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la meditazione del giorno

MEDITAZIONE GIORNALIERA

tratta dal calendario "Parole di Vita". Buona meditazione.

Egli sfuggì (Genesi 39:12)

VINCERE LA TENTAZIONE (3)

La Bibbia dice: “Giuseppe era avvenente e di bell’aspetto. Dopo queste cose, la moglie del padrone di Giuseppe gli mise gli occhi addosso e disse: “Unisciti a me!”, ma egli rifiutò e disse alla moglie del suo padrone: "Ecco, il mio padrone non mi chiede conto di quanto è nella casa e mi ha affidato tutto quello che ha. In questa casa egli stesso non è più grande di me e nulla mi ha vietato, se non te, perché sei sua moglie. Come dunque potrei fare questo gran male e peccare contro Dio?” Benché lei gliene parlasse ogni giorno, Giuseppe non acconsentì ad unirsi né a stare con lei. Un giorno egli entrò in casa per fare il suo lavoro; lì non c’era nessuno della gente di casa; allora lei lo afferrò per la veste e gli disse: “Unisciti a me!” ma egli le lasciò in mano la veste e fuggì” (vv 6-12). Notate le parole “benché lei gliene parlasse ogni giorno”. La tentazione per Giuseppe continuava ad esserci ogni volta che era vicino alla moglie di Potifar, e continuava ad esserci ogni volta che era in un determinato luogo: la casa di Potifar, quindi fuggì. Non per debolezza, ma per saggezza. Egli capì che se lasci che la tentazione ti circondi troppo a lungo, stai giocando con il fuoco e ti stai per bruciare. Quindi, quali persone e quali luoghi devi evitare? Quali sono le fonti delle tue tentazioni che devi togliere dalla tua vita per vivere vittoriosamente? Una vecchia canzone di Kenny Rogers dice così: “Devi sapere quando tenere, quando lasciare, devi sapere quando andartene e quando correre”. Dio non è disonorato quando fuggi dalla tentazione, ma tu lo sei quando non lo fai.

Io vi ho dato... (Luca 10:19)

VINCERE LA TENTAZIONE (2)

Ecco un piano per la vittoria: 1) Non importa quanto spesso cadi, rialzati sempre! “Perché il giusto cade sette volte e si rialza, ma gli empi sono travolti dalla sventura”.(Proverbi 24:16). Diventare spiritualmente maturi, è un processo che dura una vita. Accade ogni volta che ti rivolgi a Dio nella debolezza e Gli permetti di fare per te ciò che tu non riesci a fare. 2) Non negarla, affrontala. “Il Signore è vicino a quelli che hanno il cuore afflitto, salva gli umili di spirito”.(Salmi 34:18). Dio risponde sempre con grazia ad un cuore pentito. Ti verrà incontro nel tuo momento peggiore, ti guiderà attraverso la valle del rimpianto e del rimorso, e te ne porterà fuori rendendoti più forte. 3) Scrivi ciò che hai imparato attraverso la tentazione. Riflettendoci sopra, vedrai ciò che deve essere "...trasformato mediante il rinnovamento della vostra mente..." (Romani 12:2). Assicurati di scrivere le nuove abitudini che vuoi far entrare nella tua vita: preghiera, responsabilità verso un amico, lettura della Bibbia e memorizzazione, identificare i punti deboli, guardarti in maniera più attenta. 4) Fai tesoro di ciò che hai imparato. Gesù disse a Pietro: “Satana ha chiesto di vagliarvi come si vaglia il grano, ma io ho pregato per te, affinché la tua fede non venga meno; e tu, quando sarai convertito, fortifica i tuoi fratelli” (Luca 22:31-32). Fai che oggi sia un nuovo inizio, usando ciò che hai imparato non solamente per evitare di cadere ancora, ma per aiutare gli altri ad affrontare la tentazione. 5) Credi di poter camminare vittorioso. Gesù disse: “Vi ho dato il potere (fisico e mentale) su tutta la potenza del nemico. “Abbandona la tua abitudine di dire "lo non posso” e lasciati attrarre dalla forza di Dio oggi stesso.

...noi non sappiamo che fare, ma gli occhi nostri sono su di te (2° Cronache 20:12)

VINCERE LA TENTAZIONE (1)

Quando Gesù disse a Pietro che presto lo avrebbe rinnegato,Pietro si vantò “Altri lo farebbero, ma non io!”. Eppure, poche ore dopo, rinnegò perfino di conoscere Gesù. Può succedere ad ognuno di noi. La Bibbia dice: “...ognuno è tentato dalla propria concupiscenza che lo attrae e lo seduce”(Giacomo 1:14). Ognuno di noi ha un’area in cui è più vulnerabile, che se non è controllata dal carattere e dall’impegno, ha il potere di sconfiggere o addirittura distruggerci. Cosa possiamo farci? 1) Riconoscerla. Prima di cedere alla tentazione, solitamente, si attraversano alcune fasi. Tralasciando la preghiera e la lettura della Bibbia diventi indifferente a Dio, insensibile al pericolo e improvvisamente ti trovi attratto come una falena su una fiamma. Poi cominci a razionalizzare la tua disobbedienza e pensi “Non lo sa nessuno, che male può fare?” E più metti a tacere la voce della tua coscienza, più i tuoi appetiti carnali si rinforzano. Poi ti circondi di persone che fanno la stessa cosa, o che non ci badano e si voltano dall’altra parte. Gesù disse: “Vegliate e pregate, affinché non cadiate in tentazione...” (Marco 14:38). Pregate per avere la forza prima che la tentazione arrivi! 2) Chiedere aiuto. Quando Giosafat si trovò davanti un nemico troppo grande da affrontare da solo, egli pregò: “Siamo senza forza di fronte a questa gran moltitudine che avanza contro di noi; noi non sappiamo che fare, ma gli occhi nostri sono su di te!”. Giosafat sapeva che non aveva nessuna possibilità contro il nemico, ma sapeva dove andare a chiedere aiuto. Qual è il segreto per vincere? Conta meno su di te e di più su Dio!

E Giuda, il traditore, prese a dire: «Sono forse io, Rabbì?» e Gesù a lui: «Lo hai detto» (Matteo 26:25)

SEI TU?

In un sermone sull’impegno per Cristo, il grande predicatore Charles Spurgeon disse: “Ho conosciuto alcuni che predicavano il Vangelo con potenza, ma vivevano completamente privi di essa. Ho conosciuto altri che svolgevano le funzioni di diacono e di anziano con notevole impegno e che hanno poi ceduto alle loro passioni malvagie. Pensavo che alcuni di loro fossero tra gli uomini più santi. Mentre pregavano sono stato elevato fino alle porte del cielo; se qualcuno avesse detto che, uno di loro un giorno, avrebbe commesso un peccato grave, non ci avrei creduto. Lo avrei piuttosto creduto di me stesso. Coloro che sembravano più forti di noi sono caduti, quindi perché noi no? I discepoli del Signore, che sedevano a tavola con lui, quando fu loro detto che uno di loro avrebbe tradito il maestro, domandarono uno alla volta: “Signore, sono io?” Nemmeno uno chiese: “Signore, è Giuda?”. Probabilmente nessuno di loro sospettava di lui. E può darsi che il peggior ipocrita in questa assemblea sia colui sul quale non esiste in questo momento nemmeno l’ombra di un sospetto. Ha imparato a recitare così bene la sua parte che il suo vero carattere non è ancora stato scoperto”. Se queste parole ti toccano da vicino, per trovare ristoro, non aspettare, ma piuttosto corri ai piedi della croce, oggi! Corri a Colui che, conoscendo pienamente le tue lotte e le tue tentazioni, ti ama incondizionatamente; Colui il cui sangue ti purifica dal peccato, la cui grazia è in grado di sollevare e sostenerti e la cui potenza può aiutarti a vivere una vita vittoriosa.

Colui che compie ogni cosa secondo la decisione della propria volontà (Efesini 1:11)

LA TUA CARTINA PERSONALIZZATA

La Bibbia dice da prima che tu nascessi: "Erano tutti scritti i giorni che m’eran destinati, quando nessuno d'essi era sorto ancora" (Salmo 139:16). Dio ha personalizzato una cartina per la tua vita "secondo la decisione della propria volontà", ed è tuo dovere scoprirla e percorrerla per i suoi confini. Un pastore stimato ha detto: "Potresti conoscere la tua destinazione finale, ma serviranno indicazioni per raggiungerla. Prima di tutto e principalmente, "La parola di Dio è una lampada al tuo piede e una luce sul tuo sentiero" (Salmo 119:105). Lui ha una visione più ampia... vede scorciatoie e insidie...lo Spirito Santo vive dentro di te ed è Egli stesso che ti porterà sulla carreggiata". Medita queste Scritture e fanne la tua preghiera: "Siamo opera Sua, essendo stati creati in Cristo Gesù per fare le opere buone, che Dio ha precedentemente preparate affinché le pratichiamo" (Efesini 2:10). "I passi dell'onesto sono guidati dal Signore; Egli gradisce le sue vie" (Salmo 37:23). "Tu hai allargato la via davanti al miei passi e i miei piedi non hanno vacillato" (Salmo 18:36). "RiconosciLo in tutte le tue vie ed Egli appianerà i tuoi sentieri" (Proverbi 3:6). "Quando andrete a destra o quando andrete a sinistra, le tue orecchie udranno dietro a te una voce che dirà: "Questa è la via; camminate per essa!" (Isaia 30:21). Alla fine della sua vita Paolo poté affermare, "Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho conservato la fede" (2 Timoteo 4:7). Paolo dovette "combattere" per non uscire dalla corsa, ma per la grazia di Dio ci riuscì... e ci riuscirai anche tu!

I figli che Dio si è compiaciuto di dare al tuo servo (Genesi 33:5)

PADRE, CUSTODISCI I TUOI FIGLI

Viviamo in tempi in cui ai figli viene dato più di quanto desiderano e meno di ciò che necessitano, ma di cosa hanno bisogno? Di te! Non di gingilli, tesori e giocattoli, ma del tuo amore e del tuo tempo.Dal notiziario Newsweek intitolato, “Cari padri, salvate i vostri figli”, scritto dallo psicologo Christopher Bacorn. Egli racconta di una madre ansiosa di circa trentacinque anni che si recò un giorno nel suo studio col figlio quindicenne. Il padre del ragazzo li aveva lasciati quattro anni prima e da allora il giovane adolescente era caduto nell’alcolismo, nella violenza e iniziò a far parte di una gang. La madre non sapeva più che fare. Dopo aver tentato per trenta minuti di rompere la fortezza d’acciaio del suo cuore, il Dr. Bacorn realizzò la futilità di tutto quanto. Scrisse queste tristi e affliggenti parole: “Sono arrivato a credere che la maggior parte dei ragazzi adolescenti non possa avvalersi di consigli professionali... quello di cui invece un ragazzo ha più bisogno è la compagnia di uomini o, se non altro, di un uomo che si curi di lui, che passi del tempo con lui, che lo ammiri; non ha bisogno di guardare uno strizzacervelli. Come nazione siamo tormentati dalla violenza giovanile, invasi da gangs, pistole e droghe. La maggior parte dei delinquenti giovani sono maschi, il più delle volte senza padri coinvolti nelle loro vite”. In Genesi leggiamo che Giacobbe era un imprenditore di successo, ma scoprì che il suo tesoro più grande in terra erano “I figli che Dio si è compiaciuto di dare al suo servo”. Papà, hai fatto anche tu questa scoperta?

Non amiamo a parole nè con la lingua, ma con i fatti e in verità (1° Giovanni 3:18)

COME MIGLIORARE LE TUE RELAZIONI

Ecco cinque modi scritturali per migliorare la qualità delle tue relazioni: 1) Mostra sempre apprezzamento. Chi sono le persone che contano veramente nella tua vita? Fai sapere loro che li ami, fallo spesso. Pratica la regola del dieci-a-uno: dieci complimenti per ogni critica! Molti di noi pensano che il modo migliore per aiutare le persone sia quello di “raddrizzarli”. No, il modo migliore per aiutare gli altri è quello di cercare il meglio in loro. Il Dr. John Maxwell lo chiama “il principio del 101 per cento”. Cerca una cosa che ammiri in qualcuno e poi dai loro il 100 per cento di incoraggiamento. Questo ti aiuterà ad apprezzarli, e viceversa. 2) Metti gli altri per primi. “Servendo con benevolenza, come se serviste il Signore e non gli uomini”(Efesini 6:7). Se adotti questa mentalità nei tuoi rapporti con gli altri, andrai lontano nella vita. 3) Servi gli altri con gioia. Parlando di quanto sia difficile assumere e formare le persone, un dirigente di una compagnia aerea disse: “Il servizio è l’unica cosa che dobbiamo vendere, ma è la cosa più difficile da insegnare perché nessuno vuole essere considerato come un servo”. 4) Perdona, risolvi e passa oltre. Se qualcuno ti ha fatto del male e tu hai bisogno di affrontare il problema, fallo subito. Poi perdona, sistema, e vai oltre. E se non vale la pena discutere, dimentica e vai avanti. 5) Trova il tempo per le persone che contano.Non dedicare così tanta energia a “chi strilla di più” da trascurare le persone che contano di più nella tua vita.

Noi dunque ricostruimmo le mura... e il popolo aveva preso a cuore il lavoro (Neemia 4:6)

PREPARATI!

Per avere successo, Neemia aveva bisogno del favore del suo superiore, il re. Così pregò affinché questo potente sovrano pagano finanziasse la ricostruzione delle mura di Gerusalemme. Fu una preghiera audace e non ottenne subito una risposta. Ma Neemia non rimase ad aspettare. Nel frattempo escogitò un piano, riunì una squadra e pianificò una data per iniziare il lavoro. In questo modo quando il re disse di sì, egli era pronto a muoversi. Alcune persone pensano: se Dio ha intenzione di fare qualcosa, perché dovremmo agire noi? Poi ci sono quelli che pensano di non aver assolutamente bisogno di Dio, quindi cercano di fare tutto da soli. Ma entrambi gli estremi sono sbagliati. A volte Dio deve bilanciare quello che sta facendo nella tua vita con quello che sta facendo nella vita di qualcun altro, in questo modo "Tutte le cose cooperano al bene” (Romani 8:28). Nel caso di Neemia, l’attesa di una lettera di autorizzazione da parte del re e del finanziamento per il progetto fu come attendere una concessione dal governo, ci può volere del tempo. Ma la Bibbia dice: “Il cuore del re, nella mano del SIGNORE, è come un corso d’acqua; egli lo dirige dovunque gli piace”.(Proverbi 21: 1). Neemia manifestò una grande fiducia nella volontà di Dio di provvedere. Comprese anche che, mentre stava aspettando, era sua responsabilità preparare e sistemare le cose in modo che quando Dio gli avesse dato il via libera, potesse essere pronto a muoversi. Esercitò la fede e la saggezza. Sapeva che non poteva fare la parte di Dio e che Dio non avrebbe fatto la sua. Così la parola per te oggi è: preparati!

Consolatevi dunque gli uni gli altri con queste parole (1° Tessalonicesi 4:18)

LA CURA DEL PROSSIMO (2)

Il professore Tony Campolo volendo partecipare al funerale di un conoscente per sbaglio andò a finire in un’altra camera mortuaria. Il corpo dell'anziano signore giaceva disteso e l’unica persona presente a rendergli cordoglio era la moglie vedova. Sembrava così sola, Campolo rimase per il funerale e la accompagnò al cimitero. Al termine della funzione, mentre stavano per andarsene, Campolo confessò che non aveva mai conosciuto prima il marito della signora. “L’avevo intuito”, rispose lei. “Non ti avevo riconosciuto, ma non importa. Non potrai mai capire quanto questo abbia significato per me”. Philip Yancey scrive: “La semplice disponibilità è il mezzo più potente con il quale possiamo contribuire... disprezziamo ragionevolmente i tre amici di Giobbe per la loro insensibilità in risposta alla sua sofferenza... ma leggi ancora questo passo: “Rimasero seduti per terra, presso di lui, sette giorni e sette notti; nessuno di loro gli disse parola”... questi furono i momenti più eloquenti che passarono con lui”. Indietreggio istintivamente dalle persone nel dolore. Chissà se vogliono parlare della loro situazione o no? Vogliono essere consolate o allietate? Quale bene potrebbe procurare la mia presenza? Nella mia mente balzano tutti questi ragionamenti e mi ritrovo col fare la peggior cosa possibile: resto lontano... Nessuno presenta il nome di un filosofo quando chiedo: “Chi ti ha aiutato di più?” La maggior parte delle volte essi descrivono una persona tranquilla e senza pretese... che era lì... che ascoltava di più e parlava di meno, che non dava ripetute occhiate all’orologio, che abbracciava e piangeva... qualcuno che era disponibile andando incontro alle esigenze del sofferente... non alle proprie". Questa è la cura del prossimo.

Dio... ci consola in ogni nostra afflizione, affinché... possiamo consolare (2° Corinzi 1:3-4)

LA CURA DEL PROSSIMO (1)

Anni fa una signora visitò un orfanotrofio e chiese alla direttrice: “C’è un bambino che nessuno si è ancora offerto di adottare?”, la direttrice rispose: “Sì, c’è. È una bambina di dieci anni, non di bell’aspetto e ha anche una gobba”. La signora allora rispose: “È questa la bambina che voglio!”. Trentacinque anni dopo, il direttore dei Dipartimento d’ispezione dell’Orfanotrofio dell’Iowa sottopose il seguente responso sull’andamento dell’istituto: “Questa casa è eccezionale. È pulita, il cibo è buono, i bambini sono ben curati e l’atmosfera che si respira è la migliore che abbia mai provato prima. La direttrice, Mercy Goodfaith, ha un’anima che trabocca d’amore; ha occhi così belli, avevo dimenticato quanto fosse famigliare il suo viso...o che avesse una gobba”. Proprio perché una Buona Samaritana ha avuto il coraggio di amare e crescere una piccola bambina di cui a nessuno importava, Mercy Goodfaith ha condiviso lo stesso amore con centinaia di altri orfani. Paolo scrive: “Dio...ci consola in ogni nostra afflizione, affinché...possiamo consolare quelli che si trovano in qualunque afflizione" e Billy Graham aggiunge: “Chi più ha sofferto, più è capace di dar conforto agli altri... di entrare in empatia con le loro afflizioni, conseguenza di ciò che hanno vissuto”.Le nostre sofferenze potranno esser difficili da sopportare, ma il nostro obiettivo dovrebbe essere quello di imparare tutto quel che possiamo da ciò che siamo chiamati a sopportare, in modo da adempiere al servizio di “cura delle anime”, come Gesù ha fatto. “Infatti, poiché Egli stesso ha sofferto la tentazione, può venire in aiuto di quelli che sono tentati” (Ebrei 2:18). Il sofferente diviene il consolatore nel servizio del Signore”.

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