I giorni dei nostri anni arrivano a ... perché passa presto, e noi ce ne voliamo via. (Salmo 90:10)
LA CURA DELLA PROPRIA FAMIGLIA
Qualcuno ha scritto: "Si parla tanto della mancanza di tempo mentre la verità è che non lo sappiamo gestire. Invece di tornare a casa, rimaniamo più a lungo al lavoro per evitare le faccende domestiche, per non occuparci dei bambini o assumerci la nostra responsabilità all'interno del matrimonio. Il lavoro ci dà quella grinta e forza che ci dà piacere. Oltre al denaro e alla libertà, il lavoro ci procura delle soddisfazioni che provengono dai buoni risultati, un ambiente dove sfrenare la nostra creatività ... Tutto ciò ci farà anche rimanere a galla economicamente, ma meno tempo spendiamo con la nostra famiglia, più caotica diventerà la nostra vita familiare". Il tempo è prezioso perché passa presto e noi ce ne voliamo via. La Parola di Dio è la guida infallibile e ci rivela anche come deve essere vissuta la nostra vita nell'ambito famigliare in modo che possiamo portare avanti le nostre responsabilità per il bene dei nostri cari. Il salmista scrive: "Insegnaci dunque a contare bene i nostri giorni, per acquistare un cuore saggio" (Salmo 90:12). Prendiamoci cura con amore della nostra famiglia!
Smettiamo dunque di giudicarci gli uni gli altri... (Romani 14:13)
NON GIUDICHIAMO, MA AMIAMO!
L'apostolo Paolo scrive: "Smettiamo dunque di giudicarci gli uni gli altri; decidetevi piuttosto a non porre inciampo sulla via del fratello, né a essere per lui un'occasione di caduta". La Bibbia afferma: "Chi ama suo fratello rimane nella luce e non c'è nulla in lui che lo faccia inciampare" (1° Giovanni 2:10). Fermati e rifletti: i tuoi atteggiamenti e le tue azioni incoraggiano gli altri o sono causa d'inciampo? Giovanni si espresse su Diotrefe in questi termini: "Ho scritto qualcosa alla chiesa, ma Diotrefe, che aspira ad avere il primato tra di loro, non ci riceve. Perciò, se vengo, io ricorderò le opere che fa, sparlando contro di noi con parole maligne; e non contento di questo, non solo non riceve egli stesso i fratelli, ma a quelli che vorrebbero riceverli impedisce di farlo, e li caccia fuori dalla chiesa" (3° Giovanni 9-10). Diotrefe era un oppositore della Parola, un egocentrico che voleva soltanto ed esclusivamente una cosa: il controllo! Giovanni lo espose dicendo che "... chi fa il male non ha visto Dio" (v. 11). Assicurati di non appartenere alla categoria di chi "giudica", ma di essere tra coloro che "amano".
...e noi abbiamo creduto e abbiamo conosciuto che tu sei il Santo di Dio. (Giovanni 6:69)
DISCEPOLI DI CRISTO
Ci sono persone che ricercano l'amore di Cristo ma non la Sua Signoria; vogliono le Sue benedizioni ma non accettano i Suoi comandamenti! Molti pensano che se fossero vissuti ai tempi di Gesù, camminato e parlato con Lui o ascoltato i Suoi messaggi, sarebbero credenti migliori. La Scrittura afferma che: Molti dei suoi discepoli, dopo aver udito, dissero: "Questo parlare è duro ...". Da allora molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui. Perciò Gesù disse ai dodici: "Non volete andarvene anche voi?" Simon Pietro gli rispose: "Signore, da chi andremmo noi? Tu hai parole di vita eterna! E noi abbiamo creduto e abbiamo conosciuto che tu sei il Santo di Dio" (vv. 60, 66-69). L'apostolo Pietro scrive: "Per voi dunque che credete essa [la pietra] è preziosa; ma per gli increduli ... è ... pietra d'inciampo ..." (1° Pietro 2:7, 8). Paolo ne parla così: Nessuno può dire: "Gesù è il Signore!" se non per lo Spirito Santo (1° Corinzi 12:3). La Sua opera gloriosa in te consiste nel sottomettere la tua vita alla volontà di Dio per seguire sempre e soltanto Cristo.
...il figlio più giovane ... partì per un paese lontano... (Luca 15:13)
LA CASA DEL PADRE
La storia del figlio prodigo si applica in modo particolare a quelli che si allontanano da Dio dopo che hanno sperimentato il Suo amore, la Sua opera e la Sua fedeltà. Uno dei motivi principali per cui ciò avviene è perché le benedizioni della casa del Padre diventano un'abitudine. Degno di nota è il particolare che il figlio non diede valore a ciò che aveva finché non lo perse. Altresì importante è che il padre non lo aveva cacciato, bensì egli "partì per un paese lontano". Volontariamente se ne andò, ma altrettanto di sua iniziativa ritornò. Gesù racconta di un re che aveva preparato un convito nuziale estendendo l'invito a diversi ospiti. Quale privilegio! "Ma quelli, non curandosene, se ne andarono, chi al suo campo, chi al suo commercio" (Matteo 22:5). Sei forse troppo occupato per pensare a Dio? Hai fatto, per caso, l'abitudine alle Sue benedizioni per voler provare qualcosa di diverso? Stai attento perché questo sentiero ti porterà lontano dalla casa del Padre. Fermati, pentiti e ritorna a casa finché sei in tempo! Non importa quanto in basso tu sia caduto o il perché tu abbia fallito, tuo Padre è lì che aspetta per riabbracciarti.
...grande è la tua fede; ti sia fatto come vuoi. (Matteo 15:28)
UNA GRANDE FEDE
Gesù prima di pronunciare la frase del versetto della meditazione di oggi, aveva voluto mettere alla prova quella persona dicendole: "Non è bene prendere il pane dei figli e buttarlo ai cagnolini". La maggior parte di noi si sarebbe allontanata offesa ma non lei! Gridò ancora più forte: "Abbi pietà di me!" Non stava chiedendo qualcosa che meritava, ma quanto necessitava! Gesù, rimosso ogni ostacolo, rispose alla preghiera perciò, se persevererai, Egli farà la stessa cosa per te. In realtà questa donna aveva detto: "Che i figli si prendano pure il pane, ciò che a me basta sono le briciole". La frase pronunciata da quella donna mise in evidenza la "grande fede" che aveva nella Persona e nell'Opera di Cristo Gesù. Caro lettore, se anche tu necessiti e desideri una grande opera per la tua vita, rivolgiti a Dio con fede, con la certezza che Egli può tutto e che la Sua opera nei tuoi confronti è sempre per la Sua grazia e mai per i tuoi meriti. Se come quella donna credi che "una sola briciola che cade dalla tavola" sarà sufficiente per la tua necessità, questa è una grande fede. Fede che ti farà realizzare l'opera di Dio.
...ognuno faceva quello che gli pareva meglio. (Giudici 17:6)
FARE LA VOLONTÀ DI DIO
Quale migliore rappresentazione può essere, della nostra natura egoista, che questa: "Ognuno faceva quello che gli pareva meglio". La loro filosofia era: "Non dirmi quello che devo fare!". Questa norma di vita, però, lascia una persona fuori controllo, totalmente in balia della sua carnalità. Tutti possiamo diventare dipendenti da qualcosa, riconoscerlo è il primo passo verso la vittoria. La Scrittura afferma: "Il peccato che così facilmente ci avvolge" (Ebrei 12:1), che potrebbe essere una debolezza per il cibo, il denaro, il sesso, la droga, l'alcol, la fama, le cattive compagnie, il potere, la mania del lavoro, ecc. e quando ci attacca è possibile cedergli. L'umiltà e la sincerità di riconoscerlo e chiedere l'aiuto necessario a Dio, invocando la Sua grazia e il Suo perdono costituiscono la chiave per spezzare le catene del peccato e riportare la vittoria nel Nome e per i meriti di Gesù. Chi ha realizzato il perdono dei propri peccati, vive secondo la volontà di Dio, realizza la benedizione della presenza di Gesù insieme a Lui e sperimenta quello che la Scrittura definisce come le "ricchezze della grazia".
Come dunque avete ricevuto Cristo Gesù, il Signore, così camminate in lui... (Colossesi 2:6)
CAMMINARE INSIEME A GESÙ
L'uomo per natura ha la tendenza a peccare, perciò la Scrittura ci esorta a "camminare nella luce" (1° Giovanni 1:7). Per camminare nella luce e vincere il peccato, però, abbiamo bisogno di qualcuno al nostro fianco con cui condividere tanto i progressi quanto le difficoltà. "La via dello stolto è diritta ai suoi occhi, ma chi ascolta i consigli è saggio" (Proverbi 12:15). Attenzione, però, poiché la persona che scegliamo e alla quale apriremo il cuore, dovrà essere matura e disponibile, conoscere profondamente la Parola di Dio, praticare e mantenere il valore della riservatezza con grande sincerità e noi, dal canto nostro, dovremo essere disposti ad ascoltarla. Il re Roboamo "... trascurò il consiglio datogli dai vecchi e si consigliò con i giovani che erano cresciuti con lui ..." (1° Re 12:8). Egli voleva soltanto sentire ciò che gli faceva piacere e per questo si rivolse a giovani immaturi quanto lui che, con le loro parole, lo condussero a una catastrofica decisione che causò, in seguito, un'immensa ribellione in Israele. Caro lettore, scegli Gesù come tuo compagno di viaggio e cammina insieme a Lui ogni giorno!
Io sono la vite, voi siete i tralci. (Giovanni 15:5)
LA VITE E I TRALCI
La Bibbia ci fornisce un'immagine interessante sul rapporto di comunione tra Gesù e i credenti: "Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me, e nel quale io dimoro, porta molto frutto". Gesù vuole starci tanto vicino quanto lo è il tralcio alla vite: l'uno è il proseguimento dell'altra. È impossibile dire dove cominci l'uno e finisca l'altra. Il tralcio non è attaccato alla vite soltanto quando dà frutto, infatti, il contadino non tiene i tralci in una scatola per incollarli alla vite quando vuole l'uva. Il tralcio attinge nutrimento costantemente dalla vite e separarsi da essa significa morire. I tralci hanno vita e portano frutto grazie alla vite. Non hanno "meriti", non sono "bravi", non posseggono "capacità", ma, per portare frutto, devono semplicemente dimorare nella vite. L'insegnamento che ci viene dalla vite e dai tralci è chiaro e costituisce per ogni credente un principio fondamentale per la propria vita spirituale. Caro lettore, affinché tu possa portare frutto è indispensabile che tu viva in comunione con il Signore Gesù e lasci che la Sua Parola dimori e agisca nel tuo cuore.
Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. (Matteo 24:35)
CHE VALORE DIAMO ALLA PAROLA DI DIO?
Uno dei primi libri a essere stampati nella storia è certamente la Bibbia e tuttora è il libro più venduto al mondo. Un autore anonimo, un giorno, così scrisse: "Essa contiene la mente di Dio, lo stato dell'uomo, la via della salvezza, il destino dei peccatori e la felicità dei credenti. È una luce che guida, è il cibo che nutre l'anima e la consolazione che rallegra. È la carta geografica del viaggiatore, è la bussola del pilota, è l'arma del soldato e la strategia del giocatore. È una miniera di ricchezze incredibili e un fiume di pura gioia. Le sue dottrine sono sante, i suoi precetti sono inderogabili, le sue storie sono veritiere e le sue decisioni sono immutabili. Cristo è il protagonista; il tuo bene è il suo scopo e la gloria di Dio è il gran finale. Leggila per acquistare saggezza, credila per vivere al sicuro, praticala per essere spiritualmente sano. Leggila con calma, frequentemente e con un atteggiamento di preghiera. "La parola del Signore rimane in eterno. E questa è la parola della Buona Notizia che vi è stata annunciata" (1° Pietro 1:25).
...non ci stanchiamo... (Galati 6:9)
SENZA STANCARSI
La maggior parte di noi sottovaluta il tempo necessario per raggiungere gli obiettivi di valore. Dobbiamo essere disposti a fare il nostro dovere senza cerare scorciatoie che dimostrano soltanto impazienza e mancanza di autodisciplina. Il segreto di ogni vittoria sta nella perseveranza. Se ci arrendiamo dopo una sconfitta, non realizzeremo mai ciò che il Signore desidera operare per il nostro bene. Ogni disfatta può essere il preludio di una grande vittoria. Stabiliti gli obiettivi, impegniamoci a raggiungerli, evitando di diventare preda degli umori e procediamo nella direzione giusta con la motivazione opportuna. L'autodisciplina si ottiene soltanto con la pratica. Le persone di "successo" hanno imparato a fare bene ciò che non gli è loro naturale e sono disposte ad affrontare disagi, distrazioni e dubbi con prontezza. Paolo scrive: "Non ci scoraggiamo di fare il bene; perché, se non ci stanchiamo, mieteremo a suo tempo". Caro lettore, se ti ritrovi a combattere sempre con la stessa situazione e non riesci a riportare la vittoria, affida ogni cosa a Dio, lascia che sia Lui ad operare ed Egli ti darà la vittoria.
Altro...
Or a colui che può... fare infinitamente di più... (Efesini 3:20)
INFINITAMENTE DI PIÙ
Dio desidera compiere un'opera straordinaria nella vita di chi ripone la propria fede in Lui e nella Sua Parola. Prima che Geremia iniziasse il suo ministerio come profeta, Dio gli aveva ripetuto due cose. La prima dice: "Prima che io ti avessi formato nel grembo di tua madre, io ti ho conosciuto ..." (Geremia 1:5). Non c'è nulla che Egli non conosca di noi. La seconda cosa dice: "Prima che tu uscissi dal suo grembo, io ti ho consacrato ..." (Geremia 1:5). Ci aiuti il Signore in modo che possiamo smetterla di cercare consenso e favori dagli uomini. Dio ci ha affidato una missione ed è per questo motivo che il nemico cerca di ostacolarci e quando lo capiremo, daremo il giusto valore alle varie difficoltà che incontriamo. Mentre c'impegniamo a studiare la Parola di Dio, possiamo notare come Egli rinnovi la nostra mente e come Egli operi con potenza in noi, trasformando la nostra vita: "Or a colui che può, mediante la potenza che opera in noi, fare infinitamente di più di quello che domandiamo o pensiamo ...". Sicuri di questa certezza cominciamo fin da oggi a disporre la nostra vita in modo che il Signore compia meraviglie.
Vi darò dei pastori secondo il mio cuore... (Geremia 3:15)
TIENI SOLLEVATE LE BRACCIA DEL PASTORE
La battaglia contro gli Amalechiti presenta i soldati di Giosuè nella valle a combattere contro gli Amalechiti mentre in cima alla collina c'era Mosè con le mani protese verso il cielo. Finché le sue braccia restavano alzate, Dio conferiva la vittoria al Suo popolo, ma quando la stanchezza pervadeva Mosè, l'esercito avversario passava in vantaggio. Immediatamente Aaronne e Ur le sostennero e il favore ritornava a Israele. Dio disse: "... vi darò dei pastori secondo il mio cuore che vi pasceranno con conoscenza e intelligenza". Se Dio ti ha dato un pastore che ti ama, ti guida e ti nutre con la Parola di Dio, allora sostienilo. Aiutalo a tenere le braccia alzate! Nel Tabernacolo i candelabri dovevano essere tenuti accesi giorno e notte perché la loro luce rappresentava la presenza di Dio in mezzo al Suo popolo. Se una luce cominciava a tremolare, dei servitori designati dovevano subito ravvivarla restituendo il suo bagliore originale. Impegnati a non permettere che la "luce" si affievolisca nella tua chiesa o che il "fuoco" si spenga dal pulpito, prega per il tuo pastore e incoraggialo.
Non vi ingannate ... quello che l'uomo avrà seminato, quello pure mieterà. (Galati 6:7)
LA LEGGE DELLE CONSEGUENZE
Dio, che è un Padre amorevole, concepì Egli stesso la legge delle conseguenze per il nostro beneficio. Le nostre decisioni determinano il raccolto che avremo. Ad Adamo ed Eva fu data la possibilità di scegliere se obbedire o no, ma non sfuggirono alle conseguenze della loro scelta. Le nostre decisioni, inoltre, hanno un impatto sulla vita altrui. Certamente non intendiamo fare del male ma spesso, purtroppo, sussiste un danno collaterale che non possiamo evitare a motivo di determinate azioni che abbiamo compiuto. Dopo la conquista di Gerico Acan rubò parte delle spoglie causando la sconfitta d'Israele ad Ai. Più tardi, Giosuè disse: "Ci hai causato una sventura" (Giosuè 7:25). Il perdono potrebbe non cancellare le conseguenze delle azioni commesse. Dio ascolta la confessione, perdona gratuitamente e cancella completamente il peccato, ma la "legge del raccolto" rimane e a volte le conseguenze dei propri errori sono inevitabili: "Allora Davide disse a Natan: "Ho peccato contro il Signore". Natan rispose a Davide: "Il Signore ha perdonato il tuo peccato ... Tuttavia il figlio che ti è nato dovrà morire" (2° Samuele 12:13, 14).
Doveva Abner morire come muore un criminale? (2° Samuele 3:33)
SALVATO
Abner uccise un uomo chiamato Asael, il cui fratello Ioab era il più importante generale del re Davide. Così Ioab andò a cercarlo per togliergli la vita. La tragedia di questa storia sta nel fatto che Abner si trovava nelle vicinanze di Ebron, una delle sei città rifugio, invece di entrarvi per salvarsi, egli permise al nemico di catturarlo e ucciderlo proprio al di fuori delle sue porte. Immagina di ricevere un opuscolo che rechi il seguente titolo: "Cosa devo fare per perdermi?". Pensa alla meraviglia nell'aprirlo e scoprire che le pagine sono vuote! Non devi fare nulla per perderti, mentre è d'obbligo agire per salvarti: "... Credi nel Signore Gesù, e sarai salvato tu e la tua famiglia" (Atti 16:31). Quando Maria portò Gesù al tempio, un sacerdote di nome Simeone lo prese in braccio e disse: "Ora, o Signore, tu lasci andare in pace il tuo servo, secondo la tua parola; perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza" (Luca 2:29, 30). Per essere salvato devi incontrarti con Cristo, credere in Lui e riconoscerlo come tuo Salvatore e Signore. Perché non farlo oggi!