Farò camminare i ciechi per una via che ignorano, li condurrò per sentieri che non conoscono. (Isaia 42:16)
CAMMINARE CON DIO
È una realtà ancora oggi: le nazioni, le famiglie e gli individui vanno avanti nella vita come a tentoni, brancolando nel presente e ignorando il futuro. Soltanto la Parola di Dio illumina l'oscurità e rischiara l'orizzonte nelle sue grandi linee. La prima cosa che questa Parola chie.de agli uomini, è di ritenere per vere le promesse di Dio per il futuro: "Li menerò per sentieri che non conoscono". Facciamo un esempio: se si vuole andare in un luogo dove non siamo mai andati, occorre, prima, assicurarsi qual è il treno che ci condurrà alla destinazione desiderata. Poi si sale su quel treno mettendo la propria fiducia sul conducente, senza preoccuparci di conoscere, nei minimi particolari la via, essa si conoscerà man mano che si percorrerà. Gesù afferma: "Io sono la Via!" (Giovanni 14:6); e tutti quelli che in Cristo sono divenuti figli adottivi di Dio, sono tutti su quella via... Gesù è la via che conduce a Dio. A loro il Padre Celeste assicura che li condurrà per sentieri che non conoscono. Questi sentieri di Dio sono i più sicuri e i più tranquilli che uomo abbia conosciuti.
Credi nel Signor Gesù Cristo e sarai salvato tu e la Tua famiglia. (Atti 16:31)
BISOGNA CREDERE
Tale passo non si può fare con le proprie forze, ma per fede. "Chi crede in me ha vita eterna", disse Gesù. Alcuni non comprendono questa verità e dicono: "ma che fede è! Fin da bambino ho creduto in Gesù". Ed è vero, perché fin da quando erano ancora sulle ginocchia della mamma hanno conosciuto la storia di Gesù. Ma, cari amici, la Parola "fede", come il verbo "Credere", hanno vari significati. È vero che voi credete nell'esistenza storica di Gesù e che Gesù è il Figlio di Dio, ma ciò non vi salva. La fede che salva è l'accettazione di Gesù nel proprio cuore e la fiduciosa certezza che Gesù è morto proprio per voi. La fede che salva è quella che produce una rinascita spirituale, una trasformazione completa della vostra vita, per cui l'uomo rinunzia completamente al suo passato, ai suoi vizi, ai suoi peccati, e comincia a camminare nella luce della grazia e della comunione con Dio.
Come Giacobbe si fu svegliato dal suo sonno, disse:"Certo, l'Eterno è in questo luogo ed io non lo sapevo!". (Genesi 28:16)
BETEL, CASA DI DIO
Quando Giacobbe si svegliò dal suo sonno, scoprì che Dio stesso era pre.sente in quel luogo e in ciò che aveva vissuto. Solo allora comprese che Betel significava per lui il cielo aperto. Se tu che leggi stai attraversando una penosa e, forse, dolorosa esperienza, non ti lasciare indurire il cuore o bloccare la volontà per un'incomprensione della circostanza. Chissà, se Dio non ha scelto precisamente questo modo per farsi conoscere più intimamente. Allora è il caso di cambiare atteggiamento verso di Lui e dire: «Parla o Eterno, poiché il tuo servo ascolta» (1° Samuele 3:10). Dovremmo risvegliarci dal nostro sonno, poiché, certamente, Egli è presente, vicino a noi e noi tante volte non ce ne rendiamo conto. Egli è proprio lì e fa appello all'amore e alla fiducia che dobbiamo avere in Lui. Arrendiamoci nella Sua mano ed Egli ci ammaestrerà e ci porterà verso la santificazione. Non è forse questo il significato della parola "Betel", Sua presenza e Sua casa? Questo è come il cielo aperto sulla nostra vita. Realizzeremo allora quello che realizzò Giacobbe: una benedizione che l'accompagnò tutta la vita.
Non v'è dunque ora alcuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù. (Romani 8:1) La grazia e la verità sono venute per mezzo di GesùCristo. (Giovanni 1:17)
AVEVA LA GRAZIA IN TASCA
Ricordo di aver letto di un uomo che, condannato a vita, avendo però amici influenti, riuscì ad ottenere la grazia del Re, a condizione, però, che egli fosse sottoposto al processo e fosse condannato regolarmente. Egli andò in tribunale con il perdono in tasca. Gli astanti erano indignati contro di lui ed anche il giudice lo era; la corte, in generale, era molto scossa a motivo della sua indifferenza. Quando la sentenza fu pronunziata condannandolo, naturalmente a vita, egli trasse di tasca la concessione di grazia, la presentò ed uscì dalla sala in perfetta libertà. Il pensiero va alla Sacra Scrittura, La Bibbia. Come fu graziato quell'uomo lo possiamo essere anche noi... Se oggi accettiamo Gesù come il nostro personale Salvatore. La condanna che pesava su noi, a causa del nostro peccato, a suo tempo, l'ha cancellata Gesù quando è morto sulla croce per dare a noi il per.dono, la grazia e la libertà.
Ma egli volendo giustificarsi, disse a Gesù: " E chi è il mio prossimo?". (Luca 10:29)
L'AUTOGIUSTIFICAZIONE
Per istinto l'uomo tende ad accusare gli altri dei propri errori. Egli cerca più di giustificarsi che di riconoscere il vero stato delle cose. Dio ha tracciato la via della salvezza attraverso Gesù, ma l'uomo persiste nel voler fare con le proprie forze. Quando Dio creò l'uomo lo fece perfetto, ma dopo la caduta, la natura umana fu contami. nata dal peccato. Oggi le migliori azioni degli uomini sono macchiate e Dio viene così evitato. L'uomo non è in grado di riconoscere la sua attuale condizione e inutilmente s'immagina di piacere a Dio con le buone opere. È cosa buona e voluta dal Signore amare e fare del bene al nostro prossimo, ma non per questo possiamo pretendere di ripagare il male che tante volte abbiamo fatto contro il prossimo e contro Dio. Caro lettore, riponi la tua fede nel sacrificio di Gesù che morì sulla croce per i tuoi peccati e che ora dice: "Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi, ed io vi darò riposo", ed allora troverai una meravigliosa pace e riceverai per fede una nuova vita in Cristo.
E Pietro, prese a dire a Gesù: Signore se Tu vuoi facciamo qui tre tende, una per Te, una per Mosè e una per Elia". (Matteo 17:4)
ASCOLTARE GESU' (II)
Il sottoscritto, da bambino e, poi, da ragazzo ha frequentato una chiesa e regolarmente una scuola catechistica. Ricordo ancora un grande esempio del sacerdote che amministrava la chiesa e la scuola: «Quando si abbottona un indumento con tanti bottoni sul davanti bisogna stare attenti, altrimenti ci troviamo con un bottone in più, e quindi, o o si deve togliere il bottone in più o si deve ripetere la manovra». Ma negli anni della comprensione, oramai adulto, è venuto il momento della riflessione... Ritrovandomi con un Vangelo nelle mani, l'ho letto tutto, interamente, per la prima volta e ne sono rimasto impressionato (anche molto confuso direi), dai detti di Gesù. La Sua morale e le Sue dottrine mi hanno portato a riflettere molto sulla mia posizione religiosa. Tutto quello che avevo appreso da mia madre e poi dai maestri di catechismo crollò di fronte all'insegnamento della "Parola di Dio", il Vangelo. La visione della trasfigurazione con le parole venute dalla nuvola, mettono in chiaro i molteplici aspetti della fede cristiana (2° Pietro 1:18). L'importanza della legge per mezzo di Mosè, le profezie tramite il profeta Elia, riguardanti la venuta di Cristo per la salvezza del mondo e soprattutto guardare, adorare e ascoltare solo Gesù. Un commentatore Biblico dice: "La nuvola adombrò Mose ed Elia, e, la voce disse: «Questo è il mio diletto Figlio, ascoltatelo!»". Vale a dire: in Lui crederai; a Lui presterai ubbidienza, come l'unico Legislatore e Signore.
"Questo è il mio diletto Figlio, nel quale mi sono com.piaciuto; ascoltatelo!". (Matteo 17:5)
ASCOLTARE GESU' (I)
La meditazione d'oggi non vuole essere un ragionamento retorico e né polemico ma un'indicazione per i nostri lettori. Un soggetto biblico di massima importanza per i nostri giorni pieni di tanta confusione religiosa. Oggi, più che mai notiamo religioni orientali, la religione di "Stato" con mezzi elettronici potenti che penetrano nelle abitazioni di tutto il mondo, che propinano le superstizioni più strane, stregonerie, magie e le anticipazioni giornaliere degli oroscopi; sui giornali, riviste, radio e alla televisione tra uno spettacolo e l'altro. Vi sono, poi, scrittori famosi o meno, che ci vogliono insegnare le proprie dottrine; frutto dei loro studi più disparati: filosofici e religiosi, conclusioni, purtroppo, umane. Vi sono teologi e maestri di catechismo che insegnano nelle scuole ai ragazzi e bambini, nelle varie classi fin dai primi anni d'età. Tutti questi adepti delle varie dottrine e chiese, vantano con orgoglio la loro appartenenza ad esse, nonché la loro sapienza; ma lasciano a desiderare, per quanto concerne la loro linearità su quel che dichiarano e sull'osservanza del vero cristianesimo. Certamente ti chiederai: «Chi devo ascoltare?» Un vecchio detto dice: «Da quale pulpito viene la predica?!» Ascolta Gesù solo perché Egli è la Via, la Verità e la Vita.
Non parlate più così orgogliosamente! Non esca più l'arroganza dalla vostra bocca; poiché l'Eterno è un Dio chiesa tutto, e da Lui sono pesate le azioni dell'uomo (1° Samuele 2:3)
ARROGANZA
Colui che parla arrogantemente è inconsapevole, anche, di quel che sta dicendo lui stesso; Dio però, sta pesando i suoi atti e conosce le colpe più profonde. L'arroganza non è buona! la Parola di Dio la mette sullo stesso piano del peccato d'idolatria. L'arrogante, mette se stesso su un piano di superiorità rispetto agli altri, giudica, disprezza e rimprovera. La tentazione di agire, con superiorità arrogante viene a tutti noi, ma, come ogni altra cosa prodotta dalla nostra natura umana, dobbiamo controllarla e, nel fare così, avremo modo d'a.vere la vittoria sul male. La madre di Samuele, Anna, col suo inno ispirato da Dio, ha ripreso il Sacerdote Eli, e Samuele, ha rimproverato Saul, per la distorta azione, un atteggiamento carnale. Costruire la propria vita su un fondamento d'orgoglio è presunzione. L'individuo, appare essere guidato, sicuro di sé, ma in realtà, è "prodotto" di un senso di completa cecità, delle proprie deficienze spirituali.
Ecco, io, sto alla porta e picchio; se uno ode la mia voce ed apre la porta, Io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli meco. (Apocalisse 3:20)
IL SIGNORE È ALLA PORTA
Per chi non conosce ancora il Salvatore questo messaggio di Cristo alla Sua Chiesa, rappresenta uno stimolo anche per quelli che non hanno accettato il Vangelo. Ma esso è indirizzato soprattutto ai credenti che vivono l'ultima fase della storia della Sua Chiesa. Dio nel Suo amore mette ciascuno in guardia contro la propria autosufficienza e la propria giustizia, che addormentano la coscienza e chiudono il cuore agli avvertimenti della Sua Parola. Gesù dice: "Tutti quelli che Io amo li riprendo e li castigo; abbi dunque zelo e ravvediti." Lasciamoci riprendere e convincere di tiepidezza, di cecità, di povertà e questo permetterà al Signore di arricchirci della Sua grazia. Apriamo la porta del nostro cuore al Figliolo di Dio, Egli desidera cenare con noi per farci partecipi d'una allegrezza perenne; ci rivelerà i suoi pensieri, ci comunicherà le Sue ricchezze, trasformerà la nostra vita come ci ha promesso. Abbiamo dunque zelo e ravvediamoci! (Apocalisse 3:19).
Essendo radicati e fondati nell'amore, siete resi capaci di abbracciare con tutti i santi quale sia la larghezza, la lunghezza, l'altezza e la profondità dell'Amore di Cristo. (Efesini 3:18)
AMORE IMMENSO
Molti credono di conoscere l'amore di Dio, ma senza averne mai com.preso molto. Cristoforo Colombo scoprì l'America, ma conosceva egli i suoi grandi laghi, fiumi e foreste? No, anzi morì senza conoscere molto delle caratteristiche della terra da lui scoperta. Ebbene, molti hanno scoperto solo qualcosa di Dio, ma vi sono altezze, lunghezze e profondità che non conoscono ancora. Quell'amore è un grande oceano, ed è necessario che noi c'immergiamo dentro. Si racconta che un servo del Signore, gettato in prigione per la sua fede e condannato alla fucilazione, pochi minuti prima di essere condotto a morte vide nella sua cella una finestra avente forma di croce. Sulla parte superiore della croce egli scrisse «Altezza», alla sua base «profondità» ed agli estremi di ciascun braccio «lunghezza». Egli aveva sperimentato in quel verso il grande amore di Gesù morente per noi sulla croce.
Altro...
"Chi tiene conto della riprensione è accorto". (Proverbi 15:5) "Chi odia la riprensione morrà". (Prov. 15:10)
ESSERI AMATI DA DIO (II)
Quante volte Dio fa lo stesso con noi? Abbiamo bisogno di sentirci amati, rassicurati, entriamo in competizione e in gelosia come bambini. Quando viviamo le conseguenze dei nostri errori, ci sentiamo abbandonati dal Suo sguardo d'amore. Eppure la Bibbia ci assicura che Egli punisce il figlio che ama. Quando preghiamo e promettiamo e siamo pieni di buone intenzioni, forse anche Dio, sorride di noi, perché sa, che da li a poco, sbaglieremo di nuovo. Eppure ci ama e il Suo amore è più grande di quello che noi proviamo per i nostri figli. "Se voi che siete malvagi, sapete dare dei buoni doni ai vostri figli, quanto più il Padre Celeste...". L'essere diventati padri e madri è certamente una grazia di Dio perché, in questa condizione, si comprende meglio il sacrificio, la rinuncia, il perdono, l'amore, la pazienza, la fedeltà che occorre avere per i figli. Dono che Egli usa abbondantemente e giornalmente verso noi.
Perché mi chiamate "Signore, Signore", e non fate quel.lo che dico? (Luca 6:46)
ESSERI AMATI DA DIO (I)
"Mamma, mi vuoi bene?" Ogni giorno e più volte al giorno mio figlio mi pone questa domanda. Da quando è nata sua sorella, sembra sia diventato più sensibile non solo alle mie parole, ma anche al tono che uso nel pronunciarle. "Certo che ti voglio bene", è sempre la mia risposta e lo rassicuro con un abbraccio. "Mamma ma se mi vuoi bene, perchè mi rimproveri sempre?". "Perché voglio che tu impari ad ubbidire a ciò che ti dico e le cose che io dico sono sempre per il tuo bene". Anche se cerchiamo di parlare in maniera semplice è difficile a volte per un bambi.no capire che le punizioni sono necessarie per la sua buona educazione. Spesso, come genitori, abbiamo l'impressione di mancare l'obiettivo, quando dopo una marachella perdonata ne segue subito una più grande. I bambini, dimenticano facilmente i divieti, sembrano spinti da una follia più grande di loro e di noi. Eppure li amiamo! Li perdoniamo e fingiamo di credere alle loro promesse e buone intenzioni ma, nondimeno, li riprendiamo. "Tutti quelli che io amo, io li riprendo e li castigo; abbi dunque zelo e ravvediti" (Apocalisse 3:19).
A Te, o Dio, nel raccoglimento, salga la lode in Sion, aTe l'omaggio dei voti che si compiono. (Salmo 65:1)
ADORAZIONE E LODE
"O Eterno, Signor nostro, quant'è magnifico il Tuo nome in tutta la terra! O Tu che hai posto la Tua maestà nei cieli. Dalla bocca dei fanciulli e dei lattanti Tu hai tratto una forza; quand'io considero i tuoi cieli, opera delle Tue dita, la luna e le stelle che hai disposte - che cos'è l'uomo che Tu n'abbia memoria? E il Figliol dell'uomo che Tu ne prenda cura?" (Salmo 8:1-4). "Tu, tu solo sei l'Eterno! Tu hai fatti i cieli, i cieli dei cieli e tutto il loro esercito, la terra e tutto ciò che sta sopr'essa, i mari e tutto ciò che è in essi, e Tu fai vivere tutte queste cose, e l'esercito dei cieli Ti adora" (Neemia 9:6). Riconoscendo chiaramente che Dio ha fatto ogni cosa, compre.so noi umani, quale deve essere il nostro atteggiamento nei Suoi confronti? Un verso, tanto meraviglioso, in Apocalisse 4:11, ce lo indica. "Degno sei, o Signore e Iddio nostro, di ricevere la gloria e l'onore e la potenza: poiché Tu creasti tutte le cose, e per la Tua volontà esistettero e furono Create". Quindi non ci resta che adoraLo come gli angeli nel cielo.
Io ho imparato ad accontentarmi dello stato in cui mi trovo. (Filippesi 4:11)
ACCONTENTARSI
Una delle cose che più lede la testimonianza cristiana è vedere un anziano credente brontolone, musone, litigioso e, generalmente, misera.bile. Magari ha passato una vita in chiesa, ha letto la Bibbia più volte dal-l'inizio alla fine, ha discusso all'infinito centinaia di temi biblici; eppure, nell'affrontare gli ultimi giorni della sua vita, c'è amarezza e scontentezza. Che contrasto con una santa donna che morì e i suoi ultimi giorni erano ricchi di momenti di gioia, di sorrisi, di preghiera e di testimonianza. La faccia irradiava la gioia del Signore. Eppure questa sorella era quasi analfabeta; non litigava mai sull'interpretazioni della Bibbia, non giudicava altri fratelli e sorelle, ma li incoraggiava e pregava per loro. Lei non era sempre stata così: era criticona, ambiziosa, cattiva come molti altri. Gesù l'ha colpita nel cuore e lei è cambiata. Ma questo cambiamento non si è fermato il giorno della conversione. E' continuato fino al giorno della sua morte. Paolo ha imparato tante cose nel corso della sua vita. La sua grande erudizione è manifesta nella sua vasta letteratura. La sua conoscenza linguistica si vede in ogni lettera. Paolo, però, afferma di avere imparato ad accontentarsi dello stato in cui si trova. E' povero? Sorride. E' ricco? Sorride. I credenti lo criticano e vogliono fargli del male? Che importa (Filippesi 1:16-18)! Il vero cambiamento cristiano non è nella conoscenza biblica (per quanto impor.tante), ma è nel carattere, nell'essere. E' l'essere pieno del frutto dello Spirito. E' imparare ad essere sempre contento in ogni stato. Questo è possibile solo se c'è un rapporto intimo e personale con Gesù.