"Ora, se siamo morti con Cristo, crediamo pure che vivremo con lui" (Romani 6:8)
MORTI IN CRISTO
Cosa significa essere morti in Cristo? Cristo è morto per i peccati del mondo e quindi se noi siamo morti con Cristo vuol dire che abbiamo fatto morire, tramite il sacrificio di Cristo, il peccato che era in noi, che ci attanagliava e che ci faceva fare quello che non era buono davanti agli occhi di Dio. Ma Cristo non è rimasto morto, non è più su quella croce. Per un breve momento, mentre Gesù moriva in croce, la comunione tra Padre e Figlio si è interrotta proprio perché Cristo si è fatto peccato per tutta l'umanità. In quel momento ha dovuto gridare al Padre chiedendoGli il perché di quell'abbandono affinché il mondo comprendesse cosa significa peccato e come si può allontanarlo da noi. Peccato significa allontanamento da Dio, dalla comunione con Dio, non riuscire a sentire più il Suo amore. Morire al peccato significa abbandonarlo per cominciare una nuova vita insieme a Cristo e al suo amore. Vivere in Cristo vuol dire vivere come lui visse, seguire i suoi insegnamenti, allontanarsi dal male e fare il bene e se le forze ci vengono meno possiamo sempre chiederle a Dio e Lui sarà pronto ad aiutarci.
"Va', pigro, alla formica; considera il suo fare e diventa saggio!" (Proverbi 6:6)
MAI PIGRO
A volte gli animali, gli insetti, la natura in genere possono diventare dei grandi consiglieri per la nostra vita. L'uomo dotato di una intelligenza superiore rispetto alle altre creature della terra a volte ha bisogno di questi esempi per meditare di più sulla propria vita e prendere spunto per una esistenza migliore. Guardiamo le formiche. Sono esseri insignificanti se guardiamo la loro mole; eppure li vediamo così laboriosi e così interessati alla loro vita, al loro futuro. La Bibbia stessa ne parla come monito a chi è pigro nella propria vita e non si rende conto di quanto Dio abbia bisogno di gente sveglia, pronta all'azione, pronta a mettere in pratica quello che la Sua Parola dice. La formica ci dà un esempio di operosità che ci dovrebbe stimolare a darci da fare per produrre. Siamo invitati a guardarle e a trarre l'insegnamento necessario. La formica è sempre in movimento, non la vediamo mai ferma, mai in ozio sempre pronta a raccogliere a mettere da parte. Anche noi siamo invitati a fare lo stesso a raccogliere le benedizioni del Signore perché verrà il tempo che Dio ci chiederà conto di ogni nostra azione. Guardiamo ciò che ci circonda e acquistiamo saggezza.
"Nessuno quando è tentato dica:"Sono tentato da Dio" perché Dio non può essere tentato dal male, ed egli stesso non tenta nessuno." (Giacomo 1:13)
LE TENTAZIONI
Il principio fondamentale è che Dio non tenta nessuno, non potrebbe farlo perché chi tenta vuole mettere in difficoltà qualcuno e Dio non vuole questo per nessuno. Egli ha mandato il Suo Figliolo per salvare l'umanità e non per condannarla; Egli ci aiuta, non ci farebbe cadere per nessun motivo. Noi siamo tentati dal nostro modo di vita, dal nostro atteggiamento, dai nostri stessi peccati, ma siamo pronti a dare al mondo intero e a volte anche a Dio la colpa dei nostri guai. Diciamo spesso che non è colpa nostra se siamo caduti, ma solo perché qualcuno ci ha tentati. Ci nascondiamo dietro luoghi comuni per proteggerci, per crearci degli alibi, per non dare la colpa a chi veramente ce l'ha: noi stessi. Guardiamo dentro di noi, facciamoci un esame di coscienza e poi riconosciamo i nostri errori, i nostri sbagli, le cose che abbiamo fatto e che non avremmo dovuto e fare; poi confessiamo a Dio ogni cosa ed Egli ci libererà da tutti i nostri peccati e ci ridarà quella pace che avevamo persa, quella serenità che non avevamo più e ritorneremo ad essere sotto le ali della Sua protezione.
"Noi ringraziamo Dio, Padre del nostro Signore Gesù Cristo, pregando sempre per voi." (Colossesi 1:3)
LA PORTA DEL NOSTRO CUORE
Cos'è la preghiera per un credente? Chi prega, innanzitutto deve credere in Dio, altrimenti saremmo come coloro che parlano da soli senza nessuno che li ascolti. La preghiera è un dialogo tra noi e Dio, ma se non crediamo che Egli ci possa ascoltare allora è inutile che noi gli parliamo. Pregare significa mettersi in comunione con il nostro Creatore. A lui possiamo chiedere tutto, esporre i nostri problemi, i nostri dubbi, le nostre perplessità nella sicurezza che Lui è pronto a rispondere alle nostre richieste e a chiarire i nostri dubbi. Come? Semplicemente attraverso la Sua Parola. La Bibbia non è un libro magico nel quale chiunque apre le sue pagine può trovare la felicità. Solo chi si accosta con riverenza e timore può ottenere le risposte adeguate, ma come prima cosa bisogna credere che Dio può aiutare la nostra vita. La preghiera è l'unico modo per comunicare con Dio, per chiedergli aiuto, ma anche per ringraziarlo di tutto quello che fa ogni giorno per noi, per come ci protegge e ci guida, per come ci aiuta. Ma bisogna credere che può fare tutto questo per noi e lasciargli aperta la porta del nostro cuore affinché possa entrarvi.
"In pace mi coricherò e in pace dormirò, perché tu solo, o Signore, mi fai abitare al sicuro." (Salmo 4:8)
LA PACE DEL SIGNORE
La sicurezza viene solo dal Signore. Il mondo è pieno di insidie ma noi sappiamo che se Dio è con noi saremo al sicuro. Ecco perché il salmista può dichiarare che in pace si coricherà e in pace dormirà, perché avrà sempre accanto l'aiuto del Signore che lo sosteneva. L'uomo si circonda di mille problemi e di mille preoccupazioni. La vita frenetica lo attanaglia e non gli dà tregua neppure al momento di riposare. Ma noi sappiamo che Dio è la nostra pace e la nostra tranquillità, il nostro rifugio nel momento della prova. Se chiediamo a Dio di darci la sua pace Egli ce la donerà e allora nessuna preoccupazione potrà assillare i nostri cuori perché sapremo di non essere mai soli. La presenza di Dio nella nostra vita ci dà sicurezza, ci conforta, ci libera dalle paure che spesso ci assalgono. Quando il nostro cuore è angustiato dai problemi basta che rivolgiamo il nostro sguardo al Signore ed Egli ci libererà da tutti i nostri pesi. Solo allora potremo realizzare quello che sentiva il salmista quando diceva che si poteva coricare in pace perché la sua fiducia era nel Signore che non lo avrebbe abbandonato mai. Il Signore è al nostro fianco.
"Già fin d'ora, ecco il mio Testimonio è in cielo, il mio Garante è nei luoghi altissimi. Gli amici mi deridono, ma a Dio si volgon piangenti gli occhi miei." (Giobbe 16:19,20)
LA FERMEZZA
Come cristiani dobbiamo imparare dalle sofferenze, che incontriamo nella nostra vita terrena, ad essere pazienti in tutto e per tutto quello che potrà accaderci. L'avversario dell'anima nostra è come un instancabile leone ruggente, sempre attorno ai fedeli a Cristo, che approfitterà di ogni attimo di debolezza per impadronirsene. I versetti di oggi ci mostrano come Giobbe, nonostante fosse nel dolore e nelle sofferenze non peccò. Egli soffriva moralmente e fisicamente, ma continuava a cercare Dio. Dalla proverbiale pazienza di Giobbe e dalla benedizione ricevuta alla fine della prova subita possiamo imparare molte cose, estremamente importanti per il cammino del cristiano. Simbolicamente stiamo attraversando un deserto senza fonti d'acqua e se la debolezza sta per avere il sopravvento, ricordiamoci delle sofferenze di Giobbe e che la pazienza prima o poi verrà premiata. La sua riverenza verso Dio fu la stessa sia nella ricchezza che nella povertà, sia nella salute che nell'infermità. Anche noi nelle gioie e nei dolori, temiamo sempre Dio, confidiamoci in Lui, e siamo fiduciosi che Egli non ci abbandonerà mai!
"Il Signore è misericordioso e pieno di compassione, lento all' ira e di gran bontà." (Salmo 145:8)
LA COMPASSIONE DI DIO
La compassione che scaturisce dall'amore di Dio è stata manifestata verso la creatura fin dalla sua creazione. Difatti, quando Adamo ed Eva trasgredirono l'ordine di Dio nell'Eden e si ritrovarono nudi, fu la compassione di Dio originata dall'amore che Lo spinse a rivestirli. E' per compassione che Dio mandò in terra il Suo Figliuolo per raccogliere nel Suo ovile le pecore, quelle pecore che stavano seguendo la propria via, che le avrebbe condotte alla perdizione. Gesù manifesta la Sua compassione e guarisce gli infermi. La compassione, come l'amore di Gesù non ha limiti, è immensa, senza principio nè fine e non si limita solo a guarire le malattie fisiche, ma soprattutto quelle dell'anima. Allora come oggi Gesù manifesta la stessa compassione verso ognuno di noi non facendoci mancare nulla. Con la Sua Parola sazia l'anima di moltitudini affamate ed assetate della Sua giustizia. Siamo mossi a compassione quando vediamo qualcuno bussare alla porta chiedendo da mangiare? Siamo mossi a compassione quando vediamo la folla che ignora la verità di Dio correre verso la perdizione? Siamo disposti a portare loro il pane della vita, il consiglio della Parola di Dio?
"E il cuore del faraone si indurì: non diede ascolto a Mosè e ad Aronne, come il Signore aveva detto." (Esodo 7:13)
L'OSTINAZIONE
Il Signore, a causa dell'ostinazione di faraone mandò sull'Egitto dieci piaghe. Dinanzi a questi giudizi divini restiamo perplessi, ma è bene ricordare che l'ostinazione degli uomini e la loro ribellione producono sempre conseguenze tragiche. Faremo bene a ricordare che questo accadde in quanto Faraone indurì il proprio cuore. E' evidente che l'atto finale di Dio non è altro che il giudizio su un individuo che volontariamente si ribella ostinandosi colpevolemente. Se un uomo non dà spazio a Dio, con spirito di arrendevolezza ed umiltà, viene il momento in cui rimarrà schiavo della sua stessa caparbietà e non potrà trovare scampo. Se Faraone avesse dato ascolto alla voce di Mosè ed Aronne, sarebbe stato ricordato per la propria fedeltà all'Eterno e la sua scelta avrebbe prodotto prosperità e pace al suo popolo. Prestiamo ben attenzione alle scelte che facciamo! Non ostiniamoci a sostenere le nostre posizioni umane, ma arrendiamoci a Colui che potrà garantirci sempre il vero successo e la vera gloria.
"Chiunque s'innalza sarà abbassato; ma chi si abbassa sarà innalzato." (Luca 18:14)
GESÙ CRISTO ABBASSÒ SE STESSO
La potenza del signore Gesù'' si e' mostrata a molte riprese: Egli ha guarito dei lebbrosi, risuscitato dei morti, moltiplicato dei pani, camminato sulle acque, comandato al mare e ai venti, e tanti altri miracoli. Egli è Dio. Eppure e' apparso come un piccolo fanciullo in una famiglia povera. Non essendovi posto per Lui nell'albergo, lo si dovette coricare in una mangiatoia. Lui il Creatore di ogni cosa! E' stato un bambino sottomesso ai suoi genitori pur essendo il Figliuolo di Dio. Ha imparato il mestiere di carpentiere, e ha conosciuto la fatica del lavoro, la fame la sete , Lui, l'Iddio onnipotente. Era onnisciente e conosceva tutte le cose, ma e' sempre rimasto perfettamente umile. Non ha cercato di dominare gli uomini. Quando essi hanno complottato contro di Lui per farlo morire, non li ha annientati come avrebbe potuto fare. Quando giunge il momento di essere crocifisso, si lascia prendere e legare. Gli sputano sul viso e non dice nulla. Una sola parola gli sarebbe bastata per eliminarli, ma prega per loro. Si lascia inchiodare alla croce per salvare gli uomini! Il Signore Gesù' e' ammirevole in tutto il suo cammino: Imitiamo questo perfetto modello.
"Vi darò un cuore nuovo e metterò dentro di voi uno spirito nuovo; toglierò dal vostro corpo il cuore di pietra, e vi darò un cuore di carne." (Ezechiele 36:26)
UN CUORE NUOVO
Attualmente, numerosi malati di cuore aspettano un trapianto. Attendono un donatore e questa operazione come un'ultima occasione di salvezza, essa li può salvare da una morte prematura, ma non dalla morte che, questa sì, è ineluttabile. L'uomo finirà un giorno col risolvere tutti i problemi di quaggiù? Ammesso che possa farlo, rimarrà sempre il più grave, il più urgente dei problemi, quello della sua sorte eterna. Perché anche la nostra anima è colpita dal peccato. Le malattie, i disordini del nostro pianeta, la morte, sono le conseguenze del peccato. E' per questo che Dio, da lungo tempo, ha stabilito e messo in pratica il suo piano di salvezza. Ha voluto farlo con un atto d'amore che troviamo scritto nell'Evangelo. Sa che tutti gli sforzi e la miglior volontà non basteranno mai alle sue creature per salvarsi da una perdizione di cui esse non sono coscienti. Se vi vedete umilmente come "ricevitori", allora vedrete anche il vostro "donatore", Gesù Cristo che ha dato se stesso quale riscatto per tutti, e che ci ha redenti col suo sangue prezioso. Ricevetelo, e sarete salvati. Allora, avrete la vita eterna.
Altro...
"Dico questo affinché nessuno vi inganni con parole seducenti." (Colossesi 2:4)
PAROLE SEDUCENTI
Il mondo è pieno di attrattive, di cose che all'apparenza sembrano belle e che attirano tutti i nostri sensi. Ci sentiamo attratti da ciò che sembra piacevole alla vista, al tatto, all'olfatto e non ci rendiamo conto che a poco a poco scivoliamo verso un baratro senza fine. Siamo deboli proprio nel momento in cui ci sentiamo più forti e pensiamo che riusciamo a controllare tutto con le nostre forze, ma proprio in quel momento siamo più vulnerabili e con le difese molto basse. Qualsiasi cosa ci può apparire allettante e senza particolari difficoltà per la nostra vita, ma il nemico è all'erta per farci cadere e per ingannarci con parole seducenti. Lo fece con Adamo e con Eva ed è pronto a farlo con ciascuno di noi perché questo è il suo scopo. Le parole del mondo appaiono seducenti e ci attraggono, ma non tarderemo a renderci conto che quelle sono solo parole ingannevoli che non faranno altro che allontanarci da Dio. Dio non ci forzerà mai a far la sua volontà, aspetta una nostra decisione, un si, un invito per entrare nella nostra vita.
"Il Signore recida tutte le labbra adulatrici, la lingua che parla con arroganza." (Salmo 12:3)
PAROLE ARROGANTI
Chi si dichiara cristiano deve allontanare dalla sua vita tutto ciò che lo può contaminare e che può rendere una cattiva testimonianza di quello che Dio ha fatto nella sua vita. L'opera di Dio nella vita di ciascun credente, è come un fiume in piena che porta via tutto quello che è impuro, tutto quello che contamina un'esistenza. Dio ci purifica, ma occorre che noi dipendiamo dalla Sua Parola e guidati dal Suo Spirito. Il Signore ci chiede di essere sobri e di avere un parlare retto davanti alla Sua presenza. Ma a volte ci dimentichiamo che Dio è ovunque e ci lasciamo andare in parole e in discorsi che sono tutt'altro che edificanti. Voglia Dio porre sempre davanti ai nostri occhi la Sua parola affinché non pecchiamo e ci comportiamo sempre in maniera degna dell'amore che Dio ha avuto verso di noi. Spesso forse ci dimentichiamo di essere figli di Dio e come tali vincolati ad un modo di agire che rispecchi Cristo nella nostra vita. Chiediamo aiuto al Signore e pensiamo prima di parlare chiedendoci se Dio approverebbe il nostro modo di fare. Oh Signore fa che io possa essere trovato sempre approvato davanti alla Tua presenza!
"Ed avvenne che quando Gesù ebbe finiti tutti questi ragionamenti, disse ai suoi discepoli: Voi sapete che fra due giorni è la Pasqua, e il Figliuol dell'uomo sarà consegnato per esser crocifisso." (Matteo 26:1,2)
PAROLA E PRATICA
Sapendo che la Sua ora era ormai giunta, Gesù ammaestrò i Suoi discepoli. Dunque per il "Santo" tutto era finito e sarebbe stato condotto alla croce proprio da coloro che avrebbero dovuto conoscere quanto era stato scritto dal profeta Isaia. Gesù andò all'uccisione senza aprir bocca, "come una pecora davanti a chi la tosa". I Farisei, gli Scribi e gli anziani del popolo conoscevano le Scritture, ma le ignoravano, perché volevano tutelare la loro posizione, conservando il proprio orgoglio. Dovremmo cercare anche noi di non essere solo ascoltatori, ma soprattutto facitori della Sua Parola. E' necessario conoscere le Scritture per metterLe in pratica nella nostra esistenza, immedesimandoci in esse, per mostrare al mondo Cristo. Oggi più che mai il mondo si aspetta di vedere le opere del cristiano, non soltanto le parole o i messaggi scritti, ma la nostra vita, trasformata dalla potenza dell'Evangelo. "Signore sia fatta la tua volontà in me": sia questa la nostra preghiera!
"Il Signore dunque scese sul monte Sinai, in vetta al monte; e il Signore chiamò Mosè in vetta al monte, e Mosè vi salì." (Esodo 19:20)
PARLARE CON DIO
Nell'antico Testamento Dio parlava direttamente solo agli uomini da Lui scelti per determinati compiti. Mosè fu uno di quelli. Mentre il popolo, tutto tremante, stava ai piedi del monte, lassù un uomo dialogava con Dio. Dio ha sempre desiderato avere un rapporto con la Sua creatura. Gesù è venuto per parlare direttamente agli uomini e per adempiere il piano della salvezza. E' stato poco tempo con gli uomini sulle strade polverose della Palestina, ma promise ai discepoli la venuta dello Spirito Santo, il Consolatore, che avrebbe preso del Suo e l'avrebbe annunziato. Oggi, nella dispensazione della grazia e dello Spirito Santo, Dio non parla più ad un solo uomo, come a Mosè, ma ad un popolo di credenti che è nato dall' alto. Ora questo popolo spirituale non è soltanto Israele, ma moltitudini di uomini e donne di ogni popolo e nazione che nel proprio rapporto personale, parlano con Dio mediante la preghiera e allo stesso tempo odono la voce divina mediante la Sacra Scrittura, resa attuale dallo Spirito Santo.