"Ed egli disse loro: Perché avete paura, o gente di poca fede? Allora, levatosi, sgridò i venti ed il mare, e si fece gran bonaccia." (Matteo 8:26)
SI FECE GRAN BONACCIA
Un giorno Gesù era in barca con i Suoi discepoli. Si levò una grande tempesta. Gesù fu svegliato d'improvviso dai discepoli i quali erano preoccupati di affondare e perire. Gesù rimase sorpreso di fronte alla loro poca fede. Se tu sei impaurito di fronte ai vari pericoli, non hai fede! Se hai fede non hai preoccupazione di nulla. Non importa quanto vicino tu possa essere a Gesù, potresti essere anche nella stessa "barca" ma essere assillato dalla preoccupazione. Ciò che annulla il timore è la fede in Gesù. Se la tempesta nella tua vita è grande tanto più grande deve essere la tua fede in Dio. Se tu soltanto pensassi che Dio è il Creatore dell'universo intero, non sarà difficile credere che Lui possa calmare una piccola tempesta. La scintilla che fa scattare tutto è la fede in Cristo. Oggi stesso abbandona ogni tuo timore, siediti accanto a Gesù e impara a restargli vicino perché soltanto allora la tempesta si calmerà e non te ne accorgerai neppure.
"Avendo pur nondimeno riconosciuto che l'uomo non è giustificato per le opere della legge ma lo è soltanto per mezzo della fede in Cristo Gesù." (Galati 2:16)
GIUSTIFICATI PER FEDE
Soltanto per la fede nella Persona e nell'opera di Cristo possiamo essere considerati giusti davanti a Dio. Questa dottrina fa del cristianesimo qualcosa di unico e costituisce un capovolgimento rispetto a tutte le altre religioni esistenti. Per la natura umana è impossibile la totale esclusione dei suoi meriti ai fini della salvezza. Ci sono moltissime persone che, pur definendosi cristiane, cercano di raggiungere uno stato di giustizia davanti a Dio attraverso opere e azioni meritorie. Questa è un contraddizione, un inganno terribile. L'apostolo Paolo disse che "se la giustizia si ottenesse per mezzo della legge (opere giuste), Cristo sarebbe dunque morto inutilmente". Grazie a Dio le cose non stanno così! Cristo è morto per espiare i nostri peccati e presentarci davanti al Padre giustificati per grazia, attraverso la fede in Lui.
"E asciugherà ogni lacrima dagli occhi loro e la morte non sarà più né ci sarà più cordoglio, né grido, né dolore, poiché le cose di prima sono passate." (Apocalisse 21:4)
GIOIA ETERNA
La serenità del cristiano, nella vita e nella morte, trova la sua spiegazione nella speranza: Gesù Cristo. Il credente accetta la vita con i suoi impegni e le sue difficoltà, perché sa che è un percorso obbligatorio che lo porta verso la "gloria" ed egli guarda serenamente alla morte perché non vede in essa una nemica, ma un'ancella che lo introduce alla presenza del Signore: "Nella casa di mio Padre ci sono molte stanze ed io vado a prepararvi un luogo". Con queste parole Gesù si è accomiatato dai Suoi discepoli, precisando: "Io tornerò di nuovo e vi accoglierò presso di me affinché dove sono io siate anche voi". Il piano della salvezza ha la sua conclusione nella "Gloria". Il credente sperimenta sin da quaggiù gli effetti benefici dell'opera divina, ma non è stato chiamato soltanto per godere in questa vita terrena. Cristo ci vuol far vedere la Sua gloria e vuole che ne abbiamo parte con Lui nell'eternità (cfr. Apocalisse 22:1-5).
"Essendo in forma di Dio, non considerò qualcosa cui aggrappassi tenacemente l'essere uguale a Dio." (Filippesi 2:6)
GESÙ, UOMO E DIO
Da uomo, è stato perfettamente obbediente a Dio: "Io sono venuto per fare la volontà del Padre mio ... non la mia ma la Tua volontà sia fatta". Poi, a colui che è stato inchiodato su una croce come un malfattore, Dio gli ha rivolto l'invito: "Siedi alla mia destra..." Il figliolo dell'uomo, ha provato la fame come uomo, ma ha nutrito delle moltitudini in quanto Dio. È vissuto provando la stanchezza, eppure ha offerto il riposo dell'anima. È stato angosciato, ma ha calmato le tempeste e il nostro spirito. Fu accusato di avere un demonio, ma Egli scacciava i demoni. Ha pianto, ed ha asciugato le lacrime. È stato venduto per trenta monete d'argento, ed ha riscattato il mondo intero. È il principe della vita, ma ha dovuto attraversare la morte. Egli è pane di vita disceso dal cielo: "La Parola fatta carne", ed ha abitato per un tempo tra noi, e, "noi abbiamo contemplato la Sua gloria, gloria come quella dell'Unigenito venuto da presso al Padre" (Giovanni 1:14). Colui che è l'Acqua della vita ha terminato la sua esistenza terrena sulla croce dicendo: "Ho sete".
"Io sono la Via, la Verità e la Vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me!" (Giovanni 14:6)
GESÙ È L'UNICA VIA
Gesù fu categorico nel dire che l'unica via per incontrare Dio è per mezzo della Sua Persona. Dobbiamo capire innanzitutto una cosa essenziale: non è l'uomo che può trovare Dio con le sue ricerche, pratiche o ideali, ma è Dio che si rivela all'uomo. Fin dagli albori dell'umanità, gli uomini nel loro sforzo di arrivare a Dio si sono inventati dèi, idoli e religioni, con il risultato che oggi ci sono centinaia di religioni e milioni di persone più o meno sincere che vi si consacrano anima e corpo. La verità è che nessuna religione può salvare l'uomo. La salvezza dell'anima non si trova in una religione, ma si trova in una Persona: Gesù Cristo il Figlio Dio. Pertanto è la fede viva e personale nel Cristo vivente che ci fa incamminare sulla via che porta a Dio, ci fa scoprire la verità che Dio ci ama ed ha risolto il problema del peccato, che ci separava da Lui. Ora Egli ti vuole dare una nuova vita, se accetti Gesù Cristo il Suo Santo Figliolo come tuo personale Salvatore: "Credi nel Signor Gesù Cristo e sarai salvato tu con la casa tua" (Atti 16:31).
"Allegri nella speranza, pazienti nell'afflizione e perseveranti nella preghiera." (Romani 12:12)
ALLEGREZZA CRISTIANA
Molto spesso l'uomo è allegro per le cose che possiede ed anche per quelle che un giorno spera di raggiungere e possedere, purtroppo, però, quelle cose offerte dal mondo e dalla vita sono passeggere e fugaci e anche quell'allegrezza è il risultato delle cose materiali e sentimentali, quindi il tutto è precario e passeggero. Non così, però, per il cristiano, per il vero cristiano; le realtà capaci di generare allegrezza sono infinite ed eterne per lui, ed egli può far festa ogni giorno per l'abbondante grazia che ha ricevuto e che possiede. Il suo nome è scritto nel cielo, egli è figlio ed erede di Dio, gode della Sua assistenza e della Sua provvidenza e gioisce per la benedizione della Sua presenza. Anche se vengono le prove e le tentazioni, il credente continua ad essere un "vaso" pieno dell'eccellenza della grazia di Dio ed ha tutta la ragione per essere sempre allegro (cfr. Filippesi 4:4).
"Dio è la mia salvezza, io avrò fiducia, e non avrò paura di nulla; poiché il Signore, il Signore è la mia forza ed il mio cantico, ed egli è stato la mia salvezza." (Isaia 12:2)
FIDUCIA IN DIO
Soltanto accanto a chi ci fidiamo ciecamente, riusciamo ad essere sicuri e sereni. Se qualcuno di cui ci fidiamo ci protegge, non avremo paura di nessuno perché saremo sicuri al riparo della sua protezione. Così riesce a sentirsi il credente quando si abbandona completamente nelle mani del suo Signore, del suo Dio. Dio è la nostra fiducia, la nostra salvezza, il nostro alto ricetto. In Lui abbiamo pace e serenità perché sappiamo che Egli è sempre al nostro fianco, per combattere le mille battaglie che ogni giorno la vita ci presenta. La nostra fiducia è in Dio perché sappiamo che Egli non ci ha mai deluso, non ci ha mai tradito, non si è mai tirato indietro nel momento del bisogno. Quando abbiamo gridato a Lui, Egli ci ha ascoltato e ci ha dato quelle parole di conforto di cui avevamo bisogno. Quando gli eserciti vanno in battaglia cantano per darsi coraggio. Il nostro Dio è il nostro canto e noi siamo certi che è Lui la nostra forza e la nostra salvezza, colui che ci trarrà fuori da ogni situazione difficile e col Suo aiuto saremo vincitori.
"E Gesù disse al centurione: "Va'; e come hai creduto, ti sia fatto, e il servitore fu guarito in quell'ora stessa"." (Matteo 8:13)
FEDE NELLA SUA PAROLA
Il centurione voleva la guarigione per un suo soldato e l'ha ottenne. Egli aveva fede che gli bastava soltanto che il Signore pronunciasse una "Sua" parola. Allora perché non andare a Lui con la certezza che ciò che Gli chiediamo ci sarà fatto anche a noi? No, naturalmente, per quello che siamo, ma solo perché ogni cosa è possibile a chi crede! Dio gradisce la fede: "infatti è impossibile piacergli senza aver fede" (Ebrei 11:6). Per realizzare il miracolo nella nostra vita dobbiamo poggiarci non su noi stessi, né sui nostri pensieri o sentimenti, ma in quello che è realmente in "sintonia" con il pensiero di Dio, che descritto nella Sua Parola. Ecco perché la fede di quel centurione è stata gradita dal Signore, perché quel uomo ha riconosciuto nella persona di Gesù l'autorità divina. Convinciamoci... che come noi proferiamo la parola di richiesta, per un miracolo... dobbiamo credere che non solo avverrà, ma anche qual è precisamente lo scopo per cui lo domandiamo.
"Che voi andiate a destra o che andiate a sinistra, le tue orecchie udranno dietro a te una voce che dirà. Questa è la via, camminate per essa." (Isaia 30:21)
IL MIO MODO DI CREDERE NON CAMBIA LE COSE
La sincerità non basta. Quante volte si sente dire: "Io penso che importi poco ciò che si crede, basta che uno sia sincero". È un'affermazione che pare giusta; ma non è esatta. Un uomo si dirigeva verso la stazione, era in ritardo e temendo di non trovare un posto, entrò subito in un treno in partenza. Mise a posto il suo bagaglio e si sedette comodamente. Nella fretta era salito sul treno che andava nella direzione opposta di dove doveva andare lui. Quando il controllore venne a chiedere il biglietto, egli scoprì di essere ben più lontano dalla località da raggiungere di quando era partito. La sua sincerità non gli fu di alcun aiuto. Per quanto riguarda la nostra posizione spirituale, non basta, dunque, essere sinceri, bisogna anche essere sicuri che ciò che crediamo è la Verità. Gesù è la Verità. Dio ci ha dato la Sua Parola, affinché ognuno possa conoscere il Suo pensiero, che è il solo perfetto, giusto e vero.
"E ricordarsi delle parole del Signor Gesù, il quale disse egli stesso: più felice cosa è il dare che il ricevere." (Atti 20:35)
IN PRIMA PERSONA
L'apostolo Paolo non si limitava ad insegnare soltanto, ma si affaticava affinché la missione che Gesù gli aveva affidata fosse portata a termine nel migliore dei modi e soprattutto che, in nessun caso, si fosse trovato mancante. Dio affida un compito a ciascuno di noi; non ha importanza quello che facciamo, ma è per Chi lo facciamo e come lo facciamo. Noi siamo collaboratori di Cristo nella missione che Lui stesso è venuto a compiere su questa terra. Noi non operiamo per essere salvati, ma perché le opere sono preparate davanti a noi. Donare al povero e al bisognoso è un comandamento come non rubare e uccidere, che Dio ha dato al Suo popolo affinché lo mettesse in pratica ogni giorno. In Matteo 25:42-46 è scritto:"Ebbi fame e non mi deste da mangiare, ebbi sete e non mi deste da bere, fui straniero e non mi accoglieste, nudo e non mi vestiste; malato e in prigione e non mi visitaste. In verità vi dico che in quanto non l'avete fatto ad uno di questi minimi, non l'avete fatto neppure a me - questi se n'andranno a punizione eterna; ma i giusti a vita eterna".
Altro...
"Or gli apostoli, essendosi raccolti presso Gesù gli riferirono tutto quello che aveano fatto e insegnato." (Marco 6:30)
IL VERO DISCEPOLO DI GESÙ
Il termine apostolo può anche essere tradotto come discepolo di Gesù. Ora, noi siamo tutto questo se seguiamo quelli che sono stati gli insegnamenti di Gesù e se lo imitiamo: "Voi siete miei amici, se fate tutte le cose che vi comando" (Giovanni 15:14). C'è, poi, una cosa importante che dobbiamo fare, senza la quale tutto rischia di perdere il suo significato. Occorre raccogliersi presso Gesù, dimorare in Lui ed essere Suoi imitatori. Da chi potremo apprendere con profitto le parole e l'atteggiamento di una vita consacrata a Dio, se non da Colui che è il fedele e il verace per eccellenza? Restiamo ai piedi di Gesù, restiamoGli accanto ed Egli, attraverso la Sua Parola, la Sua vita, parlerà ai nostri cuori svelandoci tutti i segreti per una vita santa e vittoriosa che conduce a Dio. Volendo imparare un mestiere, una professione, occorre fare un apprendistato che ci permette di acquisire i segreti del "maestro" e, poi, operare. Da chi possiamo acquisire tutto ciò se non imitando Colui che consacrò interamente la Sua vita al Padre (cfr. Giovanni 4:34)?
"Gesù disse: chiedete e riceverete, affinché la vostra allegrezza sia completa" (Giovanni 16:24)
DIO TI CERCA
Niente di ciò che riguarda la tua anima è stato abbandonato al caso. Dio nel Suo grande amore, e attraverso circostanze preparate unicamente a questo scopo, ti sta attirando a Lui. Ti vuole dare una nuova vita, se accetti Gesù Cristo il Suo Figliolo come tuo personale Salvatore. Il Suo piano è di renderti felice perché Egli sa molto bene che sei in ansietà per il domani: paure e preoccupazioni ti tormentano. Non trovi un sostegno sicuro, dove appoggiarti, in sostanza: sei portato qua e là dalla marea di questo mondo in grande agitazione. Caro amico che leggi questo piccolo scritto, alza gli occhi al cielo e invoca Gesù con tutto il tuo cuore. Egli già sta aspettando la tua richiesta! Prima di tutto per salvarti l'anima, poi, per consolare e riempire la tua vita: di pace, sicurezza e amore. Queste ricchezze, non potrai trovarle in nessun altro luogo all'infuori di Gesù che ha sacrificato la Sua vita per te: "Ringraziato sia Dio del Suo dono ineffabile" (2° Corinzi 9:15).
"I veri adoratori, adoreranno il Padre in spirito e verità." (Giovanni 4:24)
ADORA DIO
Il culto a Dio, che ci spetta di rendere a Lui è semplice e vero, è l'espressione sincera della nostra riconoscenza. Cogliere l'occasione, e non sono poche, di ringraziarlo, celebrarlo e adorarlo per la Sua grandezza. La Bibbia insiste su questa differenza fondamentale fra il vero culto e ciò che s'intende generalmente per religione. L'uomo vuol fare e portare qualcosa a Dio (le opere), e pensa, che Dio ne tenga conto passando sopra alle sue iniquità. Dobbiamo invece capire che è Dio che ha fatto il primo passo col farci grazia, e che a noi tocca credergli e rendergli grazie per ciò che Lui è e per ciò che ha fatto. Il nostro amore, che si esprime con la lode, non è altro che la giusta risposta al Suoi favori. Noi l'amiamo perché Egli ci ha amato per primo... Quest'amore, ovviamente, deve esprimersi nel nostro modo di vivere e agire (1° Corinzi 4:19).
"Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Perché te ne stai lontano, senza soccorrermi, senza dare ascolto alle parole del mio gemito?" (Salmo 22:1)
DIO NOSTRO AIUTO
Il salmista Davide ci porta ad una considerazione che spesso riguarda anche noi. Invochiamo soccorso da Dio, ma non avendo risposta immediata, concludiamo che Dio ci ha abbandonato. Forse, il grido, non è proprio di sfiducia, è solo un grido di dolore, ma, comunque, un indice che qualcosa ci manca, che qualcosa è venuto meno e che dobbiamo comunque porvi rimedio. Sentiamo il nostro Dio lontano, preghiamo e Lui non ci risponde, Gli facciamo delle richieste e Lui è lontano da noi. Ma è proprio così...? Dio è Padre ed amico, Colui che ci consola in ogni momento, anche quando sembra che sia lontano. Egli sta operando nella nostra vita in una maniera a noi sconosciuta (Romani 8:28). Il credente deve avere fiducia del Suo grande amico... Gesù disse: "Abbiate fiducia in Dio e in me" (Giovanni 14:1), Egli opera in tutte le cose per il nostro bene. Se siamo convinti di questo non potremo mai essere delusi e in ogni cosa renderemo grazia a Dio per quello che ci ha dato, ci da e ci darà.