Io amo quelli che mi amano, e quelli che mi cercano mi trovano (Proverbi 8:17)
CHI CERCA, TROVA
Il versetto di oggi ci fa capire che le braccia amorevoli di Dio sono sempre pronte ad accoglierci, come quelle del padre del figliol prodigo. L'unica condizione sta nell'amarlo e nel cercarlo. È bello sapere che il Signore è pronto a manifestarsi, a farsi trovare. Il problema è che molte persone non vogliono trovarlo! Non vogliono che interferisca nella loro vita! Non vogliono neppure rischiare di cambiare! Il fatto è che se non lo cerchiamo e non lo troviamo qui come nostro Salvatore, lo troveremo come nostro Giudice. Amico lettore, tu ami il Signore? Come dice la Bibbia "...Cerchi il Suo volto?" Il Signore non gioca a nascondino, anzi desidera intervenire nella nostra vita, manifestare il Suo amore e la Sua premura. Ma soltanto se lo amiamo e lo cerchiamo nel luogo giusto, vale a dire nella Sua Parola si realizzerà questa bella promessa scritta nel Vangelo di Giovanni: "Chi ha i miei comandamenti e li osserva, quello mi ama; e chi mi ama sarà amato dal Padre mio, e io lo amerò e mi manifesterò a lui" (Giovanni 14:21).
Una cosa ti manca! Va', vendi tutto ciò che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi (Marco 10:21)
UNA COSA TI MANCA!
Possiamo sforzarci e compiere tutte le buone azioni di questo mondo, ma tutto ciò non ci porterà alla salvezza. Questo fu l’insegnamento dato da Gesù al giovane protagonista di questa storia. La salvezza non è per opere, ma per grazia: “Dio … ci ha salvati non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua misericordia, mediante il bagno della rigenerazione e del rinnovamento dello Spirito Santo” (Tito 3:5). “È per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio. Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti” (Efesini 2:8). “Ma se è per grazia, non è più per opere; altrimenti, la grazia non è più grazia” (Romani 11:6). “Dio… ci ha salvati e ci ha rivolto una santa chiamata, non a motivo delle nostre opere, ma secondo il suo proposito e la grazia che ci è stata fatta in Cristo Gesù fin dall'eternità” (II Timoteo 1:9). Una cosa forse ti manca: la salvezza che si ottiene mediante la fede in Cristo Gesù.
Chi è lento all'ira vale più del prode guerriero; chi ha autocontrollo vale più di chi espugna città (Proverbi 16.32)
AUTOCONTROLLO
Dio ci conosce tanto in profondità quanto nemmeno noi siamo in grado di capire o di comprendere. Lui sa che l'ira può far parte della nostra vita ed è per questo che ci dice di essere "lenti all'ira". Chi è lento all'ira è paragonato ad un prode guerriero che sa bene come comportarsi in battaglia per poter riportare la vittoria. Occorre studiare il nemico e non lasciarsi vincere dall'odio o dal rancore e scagliarsi contro indiscriminatamente come se fosse una vendetta personale. Occorre avere autocontrollo, saper controllare i propri istinti, la propria ira in modo da poter guardare le cose con più distacco e non lasciarci accecare da cattivi sentimenti che non portano mai a qualcosa di costruttivo. A volte possiamo perdere la pazienza, la vita può non sempre scorrere liscia come vorremmo, ma se rimettiamo tutto nelle mani del Signore, Egli troverà la via giusta per noi e non permetterà che il nostro cuore viva nell'amarezza, ma ci darà la strada per uscire fuori da ciò che ci attanaglia.
Chi va con i saggi diventa saggio, ma il compagno degli insensati diventa cattivo (Proverbi 13:20)
BUONE COMPAGNIE
La seconda parte del proverbio di oggi avverte di stare alla larga dagli stolti per non diventare come loro. Ma oggi vogliamo soffermarci sulla parte positiva, sul consiglio di stare coi saggi per diventare saggio. E dove si trovano i saggi? Secondo le Scritture è saggio chi conosce e mette in pratica la Parola del Signore, quindi sono i buoni cristiani, la sana compagnia da ricercare per diventare saggi anche noi. Questo ambiente ideale per te e per i tuoi cari è la chiesa dove vivi, la comunità fedele alla Parola di Dio. Ci sono sempre stati (e ci saranno anche in futuro) credenti che credono di poter fare a meno della comunione fraterna, dei culti e degli studi biblici, dell'edificazione: insomma credono di poter fare a meno della chiesa. Inevitabilmente, se non siamo in compagnia dei credenti per essere istruiti nella Parola ed edificati dalla comunione fraterna, finiamo col passare il tempo facendo ciò che non edifica la nostra fede. Rimaniamo insieme alla fratellanza per fare in ogni cosa la volontà di Dio.
Giacobbe chiamò Betel il luogo dove Dio gli aveva parlato (Genesi 35:15)
CASA DI DIO O CASA DEL NIENTE?
Beth-el significa casa di Dio e Beth-aven significa casa della vanità, del niente. Giacobbe così chiamò il luogo dove Dio gli parlò. E in quel luogo fu portata l'arca, fu costruito un altare e lì gli Israeliti andavano per consultare Dio. Ma le cose cambiano e in quel luogo furono eretti altari a idoli pagani e si celebravano culti idolatrici. E i profeti chiamarono quel luogo Bethaven: che trasformazione! Com'è potuto accadere? Accade perché si pensa di poter fare a meno di Dio, ci si dimentica di Dio, in un certo senso si smarrisce Dio e non lo si trova più. Dio parla al tuo cuore. Dio non abita in templi fatti da mano d'uomo (Atti 7:48). Oppure meglio ancora: Non sapete che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete ricevuto da Dio? (I Corinzi 6:19). Non è un miracolo che Dio abita in te? Ma il tuo cuore si può chiamare ancora Beth-el la casa di Dio o si chiama Beth-aven la casa delle vanità? Dipende da quello che c'è dentro, da quello che noi vogliamo che ci sia dentro.
Nel quale tutti i tesori della sapienza e della conoscenza sono nascosti (Colossesi 2:3)
TESORI NASCOSTI
Se per ogni uomo è di fondamentale importanza conoscere Cristo, l’immagine del Dio invisibile, per il credente è ugualmente importante approfondire questa conoscenza nel tempo. L’apostolo Paolo scrive ai credenti di Colosse esortandoli a diffidare della filosofia e conoscenza umana. A questo riguardo avvertì anche il suo giovane discepolo Timoteo: ”O Timoteo custodisci il deposito; evita i discorsi vuoti e profani e le obiezioni di quella che falsamente si chiama scienza; alcuni di quelli che la professano si sono allontanati dalla fede” (I Timoteo 6:20, 21). Per non cadere vittime e facili prede delle falsità “filosofiche” e “scientifiche” che circolano in questo mondo e che possono facilmente introdursi nella nostra mente e contaminare i nostri pensieri è necessario conoscere sempre meglio Cristo. Gesù può essere conosciuto soltanto attraverso la rivelazione della Parola di Dio, la Sacra Bibbia, perché in Lui sono nascosti tutti i veri tesori della sapienza e della conoscenza.
Se voi mi amate, osserverete i miei comandamenti (Giovanni 14:15)
AMARE DIO
Condizione essenziale per amare il Signore è osservare i suoi comandamenti. Non possiamo dire di essere dei buoni cittadini se non osserviamo le leggi che governano il nostro paese, allo stesso modo non possiamo dire di essere dei cristiani se non osserviamo i comandamenti di Dio. Il Signore nell'Antico Testamento ha dato i dieci comandamenti nei quali erano racchiuse tutte le regole essenziali dalle quali dipendeva tutta la vita. Gesù li ha semplificati, ma non aboliti, racchiudendoli in due soli: ama Dio e ama il prossimo tuo come te stesso. Se noi osserviamo questi semplici comandamenti avremo fatta la volontà di Dio. Fare la volontà di Dio non è gravoso, basta riconoscere di quale amore Lui ci ha amati e cercare di ricambiarlo amandolo con tutto il nostro cuore e con tutto il nostro essere. Non dovrebbe essere difficile se consideriamo l'immenso amore che Dio ha per noi, di come si prende cura delle anime nostre e di come ci è accanto in ogni istante della nostra vita.
Come la cerva desidera i corsi d'acqua, così l'anima mia anela a te, o Dio (Salmo 42:2)
SETE DI DIO
Era il grido del pio Israelita che, nella terra d’esilio, si ricordava con nostalgia dei giorni in cui saliva nella casa del Signore. È stato il grido della più colta umanità pagana (i Greci) quando, insoddisfatta dei suoi riti e delle sue divinità, innalzava gli altari al Dio che non conosceva, ma di cui sentiva un così ardente bisogno. È il grido del peccatore che desidera di essere liberato dalle sue catene e purificato dal male. È il grido di ogni fedele che, nel tempio dove si prostra, cerca e domanda una comunione più intima con Dio. Egli desidera ardentemente il Suo conforto, la Sua presenza, il Suo Spirito. Egli Lo vuole più vicino a sé, lo vuole in sé. È il grido dell’anima mia Signore! Dell’anima non appagata e, dell’anima che sa di non poter trovare che in Te il proprio ristoro e la propria pace. Gesù dice: “Se alcuno ha sete, venga a me e beva”! Vuoi gridare oggi anche tu? Caro lettore, rivolgi il grido del tuo cuore a Dio ed Egli opererà con potenza.
E molti lo sgridavano perché tacesse, ma quello gridava più forte: "Figlio di Davide, abbi pietà di me" (Marco 10:48)
CIECO, MA VEDENTE
Bartimeo era cieco, eppure ci vedeva chiaramente. I sacerdoti del tempo e gran parte della folla invece vedeva Gesù, eppure restava cieca. Bartimeo era un cieco che "vedeva"! Sebbene i suoi occhi fisici erano impediti, i suoi occhi spirituali ci vedevano benissimo. Non so spiegarmi come mai un cieco, nel frastuono di una folla che gridava, seppe dirigersi nella direzione giusta, proprio dove stava passando Gesù. Di certo Bartimeo comprese che per poter esser esaudito, doveva gridare a Gesù con fede. Infatti, il suo grido proveniva dal cuore: era un grido semplice e sincero e fu per questo esaudito da Gesù. “Allora il cieco, gettato via il mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. E Gesù, rivolgendosi a lui, gli disse: "Che cosa vuoi che ti faccia?" Il cieco gli rispose: "Rabbunì, che io ricuperi la vista". Gesù gli disse: "Va', la tua fede ti ha salvato". In quell'istante egli ricuperò la vista e seguiva Gesù per la via”. Anche tu come Bartimeo supera l’ostacolo “folla”, vai da Gesù ed Egli opererà nella tua vita.
Vale più una mano piena, con riposo, che entrambe le mani piene, con travaglio e corsa dietro al vento (Ecclesiaste 4:6)
ACCONTENTARSI
Troppo spesso la nostra vita ci porta a ricercare ricchezze e uno stato più elevato nella scala sociale facendoci dimenticare che è più importante accontentarsi di quello che si ha che correre dietro ai sogni di ricchezza. Se ci fermiamo e poniamo mente a quello che abbiamo e a quello che potremmo avere ci rendiamo conto che quello che ci manca troppo spesso non è qualcosa di materiale, ma semplicemente qualcosa che riempia il nostro cuore e la nostra mente. La Bibbia ci dice che potremmo guadagnare il mondo intero e non renderci conto che stiamo perdendo noi stessi. Se riusciamo a guardare nel nostro cuore e a chiederci quello di cui veramente abbiamo bisogno ci accorgeremo che sicuramente ci serve molto più un cuore sereno che una tasca piena di soldi. Ci aiuti il Signore a dare alla vita il giusto significato e a non accumulare beni che spesso non ci servono e che non fanno la felicità ma a sentire il cuore gonfio di gratitudine verso Colui che solamente può darci quello che il nostro cuore desidera.
Altro...
La via dello stolto è diritta ai suoi occhi, ma chi ascolta i consigli è saggio (Proverbi 12:15)
ASCOLTARE I CONSIGLI
Fra i tanti difetti tipici dello stolto sicuramente c'è quella di non rendersi conto che sta sbagliando. Lo stolto tende a non porsi domande e a non riflettere più di tanto sulle sue scelte. Egli va dritto per la sua strada senza badare al male che può procurare a se stesso o al prossimo. Se poi si prova a fermarlo o ad avvertirlo, lo stolto spesso reagisce irritandosi e non prestando ascolto ai consigli. Invece, chi è saggio agisce nel modo esattamente contrario. Si pone spesso domande del tipo: "Sto agendo bene? Questa scelta è davvero la migliore? Il libro dei Proverbi insiste spesso sul grande valore dell'esperienza e del saper ascoltare i consigli di chi ne sa di più: "Nel gran numero dei consiglieri sta la salvezza. I disegni falliscono, dove mancano i consigli. Con sagge direttive potrai condurre bene la guerra, e la vittoria sta nel gran numero dei consiglieri" (Proverbi 11:14; 15:22; 24:6). Ci aiuti il Signore in modo che possiamo ascoltare i consigli che Dio ci rivolge attraverso la Sua meravigliosa e insostituibile Parola, la Bibbia.
Senza di me non potete fare nulla (Giovanni 15:5)
GESÙ È INDISPENSABILE
Che cosa intendeva dire Gesù con questa affermazione? Senza di me non potete fare il bene! Non lo possiamo neppure desiderare perché è soltanto Lui che lo ispira nel cuore dell’uomo. Senza di me non potete possedere la luce! La vera luce che può fugare le tenebre fitte che avvolgono il nostro cuore. Senza di me non potete avere la certezza del perdono, della pace e della vita eterna! Senza di Lui queste realtà spirituali non possono esse sperimentate nella nostra vita. Senza di me non potete salvarvi! Non ci può essere salvezza al di fuori di Lui. Non ci può essere liberazione dalla schiavitù del peccato, senza quel prezioso sangue che Gesù ha sparso sulla croce per me e per te. Sì caro amico, senza Gesù non puoi fare proprio nulla! "E in nessun altro è la salvezza; poiché non c’è sotto il cielo alcun altro nome che sia stato dato agli uomini, per il quale noi abbiamo ad essere salvati” (Atti 4:12).
Poi Dio disse a Mosè: "Sali verso il Signore ... poi Mosè solo avanzerà verso il Signore; ma gli altri non si avvicineranno e neppure il popolo salirà con lui" (Esodo 24:1, 2)
AVVICINARSI A DIO
Quando Israele giunse in prossimità del monte Sinai, Dio chiamò i conduttori del popolo perché salissero sulle pendici del monte, tenendosi ad una certa distanza da Lui. Soltanto a Mosè fu permesso di avvicinarsi e di avere comunione con il Signore. Nel nuovo Testamento, invece, tutti i credenti sono invitati ad avere una comunione intima con Dio. Infatti, lo scrittore della lettera agli Ebrei ci esorta cosi: ”Avendo noi un grande sacerdote sopra la casa di Dio, avviciniamoci con cuore sincero e con piena certezza di fede….” (Ebrei 10.21,22) e Giacomo riporta questa promessa: ”Avvicinatevi a Dio ed Egli si avvicinerà a voi…” (Giacomo 4:8). Non mantenere le distanze da Dio! Egli vuole che ti avvicini a Lui. Il Padre dice: ”Venite..." (Isaia 1:18). Il Figlio dice: ”Venite…” (Matteo 11:28). Lo Spirito Santo dice: “Vieni…” (Apocalisse 22:17). Il cuore di Dio e le Sue braccia sono aperte verso di te. Accogli l'invito che il Signore ti rivolge di accostarti a Lui!
Ma ho questo contro di te: che hai abbandonato il tuo primo amore. (Apocalisse 2:4)
ABBANDONARE
L'abbandono è una delle cose più tristi che ci possano essere. Chi abbandona e chi è abbandonato provano una sofferenza grandissima nei loro animi anche se in maniera differente e a volte contrastante. Chi è abbandonato sente il peso della separazione, si sente solo, sente che le cure e l'affetto della persona amata sono venute meno, vorrebbe fare qual cosa per rimediare ma si sente inerme e impossibilito a farlo. Chi abbandona si sente nel giusto anche se spesso preso dal rimorso. Ognuno di noi, in ogni cosa che fa sente di stare seguendo la via migliore, ma non sempre è così. Nell'amore umano forse si attraversano diverse fasi che vanno dall'innamoramento, all'amore più intenso per poi sfociare molte volte nell'indifferenza. Dio sa tutto questo e non vuole che l'amore che ci ha infervorati per Lui appena lo abbiamo conosciuto e accattato divenga tiepido e freddo. Dio vuole che lo amiamo sempre con la stessa intensità così come Lui ci ama e ci ha amato fin dall'inizio della nostra esistenza, e ancora da prima. Ama Dio!