"Ma Mardocheo non s'inchinava né si prostrava." (Ester 3:2)
GRANDE DETERMINAZIONE
Così come Mardocheo non si prostrò davanti ad Aman sebbene tutti gli altri lo facessero, allo stesso modo Anania, Misael Azaria si rifiutarono di prostrarsi dinanzi alla statua che il re Nabucodonosor aveva fatto erigere, pur sapendo che la pena per chi avesse agito così sarebbe stata essere gettato in una fornace ardente. La stessa determinazione la troviamo in Daniele. Egli si rifiutò di smettere di pregare il suo Dio, pur sapendo che questo lo avrebbe portato ad esser gettato nella fossa dei leoni. Anche gli apostoli mostrarono grande determinazione quando dinanzi al sinedrio dissero: "Bisogna ubbidire a Dio anziché agli uomini" (Atti 5:29), pur sapendo di andare incontro a minacce e percosse. Non scendere a compromessi, caro lettore. La cosa giusta molto spesso non è quella che fa la maggioranza, ma è sempre indicata dalla Bibbia, la Parola di Dio. Sii determinato a fare la volontà di Dio, costi quello che costi. Non sempre sarà facile farlo, ma se vuoi onorare Dio puoi stare tranquillo: Dio ti aiuterà e ti onorerà!
"Noi ci siamo così impegnati a non trascurare la casa del nostro Dio." (Neemia 10:39)
UN IMPEGNO IMPORTANTE
Ci sono moltissimi impegni lavorativi, tantissime attività da svolgere, innumerevoli responsabilità, ma bisogna fare attenzione che le tante faccende quotidiane non ci impediscano di assolvere il nostro dovere di essere assidui alle riunioni di culto. La Parola di Dio ci esorta chiaramente a "non abbandonare la nostra comune adunanza come alcuni sono soliti fare" (Ebrei 10:25). È un impegno che bisogna prendere con assoluta serietà. Non bisogna andare al culto soltanto per essere benedetti dal Signore, ricevere consolazione da Dio e gustare la comunione fraterna, ma principalmente perché è comandato dal Signore stesso. Trascurare la casa del Signore potrebbe però anche equivalere ad essere sempre presenti alle riunioni di culto con il corpo, ma essere altrove con la mente e con il cuore, non testimoniare mai, non innalzare mai una preghiera, non chiamare mai un cantico, non partecipare ad alcuna attività della comunità nella quale il Signore ci ha posti. Caro lettore, non permettere agli altri impegni di avere il sopravvento nella tua vita: impegnati a non trascurare il luogo nel quale c'è un popolo imperfetto, ma che si raduna per offrire il culto a Dio in spirito e verità.
"Non siate tristi; perché la gioia del Signore è la vostra forza." (Neemia 8:10)
UNA FORZA PARTICOLARE
La gioia del Signore non è semplice emozione, ma qualcosa di più grande, prezioso e duraturo. Questa gioia nasce nel cuore quando si permette al Signore Gesù di entrarvi. Principalmente, infatti, la gioia del Signore è la gioia della salvezza, la forza di chi è salvato e vive in comunione con Dio, la forza di coloro nei quali matura il frutto dello Spirito. La gioia del Signore è forza perché proviene dalla Parola di Dio, che fortifica il credente. La si realizza restando alla presenza di Dio: "Ci sono gioie a sazietà in tua presenza" (Salmo 16:11). Quando la si realizza la vita diventa più serena e le prove della vita diventano più sostenibili. Anche se ci sono tempeste da affrontare, dolori da sopportare e lacrime da versare, nel cuore del credente ardono i carboni della gioia, benché a volte siano sotto la cenere della prova. Al di là delle nubi nere delle prove, nel cielo del credente splende sempre il sole della gioia del Signore. Trova la tua gioia nel Signore (cfr. Salmo 37:4)!
"Anania ... era un uomo fedele e timorato di Dio più di tanti altri." (Neemia 7:2)
DISTINGUERSI
Ci sono tante cose, tanti particolari che permettono ad una persona di distinguersi: un taglio di capelli originale, un particolare modo di vestirsi, un accento marcato, un gesto abitudinario, un'espressione ricorrente ? I figli di Dio devono distinguersi per determinate virtù spirituali, tra le quali, certamente, la fedeltà ed il timore di Dio. La fedeltà è la caratteristica di chi mantiene la parola data, di chi è costante nell'affetto e nell'amore, di chi persevera nella fede. Se scendendo nelle acque battesimali in età adulta hai promesso pubblicamente di servire fedelmente il Signore per tutta la vita, non rimangiarti la parola! Il timore di Dio non deve essere confuso con la paura di Dio. Chi ama Dio non ha paura di Lui: "Nell'amore non c'è paura; anzi, l'amore perfetto caccia via la paura" (I Giovanni 4:18), ma un santo timore che è profonda riverenza, un sano rispetto nei Suoi confronti, che induce ad impegnarsi per onorarLo con tutto sé stessi. Caro lettore, prega affinché tu possa distinguerti per la tua fedeltà ed il tuo timore di Dio.
"Il nostro Dio combatterà per noi." (Neemia 4:20)
IL NOSTRO DIO COMBATTE PER NOI
Ci sono difficoltà da superare nella vita, lotte da affrontare. Il problema è che tante volte si cerca di fuggire dinanzi alle lotte, perché non ci si sente sufficientemente forti per sostenerle. Certamente è bene che si faccia un esame obiettivo delle proprie forze, che si riconoscano le proprie debolezze, ma poi bisogna esercitare la fede! Noi siamo deboli, ma "il nostro Dio" è forte ed è pronto a combattere per noi! E ... "se Dio è per noi chi sarà contro di noi"? A questo punto è indispensabile rispondere ad una domanda: Dio è davvero il tuo Dio? Perché tu lo possa definire in questo modo devi avere una relazione personale con Lui, devi conoscerLo, amarLo, servirLo. Se desideri che Dio combatta per te e ti dia la vittoria devi ricevere Gesù nel tuo cuore. Soltanto allora Egli sarà il tuo Dio, diverrai un figlio di Dio ed Egli combatterà per te. Non affrontare le lotte della vita da solo, presto saresti atterrato. Permetti a Dio di diventare il tuo Dio e di combattere per te!
"Mio Dio, io sono confuso; e mi vergogno, mio Dio, di alzare a te la mia faccia..." (Esdra 9:6)
CONFUSIONE E VERGOGNA
Sebbene fosse confuso e si vergognasse a motivo del peccato, Esdra cadde in ginocchio e stese le mani verso il Signore pregando. Dio non rifiuta di ascoltare la preghiera di chi è confuso e pieno di vergogna. Egli, come il padre della parabola raccontata da Gesù, è sempre pronto ad accogliere il figlio che si accosta a Lui pieno di vergogna per gli errori commessi. La preghiera di Esdra produsse uno straordinario risultato: "Mentre ? pregava e faceva questa confessione piangendo e prostrato davanti alla casa di Dio, si radunò intorno a lui una grandissima folla di Israeliti, uomini, donne e bambini; e il popolo piangeva a dirotto" (Esdra 10:1). Ci fu un genuino ravvedimento: le infedeltà commesse vennero non soltanto confessate davanti a Dio, ma anche abbandonate. La confusione e la vergogna sparirono! Se sei pieno di confusione e vergogna non perdere tempo: rivolgiti a Dio in preghiera, confessa i tuoi peccati, abbandonali con la forza del Signore ed Egli ti libererà da questa condizione.
"Celebrarono con gioia la festa degli Azzimi per sette giorni, perché il Signore li aveva rallegrati." (Esdra 6:22)
LA GIOIA E LA SANTIFICAZIONE
La festa degli Azzimi prevedeva il divieto assoluto di mangiare pane lievitato, ma anche soltanto di tenere del lievito in casa per sette giorni. Nella Scrittura, il lievito, agente di fermentazione, è sempre considerato come un simbolo della corruzione o del male. Chi ha sperimentato la gioia della salvezza è pronto a gioire sperimentando la gioia della santificazione. Troppo spesso la santificazione viene considerata un aspetto triste del cristianesimo: la separazione dal mondo, le rinunce vengono viste come qualcosa di spiacevole. Se amiamo davvero il Signore non ci sarà tristezza nel nostro cuore nell'allontanarci da ciò che a Lui non piace e non ci sarà rimpianto nel rinunciare a ciò che Dio non desidera per noi. Se il Signore ci chiede di rinunciare a qualcosa è perché desidera darci qualcosa di meglio. Egli non ci impoverisce mai! Santifichiamoci con gioia: è bello separarsi dal peccato per consacrarsi al Signore. È bello santificarsi, perché ci permette di assomigliare sempre di più a Gesù.
"Con loro erano i profeti di Dio, che li assistevano." (Esdra 5:2)
ASSISTITI DALLA PAROLA DI DIO
I profeti di cui si parla in questo testo sono Aggeo e Zaccaria. Essi profetizzarono nel nome del Dio d'Israele ai Giudei che erano in Giuda e a Gerusalemme (cfr. Esdra 5:1). La Parola di Dio incoraggiò i Giudei a riprendere i lavori di ricostruzione del tempio che erano stati sospesi e gli anziani dei Giudei poterono continuare i lavori e far avanzare la costruzione, aiutati dalle parole ispirate dal profeta Aggeo, e di Zaccaria figlio di Isso. Così finirono i loro lavori di costruzione (cfr. Esdra 6:14). L'assistenza della Parola di Dio è indispensabile per portare a termine il servizio che abbiamo cominciato per il Signore. Senza questa Parola lo zelo iniziale ben presto si spegnerà. Senza di essa alle prime difficoltà si sarà tentati di gettare la spugna. La Parola di Dio ci incoraggia, ci fortifica, ci sostiene. Non stanchiamoci di leggerla e meditarla. Ciò che Dio disse a Giosuè è valido per noi ancora oggi: "Questo libro della legge non si allontani mai dalla tua bocca, ma meditalo, giorno e notte; abbi cura di mettere in pratica tutto ciò che vi è scritto; poiché allora riuscirai in tutte le tue imprese, allora prospererai" (Giosuè 1:8).
"Egli [il Signore] è buono, perché la Sua bontà dura in eterno." (Esdra 3:11)
LA BONTÀ DI DIO
Mi è capitato di sentire dei credenti scoraggiati pronunciare la frase: "Dio non mi vuole più bene". Lo scoraggiamento fa brutti scherzi, ci fa vedere una realtà distorta. Dio non cessa mai di amare il Suo popolo. Egli agisce sempre con grande bontà verso tutti i Suoi figli. Certamente ci sono situazioni delicate, circostanze difficili nelle quali ci si può venire a trovare, come un'improvvisa e lunga malattia, come un inaspettato licenziamento, come un'ingiusta bocciatura a scuola ? Non pensare che se queste cose si verifichino nella tua vita è perché Dio abbia smesso di volerti bene: non è vero! Considera piuttosto che "tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio" (Romani 8:28). Proprio perché la bontà del Signore dura in eterno puoi star certo che nel momento della prova Egli ti farà sentire la Sua presenza, ti incoraggerà, ti aiuterà ad affrontare la situazione ed andare avanti con nuove forze. Allontana dalla tua mente il pensiero che Dio non ti voglia più bene: è una grande menzogna, confida in Lui con tutto il cuore e spera nella Sua Parola!
"Celebrarono la festa delle Capanne, secondo quanto è scritto." (Esdra 3:4)
LA GIOIA DEL SIGNORE
La festa delle Capanne era l'ultima delle feste solenni istituite da Dio stesso. Era chiamata anche festa della raccolta, perché quando la si celebrava tutte le raccolte erano terminate: era il tempo del riposo. Era la festa più gioiosa perché evidenziava la fedeltà di Dio nel presente, nel sostenere il Suo popolo concedendo ottime raccolte, come nel passato, durante il pellegrinaggio nel deserto ricordato dalle capanne nelle quali gli Israeliti andavano a vivere durante i giorni della festa. La festa era davvero gioiosa quando era celebrata secondo quanto è scritto, in ubbidienza alla Parola di Dio. Il vero credente, infatti, si rallegra quando vive in ubbidienza alle Sacre Scritture. Fare la volontà di Dio, ubbidire ai Suoi comandamenti non è un peso per chi è nato di nuovo, ma motivo di grande gioia. Proprio Esdra scrisse: "Gioisco seguendo le tue testimonianze, come se possedessi tutte le ricchezze" (Salmo 119:14). Se vuoi gioire davvero, leggi la Bibbia e metti in pratica quanto vi trovi scritto con l'aiuto del Signore!
Altro...
"Sua madre, che era sua consigliera, lo spingeva ad agire empiamente." (II Cronache 22:3)
BUONI CONSIGLI
La Bibbia insegna chiaramente che bisogna onorare i genitori. L'onore ad essi dovuto implica indubbiamente rispetto, comprensione, disponibilità ed ubbidienza. Per quanto riguarda quest'ultimo aspetto, però, non bisogna dimenticare il valido principio espresso nelle parole degli apostoli: "Bisogna ubbidire a Dio anziché agli uomini" (Atti 5:29). Quando i genitori chiedono di fare qualcosa che non è nella volontà di Dio non devono essere ubbiditi. Questo non vuol dire che con l'ubbidienza debbano venir meno anche il rispetto e l'affetto, ma bisogna considerare le parole di Gesù, che disse: "Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; e chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me" (Matteo 10:37). Caro lettore, mi auguro che i tuoi genitori sappiano darti dei sani consigli, che ti spingano ad agire piamente. Se non dovesse essere così però, continua ad amarli e rispettarli, ma ascolta soltanto il consiglio di Dio. Se sei tu stesso genitore, infine, prega il Signore, affinché tu possa consigliare sempre adeguatamente i tuoi figli.
"Non sappiamo che fare, ma gli occhi nostri sono su di te!" (II Cronache 20:12)
GUARDARE AL SIGNORE
Parole di un re, il re Giosafat, che fu uno dei migliori re di Giuda. Si trovò in grande difficoltà: molti nemici si coalizzarono e marciarono contro di lui per fargli guerra. Dinanzi a questa gran moltitudine Giosafat e tutto il suo popolo si sentirono privi di forza ed incapaci di trovare una soluzione. Tutti quanti, prima o poi, si vengono a trovare in situazioni della vita nelle quali ci si sente impotenti, privi di forza ed assolutamente incapaci di risolvere i propri problemi. Si è costretti a dire, come il re Giosafat: "Non sappiamo che fare!" Se non sai cosa fare, se sei privo di forza, in questo giorno non commettere l'errore più grande: non distogliere lo sguardo da Colui che può darti serenità, che è in grado di liberarti dalle difficoltà ed illuminarti affinché tu possa prendere le giuste decisioni. Fissa lo sguardo sul Signore! Giosafat lo fece e Dio combatté per lui. Fissa lo sguardo su Gesù, Colui che crea la fede e la rende perfetta! Non fissare il tuo sguardo sui problemi, fissalo su Colui che li risolve!
"Una donna, moglie di uno dei discepoli dei profeti, si rivolse a Eliseo." (II Re 4:1)
RIVOLGERSI ALLA PERSONA GIUSTA
La donna a cui fa riferimento il nostro testo era rimasta vedova. Suo marito, un uomo timorato di Dio, era deceduto ed il suo creditore era giunto a pretendere i suoi due figli come schiavi, dal momento che la donna non aveva di che ripagarlo. Molte persone dinanzi a situazioni di questo tipo si abbandonano alla disperazione e non fanno altro che imprecare contro tutti ed in particolare contro Dio. Questa vedova, degna moglie di un servo di Dio, invece, si rivolse a qualcuno che poteva risolvere il suo problema: il profeta Eliseo. Se ti trovi in difficoltà non chiuderti in te stesso, rivolgiti a Colui che può risolvere i tuoi problemi, anche quelli che umanamente sono davvero irrisolvibili. Rivolgiti a quel Profeta più grande di Eliseo, Colui che è la Parola di Dio: Gesù! Come il profeta Eliseo, Gesù ti indurrà ad esercitare la fede. Fallo, perché se credi vedrai la gloria di Dio! Così come quella donna ebbe non soltanto di che pagare il debito, ma anche di che sostentarsi lei ed i suoi figli, allo stesso modo Gesù è capace di andare al di là di quello che domandi o pensi!
"Come mai ho trovato grazia agli occhi tuoi, così che tu presti attenzione a me?" (Rut 2:10)
LA GRAZIA DI DIO
Chi sarebbe disposto ad accogliere in casa propria una persona che nel corso degli anni non ha fatto altro che insultarlo? Chi si impegnerebbe affinché una persona che ha sempre mostrato grande indifferenza nei propri confronti possa diventare suo figlio adottivo ed entrare quindi a far parte della propria famiglia? Chi darebbe ciò che ha di più prezioso per aiutare qualcuno che si è sempre mostrato ingrato? Siamo abituati a pensare che per avere qualcosa si debba meritarla. Dio però sa bene che non possiamo meritarci nulla e "mostra la grandezza del Suo amore per noi in questo: Che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi" (Romani 5:8). Non eravamo degni di tanta attenzione, ma Dio ha prestato attenzione a noi semplicemente perché ci ama. Dio ti ama, caro lettore. Forse ti sembra che nessuno ti calcoli, che a nessuno importi nulla della tua vita, delle tue difficoltà, dei tuoi sentimenti che forse sono stati calpestati. Non è così! Anche tu puoi trovare grazia agli occhi di Dio! InvocaLo, chiedi il Suo aiuto! Egli non è un Dio lontano e disinteressato: vuole prendersi cura di te!