che viene fuori da un terreno arido... senza forma né bellezza da farcelo desiderare" (Isaia 53:2). Quindi, non è nulla per loro, poiché essi non lo accettano e non lo desiderano. Alcuni, così detti cristiani, hanno un Salvatore molto "piccolo", poiché non sono disposti ad accoglierlo pienamente e non gli danno la possibilità di fare grandi cose per loro. Altri, invece, hanno un "grande" e potente Salvatore perché lo fanno essere potente e vivente nei loro cuori. Questi ultimi realizzano la gloria di Dio nella loro vita e vedono con chiarezza l'opera di Cristo compiuta per la loro salvezza e ne godono i benefici che essa porta. Egli è Colui che possiede ogni potenza nell'universo. La maestà divina gli appartiene. "Per mezzo di Lui, tutte le cose sono state create e per mezzo di Lui sussistono".

 

"E Dio lo chiamò di mezzo al pruno, e disse: 'Mosè! Mosè!' ed egli rispose: 'Eccomi!'" (Esodo 3:4)

PRONTEZZA

Prontezza per il Signore significa essere disponibili per le cose più umili e più piccole come per le grandi, senza fare differenza. Non sta a noi scegliere quello che vogliamo fare. Qualunque sia il programma di Dio, dobbiamo essere lì, pronti ad eseguirlo. Prontezza significa che, quando ci si presenta un dovere da compiere, sentiamo la voce di Dio in noi come Mosè sentì quella voce di Dio di mezzo al pruno e prontamente rispose; soltanto così possiamo essere pronti a compiere quel dovere con la sollecitudine che scaturisce dal nostro amore per Lui. Gesù Cristo, oggi, vuole agire con noi come il Padre Suo agiva con Lui, Egli può porci dove vuole, anche di fronte alle situazioni e doveri piacevoli o sgradevoli. La Scrittura afferma: "Non vi conformate a questo secolo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza qual sia la volontà di Dio, la buona, accettevole e perfetta volontà!" (Romani 12:2).

 

"Puoi tu scandagliare le profondità di Dio? Arrivare a conoscere appieno l'Onnipotente?" (Giobbe 11:7)

L'ESISTENZA DI DIO

Chi e che cosa è Dio? A cosa è simile? Come possiamo essere sicuri della Sua esistenza? Ha Egli avuto un principio? Possiamo conoscerlo? Ognuno ha posto queste domande sia ad altri sia a se stesso, poiché noi non possiamo guardare il mondo che ci circonda senza meravigliarci della sua creazione. Noi siamo messi ogni giorno di fronte al miracolo della vita ed al mistero della morte, alla gloria degli alberi in fiore, alla bellezza del cielo stellato, alla maestà dei monti e del mare. Chi ha fatto tutto questo? Chi ha concepito la legge della gravità? Chi regola il giorno e la notte e l'alternarsi delle stagioni? La sola risposta è che tutte queste cose sono l'opera di un creatore supremo. Come un orologio ha il suo costruttore, così il nostro Universo ha il creatore, che dopo aver creato tutte le cose, nonché il capolavoro e compimento della sua creazione: l'uomo. Dio desidera avere comunione con la Sua creatura. Cosi diceva Davide: È tanto rinomato per la sua saggezza, che esclama: "I cieli sono tuoi, tua pure la terra; tu hai fondato il mondo e tutto ciò che è in esso. Hai stabilito il settentrione e il mezzogiorno. Tu hai un braccio potente. La tua mano forte, alta la tua destra" (Salmo 89:11-13).

 

"Annichilì sé stesso, prendendo forma di servo e divenendo simile agli uomini." (Filippesi 2:7)

PRESE FORMA DI SERVO

Diceva qualcuno: "L'umiltà di Dio è qualcosa di sbalorditivo". Lo vediamo in questa manifestazione di Dio nella Persona del Suo Figliolo Gesù Cristo. Egli si è fatto uomo, sottoponendosi così a tutte le limitazioni della condizione umana. L'apostolo Paolo dirà che Gesù ha "preso la forma di un servo". Avrebbe potuto prendere la forma di un potente, di un sapiente, invece no, "si è fatto servo di tutti", ha lavato i piedi ai Suoi discepoli e dice loro: "Fate voi la stessa cosa". Gesù non è venuto per essere servito, ma per salvare, curare, sollevare chi è caduto, amare chi è odiato e disprezzato. Non è venuto per ricevere, per avere, ma per dare e dare la Sua stessa vita per la redenzione del mondo. Qualcuno ha parlato del folle amore di Dio. Un noto proverbio dice: "L'amore è cieco!" Ebbene, dopo quello che Dio ha fatto per noi, come reagiremo noi? Come rispondiamo noi all'amore di Dio per noi?

 

"Dio, con la Sua potenza, ha fatto la terra." (Geremia 51:15)

LA POTENZA CREATRICE

Queste parole sono state scritte dal profeta Geremia tantissimo tempo fa, in un periodo in cui non erano ancora state nemmeno lontanamente concepite le varie ipotesi scientifiche sull'origine della Terra. Il suo compito era quello di opporsi ai fabbricanti di idoli fatti di sola materia e privi di qualsiasi potere. Allora come oggi gli uomini erano disposti a credere a qualunque cosa e a farsi ingannare da chiunque inventasse nuovi ragionamenti, pur di non riconoscere semplicemente e umilmente la presenza del Creatore. È pur vero che tutti gli uomini si sono una volta o l'altra nella loro vita commossi ed entusiasmati davanti alla bellezza e alla perfezione del creato, ma non tutti sono poi disposti ad abbandonare i propri pensieri ed a essere coerenti, credendo nel Creatore. Il Signore è contento quando noi contempliamo la bellezza immutabile del Suo creato, ma desidera anche che questa meraviglia ci trasporti più in alto per elevarci fino a Lui che è il Creatore.

 

"Sbarazzandovi di ogni cattiveria, di ogni frode, dell'ipocrisia, delle invidie e di ogni maldicenza." (1° Pietro 2:1)

PORTAVOCE DI MALDICENZA

Il peccato della maldicenza, contrariamente a quanto si pensi, è invece un peccato "grave". Il peccato della maldicenza, ossia del riferire ad altri le cose che dovrebbero rimanere riservate con lo scopo di mettere in cattiva luce gli altri. Essere maldicenti non significa dire menzogne sul conto di un altro; quella è calunnia. Siamo maldicenti quando, venendo a conoscenza dei fatti personali altrui (probabilmente veri), li riferiamo, anche se sappiamo che sarebbe meglio non farli sapere ad altri. C'è uno strano piacere, in alcuni, nell'estrarre informazioni segrete agli altri per poi divulgarle. Alcune persone quando si tratta di spettegolare sono come calamite. Può darsi che anche tu hai un amico che si comporta così. È molto difficile impedire agli altri di scaricarci addosso queste immondizie ed è ancora più difficile dimenticarle. Ma la Bibbia ci ammonisce di liberarci di questo peccato. Abbandonalo! Non l'accettare e non lo giustificare.

 

"Gesù disse: vieni! E Pietro, smontò dalla barca, camminò sulle acque e andò verso Gesù." (Matteo 14:29)

PIETRO È CHIAMATO

Questo racconto ci suggerisce una bella e reale figura della nostra vita quando siamo chiamati da Gesù a seguirlo. D'altra parte siamo chiamati, come Pietro, a camminare attraverso la tempesta insieme a Gesù. Sono le onde e il vento ad occupare la nostra vista? Oppure abbiamo un occhio semplice che è fissato sulla Persona del Signor Gesù? L'apostolo Pietro è pieno di buoni propositi: più ancora dei suoi compagni, ha il desiderio di essere col Signore. Gli altri discepoli attendono che Gesù salga vicino a loro nella barca. La loro coscienza non è molto esercitata. È così che capita sovente. Se abbiamo il pensiero che il Signore stia per venire, sentiamo una gran gioia, a condizione di essere realmente di cuore con Lui, le nostre coscienze non sono ancora molto esercitate. È quando si tratta di andargli incontro che comincia l'esercizio di coscienza. È, quando Pietro cammina sul mare che impara a conoscere di fatto quel che c'è nel suo cuore. Impara che essere chiamato da Signore non è tutto, ma che per fare questo cammino occorre la "fede!".

 

"Dimorate in me , ed io dimorerò in voi. Come il tralcio non può da se dar frutto se non rimane nella vite, cosi neppure voi, se non dimorate in me." (Giovanni 15:4, 5)

PORTERETE MOLTO FRUTTO

Per portare frutto noi abbiamo bisogno di adoperarci, senza sosta, in quelle attività che ci siamo proposti. Per produrre risultati spirituali, per la causa di Cristo, dobbiamo semplicemente dimorare in Gesù, come il tralcio dimora e assorbe la linfa dalla vite attraverso la "radice". Allora scaturiranno i frutti dello Spirito che sono: "Amore, allegrezza, pace, benignità, bontà, fedeltà, dolcezza e temperanza (Galati 5:22, 23). Possiamo portare frutto alla gloria di Dio: aprendo la nostra bocca e confessare il Suo nome (Ebrei 13:15). Più siamo stretti a Gesù più noi produrremo quel genere di frutti fino all'ultimo. Abbandona te stesso nelle mani di Cristo e non ti attiri il mondo affinché porti, nella tua vita, abbondante raccolto.

 

"Eppure non volete venire a me per avere la vita!" (Giovanni 5:40)

PERCHÈ GLI UOMINI SI PERDONO?

La vita eterna rappresenta il libero dono di Dio per gli uomini. Gesù è morto ed è risorto per liberare l'umanità dal peccato, ed ora Egli ti offre gratuitamente la salvezza. Un giorno un barbiere, che era ateo, conversava con un evangelista mentre attraversavano le vie sporche di una grande città. L'incredulo disse: "Se ci fosse un Dio d'amore, come potrebbe permettere tutta questa povertà, la sporcizia, il dolore e il crimine tra questa gente? Perché non li libera da tutto ciò? "Proprio in quel momento passò davanti a loro un vagabondo trasandato, sporco, con la barba lunga. I lunghi capelli gli pendevano dritti sul collo. L'evangelista glielo indicò e disse: "Tu sei un barbiere e ti vanti d'essere buono; perché lasci quest'uomo andare in giro spettinato e non rasato?", "ma, ma", balbettò il barbiere che capì di ricevere la risposta alla sua domanda. "Egli non mi ha dato mai l'occasione di metterlo in ordine". "Proprio così" disse il servitore di Dio, "sono, dunque, gli uomini che respingono l'aiuto di Dio".

 

"Poi aggiunse: "Io sono il Dio di tuo padre, il Dio d'Abraamo, il Dio d'Isacco e il Dio di Giacobbe", e Mosè si nascose la faccia, perché aveva paura di guardare Dio." (Esodo 3:6)

PAURA DI DIO

Mosè ebbe paura, ecco perché si nascose la faccia nella presenza di Dio. Si, quando abbiamo paura di Dio ci nascondiamo, non riusciamo né a pensare né sostenere il Suo sguardo, anzi, vorremmo cancellare totalmente il pensiero di Dio dalla nostra mente. Questo avvenne anche per Adamo nel giardino dell'Eden, dopo la sua disubbidienza: "Ho udito la tua voce nel giardino, e ho avuto paura e mi sono nascosto" (Genesi 3:10). I due testi citati anche se di diversa natura si accordano sulla parola "paura". Il primo descrive l'apparizione di Dio a Mosè che pur non avendo peccato ebbe timore della presenza di Dio; il secondo la paura è a causa del peccato di disubbidienza. In un modo e nell'altro, la presenza di Dio è sempre spaventevole. Gesù, però, ci fa conoscere Dio come un "Padre d'amore", al quale possiamo accedere tramite il sacrificio espiatorio e l'intercessione di Cristo.

 

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