"Se qualcuno ha sete, venga a me e beva. Chi crede in me, come ha detto la Scrittura, fiumi d'acqua viva sgorgheranno dal suo seno". (Giovanni 7:37-39)
FIUMI D'ACQUA VIVA
Quali sono gli ostacoli che impediscono a questi fiumi di scorrere dentro di noi? Gli ostacoli sono almeno due: il primo è il peccato che non siamo pronti a lasciare; il secondo è la mancanza di desiderio di ricevere qualcosa dal Signore. Com'è possibile ricevere questa pienezza di vita che c'è stata pro. messa? Gesù dice: "Se qualcuno ha sete venga a me e beva!". Essa, pienezza, è un desiderio di conoscere meglio Gesù stesso, se tu hai questa sete, allora vieni a Lui che ti donerà dell'acqua viva. Con un semplice atto di fede e di volontà, puoi ricevere il dono che il Signore ti offre. Quindi: "Vieni e bevi!". Aver sete rappresenta un bisogno... bere rappresenta un'azione: quindi dobbiamo compiere questi due passi di fede e noi riceveremo quell'acqua viva e fiumi scorreran.no dentro di noi!
"Il mio cuore è ben disposto, oh Dio, io canterò e salmeggerò, le tue lodi, con tutta la mia forza". (Salmo 108:1)
ESSERE DISPOSTO
Il salmista Davide, in atteggiamento d'adorazione, dinanzi a Dio disse: "Il mio cuore è ben disposto..." Il significato della parola disposto è: favorevole, pronto a fare, ubbidire... La nostra disposizione determinerà quanto noi ci siamo dati verso il Signore. Possiamo valutare quante volte abbiamo detto al Signore, "Io sono ben disposto" a vivere una vita d'ubbidienza, essere fedele nel cammino, a impegnarmi nel costruire il "Suo Regno" sulla terra? Egli investiga il nostro cuore e conosce la nostra mente per rendere a ciascuno secondo le proprie azioni. Nella nostra disposizione di cuore per Lui, Egli ci darà uno spirito nuovo: e saremo ripieni della profonda conoscenza della volontà di Dio in ogni sapienza e intelligenza spirituale" (Colossesi 1:9). Il nostro cuore sarà ben disposto quando avremo permesso a Dio di scrivere su di esso i suoi precetti, allora soltanto, saremo pronti a metterli in pratica, e avremo la stessa attitudine di Davide quando innalzeremo la nostra lode a Lui.
Chi vince erediterà queste cose; e io gli sarò Dio, ed egli mi sarà figliuolo. (Apocalisse 21:7)
EROI NON SI NASCE MA SI DIVENTA
Per essere un vincitore ci deve essere necessariamente qualcosa da vincere. Nella Bibbia abbiamo un elenco di eroi della fede che hanno dovuto superare grandi ostacoli ed hanno ricevuto il premio riservato ai vincitori. Una cosa è l'essere cristiano ed un'altra cosa essere vincitore. Vincere significa non solo vittoria ma anche combattimento. Marinai coraggiosi si diventa solo nelle tempeste. Grandi eroi si diventa nei conflitti e non nel riposo. Gli eroi e le eroine della storia non li troviamo in tempo di pace. Difatti la vera pace si può apprezzare solo dopo aver attraversato delle difficoltà. In Gesù anche noi possiamo essere vincitori! Le giornate di pioggia sono indispensabili come le giornate di sole e le tempeste sono permesse da Dio con lo scopo di rinforzare, non di minacciare; per provare, non per distruggere, per metterci in grado d'avere fiducia in Lui e non per mettere in dubbio la Sua saggezza. Caro amico, la tua fede non diventerà più forte se non attraverso le difficoltà.
"Chiunque vuol venire dietro a me rinunci a se stesso, prenda la sua croce e mi segua". (Marco 8:34)
EGOCENTRISMO
Una parola chiave dei nostri giorni è la parola "sé stessi" si parla di: accettazione di sé, realizzazione di sé, promozione di sé, consapevolezza di sé, gratificazione di sé, immagine di sé, valorizzazione di sé, miglioramento di sé, percezione di sé, soddisfazione di sé, comprensione di sé, valore di sé. Non è difficile scoprire cosa abbiano in comune tutte queste cose. In termini spirituali, il "sé" è l'ostacolo più grande alla vita cristiana; che dovrebbe esse-re controllata da quella che è la buona e perfetta volontà di Dio per ognuno di noi. La nostra cultura ha aderito completamente al culto "della personalità". Siamo costantemente assaliti dalla propaganda nei giornali, nelle riviste, alla radio, alla televisione e dalla pubblicità. Dato che il mondo non fa altro che parlare di sé..., è facile che anche noi adottiamo lo stesso comportamento. Tu ed io possiamo cadere nella stessa trappola. Possiamo cercare di nascondere il nostro egocentrismo o tentare di trovare delle spiegazioni per giustificarlo ma ciò non toglie che esso è un "veleno" in grado di rovinare molte famiglie. In ultima analisi, quando una persona è assorbita da questo sentimento di: sé stessa, ha perso di vista il vero significato e il vero scopo di essere, invece, altruista.
...e andate presto a dire ai suoi discepoli: Egli è risuscitato dai morti. (Matteo 28:7)
È RISUSCITATO
Il Pastore WILFRED MONOD racconta così in uno dei suoi libri. "Mi ero fermato davanti ad una vetrina di un negozio d'oggetti d'arte che esponeva un quadro raffigurante la crocifissione di Gesù. Ero lì fermo nel guardarlo quando m'accorsi che dietro di me un bambino di strada guardava questo stesso quadro con intensità! <
Marta serviva, e Lazzaro era a tavola con Lui. AlloraMaria... unse i piedi di Gesù. (Giovanni 12:2-3)
DUE, DODICI O TRENTAQUATTRO? (II)
Altri, amano il nutrimento della parola. Partecipano con gioia a conferenze bibliche, vanno da una parte all'altra per speciali riunioni, ma non fanno progressi per raggiungere un'intima comunione col Signore. Trascurare una costante vita di preghiera, significa perdere gioia e forza. Ma quando ci mettiamo in ginocchio ai piedi di Gesù, come Maria, e vi versiamo il profumo del nostro amore, esso si spanderà anche sugli altri come una benedizione del cielo. La vicinanza a Gesù, esige tempo e può costare molto, ma guadagna sempre l'approvazione di Dio. Come è bello lodare il Signore, stando a fianco di un fratello, che conosce il segreto del-l'adorazione. Si avverte un profumo di santità e vorresti che questo tempo non finisse mai. Se il Signore dovesse giudicare la mia vita o la tua vita spirituale, di quante parole avrebbe bisogno, di due, di dodici o di trentaquattro? E se noi volessimo lodare Dio, quante parole saremmo capaci di dirGli?
Marta serviva, e Lazzaro era a tavola con Lui. AlloraMaria... unse i piedi di Gesù. (Giovanni 12:2-3)
DUE, DODICI O TRENTAQUATTRO? (I)
Nella lettura di oggi, si trovano riportati tre importanti aspetti della vita dei cristiani. In Marta, vediamo la rappresentazione del servi.zio; Lazzaro, simboleggia coloro che sono interessati alla parola di Dio; mentre la figura di Maria, rappresenta la vita di adorazione e di preghiera. Tutte e tre, queste realtà, sono necessarie se vogliamo essere efficaci nella testimonianza per il nostro Signore. Ma osserviamo meglio dov'è posto l'accento. A Marta sono dedicate due parole soltanto, dodici parole a Lazzaro e trentaquattro a Maria! L'evidenza data a Maria, sottolinea la caratteristica più necessaria nella vita dei credenti. L'adorazione! Ci sono cristiani occupatissimi nel servizio della comunità. Essi sono attivi nella chiesa ma trascurano di crescere nella santificazione. Raramente hanno comunione con Gesù. Chi ha sete di Dio "colmerà" il vuoto che sente nel suo cuore, spesso confusamente, a causa dell'assenza di Dio nella propria vita! La "fame" spinge ognuno di noi a cercare il nutrimento spirituale che ci permette di sussistere e di svilupparci interiormente (Giovanni 4:13-15).
Chi dubita, è come l'onda del mare, quel tale non si aspetti, mai..., di riceve nulla dal Signore. (Giacomo 1:6-7)
IL DUBBIO DISONORA DIO
Se uno dice di conoscere una persona da trent'anni e di quella persona dubita ancora, ciò è perché quel tale non è molto attendi.bile. Quando, invece, conosciamo Iddio da dieci, venti o trent'anni, dubitare ancora di Lui significherebbe offendere la Sua veracità. Potevano Paolo, i primi cristiani ed i martiri della prima era apostolica affrontare tante persecuzioni, dolori e maltrattamenti se il loro cuore fosse stato pieno di dubbi? Certamente no! E se non avessero avuto la certezza di dove sarebbero andati, in cielo o nella perdizione, avrebbero accettato di essere arsi vivi? Essi avevano nel loro cuore una salda certezza delle promesse di Dio. «Cristo è stato dato per i peccatori... proprio come il "tipo" di Salvatore di cui avevamo bisogno». Non dubitiamo più ma crediamo e ascoltiamo ciò che Gesù stesso ci dice: «Colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, (Giovanni 6:37)»; ed ancora: «Se alcuno ha sete, venga a me e beva dell'acqua della Vita» (Giovanni 7:37).
"Nel tornare a me e nel tenervi in riposo starà la vostra salvezza". (Isaia 30:15)
LA QUIETE DOPO LA TEMPESTA
Quante volte uscendo da casa per passare una giornata altrove, rientrando abbiamo sospirato quel famoso proverbio "casa, dolce casa", specialmente se il tempo trascorso è stato teso per non dire opprimente! Dopo tanto stress poi, non credo che si avrebbe subito voglia di uscire per imbattersi nel vortice del caos. Nella vita di questo mondo l'uomo ha perso la strada di casa. Quella dimora dove lì solo può trovare pace e sicurezza. Ma Gesù è la Via che conduce a quella casa che altro non è che la presenza di Dio. Nessuno può andare al Padre se non per mezzo di Gesù che è morto per nostri peccati, affinché potessimo accettare l'invito di tornare a Colui il quale è l'unico in grado di dare riposo e salvezza alle nostre anime. Fai di Gesù il tuo sospiro di sollievo...! La vita oggi non offre che ansie per il tempo che scorre inesorabile e paura di un domani sempre peggiore, ma il tuo Creatore ti chiama ad una comunione intima con Lui.
"Ogni buona donazione e dono perfetto vengono dal-l'alto, discendendo dal Padre degli astri luminosi...". (Giacomo 1:17)
DONI PERFETTI
Ogni buona donazione e dono perfetto vengono dall'alto. Questo verso è fondamentale per noi che siamo i suoi figli perché ogni cosa che c'è data, dal momento che gli apparteniamo, discen.de d'appresso a Lui. In molte circostanze e maniere Egli ci ha mostrato il suo amore... donandoci una vita nuova per mezzo di Gesù (La Nuova Nascita), che è discesa per noi dall'alto; e d'appresso di Lui, è disceso, ancora, lo Spirito Santo. Gesù lo promi.se ai discepoli che il Padre lo avrebbe mandato nel suo nome (Il Consolatore), e che poi sarebbe rimasto con loro per ogni età (Giovanni 14:26). Negli Atti Apostolici leggiamo che mentre tutti erano riuniti insieme improvvisamente venne dal cielo un suono come di vento che soffia (Atti 2:2). Tramite lo Spirito Santo riceviamo anche i suoi doni dati per la chiesa. Per questo la nostra fiducia in Lui è che ogni cosa che noi riceviamo proviene dall'alto e colui che rimette la sua vita, i propri desideri, la speranza ecc. proverà che in ogni circostanza, Dio ha un piano e doni perfetti per lui.
Altro...
...perciò Io ti do questo comandamento e ti dico: apri generosamente la tua mano al fratello povero e bisognoso che è nel tuo paese. (Deutoronomio 15:11)
DONARE PER RICEVERE
Donare al povero e al bisognoso è un comandamento come non ruba.re e uccidere che Dio ha dato al suo popolo affinché lo mettesse in pratica ogni giorno. Nell'Evangelo di Matteo 25:42-46, è scritto: "Ebbi fame e non mi deste da mangiare, ebbi sete e non mi deste da bere, fui straniero e non mi accoglieste, nudo e non mi vestiste; malato e in prigione e non mi visitaste" ... "In verità vi dico che in quanto non l'avete fatto ad uno di questi minimi, non l'avete fatto neppure a me - questi se ne andranno a punizione eterna; ma i giusti a vita eterna". Quando dai da mangiare, non pensare che il tuo compito sia finito, devi anche dissetare, vestire, visitare e non solo per un gior.no e a chi vuoi, ma tutti i giorni e a tutti coloro che sono nel bisogno, siano grandi o piccoli, giusti o ingiusti altrimenti rischi una condanna per la tua disubbidienza ma se tu ubbidisci, Dio ti contraccambierà in ogni cosa che farai:"Dagli generosamente; e quando gli darai non ti dolga il cuore; perché a motivo di questo, il Signore il tuo Dio, ti benedirà in ogni opera tua e in ogni cosa a cui porrai mano. (Deut. 15:10)
Guai, dice l'Eterno, ai figli ribelli che formano dei disegni, ma senza di me, che contraggano alleanze, ma senza il mio Spirito, per accumulare peccato su peccato. (Isaia 30:1)
DOMANDARE CONSIGLIO A DIO
Quante volte facciamo disegni o progetti per il nostro futuro per dare una svolta alla nostra vita, nel volerci fare una nuova casa, un nuovo lavoro, una nuova macchina, o addirittura facciamo nuove alleanze tipo: un fidanzamento, un matrimonio, un'amicizia, una società d'affari. Tutto sembra così bello tant'è che passiamo la maggior parte del nostro tempo a fantasticare e un'altra parte ad affannarci per la realizzazione. Ma la Bibbia ci avverte che fare pro.getti o alleanze senza consultare Dio, ci attira addosso dei guai; e ci fa divenire figli ribelli che accumulano peccato su peccato. Forse questo può far sembrare che il nostro Dio voglia decidere tutto Lui della nostra vita, togliendoci, così, la nostra libertà, ma la verità è che Lui vuole darci il meglio che noi molto spesso non comprendiamo, affinché non veniamo, un domani, a trovarci legati a persone o situazioni, di cui potremmo pentirci, che causerebbero sofferenza per tutta la nostra vita. "Maledetto l'uomo che confida nell'uomo ma è benedetto l'uomo che confida nel Signore e la cui fiducia è in Lui solo" (Geremia17:5).
Egli disse ai suoi discepoli che gli tenessero sempre pronta una barca, a motivo della calca, che talora non l'affollasse. (Marco 3:9)
DISPONIBILITÀ E ASSIDUITÀ
Leggendo i capitoli successivi... non compare più questa richiesta, ma la barca "sempre pronta" sulla riva, sì - come mai? Grazie a due caratteristiche dei discepoli: disponibilità e assiduità. La disponibilità, in quanto chi era in possesso di questo bene fu subito disposto a metterlo al servizio di Gesù e dei discepoli per agevolarli negli sposta. menti da un villaggio all'altro e raggiungere le folle; assiduità per.ché il servizio fu reso con costanza nel tempo. Anche tu, come i discepoli, hai risposto alla richiesta di Gesù con disponibilità e assiduità? Hai reso la tua persona, le tue capacità, i tuoi beni, disponibili per l'opera di Gesù? Lo stai facendo con assiduità? Sei sempre pronto/a a farti trovare nel posto giusto richiestoti da Dio come lo fu per quella "barca"? Ricordati che essa trasportava oltre a Gesù anche quei discepoli che lo volevano seguire, perciò metti tu stesso e ciò che hai a disposizione anche di coloro che lo vogliono seguire ma sono impediti perché non hanno ciò che tu hai.
Avendo dunque una tale speranza, noi usiamo grande franchezza. (2 Corinzi 3:12)
DIPENDE DA COME LO DICI
Non solo ciò che diciamo è importante, ma il modo come lo diciamo. Col tono della voce possiamo guastare quel che vogliamo dire. Si può dire il giusto nella maniera sbagliata. È importante imparare ciò che si deve dire e come si deve dire. Dopo aver deciso ciò che vogliamo dire, dobbiamo accuratamente riflettere come l'esprimeremo, affinché possa portare frutto. Un re aveva sognato che improvvisamente gli erano caduti tutti i denti. Fece venire tutti i saggi della corte per.ché gli spiegassero il sogno. Dopo averlo ascoltato, il primo indovino disse: "Ho una cattiva notizia da darti, il sogno significa che tutti i tuoi parenti morranno e che tu resterai solo, completamente solo!". Il re si adirò e fece esiliare quel profeta. Poi ne chiamò un altro al quale pure raccontò il sogno. Questi sorrise bonariamente e disse: "Maestà, per te ho una meravigliosa notizia, il sogno significa che avrai una lunga vita. Difatti sopravviverai a tutti i tuoi parenti". Questo piacque tanto al re che gli raddoppiò la paga. In fondo i due avevano detto la stessa cosa, solo in maniera diversa. Impara a dire il giusto nel modo giusto e al tempo giusto. Ti risparmierai incomprensioni e dispiaceri. "La risposta dolce calma il furore, ma la parola dura eccita l'ira" (Proverbi 15:1).