...e andate presto a dire ai suoi discepoli: Egli è risuscitato dai morti. (Matteo 28:7)
È RISUSCITATO
Il Pastore WILFRED MONOD racconta così in uno dei suoi libri. "Mi ero fermato davanti ad una vetrina di un negozio d'oggetti d'arte che esponeva un quadro raffigurante la crocifissione di Gesù. Ero lì fermo nel guardarlo quando m'accorsi che dietro di me un bambino di strada guardava questo stesso quadro con intensità! <
Marta serviva, e Lazzaro era a tavola con Lui. AlloraMaria... unse i piedi di Gesù. (Giovanni 12:2-3)
DUE, DODICI O TRENTAQUATTRO? (II)
Altri, amano il nutrimento della parola. Partecipano con gioia a conferenze bibliche, vanno da una parte all'altra per speciali riunioni, ma non fanno progressi per raggiungere un'intima comunione col Signore. Trascurare una costante vita di preghiera, significa perdere gioia e forza. Ma quando ci mettiamo in ginocchio ai piedi di Gesù, come Maria, e vi versiamo il profumo del nostro amore, esso si spanderà anche sugli altri come una benedizione del cielo. La vicinanza a Gesù, esige tempo e può costare molto, ma guadagna sempre l'approvazione di Dio. Come è bello lodare il Signore, stando a fianco di un fratello, che conosce il segreto del-l'adorazione. Si avverte un profumo di santità e vorresti che questo tempo non finisse mai. Se il Signore dovesse giudicare la mia vita o la tua vita spirituale, di quante parole avrebbe bisogno, di due, di dodici o di trentaquattro? E se noi volessimo lodare Dio, quante parole saremmo capaci di dirGli?
Marta serviva, e Lazzaro era a tavola con Lui. AlloraMaria... unse i piedi di Gesù. (Giovanni 12:2-3)
DUE, DODICI O TRENTAQUATTRO? (I)
Nella lettura di oggi, si trovano riportati tre importanti aspetti della vita dei cristiani. In Marta, vediamo la rappresentazione del servi.zio; Lazzaro, simboleggia coloro che sono interessati alla parola di Dio; mentre la figura di Maria, rappresenta la vita di adorazione e di preghiera. Tutte e tre, queste realtà, sono necessarie se vogliamo essere efficaci nella testimonianza per il nostro Signore. Ma osserviamo meglio dov'è posto l'accento. A Marta sono dedicate due parole soltanto, dodici parole a Lazzaro e trentaquattro a Maria! L'evidenza data a Maria, sottolinea la caratteristica più necessaria nella vita dei credenti. L'adorazione! Ci sono cristiani occupatissimi nel servizio della comunità. Essi sono attivi nella chiesa ma trascurano di crescere nella santificazione. Raramente hanno comunione con Gesù. Chi ha sete di Dio "colmerà" il vuoto che sente nel suo cuore, spesso confusamente, a causa dell'assenza di Dio nella propria vita! La "fame" spinge ognuno di noi a cercare il nutrimento spirituale che ci permette di sussistere e di svilupparci interiormente (Giovanni 4:13-15).
Chi dubita, è come l'onda del mare, quel tale non si aspetti, mai..., di riceve nulla dal Signore. (Giacomo 1:6-7)
IL DUBBIO DISONORA DIO
Se uno dice di conoscere una persona da trent'anni e di quella persona dubita ancora, ciò è perché quel tale non è molto attendi.bile. Quando, invece, conosciamo Iddio da dieci, venti o trent'anni, dubitare ancora di Lui significherebbe offendere la Sua veracità. Potevano Paolo, i primi cristiani ed i martiri della prima era apostolica affrontare tante persecuzioni, dolori e maltrattamenti se il loro cuore fosse stato pieno di dubbi? Certamente no! E se non avessero avuto la certezza di dove sarebbero andati, in cielo o nella perdizione, avrebbero accettato di essere arsi vivi? Essi avevano nel loro cuore una salda certezza delle promesse di Dio. «Cristo è stato dato per i peccatori... proprio come il "tipo" di Salvatore di cui avevamo bisogno». Non dubitiamo più ma crediamo e ascoltiamo ciò che Gesù stesso ci dice: «Colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, (Giovanni 6:37)»; ed ancora: «Se alcuno ha sete, venga a me e beva dell'acqua della Vita» (Giovanni 7:37).
"Nel tornare a me e nel tenervi in riposo starà la vostra salvezza". (Isaia 30:15)
LA QUIETE DOPO LA TEMPESTA
Quante volte uscendo da casa per passare una giornata altrove, rientrando abbiamo sospirato quel famoso proverbio "casa, dolce casa", specialmente se il tempo trascorso è stato teso per non dire opprimente! Dopo tanto stress poi, non credo che si avrebbe subito voglia di uscire per imbattersi nel vortice del caos. Nella vita di questo mondo l'uomo ha perso la strada di casa. Quella dimora dove lì solo può trovare pace e sicurezza. Ma Gesù è la Via che conduce a quella casa che altro non è che la presenza di Dio. Nessuno può andare al Padre se non per mezzo di Gesù che è morto per nostri peccati, affinché potessimo accettare l'invito di tornare a Colui il quale è l'unico in grado di dare riposo e salvezza alle nostre anime. Fai di Gesù il tuo sospiro di sollievo...! La vita oggi non offre che ansie per il tempo che scorre inesorabile e paura di un domani sempre peggiore, ma il tuo Creatore ti chiama ad una comunione intima con Lui.
"Ogni buona donazione e dono perfetto vengono dal-l'alto, discendendo dal Padre degli astri luminosi...". (Giacomo 1:17)
DONI PERFETTI
Ogni buona donazione e dono perfetto vengono dall'alto. Questo verso è fondamentale per noi che siamo i suoi figli perché ogni cosa che c'è data, dal momento che gli apparteniamo, discen.de d'appresso a Lui. In molte circostanze e maniere Egli ci ha mostrato il suo amore... donandoci una vita nuova per mezzo di Gesù (La Nuova Nascita), che è discesa per noi dall'alto; e d'appresso di Lui, è disceso, ancora, lo Spirito Santo. Gesù lo promi.se ai discepoli che il Padre lo avrebbe mandato nel suo nome (Il Consolatore), e che poi sarebbe rimasto con loro per ogni età (Giovanni 14:26). Negli Atti Apostolici leggiamo che mentre tutti erano riuniti insieme improvvisamente venne dal cielo un suono come di vento che soffia (Atti 2:2). Tramite lo Spirito Santo riceviamo anche i suoi doni dati per la chiesa. Per questo la nostra fiducia in Lui è che ogni cosa che noi riceviamo proviene dall'alto e colui che rimette la sua vita, i propri desideri, la speranza ecc. proverà che in ogni circostanza, Dio ha un piano e doni perfetti per lui.
...perciò Io ti do questo comandamento e ti dico: apri generosamente la tua mano al fratello povero e bisognoso che è nel tuo paese. (Deutoronomio 15:11)
DONARE PER RICEVERE
Donare al povero e al bisognoso è un comandamento come non ruba.re e uccidere che Dio ha dato al suo popolo affinché lo mettesse in pratica ogni giorno. Nell'Evangelo di Matteo 25:42-46, è scritto: "Ebbi fame e non mi deste da mangiare, ebbi sete e non mi deste da bere, fui straniero e non mi accoglieste, nudo e non mi vestiste; malato e in prigione e non mi visitaste" ... "In verità vi dico che in quanto non l'avete fatto ad uno di questi minimi, non l'avete fatto neppure a me - questi se ne andranno a punizione eterna; ma i giusti a vita eterna". Quando dai da mangiare, non pensare che il tuo compito sia finito, devi anche dissetare, vestire, visitare e non solo per un gior.no e a chi vuoi, ma tutti i giorni e a tutti coloro che sono nel bisogno, siano grandi o piccoli, giusti o ingiusti altrimenti rischi una condanna per la tua disubbidienza ma se tu ubbidisci, Dio ti contraccambierà in ogni cosa che farai:"Dagli generosamente; e quando gli darai non ti dolga il cuore; perché a motivo di questo, il Signore il tuo Dio, ti benedirà in ogni opera tua e in ogni cosa a cui porrai mano. (Deut. 15:10)
Guai, dice l'Eterno, ai figli ribelli che formano dei disegni, ma senza di me, che contraggano alleanze, ma senza il mio Spirito, per accumulare peccato su peccato. (Isaia 30:1)
DOMANDARE CONSIGLIO A DIO
Quante volte facciamo disegni o progetti per il nostro futuro per dare una svolta alla nostra vita, nel volerci fare una nuova casa, un nuovo lavoro, una nuova macchina, o addirittura facciamo nuove alleanze tipo: un fidanzamento, un matrimonio, un'amicizia, una società d'affari. Tutto sembra così bello tant'è che passiamo la maggior parte del nostro tempo a fantasticare e un'altra parte ad affannarci per la realizzazione. Ma la Bibbia ci avverte che fare pro.getti o alleanze senza consultare Dio, ci attira addosso dei guai; e ci fa divenire figli ribelli che accumulano peccato su peccato. Forse questo può far sembrare che il nostro Dio voglia decidere tutto Lui della nostra vita, togliendoci, così, la nostra libertà, ma la verità è che Lui vuole darci il meglio che noi molto spesso non comprendiamo, affinché non veniamo, un domani, a trovarci legati a persone o situazioni, di cui potremmo pentirci, che causerebbero sofferenza per tutta la nostra vita. "Maledetto l'uomo che confida nell'uomo ma è benedetto l'uomo che confida nel Signore e la cui fiducia è in Lui solo" (Geremia17:5).
Egli disse ai suoi discepoli che gli tenessero sempre pronta una barca, a motivo della calca, che talora non l'affollasse. (Marco 3:9)
DISPONIBILITÀ E ASSIDUITÀ
Leggendo i capitoli successivi... non compare più questa richiesta, ma la barca "sempre pronta" sulla riva, sì - come mai? Grazie a due caratteristiche dei discepoli: disponibilità e assiduità. La disponibilità, in quanto chi era in possesso di questo bene fu subito disposto a metterlo al servizio di Gesù e dei discepoli per agevolarli negli sposta. menti da un villaggio all'altro e raggiungere le folle; assiduità per.ché il servizio fu reso con costanza nel tempo. Anche tu, come i discepoli, hai risposto alla richiesta di Gesù con disponibilità e assiduità? Hai reso la tua persona, le tue capacità, i tuoi beni, disponibili per l'opera di Gesù? Lo stai facendo con assiduità? Sei sempre pronto/a a farti trovare nel posto giusto richiestoti da Dio come lo fu per quella "barca"? Ricordati che essa trasportava oltre a Gesù anche quei discepoli che lo volevano seguire, perciò metti tu stesso e ciò che hai a disposizione anche di coloro che lo vogliono seguire ma sono impediti perché non hanno ciò che tu hai.
Avendo dunque una tale speranza, noi usiamo grande franchezza. (2 Corinzi 3:12)
DIPENDE DA COME LO DICI
Non solo ciò che diciamo è importante, ma il modo come lo diciamo. Col tono della voce possiamo guastare quel che vogliamo dire. Si può dire il giusto nella maniera sbagliata. È importante imparare ciò che si deve dire e come si deve dire. Dopo aver deciso ciò che vogliamo dire, dobbiamo accuratamente riflettere come l'esprimeremo, affinché possa portare frutto. Un re aveva sognato che improvvisamente gli erano caduti tutti i denti. Fece venire tutti i saggi della corte per.ché gli spiegassero il sogno. Dopo averlo ascoltato, il primo indovino disse: "Ho una cattiva notizia da darti, il sogno significa che tutti i tuoi parenti morranno e che tu resterai solo, completamente solo!". Il re si adirò e fece esiliare quel profeta. Poi ne chiamò un altro al quale pure raccontò il sogno. Questi sorrise bonariamente e disse: "Maestà, per te ho una meravigliosa notizia, il sogno significa che avrai una lunga vita. Difatti sopravviverai a tutti i tuoi parenti". Questo piacque tanto al re che gli raddoppiò la paga. In fondo i due avevano detto la stessa cosa, solo in maniera diversa. Impara a dire il giusto nel modo giusto e al tempo giusto. Ti risparmierai incomprensioni e dispiaceri. "La risposta dolce calma il furore, ma la parola dura eccita l'ira" (Proverbi 15:1).
Altro...
Iddio che ab antico è il tuo rifugio; e sotto a te stanno le braccia eterne. (Deutoronomio 33:27)
DIO TENDE LE BRACCIA
Oggi il Padre Celeste ti tende le braccia e ti chiama al Suo servizio, perché vuole salvare l'anima tua, vuole farti felice. Lo so che il tuo orgoglio si ribella all'idea di abbassarti a Dio, per riconoscere la Sua Maestà infinita, e la tua incapacità ad inseguire la salvezza con le tue proprie forze; ma questo passo ti aprirà davanti una nuova vita di pace e di vittoria che ripagherà ogni lacrima ed ogni pena. Vieni oggi al Signore. Quest'invito non è motivato da scopi umani, ma dal sincero desiderio di vedere la tua anima salvata. Non vogliamo oro o argento da te, non vogliamo nemmeno sapere il tuo nome e non vogliamo essere ringraziati per questo lavoro che svolgiamo alla gloria di Dio, ma ti preghiamo ardentemente di rispondere alla voce di Dio che parla al tuo cuore, che ti chiama, che vuole salvarti, perché Gesù sulla croce ha pagato con la Sua giovane vita, per la salvezza dell'anima tua.
"Giacobbe rimase solo e un uomo lottò con lui fino all'apparire dell'alba". (Gen. 32:24)
ARRENDERSI (II)
Quando Giacobbe avverte di essere di fronte a un essere divino gli domanda il nome. Qui vediamo come Giacobbe ottiene la sua benedizione, l'uomo misterioso non dice il suo nome, ma risponde: "Perché chiedi il mio nome?" quasi volesse dire: "Non sono io che devo arrendermi a te, ma sei tu che devi arrenderti a me". Giacobbe ha vinto per.ché si è arreso davanti a Dio. Il vinto diventa vincitore! Giacobbe disse: <
"Giacobbe rimase solo e un uomo lottò con lui fino all'apparire dell'alba". (Gen. 32:24)
ARRENDERSI (I)
La Bibbia narra: Giacobbe rimase solo e uno sconosciuto lottò con lui fino allo spuntare dell'alba. Davanti ad Esaù Giacobbe non ha nulla di un avversario. Angosciato e timoroso davanti a ciò che potrebbe significare la fine della sua famiglia, egli si ritira da solo. E' là che Dio lo raggiunge. Quando costui vide che non poteva vincere Giacobbe nella lotta, lo colpì all'articolazione del femore, che si slogò e disse: "Lasciami andare perché già spunta l'alba" Giacobbe rispose: "Non ti lascerò andare se prima non mi avrai benedetto" La lotta notturna di Giacobbe con l'angelo può essere letta come una metafora.La metafora della lotta esprime molto bene la tensione che sta al fondo di ogni rapporto dell'uomo con il divino: una tensione che non va elusa o negata, ma accolta e vissuta, qui possiamo vedere l'insistenza nell'andare a Dio e chiedere.La lotta di Giacobbe si protrae a lungo "fino al sorgere dell'aurora", e l'esito rimane incerto fino alla fine, quando il misterioso personaggio tocca l'anca di Giacobbe che resta slogata.Quello chiese: "Come ti chiami?" "Giacobbe" egli rispose. L'altro disse: "Non ti chiamerai più Giacobbe ma Israele, perché tu hai lottato contro Dio e contro gli uomini e hai vinto". Stupefacente è questa lotta con Dio, dove il vinto diventa vincitore! Giacobbe gli domandò: "Dimmi, ti prego, qual è il tuo nome?" L'altro gli rispose: "Perché chiedi il mio nome?" e diede la sua benedizione a Giacobbe.
Dio ha vivificato anche voi, che eravate morti nelle vostre colpe e nei vostri peccati. (Efesini 2:1)
AMORE INCONDIZIONATO (II)
L'amore era basato sulla risposta a una bella azione o a un comporta.mento costante e impeccabile. Infatti, non permetteva a nessuno di vederla nei momenti in cui non era "in forma". Si teneva a distanza dai suoi amici perché pensava che se l'avessero conosciuta a fondo, non l'avrebbero più cercata. "Anabel, il tuo amore per David non è cambiato solo perché osservandolo noti il suo handicap. Anabel, tu non rigetti tuo figlio solo perché tutti i sogni che avevi per lui sono andati distrutti. Anabel, tu non rigetti tuo figlio soltanto perché non riesce a fare le cose alla perfezione. Tu lo ami perché è tuo e questo ti basta. Tuo figlio non rigetta il tuo amore ma tu stai rigettando il mio, solo perché non lo com.prendi appieno. Io non ti amo perché sei limpida o attraente o perché fai le cose bene o alla perfezione, Io ti amo perché mi appartieni. Tu sei mia". Padre celeste, grazie perché mi ami incondizionatamente. Tu mi ami sia quando faccio le cose alla perfezione, sia quando sbaglio.