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la meditazione del giorno

MEDITAZIONE GIORNALIERA

tratta dal calendario "Parole di Vita". Buona meditazione.

"Chi ha creduto a quel che noi abbiamo annunziato? E a chi è stato rivelato il braccio dell'Eterno?" (Isaia 53:1)

COME PICCOLI FANCIULLI

Gesù, prima di ascendere al cielo disse ai Suoi discepoli: "Andate per tutto il mondo e predicate l'evangelo ad ogni creatura". Nella Bibbia è scritto che Dio ha deciso di salvare attraverso la pazzia della predicazione. La prima domanda di questo versetto è: "Chi ha creduto a quello che abbiamo annunciato?" C'è un tesoro immenso che Dio mette a disposizione di noi uomini: salvezza dell'anima, guarigione fisica, protezione divina, eterna comunione con Lui. Per potersene appropriare occorre credere a quello che ci è stato annunziato. Ai tempi di Gesù diverse persone credettero al messaggio da Lui presentato, ma la maggior parte continuava a vivere senza Dio e senza speranza. L'altra domanda è: "A chi è stato rivelato il braccio del Signore?" Chi crede vede il braccio dell'Onnipotente muoversi in suo favore. Un giorno Gesù disse: "Ti ringrazio Padre perchè hai nascosto queste cose ai savi e agli intendenti, ma le hai rivelate ai piccoli fanciulli". Con la semplicità dei fanciulli avviciniamoci a Dio, crediamo alla Sua Parola e realizzeremo, giorno per giorno che Dio si prende cura di noi ed il Suo braccio è disteso a nostro favore!

 

"Il Signore gli disse: "Io sono il Signore; dì al faraone, re d'Egitto, tutto quel che dico a te". Mosè rispose, in presenza del Signore: 'Ecco, io non so parlare; come vorrà darmi ascolto il faraone?'" (Esodo 6:29,30)

BUONI ORATORI

Oggi viviamo in un mondo dove ognuno fa sfoggio delle proprie qualità o della propria forza per imporsi. Purtroppo, anche in seno alla cristianità si può notare chi cerca di mettere in evidenza la proprie presunte doti spirituali, facendo della propria eloquenza e persuasività il fondamento della vita e del ministerio cristiano. Un giorno, al tempo della schiavitù di Israele in Egitto, Mosè, chiamato da Dio per un grande compito, ritenne di non saper parlare. Oggi ci sono alcuni che si ritengono oratori e che usano un eloquio ornato e seducente, che troppe volte purtroppo, si rivela vuoto e finalizzato soltanto a far leva sulle emozioni dell'uditorio. Oggi, Dio per sopperire alle nostre incapacità, non mette qualcuno al nostro fianco (come fece con Mosè), bensì dentro di noi: lo Spirito Santo che potrà parlare per mezzo nostro, se soltanto saremo disposti a lasciarci guidare totalmente da Lui. I messaggi da parte di Dio non saranno necessariamente forbiti ed eloquenti, ma riusciranno, se annunciati con "timore e tremore", a compungere il cuore di chi ascolta.

 

"Se agisci bene, non rialzerai il volto? Ma se agisci male, il peccato sta spiandoti alla porta, e i suoi desideri sono rivolti contro di te; ma tu dominalo!" (Genesi 4:7)

BENE O MALE!

Dio ci invita ad agire bene, a lasciarci guidare dalla Sua mano amorevole. Il peccato è sempre in agguato per colpirci, per farci cadere, per allontanarci da Dio. A volte siamo sordi al richiamo del Signore che ci dice di fare la Sua volontà, che ci invita ad allontanarci dal male e a fare il bene che Dio ha preparato per ciascuno di noi. Spesso siamo propensi a dare la colpa agli altri o alle circostanze in cui viviamo, ma dovremmo renderci conto che se facciamo del male, la colpa è solo nostra e non ci possiamo nascondere dietro nessuno se non agiamo secondo la Parola di Dio. Dio ci chiede di abbandonare la via del male e di fare il bene. Siamo noi che dobbiamo decidere di camminare per la via che conduce al Signore e non per quella che conduce al male. Dio non obbliga nessuno, ma è quella voce che è dentro di noi che ci mette le due realtà davanti. Voglia Dio, nella Sua misericordia, aprire i nostri occhi e il nostro cuore alla Sua Parola!

 

"Or essendo Gesù nato in Betleem di Giudea, ai dì del re Erode, ecco dei magi d'Oriente arrivarono in Gerusalemme dicendo: Dov'è il re de' Giudei che è nato? Poichè noi abbiamo veduto la sua stella in Oriente e siamo venuti per adorarlo." (Matteo 2:1-2)

I MAGI

I Magi, divinamente ispirati, erano venuti a conoscenza della nascita del nuovo Re. Il desiderio dei Magi era quello di conoscere Gesù per adorarlo. Il fatto più strano è che Erode non era a conoscenza nè della nascita né del luogo in cui sarebbe dovuto nascere il nuovo Re. Questo ci ricorda che non basta nascere e vivere in un paese religioso, non basta neppure essere a contatto con i più importanti capi religiosi per conoscere il piano di Dio. Occorre soltanto porsi all'ascolto della voce e della Parola del Signore. I Magi per quanto appartenessero ad una classe colta e godessero di sicuri privilegi, partirono da una terra lontana, viaggiarono per migliaia di chilometri lungo distese sconfinate, con l'unico scopo di conoscere Gesù ed adorarLo. Il comportamento dei Magi è da ammirare, la reazione dei capi sacerdoti e di Erode è da condannare, essi nonostante fossero venuti a conoscenza del luogo dove Cristo era nato, rimasero nel loro turbamento senza trarne alcun beneficio. Grazie siano rese a Dio per tutti coloro i quali, illuminati dalla Sua Parola, si dispongono a cercare il Signore, a trovarLo e poi ad adorarLo.

 

"Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore." (1° Giovanni 4:8)

AMARE DIO

Non ci sono mezzi termini nella Parola di Dio. Non ci sono vie alternative. La Parola è una sola e deve essere accettata completamente. L'apostolo Giovanni scrive che chi non ama non ha conosciuto Dio. Non possiamo dire di conoscere Dio se non amiamo. Ma cosa significa "conoscere Dio?" Nella Bibbia il termine indica un rapporto intimo e particolare con un'altra persona. Il nostro rapporto intimo con Dio è qualcosa di più di una conoscenza superficiale. Conoscere Dio significa comprendere quello che Lui vuole da noi, quello che Lui si aspetta da noi. Il Signore non si aspetta da noi offerte cospicue, sacrifici indicibili, o qualcosa al di sopra delle nostre capacità: si aspetta soltanto che lo amiamo con tutte le nostre forze e tutto il resto diventa una conseguenza logica all'amore che Dio ha messo in noi. Amare Dio significa fare la Sua volontà. Amiamo noi il Signore in questo modo?

 

"Gesù le disse: Io sono la resurrezione e la vita; chi crede in me anche se muoia, vivrà." (Giovanni 11:25)

UN MORTO CHE ESCE DALLA TOMBA

Quell'uomo del villaggio di Betania, il fratello di Marta e Maria, era morto dopo una breve malattia (Giovanni 11). Invano le due sorelle avevano atteso la venuta di Gesù, pensavano che Egli fosse arrivato troppo tardi per guarirlo. Lazzaro era seppellito da ben quattro giorni. Giunto presso alla grotta in cui era stato deposto il suo corpo, Gesù piange. Egli ode i mormorii di coloro che l'attorniano:"Non poteva....fare....che questi non morisse?" (Giovanni 11:37). Senza dubbio il Signore Gesù avrebbe potuto debellare la malattia come aveva fatto tante volte, ma farà di più: "Togliete la pietra ", Egli ordina. "Egli puzza gia' obbietta Marta. In altre parole e' troppo tardi; la situazione e' irreversibile. Allora Gesù alza gli occhi al cielo."Padre ti ringrazio che m'hai esaudito". Si puo' facilmente intuire lo stupore dei presenti. Ma il Signore e' sicuro della risposta che suo padre sta per accordare alla sua preghiera. Egli grida:"Lazzaro, esci fuori!". E il morto uscì dalla tomba! Gesù è Colui che può ogni cosa, se oggi credi in Lui, vedrai anche tu "la gloria di Dio".

 

"Non li temete, poichè l'Eterno...combatte per voi." (Deuteronomio 3:22)

L'ETERNO COMBATTE PER VOI

Queste sono le parole di incoraggiamento che Mosè servo del Signore disse a Giosuè suo successore. Parole di forza rivolte a dare coraggio nelle dure battaglie che il popolo doveva affrontare da quel momento in poi. Molti erano i nemici da sconfiggere, molti erano gli ostacoli da superare, il rischio era confidare sulle miserevoli forze umane, fallaci capacità umane di cui a volte ci si vanta di possedere. L'incoraggiamento di Mosè ha come unico fondamento una realtà ancora oggi importante per il Credente: L'Eterno combatte per voi..., un punto fermo su cui poggiare le nostre paure, incertezze, inibizioni, tutte quei sentimenti insomma che ci portiamo dentro alla vista di ostacoli, problemi e prove a volte terribili. Mosè sta per lasciare la guida del popolo di Dio, ma nelle sue parole egli chiarifica una verità fondamentale, sembra dire: io vado via ma resta colui che combatte per voi. Egli non dice: colui che ha combattuto o colui che combatterà ma colui che COMBATTE, cioè sempre. Confidiamo in colui che è lo stesso ieri,oggi e in Eterno e la vittoria è assicurata.

 

"Gesù figliuol di Davide abbi pietà di me." (Marco 10:47)

IL GRIDO

In questo versetto del vangelo di Marco, notiamo un cieco di nome Bartimeo, il quale essendo cieco era mendicante. Un uomo che dipendeva da chi lo accompagnava al tempio o in luoghi di passaggio dove poteva mendicare per la sua sopravvivenza. Mentre era intento a mendicare, udì che stava passando Gesù, ed iniziò a gridare: Gesù figliuol di Davide abbi pietà di me. In questa storia notiamo subito che a quest'uomo gli viene detto di tacere, ma lui invece grida più forte. Nel suo bisogno, non si scoraggia, non dà ascolto a coloro che volevano che tacesse, la sua fede non era morta, sapeva che Gesù quale figliuolo di Dio, poteva risolvere il problema della sua infermità. Gesù ascoltò questo grido carico di disperazione, che allo stesso tempo, era un grido pieno di fiducia, carico di speranza. La sua fede aveva raggiunto con il suo grido Gesù. Gesù, lo chiamò e gli chiese: "che vuoi che io ti faccia " e Bartimeo, che io recuperi la vista; Gesù lo guarì istantaneamente. Grida a Gesù oggi dal profondo del tuo cuore, rivolgiti a Lui con fede, Egli udrà e ti verrà in aiuto.

 

"Poi, fattosi sera, venne un uomo ricco di Arimatea, chiamato Giuseppe, il quale era divenuto anche egli discepolo di Gesù. Questi, presentatosi a Pilato, chiese il corpo di Gesù. Allora Pilato comandò che il corpo gli fosse rilasciato." (Matteo 27:57,58)

GIUSEPPE D'ARIMATEA

Giuseppe d'Arimatea, membro onorato del Sinedrio, andò da Pilato governatore romano a chiedere il corpo di Gesù. Forse al momento della sentenza emessa dallo stesso sinedrio, Giuseppe era lì: "E tutti lo condannarono reo di morte". Perché dopo averLo condannato Giuseppe chiese il corpo di Gesù? Esistono vari periodi di riflessione nella vita di ogni individuo. Dio concede a tutti, la possibilità di riflettere sulle proprie azioni e decisioni. Giuseppe prese una saggia decisione cioè quella di occuparsi personalmente del corpo glorioso di Gesù. Molta gente se ne disfece, condannandoLo alla crocifissione; ma alcuni prima di continuare a sbagliare e a condannare l'opera di salvezza di Gesù, è bene che pongano mente e riflettano a quello che si fa. Se tu decidi di accettare Gesù Cristo come Salvatore e come il tuo Signore, tu divieni membro del corpo di Cristo. Prendi oggi una saggia decisione! Giuseppe decise di abbracciare il corpo di Gesù e lo fece divenire il Signore della sua vita. Oggi tu puoi fare la stessa cosa. Il Signore ti benedica!

 

"Io son la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla. Se uno non dimora in me, è gettato via come il tralcio, e si secca; codesti tralci si raccolgono si gettano nel fuoco e si bruciano." (Giovanni 15:5,6)

FEDE ED OPERE

La fede in Gesù, nel sacrificio da Lui compiuto sulla Croce è l'unico mezzo, è il solido fondamento della nostra giustificazione. E, per quanto l'uomo si possa impegnare a fare il bene, a osservare leggi e prescrizioni, se non ha accettato Gesù quale personale Salvatore, tutto il suo operare non lo potrà salvare. La conseguenza della Nuova Vita in Cristo produrrà nel credente le "opere della fede". Le opere di coloro che ereditano il Regno, dunque, dimostrano che essi sono rimasti attaccati alla Vite, hanno dimorato in Gesù e perciò hanno compiuto le "opere della fede". La loro vita spirituale è stata ricca del "frutto della Vite". La mancanza di frutto negli altri è segno che non hanno dimorato in Gesù perciò la loro vita spirituale si è inaridita e alla fine si sono seccati morendo di nuovo. Questi, come i tralci secchi, sono destinati al fuoco. Chi vuoi essere: un tralcio che dimora nella vite o un tralcio secco? Decidi caro amico per Gesù e porterai molto frutto. Dio ti benedica!

 

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