"Chi vince erediterà queste cose, io gli sarò Dio ed egli mi sarà figlio." (Apocalisse 21:7)
EROI NON SI NASCE MA SI DIVENTA
Per essere un vincitore ci dev'essere necessariamente qualcosa da vincere. Nella Bibbia abbiamo un elenco di eroi della fede che hanno dovuto superare grandi ostacoli ed hanno ricevuto il premio riservato ai vincitori. Una cosa è l'essere cristiano ed un'altra cosa essere vincitore. Vincere significa non soltanto vittoria ma anche combattimento. Marinai coraggiosi si diventa soltanto nelle tempeste. Grandi eroi si diventa nei conflitti e non nel riposo. Gli eroi e le eroine della storia non li troviamo in tempo di pace. Difatti la vera pace si può apprezzare soltanto dopo aver attraversato delle difficoltà. In Gesù anche noi possiamo essere vincitori! Le giornate di pioggia sono indispensabili come le giornate di sole e le tempeste sono permesse da Dio con lo scopo di rinforzare, non di minacciare; per provare, non per distruggere, per metterci in grado d'avere fiducia in Lui e non per mettere in dubbio la Sua saggezza. Caro amico, la tua fede non diventerà più forte se non per l'opera del Signore.
"Chi dubita rassomiglia a un'onda del mare, agitata dal vento e spinta qua e là. Un tale uomo non pensi di ricevere qualcosa dal Signore." (Giacomo 1:6, 7)
IL DUBBIO DISONORA DIO
Se uno dice di conoscere una persona da trent'anni e di quella persona dubita ancora, ciò è perché quel tale non è molto attendibile. Quando, invece, conosciamo Dio da dieci, venti o trent'anni, dubitare ancora di Lui, significherebbe offendere la Sua Persona e la Sua Parola. Potevano Paolo, i primi cristiani ed i martiri della prima era apostolica affrontare tante persecuzioni, dolori e maltrattamenti se il loro cuore fosse stato pieno di dubbi? Certamente no! E se non avessero avuto la certezza di dove sarebbero andati mentre accettavano di essere uccisi per amore del Signore? Essi avevano nel loro cuore una salda certezza delle promesse di Dio. Non dubitiamo più ma crediamo e ascoltiamo ciò che Gesù stesso ci dice: "Colui che viene a me, io non lo caccerò fuori" (Giovanni 6:37). Ed ancora "Se qualcuno ha sete, venga a me e beva dell'acqua della Vita" (Giovanni 7:37).
"Nel tornare a me e nello stare sereni sarà la vostra salvezza." (Isaia 30:15)
LA QUIETE DOPO LA TEMPESTA
Quante volte uscendo da casa per passare una giornata altrove, rientrando abbiamo sospirato quel famoso proverbio "casa, dolce casa", specialmente se il tempo trascorso è stato teso per non dire opprimente! Dopo tanto stress poi, non credo che si avrebbe subito voglia di uscire per imbattersi nel vortice del caos. Nella vita di questo mondo l'uomo ha perso la strada di casa. Quella dimora dove lì soltanto può trovare pace e sicurezza. Ma Gesù è la Via che conduce a quella casa che altro non è che la presenza di Dio. Nessuno può andare al Padre se non per mezzo di Gesù che è morto per i nostri peccati, affinché potessimo accettare l'invito di tornare a colui il quale è l'unico in grado di dare riposo e salvezza alle nostre anime. Fai di Gesù il tuo sospiro di sollievo! La vita oggi non offre che ansie per il tempo che scorre inesorabile e paura di un domani sempre peggiore, ma il tuo Creatore ti chiama ad una comunione intima con Lui.
"Il nostro aiuto è nel nome del Signore, che ha fatto il cielo e la terra." (Salmo 124:8)
IL NOSTRO AIUTO
Guardando indietro nella nostra vita dobbiamo riconoscere che molte volte ci siamo trovati in delle situazioni difficili e forse non riuscivamo ad individuare una via d'uscita, ma grazie all'intervento di Dio le abbiamo superate. Senza di Lui ci sarebbe stato soltanto sconforto e sconfitta! Invece, grazie al Suo intervento abbiamo potuto sperimentare protezione, liberazione e salvezza. Egli è stato ed è tuttora vicino a noi, vale a dire è vicino a chiunque Lo ricerca. La nostra vita è una testimonianza vivente delle liberazioni e degli interventi miracolosi di Dio. Il nostro testo ci afferma una verità importante: quante volte infatti siamo rimasti prigionieri dei nostri errori e delle nostre disubbidienze perché cercavamo di trovare noi delle soluzioni o con sforzi a riparare i nostri sbagli? Quando invece abbiamo accettato l'aiuto di Dio Egli ci ha liberati dalla prigionia, cancellando i nostri errori e le nostre disubbidienze. Come il salmista dobbiamo umilmente riconoscere che il nostro aiuto è soltanto nel Nome del Signore.
"Manteniamo ferma la confessione della nostra speranza, senza vacillare; perché fedele è colui che ha fatto le promesse." (Ebrei 10:23)
DIO È FEDELE
Dopo un richiamo di quanto è stato detto antecedentemente, in questa epistola agli Ebrei, lo scrittore incoraggia i credenti alla manifestazione della fede, della speranza e della carità cristiana. Segue una descrizione del pericolo che incombe su coloro che si dimostrano insensibili all'importanza del sacrificio di Cristo. Lo zelo iniziale dei fedeli, ammonisce lo scrittore, nella terza parte, non dovrebbe subire nessun raffreddamento di fronte alla persecuzione, ma ci sia sempre costanza e fede. Dio non cambia mai e non viene mai meno alle promesse fatte; Egli è l'amico fedele che non abbandonerà chi sperimenta il Suo amore e il sacrificio di Cristo. Chi è fedele è come uno scrigno che racchiude in sé tesori preziosi e gemme pregiate, perché tale è colui che mostra costanza nella pazienza, "nell'affetto e nell'amore". Dio è l'amico fedele che non abbandonerà chi realizza e apprezza il Suo amore.
"Noi abbiamo conosciuto l'amore che Dio ha per noi, e vi abbiamo creduto. Dio è amore; e chi rimane nell'amore rimane in Dio e Dio rimane in lui." (1° Giovanni 4:16)
DIO È AMORE
Oggi l'amore per il prossimo, sotto l'aspetto d'aiuti umanitari e solidarietà è spesso al centro di dibattiti, ma nella pratica è raramente messo in pratica. Dai politicanti, commercianti, datori di lavoro e finanche in famiglia, tutti al momento opportuno ignorano o nascondono un interesse egoistico, oppure usano le loro parole per far risaltare le proprie qualità, ma per secondi fini. È sottinteso che stiamo parlando dell'amore, come lo definisce la Bibbia (la carità), difatti molte versioni della Bibbia, il vocabolo "amore" è tradotto "carità", non stiamo parlando dell'elemosina ma bensì dell'amore vero, quell'essenza di Dio che trasmette agli uomini quando si arrendono a Lui perché Egli è Amore! Non è neanche quello sentimentale, anche se è gradevole sentire e sapere che due esseri si amano incondizionatamente. Il mondo è pieno di canzoni, cartoline, riviste e romanzi che parlano d'amore; siamo letteralmente sommersi da messaggi che prospettano relazioni e sentimenti romantici idilliaci. Il vero "amore", quello di Dio è molto raro perché pochi hanno realizzato i benefici del sacrificio di Cristo per la propria vita.
"Conoscerete la verità, e la verità vi farà liberi." (Giovanni 8:32)
CONOSCERE CRISTO
Vi sono tre modi in cui si può conoscere una persona. Voi conoscete alcuni, solo per sentito dire, conoscete altri per essere stati loro presenti in qualche circostanza, e quindi si tratta di una conoscenza molto superficiale; ma altri, voi li conoscete per aver con essi avuto contatti per anni e quindi potete dire di conoscerli intimamente. Così ci sono tre classi di persone che dicono di conoscere Cristo: vi sono coloro che conoscono Cristo soltanto per aver letto qualche cosa o per averne sentito parlare, e si tratta quindi di persone che hanno un Cristo storico; vi sono poi coloro che hanno una personale, ma debole conoscenza di Lui; ed infine vi sono coloro che sono assetati, come dice l'apostolo Paolo di volerlo conoscere in tutta la potenza della Sua resurrezione. Più conosciamo Cristo e più noi l'amiamo; più lo amiamo e più gli ubbidiamo. Guardiamolo mentre pende dalla croce: fu lì che Egli ci liberò dai nostri peccati e risuscitando ci ha giustificati ed ora siede alla destra di Dio ed intercede per noi ( Romani 8:34).
"Pietro, voltatosi, vide venirgli dietro il discepolo che Gesù amava." (Giovanni 21:20)
COLUI CHE CONOSCENDOTI, T'AMA
In genere se ci sentiamo amati siamo anche motivati ad amare gli altri. La nostra capacità d'amare è strettamente legata alla nostra esperienza; di solito amiamo gli altri in rapporto a come siamo stati amati dagli altri. Giovanni, il discepolo di Gesù, definì se stesso "il discepolo che Gesù amava". Sebbene l'amore di Gesù sia chiaramente documentato in tutti i Vangeli, in quello di Giovanni n'è certamente il tema centrale. Poiché la sua esperienza dell'amore di Gesù era forte e personale, egli era particolarmente sensibile a quelle parole ed azioni di Gesù che mostravano come Colui che è "amore" amava gli altri. Gesù conosceva Giovanni a fondo e lo amava intensamente. Gesù si presenta a ciascuno di noi così come si presentò a Giovanni. Non possiamo conoscere la profondità del Suo amore se prima non siamo disposti a confrontarci col fatto che Egli ci conosce a fondo. Giovanni e tutti gli altri discepoli vogliono far capire che Dio ci accetta così come siamo. Hai tu riconosciuto e accettato tale amore?
"Che cos'è infatti la vostra vita? Siete un vapore che appare per un istante e poi svanisce." (Giacomo 4:14)
CHI AMA LA VITA
Questa vita c'è stata data affinché noi possiamo avere comunione con Dio, conoscerLo e poi vivere con Lui per l'eternità. La nostra vita è un dono di Dio! L'apostolo Giacomo nella sua epistola, trattando questo soggetto, domanda: "Che cosa è la nostra vita?". Quella fisica è un vapore che dura soltanto per un tempo. Ma quella spirituale dura per L'eternità, che non finirà mai. La vita è qualcosa di sacro, perché viene da Dio e un giorno dovremo rendere conto a Lui di quello che abbiamo fatto della nostra vita. L'apostolo Pietro afferma che "chi vuole amare la vita e vedere giorni felici, trattenga la sua lingua dal male e le sue labbra dal dire il falso; fugga il male e faccia il bene; cerchi la pace e la persegua" (1° Pietro 3:10, 11). Coloro che fanno tali cose, amano la "vita" e un giorno la goderanno col Signore per l'eternità.
"Vi lascio pace; vi do la mia pace. Io non vi do come il mondo dà." (Giovanni 14:27)
CHE TIPO DI PACE TRASMETTE GESÙ?
La pace di Dio è una tranquilla consapevolezza che Egli è con noi in ogni circostanza, è la sensazione del Suo conforto in mezzo ai problemi della vita. Immagina una vita dove non hai bisogno di preoccuparti di nulla! Sembra impossibile, tutti abbiamo preoccupazioni al lavoro, a casa e nella società. Ma il consiglio dell'apostolo Paolo è di trasformare le preoccupazioni in preghiere. Ti vuoi preoccupare di meno? Allora prega di più! Ogni volta che cominci a preoccuparti, fermati e prega. La pace di Dio è diversa da quella del mondo. Non si trova nell'ottimismo psicologico, bensì procede dalla certezza che Dio ci ama individualmente, risponde alle nostre preghiere, ci protegge e domina su ogni situazione. La pace che Dio dà, supera ogni intelligenza umana, è un dono in Cristo Gesù a tutti coloro che si accostano a Lui con la fede certa di ricevere la ricompensa. Gesù, il Principe della pace, ha anche detto: "Venite a me voi che siete stanchi e affaticati, ed io vi darò riposo" (Matteo 11:28).
Altro...
"Farò camminare i ciechi per una via che ignorano, li guiderò per sentieri che non conoscono;
cambierò davanti a loro le tenebre in luce, renderò pianeggianti i luoghi impervi." (Isaia 42:16)
CAMMINARE CON DIO È una realtà ancora oggi: le nazioni, le famiglie e gli individui vanno avanti nella vita come a tastoni, brancolando nel presente e ignorando il futuro. Soltanto la Parola di Dio illumina l'oscurità e rischiara l'orizzonte nelle sue grandi linee. La prima cosa che la Parola di Dio chiede agli uomini è di ritenere per vere le promesse di Dio per il futuro: "Li menerò per sentieri che non conoscono". Facciamo un esempio: se si vuole andare in un luogo dove non siamo mai andati, occorre, prima, assicurarsi qual'è il treno che ci condurrà alla destinazione desiderata. Poi si sale su quel treno mettendo la propria fiducia sul conducente, senza preoccuparci di conoscere, nei minimi particolari la via, essa si conoscerà man mano che si percorrerà. Gesù afferma: "Io sono la Via!" (Giovanni 14:6). Gesù è la via che conduce a Dio. A loro il Padre Celeste assicura che li condurrà per sentieri che non conoscono. Questi sentieri di Dio sono i più sicuri e i più tranquilli che uomo abbia conosciuti.
"Ecco, io sto alla porta e busso: se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con me." (Apocalisse 3:20)
IL SIGNORE È ALLA PORTA
Per chi non conosce ancora il Salvatore questo messaggio di Cristo alla Sua Chiesa rappresenta uno stimolo anche per quelli che non hanno ancora accettato Gesù nella propria vita quale personale Salvatore. Ma esso è indirizzato soprattutto ai credenti. Dio nel Suo amore mette ciascuno in guardia contro la propria autosufficienza e la propria giustizia, che addormentano la coscienza e chiudono il cuore agli avvertimenti della Sua Parola. Gesù dice: "Tutti quelli che io amo li riprendo e li castigo; abbi dunque zelo e ravvediti". Lasciamoci riprendere e convincere di tiepidezza di cecità, di povertà e questo permetterà al Signore di arricchirci della Sua grazia. Apriamo la porta del nostro cuore al Figliolo di Dio, Egli desidera "cenare" con noi per farci partecipi d'una allegrezza perenne; ci rivelerà i Suoi pensieri, ci comunicherà le Sue ricchezze, trasformerà la nostra vita come ce l'ha promesso. Abbiamo dunque zelo e ravvediamoci! (Apocalisse 3:19).
"Ma l'ora viene, anzi è già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; poiché il Padre cerca tali adoratori." (Giovanni 4:23)
I VERI ADORATORI
Il principio comune della maggior parte dei religiosi consiste compiere opere, cerimonie e sacrifici, che mirano a placare l'essere supremo e soddisfare la sua giustizia, ma anche i pagani usano tale pratica offrendo doni ai loro idoli per renderseli favorevoli. Il culto a Dio, che ci spetta di rendere a Lui è semplicemente, ma veramente, è la espressione sincera della nostra riconoscenza. Cogliere l'occasione, e non sono poche, di ringraziarLo, celebrarlo e adorarlo per la Sua grandezza. La Bibbia insiste su questa differenza fondamentale fra il vero culto e ciò che s'intende generalmente per religione. L'uomo vuol fare e portare qualcosa a Dio (le proprie opere), e pensa, che Dio ne tenga conto passando sopra le sue iniquità. Dobbiamo invece capire che è Dio che ha fatto il primo passo col farci grazia e che noi dobbiamo crederGli e renderGli grazie per ciò che Lui è e per ciò che ha fatto. Il nostro amore, che si esprime con la lode, non è altro che la giusta risposta al Suoi favori. Noi l'amiamo perché Egli ci ha amato per primo. Quest'amore, ovviamente, deve esprimersi nel nostro modo di vivere e agire (1° Corinti 4:19).
"Ed ecco gli portarono un paralitico disteso sopra un letto. Gesù, veduta la loro fede, disse al paralitico: 'Figliolo, coraggio, i tuoi peccati ti sono perdonati'." (Matteo 9:2)
ACCOSTARSI CON FIDUCIA
Con la parola fede si deve intendere, come in altri passi del Vangelo, non soltanto il credere in Cristo come Figliolo di Dio; questo è giusto ma, credere è l'aver fiducia incondizionata nella Sua autorità di rimettere i peccati: "Ti sono rimessi i peccati!". Così insegna Gesù in questo passo della Scrittura: avvicinarci a Lui per essere guariti dei nostri mali, dei quali principalmente si deve chiedere il perdono dei peccati e poi la guarigione. Da questo comprendiamo come i mali del corpo sono frequenti come effetto e pena del peccato. Gesù diede prima al paralitico il perdono e la grazia dell'anima e poi lo sanò anche della sua infermità. Per di più la questione non è di sapere soltanto se la fede cristiana è più o meno efficace, ma se è vera fede. Noi ci confidiamo in Gesù Cristo non soltanto perché allevia la nostra angoscia ma perché siamo persuasi che Gesù è la Via la Verità e la Vita.