La tua preghiera è stata esaudita (Luca 1:13)
UNA PREGHIERA ESAUDITA
Da pio israelita, istruito nelle Sacre Scritture, Zaccaria certamente ricordava come Dio aveva concesso ad Abramo e Sara un figlio (Isacco) nella vecchiaia; sicuramente ricordava come anche Rebecca era stata sterile per vent’anni, poi Dio esaudì la preghiera di Isacco e, con un parto gemellare, nacquero Esaù e Giacobbe. Nondimeno, in un primo momento, Zaccaria rimase sorpreso e dubbioso al punto di chiedere un segno che confermasse la sua fede. L’angelo glielo diede e fu al contempo una riprensione divina: sarebbe rimasto muto finché ciò che era stato annunziato non si sarebbe adempiuto. Sicuramente anche noi saremmo rimasti sorpresi, trovandoci dinanzi ad una tale manifestazione soprannaturale. Oggi, però, non lasciamo che lo stupore c’induca a dubitare delle promesse divine. Dio non dimentica le nostre suppliche e c’invita ad attendere fiduciosi, qualunque sia la Sua volontà per noi. Qual è il tuo bisogno, il tuo desiderio? Invocalo con tutto il tuo cuore ed Egli ti esaudirà.
A quelli che hanno ottenuto una fede preziosa quanto la nostra nella giustizia del nostro Dio e Salvatore Gesù Cristo (2° Pietro 1:1)
UNA FEDE PREZIOSA
Nessuna retorica. Pietro è assolutamente certo che chiunque crede nel Signore Gesù quale proprio Salvatore è giustificato per fede, pur non avendo visto Gesù e assistito a tanti Suoi prodigi. I miracoli, infatti, sono segni che attirano l’attenzione verso il Signore, tuttavia non comunicano la fede che salva. Questa non viene neppure dal vedere fisicamente Cristo, ma dalla Sua ispirata Parola che suscita la fede ed opera efficacemente in chi crede. Perciò la fede menzionata da Pietro è preziosa, perché ci fa realizzare la salvezza (cfr. Efesini 3:17), le promesse di Dio e ci fa superare le difficoltà della vita. I destinatari della lettera non vivono accanto al Signore come gli apostoli, ma essi godono la stessa comunione con Lui. In virtù dello Spirito Santo, mandato nel Suo nome, Cristo abita per fede nei credenti. Non disprezzare la tua fede, anche se pare orfana di eclatanti manifestazioni, ringrazia il Padre per averti donato un Salvatore in cui credere. La fede in Lui è preziosa perché fa accedere all’inestimabile comunione divina e alle insondabili ricchezze della benedizione celeste.
Riconciliati dunque con Dio; avrai pace, e ti sarà resa la prosperità (Giobbe 22:21)
LA PACE DELLA RICONCILIAZIONE
Ai nostri giorni si parla molto di pace, per la ragione che pace non c’è! Manca la pace nella famiglia, nella società, tra i popoli, perfino tra quelli che si definiscono cristiani. L’uomo vuole pace, per sentirsi sereno e al sicuro, ma non la cerca nel Signore. La pace che Dio dona è ben più che assenza di conflittualità; essa è connaturata con la presenza ristoratrice di Dio nel cuore, in uno stato di grazia che libera dall’apprensione del giudizio. Gesù è giustamente chiamato il "Principe della pace" ed è l’unico che può dire: "Io vi lascio pace; vi do la mia pace. Io non vi do come il mondo dà. Il vostro cuore non sia turbato e non si sgomenti" (Giovanni 14:27). Non c’è pace! Il rimedio però c’è, più efficace di quanto si possa immaginare. Non consiste in conferenze sul tema o nell’assumere ansiolitici, bensì nel riconciliarsi con Dio. Ciò è praticabile attraverso la fede riposta nella persona e nell’opera del Salvatore: "Giustificati dunque per fede, abbiamo pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore" (Romani 5:1).
In ogni cosa siano le vostre richieste rese note a Dio in preghiera e supplicazione con azioni di grazie (Filippesi 4:6)
IL CONFORTO DELLA PREGHIERA
Pregare nel nome di Gesù non significa buttare parole al vento, anzi prima che siano sulla bocca, esse raggiungono l’orecchio del Dio vivente, attento ai nostri sospiri. Il conforto che il credente ha nell’invocare il nome di Dio è invece sostanziale: non soltanto il Signore può cambiare le situazioni, ma è potente da acquietare la sua mente e santificare i sentimenti di chi Lo supplica nella consapevolezza della propria indegnità. Ecco la completa efficacia della preghiera cristiana: solleva il cuore di chi vive in questo mondo, ma innanzitutto eleva lo spirito di chi è diretto verso la gloria celeste, in preparazione dell’imminente venuta di Gesù per prendere la Sua Chiesa. I redenti sanno che il Padre celeste conosce le loro necessità materiali e spirituali ma, in umile dipendenza, Gli rendono note le loro richieste, esercitando così fede in Dio, innalzandolo al di sopra del fato e della loro stessa volontà. Questa preghiera viva e vissuta affranca dalle sollecitudini e ritempra per lodare il Redentore con gratitudine, fra ogni avversità.
Non ti vantare del domani, perché non sai quel che un giorno possa produrre (Proverbi 27:1)
UN DOMANI SICURO
L’insicurezza domina la nostra esistenza. Anche se oggi godiamo di un certo benessere, il domani può riservare spiacevoli mutamenti. La ricchezza, la fama, la salute, l’amicizia, ogni cosa che può farci sentire forti o fieri possono svanire, manifestando la fugacità della nostra esistenza. In questo mondo l’uomo si scopre privo di reali speranze, più che mai inquieto per il suo futuro eterno. Occorre rifondare con umiltà un vero rapporto con Dio, che ci ha tanto amato da sacrificare il Suo Figliuolo per darci vita eterna. Potersi gloriare di Cristo è l’irremovibile certezza su cui fondare la propria intera esistenza. Sapersi oggetto di tale amore divino è l’inconfutabile dato di fatto che ci fa ricchi pur possedendo poco o nulla di materiale, che ristora nelle più cocenti frustrazioni e delusioni. La presenza di Dio, mai ingombrante, è l’autorevole ed adeguata consolazione che ricolma il vuoto di ogni perdita e che ci accompagna ogni giorno. Caro lettore, rendi il tuo domani sicuro nel Signore; non vantarti di quanto produrranno le tue capacità, i tuoi progetti, ma fonda la tua sicurezza sulla conoscenza di Dio e sulla Sua provvida benignità.
Il Padre vostro sa le cose di cui avete bisogno (Matteo 6:8)
IL PADRE SA DI COSA HAI BISOGNO
Tanti uomini hanno l’idea che il Signore si disinteressi delle Sue creature. Gesù, però, rivela il sentimento paterno di Dio, parlando del Suo amore immutabile e della Sua cura attenta verso l’umanità. Dio si cura teneramente dell’uomo, ma anche saggiamente: "…il Padre vostro sa le cose…". Egli conosce non soltanto le necessità dei figli, ma i figli stessi; perciò agisce per il loro bene, provvedendo in abbondanza ciò di cui hanno veramente bisogno. Spesso i genitori concedono volentieri ai loro figli anche ciò che non è indispensabile, pensando che "dire sempre sì" equivalga a renderli felici. Il Signore usa un altro metodo per dare una vita esuberante e gioiosa ai Suoi figli. Egli dona solamente le cose che concorrono al loro sano sviluppo spirituale. Tutto ciò che non risulta per il bene del credente, Dio non lo accorda. E se qualche volta hai notato che Dio ti ha rifiutato qualcosa che ti faceva bene, l’ha fatto soltanto perché intendeva darti il meglio per te. Non irritarti se Dio non ha esaudito una tua richiesta, ma ringrazialo, perché il Padre celeste conosce ciò ch’è meglio per te!
La tua parola è una lampada al mio piè ed una luce sul mio sentiero (Salmo 119:105)
ILLUMINATI DALLA PAROLA DI DIO
Anticamente i viaggiatori, nel cammino notturno, erano soliti tenere rasoterra una lucerna vicino al piede destro per vedere dove calpestavano, soprattutto sulle vie scoscese di montagna. Così, una nuova zona del sentiero era rischiarata prima di calcarlo. In prossimità dell’arrivo in una città, la lampada era poi tirata su per illuminare più in lontananza. Ogni credente è un "viaggiatore" che attraversa le strade di questo mondo verso la città il cui architetto e costruttore è Dio. La Parola di Dio, meditata ogni giorno, concede saggezza per orientarci nel buio spirituale di questo mondo e discernimento per evitare cadute rovinose. Le Scritture illuminano anche una splendida prospettiva a "lungo raggio", mentre sulla Terra aumentano il male e la confusione; cioè la certezza che nella gloria celeste sarà definitivamente finita ogni fatica e sofferenza. Caro lettore, lega, per mezzo della fede, l’Evangelo della grazia al tuo piede e, avanzando, alza lo sguardo, attraverso "la parola profetica", per intravedere la patria cui anela l’anima, trovando conforto nel fatto che la meta si avvicina.
Sapendo che non con cose corruttibili, con argento o con oro, siete stati riscattati ma col prezioso sangue di Cristo (1° Pietro 1:18, 19)
UN PREZZO ALTISSIMO
Al termine di una riunione evangelistica, un minatore andò dal pastore e gli disse: "Non mi ci vorrebbe nulla a credere che Dio può perdonare i miei peccati. Semplicemente non riesco ad accettare l’idea che tutto ciò che devo fare è credere in Lui. È troppo conveniente". Il pastore gli chiese: "Hai lavorato oggi?", "Sì", replicò l’uomo, "ero in miniera". "Quanto hai pagato per uscire da lì?", domandò il pastore. "Nulla!", rispose il minatore, "sono semplicemente entrato nell’ascensore che mi ha portato in superficie". "Non avevi paura di porre la tua fiducia nell’ascensore? Non è troppo conveniente?", "Oh, no. L’uso è gratuito, ma alla compagnia è costato molto scavare il pozzo dell’ascensore e renderlo sicuro", ribadì il minatore. Subito la verità gli fu chiara. Il pastore gli annunciò che la salvezza era gratuita, ma Qualcun altro aveva pagato un prezzo altissimo per provvedergli la "via d’uscita" dagli abissi del peccato e salvare i trasgressori. Riguardando alla croce, contempliamo le atroci sofferenze patite da Gesù per il nostro riscatto: quale alto prezzo è stato pagato! Si può disprezzare un così gran dono?
E Agrippa disse a Paolo: "Per poco non mi persuadi a diventar cristiano" (Atti 26:28)
PER POCO... NON BASTA
Durante l’ingiusta detenzione a motivo della fede, Paolo compare prima dinanzi al governatore Felice e poi al suo successore Festo. In seguito giunge a Cesarea il re Agrippa che, avendo udito parlare di lui, chiede di incontrarlo per udire la sua difesa. L’apostolo, ancora una volta, racconta della sua vita passata, quando perseguitava i cristiani costringendoli alla bestemmia, e del suo incontro con Cristo che aveva trasformato completamente la Sua esistenza. Ora si trova prigioniero, perché intende portare a compimento la missione ricevuta dal Signore di testimoniare della Sua grazia annunziando liberazione, perdono dei peccati e guarigione a chiunque crede. A conclusione del discorso, Paolo rivolgendosi al re, chiede: "…credi tu ai profeti? Io so che ci credi". La risposta di Agrippa è quella del nostro testo. Egli sceglie di rimandare la decisione, non senza una punta d’ironia che, ancora oggi, lo eleva ad esempio negativo da non imitare. Caro lettore, oggi lo Spirito Santo t’interroga e ti chiede se credi davvero in Cristo come tuo Salvatore e Signore. Come rispondi? Prendi una decisione chiara e definitiva poiché non esiste una "quasi salvezza".
Poiché il paese del quale state per entrare in possesso non è come il paese d’Egitto donde siete usciti (Deuteronomio 11:10)
LA NUOVA VITA IN CRISTO
Israele era giunto alla fine di un lungo viaggio nel deserto, durato quarant’anni. Lasciato l’Egitto alle spalle, aveva davanti la terra promessa e una vita benedetta. Tuttavia, la successiva narrazione biblica dimostra come a questo fine non sia sufficiente cambiare ambiente, ma è fondamentale che il cuore umano sia trasformato dalla grazia redentrice di Dio, per impossessarsi delle benedizioni celesti che si ottengono per fede. Forse tu hai tanti rimpianti per come hai vissuto e vorresti voltare pagina, ma non sai come fare. La soluzione è Gesù Cristo; Egli desidera trasformare potentemente la tua vita. Fai di Lui il tuo Salvatore e Dio darà libero accesso "nel regno del suo amato figlio". I due paesi, infatti, rappresentano due opposte condizioni spirituali in cui l’uomo può trovarsi. Da una parte l’Egitto, figura di una posizione di schiavitù nel peccato e nelle sue conseguenze, infatti: "…uno diventa schiavo di ciò che l’ha vinto" (II Pietro 2:19). Dall’altra parte, Canaan raffigura la nuova posizione che godono quanti sono redenti da Cristo: "Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie son passate: ecco, son diventate nuove" (II Corinzi 5:17).
Altro...
La fede che si ha per mezzo di Lui, che gli ha dato questa perfetta guarigione (Atti 3:16)
PERFETTA GUARIGIONE
L’uomo in questione era stato zoppo dalla nascita. Quando egli fu sanato per la fede in Cristo, non soltanto fu in grado di alzarsi e reggersi in piedi, ma ancor più poté compiere dei passi di natura spirituale, entrando nel tempio di Dio, per beneficiare non più di elemosine umane, bensì del perfetto dono della Sua presenza. Una perfetta guarigione è indubbiamente un’opera duratura, non un momentaneo sollievo emotivo, spontaneo o volutamente manipolato. Tuttavia, la perfezione della guarigione di una creatura umana indica soprattutto la completezza di un’opera compiuta dal Redentore, che ristabilisce la salute dell’intero essere suo: spirito, anima e corpo. Non pochi, purtroppo, miracolosamente toccati dal Signore, hanno poi continuato a camminare nell’incredulità o nelle superstizioni. La guarigione viene soltanto da Dio e porta a Lui, a rendergli il culto con profonda devozione e secondo la lucente verità della Sua rivelazione. Forse sei stato sanato da Cristo, ma non ti sei poi lasciato attirare dal messaggio della croce, per realizzare il perdono dei peccati. Lascia che Egli ti ristabilisca nella comunione con Dio, base della perfetta guarigione interiore.
Non cessate mai di pregare (1° Tessalonicesi 5:17)
LA PREGHIERA INCESSANTE
Per molti, purtroppo, pregare si riduce a qualche invocazione rivolta a Dio nelle difficoltà e, forse, ad un ringraziamento, se le cose sono andate come loro chiedevano. La Parola di Dio insegna ben altro. Attraverso la preghiera il credente esprime al Redentore l’adorazione e la lode; intercede per le necessità altrui e presenta al Padre celeste i propri bisogni, fiducioso che Dio risponderà secondo la Sua saggezza. Se stai invocando Dio per qualcosa, ma le circostanze sembrano aggravarsi anziché risolversi, non cessare di confidare nella Sua benignità. Se il Signore ti ha esaudito e ti trovi nel benessere, non cessare di dipendere da Lui: persevera nella preghiera. Essa è stata definita "il respiro dell’anima". "Non cessare mai di pregare", è come dire: "Non cessare di respirare l’ossigeno celeste", in un mondo inquinato dalla malvagità del peccato. Possa la tua fede essere caratterizzata da una vita di costante preghiera.
Io non vi chiamo più servi; perché il servo non sa quel che fa il suo signore; ma voi vi ho chiamati amici (Giovanni 15:15)
IL VERO AMICO
L’uomo, per il suo stato spirituale ed i suoi atteggiamenti morali, contrapposti alla santità del Signore, è definito: privo della gloria di Dio e suo nemico. Condizione pesante e frustrante, perché pur avendo l’anelito alla giustizia, all’amore e alla pace, le persone sono condizionate dalla loro natura corrotta, senza realizzare le alte aspirazioni per cui sono state create. Soltanto la grazia di Dio può liberare da questo dramma; è la comunione con Lui che permette di realizzare tali propositi, elevandoci alla dignità di figli di Dio. Essere chiamati amici, quindi, non è qualcosa d’inferiore alla condizione di figli e neanche annulla l’ubbidienza fedele che, come Suoi servitori, dobbiamo rendere al Signore. L’amicizia di Cristo non suggerisce l’idea di un’insana confidenza che cancella il giusto rispetto per la maestà divina, ma introduce il cuore del redento nella comunione con Dio che porta a condividere, nei pensieri e nei sentimenti, la Sua volontà, senza subirla come un’incognita ansiosa e frustrante. Anche tu puoi essere liberato dal peccato e chiamato ad una tale relazione con Dio che ti rende amico di Gesù.
Io conosco la tua tribolazione (Apocalisse 2:9)
CONOSCIUTI DA DIO
Il versetto di oggi ci ricorda che nessuno può dire di essere stato dimenticato dal Signore. Egli, infatti, conosce tutto di noi e nulla sfugge alla Sua comprensione e al Suo controllo. Cristo, avendo subito sulla terra tutto ciò che noi affrontiamo può "simpatizzare con noi nelle nostre infermità". Egli conosce appieno l’origine e le finalità di ogni tribolazione che ci affligge. Se Dio ha permesso la tua avversità, Egli ne vede la motivazione, sa perfettamente cosa essa può produrre di positivo nella tua vita. Anche quando resta in silenzio, non significa che Cristo è disinteressato al tuo problema, ma attende l’ora opportuna affinché, mediante il Suo intervento, Dio sia maggiormente glorificato. Il Signore è fedele e non permetterà che tu sia provato oltre le tue forze; anzi, ti aiuterà ad uscirne. "Una donna può forse dimenticare il bimbo che allatta, smettere di avere pietà del frutto delle sue viscere? Anche se le madri dimenticassero, non io dimenticherò te" (Isaia 49:15). Abbi fiducia nel Signore.