Voi non avete, perché non domandate (Giacomo 4:2)
RAGGIUNGERE CIÒ CHE DESIDERI (3)
Prendi nota: 1) Ci sono benefici che non riceverai se non li richiederai tu stesso.”Chiedere e ricevere”, rinforza la tua autostima.Dunque, da figlio redento di Dio, dichiara: “Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?”(Romani 8:31). 2) La scelta del momento adatto è importante. “L’uomo accorto vede il male e si mette al riparo, ma gli ingenui proseguono e ne pagano le conseguenze" (Proverbi 27:12). Le figlie di Selofead si fecero avanti quando erano nel deserto e la Terra Promessa era ancora da conquistare. Niente è più efficace di un’accurata programmazione. Non puoi startene tranquillo e inoperoso e dare per scontato che qualcun altro si preoccupi del tuo futuro benessere. Per esempio: dopo che gli aumenti di stipendio sono stati dichiarati, non è più il momento di chiederne uno al tuo capo.Parlare apertamente e affrontare la situazione sarà una benedizione non solo per te stesso, ma anche per altri. 3) Impegnati per una situazione vantaggiosa per tutti. La battaglia non era ancora vinta. Le figlie di Selofead avevano degli zii che presentarono appello contro il nuovo ordinamento, sottolineando il fatto che se queste donne avessero sposato un uomo di una diversa tribù, allora i loro territori sarebbero passati ad altre tribù. Dio prese dunque una nuova decisione: per poter essere proprietari della terra, sarebbe stato necessario sposarsi all'interno della propria tribù (vedi Numeri 36:5-11). Per quanto riguarda il matrimonio, spiritualmente parlando, questo principio è ancora valido. “[La donna] è libera di sposarsi con chi vuole, purché lo faccia nel Signore” (1 Corinzi 7:39). Lo stesso vale per l'uomo.
Le figlie di Selofead... si presentarono davanti Mosè (Numeri 27:1-2)
RAGGIUNGERE CIÒ CHE DESIDERI (2)
Le figlie di Selofead insegnano che dobbiamo: 1) Volere fare qualcosa. Lamentarsi non cambia la situazione, ti fa solo sentire più infelice. Nella Terra Promessa entrarono milioni di persone e di certo altre donne erano nella stessa situazione difficile. Ma non cambiò nulla fino all’energica presa di posizione di quelle cinque sorelle che rifiutarono di accettare lo status quo. Ci volle coraggio! Rivolgersi a Mosè era come appellarsi alla Corte Suprema. Le soluzioni si trovano quando decidi di affrontare il problema in modo diretto e di fare qualcosa al riguardo. 2) Avere chiaro ciò che vuoi. Che cosa vuoi che accada, o che non accada più? Se non sai dove sei diretto, una strada vale l’altra; devi avere una meta chiara. Le figlie di Selofead erano certe di avere diritto alle stesse benedizioni dei loro parenti maschi e rifiutarono ogni compromesso. Di conseguenza, Dio le ascoltò. E lo stesso farà con te: “Non ci scoraggiamo a fare il bene; perché, se non ci stanchiamo, mieteremo a suo tempo” (Galati 6:9). 3) Rifiutare di farsi dissuadere da opinioni, abitudini e tradizioni. Sotto la Legge di Mosè, le donne non erano nemmeno censite come membri delle comunità di Israele (vedi Numeri 26). Prova ad immaginare come sarebbe la Chiesa, se ancora oggi vivessimo sotto quella Legge. Nella Scrittura leggiamo che Dio ha alterato la “norma” molte volte, in risposta ad una fede sincera e coraggiosa, cambiando così il destino di quelle persone. E ciò che fece per loro, Egli lo farà per te.
Dacci una proprietà in mezzo ai fratelli di nostro padre (Numeri 27:4)
RAGGIUNGERE CIÒ CHE DESIDERI (1)
Le cinque figlie di Selofead sono un buon esempio di come ottenere ciò che si vuole. Gli Israeliti sarebbero entrati nella Terra Promessa da lì a poco. Era stato stabilito come dividere la terra tra le varie tribù. Ma per la Legge, il diritto ad ereditare la terra spettava solo agli uomini. Un principio ingiusto, secondo queste cinque donne, a cui era così negato ereditare la terra del padre, ora deceduto. Decisero dunque di appellarsi a Mosè. “Nostro padre morì nel deserto...e non ebbe figli maschi... dacci una proprietà in mezzo ai fratelli di nostro padre” (vv. 3-4). Ora, poiché la Legge veniva da Dio, Lui soltanto avrebbe potuto cambiarla. Quindi Mosè presentò il caso al Signore, ed ecco la Sua risposta: “Le figlie di Selofead dicono bene... sì, tu... farai passare ad esse l’eredità del loro padre” (v. 7). Donne coraggiose, che hanno preso in mano la situazione. Non c’erano uomini che potessero parlare per loro conto, nessun marito, fratello, figlio. Avevano degli zii, è vero, ma era piuttosto improbabile che le avessero supportate, visto che la terra, secondo l’uso consueto, sarebbe andata tra le loro proprietà. In conclusione, ci sono tre insegnamenti in questo racconto: 1) Quando qualcosa è sleale e ingiusto, Dio può chiederti di metterlo in discussione e cambiarlo. 2) I risultati non arrivano per chi aspetta, ma per chi è pronto ad agire per ottenerli. 3) L’uomo può chiudere la porta, ma quando ti rivolgi a Dio, Egli può aprirla per te.
Il Signore è per me, io non temerò (Salmo 118:6)
QUATTRO PASSI PER VINCERE LA PAURA
Primo, sii pronto a correre dei rischi. Certo, potresti uscirne ferito o imbarazzato, e allora? Per superare l’insicurezza e conquistare fiducia, devi prenderti la libertà di osare. Inizia a scrivere quel libro, vai a lezione di musica, alzati e parla in pubblico se hai qualcosa da dire! Avverti la tua paura e fallo comunque! “La paura degli uomini è una trappola, ma chi confida nel Signore è al sicuro" (Proverbi 29:25). Secondo, impara a sorridere di te stesso. Supera il bisogno ossessivo di essere approvato e accettato e impara a sorridere dei tuoi errori. Siamo tutti esseri umani, non prenderti sempre così sul serio! Quando commetti un errore, sii tu il primo a vederne il lato comico, e ti accorgerai che le persone sono più comprensive di quanto immagini. Terzo, inizia a pensare in modo realistico. È il momento di crescere e renderti conto che non tutto riguarda te. Non sei il centro dell’universo e i tuoi piccoli passi falsi non incidono granché nel più grande disegno della vita. Inoltre, gli errori sono gli insegnanti migliori per il successo. Quarto, concediti un premio per le piccole vittorie. Quando porti a termine un progetto, premiati. Quando accetti un consiglio o una correzione senza reagire, premiati. Spesso le persone che attacchiamo verbalmente, sono quelle che più cercano di aiutarci. Abituati all’idea di essere valido, di avere talento e abilità, e che il tuo valore, agli occhi di Dio, è inestimabile. Smetti di scrutarti attraverso lenti che distorcono la realtà ed inizia a guardarti con 10 decimi di vista. Quando sarai in grado di fare ciò, le tue paure lasceranno il posto alla fiducia in te stesso e nel tuo futuro.
Sì, voi partirete con gioia... (Isaia 55:12)
SIATE GIOIOSI!
Prova a dire ogni mattina: “Sì! Oggi inizierò la giornata con gioia!’’. Ti metterà nella giusta disposizione d’animo! Generalizzando, possiamo dividere le persone in tre gruppi: 1) Quelli che pensano che non si debba stare bene: non si deve essere felici, ma solo “responsabili’’. 2) Quelli che ti guastano la festa, perché la tua gioia li infastidisce. Spesso sono persone ferite o deluse dalla vita e covano rabbia e risentimento. 3) Quelli che ti risollevano il morale e ti infondono vitalità. Obietterai: “La Bibbia non dice forse che i credenti debbano distinguersi dai non credenti?”. Certo, ma non in negativo.E a meno che tu non decida di camminare nella luce del Signore, potrai distinguerti solo in negativo. Paolo scrive: “Rallegratevi sempre nel Signore. Ripeto: rallegratevi” (Filippesi 4:4). Se stai pensando: “È semplice per Paolo; non aveva certo i miei problemi!”. Voglio ricordarti che quando Paolo scrisse quelle parole, era in carcere, con nessuna speranza di rilascio. Per lui la gioia era una decisione, non una conseguenza di circostanze esterne. Ti domanderai: “Com’è possibile che fosse gioioso in prigione?”. Perché aveva compreso che la vera gioia viene dall’impegnarsi per qualcosa di più grande dei propri interessi personali. Nella Bibbia è scritto che “La gioia del Signore è la vostra forza”( Neemia 8:10). La vera gioia ha tre condizioni: a) Scegliere di focalizzarsi ogni giorno sulla bontà di Dio. b) Aiutare gli altri ogni volta che se ne ha la possibilità. c) Capire che la gioia genera forza.Se perdi la gioia, perdi anche la tua forza, e satana vince. Quindi, sii gioioso!!
Egli ci ha liberati... e abbiamo la speranza che ci libererà ancora (2° Corinzi 1:10)
LA GUIDA DIVINA (3)
L’Apostolo Paolo scrive. “Fratelli, non vogliamo che ignoriate, riguardo all’afflizione che ci colse in Asia, che siamo stati grandemente oppressi, oltre le nostre forze, tanto da farci disperare perfino della vita. Anzi, avevamo già noi stessi pronunciato la nostra sentenza di morte, affinché non mettessimo la nostra fiducia in noi stessi, ma in Dio che risuscita dai morti. Egli ci ha liberati e ci libererà da un così gran pericolo di morte, e abbiamo la speranza che ci libererà ancora” (2 Corinzi 1:8-10). Ciò che a Paolo sembrava la fine, era invece solo l’inizio di una nuova unzione da parte di Dio, perché ricevesse la Sua forza e il Suo favore. Paolo da quell’esperienza negativa ha imparato a non fare affidamento su sé stesso, ma su Dio, che “risuscita dai morti”. Proprio quando i tuoi progetti sembrano esauriti, la forza della resurrezione di Dio inizia ad agire nella tua vita in maniera più decisa. Finché avrai un amorevole Padre Celeste a cui rivolgerti, una Promessa del Signore su cui appoggiarti e la fede per renderla operante, allora avrai sempre un motivo per rallegrati. Dunque, coraggio! Fai appello a Dio ora, non rimandare! E fallo con fede, senza dubbi. Sii certo che Egli agirà in tuo favore con forza, e osservaLo capovolgere la situazione in cui ti trovi. Perché?Ricorda sempre che per quanto tu possa essere una persona forte o di successo, non ci sarà mai un momento della tua vita in cui potrai fare a meno della grazia e della guida di Dio. Prima te ne convinci, migliore sarà la tua situazione.
È Dio che produce in voi il volere e l'agire, secondo il suo disegno benevolo (Filippesi 2:13)
LA GUIDA DIVINA (2)
Evidenzia queste parole: “E' Dio che produce in voi”. Lo fa mentre usi la tua intelligenza, parli, ti sposti e usi le tue mani per realizzare ciò che Egli ha già messo nel tuo cuore di fare. Quando rispondi SI’ al Suo volere, Egli ti dona la capacità di realizzarlo. Nota però, che Dio non ti svela la Sua volontà prima di chiamarti. Per prima cosa ti chiama, e mentre tu fai un passo di fede e decidi di obbedire, Egli ti mostra il Suo piano passo dopo passo, sostenendoti e dandoti le forze necessarie per proseguire il cammino. Forse ritieni di dover sapere qualcosa di più preciso prima di prendere un impegno. Allora rifletti. Primo: Dio può iniziare a farti essere a disagio li dove sei ora. “Come un’aquila che desta la sua nidiata... il Signore lo ha condotto” (Deuteronomio 32:11-12). Per insegnare a volare ai suoi piccoli, mamma aquila li butta letteralmente fuori dal nido.Forse penseranno: è proprio mia madre a spingermi!! Ma l’aquilotto non si rende conto di essere nato per volare finché la madre non lo spinge fuori dal nido, fuori dalla sua comfort-zone. Solo allora il piccolo apre le ali, scopre le sue capacità e prende il suo posto nell’aria. Dio sta forse scombussolando anche la tua comfort-zone? Il tuo quieto trantran? Secondo: La direzione data da Dio non si può seguire senza il Suo aiuto. I Suoi progetti funzionano così. “Senza di me non potete fare nulla”, disse Gesù (Giovanni 15:5). Terzo: la Sua guida è continua e tenace. Le idee umane sono fugaci, la guida di Dio rimane stabile.Dunque stai al passo con Dio e non camminare davanti a Lui.
Il Signore... insegnerà la via ai peccatori (Salmo 25:8)
LA GUIDA DIVINA (1)
Nella Scrittura leggiamo come Dio parlò a persone ordinarie e parlerà anche a te! Disse ad Abramo quando lasciare la sua casa (Genesi 12:1) e a Giacobbe quando ritornarvi (Genesi 31:3). Disse ad Elia dove trovare cibo durante la carestia (1Re 17:1-5). Due volte Dio fermò Paolo e gli impedì di proseguire il viaggio in una direzione che sembrava un’ottima opportunità, perché aveva in mente per lui qualcosa di meglio. È scritto: “Il Signore è buono e giusto, perciò insegnerà la via ai peccatori. Guiderà gli umili nella giustizia, insegnerà agli umili la sua via. Tutti i sentieri del Signore sono bontà e verità per quelli che osservano il suo patto e le sue testimonianze” (Salmo 25:8-10). Nella vita, nulla è più importante che essere guidati da Dio.Finché non avrai davvero udito il Signore, però, sarai tentato di scambiare le idee degli altri con la guida di Dio e ciò potrebbe ferirti. Sei unico, Dio ha un progetto e uno scopo specifici per te soltanto. Quando non sei certo della strada da intraprendere, rimani saldo nella Sua promessa: “Farò camminare i ciechi per una via che ignorano, li guiderò per sentieri che non conoscono; cambierò davanti a loro le tenebre in luce, renderò pianeggianti i luoghi impervi. Sono queste le cose che lo farò e non li abbandonerò" (Isaia 42:16). Non esiste nulla di meglio!
Le grandi acque non potrebbero spegnere l’amore, i fiumi non potrebbero sommergerlo (Cantico dei cantici 8:7)
LEGATO ALL’AMORE DA UNA PROMESSA
Si racconta di un matrimonio durante il quale il ministro di culto chiese allo sposo: “Prendi questa donna come tua sposa nella buona e nella cattiva sorte? In ricchezza e in povertà? Nella malattia e nella salute?”, E lo sposo: “Sì, no, sì,no,no,sì”. Tutti noi desideriamo la parte migliore, ricca e sana del matrimonio, ma le relazioni non funzionano in questo modo. La formula odierna di alcuni matrimoni recita: “Staremo insieme finché durerà l’amore”. Ci auguriamo che sia lo sposo che la sposa conoscano un buon avvocato divorzista, perché con ogni probabilità ne avranno bisogno. L’unica vera stabilità nel matrimonio deriva da una promessa, un impegnoche mantiene due persone salde quando le emozioni oscillano. Prova ad immaginare un genitore dire al proprio figlio: “Avrò cura di te finché ti vorrò bene”. Impossibile pensarlo, vero? Prova a metterla in questi termini: l’emozione è la carrozza di un treno, l’impegno è il motore che spinge la relazione attraverso gli alti e bassi della vita quotidiana. Salomone lo descrive così: “Le grandi acque non potrebbero spegnere l’amore, i fiumi non potrebbero sommergerlo. Se uno desse tutti i beni di casa sua in cambio dell’amore, sarebbe del tutto disprezzato”. Un ultimo pensiero, il tema della Bibbia è la Resurrezione, ciò significa che sebbene il vostro amore possa apparire morto, Dio può farlo vivere di nuovo se siete entrambi pronti a lasciarLo intervenire nel vostro cuore.
...sotto di te stanno le braccia eterne... (Deuteronomio 33:27)
BUTTATI (2)
Prova a immaginare la seguente scena: In una piscina, un papà desideroso di giocare con i suoi due figli, li invita a tuffarsi lanciandosi tra le sue braccia. Il primo, senza esitare, si lancia; l’altro, invece, no; guarda con gioia, applaude, saltella ma non si tuffa. Il padre, per rincuorarlo, lo sollecita a immergersi ma lui rifiuta e si allontana. È forse, questo il tuo caso? Vivi anche tu sull’orlo di una piscina evitando di tuffarti, accontentandoti di godere indirettamente il successo delle azioni altrui? Preferisci, forse, evitare ogni rischio piuttosto che provare? Per timore del pericolo non potrai mai assaporare l'elettrizzante soddisfazione del mettersi alla prova. È vero, potresti giustificarti dicendo: "Non sono assolutamente sicuro di ciò in cui mi dovrei impegnare!”, lo t’invito, però, a soffermarti su queste parole: "Sotto di te stanno le braccia eterne!”. Sarebbe certamente folle lanciarsi senza neppure controllare che nella piscina vi sia l’acqua, oppure farlo prima dell'assicurazione paterna: “Dai buttati, ti prendo io!”. La fede consiste nel sapere che l’unico modo per vincere la paura dell'acqua consiste nell’affrontarla, perché Colui che ti sta chiamando è lì in trepida attesa fin dal momento in cui hai accettato di essere Suo figlio. A Lui nulla importa più della tua sicurezza, della tua crescita nella fede e del tuo successo nella vita. Così Dio si rivolse a Giosuè: “...Alzati dunque, attraversa questo Giordano... per entrare nel paese che io do ai figli d’Israele. .. .Solo sii molto forte e coraggioso, abbi cura di mettere in pratica tutta la legge che Mosè, mio servo, che ti ha data; non te ne sviare né a destra né a sinistra, affinché tu prosperi dovunque andrai” (Giosuè 1:2,7). Presta particolare attenzione alle successive parole: “Alzati.. attraversa.. sii forte...”. In altre parole: buttati!
Altro...
...l’uomo prudente fa attenzione al suoi passi (Proverbi 14:15)
BUTTATI (1)
Dopo aver pregato, fatto progetti ed esserti preparato, arriva il momento in cui devi osare. Ti spaventa? Vi sono due tipi di persone: i primi si lanciano senza pensare al pericolo perché guidati dai loro impulsi; i secondi, invece, osservano e riconsiderano ma, alla fine, non si buttano mai, perché, sono controllati dalla paura. A quale gruppo pensi di appartenere? Per raggiungere la Terra Promessa, Israele doveva guardare il Giordano durante il flusso della marea, cosa che avrebbe fatto tremare chiunque. Dio aveva promesso che l’acqua del fiume si sarebbe ritratta nel momento in cui i piedi dei sacerdoti che trasportavano l’arca, l’avessero toccata. Prova a immaginare i loro pensieri! "Perché non aspettiamo la bassa marea?". “Dobbiamo per forza farlo?”. “Qualora l’acqua non si ritirasse, finiremmo con l'annegare?”. Il confine fra prudenza e paranoia è molto incerto:la cautela risparmia per la vecchiaia, la paranoia si attacca ai centesimi. Una calcola i rischi e osa, l'altra non azzarda. Qualora desiderassi essere pienamente partecipe del piano che Dio ti ha riservato, non devi indietreggiare. Ubbidisci, piuttosto, ed entra in acqua di buon grado. Facendolo, si apriranno nuove prospettive e Dio ti darà quanto ti necessita per adempiere la Sua volontà, lasciandoti alle spalle la sterilità che oggi sperimenti. Dio provvedere i mezzi, le metodologie e la manodopera, perciò resta saldo su questa promessa: “«...io ti amo, io do degli uomini al tuo posto e dei popoli in cambio della tua vita. Non temere, perché io sono con te...»” (Isaia 43:4-5).
I suoi figli però non seguivano le sue orme... (1° Samuele 8:3)
CHE COSA DEVE FARE UN GENITORE?
Prima o poi ogni genitore è preda dello sconforto a causa delle azioni dei propri figli. “Ho fatto del mio meglio per allevarli nel modo corretto?" oppure, "Come genitore ho fallito?" L’insuccesso, purtroppo, fa parte della vita e nessuno può sentirsi escluso, tantomeno chi esercita il ruolo parentale: infatti, non esiste il genitore perfetto! In questa mansione è abbastanza facile lasciarsi travolgere dai sensi di colpa. Prova a considerare alcuni esempi che troviamo riportati nella Bibbia: Isacco, con i suoi due figli Giacobbe ed Esaù, riuscì nel suo intento al 50%. Aaronne sbagliò completamente con Nadab e Abihu, e Sansone, figlio di Manoh, certamente non vinse il premio riservato al "miglior figlio dell’anno"! Lo stesso Samuele, da tutti considerato un gigante morale e spirituale, vide i propri figli respingere il suo esempio e i suoi insegnamenti per darsi a una vita corrotta e dissoluta. Fin dai tempi di Adamo, i figli “che vogliono fare di testa propria", spezzano il cuore dei genitori! Quindi che cosa deve fare chi ha il compito di educare? 1) Bisogna comprendere che non si è responsabili per le loro azioni perché i figli scelgono di testa loro. Farsene una colpa non farà che procurare scoraggiamento e ridurrà la tua capacità di essere il genitore di cui hanno bisogno. La Bibbia dichiara: "...«la salvezza viene dal SIGNORE»” (Giona 2:10). È Dio che salva e libera, non tu. 2) Prega per loro e affidali al Signore. La tua ansietà e la tua frustrazione evidenzieranno una figura che i tuoi figli non desidereranno avere intorno e viceversa. Il tuo compito non è di portare questo peso, ma è quello del tuo Padre celeste che desidera farlo per te! (cfr. 1Pietro 5:7). 3) Ricorda che Dio li ama ancor più di te! Egli ha donato il Suo unico Figlio per salvare il tuo. Egli conosce il suo cuore, sa come raggiungerlo e attirarlo a Sé, perciò affida i tuoi figli a Lui!
...avete ricevuto lo spirito di adozione... (Romani 8:15)
PATRIA POTESTÀ
La platea di Paolo poteva ben comprendere il significato del concetto dell'adozione romana, mentre spiegava i benefici di cui godiamo come membri redenti della famiglia di Dio. Nell’antica Roma, il padre aveva l’assoluta autorità, chiamata "patria potestà", sui propri figli.L’adozione romana avveniva con un processo in due fasi che trasferiva i figli da una patria potestà a un'altra. 1) Emancipazione. Questo punto includeva una vendita simbolica: il padre naturale, infatti, "vendeva’’ e "riacquistava” il figlio per due volte e alla terza, dopo averlo nuovamente ceduto, non lo ricomprava, estinguendo così i propri diritti di padre. 2) Rivendicazione. In questa fase il padre adottivo presentava il suo caso di adozione al magistrato di turno, il quale trasferiva legalmente la patria potestà sul figlio adottato. Similmente,anche noi siamo stati strappati dalla presa di satana e affidati alla patria potestà del nostro Padre celeste! I benefici dell'adozione romana su cui Paolo si sofferma al cap.8 erano questi:A)L’adottato perdeva qualunque diritto sulla sua vecchia famiglia e acquisiva, oltre a un nuovo padre, tutte le legittime prerogative appartenenti al nuovo nucleo familiare.B)Ereditava o diventava coerede di tutto il patrimonio della casata.C) I suoi eventuali debiti erano estinti con l’eliminazione di ogni documento comprovante: il suo passato non aveva più alcun effetto sulla sua nuova vita.D)Ogni adozione doveva essere sottofirmata da sette cittadini che fungevano da testimoni nel caso in cui la legittimità dell’adottato fosse posta in discussione. Grazie a Dio,“Lo Spirito stesso attesta insieme con il nostro spirito che siamo figli di Dio”(Romani 8:16).Quale benedizione! Lo Spirito Santo,in persona, convalida la nostra appartenenza alla famiglia divina!
...cercando il suo Dio ...prosperò (2° Cronache 31:21)
IL PIANO DI DIO PER IL RINNOVAMENTO SPIRITUALE
Oggigiorno, le condizioni nel nostro paese sono simili a quelle nell’antico Israele. Nonostante le infinite benedizioni di Dio, il popolo aveva voltato le spalle al Signore, così quando Ezechia, uomo integro e pìo, salí al trono, mise tutto l’impegno possibile per ristabilire l’Eterno nella Sua legittima posizione di guida del paese. Considera, ora, le quattro cose che fece: 1) Riaprì le porte della casa di Dio. Chiamò accoratamente il popolo a pentirsi e ritornare alla presenza Signore. 2) Sfidò la corruzione e la carnalità. Purtroppo erano diventate uno stile di vita anche tra le autorità e i ministri del Signore. I termini usati erano davvero forti: "«...santificatevi e santificate la casa del SIGNORE, Dio dei vostri padri, e portate fuori dal santuario ogni immondezza»” (2 Cronache 29:5). Riesci a distinguere il parallelo con l'era in cui viviamo? 3) Ristabilì l’importanza e la supremazia della Parola di Dio. “...vennero a purificare la casa del SIGNORE... conformemente alle parole del SIGNORE" (2 Cronache 29:15). Caro pastore, un sermone, la domenica mattina, da solo non farà molto; devi trovare il modo di coinvolgere le persone nella Parola di Dio tutti i giorni. 4) Chiamò il popolo ad adorare Dio. Deve essere stata una scena davvero incredibile! "Tutta l’assemblea s'inchinò, e i cantori cominciarono a cantare e le trombe a suonare; tutto questo continuò fino alla fine dell’olocausto” (2 Cronache 29:28). Gli studiosi del caso ritengono che l’intera nazione sia rimasta per oltre tre ore alla presenza del Signore adorandoLo. Secondo te, l'Eterno benedisse gli sforzi di Ezechia? Ascolta attentamente: “In tutto quello che intraprese ...cercando il suo Dio, mise tutto il cuore nella sua opera e prosperò” (2 Cronache 31:21). Questo, dunque, è il piano di Dio per il rinnovamento spirituale!