"Invece quelli che vogliono arricchire cadono vittime di tentazioni, di inganni e di molti desideri insensati e funesti, che affondano gli uomini nella rovina e nella perdizione" (1° Timoteo 6:9)
NON AMARE LE RICCHEZZE
Gli uomini sono generalmente assillati da un grande problema: lo sfrenato desiderio di avere sempre di più. La sensazione radicata in loro è di non aver mai abbastanza. Quando si insinuano nella vita tali desideri, si finisce col diventare schiavi di essi al punto da non essere mai contenti. Chi invece ha creduto in Gesù e per la sua grazia è divenuto un figlio di Dio, possiede una forza tale in se da essere liberato da questa perenne insoddisfazione. Chi ama il Signore Gesù accoglie le sue parole: "Non fatevi dei tesori sulla terra". Egli può stabilire delle priorità e usare responsabilmente quanto Dio gli provvede. Il consiglio che il Signore ci dà nella sua Parola è saggio, e dobbiamo badare a farlo nostro in questo tempo di benessere: "Non siate amanti del denaro, siate contenti delle cose che avete; poiché Egli stesso ha detto: Io non ti lascerò, e non ti abbandonerò. Talché possiamo dire con piena fiducia: Il Signore è il mio aiuto; non temerò. Che mi potrà fare l'uomo?".
"Gli apostoli, con grande potenza, rendevano testimonianza della risurrezione del Signore Gesú; e grande grazia era sopra tutti loro" (Atti 4:33)
GESU' E' RISUSCITATO
Le predicazioni di Pietro E Paolo, riportate nel libro degli Atti, affermano con grande energia il fatto della risurrezione del Signore Gesù. Senza dubbio essi parlano molto della sua morte, ma ancora di più della sua risurrezione. La sua morte sarebbe potuta essere considerata come quella di un martire, aggiunta a molte altre, ma la risurrezione gli conferiva un carattere specifico. Essa dimostra la vittoria di Cristo sul potere del peccato. Gesù è sceso nella morte ma non era possibile che fosse trattenuto da essa. Questo dimostra pienamente che è il Figliuolo di Dio, mediante la Sua risurrezione dai morti (Romani 1:4); inoltre, essa ci accerta che Dio ha perfettamente accettato il sacrificio offerto sulla croce. Cristo è risuscitato dai morti, "primizia di quelli che dormono" . Quindi Gesù ha compiuto l'opera di salvezza, basta solo credere: "se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore e avrai creduto col cuore che Dio l'ha risuscitato dai morti, sarai salvato" (Romani 10:8,9).
"Colui che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per noi tutti, non ci donerà forse anche tutte le cose con lui?" (Romani 8:32)
CHE COS'E' LA GRAZIA DI DIO
La grazia ci dà ciò che non ci è dovuto. Dio non è nostro debitore, siamo noi ad essere in debito con Lui, per di più, totalmente insolvibili. Se fossimo accolti da Dio in virtù delle nostre opere, la grazia non sarebbe grazia (Romani 11:6). La grazia è l'amore di Dio applicato alla nostra miseria morale che è assoluta. Questo amore ha la sua sorgente in Dio stesso, e non in noi, e questo spesso non acccettiamo. Pensiamo sempre di poter fare qualcosa che attiri su noi il favore di Dio. L'incredulo respinge la grazia, il peccatore pentito la riceve con riconoscenza. Ma, dopo averla gustata, facciamo attenzione a non dimenticarne il valore. La grazia, base delle relazioni dell'uomo peccatore con l'Iddio Santo, è anche la sorgente di tutte le benedizioni del credente durante la sua vita, che può sempre dire mentre si rivolge al Signore: Non merito il Tuo favore, nulla ho che può piacerti ma so che posso venire a Te per i meriti del mio Signore Gesù Cristo e sulle perfezioni della sua opera.
"O Dio, tu sei il mio Dio, io ti cerco dall'alba; di te è assetata l'anima mia, a Te anela il mio corpo languente in arida terra, senz'acqua" (Salmo 63:1)
I NOSTRI APPUNTAMENTI COL SIGNORE
La preghiera è l'attività fondamentale della nostra vita cristiana, la comunicazione che noi stabiliamo con Dio per adorarLo, per presentarGli i nostri bisogni e ringraziarLo. Avere un'udienza con l'Iddio sovrano, ma contemporaneamente pieno d'amore, è il privilegio più elevato che un uomo possa sperare. Le nostre altre attività dipenderanno da questa. E' più facile agire che pregare; è più facile adoperarsi per gli altri che pregare: anche chi non crede può, con dei buoni sentimenti, far del bene al suo prossimo. Molto prima dello spuntar del giorno, Gesù saliva su un monte per pregare, e ne dà l'esempio ai suoi discepoli che gli domandavano: "Signore, insegnaci a pregare" (Luca 11:1). Cerchiamo di apprezzare questi momenti privilegiati passati in Sua compagnia e non manchiamo, nel corso delle quali riceviamo da Lui la guida per ogni necessità, le forze e la sapienza di cui noi tutti avremo bisogno per compierle. Passa del tempo alla Sua presenza, lascia che Gesù riempia la tua vita.
"Tutto ciò si vedrà nel giorno in cui Dio giudicherà i segreti degli uomini per mezzo di Gesú Cristo, secondo il mio vangelo" (Romani 2:16)
NULLA DI NASCOSTO
Nessuno di noi sopporterebbe che coloro che ci circondano conoscessero esattamente tutto ciò che è nel nosgtro cuore. Che vergogna se tutti i nostri miseri segreti fossero così rivelati. Ora, tutto ciò che noi pensiamo, ciò che esprimiamo o facciamo, è conosciuto al Signore, e tale conoscenza dovrebbe importarci, in quanto, un giorno, bisognerà rendere conto di ogni dettaglio dell'esistenza che Dio ci avrà concessa. Questa perfetta conoscenza che Dio possiede circa tutte le cose, riempiva di perplessità l'autore del Salmo 139: "Dove me andrò lungi dal tuo spirito? E dove fuggirò dal tuo cospetto?''. Eppure, questa inquietudine può cambiarsi in una gioia senza pari. Questo avviene quando, cosciente del proprio stato di peccato, l'uomo lo riconosce e lo confessa a Lui, ed Egli si rivelerà a lui come l'Iddio di grazia e di perdono, l'Iddio Salvatore. " Oh quanto mi sono preziosi i tuoi pensieri!" dice allora questo credente... provami, e conosci i miei pensieri e guidami per la via eterna.
"Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesú" (Romani 3:23-24)
TUTTE LE RELIGIONI SI EQUIVALGONO?
Si sente spesso affermare che tutte le religioni si equivalgono, purché le si pratichi coscienziosamente. Purtroppo esse si equivalgono nella triste realtà che che nessuna di esse ci garantisce l'accesso alla vita eterna. Non è la dottrina alla quale aderiamo, né l'insieme delle pratiche religiose che possiamo seguire, tantomeno una vita irreprensibile agli occhi dei nostri simili, che possono salvarci. Nell Bibbia si narra di un giovane che, pur essendo ligio nell'osservanza della religione, Gesù gli disse che mancava ancora di qualcosa perchè potesse ereditare la vita eterna, doveva donarsi a Cristo senza riserve, mettere il suo futuro nelle Sue mani. Ciò che occorre a tutti noi, non è né una morale, una religione; ma è un Salvatore, ed Egli è Cristo Gesù, che è venuto nel mondo per salvare dei peccatori". "In nessun altro è la salvezza" è scritto nel libro degli Atti. Non cercare altrove la salvezza, rimarresti deluso. Dona il tuo cuore a Cristo, accettalo e ricevereai in dono la salvezza.
"Tuttavia, Signore, tu sei nostro padre; noi siamo l'argilla e tu colui che ci formi; noi siamo tutti opera delle tue mani" (Isaia 64:8)
L'UOMO: UNA CREATURA RESPONSABILE
Dio ha creato l'uomo a Sua immagine ed a Sua somiglianza, cioè, con le sue stesse facoltà: quella di amare, di pensare, di ragionare, di volere e di rifiutare, ecc... Non ha voluto crearlo come un automa, ma gli ha fornito il libero arbitrio, dunque libero. Ma la libertà sottintende la responsabilità, per questa ragione, egli è tenuto ad ubbidire coscientemente al suo Creatore. A causa del peccato e della disubbidienza del primo uomo, miseria, sofferenze e morte ne sono stati la tragica conseguenza. Ma l'Evangelo non si ferma di fronte a questo ostacolo. Esso è la buona novella ed attesta: "il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù nostro Signore" (Romani 6:23). Dio non ha cercato di migliorare la razza umana, Egli ha donato Gesù Cristo, il quale è venuto sulla terra per ricominciare la storia dell'uomo. Ha offerto a Dio una vita perfetta, senza peccato, essendo diventato ubbidiente fino alla morte, e alla morte della croce (Filippesi 2:8).
"Cosí da mettersi da parte un tesoro ben fondato per l'avvenire, per ottenere la vera vita" (1° Timoteo 6:19)
UNA SOLA VITA DA VIVERE
Nella sua epistola, l'apostolo Giacomo, pone la domanda: "Che cos'è la vita vostra?, un vapore che appare un po' di tempo e poi svanisce" (Giacomo 4:14). Possiamo rimpiangere amaramente il tempo che abbiamo perso, ma non possiamo riprendere neppure un solo istante della nostra esistenza. Abbiamo solo una vita da vivere sulla terra. E' certamente un capitale che abbiamo forse già notevolmente sciupato e che continua, lo vogliamo o no, a scivolare tra le nostre mani. Una vita non è pienamente vissuta se non lo è con Dio e per Dio, nella certezza del perdono dei propri peccati, con una gioia profonda nel cuore. Ecco la vera vita. Molti dei nostri contemporanei sono preoccupati, essi non hanno né speranza né certezza circa l'avvenire. Pensiamo anche alla vita futura dopo la morte, accettiamo il perdono di Dio e la vita eterna che Egli oggi offre. Perché tardare? Abbiamo una sola vita, la vogliamo donare ora al Signore per avere la vera pace e la vera gioia, ed infine la certezza della vita eterna.
"Anche Cristo ha sofferto una volta per i peccati, lui giusto per gli ingiusti, per condurci a Dio..." (1° Pietro 3:18)
GESE' E' MORTO PER DARCI LA VITA
Certi uomini sono anche capaci di morire per una nobile causa, dei coraggiosi salvatori rischiano la loro vita per i loro simili in pericolo. Ma che dire di Colui che è morto per i suoi nemici? E' ciò che ha fatto Gesù Cristo, Egli ha offerto se stesso in sacrificio per coloro che lo mettevano a morte. Tale è l'amore di Dio che mentre eravamo ancora peccatori ha dato il Suo Figliuolo per noi; Egli è morto per degli empi; noi, esseri umani. Gesù, è venuto fino a noi, ma molti lo hanno rifiutato. Ma la perfezione di Gesù brilla in questo: rigettato e messo a morte dagli uomini, Egli offre la propria vita a Dio per espiare i loro peccati. Ora è compiuta l'opera della salvezza, una volta compiuta alla gloria di Dio, gli permette di accogliere con amore il peccatore che si pente. L'uomo mortale, che tremava un tempo di fronte alla morte, è ora sicuro di possedere la vita eterna. Il credente salvato è condotto fino a Dio stesso e può chiamarLo Padre. Caro lettore, Gesù è morto per darti la vita.
"Finalmente, mandò loro suo figlio, dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio"" (Matteo 21:37)
IL RISPETTO PER DIO
Molti non hanno piacere che gli si parli di Dio, essi dicono: "Poco importa la religione, ciò che conta, è di avere del rispetto per Lui". Il rispetto per Dio è certo cosa di grande importanza; ma non è la mancanza di ciò al quale ogni essere umano dovrà un giorno rendere conto. Occorre fare molto di più: bisogna ascoltare ciò che Egli proclama nella Sua Parola. Dio "ha parlato a noi mediante il suo Figliuolo" (Ebrei 1:2), mandandoLo a morire sulla croce per liberare l'uomo dalla sua miseria e dal suo peccato. Il vero rispetto di Dio condurrà, dunque, alla vera fede, non una semplice religione, ma una fede che rischiara la vita quando tutto si oscura e che è un rifugio prezioso nei momenti difficili. La fede, è credere in un Dio d'amore che vuole liberarci dal peccato e donarci vera gioia, e per questo ha dato il Suo Figliuolo. La fede è dunque credere in Gesù, Colui che morì per noi. Rifiutare di udire parlare di Gesù, è mancanza di rispetto per il Figliuol di Dio, è sprezzare l'amore di Dio.
Altro...
"E di riconciliare con sé tutte le cose per mezzo di lui, avendo fatto la pace mediante il sangue della sua croce..." (Colossesi 1:20)
VERA PACE
L'assenza di pace nel cuore spinge molti a far uso di farmaci tranquillanti per calmare le varie ansie, per cercare di porre rimedio a questo problema. Ma molto difficilmente si può risolvere questo male profondo e questo disagio interiore. E' dunque ben illusorio in questo caso, sperare di soffocare l'angoscia a colpi di pillole o quant'altro. Molto spesso nulla può soffocare l'inquietudine, la mancanza di pace, che in genere ogni individuo porta in sé. Egli realizza, se vuole sinceramente riconoscerlo, che dovrà un giorno rendere conto a Dio della propria esistenza. Vi è una voce che grida al nostro cuore, è Dio che per mezzo della Sua Parola ci invita ad andare a Lui, a portare ai suoi piedi ogni ansia. Non rimaniamo col dubbio, non facciamo tacere questa voce interiore, ma con fiducia rivolgiamoci a Lui, prendiamo atto di quest'angoscia che ci turba, accettiamo di conseguenza l'invito di Gesù: "Venite a me, voi tutti che siete stanchi e carichi, e io vi darò riposo" (Matteo 11:28)
"Ma per l'aiuto che vien da Dio, sono durato fino a questo giorno..." (Atti 26:22)
IL BISOGNO DI AIUTO
Il cuore umano è stato creato per trovare la felicità e la gioia in Dio. Finché cercheremo altrove le nostre soddisfazioni profonde, non potremo far altro che essere delusi. Il re d'Israele, Ezechia, diceva: “Signore,... guariscimi dunque e rendimi la vita! Ecco, è per la mia pace che io ho avuto grande amarezza; ma tu, nel tuo amore, mi hai liberato dalla fossa della decomposizione, perchè ti sei gettato dietro alle spalle tutti i miei peccati” (Isaia 38:16,17). Cari lettori, facciamoci animo, corriamo tra le braccia del Signore e chiadiamo aiuto e soccorso a Lui nei momenti difficili. Non è forse "un rifugio ed una forza, un aiuto sempre pronto nelle difficoltà?" (Salmo 46:1 ). Il miglior augurio per te è che tu possa conoscere e riconoscere il Signore Gesù Cristo quale tuo personale Salvatore. Egli riempirà il tuo cuore e la tua vita di una tale abbondanza di gioia che a nessun 'altra cosa potrà essere paragonata. Scoprirai il suo aiuto tangibile e concreto in ogni bisogno della tua vita.
"Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono mandati, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come la chioccia raccoglie i suoi pulcini sotto le ali; e voi non avete voluto!" (Matteo 23:37)
NON VOLETE VENIRE A ME
Non avete voluto! Il Signore aveva parlato al Suo popolo Israele allo scopo di ricondurlo a Lui, ma alla fine deve constatare con tristezza: "non siete tornati a Me". Anche Geù disse un giorno: "non volete venire a Me per avere la vita" (Giovanni 5:40). Così è dimostrata l'ostinazione del cuore umano a distogliersi da Dio. L'uomo sprezza la minaccia di giudizio e non ascolta le parole della grazia. Così è stabilita la responsabilità dell'uomo di fronte a Dio. Egli non ascolta, non vuole ascoltare. Eppure Dio gli offre il più grande di tutti i tesori: la salvezza della propria anima. Salvezza costata infinitamente cara a Dio che ha dato il Suo unico Figliuolo Cristo, che ha offerto se stesso in sacrificio. In cambio di tutto ciò che ha fatto per noi, Dio ci chiede una cosa sola: riconoscerci perduti, colpevoli davanti a Lui ed appropriarci del sacrificio di Cristo. Il Suo sangue ha espiato i peccati di tutti coloro che credono in Lui. Caro lettore, non rifiutare il dono della grazia di Dio!
"Ed egli disse loro: «Venitevene ora in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un poco..." (Marco 6:31)
I SILENZI NELLA NOSTRA VITA
Qualcuno ha scritto: "In un pezzo di musica vi sono delle pause, ma esse fanno parte della melodia; sono tanto importanti, al loro posto, quanto le note che devono essere suonate. Ometterle significherebbe modificare del brano stesso. La stessa cosa può dirsi della nostra vita. Dio ha in vista un "pezzo" preciso quando compone la melodia della nostra vita. Non siamo dunque sorpresi da queste pause, esse fanno parte del piano di Dio per noi. Abbiamo troppa tendenza a credere che la vita sia unicamente costituita da diverse attività, ma il nostro Signore ci chiede anche di fermarci e restare alla Sua presenza, per fornirci nuove risorse. Talvolta riscontriamo una pausa inattesa, Dio ci pone apparentemente "fuori servizio" per un tempo. Non siamo scoraggiati come se questi periodi di messa in disparte fossero inutili! Essi sono essenziali: ci rendono pazienti, calmi, fiduciosi, ci fanno rassomigliare maggiormente a Gesù. Tale è lo scopo di Dio per noi. Sia questo anche il nostro desiderio!