"Camminate nell'amore come anche Cristo vi ha amati e ha dato se stesso per noi in offerta e sacrificio a Dio, qual profumo d'odor soave." (Efesini 5:2)
UN ESEMPIO DA IMITARE
Oggi tutti cercano un esempio da imitare, le varie mode tracciano le linee guida e tutti si adeguano, ma questo atteggiamento porta ad un appiattimento dell'intelletto umano e ad una repressione della propria personalità per adeguarsi agli standard dettati dalle mode. Tutto questo però è soltanto una facciata esterna di un edificio privo di fondamenta e di colonne che è destinato a crollare. La Bibbia, invece, ci mostra un esempio che rimane stabile nel tempo ed è immutabile, Cristo Gesù, che ha dato la Sua vita come prezzo per liberarci dal nostro peccato. Gesù è l'esempio che noi dobbiamo seguire, perché con la Sua vita ha tracciato un sentiero nel quale noi possiamo camminare essendo anche consapevoli che sarà Lui stesso a guidarci e sostenerci. Dio ha dimostrato l'amore nei confronti dell'uomo donando Gesù a morire per lui: "Dio invece mostra la grandezza del proprio amore per noi in questo: che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi" (Romani 5:8).
"L'ubbidire è meglio del sacrificio." (1° Samuele 15:22)
UBBIDIRE E CREDERE ALLE SUE PROMESSE
Il messaggio della croce contiene due elementi fondamentali: promesse e dichiarazione alle quali noi dobbiamo credere, comandamenti ai quali dobbiamo ubbidire. L'unico atteggiamento dello spirito umano valido di fronte ad una promessa è crederci. È materialmente impossibile limitarsi ad ubbidirle, perché essa non si richiama alla nostra volontà, bensì alla nostra intelligenza. Ugualmente, è impossibile credere ad un comandamento divino, perché esso non si rivolge alla nostra intelligenza, bensì in primo luogo alla nostra volontà! Se non siamo fermamente decisi ad ubbidire, rimarremo sempre fermi al punto di partenza. Sforzarci di credere ciò a cui noi dobbiamo ubbidire significa inevitabilmente precipitare senza speranza di sorta in un labirinto di propositi impossibili ad ogni modo inattuabili. Ubbidire agli ordini contenuti nella Bibbia significa prendere sul serio la Parola di Dio, sottoporsi alla sua autorità e mettere in pratica i suoi insegnamenti.
"Poi mi disse: "È compiuto! Io sono l'Alfa e l'Omega, il principio e la fine. A chi ha sete io darò gratuitamente della fonte dell'acqua della vita." (Apocalisse 21:6)
TUTTO È COMPIUTO
Nella Bibbia, questa esclamazione è pronunciata due volte. Dio in queste due occasioni dichiara il compimento del piano di redenzione dell'uomo. La prima volta Gesù pronuncia questa frase, mentre muore sulla croce pagando per le colpe dell'umanità: "E quando Gesù ebbe preso l'aceto, disse: È compiuto! E chinato il capo, rese lo spirito" (Giovanni 19:30). Con la Sua morte e successiva risurrezione ha sconfitto per sempre Satana, ha adempiuto le profezie e ha portato a compimento il meraviglioso piano di salvezza che Dio aveva annunciato già dalla fondazione del mondo. La seconda volta viene pronunciata dalla voce divina che sta rivelando a Giovanni gli avvenimenti degli ultimi tempi. La voce ripete "è compiuto!", in questa profezia che Giovanni sta ricevendo, questa frase indica il compimento della promessa fatta a coloro che nel corso dei secoli hanno creduto in Dio. Rivolgiamo la nostra preghiera a Dio chiedendogli di prepararci per quel giorno meraviglioso in cui Gesù porterà a "compimento" ogni cosa.
"Per me il vivere è Cristo, e il morire guadagno!" (Filippesi 1:21)
C'È TUTTO DA GUADAGNARE
L'apostolo Paolo con quest'affermazione fa capire il profondo legame che lo unisce a Gesù, legame inaugurato dalla sua conversione a Cristo (Atti 9:1-19); e poi dal battesimo, ma poi vissuto in tutte le circostanze della vita. Esperienza che ogni "cristiano" dovrebbe rivivere in se stesso, a sua volta. Ringraziamo allora Dio per la vita che ci ha dato, e senza disprezzarla, perché è proprio da questa vita terrena che si può sperare, per i meriti di Gesù Cristo, alla vita eterna. Ravviviamo la nostra fede in Colui che è fedele alla Sua Parola. E quando vediamo avvicinarsi il giorno della nostra partenza per la casa del Padre, non affliggiamoci, ma rallegriamoci, sapendo che la nostra redenzione è vicina: "Ma quando queste cose cominceranno ad avvenire, rialzatevi, levate il capo, perché la vostra liberazione si avvicina" (Luca 21:28).
"Chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato." (Romani 10:13)
TROPPO FACILE!
Cosa bisogna fare per guadagnare la salvezza? Molte volte ho sentito pronunciare questa domanda! Ma voglio evidenziare che essa è posta in maniera errata, in quanto noi non potremo mai "guadagnare" la salvezza. Dio, però, nel Suo infinito amore ha provveduto a salvarci, mediante lo spargimento del sangue del Suo Figliolo Gesù Cristo sulla croce: "Poiché è per grazia che voi siete stati salvati, mediante la fede e ciò non viene da voi è il dono di Dio" (Efesini 2:8). La risposta di molti a questa semplice verità del Vangelo è: "Troppo facile!". Siccome ci è stato sempre inculcato che bisogna fare delle opere meritorie e delle penitenze per riuscire ad ottenere la salvezza, allora ci è difficile accettare con semplicità ed umiltà la verità del Vangelo. L'orgoglio umano ed il desiderio di fare opere (meritorie) rende ancora più difficile accettare che il sacrificio di Cristo sia l'atto unico, perfetto e sufficiente a garantirci la salvezza ed il perdono dei nostri peccati: "Il sangue di Gesù, Suo Figliolo, ci purifica da ogni peccato" (1° Giovanni 1:7).
"Direte che il Signore ne ha bisogno, e subito li manderà." (Matteo 21:3)
SUBITO LI MANDERÀ
Il Signore manda due dei Suoi discepoli alla casa di un uomo che non è nominato, che essi non conoscono, e dice loro quel che avrebbero dovuto fare e quel che avrebbero trovato. Chissà quante domande sorsero nella mente dei due discepoli. Soprattutto se il proprietario sarebbe stato d'accordo, almeno, di mettere a disposizione quegli animali? Il Signore risponde subito alle loro domande facendo trovare come Egli aveva loro predetto. Che ristoro, in quel momento, per il cuore dei due discepoli ma ancor più per Gesù! Gli uomini erano stati testimoni della Sua grazia e della Sua potenza, avevano udito le parole d'amore che uscivano dalla Sua bocca e n'erano rimasti sbalorditi. Egli aveva nutrito le folle e aveva guarito i malati. Oggi Gesù continua ad essere rigettato; la gente sente parlare di Lui ma non né è attirata. Gesù conta poco nei pensieri di quelli che ci attorniano. Noi diciamo d'amare il Signore; ma come risponde il nostro cuore, in giorni come questi, all'amore e alla grazia del nostro Salvatore?
"Egli ordinò alla folla di accomodarsi per terra; e presi i sette pani, dopo aver reso grazie, li spezzò e diede ai discepoli perché li distribuissero alla folla; ed essi li distribuirono." (Marco 8:6)
TI FIDI DI GESÙ?
Supponiamo che i discepoli non avessero avuto sette pani ma solo tre o uno: che cosa sarebbe successo? Le folle sarebbero state saziate lo stesso. In effetti, in un'altra occasione Gesù aveva soltanto cinque pani, invece di sette, ciò nonostante Egli nutrì una folla ancora più numerosa e rimase un maggior numero di ceste piene d'avanzi (Marco 6:41-43). Puoi servire Dio con quel poco che hai, la Sua benedizione non dipende dalla dimensione o dalla quantità di quello che hai, ma dal fatto che tu lo voglia portare a Lui. Supponiamo che io non abbia nulla da portare, e allora? È impossibile, perché non esiste uomo che non abbia nulla da portare a Gesù. Né la Parola, né la cifra "zero" esistono nella Bibbia. Puoi portare la tua propria persona, quella persona che dice "io non possiedo nulla, io non sono nulla"; tu, invece, hai qualcosa di valore: te stesso e la tua estrema povertà! Puoi, almeno, deporre i tuoi peccati ai piedi di Gesù. La Sua forza si mostrerà perfetta nella tua debolezza e ti farà grazia. Comincia con poco e, al posto di usarlo tu, questo poco, portalo a Gesù ed Egli lo benedirà e lo moltiplicherà grandemente.
"Non v'ingannate, fratelli miei carissimi." (Giacomo 1:16)
SEGUIRE LA PAROLA DI DIO
Quando siamo tentati, non dobbiamo mai dire: "Io sono tentato da Dio". Infatti Egli non può essere tentato dal male e né tenta alcuno; invece, siamo noi, ad essere tentati quando veniamo adescati, trascinati e sedotti dai nostri stessi desideri. Quando il desiderio, scatta dentro di noi, da vita al peccato ed il peccato, una volta generato, causa la morte. Per questo motivo non ci dobbiamo ingannare. Il Signore ci guida verso la luce, mediante la Sua Parola, che illumina il nostro sentiero ed inoltre è una verità. Impariamo ad essere pronti ad ascoltare, lenti ad adirarci, perché la nostra ira non pratica e non produce quella vita giusta, santa che Dio desidera anzi, il nostro farci giustizia da soli è come presentare un panno sporco davanti a Lui. Perciò sbarazziamoci di tutta la sporcizia immorale e del male che prevale cosi facilmente e accogliamo con umiltà la Parola che ci può salvare , stando accorti non solo ad ascoltarla semplicemente ma sopratutto metterla in pratica, saremo così, considerate da chi ci osserva, persone gradite e ben accette agli occhi del Signore.
"Ravvedetevi, e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei vostri peccati." (Atti 2:38)
OGGI È TEMPO DI GRAZIA
Chiunque legge questo piccolo messaggio: si ricordi che può ravvedersi ora e liberarsi dal triste ricordo del passato. Dio sta aspettando per perdonarti, Egli sta cercando di ricondurti a Lui. La Bibbia insegni chiaramente che non v'è possibilità di ravvedimento dopo questa vita: "Come è stabilito che gli uomini muoiano una volta sola, dopo di che viene il giudizio" (Ebrei 9:27). Vi sono alcuni i quali, parlano di una seconda opportunità di ravvedimento dopo la morte, ma questo non è biblico. Dio offre al peccatore la possibilità di salvezza durante la sua vita terrena purché il peccatore si ravveda e invochi la grazia e la misericordia di Dio: "Io non prendo piacere nella morte del peccatore, ma che egli si converta e viva". (Ezechiele 18:32).
"Di fatti, in Lui viviamo, ci muoviamo, e siamo." (Atti 17:28)
DIO È PADRONE DELLA VITA E DELLA MORTE
Quanti oggi hanno paura che la morte possa piombare addosso all'improvviso. Magari attraverso un incidente stradale, una malattia inaspettata, un alimento infetto. Cosi chi più chi meno corriamo, tutti, ai ripari confidando nei rimedi umani (nello sport per migliorare l'agilità, un buon apporto vitaminico, un'auto più affidabile per una buona tenuta di strada ecc.). Ma in tutto questo chi ha veramente cura del nostro corpo, dell'anima e dello spirito vale a dire "della vita", è soltanto Dio. Aver cura del proprio corpo non è sbagliato affatto. Colui che dice "Io sono quello che faccio morire e faccio vivere" (Deuteronomio 32:39); quindi se tu vivi, respiri, ti muovi è Dio che te lo permette; perciò riconoscilo, ringrazialo, e abbi fiducia in Lui e non in te stesso o in ciò che ti circonda:" Getta su Lui ogni tua sollecitudine, perché Egli (Dio) ha cura di te!" (1° Pietro 5:7).
Altro...
"Voi, lasciato il comandamento di Dio, state attaccati alla tradizione degli uomini." (Marco 7:8)
SOVRANITÀ DELLA BIBBIA
In questo versetto e in quelli successivi Gesù richiama l'attenzione del popolo sulla superiorità della Parola di Dio nei confronti della tradizione degli uomini. I capi religiosi del tempo consideravano "la tradizione degli antichi" sullo stesso livello della Parola di Dio. La situazione oggi non è molto diversa, le consuetudini, le mode e la cultura continuano a contrapporsi alla Bibbia. Ascoltiamo molto spesso: "lo fanno tutti", "abbiamo sempre fatto in questo modo" oppure "ci hanno insegnato così", queste frasi vengono utilizzate per giustificare il proprio comportamento, cercando di coprire i propri errori. Anche la tradizione religiosa a volte si eleva al pari della Parola di Dio, se vogliamo essere liberati dai legami della tradizione dobbiamo riconoscere la superiorità della Bibbia su ogni altra fonte ed accettare la sua autorità sulla nostra vita. In questo modo noi possiamo essere sciolti dai legami della tradizione e vivere nella perfetta libertà dell'Evangelo. Se non accettiamo l'autorità della Bibbia allora le tradizioni con il passare del tempo ci condurranno alla schiavitù e ci faranno perdere il diritto di essere figli di Dio.
"Io, il Signore, il tuo Dio, fortifico la tua mano destra e ti dico: 'Non temere, io ti aiuto!'" (Isaia 41:13)
IL SOSTEGNO DI DIO
Ora se Dio ha preso la mia mano destra nella Sua, non può Egli sostenermi e proteggermi? Non ha Dio la potenza di proteggere? Il gran Dio che ha fatto il cielo e la terra può sostenere, può proteggere un povero peccatore come me e come voi, soltanto però se confidiamo in Lui. L'astenersi dal confidare in Dio per il solo timore di cadere è come se un uomo ricusasse una grazia soltanto perché teme di andare di nuovo in prigione; o come uno che sta per annegare e ricusasse di essere salvato per paura di cadere di nuovo nell'acqua. Molti guardano la vita cristiana e temono di non aver abbastanza forze per perseverare fine alla fine. Essi dimenticano la promessa che Dio ha fatto ai figlioli d'Israele che dice: "La tua forza durerà quanto i tuoi giorni" (Deuteronomio 33:25).
"Ma quelli che agiscono con sincerità gli sono graditi" (Proverbi 12:22)
LA SINCERITÀ
La persona sincera è colei che nell'agire e nel parlare esprime con assoluta verità ciò che sente e ciò che pensa. Anche gli apostoli si comportarono e parlarono mossi dalla sincerità di Dio. Ed è importante sapere che la verità detta con amore edifica e incoraggia. Ma la nostra sincerità, come pure le menzogne, sono immediatamente messe alla prova dalle reazioni che manifestiamo; potremo riuscire, con l'astuzia, a camuffare le nostre reazioni agli occhi degli uomini, ma Gesù conosce i cuori e li scruta in profondità. Fu proprio per questo che un giorno Egli chiamò i farisei ipocriti (Matteo 15:7-9). La loro sincerità era soltanto sulle loro labbra ma non nei loro cuori. Quest'esempio dei farisei ci insegna che è buono dire la verità ma con sincerità di cuore: oltre all'atteggiamento, l'espressione, è necessaria un'azione positiva che porti frutto, risultato buono. L'ipocrisia è un'insidia malefica dalla quale stare attenti perché un giorno ogni nostra opera passerà per il fuoco del giudizio di Dio. Quali saranno le nostre reazioni?
"Allora Gesù disse ai suoi discepoli: 'Se uno vuol venire dietro a me, rinunzi a se stesso e prenda la sua croce e mi segua'." (Matteo 16:24)
SEGUIRE GESÙ
Nel nostro paese, fino ad ora, in un'epoca di libertà, nessuno di noi è chiamato a lasciare famiglia o casa per amore del Signore. Le verità della Scrittura ci sono famigliari e noi ne parliamo senza provare i nostri cuori se sono esercitati o no da questa parola. Eppure, sebbene i tempi in cui viviamo siano relativamente facili, non è possibile, in nessun giorno della storia della chiesa, seguire Cristo senza rinunziare a se stessi. Sappiamo che Gesù mette questa rinuncia in primo piano: "Se uno vuol venire dietro a me, rinunci a se stesso" (Matteo 16:24). Facciamo spesso l'esperienza che, quando pensiamo che il Signore ha un diritto su noi, subito molte altre cose hanno anch'esse un diritto da far valere. Sono cose che consideriamo come necessarie, se non essenziali; e qui c'è un grave pericolo: che quelle cose prendano nei nostri cuori il primo posto. È a Lui che dobbiamo tutto; il Suo amore ci ha conquistato e ora desideriamo seguire soltanto Lui. Tu chi stai seguendo?