...Egli ...è il principio... (Colossesi 118)
TU PUOI PORTARE LA PRESENZA DI DIO CON TE (3)
L’Arca del Patto è menzionata, secondo la versione usata, circa 185 volte nelle Sacre Scritture, pertanto, per giustificare tanti riferimenti, deve rivestire un ruolo assolutamente importante. Ogni attività all’esterno del cortile o all’interno del tabernacolo aveva uno scopo ben preciso: preparare e introdurre nel luogo Santissimo alla presenza dell'Iddio vivente. I simboli del Vecchio Testamento, come l’Arca, per esempio, sono specifiche illustrazioni di realtà neotestamentarie. A questo proposito, l’Arca, essendo l’oggetto più importante posto all'interno del tabernacolo, rappresentava l’immagine di quel Gesù che tanto amiamo e serviamo. Egli è il Signore, il supremo e nessuno è pari a Lui. Egli è l’unico degno di tutta la nostra lode! Paolo, parlando del primato di Cristo, così scrive ai fedeli della città di Colosse: “Egli è l'immagine del Dio invisibile, il primogenito di ogni creatura, poiché in lui sono state create tutte le cose che sono nei cieli e sulla terra, le visibili e le invisibili, troni, signorìe, principati, potenze. Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui. Egli è prima di ogni cosa e tutte le cose sussistono in lui. Egli è il capo del corpo, cioè della chiesa; è Lui il principio, il primogenito dai morti, affinché in ogni cosa abbia il primato. Poiché al Padre piacque di far abitare in lui tutta la pienezza e di riconciliare con sé tutte le cose per mezzo di lui, avendo fatto la pace mediante il sangue della sua croce...” (Colossesi 1:15-20). Qualora la tua fede fosse "focalizzata esclusivamente su te stesso”, non potrai percorrere molta strada con Dio, ma se il tuo credo sincero sarà “centrato unicamente su Cristo”, allora ogni benedizione che Egli possiede in cielo, sarà messa a tua completa disposizione qui sulla terra. Pensaci e allora capirai!
...Io sono il Signore, il tuo Dio... che ti guida... (Isaia 48:17)
TU PUOI PORTARE LA PRESENZA DI DIO CON TE (2)
L’Arca del Patto rappresentava tre cose per il popolo d'Israele, tre elementi che, anche tu, dovrai dimostrare di ottenere nella tua vita. Osserviamoli singolarmente: 1) Vittoria. Quando il popolo di Dio andava in battaglia, doveva apparire alquanto strano agli occhi dei suoi nemici, poiché i sacerdoti che trasportavano l’Arca camminavano precedendo l’esercito. Molto probabilmente, nel vedere questa scena, i nemici sogghignavano e li burlavano, dicendo: "Ma che cosa fanno? Che ha di tanto speciale quella scatola?’’ Dopo aver subìto, però, una serie di sconfitte cocenti e clamorose, compresero di non aver combattuto contro uomini ma contro Dio. Nel momento in cui sarai in pace con il Signore, Egli camminerà davanti a te e combatterà le tue battaglie. La cosa più rassicurante, però, sarà sapere che finora Dio non è mai stato sconfitto. 2) Guida. Quando gli Israeliti avevano bisogno di imboccare una nuova direzione, Dio parlava loro nel tabernacolo, dove si trovava l’Arca. Essi scoprirono ciò che anche tu conoscerai nel tempo, quando ricercherai la volontà del Signore e ascolterai la Sua voce. Di certo non sbaglierai perché la Sua guida è infallibile: ‘‘...«lo sono il SIGNORE, il tuo Dio, ...che ti guida per la via che devi seguire...»’’ (Isaia 48:17). 3) Prosperità. Questo termine significa semplicemente “avere quanto è sufficiente per compiere la Sua volontà” e, in effetti, questo è quanto Dio ritiene che tu abbia bisogno, né più, né meno. L’arca fu lasciata per un periodo di tre mesi nella casa di un uomo di nome Obed-Edom e tutto ciò che questi possedeva fu largamente benedetto e moltiplicato (cfr.2 Samuele 6:10-12). Ti serve, forse, vincere alcune battaglie, una guida più sicura o una maggiore prosperità? Spendi del tempo con Dio e porta la Sua presenza con te, ovunque tu vada.
Le stanghe... non ne saranno sfilate (Esodo 25:15)
TU PUOI PORTARE LA PRESENZA DI DIO CON TE (1)
L’Arca del Patto rappresentava la presenza di Dio in mezzo al Suo popolo. Quando i Filistei ne presero possesso, furono colpiti da malattie tremende e nel momento in cui la collocarono nel tempio, il loro dio Dagon crollò al suolo (cfr. 1 Samuele 5). Qual è la morale di quest'evento? Non è possibile prendersi gioco delle cose di Dio! Quand’anche tu non fossi pronto a servirLo, per lo meno sii saggio e mostraGli rispetto. Quando Israele sconfisse i Filistei, Davide decise di prendere l'arca, simbolo della presenza divina, e portarla a Gerusalemme. Quando Dio la progettò, fece mettere degli anelli ai suoi lati affinché vi potessero passare delle stanghe adatte a sostenerla e a portarla a spalle da dei sacerdoti particolarmente istruiti a questo specifico compito. Qualcuno, però, pensò di risolvere la cosa in un modo migliore ponendola su un carro nuovo trainato da buoi. Non fu certo una buona idea perché, da quel momento, tutto iniziò ad andare per il verso sbagliato. Quando l'Arca, spostandosi, cominciò a scivolare dal carretto, uno dei presenti, in buona fede, si accostò per rimetterla a posto, causando, però, la propria morte per averla toccata! Spontaneamente dirai: "È una reazione esagerata!’’. Da questo fatto possiamo trarre una lezione per quanti vogliono "impacchettare” la presenza di Dio, “venderla'’ o "spostarla inopportunamente”. Chi è qualificato a "portare” la presenza del Signore? Solo i credenti-sacerdoti purificati dal sangue dell’Agnello, lavati dalla Parola di Dio, in comunione alla Sua mensa, quanti Lo adorano all’altare d'incenso e camminano alla luce della verità rappresentata dal candelabro a sette braccia. Via, dunque, i "carretti” moderni! “...Il Signore aggiungeva... alla loro comunità...” (Atti 2:47). Volendo "portare” la presenza di Dio e edificare la chiesa, dobbiamo farlo solo a modo Suo.
Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura... (2° Corinzi 5:17)
LA GRAZIA A CASA (2)
Ecco gli altri tre importanti passi che ti aiuteranno a trattare il tuo coniuge con grazia: 2) Osservalo come Dio vuole che sia. Concentrarti sui suoi difetti non aiuta entrambi. I Farisei videro solo il lato peggiore nella donna colta in adulterio. Gesù non minimizzò il suo peccato, ma scelse di vedere le potenzialità che avrebbe potuto offrire per mezzo della grazia. ’’«[Non] ti condanno; va e d’ora in poi non peccare più»" (Giovanni 8:11). L’amore ti offre la capacità di guardare oltre le fastidiose caratteristiche del tuo compagno e di lavorare insieme al Signore per aiutarlo a diventare quella “nuova creatura" che Lui ha chiamato a essere. 3) Onoralo. Troppo spesso cerchiamo di idealizzare il nostro coniuge. Ci risentiamo e pretendiamo che cambi, che veda le cose a modo nostro, che operi secondo le nostre attese e qualora non lo facesse, pensiamo che sia uno sconsiderato, che non sappia amare e perfino che non sia un credente. La grazia non opera così! Capisce, accetta, perdona e lascia che sia Dio a cambiare le persone. Prova a ragionare: “Sì, questa cosa mi dà veramente fastidio, ma mi chiedo che cosa il Signore stia cercando di fare nella sua vita!”. Fai un passo indietro, amalo, accettalo e permetti a Dio di operare in lui. 4) Perdonalo. Il tuo partner, ogni tanto, t’irriterà per il suo modo di fare. Considera che siamo tutti diversi: lei pensa di essere meticolosa mentre lui la ritiene cavillosa; lui crede di essere tranquillo lei, invece, pensa che sia pigro. Noi interpretiamo l'immagine che abbiamo di noi stessi e questo cambierà solo quando sarà Dio a mutarla! Riconosci la tua intolleranza e perdona il comportamento irritante del tuo coniuge ancor prima che lo rifaccia.Questo si chiama "perdono anticipato” ed è il tipo di amore che rifiuta il risentimento, pietra d’inciampo per tutti i matrimoni!
...ma dove il peccato è abbondato, la grazia è sovrabbondata... (Romani 5:20)
LA GRAZIA A CASA (1)
Nel matrimonio il tatto è indispensabile. Spesso anche nei migliori rapporti accadono cose che causano incomprensioni e sofferenze. Parlando del proprio matrimonio, il terapista Michael Sytsma racconta: "Prima di sposarmi, Dio parlò al mio cuore così: «Mike, purtroppo alcuni lati del tuo carattere sono piuttosto spigolosi. Per aiutarti ad assomigliare a Cristo, ti affianco Karen. Questo dovrebbe aiutarti». Così permisi a questa meravigliosa ragazza di entrare... nella mia vita per identificare le mie mancanze. Volete sapere come reagivo quando evidenziava un mio difetto? Non mostravo alcuna gratitudine! Al contrario, ribattevo: "Come ti permetti di criticarmi in questo modo? Chi ti credi di essere?''. Dopodiché, avevo l’opportunità di negare i miei sentimenti o prenderli in esame e maturare. Similmente, anche Karen poteva offendersi e serbare rancore, oppure concedere un armistizio e perdonare. Ora, prova a immaginare un matrimonio benedetto dalla grazia: un coniuge che reca gioia, piacere, dolcezza, parole gentili e favore. Mia moglie lo fa! lo, invece, ci sto ancora lavorando!’’. Ecco il primo di quattro modi per mostrare delicatezza verso il tuo compagno: 1 ) Prova a osservarlo con altri occhi. Concentrati sulle cose positive. Qualora pensassi che sia testardo, non è facile dimostrargli amore, ma se eserciti la gentilezza e scegli di vederlo persistente e tenace, sarà molto più facile amarlo. Nel caso fosse disorganizzato, con garbo potrai scegliere di vederlo come una persona spontanea, creativa, flessibile o persino veramente disponibile, "...tutte le cose pure, tutte le cose amabili, tutte le cose di buona fama, quelle in cui è qualche virtù e qualche lode, siano oggetto dei vostri pensieri” (Filippesi 4:8). Le persone, solitamente, cercano di vivere l’immagine che hai di loro!
La lingua che calma è un albero di vita... (Proverbi 15:4)
PRONUNCIARE PAROLE DI VITA
Giacomo, esortando i fratelli su come mettere in pratica la parola di Dio, scrisse: “Se uno pensa di essere religioso, ma poi non tiene a freno la sua lingua e inganna se stesso, la sua religione è vana” (Giacomo 1:26). Un poeta si espresse così: “Ah! Dico ciò che non dovrei; voglio solo che mi ascoltino, altrimenti non mi permetterei di dirlo. Parlo molto, so di sbagliare; il problema è che la mia lingua è troppo lunga!". Letto questo, come possiamo controllare l'inclinazione negativa di questo importante ma terribile organo? Usandolo in modo positivo. Come? 1) Incoraggiando! "La lingua che calma è un albero di vita”. Le tue parole possono suscitare ragioni per vivere a chi è senza speranza, a motivare una persona cara, gravemente ammalata, a combattere la malattia e guarire. Dio ha, in prima linea, persone che possono incoraggiare quanti si sentono sconfitti, disperati e depressi! 2) Dichiarando la verità con amore. Spesso affermare la verità è molto duro, ma la vera amicizia richiede anche il saper dire cose difficili. “Chi ama ferisce, ma rimane fedele; chi odia dà abbondanza di baci” (Proverbi 27:6). La verità, detta con amore, può aiutare a riconoscere e abbandonare le proprie illusioni, cambiare le convinzioni errate e limitare l'inflessibilità per gestire una vita libera e produttiva (cfr. Giovanni 8:32). 3) Chiedendo a Dio le parole giuste. "Le labbra del giusto conoscono ciò che è gradito..." (Proverbi 10:32). Come puoi sapere quali siano le parole che saranno accettate? Lascia che Dio sia la tua guida. 4) Facendo in modo che le tue parole portino gioia di vivere. “L’insegnamento del saggio è una fonte di vita per schivare le insidie della morte” (Proverbi 13:14). Molto spesso le persone che incontri hanno un grande bisogno di sentire ciò che può portarle dalla morte spirituale alla vita eterna. Perché non pronunciarle già da oggi?
...le ricchezze non durano sempre, e neanche una corona dura di epoca in epoca (Proverbi 27:24)
DOV'È LA TUA SICUREZZA ECONOMICA?
Una grande compagnia di assicurazioni si pubblicizza definendosi “La Roccia”, fondamenta per la nostra sicurezza economica. Ricordi quando confidavamo in questi slogan? Ora non più! L’incertezza economica caratterizza il mondo in cui viviamo. Le banche dichiarano bancarotta, gli investimenti crollano, le multinazionali si ridimensionano, le code dei disoccupati si allungano e chi ha un lavoro teme di perderlo. Per i giovani, la soddisfazione della laurea ottenuta, si muta in stress a causa dei debiti universitari e del calo della domanda sul mercato. Molti anziani stanno rinunciando ai sogni da realizzare una volta andati in pensione, per adeguarsi alla nuova realtà del ventunesimo secolo: lavorare fino all’ultimo respiro. In tempi simili, a chi ci si può rivolgere? Ai politici? Agli esperti di finanze che ci spiegano come realizzare guadagni velocemente e senza rischi? La Bibbia afferma: "... le ricchezze non durano sempre, e neanche una corona [il governo umano] dura di epoca in epoca” (Proverbi 27:24). Qual è dunque la risposta? Volgiti all’unica sicura fonte affidabile: Dio! Nel Suo regno, la crisi finanziaria non esiste! Israele ebbe fame e sete, gridò a Lui ed Egli mandò la manna dal cielo e l’acqua dalla roccia. Mandò i corvi a sostentare Elia, moltiplicò l’olio e la farina per la povera vedova e sfamò cinquemila persone con il pasto di un ragazzo consistente in cinque pani e due pesci. Egli ora ci chiede: “...c’è forse qualcosa di troppo difficile per me?” (Geremia 32:27). No! Perciò: 1) Confida in Dio, sapendo che Egli provvederà ai tuoi bisogni. 2) Metti in atto quanto Lui ti comanda. 3) Credi nella Sua fedeltà. “Gli agnelli ti danno da vestire, i becchi di che comprarti un campo, e il latte delle capre basta a nutrire te, a nutrire la tua famiglia..." (Proverbi 27:26-27).
A essere rinnovati... nello spirito della vostra mente (Efesini 4:23)
LIBERATI DELLA "CIANFRUSAGLIA"
Nel vendere una casa, è un sollievo liberarsi delle tante cose accumulate negli anni e ci si domanda come sia stato possibile vivere con un simile peso. Lo stesso è per la “cianfrusaglia” mentale. don Gordon afferma: "Riempiamo le nostre menti con pensieri che non ci permettono di progredire; abitudini che ci limitano; distrazioni che ci sviano; persone negative che ci consumano; paure che ci paralizzano e attività perditempo che compromettono la nostra produttività. Sprechiamo tempo ed energie in cose che non sono importanti, per venire meno, poi, in quelle che contano. Ci saturiamo di energie negative e non lasciamo spazio per quanto, al contrario, è positivo". Paolo scrive: “...avete imparato... a spogliarvi del vecchio uomo... a essere invece rinnovati nello spirito della vostra mente (vv. 22-23). La “cianfrusaglia” di cui ti devi liberare è: credere di essere solo; cercare di accontentare tutti; sentirti insicuro; scarsa autostima; voler piacere a ogni costo; trarre conclusioni prima di conoscere i fatti; pensare di avere sempre ragione; rivangare gli errori passati; supporre l’esito delle cose; aver bisogno di tutte le risposte; credere di perdere i ricordi liberandoti di alcuni oggetti; tormentarti per non aver raggiunto il successo; circondarti di persone che rivangano solo gli eventi negativi; fare costantemente confronti; vedere la vita come un film piuttosto che viverla nella sua realtà; pensare che i giorni migliori siano ormai passati; vivere nell’ansia di attendere sempre il momento più propizio; temere di scadere in brutte figure; giudicare le persone secondo gli stereotipi dettati dall'ambiente sociale... e qualsiasi altra cosa che non desideri trasmettere ai tuoi figli. Come liberarsi di tutta questa spazzatura? Semplice! Siate "rinnovati nello spirito della vostra mente".
...ricuperando il tempo... (Efesini 5:16)
COME CRESCONO IN FRETTA!
Ti ricordi quando non vedevi l’ora che i tuoi figli crescessero? Tutto a un tratto, ti sorprendi nel vedere come questo stia accadendo velocemente. Ben presto, se ne andranno di casa, lasciando un desolante silenzio. Bob Benson descrive questo momento in modo commovente: "Quando rientro a casa, passo davanti a tante costruzioni, alcune belle, altre invitanti. Il mio cuore sobbalza però, ogni qualvolta i miei occhi si posano sulla mia, annidata là, in cima alla collina. Sono particolarmente orgoglioso del nostro nido perché l'ho progettato io stesso. Inizialmente era abbastanza spazioso. Aveva uno studio, dove ora, invece, risiedono due vivaci adolescenti; una camera per gli ospiti occupata da mia figlia e dalle sue nove bambole; una stanza che mia moglie Peg sperava di trasformare in sartoria ma che altri due ragazzini, oltremodo esuberanti, reclamano, invece, di loro proprietà. A ben vedere, ora non sembra più il lavoro di un bravo architetto, ma un giorno la casa tornerà nuovamente a essere grande. Uno a uno i ragazzi se ne andranno e saranno occupati dall’università, dal lavoro, dai loro impegni di servizio e, infine, dalle loro nuove famiglie. Alla fine ci sarà nuovamente tanto spazio: una camera per gli ospiti, una stanza per il cucito e uno studio, solo per noi due. Tuttavia, non sarà vuota: ogni angolo di ciascuna stanza sarà ricco di ricordi: memorie di picnic, celebrazioni, compleanni, notti trascorse in bianco... camminate a piedi nudi, vacanze, gatti, cani, occhi neri... lauree, primi appuntamenti, litigi, giochi e... migliaia di altre cose che riempiono la vita di quanti allevano cinque figli. Peg e io, allora, ci siederemo silenziosamente vicino al caminetto ad ascoltare le risate provenienti dai muri”. L'infanzia e la giovinezza evaporano rapidamente, perciò riempile di dolci e meravigliosi ricordi duraturi.
Io ti celebrerò perché sono stato fatto in modo stupendo. Meravigliose sono le tue opere... (Salmo 139:14)
SPECCHIO, SPECCHIO DELLE MIE BRAME (2)
Giunti a questo punto, come dovremmo considerare il ruolo giocato dall’aspetto fisico? 1) Con gratitudine. Ringrazia sempre il Signore perché ti ha creato “unico al mondo". Certamente non sei solo il risultato di combinazioni genetiche, bensì sei un "pezzo unico” e genuino, creato da Dio per riempire uno spazio che nessun altro può colmare. Tu sei ciò che Egli vuole tu sia! “Sei tu che hai formato le mie reni, che mi hai intessuto nel seno di mia madre" (Salmi 139:13). “lo ti celebrerò perché sono stato fatto in modo stupendo. Meravigliose sono te tue opere...” (v. 14). Di sicuro non sei il prodotto finale di una catena di montaggio che deve, a tutti costi, raggiungere quote e caratteristiche richieste. No di certo! Tu hai ricevuto un’attenzione dettagliata e personale del divino Architetto. Il salmista scrive: "Le mie ossa non ti erano nascoste, quando fui formato in segreto e intessuto nelle profondità della terra" (Salmi 139:15). Questo è il massimo dell’attenzione, perciò ringrazia il Signore perché sei stato creato, ispezionato e approvato in cielo prima che tu potessi muovere anche un solo muscolo qui sulla terra. 2) Con intelligenza. Scopri quale sia il disegno di Dio per la tua vita. Non sei stato creato per fare colpo sugli altri, né per ottenere la loro approvazione. Agli occhi di Dio, il tuo aspetto non rappresenta il tuo valore. “«... Il SIGNORE non bada a ciò che colpisce lo sguardo dell’uomo: l'uomo guarda all’apparenza, ma il SIGNORE guarda al cuore»” (1 Samuele 16:7). Comincia a guardarti con gli occhi di Dio, perché ciò che veramente conta è solo la Sua opinione. Ricorda, “...li ha pure predestinati a essere conformi all’immagine del Figlio Suo...” (Romani 8:29). Gioisci! Dio non smetterà di lavorare in te fino a che non ti avrà reso simile a Gesù.
Altro...
...l’argilla dirà forse a colui che la forma: “che fai?’’... (Isaia 45:9)
SPECCHIO, SPECCHIO DELLE MIE BRAME (1)
Molti non sono felici nel vedere ciò che è riflesso dallo specchio. Alcuni sono talmente scontenti e delusi da spendere fortune per cambiarlo. Sebbene sia una buona cosa presentarsi nelle migliori condizioni possibili, non è mai stata intenzione di Dio pensare che il nostro aspetto esteriore potesse rappresentare un valore aggiunto ai Suoi occhi. Qualunque sia la caratteristica fisica che tu abbia ereditato, ecco alcune verità scritturali che è doveroso considerare: 1) Risentirti del tuo aspetto ti pone in disaccordo con Dio. La Bibbia afferma: “Guai a colui che contesta il suo Creatore... L’argilla dirà forse a colui che la forma: «Che fai?»”. Dio desidera che tu sia il Suo vaso d'argilla, un contenitore pratico e utile, non un ornamento sfizioso da esporre. . .abbiamo questo tesoro in vasi di terra, affinché questa grande potenza sia attribuita a Dio e non a noi" (2 Corinzi 4:7). Il tuo valore non dipende da come appari, ma da ciò che c’è dentro di te: quel meraviglioso messaggio che cambia la vita con la grazia di Dio! 2) Risentirsi del proprio aspetto deriva unicamente da paragoni superficiali e privi di fondamento. Oggigiorno, siamo continuamente sospinti verso il riflesso d'ideali irraggiungibili. Dai programmi televisivi, modelle che ci appaiono perfette, ci vendono di tutto dai cereali alle automobili. Siamo realisti! “...noi non abbiamo il coraggio di classificarci o confrontarci con certuni che si raccomandano da sé; i quali però, misurandosi secondo la loro propria misura e paragonandosi tra di loro stessi, mancano d’intelligenza" (2 Corinzi 10:12). Provare tristezza per il tuo aspetto deriva solo dall'ignorare lo scopo meraviglioso e creativo che Dio ha per te. Questo ti apparirà chiaro unicamente quando tu fisserai "...lo sguardo su Gesù, colui che crea la fede e la rende perfetta” (Ebrei 12:2).
...Padre... allontana da me questo calice!... (Marco 14:36)
AFFRONTARE LE TUE PIÙ GRANDI PAURE
La prossima volta che berrai dal calice durante la Santa Cena, rifletti un attimo e pensa al contenuto del calice da cui Gesù bevve nel Getsemani la notte prima di essere crocefisso. Puoi accostarti con profonda fiducia e sorbire da quella coppa perché Egli, per primo, bevve dal calice dell'agonia. Alla vigilia della Sua morte, nel giardino del Getsemani Egli pregò così: “...«L’anima mia è oppressa da una tristezza mortale... Padre! Ogni cosa ti è possibile; allontana da me questo calice! Però non quello che io voglio, ma quello che tu vuoi»” (Marco 14:34-36). Soffermati sulle parole: “Tristezza mortale”. Nel caso pensassi che il tuo peccato non sia poi tanto grave, allora, forse, queste parole ti faranno cambiare idea. Cristo bevve dal calice dell’ira di Dio affinché tu potessi attingere dal calice della grazia. Sebbene non conoscesse peccato, Egli si accollò le colpe sia del peccatore più incallito, sia di quello più ripugnante. Il Figlio di Dio non aveva mai sperimentato la furia del Padre perché non ne aveva bisogno. Una cosa, però, non conosceva, non aveva mai provato la separazione dal Padre Suo: erano sempre stati “Uno" fin dalla fondazione dei tempi. Non conosceva la morte perché era immortale; eppure, da lì a poco, Dio avrebbe scatenato sul Figlio perfetto e immacolato la Sua giusta, tremenda e irrefrenabile ira giustificata dal peccato dell'intera umanità. Come uomo, Gesù era spaventato da quest’angoscia mortale. Fece l’unica cosa fattibile per combatterla, mostrandoci, così, come affrontare le nostre paure. Pregò ardentemente e con determinazione, quindi disse ai discepoli: “...«Sedete qui finché io sia andato là e abbia pregato»” (Matteo 26:36). Gesù affrontò la Sua paura con una preghiera sincera. La vinse, insegnandoci che attraverso la preghiera, possiamo superare tutti i nostri timori!
Il padre [o la madre] del giusto esulta grandemente... (Proverbi 23:24)
LAVORARE NEL REGNO (3)
Molto spesso il lavoro più duro e faticoso è proprio quello che passa, solitamente, inosservato. Un giorno un marito, rientrando dal lavoro, trovò la casa completamente in disordine. I vestiti erano sparsi sul pavimento alla rinfusa; il lavandino era occupato da una montagna di piatti sporchi; i bambini piangevano; i letti erano ancora disfatti; il bagno era maleodorante e sporco e la televisione a tutto volume. Quando l'uomo chiese alla moglie cosa stesse succedendo, lei, candidamente, rispose: “Sai, ogni sera, al tuo rientro, mi chiedi che cosa ho fatto tutto il giorno? Ebbene, quello che normalmente compio, oggi non l'ho fatto!’’. Qualora tu fossi il coniuge cui è affidata l’amministrazione della casa, sappi che Dio reputa il tuo lavoro importante. Lo è perché condiziona il benessere futuro come qualsiasi altra professione, poiché determina anche la qualità della prossima generazione. Martin Lutero disse: “Quello che compi diligentemente in casa tua vale quanto quello che faresti in cielo per il nostro Signore". Un giorno, Dio dirà: “Ben fatto!" a quei genitori che si sono presi cura dei propri figli facendo loro il bagnetto, dando loro la pappa e pulendo quanto sporcato nonostante la stanchezza e il sapere che nessuno li stesse osservando. Qualcuno, però, sta guardando e ne prende nota. Ne vale la pena! Sei tu che rendi il tuo lavoro rilevante e non il contrario. Quando scopri i doni che Dio ha riposto in te, le passioni che Egli ha messo nel tuo cuore e ti proponi al servizio dei valori in cui credi profondamente, ebbene, stai "lavorando per Dio” nel vero senso della parola. Ogni giorno, perciò, chiedi al Signore che il tuo lavoro proceda sempre bene e cerca di visualizzarlo in un quadro più vasto in modo da farlo diventare una vera “chiamata”!
Poiché a chiunque ha, sarà dato... (Matteo 25:29)
LAVORARE NEL REGNO (2)
La tua abilità nel lavoro è determinata dall’importanza che gli dai. Dio si aspetta che ogni credente contribuisca e migliori giornalmente le condizioni della sua prestazione lavorativa. Gesù racconta la storia di tre uomini ai quali erano state consegnate grosse somme di denaro. A uno erano stati affidati cinque talenti d’argento (un talento pesava circa cinquanta chili), a un altro due e al terzo uno soltanto. I primi due si misero al lavoro per farli fruttare e ne guadagnarono altrettanti (cfr. Matteo 25:16,17). Essi dimostrarono capacità e iniziativa, ottenendo cosi il massimo profitto e per questa motivazione ricevettero gli elogi del padrone. Il terzo uomo, al contrario, si limitò a “timbrare e a mettersi in malattia": non cercò minimamente di crescere, migliorare, provare nuove esperienze evitando, così, ogni forma di rischio. Ne conseguì che la valutazione della sua prestazione lavorativa non fu positiva. Gesù disse qualcosa che dovrebbe metterci tutti in guardia: "...a chiunque ha, sarà dato ed egli sovrabbonderà; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha”. Questo significa che nel caso in cui il tuo atteggiamento e la tua etica lavorativa fossero scadenti, Dio non ti approverebbe, perciò soffermati un momento e pensa alla tua prestazione. Qualora Dio fosse visibilmente, il tuo capo responsabile, lavoreresti in modo differente? Come risponderesti al telefono, come catalogheresti la documentazione, come tratteresti i tuoi colleghi o insegneresti ai tuoi studenti se Gesù venisse a controllare la tua opera? Periodicamente, come cittadino del regno di Dio devi analizzare il tuo atteggiamento sulle tue mansioni, riflettere su come migliorare, dimostrare amore verso i tuoi colleghi, far prosperare la tua azienda e cercare di trovare gratificazione dalle tue responsabilità.