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la meditazione del giorno

MEDITAZIONE GIORNALIERA

tratta dal calendario "Parole di Vita". Buona meditazione.

C'è tra di voi qualcuno che soffre? Preghi... (Giacomo 5:13)

PREGA A RIGUARDO

È incredibile quanto tempo impieghiamo persistendo su qualcosa prima di decidere di pregare a riguardo. Lo scrittore dell'inno dice: "Oh qual pace a cui spesso rinunciamo; oh qual inutile dolore portiamo. Tutto perché non portiamo ogni cosa a Dio in preghiera". Ci lamentiamo coi nostri amici. Ci chiediamo perché Dio non faccia qualcosa. Lottiamo con le situazioni nelle nostre menti eppure, non riusciamo a sfruttare la soluzione più semplice che ci sia: la preghiera. Siamo tutti colpevoli di trattare la preghiera come ultimo disperato tentativo. La Bibbia dice: "C'è tra di voi qualcuno che soffre? Preghi". Quando hai un problema: prega. Quando qualcuno ti ferisce: prega. Quando sei malato: prega. Quando ti senti di non farcela: prega. Quando qualcuno che ami sta soffrendo: prega. Quando sei scoraggiato: prega. Quando non sai cosa fare: prega. Gesù, che pregava presto la mattina e tardi la notte, disse: "Tutte le cose che voi domanderete pregando, credete che le avete ricevute, e voi le otterrete" (Marco 11:24). Allora prega a riguardo e aspetta che il Signore risponda secondo la Sua volontà e i Suoi tempi.

Infatti per me il vivere è Cristo e il morire guadagno. (Filippesi 1:21)

LA PROSPETTIVA DI FEDE

Le prigioni romane erano posti terribili. I trasgressori venivano spogliati, frustati, legati con ceppi alle caviglie. I loro abiti intrisi di sangue non venivano cambiati nemmeno nel pieno dell'inverno. E la "cella nascosta" (Atti 16:24) dove Paolo e Sila furono imprigionati era la peggiore. La mancanza d'acqua, gli spazi angusti, e l'odore di fogna (se così lo si può chiamare) rendeva impossibile dormire. I prigionieri desideravano quotidianamente la morte e qualcuno si toglieva pure la vita. Era il peggior incubo! Eppure "Paolo e Sila pregando, cantavano inni a Dio; e i carcerati li ascoltavano" (Atti 16:25). L'attitudine di Paolo li impressionò prima ancora che il suo credo religioso li raggiungesse. Come hanno potuto farcela? Avevano una prospettiva di fede! Paolo non si limitò soltanto a cantare nella prigione, scrisse alcune delle sue migliori lettere laggiù. Qui la sua dichiarazione: "So infatti che ciò tornerà a mia salvezza ... Cristo sarà glorificato nel mio corpo, sia con la vita, sia con la morte. Infatti per me il vivere è Cristo e il morire guadagno" (Filippesi 1:19-21).

Egli, svegliatosi, sgridò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!» Il vento cessò e si fece gran bonaccia. (Marco 4:39)

PACE NELLA TEMPESTA

Gesù rimproverò i Suoi discepoli perché avevano perso la pace della mente durante la tempesta. Lui non la perse. Si era addormentato sulla parte posteriore della barca. Dove ti trovi oggi? Tranquillo con Gesù a "poppa" o nel panico insieme agli altri a "prua" della barca? La preoccupazione sopraggiunge quando dimentichi due cose. Prima di tutto quello che il Signore ti ha detto. Gesù disse: "Passiamo all'altra riva" (Marco 4:35) e una volta dette quelle parole non ci fu un'onda grande abbastanza da affondarli. Ogni volta che farai quello che Dio ti dice di fare, andrai forse incontro alla tempesta, ma non affonderai. In secondo luogo le preoccupazioni sopraggiungono quando dimentichi chi è con te nella barca. I discepoli pensavano di conoscere Gesù piuttosto bene, ma prima che la notte fosse finita, si domandarono: "Chi è dunque costui, al quale persino il vento e il mare ubbidiscono?" (Marco 4:41). Ti è mai capitato di pensare che la tempesta che stai ora attraversando è stata permessa da Dio per mostrarti che non c'è nessun problema che Lui non possa risolvere? Rifletti non sei solo, tramite questa esperienza giungerai a conoscerlo meglio.

...«Questo è il mio diletto figlio, nel quale mi sono compiaciuto». (Matteo 3:17)

L'APPROVAZIONE DI DIO

Quando Gesù fu battezzato "i cieli si aprirono ... ed ecco una voce dai cieli che disse: «Questo è il mio diletto Figlio, nel quale mi sono compiaciuto»" (Matteo 3:16, 17). Quel giorno, quando Gesù scese nelle acque del fiume Giordano stava facendo un passo nella pienezza del proposito divino per la Sua vita. Giovanni il Battista aveva battezzato tante persone che si erano ravvedute. Gesù era esattamente dove il Padre voleva che Lui fosse, facendo esattamente quello che voleva che facesse. Ecco perché Suo Padre annunciò: «Questo è il mio diletto Figlio, nel quale mi sono compiaciuto». Il credente che obbedisce alla Parola di Dio e si sottomette alla Sua volontà, con un cuore sincero e ben disposto, sarà approvato dal Signore. Ciò che fece Gesù e le Parole del Padre costituiscono un prezioso insegnamento per il credente. Il nostro impegno deve essere sempre quello di "trovarci al centro della volontà di Dio" in modo che possiamo onorare Dio e avere la Sua approvazione. Caro lettore, studiati sempre di agire secondo le indicazioni della Bibbia, la Parola di Dio.

...Matteo, ... alzatosi, seguì Gesù. (Matteo 9:9)

SEGUIRE GESÙ

Per un romano riscuotere le tasse era un lavoro lucrativo, ma per un giudeo come Matteo esso significava tradire la propria gente. Come risultato fu disprezzato ed escluso dalle celebrazioni religiose, ma questo non fermò Gesù dal chiamarlo ad essere un Suo discepolo. E quando lo fece, Matteo non esitò: "Egli, alzatosi, lo seguì". Matteo costituisce un esempio di come seguire Gesù. Chi vuole essere un discepolo di Cristo deve essere disposto a mettere il Signore al primo posto come Gesù stesso richiede: "Se uno vuol venire dietro a me, rinunci a se stesso, prenda ogni giorno la sua croce e mi segua" (Luca 9:23). Seguire Gesù non è uno scherzo, è una questione talmente importante che tutto il resto deve diventare secondario. L'aspetto più importante per i seguaci di Cristo è Chi stanno seguendo e per quale motivo rimangono vicino a Lui. Dio ci onora concedendoci la possibilità e il privilegio di poter essere discepoli di Gesù. Abbiamo compreso la portata di ciò che Dio ci concede? Come stiamo seguendo il Signore Gesù, con quali sentimenti e con quale scopo? Facciamo come Matteo!

...i figli sono un dono che viene dal Signore... (Salmo 127:3)

I FIGLI SONO UN DONO DI DIO

I figli richiedono determinate cose che soltanto i genitori gli possono dare. Prima di tutto il tempo. Non il tempo che rimane al fine della giornata, dopo che abbiamo fatto tutto ciò che per noi era primario, ma un tempo prioritario. Se la tua vita è scandita da un programma in cui i tuoi figli non né fanno parte, fai subito qualcosa. In secondo luogo ogni genitore si deve relazionare con i figli manifestando sensibilità. C'è così tanto da imparare dai nostri figli riguardo a loro stessi, noi stessi e su chi è Dio. Una volta che realizziamo di non possedere tutte le risposte, diventiamo aperti a lasciare che Dio ci parli anche tramite i nostri ragazzi. Questo tipo di ricettività fortifica la loro fede, li aiuta a ricevere gli insegnamenti e ci mantiene giovani nel cuore. Un ulteriore aspetto che riguarda la responsabilità dei genitori è saper dare delle "regole". Questo è di vitale importanza, durante gli anni della formazione, stabilire delle regole e mantenere dei limiti. I bambini necessitano di linee guida e di riferimenti stabili per sentirsi sicuri. Se siamo genitori ricordiamoci sempre che i nostri figli sono un dono di Dio!

...colui che ha cominciato in voi un'opera buona, la condurrà a compimento... (Filippesi 1:6)

NON PERMETTERE ALLA PAURA DI BLOCCARTI

Dio ti ha mai chiamato a fare qualcosa che non ti sentivi in grado di fare o che mai avresti pensato di dover fare? Dal momento che il Signore ci chiede attraverso la Sua Parola di agire in un determinato modo, non dobbiamo lasciarci condizionare dalle nostre insicurezze, paure e sensi d'incapacità. Dio non chiama al Suo servizio chi è capace, ma qualifica chi chiama! Le nostre inadeguatezze non Lo sorprendono, infatti la Sua "potenza si dimostra perfetta nella debolezza" (II Corinzi 12:96). Chi si dispone a servire il Signore non deve lasciarsi scoraggiare dalle proprie limitazioni, ma deve dipendere dal Signore che usa chi si affida a Lui con fede e umiltà. Il credente che serve il Signore fedelmente lo farà sempre con la consapevolezza che la sua "capacità viene da Dio". È importante, quindi, riconoscersi sempre inadeguati, non per autocommiserarsi, ma per dipendere dal Signore. Non pensiamo a quanto siamo incapaci per quel determinato compito che il Signore ci chiede di assolvere, ma ricordiamo che Dio è più grande di tutto ciò che affrontiamo, non importa quanto invalicabile possa sembrare.

...lo farà per il Dio di verità... (Isaia 65:16)

DIO DI VERITÀ

Il testo per esteso afferma: "Chi si augurerà di essere benedetto nel paese, lo farà per il Dio di verità, e colui che giurerà nel paese, lo farà per il Dio di verità; perché le afflizioni di prima saranno dimenticate, saranno nascoste ai miei occhi". Due volte in questo versetto troviamo l'espressione: "Dio di verità". Questa è una preziosa promessa! La Scrittura presenta una preziosa promessa che il "Dio di verità" rivolge al Suo popolo, alla Chiesa: "Il Signore ti benedica e ti protegga! Il Signore faccia risplendere il Suo volto su di te e ti sia propizio! Il Signore rivolga verso di te il Suo volto e ti dia la pace!" (Numeri 6:24-26). Poi Dio aggiunse, "e lo li benedirò" (v. 27). Caro lettore, credei a tutto quello che Dio ti dice attraverso la Sua Parola scritta. Egli è il "Dio di verità" e nessuna parola della Sacra Scrittura rimarrà incompiuta. Se credi con fede a ciò che il Signore ti dice attraverso la Bibbia, realizzerai le Suo meravigliose e potenti promesse. "Gesù le disse: 'Non ti ho detto che se credi, vedrai la gloria di Dio?'" (Giovanni 11:40).

...affinché siate felici tu e i tuoi figli dopo di te... (Deuteronomio 4:40)

I TUOI FIGLI DOPO DI TE

Certe volte ci spaventiamo perché i nostri figli ci ricordano molto noi stessi. Vediamo in loro le stesse paure e propensioni verso le quali abbiamo lottato. Li osserviamo mentre deviano dalla strada maestra della vita in alcune delle stesse difficoltà in cui ci siamo scontrati e infiammati anche noi, è impossibile non volerli aiutare. Ma non sempre possiamo. Sono cresciuti con la loro propria mentalità, le loro proprie forze e sogni. E se c'è qualcosa che la parabola del figliol prodigo c'insegna, è che i buoni genitori possono crescere figli che sono in grado di apprendere soltanto con le maniere forti. Allora che cosa puoi fare? Prega per loro e sii presente quando essi "ritornano". Non c'è niente di più prezioso del tempo che passi davanti a Dio a intercedere per i tuoi figli. Perciò resta fermo nelle promesse della Parola di Dio, con la certezza che i tuoi figli sceglieranno di servire il Signore e di camminare con Lui per il resto della loro vita. Dio ascolta la preghiera che i genitori gli rivolgono per i propri cari e ha promesso che li salverà se essi aprono il cuore all'Evangelo della grazia.

...consolatevi ... ed edificatevi gli uni gli altri... (1° Tessalonicesi 5:11)

STRUMENTI NELLE MANI DI DIO

L'imperativo del testo della meditazione di oggi è chiaro e riguarda ogni credente. "Consolarsi ed edificarsi" a vicenda, questo è quanto devono fare i cristiani. Certamente non è facile, ma con l'aiuto del Signore è possibile. Chi agisce secondo il comando del Signore onora Dio, oltre a fare del bene agli altri. L'apostolo Paolo dice: "Nessuna cattiva parola esca dalla vostra bocca; ma se ne avete qualcuna buona, che edifichi secondo il bisogno, ditela affinché conferisca grazia a chi l'ascolta" (Efesini 4:29). Le parole sono come martelli: possono essere usati per distruggere o costruire. Tutto dipende dalla persona che li maneggia! È facile far parte della squadra di costruzione, come lo è altrettanto essere membro della squadra di demolizione. Caro lettore, anche se vivi in una famiglia con difficoltà, se hai degli amici con un brutto carattere, dei colleghi di lavoro che non sono animati da buoni sentimenti nei tuoi riguardi, fai la tua parte. Impegnati ad agire sempre per il bene degli altri e per certo il Signore ti onorerà perché tu possa essere uno strumento di "consolazione ed edificazione".

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