"Vi è più gioia nel dare che nel ricevere". (Atti 20:35)
DARE O RICEVERE?
La Bibbia insegna che quanti si concentrano soltanto nel "prendere o ricevere", ci rimettono sempre, mentre quanti s'impegnano nel "dare", saranno sempre benedetti. Si racconta la storia di un cane che stava attraversando un ponte tenendo un osso in bocca. Avvicinandosi al bordo, guardò giù nel fiume e vide il suo riflesso. Immediatamente pensò che si trattasse di un altro cane con un osso più grande. Istintivamente saltò giù per andare a prenderlo ma, finì col perdere l'osso che aveva in bocca. L'apostolo Paolo scrive: "Ora dico questo: chi semina scarsamente mieterà altresì scarsamente; e chi semina abbondantemente mieterà altresì abbondantemente. Dia ciascuno come ha deliberato in cuor suo; non di mala voglia né per forza, perché Dio ama un donatore gioioso. Dio è potente da far abbondare su di voi ogni grazia affinché, avendo sempre in ogni cosa tutto quello che vi è necessario, abbondiate per ogni opera buona" (2° Corinzi 9:6-8). Caro lettore, ti aiuti il Signore in modo che tu possa essere sempre uno strumento nelle mani di Dio per "dare" ciò che il Signore ci ha provveduto per il bene degli altri.
...quello che l'uomo avrà seminato, quello pure mieterà. (Galati 6:7)
SEMINA E RACCOLTO
Dio ha posto in atto alcune regole che non cambieranno mai. Tra queste vi è la legge della semina e del raccolto: "Finché la terra durerà, semina e raccolto non cesseranno mai" (Genesi 8:22). Questa legge funziona tanto in positivo quanto in negativo. Quando semini cose buone, raccoglierai ottimi frutti ma se semini cose cattive, raccoglierai frutti pessimi. Eli, il sommo sacerdote, era stato chiamato a essere un modello, non soltanto per la nazione, ma anche per i suoi due figli. Egli fallì nell'ambito familiare. I suoi figli, anche loro sacerdoti, si arricchivano tramite la corruzione e intrattenevano, persino, rapporti illeciti con donne all'interno dei cortili del tempio. Ne risultò che i figli di Eli morirono per mano dei loro nemici e quando egli ricevette la notizia, cadde a terra morto. Questo è un esempio del come la legge del raccolto operi in modo negativo, ma, grazie a Dio, la stessa opera anche positivamente. Paolo ne parla così: "Sapendo che ognuno, quando abbia fatto qualche bene, ne riceverà la ricompensa dal Signore" (Efesini 6:8). "Seminiamo per lo Spirito e mieteremo dallo Spirito vita eterna" (cfr. Galati 6:8)!
...il mio piano sussisterà... (Isaia 46:10)
IL PIANO DI DIO
L'apostolo Paolo ha scritto: "Più volte abbiamo voluto, almeno io, Paolo, venire da voi; ma satana ce lo ha impedito" (1° Tessalonicesi 2:18). Il cammino di fede è un percorso di gioia e difficoltà. Desiderando la gioia devi accettare anche le difficoltà. Paolo aveva intrapreso un viaggio missionario della durata di sedici mesi vedendo grandi miracoli e la nascita di nuove comunità, ma finì in prigione per false accuse e lasciato lì a marcire. Quale fu la sua risposta? "Rallegratevi sempre nel Signore. Ripeto: rallegratevi" (Filippesi 4:4). Replicherai: "Come può una persona gioire in carcere?" Quando inizi a vedere la tua delusione come parte del piano di Dio, cominci a capire i Suoi scopi. Ascolta ciò che scrisse dalla prigione: "Desidero che voi sappiate, fratelli, che quanto mi è accaduto ha piuttosto contribuito al progresso del vangelo; al punto che a tutti quelli del pretorio e a tutti gli altri è divenuto noto che sono in catene per Cristo; e la maggioranza dei fratelli nel Signore, incoraggiati dalle mie catene, hanno avuto più ardire nell'annunciare senza paura la parola di Dio" (Filippesi 1:12-14).
"Io ne uscirò come le altre volte, e mi libererò". (Giudici 16:20)
SEI PROPRIO SICURO?
Non dare mai Dio per scontato e non essere troppo alla buona nelle cose spirituali. Questo è ciò che fece Sansone ma lo pagò amaramente. Dopo aver scoperto il segreto della sua forza, Dalila "lo fece addormentare sulle sue ginocchia, chiamò un uomo e gli fece tagliare le sette trecce della testa di Sansone; così giunse a domarlo; e la sua forza lo lasciò. Allora lei gli disse: "Sansone. I Filistei ti sono addosso!" Egli, svegliatosi dal sonno, disse: "Io ne uscirò come le altre volte, e mi libererò". Ma non sapeva che il Signore si era ritirato da lui. I Filistei lo presero" (Giudici 16:19-21). Questa è la storia di una tragedia. Sansone era nato per condurre il popolo d'Israele alla vittoria e invece cedette agli impulsi più squallidi, accettò la compagnia dei nemici e pensò di poterla fare franca. Presta attenzione alle sue parole: "Io ne uscirò come le altre volte", ma in questa circostanza non fu così. Prima d'allora la disobbedienza non l'aveva derubato della sua forza soprannaturale ma questa volta sì. Caro lettore, non fare mai affidamento su te stesso, ma fidati sempre e soltanto del Signore, ed Egli ti condurrà alla vittoria!
...sappiate che il vostro peccato vi ritroverà. (Numeri 32:23)
IL PECCATO CHE RITROVA IL PECCATORE
La Scrittura rivela il peccato di Davide quando commise adulterio e omicidio. Un giorno Natan gli si presentò per porlo davanti alle responsabilità del suo peccato la storia di due uomini. Uno dei due aveva molti buoi e l'altro soltanto una piccola agnellina. Avvenne che giunse un ospite a casa dell'uomo ricco, il quale prese l'agnellina del povero per cucinarla. "Davide si adirò moltissimo contro quell'uomo e disse a Natan: "Com'è vero che il Signore vive, colui che ha fatto questo merita la morte; e pagherà quattro volte il valore dell'agnellina". Allora Natan disse a Davide: "Tu sei quest'uomo!" (2° Samuele 12:5-7). Davide non lo sapeva ma aveva pronunciato la propria condanna quando disse: "Pagherà quattro volte". Infatti, a lui morirono quattro figli. Il suo peccato lo aveva ritrovato! C'è soltanto un modo affinché il peccato non ritrovi il peccatore: "Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi, e la verità non è in noi. Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità" (1° Giovanni 1:8, 9).
...falli avvicinare a me e io li benedirò. (Genesi 48:9)
DAI AI TUOI FIGLI QUESTE QUATTRO COSE
Dai ai tuoi figli queste quattro cose: 1) Istruzione biblica. "Guardati dal dimenticare le cose che i tuoi occhi hanno viste, ed esse non ti escano dal cuore finché duri la tua vita. Anzi, falle sapere ai tuoi figli" (Deuteronomio 4:9). Non è responsabilità dello Stato o della scuola instillare carattere e convinzioni personali nel cuore di tuo figlio: questo è compito tuo e Dio te ne riterrà responsabile. 2) Correzione. "Castiga tuo figlio mentre c'è ancora speranza" (Proverbi 19:18). I bambini che conoscono i limiti in cui muoversi, sono liberati da un grande peso. La correzione deve essere sempre con amore e mai con la forza. 3) Benedizione. "Giuseppe rispose a suo padre: "Sono i miei figli". Ed egli [Giacobbe] disse: "Ti prego, falli avvicinare a me e io li benedirò" (Genesi 48:9). 4) Esempio. L'esempio che i genitori danno ai propri figli ha una tale influenza nella loro vita che tutto il resto sarà inutile senza questo. Possa il Signore operare nella vita di ogni genitore cristiano in modo che sia per i propri figli uno strumento nelle mani del Signore per la loro salvezza e la loro consacrazione a Dio.
Io invocherò Dio, l'Altissimo, Dio che agisce in mio favore. (Salmo 57:2)
ASPETTARE IL SIGNORE
Le parole del salmista, "Dio agisce in mio favore", evidenziano la fiducia che il credente ha del Signore e del Suo intervento. L'apostolo Paolo riprende lo stesso concetto manifestando una totale fiducia in Dio anche quando non comprende come mai gli avvengano determinate cose: "Or noi sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio" (Romani 8:28). Un autore scrive: "È difficile capire il perché delle sfide, nella vita, quando ci troviamo nel bel mezzo di esse, per di più sfiniti, con la visuale limitata e senza forza o speranza di farcela da soli". La risposta la leggiamo in Proverbi 3:5: "Confida nel Signore con tutto il cuore e non ti appoggiare sul tuo discernimento". Dobbiamo abbandonare gli inutili tentativi di manipolare persone, circostanze o tempi, per restituire le redini a Colui che conosce ogni cosa. Ricordiamoci sempre che il Signore non si dimentica di noi e delle preghiere che gli abbiamo elevato dal profondo del nostro cuore. Isaia scrive: "Il Signore desidera farvi grazia. Beati quelli che sperano in Lui!" (Isaia 30:18). Aspetta! Non cercare una soluzione umana ma lascia che sia Dio a operare in tuo favore!
...vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga... (Giovanni 15:16)
PORTARE FRUTTO
Gesù prima di tornare al Padre, prese da parte i Suoi discepoli per prepararli ai problemi che avrebbero dovuto affrontare dopo la Sua dipartita: "Io sono la vite, voi siete i tralci ... senza di me non potete fare nulla ... sono io che ho scelto voi ... perché andiate e portiate frutto, e il vostro frutto rimanga" (Giovanni 15:5, 16). Con queste parole Gesù vuole insegnarci due cose importanti. La prima è che abbiamo bisogno di Lui: "Senza di me non potete fare nulla". Qualora lo dimenticassimo, finiremmo con il cercare di compiere ciò che soltanto Dio può fare, come, ad esempio, tentare di risolvere i problemi a modo nostro o promuovere noi stessi con strategie ben congeniate. Non saremo mai benedetti in base ai nostri sforzi personali ma soltanto restando in comunione con Cristo. La nostra forza e il nostro successo sono in Cristo, la vera "Vite", perciò restiamo in comunione con Lui! La seconda è che tutto dipende da Lui: "Ogni tralcio che in me non dà frutto lo toglie via" (v. 2). Potremmo anche essere un buon tralcio, ma tutto dipende dalla vite. Il credente porta frutto in relazione di come dipende da Cristo Gesù il Signore.
...la fede senza le opere è morta. (Giacomo 2:26)
L'EVIDENZA DELLA SALVEZZA
La salvezza realizzata dal credente si manifesta nella pratica. L'apostolo Giacomo afferma: "Se un fratello o una sorella non hanno vestiti e mancano del cibo quotidiano, e uno di voi dice loro: 'Andate in pace, scaldatevi e saziatevi', ma non date loro le cose necessarie al corpo, a che cosa serve? Così è della fede; se non ha opere è per sé stessa morta" (Giacomo 2:15-17). Egli dice ancora: "Se nella vostra adunanza entra un uomo con un anello d'oro, vestito splendidamente, e vi entra pure un povero vestito malamente, e voi avete riguardo a quello che veste elegantemente e gli dite: 'Tu, siedi qui al posto d'onore; e al povero dite: 'Tu, stattene là in piedi', o 'siedi in terra accanto al mio sgabello', non state forse usando un trattamento diverso e giudicando in base a ragionamenti malvagi?" (Giacomo 2:2-4). Infine, Giacomo parla di prendersi cura del povero: "La religione pura e senza macchia davanti a Dio e Padre è questa: soccorrere gli orfani e le vedove nelle loro afflizioni" (Giacomo 1:27). Chi è salvato lo manifesta da come vive la fede in Cristo Gesù nella pratica!
...ciò che era impossibile alla legge ... Dio lo ha fatto, mandando il proprio Figlio... (Romani 8:3)
LA SALVEZZA
La Bibbia afferma: "Uno dei capi lo interrogò [Gesù], dicendo: "Maestro buono, che devo fare per ereditare la vita eterna?" Gesù gli disse: "Vendi tutto quello che hai e distribuiscilo ai poveri, e avrai un tesoro nei cieli; poi vieni e seguirmi". Ma Egli, udite queste cose, ne fu afflitto, perché era molto ricco" (Luca 18:18, 22, 23). Quest'uomo aveva già ottenuto le tre "P" del successo: potere, prosperità e prestigio. Era un uomo razionale che non si perdeva in chiacchiere: "Che devo fare?" chiese con fiducia. Il modo stesso di porre la domanda ci suggerisce che era un uomo fiducioso di poter ottenere la vita eterna come, fino allora, aveva ottenuto tutto, cioè con i suoi sforzi personali. Egli forse aveva presupposto, erroneamente, di comprare l'ingresso in cielo ma solo un Dio dal cuore di pietra potrebbe vendere la salvezza a quanti se lo possono permettere. Caro lettore, se ancora non sei salvato, non fare in nessun modo affidamento su te stesso, sui tuoi meriti, ma rivolgiti a Dio e credi in Gesù Cristo invocando il Suo perdono, la Sua grazia e sarai salvato per i Suoi meriti.
Altro...
Servite il Signore con letizia... (Salmo 100:2)
SERVIRE IL SIGNORE CON GIOIA
Paolo scrive: "Non colui che si raccomanda da sé è approvato, ma colui che il Signore raccomanda" (2° Corinzi 10:18). Qualora la nostra autostima fosse basata su tutt'altro che l'approvazione di Dio, non importa su cosa, allora non serviremo spinti dalle motivazioni giuste. Il nostro servizio non si deve basare sulle gratificazioni che ci vengono dalle persone che serviamo, bensì dall'obbedienza incondizionata a Dio. I veri servitori fedeli non ricercano titoli altisonanti e quando il loro lavoro lo richiede, indosseranno il distintivo con umiltà. L'unico, forse, che potesse vantarsi dei nomi era Giacomo, il fratello di Gesù. Quali credenziali! Immaginiamo di essere i fratelli di Gesù e crescere con Lui! Eppure quando dovette fare riferimento a sé stesso, si presentò semplicemente come "servo di Dio e del Signore Gesù Cristo" (Giacomo 1:1). Servire il Signore è la gioia del credente, e non ciò che fa per il Signore. Per chi serve Dio con umiltà e con le giuste motivazioni non ha importanza che cosa fa ma per chi lo fa, e questo gli consente di "servire il Signore con gioia".
Abbiate in voi lo stesso sentimento che è stato anche in Cristo Gesù. (Filippesi 2:5)
LO STESSO SENTIMENTO DI CRISTO
Chi desidera servire Dio si deve concentrare più sui propri sentimenti che su quello che è chiamato a fare. Molte delle cose che facciamo, le compiamo per la nostra gratificazione personale. Alle volte serviamo per essere ammirati o per raggiungere i nostri obiettivi. I veri servitori non usano Dio per raggiungere i propri scopi ma permettono che sia Dio a usarsi di loro per raggiungere i Suoi. Dio è sempre più interessato al tuo atteggiamento piuttosto che ai tuoi successi. Il re Amasia, per esempio, perse il favore di Dio perché "Egli fece ciò che è giusto agli occhi del Signore, ma non di tutto cuore" (2° Cronache 25:2). Gesù ha avuto dei sentimenti completamente diversi rispetto a quelli di Amasia. Per questo motivo la Parola di Dio ci chiede che nel servizio che rendiamo al Signore possiamo essere caratterizzati "dallo stesso sentimento che è stato in Cristo Gesù". Serviamo Dio in tutto quello che Lui ci chiede di fare curando soprattutto i sentimenti che ci animano "sapendo che ognuno, quando abbia fatto qualche bene, ne riceverà la ricompensa dal Signore" (Efesini 6:8).
..."se non ti lavo, non hai parte alcuna con me". (Giovanni 13:8)
UN SERVIZIO UMILE
Gesù "si alzò da tavola, depose le sue vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse. Poi mise dell'acqua in una bacinella, e cominciò a lavare i piedi ai discepoli e ad asciugarli con l'asciugatoio del quale era cinto. Quando dunque ebbe loro lavato i piedi ed ebbe ripreso le sue vesti, si mise di nuovo a tavola, e disse loro: 'Capite quello che vi ho fatto? Vi ho dato un esempio, affinché anche voi facciate come vi ho fatto io. In verità, in verità vi dico che il servo non è maggiore del suo signore" (Giovanni 13:4, 5, 12, 13). Ciò che fece Gesù ci consente di osservare due cose in particolare. Prima di tutto che servire il Signore significa servire gli altri. Il servizio che il credente rende a Dio è rivolto vero gli uomini. In secondo luogo chi serve il Signore lo deve fare sempre con umiltà, seguendo l'esempio del Divino Maestro. Gesù, pur essendo il Figlio di Dio si chinò a lavare i piedi dei discepoli. Seguiamo il Suo esempio: "Abbiate tra di voi un medesimo sentimento. Non aspirate alle cose alte, ma lasciatevi attrarre dalle umili. Non vi stimate saggi da voi stessi" (Romani 12:16).
...siate pieni di affetto gli uni per gli altri. (Romani 12:10)
SII PIÙ COMPRENSIVO
Spesso il motivo per cui alcuni rapporti interpersonali si guastano, non è la divergenza di opinioni, bensì la mancanza di comprensione. Per quale motivo le persone non sono comprensive? Prima di tutto a motivo dell'egoismo. L'apostolo Paolo scrive: "Siate pieni di affetto gli uni per gli altri. Quanto all'onore, fate a gara per rendervelo reciprocamente". Il secondo motivo è la mancanza di fiducia. Il pregiudizio è spesso la paura di quello che non vogliamo provare o capire. Infine, le differenze. Un Presidente degli USA del passato disse: "Quando comprendiamo il punto di vista di una persona e ciò che sta cercando di fare, scopriremo che sta soltanto cercando di realizzare quello che ritiene giusto". Ci aiuti il Signore in modo che possiamo essere sempre comprensivi nei confronti degli altri e incoraggiare tutti coloro che necessitano di un aiuto. Chi agisce per il bene del prossimo onora Dio e ubbidisce alle parole di Gesù quando dice: "Amate i vostri nemici, fate del bene, prestate senza sperarne nulla e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell'Altissimo" (Luca 6:35).