
Parole di Vita
Meditazione del 31 ottobre 2024
Il Signore... insegnerà la via ai peccatori (Salmo 25:8)
LA GUIDA DIVINA (1)
Nella Scrittura leggiamo come Dio parlò a persone ordinarie e parlerà anche a te! Disse ad Abramo quando lasciare la sua casa (Genesi 12:1) e a Giacobbe quando ritornarvi (Genesi 31:3). Disse ad Elia dove trovare cibo durante la carestia (1Re 17:1-5). Due volte Dio fermò Paolo e gli impedì di proseguire il viaggio in una direzione che sembrava un’ottima opportunità, perché aveva in mente per lui qualcosa di meglio. È scritto: “Il Signore è buono e giusto, perciò insegnerà la via ai peccatori. Guiderà gli umili nella giustizia, insegnerà agli umili la sua via. Tutti i sentieri del Signore sono bontà e verità per quelli che osservano il suo patto e le sue testimonianze” (Salmo 25:8-10). Nella vita, nulla è più importante che essere guidati da Dio.Finché non avrai davvero udito il Signore, però, sarai tentato di scambiare le idee degli altri con la guida di Dio e ciò potrebbe ferirti. Sei unico, Dio ha un progetto e uno scopo specifici per te soltanto. Quando non sei certo della strada da intraprendere, rimani saldo nella Sua promessa: “Farò camminare i ciechi per una via che ignorano, li guiderò per sentieri che non conoscono; cambierò davanti a loro le tenebre in luce, renderò pianeggianti i luoghi impervi. Sono queste le cose che lo farò e non li abbandonerò" (Isaia 42:16). Non esiste nulla di meglio!
Meditazione del 30 ottobre 2024
Le grandi acque non potrebbero spegnere l’amore, i fiumi non potrebbero sommergerlo (Cantico dei cantici 8:7)
LEGATO ALL’AMORE DA UNA PROMESSA
Si racconta di un matrimonio durante il quale il ministro di culto chiese allo sposo: “Prendi questa donna come tua sposa nella buona e nella cattiva sorte? In ricchezza e in povertà? Nella malattia e nella salute?”, E lo sposo: “Sì, no, sì,no,no,sì”. Tutti noi desideriamo la parte migliore, ricca e sana del matrimonio, ma le relazioni non funzionano in questo modo. La formula odierna di alcuni matrimoni recita: “Staremo insieme finché durerà l’amore”. Ci auguriamo che sia lo sposo che la sposa conoscano un buon avvocato divorzista, perché con ogni probabilità ne avranno bisogno. L’unica vera stabilità nel matrimonio deriva da una promessa, un impegnoche mantiene due persone salde quando le emozioni oscillano. Prova ad immaginare un genitore dire al proprio figlio: “Avrò cura di te finché ti vorrò bene”. Impossibile pensarlo, vero? Prova a metterla in questi termini: l’emozione è la carrozza di un treno, l’impegno è il motore che spinge la relazione attraverso gli alti e bassi della vita quotidiana. Salomone lo descrive così: “Le grandi acque non potrebbero spegnere l’amore, i fiumi non potrebbero sommergerlo. Se uno desse tutti i beni di casa sua in cambio dell’amore, sarebbe del tutto disprezzato”. Un ultimo pensiero, il tema della Bibbia è la Resurrezione, ciò significa che sebbene il vostro amore possa apparire morto, Dio può farlo vivere di nuovo se siete entrambi pronti a lasciarLo intervenire nel vostro cuore.
Meditazione del 29 ottobre 2024
...sotto di te stanno le braccia eterne... (Deuteronomio 33:27)
BUTTATI (2)
Prova a immaginare la seguente scena: In una piscina, un papà desideroso di giocare con i suoi due figli, li invita a tuffarsi lanciandosi tra le sue braccia. Il primo, senza esitare, si lancia; l’altro, invece, no; guarda con gioia, applaude, saltella ma non si tuffa. Il padre, per rincuorarlo, lo sollecita a immergersi ma lui rifiuta e si allontana. È forse, questo il tuo caso? Vivi anche tu sull’orlo di una piscina evitando di tuffarti, accontentandoti di godere indirettamente il successo delle azioni altrui? Preferisci, forse, evitare ogni rischio piuttosto che provare? Per timore del pericolo non potrai mai assaporare l'elettrizzante soddisfazione del mettersi alla prova. È vero, potresti giustificarti dicendo: "Non sono assolutamente sicuro di ciò in cui mi dovrei impegnare!”, lo t’invito, però, a soffermarti su queste parole: "Sotto di te stanno le braccia eterne!”. Sarebbe certamente folle lanciarsi senza neppure controllare che nella piscina vi sia l’acqua, oppure farlo prima dell'assicurazione paterna: “Dai buttati, ti prendo io!”. La fede consiste nel sapere che l’unico modo per vincere la paura dell'acqua consiste nell’affrontarla, perché Colui che ti sta chiamando è lì in trepida attesa fin dal momento in cui hai accettato di essere Suo figlio. A Lui nulla importa più della tua sicurezza, della tua crescita nella fede e del tuo successo nella vita. Così Dio si rivolse a Giosuè: “...Alzati dunque, attraversa questo Giordano... per entrare nel paese che io do ai figli d’Israele. .. .Solo sii molto forte e coraggioso, abbi cura di mettere in pratica tutta la legge che Mosè, mio servo, che ti ha data; non te ne sviare né a destra né a sinistra, affinché tu prosperi dovunque andrai” (Giosuè 1:2,7). Presta particolare attenzione alle successive parole: “Alzati.. attraversa.. sii forte...”. In altre parole: buttati!
Meditazione del 28 ottobre 2024
...l’uomo prudente fa attenzione al suoi passi (Proverbi 14:15)
BUTTATI (1)
Dopo aver pregato, fatto progetti ed esserti preparato, arriva il momento in cui devi osare. Ti spaventa? Vi sono due tipi di persone: i primi si lanciano senza pensare al pericolo perché guidati dai loro impulsi; i secondi, invece, osservano e riconsiderano ma, alla fine, non si buttano mai, perché, sono controllati dalla paura. A quale gruppo pensi di appartenere? Per raggiungere la Terra Promessa, Israele doveva guardare il Giordano durante il flusso della marea, cosa che avrebbe fatto tremare chiunque. Dio aveva promesso che l’acqua del fiume si sarebbe ritratta nel momento in cui i piedi dei sacerdoti che trasportavano l’arca, l’avessero toccata. Prova a immaginare i loro pensieri! "Perché non aspettiamo la bassa marea?". “Dobbiamo per forza farlo?”. “Qualora l’acqua non si ritirasse, finiremmo con l'annegare?”. Il confine fra prudenza e paranoia è molto incerto:la cautela risparmia per la vecchiaia, la paranoia si attacca ai centesimi. Una calcola i rischi e osa, l'altra non azzarda. Qualora desiderassi essere pienamente partecipe del piano che Dio ti ha riservato, non devi indietreggiare. Ubbidisci, piuttosto, ed entra in acqua di buon grado. Facendolo, si apriranno nuove prospettive e Dio ti darà quanto ti necessita per adempiere la Sua volontà, lasciandoti alle spalle la sterilità che oggi sperimenti. Dio provvedere i mezzi, le metodologie e la manodopera, perciò resta saldo su questa promessa: “«...io ti amo, io do degli uomini al tuo posto e dei popoli in cambio della tua vita. Non temere, perché io sono con te...»” (Isaia 43:4-5).
Meditazione del 27 ottobre 2024
I suoi figli però non seguivano le sue orme... (1° Samuele 8:3)
CHE COSA DEVE FARE UN GENITORE?
Prima o poi ogni genitore è preda dello sconforto a causa delle azioni dei propri figli. “Ho fatto del mio meglio per allevarli nel modo corretto?" oppure, "Come genitore ho fallito?" L’insuccesso, purtroppo, fa parte della vita e nessuno può sentirsi escluso, tantomeno chi esercita il ruolo parentale: infatti, non esiste il genitore perfetto! In questa mansione è abbastanza facile lasciarsi travolgere dai sensi di colpa. Prova a considerare alcuni esempi che troviamo riportati nella Bibbia: Isacco, con i suoi due figli Giacobbe ed Esaù, riuscì nel suo intento al 50%. Aaronne sbagliò completamente con Nadab e Abihu, e Sansone, figlio di Manoh, certamente non vinse il premio riservato al "miglior figlio dell’anno"! Lo stesso Samuele, da tutti considerato un gigante morale e spirituale, vide i propri figli respingere il suo esempio e i suoi insegnamenti per darsi a una vita corrotta e dissoluta. Fin dai tempi di Adamo, i figli “che vogliono fare di testa propria", spezzano il cuore dei genitori! Quindi che cosa deve fare chi ha il compito di educare? 1) Bisogna comprendere che non si è responsabili per le loro azioni perché i figli scelgono di testa loro. Farsene una colpa non farà che procurare scoraggiamento e ridurrà la tua capacità di essere il genitore di cui hanno bisogno. La Bibbia dichiara: "...«la salvezza viene dal SIGNORE»” (Giona 2:10). È Dio che salva e libera, non tu. 2) Prega per loro e affidali al Signore. La tua ansietà e la tua frustrazione evidenzieranno una figura che i tuoi figli non desidereranno avere intorno e viceversa. Il tuo compito non è di portare questo peso, ma è quello del tuo Padre celeste che desidera farlo per te! (cfr. 1Pietro 5:7). 3) Ricorda che Dio li ama ancor più di te! Egli ha donato il Suo unico Figlio per salvare il tuo. Egli conosce il suo cuore, sa come raggiungerlo e attirarlo a Sé, perciò affida i tuoi figli a Lui!
Meditazione del 26 ottobre 2024
...avete ricevuto lo spirito di adozione... (Romani 8:15)
PATRIA POTESTÀ
La platea di Paolo poteva ben comprendere il significato del concetto dell'adozione romana, mentre spiegava i benefici di cui godiamo come membri redenti della famiglia di Dio. Nell’antica Roma, il padre aveva l’assoluta autorità, chiamata "patria potestà", sui propri figli.L’adozione romana avveniva con un processo in due fasi che trasferiva i figli da una patria potestà a un'altra. 1) Emancipazione. Questo punto includeva una vendita simbolica: il padre naturale, infatti, "vendeva’’ e "riacquistava” il figlio per due volte e alla terza, dopo averlo nuovamente ceduto, non lo ricomprava, estinguendo così i propri diritti di padre. 2) Rivendicazione. In questa fase il padre adottivo presentava il suo caso di adozione al magistrato di turno, il quale trasferiva legalmente la patria potestà sul figlio adottato. Similmente,anche noi siamo stati strappati dalla presa di satana e affidati alla patria potestà del nostro Padre celeste! I benefici dell'adozione romana su cui Paolo si sofferma al cap.8 erano questi:A)L’adottato perdeva qualunque diritto sulla sua vecchia famiglia e acquisiva, oltre a un nuovo padre, tutte le legittime prerogative appartenenti al nuovo nucleo familiare.B)Ereditava o diventava coerede di tutto il patrimonio della casata.C) I suoi eventuali debiti erano estinti con l’eliminazione di ogni documento comprovante: il suo passato non aveva più alcun effetto sulla sua nuova vita.D)Ogni adozione doveva essere sottofirmata da sette cittadini che fungevano da testimoni nel caso in cui la legittimità dell’adottato fosse posta in discussione. Grazie a Dio,“Lo Spirito stesso attesta insieme con il nostro spirito che siamo figli di Dio”(Romani 8:16).Quale benedizione! Lo Spirito Santo,in persona, convalida la nostra appartenenza alla famiglia divina!
Meditazione del 25 ottobre 2024
...cercando il suo Dio ...prosperò (2° Cronache 31:21)
IL PIANO DI DIO PER IL RINNOVAMENTO SPIRITUALE
Oggigiorno, le condizioni nel nostro paese sono simili a quelle nell’antico Israele. Nonostante le infinite benedizioni di Dio, il popolo aveva voltato le spalle al Signore, così quando Ezechia, uomo integro e pìo, salí al trono, mise tutto l’impegno possibile per ristabilire l’Eterno nella Sua legittima posizione di guida del paese. Considera, ora, le quattro cose che fece: 1) Riaprì le porte della casa di Dio. Chiamò accoratamente il popolo a pentirsi e ritornare alla presenza Signore. 2) Sfidò la corruzione e la carnalità. Purtroppo erano diventate uno stile di vita anche tra le autorità e i ministri del Signore. I termini usati erano davvero forti: "«...santificatevi e santificate la casa del SIGNORE, Dio dei vostri padri, e portate fuori dal santuario ogni immondezza»” (2 Cronache 29:5). Riesci a distinguere il parallelo con l'era in cui viviamo? 3) Ristabilì l’importanza e la supremazia della Parola di Dio. “...vennero a purificare la casa del SIGNORE... conformemente alle parole del SIGNORE" (2 Cronache 29:15). Caro pastore, un sermone, la domenica mattina, da solo non farà molto; devi trovare il modo di coinvolgere le persone nella Parola di Dio tutti i giorni. 4) Chiamò il popolo ad adorare Dio. Deve essere stata una scena davvero incredibile! "Tutta l’assemblea s'inchinò, e i cantori cominciarono a cantare e le trombe a suonare; tutto questo continuò fino alla fine dell’olocausto” (2 Cronache 29:28). Gli studiosi del caso ritengono che l’intera nazione sia rimasta per oltre tre ore alla presenza del Signore adorandoLo. Secondo te, l'Eterno benedisse gli sforzi di Ezechia? Ascolta attentamente: “In tutto quello che intraprese ...cercando il suo Dio, mise tutto il cuore nella sua opera e prosperò” (2 Cronache 31:21). Questo, dunque, è il piano di Dio per il rinnovamento spirituale!
Meditazione del 24 ottobre 2024
...Egli ...è il principio... (Colossesi 118)
TU PUOI PORTARE LA PRESENZA DI DIO CON TE (3)
L’Arca del Patto è menzionata, secondo la versione usata, circa 185 volte nelle Sacre Scritture, pertanto, per giustificare tanti riferimenti, deve rivestire un ruolo assolutamente importante. Ogni attività all’esterno del cortile o all’interno del tabernacolo aveva uno scopo ben preciso: preparare e introdurre nel luogo Santissimo alla presenza dell'Iddio vivente. I simboli del Vecchio Testamento, come l’Arca, per esempio, sono specifiche illustrazioni di realtà neotestamentarie. A questo proposito, l’Arca, essendo l’oggetto più importante posto all'interno del tabernacolo, rappresentava l’immagine di quel Gesù che tanto amiamo e serviamo. Egli è il Signore, il supremo e nessuno è pari a Lui. Egli è l’unico degno di tutta la nostra lode! Paolo, parlando del primato di Cristo, così scrive ai fedeli della città di Colosse: “Egli è l'immagine del Dio invisibile, il primogenito di ogni creatura, poiché in lui sono state create tutte le cose che sono nei cieli e sulla terra, le visibili e le invisibili, troni, signorìe, principati, potenze. Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui. Egli è prima di ogni cosa e tutte le cose sussistono in lui. Egli è il capo del corpo, cioè della chiesa; è Lui il principio, il primogenito dai morti, affinché in ogni cosa abbia il primato. Poiché al Padre piacque di far abitare in lui tutta la pienezza e di riconciliare con sé tutte le cose per mezzo di lui, avendo fatto la pace mediante il sangue della sua croce...” (Colossesi 1:15-20). Qualora la tua fede fosse "focalizzata esclusivamente su te stesso”, non potrai percorrere molta strada con Dio, ma se il tuo credo sincero sarà “centrato unicamente su Cristo”, allora ogni benedizione che Egli possiede in cielo, sarà messa a tua completa disposizione qui sulla terra. Pensaci e allora capirai!
Meditazione del 23 ottobre 2024
...Io sono il Signore, il tuo Dio... che ti guida... (Isaia 48:17)
TU PUOI PORTARE LA PRESENZA DI DIO CON TE (2)
L’Arca del Patto rappresentava tre cose per il popolo d'Israele, tre elementi che, anche tu, dovrai dimostrare di ottenere nella tua vita. Osserviamoli singolarmente: 1) Vittoria. Quando il popolo di Dio andava in battaglia, doveva apparire alquanto strano agli occhi dei suoi nemici, poiché i sacerdoti che trasportavano l’Arca camminavano precedendo l’esercito. Molto probabilmente, nel vedere questa scena, i nemici sogghignavano e li burlavano, dicendo: "Ma che cosa fanno? Che ha di tanto speciale quella scatola?’’ Dopo aver subìto, però, una serie di sconfitte cocenti e clamorose, compresero di non aver combattuto contro uomini ma contro Dio. Nel momento in cui sarai in pace con il Signore, Egli camminerà davanti a te e combatterà le tue battaglie. La cosa più rassicurante, però, sarà sapere che finora Dio non è mai stato sconfitto. 2) Guida. Quando gli Israeliti avevano bisogno di imboccare una nuova direzione, Dio parlava loro nel tabernacolo, dove si trovava l’Arca. Essi scoprirono ciò che anche tu conoscerai nel tempo, quando ricercherai la volontà del Signore e ascolterai la Sua voce. Di certo non sbaglierai perché la Sua guida è infallibile: ‘‘...«lo sono il SIGNORE, il tuo Dio, ...che ti guida per la via che devi seguire...»’’ (Isaia 48:17). 3) Prosperità. Questo termine significa semplicemente “avere quanto è sufficiente per compiere la Sua volontà” e, in effetti, questo è quanto Dio ritiene che tu abbia bisogno, né più, né meno. L’arca fu lasciata per un periodo di tre mesi nella casa di un uomo di nome Obed-Edom e tutto ciò che questi possedeva fu largamente benedetto e moltiplicato (cfr.2 Samuele 6:10-12). Ti serve, forse, vincere alcune battaglie, una guida più sicura o una maggiore prosperità? Spendi del tempo con Dio e porta la Sua presenza con te, ovunque tu vada.
Meditazione del 22 ottobre 2024
Le stanghe... non ne saranno sfilate (Esodo 25:15)
TU PUOI PORTARE LA PRESENZA DI DIO CON TE (1)
L’Arca del Patto rappresentava la presenza di Dio in mezzo al Suo popolo. Quando i Filistei ne presero possesso, furono colpiti da malattie tremende e nel momento in cui la collocarono nel tempio, il loro dio Dagon crollò al suolo (cfr. 1 Samuele 5). Qual è la morale di quest'evento? Non è possibile prendersi gioco delle cose di Dio! Quand’anche tu non fossi pronto a servirLo, per lo meno sii saggio e mostraGli rispetto. Quando Israele sconfisse i Filistei, Davide decise di prendere l'arca, simbolo della presenza divina, e portarla a Gerusalemme. Quando Dio la progettò, fece mettere degli anelli ai suoi lati affinché vi potessero passare delle stanghe adatte a sostenerla e a portarla a spalle da dei sacerdoti particolarmente istruiti a questo specifico compito. Qualcuno, però, pensò di risolvere la cosa in un modo migliore ponendola su un carro nuovo trainato da buoi. Non fu certo una buona idea perché, da quel momento, tutto iniziò ad andare per il verso sbagliato. Quando l'Arca, spostandosi, cominciò a scivolare dal carretto, uno dei presenti, in buona fede, si accostò per rimetterla a posto, causando, però, la propria morte per averla toccata! Spontaneamente dirai: "È una reazione esagerata!’’. Da questo fatto possiamo trarre una lezione per quanti vogliono "impacchettare” la presenza di Dio, “venderla'’ o "spostarla inopportunamente”. Chi è qualificato a "portare” la presenza del Signore? Solo i credenti-sacerdoti purificati dal sangue dell’Agnello, lavati dalla Parola di Dio, in comunione alla Sua mensa, quanti Lo adorano all’altare d'incenso e camminano alla luce della verità rappresentata dal candelabro a sette braccia. Via, dunque, i "carretti” moderni! “...Il Signore aggiungeva... alla loro comunità...” (Atti 2:47). Volendo "portare” la presenza di Dio e edificare la chiesa, dobbiamo farlo solo a modo Suo.