
Parole di Vita
Meditazione del 08 maggio 2018
"Non v'ingannate, fratelli miei carissimi." (Giacomo 1:16)
SEGUIRE LA PAROLA DI DIO
Quando siamo tentati, non dobbiamo mai dire: "Io sono tentato da Dio". Infatti Egli non può essere tentato dal male e né tenta alcuno; invece, siamo noi, ad essere tentati quando veniamo adescati, trascinati e sedotti dai nostri stessi desideri. Quando il desiderio, scatta dentro di noi, da vita al peccato ed il peccato, una volta generato, causa la morte. Per questo motivo non ci dobbiamo ingannare. Il Signore ci guida verso la luce, mediante la Sua Parola, che illumina il nostro sentiero ed inoltre è una verità. Impariamo ad essere pronti ad ascoltare, lenti ad adirarci, perché la nostra ira non pratica e non produce quella vita giusta, santa che Dio desidera anzi, il nostro farci giustizia da soli è come presentare un panno sporco davanti a Lui. Perciò sbarazziamoci di tutta la sporcizia immorale e del male che prevale cosi facilmente e accogliamo con umiltà la Parola che ci può salvare , stando accorti non solo ad ascoltarla semplicemente ma sopratutto metterla in pratica, saremo così, considerate da chi ci osserva, persone gradite e ben accette agli occhi del Signore.
Meditazione del 07 maggio 2018
"Ravvedetevi, e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei vostri peccati." (Atti 2:38)
OGGI È TEMPO DI GRAZIA
Chiunque legge questo piccolo messaggio: si ricordi che può ravvedersi ora e liberarsi dal triste ricordo del passato. Dio sta aspettando per perdonarti, Egli sta cercando di ricondurti a Lui. La Bibbia insegni chiaramente che non v'è possibilità di ravvedimento dopo questa vita: "Come è stabilito che gli uomini muoiano una volta sola, dopo di che viene il giudizio" (Ebrei 9:27). Vi sono alcuni i quali, parlano di una seconda opportunità di ravvedimento dopo la morte, ma questo non è biblico. Dio offre al peccatore la possibilità di salvezza durante la sua vita terrena purché il peccatore si ravveda e invochi la grazia e la misericordia di Dio: "Io non prendo piacere nella morte del peccatore, ma che egli si converta e viva". (Ezechiele 18:32).
Meditazione del 06 maggio 2018
"Di fatti, in Lui viviamo, ci muoviamo, e siamo." (Atti 17:28)
DIO È PADRONE DELLA VITA E DELLA MORTE
Quanti oggi hanno paura che la morte possa piombare addosso all'improvviso. Magari attraverso un incidente stradale, una malattia inaspettata, un alimento infetto. Cosi chi più chi meno corriamo, tutti, ai ripari confidando nei rimedi umani (nello sport per migliorare l'agilità, un buon apporto vitaminico, un'auto più affidabile per una buona tenuta di strada ecc.). Ma in tutto questo chi ha veramente cura del nostro corpo, dell'anima e dello spirito vale a dire "della vita", è soltanto Dio. Aver cura del proprio corpo non è sbagliato affatto. Colui che dice "Io sono quello che faccio morire e faccio vivere" (Deuteronomio 32:39); quindi se tu vivi, respiri, ti muovi è Dio che te lo permette; perciò riconoscilo, ringrazialo, e abbi fiducia in Lui e non in te stesso o in ciò che ti circonda:" Getta su Lui ogni tua sollecitudine, perché Egli (Dio) ha cura di te!" (1° Pietro 5:7).
Meditazione del 05 maggio 2018
"Voi, lasciato il comandamento di Dio, state attaccati alla tradizione degli uomini." (Marco 7:8)
SOVRANITÀ DELLA BIBBIA
In questo versetto e in quelli successivi Gesù richiama l'attenzione del popolo sulla superiorità della Parola di Dio nei confronti della tradizione degli uomini. I capi religiosi del tempo consideravano "la tradizione degli antichi" sullo stesso livello della Parola di Dio. La situazione oggi non è molto diversa, le consuetudini, le mode e la cultura continuano a contrapporsi alla Bibbia. Ascoltiamo molto spesso: "lo fanno tutti", "abbiamo sempre fatto in questo modo" oppure "ci hanno insegnato così", queste frasi vengono utilizzate per giustificare il proprio comportamento, cercando di coprire i propri errori. Anche la tradizione religiosa a volte si eleva al pari della Parola di Dio, se vogliamo essere liberati dai legami della tradizione dobbiamo riconoscere la superiorità della Bibbia su ogni altra fonte ed accettare la sua autorità sulla nostra vita. In questo modo noi possiamo essere sciolti dai legami della tradizione e vivere nella perfetta libertà dell'Evangelo. Se non accettiamo l'autorità della Bibbia allora le tradizioni con il passare del tempo ci condurranno alla schiavitù e ci faranno perdere il diritto di essere figli di Dio.
Meditazione del 04 maggio 2018
"Io, il Signore, il tuo Dio, fortifico la tua mano destra e ti dico: 'Non temere, io ti aiuto!'" (Isaia 41:13)
IL SOSTEGNO DI DIO
Ora se Dio ha preso la mia mano destra nella Sua, non può Egli sostenermi e proteggermi? Non ha Dio la potenza di proteggere? Il gran Dio che ha fatto il cielo e la terra può sostenere, può proteggere un povero peccatore come me e come voi, soltanto però se confidiamo in Lui. L'astenersi dal confidare in Dio per il solo timore di cadere è come se un uomo ricusasse una grazia soltanto perché teme di andare di nuovo in prigione; o come uno che sta per annegare e ricusasse di essere salvato per paura di cadere di nuovo nell'acqua. Molti guardano la vita cristiana e temono di non aver abbastanza forze per perseverare fine alla fine. Essi dimenticano la promessa che Dio ha fatto ai figlioli d'Israele che dice: "La tua forza durerà quanto i tuoi giorni" (Deuteronomio 33:25).
Meditazione del 03 maggio 2018
"Ma quelli che agiscono con sincerità gli sono graditi" (Proverbi 12:22)
LA SINCERITÀ
La persona sincera è colei che nell'agire e nel parlare esprime con assoluta verità ciò che sente e ciò che pensa. Anche gli apostoli si comportarono e parlarono mossi dalla sincerità di Dio. Ed è importante sapere che la verità detta con amore edifica e incoraggia. Ma la nostra sincerità, come pure le menzogne, sono immediatamente messe alla prova dalle reazioni che manifestiamo; potremo riuscire, con l'astuzia, a camuffare le nostre reazioni agli occhi degli uomini, ma Gesù conosce i cuori e li scruta in profondità. Fu proprio per questo che un giorno Egli chiamò i farisei ipocriti (Matteo 15:7-9). La loro sincerità era soltanto sulle loro labbra ma non nei loro cuori. Quest'esempio dei farisei ci insegna che è buono dire la verità ma con sincerità di cuore: oltre all'atteggiamento, l'espressione, è necessaria un'azione positiva che porti frutto, risultato buono. L'ipocrisia è un'insidia malefica dalla quale stare attenti perché un giorno ogni nostra opera passerà per il fuoco del giudizio di Dio. Quali saranno le nostre reazioni?
Meditazione del 02 maggio 2018
"Allora Gesù disse ai suoi discepoli: 'Se uno vuol venire dietro a me, rinunzi a se stesso e prenda la sua croce e mi segua'." (Matteo 16:24)
SEGUIRE GESÙ
Nel nostro paese, fino ad ora, in un'epoca di libertà, nessuno di noi è chiamato a lasciare famiglia o casa per amore del Signore. Le verità della Scrittura ci sono famigliari e noi ne parliamo senza provare i nostri cuori se sono esercitati o no da questa parola. Eppure, sebbene i tempi in cui viviamo siano relativamente facili, non è possibile, in nessun giorno della storia della chiesa, seguire Cristo senza rinunziare a se stessi. Sappiamo che Gesù mette questa rinuncia in primo piano: "Se uno vuol venire dietro a me, rinunci a se stesso" (Matteo 16:24). Facciamo spesso l'esperienza che, quando pensiamo che il Signore ha un diritto su noi, subito molte altre cose hanno anch'esse un diritto da far valere. Sono cose che consideriamo come necessarie, se non essenziali; e qui c'è un grave pericolo: che quelle cose prendano nei nostri cuori il primo posto. È a Lui che dobbiamo tutto; il Suo amore ci ha conquistato e ora desideriamo seguire soltanto Lui. Tu chi stai seguendo?
Meditazione del 01 maggio 2018
"Chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato." (Romani 10:13)
INVOCARE IL SIGNORE
Colui che è salvato dalle acque per annegamento e adagiato in un posto al sicuro, automaticamente scompare la paura, la disperazione e nel cuore di quella persona si fa spazio la speranza, la serenità, la calma, la pace, la gioia e dirà: ero ad un passo dalla morte, ma ora, grazie a Dio, la vita continua. Questa è la salvezza! A causa dei nostri peccati siamo tutti destinati alla morte eterna, forse alcuni cercano ancora di farcela "nuotando" disperatamente, altri hanno perso la speranza e la disperazione ha invaso il loro cuore. "Invoca il nome di Gesù e sarai salvato!". Gesù è il Salvatore, Egli è l'unico che può salvare perché Egli è morto sulla croce per salvarci dalla morte e darci la vita eterna ed è risorto per la giustificazione di chiunque crede in Lui (Atti 16:31).
Meditazione del 30 aprile 2018
"Questa generazione malvagia e adultera chiede un segno, ma segno non le sarà dato se non quello di Giona." (Matteo 16:4)
SEGNI PER CREDERE
Molti chiedono un segno per credere a Dio e alla Sua Parola. Quest'abitudine che caratterizza molti tra gli increduli, conduce soltanto al dubbio. Se io promettessi ad un mio amico di incontrarlo ad una certa ora e in un determinato posto, ed egli mi chiedesse l'orologio come segno della sicurezza dell'appuntamento, ciò sarebbe per me un segno di grande sfiducia. Similmente non dobbiamo porre in dubbio ciò che Dio ha detto o promesso a noi: Egli ha fatto dichiarazioni infinite e in mille modi ci ha parlato. Cristo dice: "Io sono la porta; se uno entra per mezzo di me sarà salvato" (Giovanni 10:9). Io sono il Buon Pastore: "Il buon pastore mette la sua vita per le pecore" (Giovanni 10:11). Gesù, quindi, non l'ha solamente dichiarato, ma l'ha fatto veramente sacrificando la Sua vita per noi peccatori. Una prova più grande di questa non la troveremo in nessun angolo della terra! Perciò senza chiedere segni afferriamo per fede le promesse del Signore, esse sono la nostra gioia, sicurezza e vita eterna.
Meditazione del 29 aprile 2018
"Gesù disse: 'Chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha vita eterna'." (Giovanni 5:24)
LA SALVEZZA È PERSONALE
L'uomo può aderire ad una religione, appartenere a una chiesa, ma la salvezza dell'anima non ci può venire né dalla religione né da una chiesa, ma soltanto da Gesù, che ha detto: "Chi crede in me è salvato". La salvezza ci fa diventare figli di Dio. Nel Vangelo di Giovanni è scritto: " A chi lo ha ricevuto, Egli ha dato il diritto di diventare figlioli di Dio". Questo è reso possibile non perché noi abbiamo dei meriti davanti a Dio, ma per la misericordia di Dio e per il sacrificio compiuto da Gesù sulla croce. Egli è morto non per darci una nuova religione, ma la redenzione; non per trasmetterci una nuova teologia, ma la salvezza; non per darci il nome di cristiani, ma per farci cristiani. Caro amico sei tu cristiano? Non lo sei, se non hai Gesù nel tuo cuore. Ma puoi esserlo oggi stesso se accetti Gesù quale tuo personale Salvatore riconoscendo che Egli è morto al tuo posto.