Dimorate in me, e io dimorerò in voi. Come il tralcio non può da sé dare frutto se non rimane nella vite, così neppure voi, se non dimorate in me (Giovanni 15:4)
DIMORARE IN DIO
La Bibbia insegna che il credente è paragonabile ad un tralcio. Non ha alcun valore, se non è innestato nella vite: soltanto così porta frutto. Allo stesso modo, il credente non può fare a meno di dipendere da Cristo. Gesù disse: “Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla” (Giovanni 15:5). Il tralcio prende la linfa vitale dalla vite e non può vivere indipendentemente da essa. Paolo parlava della sua dipendenza dal Signore, quando diceva: “Io posso ogni cosa in Colui che mi fortifica”. Il tralcio non ha vita in sé. Una volta che è staccato dalla vite, si secca e muore. Allo stesso modo, se staccati da Cristo, la nostra vita spirituale si secca e muore. È Cristo che conferisce alla nostra vita il suo vigore. Infatti Gesù ha detto: “Io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza” (Giovanni 10:10). Rimaniamo dunque innestati in Cristo! Dimoriamo in Lui e porteremo frutto per la gloria di Dio!
Ma, in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati (Romani 8:37)
CERTEZZA DELLA VITTORIA
Non esiste mai una vittoria individuale. Noi non siamo mai soli. Accanto a noi c'è sempre Dio, la Sua mano misericordiosa che ci guida e ci porta avanti. Ecco perché l'apostolo Paolo può dire che "noi siamo più che vincitori in colui che ci ha amati". Certo Dio ci ha amati per primo e si è rivelato alla nostra vita in modo che noi potessimo affidarci a Lui. Chi eravamo noi perché Lui si prendesse cura della nostra vita? Eppure lo ha fatto con tanto amore e con tutta la gioia possibile. Eravamo dei perdenti nati, avevamo perso ogni cosa, anche la vita essendo schiavi del peccato e delle brutture che compievamo, ma Cristo sulla croce ci ha resi più che vincitori. Ci ha dato la vittoria sulla morte e sul peccato tanto che possiamo affermare con certezza che siamo seduti nei luoghi celesti e il nostro premio è grande presso il Padre. Cristo ci ha dato la certezza della vittoria. Caro lettore, affida la tua vita al Signore e realizzerai la vittoria in Cristo insieme ai credenti.
Figlio mio, dammi il tuo cuore (Proverbi 23:26)
DAMMI IL TUO CUORE
Inchiniamoci ed ascoltiamolo! Se Dio ci domanda il cuore, non è per amore di sé ma per amor nostro. Egli vuole ricolmare questo cuore vuoto con l’abbondanza del Suo amore. Amico, com'è il tuo cuore in questo momento? Vuoto se l’amore di Dio non lo ha colmato. Il Padre celeste desidera il tuo cuore anche per illuminarlo, per purificarlo, per saziarlo con la Sua grazia. Del resto, amico, sappi che se non donerai il tuo cuore al Padre amorevole, sicuramente qualcosa d’altro lo occuperà. Il mondo per esempio, che sicuramente ti deluderà e ti abbandonerà, più triste che mai. Dio lo sa ed appunto per questo Egli non cessa di ripetere la sua richiesta: “Figliol mio, dammi il tuo cuore”. Non vuoi esaudire tu questa Sua amorevole richiesta? Di solito le preghiere salgono verso il Padre celeste, portando a Lui i nostri desideri e le nostre angosce. Questa invece è una richiesta speciale perché scende dal Cielo! È la richiesta di Dio! Dio è un padre che implora insistentemente il figliolo perduto perché desidera manifestarGLi il Suo amore.
So vivere nella povertà e anche nell'abbondanza; in tutto e per tutto ho imparato a essere saziato e ad aver fame; a essere nell'abbondanza e nell'indigenza (Filippesi 4:12)
CREDENTI APPAGATI
Il cristiano che vive per Cristo è appagato e soddisfatto di quanto possiede. Egli sa che ogni cosa rappresenta un dono proviene dalla grazia divina. Vivere per il Signore, comporta a volte la rinuncia delle proprie comodità, delle proprie soddisfazioni personali, anche della stessa vita quando è necessario. Gesù ha detto: "Se uno vuol venire dietro a me, rinunzi a se stesso, prenda ogni giorno la sua croce e mi segua. Infatti, che serve all'uomo guadagnare tutto il mondo, se poi perde o rovina sé stesso?” (Luca 9:23-25). La vita cristiana non consiste nella ricerca delle soddisfazioni personali. I veri credenti sono persone che danno priorità alla volontà di Dio, al servizio cristiano, la cui unica ragione di vita è portare in loro l’immagine di Cristo Gesù il Signore in modo che soltanto Lui sia onorato. Il credente che vuol servire il Signore, non guarda alle proprie comodità, ma al volere di Dio, non fa ciò che piace a lui, ma s'impegna a fare ciò che glorifica il Signore.
A me appartiene il consiglio e il successo (Proverbi 8:14)
DIPENDE DA DIO
Il nostro futuro terreno e, ancor più, quello eterno dipendono dalle nostre scelte, da fattori imponderabili e in ultima analisi da Dio. Non è facile spiegare quanta parte di ciò che siamo o abbiamo è frutto della nostra buona volontà e della nostra laboriosità. Tutti noi conosciamo casi in cui nonostante il massimo impegno non si è ottenuto nulla, mentre altri, col minimo impegno hanno avuto ciò che desideravano. Qualcuno, come Asaf nel Salmo 73, non capendo questo fatto per poco non se la prendeva con Dio! Il versetto di oggi ci ricorda che il vero successo viene da Dio. Questo non vuole frustrare i nostri sforzi o farci diventare fatalisti, perché c'è sempre una parte che necessariamente dobbiamo fare noi. Ma, in ultima analisi, l'esito dei nostri sforzi o la concretizzazione delle nostre aspirazioni dipende dalla volontà e dal piano di Dio. Questo ci dovrebbe indurre a dare la priorità assoluta al nostro rapporto con Dio, e ci dovrebbe anche insegnare il grande valore della comunione con Lui, attraverso la preghiera e la lettura della Sua Parola.
Allora Gesù disse loro di nuovo: "Pace a voi! Come il Padre mi ha mandato, anch'io mando voi" (Giovanni 20:21)
CONQUISTATORE DI ANIME
Il Vangelo di Matteo e di Marco si concludono con un chiaro invito rivolto ai credenti: “Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi ho comandate” (Matteo 28:19, 20). Prima di ascendere al cielo, l’ultima raccomandazione lasciata da Gesù ai discepoli fu quella di impegnarsi nell’opera di evangelizzazione. L’evangelizzazione non è una semplice tecnica pubblicitaria e non esiste una formula magica capace di condurre gli uomini a Cristo. È indispensabile avere un cuore disposto a lasciarsi guidare dallo Spirito Santo. La vera opera di testimonianza è un’impresa essenzialmente spirituale, che è impossibile all’uomo naturale, ma che è naturale per l’uomo spirituale. Se abbiamo conosciuto Cristo e siamo diventati Suoi discepoli, impegniamoci a diffondere l'Evangelo della grazia, non per fare proseliti, ma discepoli di Gesù.
Io amo quelli che mi amano, e quelli che mi cercano mi trovano (Proverbi 8:17)
CHI CERCA, TROVA
Il versetto di oggi ci fa capire che le braccia amorevoli di Dio sono sempre pronte ad accoglierci, come quelle del padre del figliol prodigo. L'unica condizione sta nell'amarlo e nel cercarlo. È bello sapere che il Signore è pronto a manifestarsi, a farsi trovare. Il problema è che molte persone non vogliono trovarlo! Non vogliono che interferisca nella loro vita! Non vogliono neppure rischiare di cambiare! Il fatto è che se non lo cerchiamo e non lo troviamo qui come nostro Salvatore, lo troveremo come nostro Giudice. Amico lettore, tu ami il Signore? Come dice la Bibbia "...Cerchi il Suo volto?" Il Signore non gioca a nascondino, anzi desidera intervenire nella nostra vita, manifestare il Suo amore e la Sua premura. Ma soltanto se lo amiamo e lo cerchiamo nel luogo giusto, vale a dire nella Sua Parola si realizzerà questa bella promessa scritta nel Vangelo di Giovanni: "Chi ha i miei comandamenti e li osserva, quello mi ama; e chi mi ama sarà amato dal Padre mio, e io lo amerò e mi manifesterò a lui" (Giovanni 14:21).
Una cosa ti manca! Va', vendi tutto ciò che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi (Marco 10:21)
UNA COSA TI MANCA!
Possiamo sforzarci e compiere tutte le buone azioni di questo mondo, ma tutto ciò non ci porterà alla salvezza. Questo fu l’insegnamento dato da Gesù al giovane protagonista di questa storia. La salvezza non è per opere, ma per grazia: “Dio … ci ha salvati non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua misericordia, mediante il bagno della rigenerazione e del rinnovamento dello Spirito Santo” (Tito 3:5). “È per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio. Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti” (Efesini 2:8). “Ma se è per grazia, non è più per opere; altrimenti, la grazia non è più grazia” (Romani 11:6). “Dio… ci ha salvati e ci ha rivolto una santa chiamata, non a motivo delle nostre opere, ma secondo il suo proposito e la grazia che ci è stata fatta in Cristo Gesù fin dall'eternità” (II Timoteo 1:9). Una cosa forse ti manca: la salvezza che si ottiene mediante la fede in Cristo Gesù.
Chi è lento all'ira vale più del prode guerriero; chi ha autocontrollo vale più di chi espugna città (Proverbi 16.32)
AUTOCONTROLLO
Dio ci conosce tanto in profondità quanto nemmeno noi siamo in grado di capire o di comprendere. Lui sa che l'ira può far parte della nostra vita ed è per questo che ci dice di essere "lenti all'ira". Chi è lento all'ira è paragonato ad un prode guerriero che sa bene come comportarsi in battaglia per poter riportare la vittoria. Occorre studiare il nemico e non lasciarsi vincere dall'odio o dal rancore e scagliarsi contro indiscriminatamente come se fosse una vendetta personale. Occorre avere autocontrollo, saper controllare i propri istinti, la propria ira in modo da poter guardare le cose con più distacco e non lasciarci accecare da cattivi sentimenti che non portano mai a qualcosa di costruttivo. A volte possiamo perdere la pazienza, la vita può non sempre scorrere liscia come vorremmo, ma se rimettiamo tutto nelle mani del Signore, Egli troverà la via giusta per noi e non permetterà che il nostro cuore viva nell'amarezza, ma ci darà la strada per uscire fuori da ciò che ci attanaglia.
Chi va con i saggi diventa saggio, ma il compagno degli insensati diventa cattivo (Proverbi 13:20)
BUONE COMPAGNIE
La seconda parte del proverbio di oggi avverte di stare alla larga dagli stolti per non diventare come loro. Ma oggi vogliamo soffermarci sulla parte positiva, sul consiglio di stare coi saggi per diventare saggio. E dove si trovano i saggi? Secondo le Scritture è saggio chi conosce e mette in pratica la Parola del Signore, quindi sono i buoni cristiani, la sana compagnia da ricercare per diventare saggi anche noi. Questo ambiente ideale per te e per i tuoi cari è la chiesa dove vivi, la comunità fedele alla Parola di Dio. Ci sono sempre stati (e ci saranno anche in futuro) credenti che credono di poter fare a meno della comunione fraterna, dei culti e degli studi biblici, dell'edificazione: insomma credono di poter fare a meno della chiesa. Inevitabilmente, se non siamo in compagnia dei credenti per essere istruiti nella Parola ed edificati dalla comunione fraterna, finiamo col passare il tempo facendo ciò che non edifica la nostra fede. Rimaniamo insieme alla fratellanza per fare in ogni cosa la volontà di Dio.
Altro...
Giacobbe chiamò Betel il luogo dove Dio gli aveva parlato (Genesi 35:15)
CASA DI DIO O CASA DEL NIENTE?
Beth-el significa casa di Dio e Beth-aven significa casa della vanità, del niente. Giacobbe così chiamò il luogo dove Dio gli parlò. E in quel luogo fu portata l'arca, fu costruito un altare e lì gli Israeliti andavano per consultare Dio. Ma le cose cambiano e in quel luogo furono eretti altari a idoli pagani e si celebravano culti idolatrici. E i profeti chiamarono quel luogo Bethaven: che trasformazione! Com'è potuto accadere? Accade perché si pensa di poter fare a meno di Dio, ci si dimentica di Dio, in un certo senso si smarrisce Dio e non lo si trova più. Dio parla al tuo cuore. Dio non abita in templi fatti da mano d'uomo (Atti 7:48). Oppure meglio ancora: Non sapete che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete ricevuto da Dio? (I Corinzi 6:19). Non è un miracolo che Dio abita in te? Ma il tuo cuore si può chiamare ancora Beth-el la casa di Dio o si chiama Beth-aven la casa delle vanità? Dipende da quello che c'è dentro, da quello che noi vogliamo che ci sia dentro.
Nel quale tutti i tesori della sapienza e della conoscenza sono nascosti (Colossesi 2:3)
TESORI NASCOSTI
Se per ogni uomo è di fondamentale importanza conoscere Cristo, l’immagine del Dio invisibile, per il credente è ugualmente importante approfondire questa conoscenza nel tempo. L’apostolo Paolo scrive ai credenti di Colosse esortandoli a diffidare della filosofia e conoscenza umana. A questo riguardo avvertì anche il suo giovane discepolo Timoteo: ”O Timoteo custodisci il deposito; evita i discorsi vuoti e profani e le obiezioni di quella che falsamente si chiama scienza; alcuni di quelli che la professano si sono allontanati dalla fede” (I Timoteo 6:20, 21). Per non cadere vittime e facili prede delle falsità “filosofiche” e “scientifiche” che circolano in questo mondo e che possono facilmente introdursi nella nostra mente e contaminare i nostri pensieri è necessario conoscere sempre meglio Cristo. Gesù può essere conosciuto soltanto attraverso la rivelazione della Parola di Dio, la Sacra Bibbia, perché in Lui sono nascosti tutti i veri tesori della sapienza e della conoscenza.
Se voi mi amate, osserverete i miei comandamenti (Giovanni 14:15)
AMARE DIO
Condizione essenziale per amare il Signore è osservare i suoi comandamenti. Non possiamo dire di essere dei buoni cittadini se non osserviamo le leggi che governano il nostro paese, allo stesso modo non possiamo dire di essere dei cristiani se non osserviamo i comandamenti di Dio. Il Signore nell'Antico Testamento ha dato i dieci comandamenti nei quali erano racchiuse tutte le regole essenziali dalle quali dipendeva tutta la vita. Gesù li ha semplificati, ma non aboliti, racchiudendoli in due soli: ama Dio e ama il prossimo tuo come te stesso. Se noi osserviamo questi semplici comandamenti avremo fatta la volontà di Dio. Fare la volontà di Dio non è gravoso, basta riconoscere di quale amore Lui ci ha amati e cercare di ricambiarlo amandolo con tutto il nostro cuore e con tutto il nostro essere. Non dovrebbe essere difficile se consideriamo l'immenso amore che Dio ha per noi, di come si prende cura delle anime nostre e di come ci è accanto in ogni istante della nostra vita.
Come la cerva desidera i corsi d'acqua, così l'anima mia anela a te, o Dio (Salmo 42:2)
SETE DI DIO
Era il grido del pio Israelita che, nella terra d’esilio, si ricordava con nostalgia dei giorni in cui saliva nella casa del Signore. È stato il grido della più colta umanità pagana (i Greci) quando, insoddisfatta dei suoi riti e delle sue divinità, innalzava gli altari al Dio che non conosceva, ma di cui sentiva un così ardente bisogno. È il grido del peccatore che desidera di essere liberato dalle sue catene e purificato dal male. È il grido di ogni fedele che, nel tempio dove si prostra, cerca e domanda una comunione più intima con Dio. Egli desidera ardentemente il Suo conforto, la Sua presenza, il Suo Spirito. Egli Lo vuole più vicino a sé, lo vuole in sé. È il grido dell’anima mia Signore! Dell’anima non appagata e, dell’anima che sa di non poter trovare che in Te il proprio ristoro e la propria pace. Gesù dice: “Se alcuno ha sete, venga a me e beva”! Vuoi gridare oggi anche tu? Caro lettore, rivolgi il grido del tuo cuore a Dio ed Egli opererà con potenza.