Sotto questi portici giaceva un gran numero di infermi, di ciechi, di zoppi (Giovanni 5:3)
LA PRESENZA DI GESù
Lo scrittore biblico ci dice che vi era una festa a Gerusalemme, città nella quale non mancavano certo grida gioiose per l’occasione e momenti di commemorazione. Poteva, Gesù, cogliere l’occasione per attirare a Sé gli sguardi e dare una certa risonanza alla Sua presenza in quel giorno? Egli non lo fece: il Maestro non ebbe bisogno di pubblicità e di eventi mondani per farsi conoscere. Bastavano, per Lui, i luoghi di una vita vissuta sull’orlo della disperazione per comunicare tutto il Suo amore e la potenza della Sua Grazia. È davvero toccante considerare come Egli scelse di recarsi sotto quei portici. Gesù volle stare con coloro che di sicuro non vivevano la gioia, né la spensieratezza di una giornata di festa. Troppe volte chi soffre è tenuto fuori della serenità di un momento gioioso e costretto ad aspettare che qualcosa si “muova” intorno a lui per godere un po’ di sollievo. È consolante notare come Cristo frequenti i luoghi del dolore piuttosto che le vuote festaiole della vita. Egli preferisce visitare i luoghi della sofferenza, della malattia e della solitudine. Là dove tu giaci è venuto Gesù: apriti alla gioia del Suo perdono.
Questi uomini hanno innalzato i loro idoli nel loro cuore, e si son messi davanti l'intoppo che li fa cadere nella loro iniquità (Ezechiele 14:3)
IDOLI NEL CUORE
La Bibbia, nel secondo comandamento, vieta chiaramente l’idolatria: "Non ti fare scultura alcuna né immagine alcuna delle cose che sono lassù nei cieli o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra; non ti prostrare dinanzi a tali cose e non servir loro" (Esodo 20:4, 5). Nel comune immaginario religioso, gli idoli sono identificati con statue o con dipinti raffiguranti uomini ed animali divinizzati nelle antiche civiltà. Tuttavia, le Scritture rivelano l’idolatria già alla radice, nei pensieri e nei sentimenti che la producono. Ogni affetto, ricchezza o obiettivo che si antepone a Dio o che limita la devozione a Lui, è condannato come oggetto di culto che usurpa il primato che spetta soltanto a Dio. Quanti idoli, innalzati nel segreto del cuore, creano barriere invalicabili nella tua relazione con Dio. Ciò che stimi un utile aiuto è, invece, un inciampo per la tua coscienza. Lascia che la Parola di Dio ripulisca il santuario della tua anima e faccia di te un vero adoratore, come Egli richiede. Non farti ingannare da qualche liturgia formale, né della superstizione o della magia, ma sia il tuo cuore oggi convertito dagli idoli al Dio vivente e vero!
E io, quando sarò innalzato dalla terra, trarrò tutti a me (Giovanni 12:32)
GESù è STATO INNALZATO PER TE
Si innalzano le persone che devono essere viste bene da tutti. Si innalzano cantanti sulle platee, re e uomini illustri che devono essere onorati. Così facevano anche i Romani quando innalzavano i condannati a morte sulla croce. Un supplizio plateale, un deterrente per tutti. Eppure la croce dove Cristo morì assume tutto un altro significato. Quella croce è stata innalzata per mostrare il Giusto che paga per gli ingiusti, per manifestare il grande amore di Dio per noi, e quanto è misera la condizione umana. Quella croce è divenuto il punto di incontro tra il peccatore e Dio, il ponte tra il cielo e la terra. Gli uomini hanno innalzato Gesù Cristo per condannarlo, ma per la Sua giustizia Egli è divenuto un punto di attrazione per i peccatori che si ravvedono; perciò “Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni nome, affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio” (Filippesi 2:9, 10). Dio Lo innalzò, quando, sul Monte degli Ulivi, lasciò i Suoi discepoli per salire al cielo. Che gioia sarà, quando Gesù tornerà! Sarà un glorioso appuntamento per tutti i redenti, Egli quel giorno beato attrarrà a Sé quelli che hanno amato la Sua apparizione.
Ricevendo un regno che non può essere scosso, siamo riconoscenti, e offriamo a Dio un culto gradito, con riverenza e timore! (Ebrei 12:28)
UN REGNO STABILE
Spesso, purtroppo, siamo spettatori di immagini che mai vorremmo vedere. Assistiamo continuamente al tragico spettacolo di morte e distruzione, causati da un terremoto o da un uragano, dalla malattia, dalla guerra. Le cose che più amiamo e custodiamo, persone, beni e luoghi, possono essere spazzate via in un momento. Su questa terra tutto è precario, ma quanti hanno riposto la loro fede in Cristo hanno il privilegio di condividere un fondamento stabile, eternamente sicuro. Egli è “la Roccia dei secoli”, inamovibile ed incrollabile, su cui possiamo restare saldi e serenamente grati a Dio, nel peggiore dei cataclismi, come nelle difficoltà di ogni giorno. In un mondo nel quale tutti i principi ed i valori cambiano, abbiamo un Redentore immutabile, “Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi, e in eterno”. Niente e nessuno possono portarci via l’immensa ricchezza ricevuta in Cristo. Stai edificando il tuo futuro sulla stabilità della Sua Parola, lasciando che essa regni nel tuo cuore? Non limitarti ad aggrapparti a Cristo soltanto nelle tempeste della vita, ma poni stabilmente il Signore sul trono del cuore.
Preso commiato, se ne andò sul monte a pregare (Marco 6:46)
PRENDERE COMMIATO
Si può immaginare con quanta educazione Gesù salutò ognuno e si diresse sul monte per pregare. Con la dolcezza che Lo contraddistingueva, Egli si allontanò da ogni cosa che poteva essere causa di distrazione. Gesù si avviò verso un luogo che rappresentava il suo spazio privato, il monte in quella occasione era la Sua “cameretta” di preghiera. Infatti, Egli aveva detto: “Ma tu, quando preghi, entra nella tua cameretta, e serratone l'uscio fai orazione al Padre tuo che è nel segreto; e il Padre tuo che vede nel segreto, te ne darà la ricompensa” (Matteo 6:6). Gesù amava pregare in segreto; trascorreva molto tempo insieme al Padre. Tutti i veri credenti debbono prendere esempio da Colui che è stato il Modello perfetto per ciò che riguarda ogni aspetto della nostra vita. Il tempo della preghiera personale è un momento di preziosa comunione spirituale con il Padre celeste. Come Gesù ha "preso commiato" per pregare così tutti i credenti dovrebbero cercare ogni occasione per il tempo della preghiera, della comunione con Dio.
Cercate il Signore, mentre lo si può trovare; invocatelo, mentre è vicino (Isaia 55:6)
IL TEMPO GIUSTO
Anche se lo ignorano, moltitudini d’uomini e donne vivono inappagate, in cerca di una soddisfazione duratura che non realizzeranno mai. Sempre più frustrate e stanche, corrono inconsapevoli verso il precipizio. Lo Spirito Santo, però invita a cercare Dio mentre si rivela ai cuori mediante la Sua Parola ispirata e ci esorta ad invocarlo, mentre s’avvicina a noi con l’opera di riconciliazione compiuta da Gesù Cristo. Oggi è possibile trovare il Signore, perché adesso la salvezza ci è più vicina. Dio si è fatto uomo, ha colmato l’immane voragine. In Cristo, Egli è a “portata di mano”, è distante soltanto “lo spazio di una preghiera”. Ascolta l’appello divino, credi in Cristo, morto e risorto per te, e conoscerai il perdono dei peccati, la pace e la vera gioia che non viene mai meno. C’è un termine oltre il quale non sarà affatto facile trovarlo né tanto vicino per essere invocato. Caro lettore, non perdere tempo, non rimandare: cerca Dio, mentre lo si può trovare; invocalo, mentre è vicino!
Non sapete voi che coloro i quali corrono nello stadio, corrono tutti, ma uno solo ottiene il premio? Correte in modo da riportarlo (1° Corinzi 9:24)
LA GARA DELLA VITA
L’apostolo, ispirato dallo Spirito Santo, traccia un parallelo fra la militanza del cristiano e le competizioni sportive. Entrambe richiedono dedizione e hanno un unico scopo, la vittoria finale. Sono entusiasmanti, travolgenti, nonché estremamente impegnative, assorbono ogni energia mentale e fisica. è fuor di dubbio però che la gara della vita è di gran lunga la più importante. Agli occhi degli uomini vi sono esistenze degne di essere ricordate nei secoli, altre, e sono la stragrande maggioranza, sono letteralmente misconosciute, ma agli occhi di Dio ogni corridore è importante, la vita di ogni uomo è preziosa. L’imperativo è vincere! In altre parole, non è sufficiente essere salvati per grazia ma bisogna rimanere salvati per grazia e raggiungere il traguardo di questa esistenza terrena per ottenere il premio. Come si ottiene la vittoria? Grazie all’opera e all’aiuto del Signore Gesù: “Ma ringraziato sia Dio, che ci dà la vittoria per mezzo del Signor nostro Gesù Cristo” (I Corinzi 15:57).
Io vi dico che se costoro si tacciono, le pietre grideranno (Luca 19:40)
RICONOSCERE GESù
Entrando in Gerusalemme, Gesù fu accolto dalle grida della folla che lodava Dio con gran voce ed esclamava: “Benedetto il Re che viene nel nome del Signore”. Questa manifestazione di gioia turbò moltissimo i religiosi presenti, i quali insistevano che Gesù dovesse impedire alla gente di esprimersi in quel modo a Suo riguardo. Il Signore, invece, affermò quanto era buono celebrare Dio in modo spontaneo ed esuberante e che le pietre, se avessero avuto fiato, avrebbero fatto lo stesso. Egli alludeva al crollo delle pietre del tempio, espressione della dolorosa perdita di una fede che non ha voluto gioire per l’adempimento della Parola di Dio. La Bibbia invita ad offrire al Dio vivente un sacrificio di lode, il frutto di labbra confessanti il Suo nome. Celebrare Cristo, il Salvatore, è la gioia più grande che si possa realizzare. Oggi, non tacere davanti a Colui che è morto e risorto per te; il tuo silenzio renderà il tuo cuore più duro di una pietra. Il creato riconosce la gloria di Gesù; aggiungi a questo coro di lode la riconoscenza per l’opera della tua redenzione e glorifica il Re dei re insieme.
Il mio Dio, è quel che illumina le mie tenebre (Salmo 18:28)
DIO ILLUMINA LE TENEBRE
Nell’aspetto più semplice e primitivo, la lampada aveva la forma di scodella senza coperchio, nella quale lo stoppino galleggiava nell’olio. Essa serviva principalmente per uso domestico ed era l’unica fonte di luce per le abitazioni. La lucerna non era un lusso, ma una necessità. Il salmista a cui Dio tiene accesa la lampada, afferma la Sua benedizione, il Suo favore e la Sua guida. La presenza di Cristo nel cuore di un uomo non è ritenuta una vitale necessità da tutti! Ma Gesù, la luce del mondo, è l’unico che può schiarire le menti ottenebrate e condurre i cuori fuori del buio della disperazione e del peccato. Permetti allo Spirito di Dio di riempire la tua vita con il Suo olio spirituale; non vivere la tua fede nella penuria. Se vuoi, puoi evitare che la tua anima si spenga per sempre, anzi puoi lasciare che risplenda della Sua grazia, in questo giorno e per l’eternità alla presenza di Dio.
Tu non sei lontano dal regno di Dio (Marco 12:34)
NON SEI LONTANO
Molti pensano che Dio sia lontano, disinteressato, irraggiungibile. Vero è che esiste una separazione tra gli uomini e Dio, causata dal peccato; un muro che nessuno può abbattere né superare con le proprie forze. è altresì vero, però, che Gesù è venuto sulla Terra per morire al posto del peccatore per riconciliare l'uomo con Dio e portarlo nel Suo regno eterno. L’incalcolabile distanza tra la vetta celeste e la terra è stata colmata da Cristo. Il Signore è più vicino di quanto l'uomo possa immaginare. Chi per fede si rivolge a Dio per i meriti e l'opera compiuta da Cristo invocando il perdono di Dio, realizza la grazia, la riconciliazione con Dio. Soltanto un passo di fede consente all'uomo di avvicinarsi a Dio. Caro lettore, non dubitare, non obiettare ancora, non rimandare la tua decisione, ma avvicinati al Salvatore e chiedi in preghiera la salvezza. Accostati senza indugi né riserve al tuo Redentore; Gesù non caccia via quanti si accostano a Lui compiendo un passo di fede.
Altro...
Non di pane soltanto vivrà l’uomo, ma d’ogni parola che procede dalla bocca di Dio (Matteo 4:4)
IL PANE DELL'ANIMA
Il pane è sempre stato un alimento semplice, indispensabile e insostituibile. Al contempo essenziale per il sostentamento della vita materiale dell’uomo di ogni epoca. La Parola di Dio è il cibo, il nutrimento, necessario e sufficiente per l’anima. L’affermazione di Gesù presenta una preziosissima possibilità per tutti gli uomini: alimentare la vita spirituale per mezzo della Sua Parola. Le Sacre Scritture sono state interamente ispirate dallo Spirito Santo, quindi procedono dalla bocca di Dio: "Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona" (II Timoteo 3:16, 17). Per nutrire la propria fede e saziare il proprio cuore mediante la Parola del Signore, non servono un’intelligenza o una cultura particolari, ma fame della verità e desiderio di fare la volontà di Dio così come rivelata dalla Sua Parola. Leggi ogni giorno il Libro di Dio, non lasciare deperire la tua vita spirituale; meditala e ritieni nel tuo cuore tutto quello che il Signore ti dice, chiedendo a Lui di darti le forze per mettere in pratica tutto ciò che vi è scritto.
Sotto questi portici giaceva un gran numero d'infermi… E c'era un uomo (Giovanni 5:3, 5)
C'ERA UN UOMO
Gesù, durante il Suo ministerio, cercò spesso degli individui particolarmente bisognosi. Cristo non disprezza le folle, ma non tratta con gli uomini in maniera generalizzata, ma personale. Egli cerca e salva “un uomo alla volta”, vale a dire personalmente. Leggi la storia del paralitico di Betesda e considera l’interesse di Gesù; sappi per certo che Lui ti conosce. Tu non sei un numero fra tanti, ma uno per cui Cristo è morto. Egli ti ama e ti cerca! Gesù sapeva che quell’uomo era malato da quasi quarant’anni e sa tutto anche di te. Le tue paure e dispiaceri, così come i tuoi errori e dubbi, non gli sono nascosti. Considera e accetta l’offerta di Gesù: “Vuoi esser guarito?”. Guarda come Gesù ascolta quell’uomo: “Signore io non ho nessuno!”. Egli vuole sentire ciò che ti pesa sul cuore. Se sei solo, triste o incompreso, dillo a Lui! E, infine, contempla come la Sua Grazia miracolosa libera il paralitico. Sei pronto a meditare la Sua Parola per farla tua, applicarla alla tua vita, ubbidire ad Essa per fede? Il Signore ha preparato per te la salvezza, la guida e la potenza del Suo Spirito.
Poi Gesù, entrato nella casa di Pietro, vide che la suocera di lui era a letto con la febbre (Matteo 8:14)
LA FEBBRE DELL'ANIMA
Una febbre elevata è pericolosa per chiunque e può recare danni molto gravi e irreversibili. Se fosse continuata, la suocera di Pietro sarebbe certamente morta. La febbre è un malessere facilmente riscontrabile, ma difficilmente curabile se non se ne conoscono le cause. Si tratta di un sintomo, un’alterazione della temperatura corporea, che denuncia un’infezione in corso. Molte sono le persone che soffrono di una “febbre dell'anima”. È forse il tuo caso? Sappi che la Grazia di Dio non si limita a rimuovere il sintomo; il Suo tocco può giungere alla causa, se glielo permettiamo. Gesù purifica da ogni peccato che spegne la vitalità spirituale, impedendoci di servirLo e di godere la gioia della Sua presenza. Soltanto il Redentore può guarire dalla “febbre” che colpisce tante anime. Il Medico Divino vuole curare la tua anima dall’infezione spirituale che ha contagiato e aggredito la tua vita. Il Suo perdono è ciò che serve per cancellare i tuoi peccati e risollevarti da ogni debolezza morale. Afferra la mano di Cristo stesa verso te. Lasciati toccare dal Signore ed Egli opererà profondamente nel tuo cuore.
Ciò dunque che voi adorate senza conoscerlo, io ve lo annuncio (Atti 17:23)
LA RIVELAZIONE DI DIO
Dio resterebbe certamente sconosciuto alla mente umana, se Egli, scegliendo di farsi conoscere, non si rivelasse mediante le Scritture da Lui ispirate. Si, il Creatore è oltre tutto ciò che è umano e terreno, infatti: "Non abita in templi fatti d’opera di mano" (v. 24) eppure Egli si è rivelato ed ha mandato il Suo Unigenito Figlio: "Venuto per cercare e salvare ciò che era perito" (Luca 19:10). Dio non si manifesta con prodigi gratuiti, fenomeni da baraccone per accontentare la profana curiosità delle persone. Egli si è sempre rivelato a coloro che intendevano adorarlo con la loro intera vita. L’Evangelo ti offre l’opportunità di incontrare Dio personalmente, di conoscerlo per glorificarlo, in modo da non offendere le perfezioni della Sua Persona e da trarne un’ineffabile soddisfazione spirituale che ricolmi la tua anima.