Infatti io so i pensieri che medito per voi... (Geremia 29:11)
I PENSIERI DI DIO
Dio dice: "Io so i pensieri che medito per voi, pensieri di pace e non di male, per darvi un avvenire e una speranza. Verrete a pregarmi e io vi esaudirò" (Geremia 29:11, 12). Quali traguardi abbiamo per la nostra vita spirituale e costituiscono l'input per andare avanti? Ci sono alcune aree che chiaramente non hanno a che fare con la vita cristiana. Il testo della meditazione di oggi mette in evidenza l'importanza che i pensieri, i progetti di Dio, per la nostra vita, prevalgano sempre sui nostri piani. Per fare questo dobbiamo prima di tutto conoscere la volontà del Signore attraverso la Sua Parola. Dobbiamo, inoltre, avere fede nel Signore e nel Suo piano per la nostra vita. Infine, ma non meno importante, dobbiamo sempre agire nella pratica secondo quanto Dio ha stabilito e rivelato per la nostra vita. Questo non significa fare un salto nel buio, ma semplicemente muoversi secondo le indicazioni che ci provengono dalla Sacra Scrittura. Dal momento che ci arrendiamo completamente nelle al Signore e lasciamo che i Suoi pensieri prevalgano sui nostri, Egli ci darà "una speranza e un avvenire".
Ricordatevi della moglie di Lot. (Luca 17:32)
GUARDARE AVANTI
Prima che Dio distruggesse la città di Sodoma, Egli mandò due angeli per salvare Lot e la sua famiglia. Le loro istruzioni erano chiare: "Non guardare indietro e non ti fermare in alcun luogo della pianura; cerca scampo sul monte altrimenti morirai. Ma la moglie di Lot si volse a guardare indietro e diventò una statua di sale" (cfr. Genesi 19:17-26). Gesù richiamò questa storia in poche parole: "Ricordatevi della moglie di Lot". Possiamo trarre più insegnamenti da questa storia. prima di tutto che non dobbiamo guardare indietro verso le occupazioni e i piaceri dei peccati passati. Inoltre, non dobbiamo guardare indietro con dispiacere verso gli sbagli commessi. I due generi di Lot non prestarono attenzione al messaggio degli angeli o alla supplica del loro suocero, così rimasero indietro. Forse è per quello che sua moglie si volse a guardare indietro. Non rimuginare sul dolore del passato. Infine l'insegnamento che possiamo trarre è di non fermarsi sulle ferite che ci hanno inflitto gli altri. Dio ha preparato cose meravigliose per te. Riguarda soltanto a Cristo Gesù il Signore per poter vedere sempre avanti!
...Quanto all'onore, fate a gara nel rendervelo reciprocamente. (Romani 12:10)
NON CRITICARE
Avere un atteggiamento critico può anche non distruggere rovinosamente la tua relazione con Dio, ma danneggerà di sicuro la tua capacità di sperimentare il Suo amore, la Sua presenza e le Sue benedizioni. Miriam, la sorella di Mosè, è stato colpita dalla lebbra, tutto perché era stata critica verso suo fratello. Forse ti chiedi: "Perché mai Dio ne fa una questione così importante?" Perché quando scegli di peccare, scegli di averne le conseguenze e di soffrire. Qualsiasi cosa Dio classifichi come peccato, sarà doloroso per te, qualsiasi cosa. Sta dicendo che essere critici è contrario a chi Dio vuole che tu sia e a quello che sei chiamato a fare. Non ci sono dubbi al riguardo, l'abitudine alla critica è un modo di vivere auto-distruttivo. Non andare in quella direzione. Evitiamo sempre qualsiasi forma di critica nei confronti degli altri, anche quando ci trovi con persone che sono abituate alla maldicenza, e, come afferma la Scrittura, "Nessuna cattiva parola esca dalla vostra bocca; ma se ne avete qualcuna buona, che edifichi secondo il bisogno, ditela affinché conferisca grazia a chi l'ascolta" (Efesini 4:29).
In ogni cosa rendete grazie, perché questa è la volontà di Dio verso di voi. (1° Tessalonicesi 5:18)
SEMPRE GRATI
Le persone più insoddisfatte sono coloro che credono che "la vita gli è dovuta" e di conseguenza che ogni cosa gli spetta. Non sono mai felici, perché non credono che potranno mai avere quello che meritano. L'apostolo Paolo viveva delle situazioni molto difficili, eppure poteva scrivere: "In ogni cosa rendete grazie, perché questa è la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi" (1° Tessalonicesi 5:18). Cosa voleva dire con queste parole? Semplicemente questo: invece di competere, paragonarti e lamentarti, considera le cose buone che Dio ti ha dato, gioisci in Lui e sviluppa un atteggiamento di gratitudine nei confronti di Dio perché "ogni dono perfetto procede da Lui". Il credente non è sempre grato e riconoscente a Dio perché di natura è un ottimista. Egli è sempre grato al Signore perché, dal momento che ha arreso la propria vita nelle Sue mani, si fida di Lui e vive con la certezza che Dio ha il pieno controllo di ogni cosa. Sei tra coloro che "rendono sempre grazie a Dio" o tra coloro che si lamentano di ogni cosa? La fede in Dio infonde fiducia nel nostro cuore verso il Signore!
...chi sei tu, che giudichi il tuo prossimo? (Giacomo 4:12)
NON ESSERE UN CRITICO
Il credente consacrato a Dio eviterà quelle conversazioni volte alla critica. Anche se la critica non è intenzionale è importante che il credente si esima da qualsiasi forma di critica verso gli altri. Dopo che Aronne criticò la moglie di suo fratello Mosè insieme a Miriam, fece questa ammissione: "Un peccato che abbiamo stoltamente commesso" (Numeri 12:11). Non ha cercato di difendere la sua posizione dicendo: "Si, Mosè ha sposato la persona sbagliata", oppure "Meritiamo di essere più in vista". Un evangelista del secolo scorso ha scritto: "Ogni volta che assumi un atteggiamento critico, è impossibile entrare in comunione con Dio". Fermati e chiedi a te stesso: "Vale la pena perdere il mio senso della presenza di Dio per il momentaneo appagamento che procura criticare gli altri?". Per riguadagnare quel senso della Sua presenza, è necessario confessare e abbandonare la tua attitudine critica, sostituendola con una più benevola ed amorevole. Non essere un criticone, ma prega per coloro che manifestano determinati difetti o commettono degli errori affinché Dio li aiuti.
...in modo da piacere non agli uomini, ma a Dio... (1° Tessalonicesi 2:4)
APPROVATI DA DIO
C'è una grossa differenza tra l'agire per l'approvazione degli uomini e agire secondo la volontà di Dio. Lottare per ottenere l'approvazione umana è "un laccio". Ti mette alla mercé dell'opinione altrui e, come risultato, vivi in una condizione di grande disagio. Questo non è il modo in cui Dio vuole che vivi! L'apostolo Paolo era libero di dire la verità con amore: per confortare le persone e per essere gentile con loro. Egli non andava in giro paragonandosi agli altri, dimostrando la sua superiorità cercando di essere una persona importante. Sapendo di avere già l'approvazione di Dio e si liberò di quest'ansietà, il che significava che poteva gioire della vita alla quale Dio lo aveva chiamato. Quando siamo immaturi, ci preoccupiamo di cosa gli altri pensano di noi. Ma quando diventiamo più maturi, realizziamo che per la maggior parte del tempo loro non pensano affatto a noi. Sono troppo occupati a pensare a loro stessi, o a preoccuparsi di cosa noi pensiamo di loro! Sapere di avere l'approvazione di Dio ti dà la forza di affrontare la critica e il conflitto perché sei sicuro della tua identità di credente e che vivi per glorificare Cristo.
Bisogna che io compia le opere di Colui che mi ha mandato... (Giovanni 9:4)
IL LAVORO COME VOLONTÀ DI DIO
Proverai un nuovo livello di soddisfazione quando comincerai a vedere quello che tu fai per vivere come una parte importante della volontà di Dio per la tua vita. Gesù predicò e guarì, ma Egli lo vedeva come un "lavoro" che gli era stato dato da Suo Padre. Devi farlo pure tu. Invece di vedere il locale di culto soltanto come un luogo in cui ti incontri con Dio la domenica, vedilo anche come un luogo in cui sei cibato e rafforzato spiritualmente per poter portare avanti le tue responsabilità lavorative e onorare Dio anche in questo modo: "Qualunque cosa facciate, in parole o in opere, fate ogni cosa nel nome del Signore Gesù, ringraziando Dio Padre per mezzo di lui" (Colossesi 3:17). Qualunque cosa tu faccia, dovresti farla con cuore grato, come per il Signore. Quando ognuno di noi fa ciò che Dio ci ha chiamati a fare, il mondo attorno a noi ha la possibilità di conoscere il Signore per la buona testimonianza che rendiamo di Cristo: "Servi, ubbidite in ogni cosa ai vostri padroni secondo la carne; non servendoli soltanto quando vi vedono, come per piacere agli uomini, ma con semplicità di cuore, temendo il Signore" (Colossesi 3:22).
...io vengo ... nel nome del Signore... (1° Samuele 17:45)
ABBATTERE IL TUO GOLIAT
Per abbattere il "Goliat" presente nella tua vita, ecco tre cose che devi fare. Prima di tutto devi opporti a lui! Ogni problema che cerchi di giustificare o evitare, verrà rafforzato. Ascoltando ogni giorno le minacce di "Goliat", la paura aveva afferrato il cuore del popolo di Dio ed essi non riuscivano ad opporsi a lui. In secondo luogo devi ricordare ciò che Dio ha già fatto per te. Davide ha ricordato le precedenti vittorie sul leone e sull'orso. Devi fare lo stesso. Geremia disse: "Ecco ciò che voglio richiamare alla mente, ciò che mi fa sperare: è una grazia del Signore che non siamo stati completamente distrutti; le sue compassioni infatti non sono esaurite, si rinnovano ogni mattina" (Lamentazioni 3:21-23). La forza per affrontare le battaglie del presente viene dal ricordo di come Dio ti ha aiutato a risolvere quelle del passato. Infine devi "tagliare la testa del gigante": "Davide gli prese la spada e gli tagliò la testa. I Filistei, vedendo che il loro eroe era morto, si diedero alla fuga" (1° Samuele 17:51). Per fede abbatti il tuo "Goliat" nel nome del Signore perché Gesù ha già vinto!
...se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate... (Marco 11:25)
RICORDA DI DIMENTICARE
Non importa quanto due persone si amino, i conflitti sicuramente faranno emergere una chiamata ad estendere la grazia e mostrare perdono. Non è l'assenza di conflitti che preserva il matrimonio, ma l'abilità nell'affrontarli quando questi si presentano. Quindi come "affronti" i conflitti? Sapendo come perdonare e come dimenticare! Ma la ferita emotiva e di tensione è difficile da dimenticare: più ci proviamo, più ci ricordiamo. E allora qual è la risposta? Ricordati dì dimenticare! Prova ad agire come Dio, che sceglie di non rinfacciarci quello che sa di noi. Lui dice nella Sua Parola: "lo, io, sono colui che per amor di me stesso cancello le tue trasgressioni e non mi ricorderò più dei tuoi peccati" (Isaia 43:25). Questo significa che se tu hai rancore con il tuo coniuge, c'è soltanto una soluzione: perdonare e dimenticare! Magari non ti dimenticherai mai quanto sei stato ferito, ma puoi scegliere di perdonare e andare avanti. No, non è facile, ma puoi farlo. Come? Ricordandoti che se Dio ti ha perdonato, puoi estendere la stessa grazia al tuo coniuge e tu realizzerai la benedizione del perdono.
Adiratevi e non peccate; il sole non tramonti sopra la vostra ira. (Efesini 4:26)
CONTROLLA LA RABBIA!
La rabbia fuori controllo spalanca le porte a satana, e da li in avanti, tutto è in declino. Prima di dire parole di cui ti pentirai e che non puoi far tornare indietro, chiediti: La soddisfazione di sfogarmi vale le conseguenze che provoca? La Bibbia dice: "La risposta dolce calma il furore, ma la parola dura eccita l'ira" (Proverbi 15:1). Se parli con rabbia, corri il rischio di fare un discorso di cui avrai sempre rammarico. Per sua natura la rabbia incoraggia l'esagerazione e ti porta a pronunciare parole che non puoi ritrattare. Anche dopo molto tempo, passata la rabbia, le parole dure mantengono la loro capacità di ferire e dividere. Vale davvero la pena trascinare altre persone in tutto questo? La rabbia coinvolge inevitabilmente chi ti circonda, perché è umano voler prendere posizione, pur non avendo interessi nella questione. Coinvolgere altri di solito è un modo per alimentare il proprio ego e per giustificare un comportamento scorretto. L'apostolo Paolo scrive: "Ciò che brama la carne è morte, mentre ciò che brama lo Spirito è vita e pace" (Romani 8:6). Non adirarti, ma manifesta amore verso tutti!
Altro...
...mettete in pratica la Parola e non ascoltatela soltanto... (Giacomo 1:22)
LA CURA PER LA NOIA SPIRITUALE
Come mai la Bibbia esorta: "Mettete in pratica la Parola e non ascoltatela soltanto"? Perché ascoltare senza agire diventa noioso, sempre. Puoi arrivare al punto che quando ti rechi là dove tante volte hai ascoltato predicare ed insegnare, ti viene da pensare: "Oh no! Un altro sermone!". Il problema non è la Parola; il problema è che sei saturo e spiritualmente intorpidito. Sei annoiato perché non metti in pratica e non raccogli i frutti di ciò che hai udito. Gesù disse: "Se sapete queste cose, siete beati se le fate" (Giovanni 13:17). Appena inizi a mettere in pratica ciò che ti è stato insegnato, non hai più tempo per annoiarti. Il termine "soltanto uditori" indica quegli studenti che seguono le lezioni soltanto per ascoltare, senza essere valutati o selezionati. Fai in modo che questo non accada mai a te: "Chi dunque sa fare il bene e non lo fa, commette peccato" (Giacomo 4:17). Apri il cuore alla verità che hai udito predicare ed inizia a metterla in pratica nella tua vita. Quando lo farai, stai certo che non soffrirai più di noia spirituale perché il Signore stesso diventerà la ragione della tua vita.
Ma per la grazia di Dio io sono quello che sono... (1° Corinzi 15:10)
NON TI VANTARE
Se sei stato benedetto in modo particolare, leggi queste parole dell'apostolo Paolo e prendile a cuore: "Ma per la grazia di Dio io sono quello che sono". Ogni buona cosa che hai ora ed ogni buona cosa di cui godrai in futuro, viene da Dio. Il corpo umano è un'eccezionale macchina chimica; dai una pacca sulla spalla ad un uomo e la sua testa inizia a gonfiarsi! Ecco perché l'apostolo Paolo ci dà opportuni solleciti: "E se l'hai ricevuto, perché ti vanti come se tu non l'avessi ricevuto?" (1° Corinzi 4:7). Un giorno il Re Nabucodonosor si montò la testa e si vantò così: "Non è questa la grande Babilonia che io ho costruita come residenza reale con la forza della mia potenza e per la gloria della mia maestà?" (Daniele 4:30). Ma Dio interruppe il suo momento d'orgoglio e lo spogliò del suo regno, e lui finì col perdere la testa e vivere come una bestia selvaggia. Soltanto quando si pentì e riconobbe che Dio era sovrano su ogni cosa, ecco che Dio ripristinò la sua sanità mentale e il suo regno. Corretto, umiliato illuminato, si inchinò e pregò: " lo, Nabucodonosor, alzai gli occhi al cielo e la ragione tornò in me" (v. 34).
Chiunque fa l'atleta è temperato in ogni cosa; e quelli che lo fanno per ricevere un premio... (1° Corinzi 9:25)
SEI STATO ALLENATO
Quando ci "alleniamo" spiritualmente, la nostra fede in Dio cresce! Dio ci permette di fare esperienze che ci "allenano" per prepararci alla gara che Lui ci ha chiamato a correre nella nostra vita e ogni tanto la nostra anima "raggiungerà il limite". Non sarà la forza, né la pressione che sposteranno il problema. Spesso questi momenti non sono vere prove, sono soltanto riscaldamenti che ci preparano per le sfide del futuro. Sono punti di riferimento creati per trattenerci dall'essere nel panico quando ci troviamo nel mezzo della vera gara. Ricordiamoci che Dio non permette mai ad una persona di correre per Lui, o con Lui, se non è stata ben allenata nel suo pensiero, nella sua fede e nella sua capacità di vivere ed amare. È l'allenamento dell'anima che ci rende capaci di affrontare situazioni anche molto complicate. Prima o poi tutti affronteremo momenti e relazioni difficili, ma sono soltanto gli affondi della vita. Quindi quando siamo stati allenati fino al punto di rottura, non molliamo. Vediamolo per com'è: una preparazione per correre e vincere la gara che Dio ci ha assegnata nella vita cristiana.
...tutto era in comune tra di loro. (Atti 4:32)
CONDIVIDI LA TUA VITA
Quando si legge il racconto della Chiesa del Nuovo Testamento, si tende ad essere colpiti dalla sua crescita esplosiva e dai miracoli particolari. Ma c'è un aspetto che non dovrebbe sfuggirti: "Non vi era chi dicesse sua alcuna delle cose che possedeva, ma tutto era in comune tra di loro... non c'era nessun bisognoso tra di loro... tutti quelli che possedevano poderi o case li vendevano, portavano l'importo delle cose vendute... poi veniva distribuito a ciascuno, secondo il bisogno" (Atti 4:32-35). I cristiani del Nuovo Testamento avevano capito il segreto: è la condivisione gli uni con gli altri, spiritualmente, emotivamente finanziariamente e dal punto di vista relazionale, soltanto così potrai raggiungere il più elevato livello di gioia. La Scrittura non ci chiede di mettere in comune quello che abbiamo, anche perché, riflettendoci, questo causerebbe tanti problemi, ma di condividere con gli altri ciò che Lui ci ha donato. Questo significa che dobbiamo soprattutto aiutare i bisognosi da un punto di vista spirituale perché oggi in Occidente le persone hanno bisogno più per la loro anima piuttosto che per il loro corpo.