Chiedete all'Eterno la pioggia nella stagione di primavera! L'Eterno che produce i lampi, darà loro abbondanza di pioggia, ad ognuno erba nel proprio campo (Zaccaria 10:1)
PIOGGIA DI BENEDIZIONI
La primavera esprime vitalità con il suo sbocciare di natura rigogliosa e colorata. Anche per te è giunto il tempo di una primavera spirituale, quando al gioioso entusiasmo di nuove benedizioni si devono accompagnare un vigoroso impegno per crescere nella comunione con Cristo e la responsabilità di portar frutto. La vita umana alterna le sue stagioni; occorre riconoscerle per trovare in ognuna i giusti stimoli spirituali, chiedendo sempre il sostegno e la benedizione divina. Nel tempo in cui bisogna vangare la terra preghiamo che il Signore ci fortifichi. Quando siamo chiamati a seminare cerchiamo il conforto divino, affinché non ci scoraggiamo per il seme che sembra andare perduto o per la pianta che ancora non spunta. Durante il raccolto abbiamo bisogno di ricevere discernimento, senza farci prendere da una fretta avventata. Afferriamo le promesse divine in ogni tempo, ciascuno nella stagione che sta vivendo, ed in modo personale, ognuno nel campo in cui Dio lo ha chiamato a servirLo. Il Signore adempirà la Sua Parola, irrigando con la Sua celeste e copiosa benevolenza l’impegno e le richieste della mia e della tua fede.
Or senza fede è impossibile piacergli; poiché chi s’accosta a Dio deve credere ch’Egli è, e che è il rimuneratore di quelli che lo cercano (Ebrei 11:6)
CREDI E NON DUBITARE
Dio si è rivelato nelle Scritture ispirate, che non s’affannano a dimostrare la Sua esistenza, dandola subito per scontata affermando: “Nel principio Iddio creò i cieli e la terra”. La fede che piace a Dio è quella che Lo glorifica, non che compiace all’intelletto umano; essa è fondata sulla Sua Parola, non sulla nostra logica o su prove scientifiche. La fiducia che Dio è sempre pronto a benedire e premiare è il prendere atto di ciò che Egli dice e stabilisce. Puoi praticare una fede religiosa che piace all’uomo, serbare tradizioni e superstizioni popolari ma non bibliche, definirti ateo o agnostico. Tuttavia, rigettando il premio della fede che piace al Signore vai verso la condanna per l’incredulità, secondo la Bibbia, verso l’ineluttabile salario del peccato che offende Dio, la morte eterna. Lascia il tuo credo, utile appena a soddisfare la coscienza o un dubitante raziocinio, ed abbraccia la vera fede in Cristo. Inizia confidando in ciò che l’Evangelo rivela su Cristo, prega che Egli redima la tua anima, dimori nel tuo cuore e rinnovi la tua mente. Certamente raccoglierai i frutti, anzi il dono di Dio: la vita eterna!
E il Signore diriga i vostri cuori all'amor di Dio e alla paziente aspettazione di Cristo (2° Tessalonicesi 3:5)
ASPETTA DIO CON PAZIENZA
La pazienza e l’attesa è serena, quando si ha la certezza di realizzare, vedere o ricevere ciò che si aspetta. Sicuramente se l’obiettivo così bramato fosse incerto, ci sarebbe, con il tempo, da dubitare della sua veracità, si cadrebbe nell’ansia o nella tentazione di lasciare perdere tutto e preoccuparsi di ben altro. Un’isolata osservazione delle circostanze può facilmente deviare la nostra fede dall’amorevole obiettivo divino per noi. Da un punto di vista umano si è tentati, a volte, ad accusare Dio di non essere puntuale, di restare indifferente alle situazioni che viviamo. Il profeta Geremia testimonia del grande beneficio riservato a chi sa aspettare in silenziosa tranquillità, la salvezza del Signore. La preghiera dell’apostolo Paolo per i Tessalonicesi richiede a Dio stesso di preservare ed alimentare la loro pazienza in vista della venuta di Cristo. Le promesse del Signore non sono mai senza adempimento e soprattutto non fanno mai distrarre dalla preparazione spirituale durante l’attesa del Suo ritorno. Appena tutto sarà pronto, Egli verrà per accoglierci con Lui, nella gloria di Dio, per sempre.
Lo Spirito stesso attesta insieme col nostro spirito, che siamo figliuoli di Dio (Romani 8:16)
GESU' HA PAGATO PER TE
Una lettera mi richiedeva un pagamento che, secondo l’ente in questione, non era stato effettuato nei tempi dovuti; occorreva trovare subito “la ricevuta del pagamento”, l’unico documento che poteva darne certezza. Poco dopo la mia ricerca ebbe buon esito: avevo in mano “l’evidenza dell’avvenuto pagamento” e nessuno poteva togliermi la certezza di aver già pagato. Quando si diventa cristiani, la presenza di Dio viene ad abitare nei nostri cuori e accompagna tutta la nostra vita. Possiamo passare momenti di gran difficoltà in cui mettiamo in discussione qualsiasi cosa, perfino noi stessi, ma l’attestazione dello Spirito Santo ai nostri cuori sarà una prova inconfutabile della nostra appartenenza alla Sua famiglia. Cammineremo sicuri, senza paura, consapevoli di possedere in noi stessi “l’evidenza” che il sacrificio di Gesù sulla croce è stato sufficiente a pagare il nostro immane debito con le esigenze della somma giustizia divina. La Parola di Dio ci aiuterà a restare fiduciosi in ogni situazione che dovremo affrontare e con il salmista potremo continuamente affermare: “La mia carne e il mio cuore possono venir meno, ma Dio è la rocca del mio cuore e la mia parte in eterno”.
Ed egli, rispondendo, disse: Io vi dico che se costoro si tacciono, le pietre grideranno (Luca 19:40)
DARE GLORIA A DIO
Entrando in Gerusalemme, Gesù fu accolto dalle grida della folla che lodava Dio con gran voce ed esclamava: “Benedetto il Re che viene nel nome del Signore”. Questa manifestazione di gioia turbò moltissimo i religiosi presenti, i quali insistevano che Gesù dovesse impedire alla gente di esprimersi in quel modo a Suo riguardo. Il Signore, invece, affermò quanto era buono celebrare Dio in modo spontaneo ed esuberante e che le pietre, se avessero avuto fiato, avrebbero fatto lo stesso. La Bibbia invita ad offrire al Dio vivente un sacrificio di lode, il frutto di labbra confessanti il Suo nome. Celebrare Cristo, il Salvatore, è la gioia più grande che si possa godere. L’uomo mostra tanto entusiasmo per eventi di ogni genere; ma Gesù è davvero degno di ricevere tutto l’onore che Gli è dovuto. Oggi, non tacere davanti a Colui che è morto e risorto per te; il tuo silenzio renderà il tuo cuore più duro di una pietra. Il creato riconosce la gloria di Gesù; aggiungi a questo coro di lode la riconoscenza per l’opera della tua redenzione e glorifica il Re dei re insieme al Suo popolo.
…Lasciate i piccoli fanciulli venire a me … (Marco 10:14)
FEDE COME UN BAMBINO
Un giorno, una piccola fanciulla, in una rionione di culto, cominciò a pregare come i piccoli fanciulli sanno fare. Altre volte Serena aveva pregato insieme ai genitori, ma quella sera era da sola, davanti a Dio, in preghiera. Quello che accadde è riferito dalla bambina stessa: “Ho sentito come una mano che mi toccava la pancia”. All’ora di cena la piccola si recò in cucina dicendo: “Questa sera mangio come tutti gli altri bambini”, asserendo la sua guarigione. Erano tutti stupiti e dubbiosi sul da farsi, ma la mamma, comprendendo il suo passo di fede, acconsentì. Fu tanta la meraviglia e la gioia nello scoprire che i sintomi dell’intolleranza non si manifestavano più. Lasciamo agli scettici le loro considerazioni e teniamoci la certezza di appartenere a un Dio che ci ama e si cura di noi. Dio risponde a grandi e piccoli purché si accostino a Lui con fede vera, quella semplice e genuina, fondata sulla persona di Gesù, autore di tutti i veri miracoli, di cui il più grande rimane il perdono dei nostri peccati che dona la vita eterna. Basta andare a Dio con una fede semplice, come quella di un bambino.
…la prima voce… mi disse: Sali qua, e io ti mostrerò le cose che debbono avvenire da ora innanzi (Apocalisse 4:1)
VEDERE DAL PUNTO DI VISTA DI DIO
Spesso l’uomo si trova in una condizione spirituale inadatta a ricevere e realizzare le rivelazioni di Dio. L’apostolo Giovanni si trovava, a motivo dell’Evangelo, prigioniero nell’isola di Patmos. Aveva ricevuto il messaggio da parte di Dio per le sette chiese dell’Asia Minore, ora Dio voleva rivelargli gli eventi futuri attraverso gloriose visioni, ma prima di fare questo lo chiamò a salire in alto. Per conoscere di più il Signore e per ricevere rivelazioni gloriose, non è necessario crescere nella conoscenza intellettiva delle cose, ma bisogna elevarsi nello spirito. Gesù, un giorno, pregando disse: “Io ti rendo lode, o Padre, Signor del cielo e della terra, perché hai nascoste queste cose ai savî e agli intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli fanciulli”. Con umiltà, accostiamoci a Dio, lasciamoci condurre più in alto, deponendo ogni bassezza del peccato, di mondanità ed incredulità. Consacriamo la nostra vita a Dio, continuiamo a camminare sulla via della santificazione, eleviamoci al di sopra delle cose visibili e materiali. Allora i nostri orizzonti si allargheranno e vedremo la gloria di Dio.
Confidati nell'Eterno e fa' il bene; abita il paese e coltiva la fedeltà (Salmo 37:3)
SII FEDELE A DIO
Soltanto confidando in Dio puoi esserGli fedele, quale frutto della comunione con Lui. Attingendo a tali profonde radici la fedeltà può essere curata nelle condizioni più ostili per l’anima, che spesso appaiono invece materialmente favorevoli. Dio promise ad Israele un paese in cui scorreva latte e miele, tanto fertile che il bestiame e le api producevano copiosamente ed il Suo popolo non avrebbe faticato per dei raccolti sovrabbondanti. I moniti a non dimenticare Dio nel benessere, tuttavia, ponevano la necessità di coltivare la fedeltà. Infatti, l’istinto d’abbandonare l’eredità divina in tempi di carestia, per cercare fortuna altrove, è stata sempre una tentazione. Forse per quello che sembrava una rendita “scontata”, ora devi esercitare una fede coraggiosa: cercherai rimedi al di fuori dei confini biblici? Oggi ciò che godevi come un onore si presenta anche quale onerosa esponsabilità: abbandonerai il tuo posto nel campo che Dio ti ha assegnato? Che tu sia nell’abbondanza o nella penuria, non sradicare la tua fiducia dalla Parola di Dio, ma coltiva la fedeltà al tuo Signore e traboccherai della Sua benedizione!
… e si rallegrava con tutta la sua famiglia, perché aveva creduto in Dio (Atti 16:34)
RALLEGRARSI NEL SIGNORE
Il carceriere di Filippi stava per uccidersi perché un evento aveva liberato i detenuti di cui egli era responsabile. Chi avrebbe detto che soltanto qualche ora prima in quella casa c’era un aspirante suicida? Come avvenne un così repentino e totale cambiamento?: “perché aveva creduto in Dio”. La fede, dirai tu, non paga le bollette, non toglie l’amarezza del tradimento e non libera dalla depressione. Se la fede di cui parli è quella religiosa, hai ragione. La storia di questa famiglia, però, non fu cambiata da una religione, ma da una persona: Gesù Cristo. Il carceriere aveva rinchiuso i servi di Dio senza esitare. Udendo poi, come gli altri carcerati, le loro lodi al Signore, capì che avevano una pace particolare. Quando fu nel baratro, deciso a farla finita, la voce dell’apostolo Paolo lo trattenne. Allora egli fece la domanda più importante della sua vita: “che devo fare per essere salvato? Ed essi risposero: Credi nel Signor Gesù, e sarai salvato tu e la casa tua”. Tale fu la fede capace di mutare profondamente la vita di quella famiglia, che passò dalla disperazione al giubilo. Dio oggi sta facendo anche a te la stessa promessa!
Io t'ho dichiarato il mio peccato, non ho coperta la mia iniquità. Io ho detto: Confesserò le mie trasgressioni all'Eterno; e tu hai perdonato l'iniquità del mio peccato (Salmo 32:5)
CONFESSARE A DIO
Da vie diverse, l’ateo che nega l’esistenza di Dio ed il religioso che si sente giustificato dalle buone opere, giungono insieme alla sciagurata stazione della sufficienza umana, restando esclusi dalla grazia di Dio. D’altro canto, sbaglia chi confida nell’uomo, gli espone i suoi peccati e s’aspetta assoluzione, non senza penitenza e “fino ad altra occasione”. La Bibbia, però, non dice così. Il peccato non è un’invenzione umana, un tabù dal quale liberarsi razionalmente; esso và dichiarato a Dio stesso, l’Unico che può perdonare e purificarci. Peccare non è soltanto delinquere o trasgredire platealmente qualche legge. Ignorare Dio è peccato non meno che mentire, rubare o uccidere. Peccare significa, etimologicamente, fallire; indica lo stato di separazione da Dio, che invece creò l’uomo con l’obiettivo di godere comunione con Lui. Il peccato è la condizione spirituale dell’uomo, le trasgressioni ne sono la manifestazione quotidiana. Se hai compreso, passa all’azione. Va’ ora a Cristo, che in croce ha espiato il tuo peccato, raccontaGli ogni cosa, riconosciti colpevole e la Sua grazia libererà il tuo cuore da ogni colpa.
Altro...
“… le parole che vi ho dette sono spirito e vita (Giovanni 6:63)
PAROLE DI VITA
Un uomo era malato gravemente, quattro amici lo portarono ad ascoltare il messaggio del Vangelo. Questa persona debole e malata non riuscì a seguire molto della riunione, ma proprio la citazione di questo versetto del Vangelo di Giovanni, toccò il suo cuore ed accese la speranza, tanto che, pur dicendo tra sé: “Io non ho spirito e neanche vita”, egli rivolse una breve preghiera a Dio, invocandoLo con voce flebile. Il risultato fu che il Signore, nella Sua infinita misericordia, rispose, salvandolo dalla colpa dei suoi peccati e liberandolo dalla morte fisica. Quell’uomo riacquistò salute per lavorare, divenne un fervente cristiano, sempre pronto a testimoniare della potenza e dell’amore di Dio. Le parole di Gesù, in ogni tempo, luogo e circostanza, sono potenti a salvare, liberare, guarire, consolare, incoraggiare quanti vanno a Lui con fede. Credi anche tu nella meravigliosa Parola di Dio, nella potenza dell’Evangelo. Qualunque sia il tuo stato fisico e spirituale, Cristo può operare anche per te oggi, andando al di là di quanto tu possa pensare. Il Signore non si limita a migliorarti esteriormente, ma va alla radice: Egli vuole darti spirito e vita.
Attirami a te! Noi ti correremo dietro! (Cantico dei cantici 1:4)
DIO TI ATTIRA A SE
l'uomo vive lontano da Dio; questa lontananza non è certamente colpa Sua. Per diverse ragioni, dalle più indegne alle più (apparentemente) innocue, capita di trovarsi o di sentirsi lontano dal Signore. In tali momenti, essendo più esposti al dubbio e allo sconforto, bisogna puntare gli occhi su Cristo e, confidando nella Sua grazia, invocare il Suo nome per essere attratti sotto le Sue ali possenti. Il senso di colpa ti tiene lontano, come colui che “stando da lungi, non ardiva neppure alzar gli occhi”, ma lo Spirito Santo ti fa dire “O Dio, abbi pietà di me, peccatore”. Disponiti ad ascoltare la Parola di Dio con cuore contrito, ma ben disposto. Mentre avverti che la tua indegnità ti trattiene lontano dalla Sua santità, sii pronto a cogliere ogni segno della Sua bontà. Il Signore non si mostrerà accigliato, ma ti toccherà per lavare le tue sozzure e portarti a Se. Non importa se sei lontano da sempre o da poco tempo, conta che tu, oggi, sia con Cristo, vicino al Suo cuore e lontano dal male, dal peccato. Ammira la Sua grazia e bellezza, affinché le vanità di questo mondo non ti attirino più nel vortice di passioni insane.
E Natanaele gli disse: Può forse venir qualcosa di buono da Nazaret? Filippo gli rispose: Vieni a vedere (Giovanni 1:46)
NESSUN PREGIUDIZIO
Il pregiudizio è una forma di classificazione di persone, già definita in base a verosimili nozioni circa una categoria a cui queste appartengono, come la famiglia, la cultura, l’età. Un’immagine non fondata su riscontri obiettivi, tendente ad uniformare tutto e tutti ad una comune radice morale, spesso negativa. Pregiudizi umani sono possibili anche nella Chiesa del Signore, ma vanno deposti affinché non ne condizionino la crescita e l’efficacia. L’apostolo Paolo fu criticato per l’aspetto fisico, Timoteo per la sua gioventù. Presti scarsa attenzione alla Parola di Dio, predicata dai Suoi servi, a causa di futili impressioni? È giusto che “parlino due o tre profeti e gli altri giudichino”, ma senza rigettare a priori tali manifestazioni spirituali per il fatto che non si ha simpatia per chi parla, emettendo un giudizio precostituito contro qualcuno, invece di valutare serenamente i doni di Dio. Pietro fu liberato dal pregiudizio sui pagani riconoscendo “che Dio non ha riguardo alla qualità delle persone”. Riguardo a Cristo si può ben dire: “non giudicherà dall’apparenza, non darà sentenze stando al sentito dire”. Prendiamo esempio da LuI.
…Ciò dunque che voi adorate senza conoscerlo, io ve l’annunzio (Atti 17:23)
DIO SI RIVELA
L’uomo continua a compiere molte opere, elabora grandi sistemi di pensiero, edifica costruzioni monumentali; tuttavia comprende sempre che c’è ancora qualcosa che sfugge ad ogni sua facoltà di creazione e di rappresentazione. Qualcosa di incognito rimane anche in mezzo a molte idee e molti dèi. Gli uomini sentono di giungere ad un limite oltre il quale non riescono ad andare. L’Iddio vivente resterebbe certamente sconosciuto alla mente umana, se Egli, scegliendo di farsi conoscere, non si rivelasse mediante le Scritture da Lui ispirate. Si, il Creatore è oltre tutto ciò che è umano e terreno, infatti: “non abita in templi fatti d’opera di mano”, eppure Egli si è rivelato ed ha mandato il Suo Unigenito Figlio: “venuto per cercare e salvare ciò che era perito”. Dio non si manifesta con prodigi per soddisfare la sola curiosità delle persone. Egli si è sempre rivelato a coloro che intendevano adorarLo con la loro intera vita. L’Evangelo ti offre l’opportunità di incontrare Dio personalmente, di conoscerLo per glorificarLo, in modo da non offendere le perfezioni della Sua Persona e da trarne un’ineffabile soddisfazione spirituale che ricolmi la tua anima.