
Parole di Vita
Meditazione del 27 febbraio 2016
"Venite e discutiamo assieme." (Isaia 1:18)
LA PROTESTA
Ero in terrazza dove, con trapano e carta vetrata, stavo dando gli ultimi ritocchi ad un oggetto di legno che avevo costruito. Il brontolio dei miei pappagallini era diventato talmente fastidioso che mi avvicinai alla gabbia, e in tono scherzoso li rimproverai. Fecero silenzio per pochi istanti, ma poi, il brontolio ricominciò più forte di prima. Stavo ritornando vicino alla gabbia per rimproverarli di nuovo, ma mi accorsi che i recipienti dell'acqua e del cibo erano vuoti: ecco il motivo di tante proteste. Provvidi subiti a riempirli e i pappagallini smisero di brontolare, anzi emettevano brevi e grade.voli cinguettii. Ciò mi fece riflettere sulla misericordia di Dio, di come il Signore ci invita a chiedere ciò di cui abbiamo bisogno senza stancarci per.ché la Sua giustizia e la Sua provvidenza sono sempre presenti. Egli è un Dio d'amore e di grande benignità! Diversamente dai pappagallini, Dio ci ha dotato di voce e di parola, facciamo salire al cielo le nostre richieste, discutiamo con il Signore delle nostre necessità, Egli è potente e giusto da esaudire la preghiera fatta con fede. Dio ti benedica.
Meditazione del 26 febbraio 2016
"Ecco, Dio è la mia salvezza; io avrò fiducia, e non avrò paura di nulla; poiché il Signore, il Signore è la mia forza e il mio cantico; egli è stato la mia salvezza." (Isaia 12:2)
LA FORZA
La forza è intesa in diversi modi: generalmente sta ad indicare vigore d'azione e reazione, attitudine a reggere, propensione a resistere. La forza di cui parliamo oggi è ben diversa da tutto ciò; è la forza che pro.viene dall'Alto, non è nostra e può molto più. Il credente, da solo, non riesce a contrastare i problemi che gli si presentano, può solo esercitare fiducia nel suo Dio. La differenza fra un credente e un non credente sta proprio in questo: il primo sa di essere limitato e si rivolge a Dio per ottenere forza, consolazione, amore. Il secondo sa anch'egli di essere limitato, ma tenta con le sue forze di cambiare le cose, e anche se sconfitto usa una parvenza da vincitore. Che grande spreco d'energia! Sia ben inteso, il credente non è una persona passiva, che si affida a quello che avverrà, ma un uomo che ha ben compreso che nel dolore, nella malattia, nelle avversità ha un amico al suo fianco che si prende cura di lui, un amico che non lo tradisce mai. La fede del credente è la sua forza! I problemi possono anche non svanire, ma si affrontano in maniera completamente diversa realizzando pace anziché disperazione. Chiedi anche tu questa forza e Dio te la concederà!
Meditazione del 25 febbraio 2016
"Non abbandonando la comune adunanza, come alcuni sono soliti fare, ma esortandoci a vicenda, tanto più che vedete avvicinarsi il giorno." (Ebrei 10:25)
IL SENTIERO
Si ricorda la testimonianza di un missionario in Africa, che svolgeva il suo ministerio in una capanna. In quel luogo si riunivano i credenti pro.venienti da capanne ubicate nel circondario. Da ogni capanna partiva un sentiero ben visibile, e più era percorso più si evidenziava. I sentieri erano tanti e tutti conducevano alla capanna-chiesa. Col passare del tempo, però, il missionario notò che su alcuni sentieri era cresciuta del-l'erba e ciò lo preoccupò non poco. Era segno che quei sentieri stava.no scomparendo e con essi i benefici delle benedizioni che le persone che li percorrevano avevano ricevuto stando in comunione con Dio nella chiesa-capanna, insieme agli altri credenti. In quale stato è il nostro sentiero? Sta crescendo l'erba sul sentiero della fede? Non sottovalutiamo questo episodio perché improvvisa.mente l'erba crescerà alta, tanto alta da ostruire l'intero passaggio. Vigiliamo affinché il sentiero che porta a Cristo non venga cancellato dalle erbe malefiche che il mondo produce! Incoraggiamoci gli uni gli altri e attiviamoci per essere portatori della Buona Novella lasciandoci guidare dallo Spirito Santo.
Meditazione del 24 febbraio 2016
"Non regni dunque il peccato nel vostro corpo mortale per ubbidire alle sue concupiscenze." (Romani 6:12)
I PECCATI
Questa di oggi è un'esortazione a condurre una vita onorevole e nel rispetto delle indicazioni divine. Il peccato può infiltrarsi in qualsiasi momento nella vita di ciascuno di noi. Il peccato del cuore, della mente e del corpo. Ci sono tante forme di peccato e badare a tutte è impresa difficoltosa senza l'aiuto di Dio. Essere credenti non significa essere al sicuro dal peccato, anzi la tentazione è maggiormente in agguato: prospetta cose allettanti alla nostra mente e al nostro corpo e cedere sarebbe più facile che resistere. Mantenersi lontani dal peccato non significa, come molti usano pensare, vivere in un altro mondo, ma significa semplicemente scegliere le vie del Signore. Non approvare le realtà del nostro tempo non significa essere bigotti, ma rimanere attaccati alla verità. La vita è fatta di scelte che ogni giorno dobbiamo onorare: rinnegarle o preservarle è nostra decisione. Sappiamo che soltanto il sentiero di Dio conduce alla vita eterna, seguirlo oppure no è nostra facoltà. Il Signore c' invita amorevolmente a non intraprendere il cammino del peccato. C' invita a riguardare a Gesù e al Suo sacrificio. Caro lettore decidi anche tu per Gesù ed il cuore avrà pace!
Meditazione del 23 febbraio 2016
E vedendo un fico sulla strada, gli si accostò, ma non vi trovò altro che foglie; e gli disse: "Mai più nasca frutto da te, in eterno". E subito il fico si seccò. (Matteo 21:19)
IL FICO
Il fico produce i primi frutti in primavera, prima delle foglie, sui rami cresciuti l'anno precedente: sono i ficucci. Il primo raccolto di frutti maturi avviene a giugno e, nei luoghi favorevoli, anche prima. Se l'albero non porta ficucci quando appaiono le foglie, non vi saranno fichi. Nella parabola del fico sterile, Cristo maledice l'albero. Tale episodio ebbe luogo all' incirca al principio di aprile, allorquando, come osserva lo stesso evangelista, non era ancora venuto il tempo dei fichi. Potremmo chiedere allora: "Perché, dunque, il Signore cercò dei frutti su quell'albero e lo maledisse per la sua sterilità?" e soprattutto: "Cosa voleva insegnarci?" Bene, in aprile è già primavera e se sull'albero sono presenti solo foglie sappiamo che esso non darà frutti. Gesù sapeva che quell'albero sarebbe stato infruttuoso. L'insegnamento che ci viene lo riceviamo dalle foglie e dai frutti. I credenti sono paragonati all'albero del fico: bisogna che ci siano frutti e foglie. Le foglie rappresentano le nostre parole, il nostro credo; i frutti le nostre opere. Non serve soltanto conoscere e par.lare, bisogna accompagnare queste con valide azioni di fede. Una vana professione di fede conduce alla stessa sorte del fico!
Meditazione del 22 febbraio 2016
"Un giovane di nome Eutico, che stava seduto sul davanzale della finestra, fu colto da un sonno profondo, poiché Paolo tirava in lungo il suo dire; egli,sopraffatto dal sonno, precipitò giù dal terzo piano, e venne raccolto morto." (Atti 20:9)
IL SONNO
Nel versetto di oggi leggiamo quali possono essere le conseguenze del sonno. L'addormentarsi diminuisce il nostro stato di vigilanza. Il giovane, forse per la noia, si addormentò perdendo l'equilibrio tanto che cadde dal terzo piano e morì. Meglio sarebbe stato per lui tenersi sveglio o impegnarsi in qualcosa che avrebbe allontanato il sonno. Spiritualmente parlando, il sonno, è causa di gravi cadute, a volte irrimediabili. Abbassare la guardia offrendo al nemi.co la possibilità di agire indisturbato è causa di freddezza spirituale. Quando ci accorgiamo di essere vicini al sonno, non lasciamoci vincere dalla dolcezza del riposo, ma attiviamoci affinché il nostro essere rimanga sveglio. Una lettura della Parola, una preghiera sincera, una visita ad un credente che ci consigli possono essere mezzi per non cadere nel sonno della morte. E poi chiediamoci: "Come mai questo sonno?" Ci siamo tanto allontanati dal suo amore da non gustarne più la gioia? Abbiamo trascurato le riunioni fraterne tanto da non desiderare più di ascoltare e pregare Dio in comunione con gli altri? Non stiamo agendo secondo la sua volontà. Con una sincera ed umile preghiera, qualunque sia la causa, chiediamo a Dio la forza per restare svegli.
Meditazione del 21 febbraio 2016
"Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e in eterno." (Ebrei 13:8)
IERI
Gesù non è cambiato, è lo stesso di 2000 anni fa! Le Sue parole, le Sue promesse, le Sue consolazioni sono le stesse di ieri. Ha guarito, guarisce e guarirà ancora. La Sua salvezza è un dono gratuito che ha lo stesso valore di ieri ed è pronto per chiunque si affidi a Lui, oggi. Nemmeno il cuore degli uomini è cambiato! I giovani di ieri, lontani da Cristo, erano come i giovani di oggi, con problemi e vestiti diversi, ma ugualmente scontenti e ribelli. I giovani di ieri, che avevano Cristo nel cuore, erano come i giovani di oggi, con problemi e vestiti diversi, ma con lo stesso zelo e felici in Cristo Gesù! L'uomo è stato, è e sarà sempre lo stesso. Cambiò, cambia e cambierà solo se accetterà Gesù nel suo cuore come proprio personale Salvatore. Tutto intorno può cambiare, ma Gesù rimarrà per sempre fedele! Egli stesso afferma: "Cielo e terra passeranno, ma le mie parole non passeranno" (Marco 24:35).
Meditazione del 20 febbraio 2016
"Poiché neppure i suoi fratelli credevano in lui." (Giovanni 7:5) "Tutti costoro perseveravano di pari consentimento nella preghiera, con le donne, e con Maria, madre di Gesù, e con i fratelli di lui." (Atti 1:14)
RICONOSCERE GESÙ
Leggendo questi due versetti notiamo un fatto importante: il ruolo dei fratelli di Gesù prima e dopo la Sua morte. Prima, essi non credevano al Suo ministerio divino e alle Sue parole, prorio loro che avevano vissuto tanti anni a fianco a fianco al Messia. Eppure dovevano aver compreso la Sua natura mansueta, amorevole e compassionevole, ma proprio loro erano i primi scettici. Dopo la Sua morte, la Sua resurrezione e la Sua apparizione essi credettero a tutto quello che Egli aveva loro insegnato, infatti li troviamo insieme a Maria e ai discepoli a pregare proprio nel nome di quel Gesù che avevano evitato, il loro fratello. Maria, madre di Gesù, come qui è ben specificato e non madre di Dio, dato che Dio è il Creatore di ogni essere vivente, e quindi anche di questa onorevolissima donna, sta pregando per ricevere benedizioni e insegnamenti come tutti gli altri cari discepoli di Gesù. L'invito che rivolgo a te, caro lettore è di accettare Gesù per fede. Non aspettare che il tempo passi inutilmente e abbia a pentir.ti come i fratelli di Gesù. Accetta Gesù nel tuo cuore ed Egli diventerà il tuo Liberatore e il tuo sostegno in ogni momento.
Meditazione del 19 febbraio 2016
?Siamo stati ribelli al Signore e l'abbiamo rinnegato, ci siamo rifiutati di seguire il nostro Dio, abbiamo parlato di oppressione e di rivolta, abbiamo concepito e meditato in cuore parole di menzogna." (Isaia 59:13)
L'APOSTASIA D'ISRAELE
Secondo un famoso vocabolario, la parola apostasia significa: rinnegamento e abbandono, pubblico e solenne, della propria fede per seguirne un'altra. Deriva dal greco "ribellione". Originariamente questo termine era applicato al ribelle politico, poi il significato è passato al senso religioso. L'apostolo Paolo fu accusato di apostasia: "Ora sono stati informati su di te che vai insegnando a tutti i Giudei sparsi tra i pagani ad abbandonare Mosè" (Atti 21:21). Il peccato di apostasia non è quello inteso comunemente dagli uomini come abbandono di sistemi politici o religiosi, ma quello di abbandonare l'Eterno e ribellarsi alla Sua volontà. "Ma questo popolo ha un cuore indocile e ribelle, si voltano indietro e se ne vanno" (Geremia 5:23). "Essi non ascoltarono, non prestarono orecchio, ma camminarono seguendo i consigli e la caparbietà del loro cuore malvagio" (Geremia 7:24). Poiché io spezzerò il loro cuore adultero che si è allontanato da me e farò piangere i loro occhi che hanno commesso adulterio con i loro idoli; avranno disgusto di loro stessi, per i mali che hanno commessi con tutte le loro abominazioni" (Ezechiele 6:9).
Meditazione del 18 febbraio 2016
"Qualunque cosa facciate, fatela di buon animo, come per il Signore e non per gli uomini." (Colossesi 3:23)
LA RUOTA DI SCORTA
La ruota di scorta è quella che ti serve nei momenti più critici e ti evita svariate e non semplici situazioni. Essa può essere usata in qualunque luogo: in campagna, in montagna, durante un lungo viaggio e altro. La sua, però, è una missione a tempo; finito il compito ritorna al suo posto, ma deve essere sempre pronta e in buone condizioni per supplire a qualsiasi evenienza. Forse, anche tu ti senti, a volte, così. Ricorda che ognuno di noi ha un ruolo. Non possiamo essere tutti occhi, mani, o piedi, ma ciascuno ha delle funzioni, complementari a quelle degli altri. Dopo esser stato allontanato da un luogo a me caro per l'idiozia di un uomo, ho pensato che dovevo essere rimesso nel bagagliaio come la ruota di scorta dopo l'uso, il mio compito era finito, la mia vita era finita. Grazie a Dio invece, dovevo essere impegnato in un'opera nuova, un incarico diverso. Dio era pronto ad utilizzarmi ancora, non conta l'opinione degli uomini, talvolta semplicemente persona.le, conta il piano che Dio ha preparato per te?Sei pronto ad esse.re usato dal Signore? ServirLo è un onore indipendentemente dal-l'incarico che abbiamo. La cosa importante è agire di buon animo, con fedeltà, integrità e grande speranza nelle promesse del Signore. Prima, o poi dovremo presentarci davanti a Colui che giudicherà ogni cosa. Quale giudizio Egli riserva per te?