
Parole di Vita
Meditazione del 23 giugno 2025
L'anima che pecca sarà quella che morrà (Ezechiele 18:4)
DI CHI è LA COLPA?
Oggi è diffusa l’idea che gli individui non possono essere incolpati per ciò che fanno o non riescono a fare. Si è soliti rintracciare la causa delle proprie mancanze nelle negligenze dei genitori, degli insegnanti o dello Stato, ma non in sé stessi. La Bibbia dà, alle scuse "scarica-barile" di questo tipo, una risposta netta e chiara: ciascuno renderà conto delle sue azioni a Dio. Gli Israeliti usavano dire: "I padri hanno mangiato uva acerba e i denti dei figli si sono allegati" (Ezechiele 18:2), ma il Signore ordinò di non usare questo proverbio, poiché ognuno è responsabile dei propri peccati e deve allontanarsi da essi. Ciascuno risponderà, al Giudice Onnisciente, di ogni comportamento contrario alla Sua legge santa. La sola speranza è quella di confessare i nostri peccati, ponendo fede in Gesù e sulla Sua opera espiatoria. Alla croce ti carichi delle tue responsabilità, ma al contempo puoi alleggerirti da tutte le tue colpe, sicuro che non c’è "alcuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù" (Romani 8:1).
Meditazione del 22 giugno 2025
Allora la gente d'Israele prese delle loro provviste, e non consultò il Signore (Giosuè 9:14)
CONSULTARE SEMPRE DIO
Abbiamo bisogno di riposare nelle istruzioni che Dio dà a quanti lo cercano prima di muoversi, invece di sperare in una Sua liberazione dopo. Lo Spirito Santo desidera dirigere la nostra vita, non essere il nostro rimedio quando ci siamo procurati qualche problema. Caro lettore, prima di ogni altra cosa, hai bisogno di consultare il Signore, perché ti dia forza, mentre il cammino è in salita, che ti doni saggezza, quando si prospetta una facile discesa. Nessuno pretenda di manipolare il Signore perché imprima sempre il Suo benestare alle proprie scelte. Dio è molto chiaro: puoi percorrere il Suo cammino o il tuo. Non puoi decidere di seguire Cristo e continuare a scegliere altre direzioni. Sei confuso, pressato da difficoltà ed attratto da facili scorciatoie? Non essere avventato, ma chiedi a Dio di "chiudere le porte" che Egli non gradisce e che t’impedirebbero di crescere e proseguire nelle Sue vie. Poi, accetta umilmente la Sua volontà e Dio ti rivelerà il resto.
Meditazione del 21 giugno 2025
Or sulla mezzanotte Paolo e Sila, pregando, cantavano inni a Dio; e i carcerati li ascoltavano (Atti 16:25)
LA GIOIA NELLA SOFFERENZA
Paolo e Sila si trovano in carcere a causa del messaggio che annunciavano, dell’opera potente con cui Cristo accompagnava la testimonianza al Suo nome. Questi uomini, pur trovandosi rinchiusi ingiustamente, non si avvilirono. Di fronte ai violenti soprusi furono non soltanto sorretti dalla presenza di Dio, ma sospinti a lodare il Signore. I due credenti, consci che Gesù Cristo era con loro, cantavano perché benedetti dalla grazia di Dio. La pienezza dello Spirito Santo nella loro vita addolciva l’amarezza di trovarsi in una cella buia. Quando il vento è contrario, l’amore di Dio soffia ancora a favore, facendo cooperare tutte le cose al bene di coloro che Lo amano. Gettare il peso sul Signore, credendo che Lui ha il controllo della nostra vita, ci evita di sprofondare nello sgomento e dà forza per innalzarlo. Lasciamo che la Parola di Dio ci aiuti a non farci condizionare dalle avverse circostanze, bensì ad ammirare le meraviglie che Dio opera nel nostro cuore e per il bene delle anime.
Meditazione del 20 giugno 2025
Ma egli è stato trafitto a motivo delle nostre trasgressioni, fiaccato a motivo delle nostre iniquità (Isaia 53:5)
L'INNOCENTE AL POSTO DEI COLPEVOLI
La società umana, purtroppo, ignora le motivazioni di una condanna ben più eclatante. Circa duemila anni fa Gesù fu condannato a morire sulla croce. Egli non aveva commesso alcun reato. L’uomo aveva infranto la legge di Dio, contraendo un debito a nome di tutta l’umanità, tale che nessuna creatura poteva riscattarci da esso. La sentenza del Giusto Giudice è la morte eterna, l’irrimediabile separazione da Dio. Gesù, l’innocente, decise di prendere su di Sé la condanna, morendo al posto d’ogni uomo. Perché continuare a rifiutare il rimedio che Cristo offre, rimanendo sotto il peso del peccato e dell’ira divina? Sia che tu ti proclami innocente o irrecuperabile, sappi che soltanto Gesù ha soddisfatto la somma giustizia di Dio, propiziandoti la Sua piena assoluzione.
Meditazione del 19 giugno 2025
Chiedete al Signore la pioggia nella stagione di primavera! Il Signore che produce i lampi, darà loro abbondanza di pioggia, a ognuno erba nel proprio campo (Zaccaria 10:1)
I BENI DI DIO A SUO TEMPO
La primavera esprime vitalità con il suo sbocciare di natura rigogliosa e colorata. Essa è sempre stata caratterizzata da tenui pioggerelle che servono ad annaffiare la terra, affinché le piante crescano ed i raccolti possano maturare il loro frutto. Anche per te è giunto il tempo di una primavera spirituale, quando al gioioso entusiasmo di nuove benedizioni si deve accompagnare un vigoroso impegno per crescere nella comunione con Cristo e la responsabilità di portar frutto. La vita umana alterna le sue stagioni; occorre riconoscerle per trovare in ognuna i giusti stimoli spirituali, chiedendo sempre il sostegno e la benedizione divina. Afferriamo le promesse divine in ogni tempo, ciascuno nella stagione che sta vivendo, ed in modo personale, ognuno nel campo in cui Dio lo ha chiamato a servirlo. Il Signore adempirà la Sua Parola, irrigando con la Sua celeste e copiosa benevolenza l’impegno e le richieste della mia e della tua fede.
Meditazione del 18 giugno 2025
Insegnami a fare la tua volontà, poiché tu sei il mio Dio; il tuo buono Spirito mi guidi in terra piana (Salmo 143:10)
LA SCUOLA DI DIO
Quando Gesù lavò i piedi ai discepoli, dopo essersi accertato che avessero compreso la lezione di umiltà che stava dando loro, disse: "Se sapete queste cose, siete beati se le fate" (Giovanni 13:17). La scuola di Dio non si identifica con un’accademia di teologia. Quanti praticano, innanzitutto, una quotidiana comunione con il Maestro, realizzano come lo Spirito Santo sostiene per andare dove Egli ci chiama, fortifica per fare tutto ciò che ci comanda, "poiché Dio è quel che opera in voi il volere e l'operare, per la sua benevolenza" (Filippesi 2:13). Quel che oggi ti serve non è la conoscenza di una nuova dottrina biblica, ma della saggezza per applicare "la verità secondo carità", magari in una controversa situazione in cui temi d’essere troppo debole o troppo duro. Prega il Signore, esercita la tua fede ed il desiderio di glorificarlo, ed Egli ti guiderà appianando il tuo sentiero.
Meditazione del 17 giugno 2025
Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, affinché otteniamo misericordia e troviamo grazia per esser soccorsi al momento opportuno (Ebrei 4:16)
LA MISERICORDIA DI DIO
Non riceviamo semplicemente misericordia, la otteniamo. Ciò evidenzia che qualcosa è stato conseguito: è stata adempiuta la somma giustizia divina. La grandezza dell’amore di Dio non risiede nel chiudere un occhio sui nostri misfatti, bensì nel pagare Egli stesso per i peccatori dopo aver condannato il loro peccato. Questa è la grazia di Dio! Gesù non ha snaturato il trono di Dio, che rimane di giustizia, ma l’ha reso propizio a chi confida nel Suo sacrificio. Tale trono ora non è giusto soltanto perché condanna il peccatore, ma pure nell’assolvere chi è dichiarato innocente dalla giustificazione in Cristo. Dio non guarda alla nostra posizione davanti al Suo trono, ma alla posizione di Cristo sul trono! Caro lettore, se hai toccato il fondo, accostati subito al trono di Dio, per ricevere la grazia che Cristo ha ottenuto per te!
Meditazione del 16 giugno 2025
Considera dunque la bontà e la severità di Dio (Romani 11:22)
LA SEVERITà DI DIO
Considera la severità di Dio ricordando che Egli dà, ma può anche togliere. A Saul fu tolto il trono che Dio gli aveva dato perché non volle e né seppe rimanere fedele a Dio. Non si può approfittare della Sua generosità. Considera la severità di Dio ricordando soprattutto che Egli ha fissato un giorno per il giudizio, in cui ciascuno dovrà rendere conto dei suoi pensieri, delle sue parole, delle sue azioni (cfr. Atti 17:30, 31). Sarà un giudizio al quale nessuno potrà sottrarsi e dal quale nessuno potrà uscire assolto per i propri meriti: soltanto chi avrà accettato la salvezza acquistata da Gesù, a prezzo del Suo sacrificio sulla croce, potrà evitare le pene eterne previste per punire il peccato. Conviene riconoscere il proprio peccato, confessarlo, ed accettare la grazia, perché la severità di Dio non lascerà scampo al peccatore impenitente.
Meditazione del 15 giugno 2025
Sono simile a un vaso rotto (Salmo 31:12)
COME UN VASO ROTTO
Come un vaso rotto, cioè a pezzi. Così si sentiva il salmista, così ci sentiamo anche noi, a volte. Ci riducono a pezzi le fatiche della vita, le sofferenze e le incomprensioni. Come un vaso rotto i cui cocci sono sparsi qua e là, così la persona che vive questa realtà, si ritrova con pensieri e sentimenti contrastanti: da un lato la fede, dall’altro la perplessità; da una parte la speranza, dall’altra la sfiducia. A che serve un vaso rotto? Come ci si sente inutili, quando si è a pezzi! Che fare? Lasciarsi vincere dallo scoraggiamento? Cadere in depressione? No di certo! Ascoltiamo la voce del Signore. Egli è Colui che crea dal nulla, ma che all’occorrenza può anche rimettere assieme i cocci d’un vaso rotto per farne un oggetto nuovo, bello ed utile (cfr. Geremia 18:4). Caro lettore, quale vaso umano fu più rotto di Cristo Gesù alla croce? Su quella croce dove la Sua vita "fu fatta a pezzi", Egli conobbe tutte le tue umiliazioni, dolori e fatiche e, soprattutto, espiò le tue colpe. Egli è l’Unico che può capirti e ricostruirti. Oggi Dio può renderti una nuova creatura in Cristo.
Meditazione del 14 giugno 2025
E uno dei malfattori appesi lo ingiuriava, dicendo: Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi! (Luca 23:39)
VICINO A GESù MA PERDUTO
Presso il Golgota si ergono tre croci. Al centro vi è il Signore, alla Sua destra ed alla Sua sinistra due malfattori. È sorprendente notare come uno dei due malfattori non approfitti della vicinanza di Gesù per invocare il Suo perdono. Egli ode il Signore parlare di perdono quando dice: "Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno", ma non lo realizza. Ode parlare di salvezza, ma non la ottiene, infatti, all’altro ladrone, che mostra pentimento ed invoca la grazia, Gesù risponde: "Io ti dico in verità che oggi tu sarai con me in paradiso". Questo malfattore è vicino a Gesù, ma non riceve la benedizione del Suo sacrificio, compiuto unicamente per il bene degli altri. Lo accompagna nell’esperienza della morte, ma non Lo segue nel regno della vita. Questa terribile sorte rimane un monito per ogni persona. Non basta saper alcune cose o assistere alle esperienze positive di altri, è indispensabile riconoscere la propria condizione di bisogno spirituale ed invocare il nome di Gesù per essere salvati.