"Or senza fede è impossibile piacergli; poiché chi si accosta a Dio deve credere che egli è, e che ricompensa tutti quelli che lo cercano" (Ebrei 11:6)
DI' SOLTANTO UNA PAROLA
Il vangelo di Matteo ci narra del colloquio tra Geù e un ufficiale romano. Quest'uomo aveva certamente delle grandi qualità, sapeva farsi ubbidire. Egli dice: “Se comando ad un soldato di andare, egli va; di venire, egli viene; di fare questo, lo fa”. Nonostante ciò egli rimaneva umile e diceva a Gesù: "Non sono degno che Tu entri sotto al mio tetto". Il Signore non lo esaudirà per le sue qualità ne per i suoi meriti, in quanto nessuno può contare sull'aiuto di Dio per ciò che è o che fa. Gesù rispose a quell' ufficiale perchè trovò in lui la fede che Gli è gradita, e fu quando egli dichiarò: "Dì solamente una parola ed il mio servo sarà guarito'', che Gesù, rispondendo alla sua fede, lo esaudì. per qull'uomo una parola di Gesù bastava per dargli la certezza della liberazione. Essa è Parola che libera. "Chi crede in me vivrà" (Giovanni 11:25). Non sono le nostre qualità e i nostri meriti che ci varranno il favore di Dio, ma solamente la fede nell'opera della salvezza compiuta da Gesù.
"Diceva poi a tutti: «Se uno vuol venire dietro a me, rinunzi a sé stesso, prenda ogni giorno la sua croce e mi segua" (Luca 9:23)
PRENDERE LA PROPRIA CROCE
Cosa significa per noi l'espressione "prendere la propria croce"? Non è, come a volte si pensa, accettare stoicamente le sofferenze, richiamandosi a tutte le risorse della propria volontà. No! Gesù si serve di questa immagine forte per farci comprendere una verità assai diversa e molto importante: "prendere la propria croce" è rinnegare il nostro "io" egocentrico e lontano da Dio. Quell' "io" che può essere religioso, difendere una morale, fare ogni tipo di opere lodevoli. In che modo vincere il proprio orgoglio? Identificandoci con Cristo, nella Sua morte sulla croce, perché, d'ora innanzi, viviamo in modo nuovo, non per noi, ma per Lui. Per fede realizzare poco a poco questa verità liberatrice nelle circostanze quotidiane. Per ognuna di esse si presenta la scelta, ascolteremo l' "io" o ci lasceremo guidare dal Signore? Possiamo rispondere ogni volta: "Signore Gesù, Tu che sei la mia vera vita, concedimi di prendere la mia croce e di seguirTi con gioia". Allora si potrà vedere in noi Gesù.
"Volgetevi a me e siate salvati, voi tutte le estremità della terra! Poiché io sono Dio, e non ce n'è alcun altro" (Isaia 45:22)
CONOSCERE L'ARCHITETTO
L'universo creato da Dio ci rivela la sapienza e la potenza del Creatore. "I cieli raccontano la gloria di Dio". Secoli dopo, l'apostolo Paolo scriveva nell'episoloa ai Romani che la potenza eterna e la divinità di Dio "si vedono chiaramente... per mezzo delle opere Sue" (Romani 1:20). Eppure, questa natura piena di meraviglie non può darci un'immagine completa di Dio. Per conoscere Dio, bisogna leggere La Sua Parola, La Bibbia, la quale ci rivela ciò che Lui è e quello che ha fatto. Essa ci mostra chiaramente il suo amore, infatti è scritto: "Io vi ho amati" (Malachia 1:2). E se chiediamo come il popolo di un tempo: "In che ci hai Tu amati?", Egli ci risponderà: "Ho dato il Mio Figlio per salvarvi da un giudizio eterno". Cari lettori, conoscete Dio? Non solo il Creatore onnipotente, ma Iddio Salvatore, che ha amato tanto gli uomini da dare il Suo unico Figlio? Gesù ha preso i nostri peccati e se ne è caricato affinché chiunque crede in Lui non perisca ma abbia vita eterna (Giovanni 3:16).
"Marta aveva una sorella chiamata Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesú, ascoltava la sua parola" (Luca 10:39)
TACERE ED ASCOLTARE
La Bibbia, Parola di Dio, si rivolge a tutti con autorità per invitare a pentirsi ed a credere in Gesù il Salvatore. Ma l'uomo ha le proprie idee, la sua filosofia di vita, il suo parere su tutto, che si affretta a dare invece di far silenzio davanti a Dio. Spesso i suoi discorsi costituiscono una fuga: non bisogna lasciare a Dio il tempo di parlare. C'è tale punto su cui il Signore lo vuole istruire, ma ecco: la sua opinione è già fatta; non è pronto a sottomettersi; trova più semplice non ascoltare. Tante volte abbiamo agito da sordi davanti al Signore, si preferisce non acoltare ciò che Egli ha da dirci. Ma quest'oggi Egli desidera aprire i nostri orecchi spirituali per farci udire il Suo messaggio d'amore, parlarci del suo dono per la nostra vita: Cristo Gesù; la sua voce che consola i nostri cuori e dona pace profonda lenne nostre vite. Se impariamo ad ascoltare la nostra vita sara arricchita, in quanto "l'uomo non vive di solo pane, ma di ogni parola che esce dalla bocca del Signore".
"Dalla pianta del piede fino alla testa non c'è nulla di sano in esso: non ci sono che ferite, contusioni, piaghe aperte, che non sono state ripulite, né fasciate, né lenite con olio" (Isaia 1:6)
UNA DIAGNOSI INFALLIBILE
Nel Vangelo è evidente che Gesù guariva molti malati, ma ogni volta che lo faceva, Egli operava anche la guarigione dell'anima, perdonando i peccati di chi si accostava a Lui. Il nostro grande Medico, dalla diagnosi infallibile, ci mostra qual è il vero problema dell'uomo, la causa di tutti i suoi mali: una malattia morale, mortale che si chiama peccato. La nostra tendenza è di arrestarci alle sue manifestazioni secondarie esteriori e visibili: miseria, apprensione, ineguaglianze sociali, angoscia, disordini di ogni natura, dimenticando il vero problema al quale l'Evangelo porta il rimedio divino. Molte persone desidererebbero essere guarite dalle loro malattie, senza provare affatto il bisogno di essere in relazione con Dio e di rimettere in seguito l'intera loro vita tra le mani del Salvatore affinché la diriga. La guarigione di una malattia, il sollievo dato ad una sofferenza, non sono mai state, per il Signore, benedizioni elargite all'uomo solamente per questa vita. Egli vuole salvare.
"Quanto son numerose le tue opere, Signore! Tu le hai fatte tutte con sapienza; la terra è piena delle tue ricchezze" (Salmo 104:24)
LIMITI DELLA SCIENZA
E' forse più ragionevole pensare che l'universo si sia formato da solo piuttosto che l'abbia creato Dio? Contrariamente a quanto si potrebbe immaginare, la scienza non permette di scegliere tra queste due possibilità. Essa non fornisce alcuna risposta alle domande che non abbiano per oggetto il mondo osservabile. In contrapposizione a ciò, la Bibbia pone sia i fondamenti che i limiti della scienza. I fondamenti, poiché Essa afferma che il mondo può essere studiato per mezzo dell'intelligenza data da Dio agli uomini. I limiti, in quanto mostra che certi fenomeni superano ciò che la creatura è in grado di comprendere. Ma la Bibbia fa molto di più. Essa rivela Dio, l'Autore di tutte le cose, e ci indica la via da seguire per essere in relazione con Lui. Essa ci parla del Suo amore rivelato in Gesù. Accettando questa rivelazione noi troviamo il nostro vero posto nell'universo e possiamo utilizzare la scienza senza farne un dio. La mente umana ha dunque dei limiti, ma Dio si rivbela a chi vuole conoscerLo.
"Infatti sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, 39 né potenze, né altezza, né profondità, né alcun'altra creatura potranno separarci dall'amore di Dio che è in Cristo Gesú, nostro Signore" (Romani 8:38-39)
L'INCONTRO PIU' IMPORTANTE DELLA VITA
Gesù è vivente; Egli non è solamente una figura storica, del passato, un uomo di grande bontà e in seguito morto e scomparso. Gesù Cristo è il Figliuolo di Dio, morto per tutti noi e risuscitato dai morti. Egli offre ora la vita a chiunque confida in Lui; Gesù dona un senso concreto e solido all'esistenza sulla terra. Per questo, più che per qualunque altra cosa al mondo, l'unico vero scopo per cui vivere è stare al fianco di Gesù ogni giorno. Gesù ci comprende più di noi stessi, ci affranca da ciò che non riusciamo a superare e ci rende capaci di scoprire e di realizzare il vero scopo di vita. Ci ama e ci perdona anche là dove non arriveremo personalmente a perdonarci. Se Gesù non fosse vivente non potremmo attestare quanto detto. Il Suo amore ci garantisce sicurezza e speranza in questo mondo instabile e mutevole. Nulla può separarci da Lui. Vivere per Lui con l'incitamento e l'aiuto del Suo Spirito Santo, costituisce per chiunque crede, la più incredibile sfida accordata agli uomini.
"Con la sua venuta ha annunziato la pace a voi che eravate lontani e la pace a quelli che erano vicini" (Efesini 2:17)
LA PACE DEGLI UOMINI E LA PACE DI DIO
Il Salmista scriveva nel Salmo 120: "Io sono per la pace; ma, non appena ne parlo, essi sono per la guerra" Tale era il mondo di un tempo, e tale è ancora oggi. Il nostro secolo che si vanta delle sue conquiste e dei suoi progressi, conosce, in tutte le parti del mondo, guerre, rivoluzioni e lotte intense. Non c'è ragione per essere fieri dell'umanità. Ma esiste un'altra pace, quella di Dio. Essa non riposa su un fragile compromesso che le darebbe soltanto una durata passeggera, ma su un solido fondamento: l'opera di Cristo alla croce. Gesù, solo mediatore tra Dio e gli uomini, ha risposto sia alle esigenze della giustizia divina, sia alla nostra condizione di peccatori. "E' Lui che è la nostra pace" (Efesini 2:14). Quella che Geù offre anche a te, è una pace che Dio dona generosamente a tutti gli uomini, poiché Egli è "l'Iddio della pace" (Romani 16:20). Questa pace non dipende da noi, non ci è accordata in virtù dei nostri propri meriti, ma in virtù del sacrificio di Cristo.
"In nessun altro è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati»" (Atti 4:12)
UNA SALVEZZA PERFETTA
Tutte le religioni fondate dagli uomini pretendono di offrire una risposta alla coscienza tormentata dell'essere umano che cerca la pace con Dio. Risposte illusorie perché propongono all'individuo di pervenirvi mediante i propri mezzi. Ma la salvezza può solamente provenire da Dio e non può essere altro che gratuita. Dio odia e condanna il peccato, ma ama il peccatore e vuole riconciliarlo a sé. Tuttavia, poiché Egli è giusto, non può semplicemente chiudere gli occhi sui nostri peccati. La giustizia divina è una legge che non può rimanere senza effetto o essere messa da parte. Poiché l'uomo è colpevole, deve subirne le conseguenze. Ma Dio, nel suo amore, ci ha dato un Salvatore, Gesù Cristo, il suo stesso Figliuolo. Egli si è sostituito a noi per sopportare sulla croce la giusta ira di Dio che noi meritavamo. Gesù offrì se stesso quale Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo. Ora, semplicemente credendo in Lui e accetandolo quale personale Salvatore, si ottiene una salvezza perfetta.
"Ecco, la mano del Signore non è troppo corta per salvare, né il suo orecchio troppo duro per udire;
ma le vostre *iniquità vi hanno separato dal vostro Dio; i vostri peccati gli hanno fatto nascondere la faccia da voi, per non darvi piú ascolto" (Isaia 59:1-2)
UN MALE INCURABILE Gesù Cristo è venuto nel mondo per portarci la conoscenza di Dio. Come potrebbe il Creatore non interessarsi alla sua creatura? E, vedendola perduta, Egli ha voluto salvarla. In presenza della giustizia di Dio, ci rendiamo conto che siamo degli esseri colpevoli. Tra Dio e noi si erige una barriera insormontabile, è il peccato. Ciò che è terribile è che il nostro male è incurabile. Con qesto male gli uomini devono continuamente misurarsi in quanto esso si trova nel loro proprio cuore. Essi ne minimizzano la gravità, e ne fanno addirittura una distinzione tra peccato "veniale" e peccato "mortale", ma davanti a Dio ogni peccato è mortale, in quanto, per espiarlo, è stata necessaria la morte sulla croce di Gesù. Tutti gli esseri umani, come attesta La Scrittura, sono peccatori e, a questo titolo, meritano di essere eternamente separati da Dio. Non vi è dunque nessuna speranza per l'uomo? Non potrà dunque mai essere perdonato e sfuggire alla perdizione? Vi è la soluzione: la fede in Cristo Gesù!
Altro...
"Infatti sta scritto: «Come è vero che vivo», dice il Signore, «ogni ginocchio si piegherà davanti a me,
e ogni lingua darà gloria a Dio»" (Romani 14:11)
L'INEVITABILE INCONTRO Si può provare a rifiutare Gesù dalla propria vita perché lo si considera inutile, ma, in ogni caso, bisognerà incontrarlo un giorno. Possiamo già ora, mentre siamo ancora in vita, mentre lo si può trovare come il Salvatore che offre la salvezza a chiunque crede. Altrimenti più tardi, nel momento del giudizio finale, come il Giudice inflessibile e senza appello di tutti coloro che hanno rifiutato e sprezzato la salvezza offerta. Questo incontro è inevitabile; e nessuno potrà esimersi. Colui che si sarà rifiutato di riconosce Gesù come il Salvatore che offre la Sua grazia e il Suo perdono, s'imporrà come il Giudice inesorabile. Quel giorno ognuno sarà senza scuse per aver rifiutato la salvezza a loro offerta in dono. Coloro invece che, sulla terra, hanno ricevuto Gesù come loro Salvatore, lo contempleranno nella Sua gloria; vedranno sulle Sue mani il segno dei chiodi; si prostreranno davanti a Lui e Lo adoreranno. "Così dunque ciascuno di noi renderà conto di se stesso a Dio" (Romani 14:12).
"Perciò io ti consiglio di comperare da me dell'oro purificato dal fuoco, per arricchirti; e delle vesti bianche per vestirti e perché non appaia la vergogna della tua nudità; e del collirio per ungerti gli occhi e vedere" (Apocalisse 3:17-18)
BISOGNO DI NULLA
Il capitolo 3 dell'Apocalisse dichiara l’autosoddisfazione della Chiesa di Laodicea: "Sono ricco e mi sono arricchito, e non ho bisogno di nulla". Ma il Signore vuol farle prendere coscienza della sua profonda miseria, perché ricerchi presso di Lui tutto quello che invece manca. “Non ho bisogno di nulla”, dirà anche l'incredulo. “Non ho bisogno della salvezza, per me va tutto bene. Da che cosa devo essere salvato?”. “Non ho bisogno di niente, pensa colui che trascura la preghiera, dice, che richieste farei? Per me va tutto bene. I bisogni degli altri, in tutti i campi, ci lasciano spesso tanto più indifferenti quanto più siamo ben sistemati. La Parola di Dio ci invita, come Laodicea, ad aprire gli occhi ed a comprendere il bisogno che abbiamo di Gesù, dapprima come Salvatore, in seguito come ragione di vita. Dio ci da un consiglio di vitale importanza, che è quello di chiedere a Lui del "collirio" per vedere, delle "vesti" per coprirci e dell'"oro" per essere veramente ricchi in Lui.
"Invece quelli che vogliono arricchire cadono vittime di tentazioni, di inganni e di molti desideri insensati e funesti, che affondano gli uomini nella rovina e nella perdizione" (1° Timoteo 6:9)
NON AMARE LE RICCHEZZE
Gli uomini sono generalmente assillati da un grande problema: lo sfrenato desiderio di avere sempre di più. La sensazione radicata in loro è di non aver mai abbastanza. Quando si insinuano nella vita tali desideri, si finisce col diventare schiavi di essi al punto da non essere mai contenti. Chi invece ha creduto in Gesù e per la sua grazia è divenuto un figlio di Dio, possiede una forza tale in se da essere liberato da questa perenne insoddisfazione. Chi ama il Signore Gesù accoglie le sue parole: "Non fatevi dei tesori sulla terra". Egli può stabilire delle priorità e usare responsabilmente quanto Dio gli provvede. Il consiglio che il Signore ci dà nella sua Parola è saggio, e dobbiamo badare a farlo nostro in questo tempo di benessere: "Non siate amanti del denaro, siate contenti delle cose che avete; poiché Egli stesso ha detto: Io non ti lascerò, e non ti abbandonerò. Talché possiamo dire con piena fiducia: Il Signore è il mio aiuto; non temerò. Che mi potrà fare l'uomo?".
"Gli apostoli, con grande potenza, rendevano testimonianza della risurrezione del Signore Gesú; e grande grazia era sopra tutti loro" (Atti 4:33)
GESU' E' RISUSCITATO
Le predicazioni di Pietro E Paolo, riportate nel libro degli Atti, affermano con grande energia il fatto della risurrezione del Signore Gesù. Senza dubbio essi parlano molto della sua morte, ma ancora di più della sua risurrezione. La sua morte sarebbe potuta essere considerata come quella di un martire, aggiunta a molte altre, ma la risurrezione gli conferiva un carattere specifico. Essa dimostra la vittoria di Cristo sul potere del peccato. Gesù è sceso nella morte ma non era possibile che fosse trattenuto da essa. Questo dimostra pienamente che è il Figliuolo di Dio, mediante la Sua risurrezione dai morti (Romani 1:4); inoltre, essa ci accerta che Dio ha perfettamente accettato il sacrificio offerto sulla croce. Cristo è risuscitato dai morti, "primizia di quelli che dormono" . Quindi Gesù ha compiuto l'opera di salvezza, basta solo credere: "se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore e avrai creduto col cuore che Dio l'ha risuscitato dai morti, sarai salvato" (Romani 10:8,9).