"Non ti stimare saggio da te stesso; temi il Signore e allontanati dal male." (Proverbi 3:7)
SAGGEZZA
Il libro dei proverbi è una raccolta meravigliosa di detti che danno saggezza alla nostra mente e al nostro cuore. Ci sono delle cose che ci sembrano scontate nella nostra vita, ma in effetti non lo sono. Nulla accade per caso. Noi ci crediamo saggi e a volte lo siamo anche, ma non dobbiamo dimenticare che la nostra saggezza proviene solo ed esclusivamente da Dio. Il momento in cui crediamo di essere saggi è proprio quella l'occasione in cui sbagliamo le nostre scelte e le nostre decisioni. La saggezza è un bene prezioso ma il vero saggio è colui che non confida nelle sue misere forze, ma si appoggia a chi ha più esperienza di lui, seguendone i consigli e gli ammaestramenti. La Parola di Dio ci dice quale è la vera saggezza: consiste nell'avere un riverente timore del Signore. Il timore di Dio è sintomo di vera saggezza che ogni credente dovrebbe avere. La conseguenza di questo timore è che colui che lo prova si allontana dal male e fa il bene, quel bene che Dio ha preparato per ciascun figliuolo che vuole fare la Sua santa volontà. Reputiamo savio chi è degno di essere reputato tale e diamo a Dio la gloria che gli è dovuta.
"A tutti quelli che l'hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventare figliuoli di Dio, a quelli, cioè, che credono nel suo nome." (Giacomo 1:12)
NUOVA NASCITA
La Bibbia ci insegna che per essere figli di Dio è necessaria una nuova nascita. Il nostro nome allora potrà figurare nel "libro della vita". "A tutti quelli che l'hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventare figliuoli di Dio". E' un diritto, unicamente fondato sull'opera di Cristo e non sui nostri meriti. Non siamo cristiani perché siamo migliori o più religiosi di altri, ma perché esiste una relazione tra Gesù Cristo e noi. Il Cristianesimo non è, come spesso si crede, un insieme di cerimonie, di dogmi, di regole; è la conoscenza di Gesù Cristo, un legame tra lui che dà la vita e noi che la riceviamo. Questo legame, questa relazione, sono stabiliti una volta per sempre, alla nostra conversione, quando, riconoscendo che siamo peccatori, accettiamo per fede la salvezza gratuita che Cristo ci offre, il pieno valore della sua morte sulla croce per cancellare le nostre colpe. Essere cristiano è poter dire come l'apostolo Paolo: "Il Figliuolo di Dio mi ha amato e ha dato se stesso per me" (Galati 2:20).
"Figliuolo coraggio i tuoi peccati ti sono perdonati." (Matteo 9:2)
PERDONA I NOSTRI PECCATI
Gesù è venuto sulla terra per salvare l'uomo dai suoi peccati e liberarlo dal giudizio eterno. I suoi miracoli e la Sua misericordia dimostrano chiaramente che Egli è il Messia, il Cristo. Colui che è stato descritto dal Profeta Isaia in un modo glorioso: «Ecco il mio servo, Egli non frantumerà la canna rotta e non spegnerà il lucignolo fumante», Cristo Gesù fù mandato dal Padre per perdonare e liberare i peccatori che si riconoscono tali e dalla conseguenza del peccato che distrugge la vita e la rende priva di senso, facendoci vedere la vera Luce: Gesù. Come nell'episodio narrato, il paralitico venne portato da Gesù per essere guarito, ma Cristo prima di ogni cosa lo liberò dal peso del peccato, rendendolo Figliuolo di Dio: "Figliuolo coraggio i tuoi peccati ti sono perdonati". Spesso si cerca Dio per risolvere i problemi di questa vita, ma Egli nel suo amore ci mostra prima il "problema" che ogni uomo ha con Lui: dobbiamo accettare la Sua riconciliazione per mezzo del Suo perdono e del suo amore. Che aspetti….coraggio! In Cristo i tuoi peccati ti sono perdonati!
"Dentro di me palpita violentemente il mio cuore e una paura mortale mi è piombata addosso." (Salmo 55:4)
PAURA
Qualche mattina ci svegliamo e abbiamo paura. Ci sentiamo soli e indifesi, vorremmo non uscire da casa, restare tra le mura domestiche perché non vogliamo affrontare il mondo, ci sentiamo afflitti e scoraggiati. Abbiamo paura di tutto anche se all'apparenza non ci manca niente. Ma forse è solo apparenza, è solo qualcosa che non riusciamo a capire. Ci manca la serenità, la tranquillità, la pace. Ci sentiamo sconfitti perché il peccato che è dentro di noi ci rimprovera. Sembrerebbe quasi qualcosa di negativo e invece non lo è. Proprio nel momento in cui ci sentiamo senza forze, se rivolgiamo la nostra preghiera a Dio, Egli diventerà la nostra forza e il nostro aiuto. Se ci sentiamo soli, solo Dio può consolarci, solo Dio può essere il nostro aiuto e la nostra vittoria sulle battaglie che affrontiamo ogni giorno. Spesso ci nascondiamo per la nostra debolezza, dando la colpa agli altri delle nostre azioni, ma inganniamo noi stessi. Noi siamo responsabili di quello che facciamo nel bene e nel male. La paura che ci assale dovrebbe portarci a riflettere. Rimettiamo i nostri pesi in Dio ed Egli ci libererà da ogni affanno.
"Tutte le estremità della terra vedranno la salvezza del nostro Dio. Partite, partite, uscite di là!" (Isaia 52:10-11)
FACOLTÀ DI RIFLETTERE
In mezzo ad un mondo sconvolto, che riversa ogni giorno su di noi le immagini di guerra, di ingiustizia e di sofferenza, si finisce coll'abituarsi ad esse e si perde così la facoltà di riflettere. Il mondo è come un gregge guidato da un cattivo pastore, ma la Parola di Dio interpella tutti gli uomini che hanno gli occhi chiusi e dice loro: "Uscite da questa compagine". Dietro un tale invito pressante, riconosciamo l'amore di Dio verso tutti gli uomini. Egli ci dice: "Voi, uscite dalle file. Uscite dal chiasso, solo così potrete riflettere". Non si tratta di ritirarsi dal mondo, ma di cambiare orizzonte e di portare sul mondo, separato da Dio a causa del peccato, lo stesso sguardo che Dio vi porta. Il modo corretto di procedere da parte dell'uomo si trova effettivamente su questa via di "uscita". Una via forse non facile, ma che in seguito sbocca sulla porta "d'entrata" verso Dio. Questa via passa inevitabilmente per la croce del Calvario, dove colui che ha detto: "Io sono la via" ci aspetta, c'invita e ci ama. E' questo il punto di partenza della vera vita su un fondamento sicuro, con un avvenire celeste, provato dalla risurrezione di Gesù, il Figliuolo di Dio.
"Allora Gesù disse loro: Questa notte voi tutti avrete in me un'occasione di caduta; perché è scritto: io percoterò il pastore e le pecore della greggia saranno disperse." (Matteo 26:31)
OCCASIONE DI CADUTA
Erano gli ultimi momenti che Gesù stava con i suoi. Li aveva chiamati, istruiti, a volte rimproverati, ma sempre amati. Ora stava per lasciarli; il vuoto comincia a sentirsi nei loro cuori; il Maestro non sarà più con loro. Fra poco essi avrebbero avuto la più grande prova della loro fedeltà: Gesù sarebbe stato arrestato, processato, ucciso. Egli che li conosceva molto meglio di quanto essi conoscessero Lui, gli predice che avranno un'occasione di caduta da attribuire alle circostanze che si sarebbero presentate. Gesù aveva sempre incontrato ostilità fra le autorità religiose del Suo tempo e questa si era trasformata in odio negli ultimi tempi del Suo ministerio. Il Signore desidera che la nostra fedeltà sia sempre uguale, sia nei momenti sereni che in quelli critici. Egli non gradisce una fedeltà "a mezzo servizio"; Egli stesso è stato fedele fino alla morte e alla morte della croce. Quando arrivano le prove, le situazioni critiche, la disapprovazione di chi ci circonda, per la nostra appartenenza al Signore, non consideriamo queste cose come una "occasione di caduta", ma continuiamo a mantenerci fedeli a Cristo, "Capo e compitore della nostra fede".
"Beato l'uomo che sopporta la prova; perché, dopo averla superata, riceverà la corona della vita, che il Signore ha promessa a quelli che lo amano." (Giacomo 1:12)
LE PROVE
Pensiamo talvolta che essere cristiani ci possa in qualche modo risparmiare dall'essere oggetto delle prove che Dio ci permette giorno per giorno, perché la fede per essere tale deve essere provata. L'essere cristiani non vuol dire vivere in una specie di campana di vetro la quale ci preserva da tutto quello che ci potrebbe accadere. L'essere cristiani vuol dire che la pace di Cristo dimora in noi realmente, ed è per mezzo di questa pace che noi abbiamo la serenità e la forza di affrontare le prove e le insidie di ogni giorno con la serenità che ne consegue. Dio ci chiama a sostenere delle prove sapendo già che la vittoria sarà nostra se avremo fede in Lui. Gesù con la sua morte sulla croce ha vinto la morte e il peccato, ha vinto sulle malattie sulle sofferenze. Bibbia afferma che piove sul giusto e sull'ingiusto, quindi non aspettiamoci trattamenti di favore, ma chiediamo a Dio la fede che ci serve per superare i momenti difficili, credendo con tutto il cuore nel Suo intervento, poiché Egli veglia su di noi. Le prove ci saranno ma, insieme ad esse ci sarà per noi la liberazione di Cristo, ed una crescita nella conoscenza del Suo amore.
"Gesù gli disse: "Oggi la salvezza è entrata in questa casa"." (Luca 19:9)
UNA VISITA DIVERSA DALLE ALTRE
Zaccheo è un uomo disprezzato dai suoi concittadini perché collabora con i detestati occupanti romani. Ben vorrebbe vedere Gesù che attraversa la città. Sfortunatamente è piccolo e la folla gli impedisce di avvicinarsi. Ma questo non lo trattiene: malgrado il suo rango sociale, non esita ad arrampicarsi su un albero per vedere meglio! Il modo di procedere di Zaccheo ci fa pensare a quello di tanta gente. Interessati dalla personalità di Gesù, la sua storia, la sua dottrina, cominciano col vedere in lui un maestro saggio, un benefattore dell'umanità e un fondatore di religione, senza averlo ancora riconosciuto come il Figliuol di Dio che ama l'uomo, e che è venuto dal cielo per salvare dalpeccato. Qual'è dunque quel velo che nasconde il vero Gesù allo sguardo di tanta gente? E' il loro rifiuto di riconoscere di essere dei peccatori davanti al Dio santo, di accettare l'amore che Dio offre loro. Gesù chiama Zaccheo e s'invita a casa sua. Allora, in quel momento stesso, Zaccheo vede in Gesù il Salvatore: "Oggi la salvezza è entrata in questa casa". Oggi, come a quei tempi, ciascuno può conoscere Gesù e persino invitarlo a casa propria.
"Ma voi riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su voi, e mi sarete testimoni e in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino all'estremità della terra." (Atti 1:8)
IL TESTIMONE OCULARE
Dopo la resurrezione, Gesù, prima di ascendere al cielo, promise di mandare sui discepoli il battesimo dello Spirito Santo affinché essi siano dei testimoni. Dei testimoni che proclamassero in tutto il mondo quello che avevano visto, udito e ricevuto; quindi più forza e abilità. Una potenza spirituale per proclamare un messaggio orale al mondo della Sua venuta, morte e resurrezione. Lo Spirito Santo impartisce non solo potenza di predicazione intorno alla persona del Figliuolo di Dio, ma ingrandisce l'effetto della testimonianza. "Lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome... Egli v'insegnerà ogni cosa e vi rammenterà tutto quello che v'ho detto" (Giovanni 14:26). "Lo Spirito della verità che procede dal Padre, Egli testimonierà di me" (Giovanni 15:26). L'apostolo Pietro, a nome di tutti gli altri apostoli, testimonia davanti ad una grande folla radunata in Gerusalemme, e in quell'occasione si convertirono tremila persone. Quella dell'apostolo, non fu solo un'omelia, teorica, ma una testimonianza vera e propria: "Questo Gesù, Iddio l'ha risuscitato; del che noi tutti siamo testimoni!" (Atti 2:32).
"Credi nel Signor Gesù Cristo e sarai salvato." (Atti 16:31)
CRISTO È IL PERFETTO SALVATORE
La dichiarazione dell'Apostolo Paolo al carceriere di Filippi, ha valore per ogni individuo, per ogni epoca e quindi ha valore anche per te! Essa ti dice che, indipendentemente dal tuo stato, Cristo ti può salvare perché da Lui procede quella potenza di grazia che può risollevare ogni uomo dal suo stato di peccato e di separazione da Dio. In questo giorno devi riconoscere che c'è un Salvatore per te, proprio per te! Un Salvatore che ha compiuto un'opera così perfetta da non richiedere nessuna azione da parte tua: devi solo accettarla! E, per accettarla, come precisa l'Apostolo, devi credere in Colui che ha compiuto "Quest'Opera" e che, non solo la rappresenta, ma che la racchiude nel Suo nome e nella Sua persona: "Credi nel Signore Gesù Cristo e sarai salvato!"; "E in nessun altro è la salvezza; poiché non v'è sotto il cielo alcun altro nome che sia stato dato agli uomini, per il quale noi abbiamo ad esser salvati.." Cristo è il perfetto salvatore ed offre una perfetta salvezza a chi si umilia totalmente.
Altro...
"Gesù le disse: "Donna, perché piangi? Chi cerchi?" Ella, pensando che fosse l'ortolano, gli disse: "Signore, se tu l'hai portato via, dimmi dove l'hai deposto, e io lo prenderò". Gesù le disse: "Maria!" Ella, voltatasi, gli disse in ebraico: "Rabbunì!" che vuol dire: "Maestro!"." (Giovanni 20:15,16)
LA VOCE DI DIO
Maria, dopo esser stata salvata segue Gesù insieme ai dodici discepoli fin dall'inizio del suo ministerio terreno, perciò conosceva benissimo il Maestro, eppure ella non lo riconosce quando le appare dopo la resurrezione. Ella parla con lui, si sofferma a chiedergli informazioni del suo Signore, ma non lo riconosce. Soltanto quando Gesù le parla con dolcezza chiamandola per nome ella Lo riconosce e il suo cuore si rasserena. Tutto questo è molto indicativo. Apparentemente, dalle sembianze fisiche, non sembrava Gesù, eppure era Lui. Egli vuole che lo incontriamo e riconosciamo attraverso le Sue parole, quando dolcemente sussurra al nostro cuore con parole d'amore. E' scritto: "I veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità..." (Gv 4:23) perciò la vera adorazione deve provenire dal nostro cuore e la vera lode deve impegnare il nostro spirito. Oggi come ieri, a Dio non importa essere rappresentato fisicamente, ma ascoltato e ubbidito. Oggi come ieri, abbiamo la Sua Parola come guida infallibile. Impariamo da Maria a riconoscere il Maestro dalle Sue parole piuttosto da ciò che i nostri occhi vedono.
"Allora Gesù disse ai suoi discepoli: "Se uno vuol venire dietro a me, rinunzi a sè stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare labsua vita, la perderà; ma chi avrà perduto la sua vita per amor mio, la troverà." (Matteo 16:24,25)
LA RINUNCIA
Il cristiano deve imparare a rinunciare ad ogni cosa per poter assomigliare al suo Maestro. Portando ogni giorno la sua croce, si identificherà sempre di più nel suo Signore e ne assimilerà il sentimento che lo indusse a lasciare il Suo trono di Gloria per diventare povero, affinché noi arricchissimo. Disposto a rinunciare ai Suoi diritti, alle Sue prerogative divine, alla Sua vita, il Figlio di Dio accettò umilmente di portare la croce e di annichilire Sé stesso fino alle estreme conseguenze. Per attuare il piano della redenzione, depose volontariamente la Sua vita, ma poi la riprese nella potenza della resurrezione. Il sentiero della rinuncia conduce alla gloria. Se rinunciamo a noi stessi e soffriamo con Lui, un giorno saremo glorificati con Lui. L'uomo che guadagna tutto il mondo, ma perde poi la sua anima, ha perso tutto e per sempre. Ha perso le cose che contano, quelle che hanno un valore eterno. Chi nasconde la propria vita in Cristo e impara a rinunciare a sé stesso, portando la sua croce, un giorno, nella gloria, ritroverà la sua vita e guadagnerà la vera vita: quella eterna.
"Allora Gesù fu condotto dallo Spirito su nel deserto, per essere tentato dal diavolo." (Matteo 4:1)
IL RIMEDIO MIGLIORE
Gesù in quanto "vero uomo" è stato tentato in ogni cosa. Sembra quasi che Dio Padre, prima di avviare il proprio Figlio al delicatissimo ministerio affidatoGli, avesse voluto metterLo alla prova, tanto che fu proprio lo Spirito Santo a condurre Gesù nel deserto per essere tentato dal diavolo. Uno scontro epico avvenne in questo luogo: il demonio tentava Gesù Cristo tentando di far crollare la sua parte umana, ma Egli come un vero uomo, armato solo della fede e della Parola di Dio vinse! E la Sua vittoria è anche la nostra. Questo ci insegna che tutti saranno messi alla prova e che, come il Maestro trovò aiuto nella Parola di Dio e nella presenza dello Spirito Santo, così avverrà anche per noi, nella misura in cui sapremo affidarci a Lui. Fu mediante la preghiera che Gesù si preparò; fu mediante quella preghiera che lo Spirito Santo gli suggerì le risposte da dare al tentatore. Se ti trovi in una condizione di estremo ed assoluto bisogno, ricorda che esiste il rimedio migliore, un rimedio efficace nella misura in cui viene praticato con fede: basta soltanto piegare le ginocchia ed il cuore, e chiedere a Dio la liberazione. Essa certamente non tarderà poichè: "molto può la supplica del giusto fatta con efficacia". (Giacomo 5)
"Vi dico che così ci sarà più gioia in cielo per un solo peccatore che si ravvede, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di ravvedimento." (Luca 15:7)
IL MAGGIORE DI TUTTI I MIRACOLI
La Parola di oggi ci dice che nel Cielo c' è gioia quando un peccatore si ravvede, cioè quando si pente ed accetta Gesù come Salvatore; questo per Dio è il più grande dei miracoli, lo scopo vero per cui Cristo si è fatto uomo. L'opera più importante avviene per mezzo dell'evangelo nel segreto del cuore di un uomo che era perduto e lontano da Dio e che viene salvato per l' eternità, per mezzo della grazia. Forse oggi, sei tu che Dio sta chiamando, perché venga ai piedi della croce di Cristo per chiederGli umilmente perdono dei tuoi peccati. In quell'istante, il tuo cuore subirà una grande trasformazione: da uomo morto nei tuoi peccati diventerai un figlio di Dio, salvato per l' eternità dalla Sua grazia. Diventerai una nuova creatura e le cose vecchie saranno passate e diventeranno nuove (II Corinzi 5:17). Come sfuggirai al giorno del giudizio, se disprezzerai una così grande salvezza (Ebrei 2:3)? Credi in Gesù, perché "in nessun altro è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati". (Atti 4:12)