
Parole di Vita
Meditazione del 21 settembre 2024
Tutte queste cose ti darò... (Matteo 4:9)
TRE LIVELLI DI ATTACCHI (3)
Eccoci ora al terzo caso, l’attacco riguardante la croce. Osserviamolo attentamente perché questo è certamente il più coinvolgente che Gesù dovette affrontare: “Di nuovo il diavolo lo portò con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria dicendogli: «Tutte queste cose ti darò, se tu ti prostri e mi adori»” (Matteo 4:8-9). Il terzo attacco di Satana era per una vita senza la necessità della croce. In poche parole, consigliava Gesù sull’inutilità della sofferenza che avrebbe dovuto affrontare per compiere il Suo mandato: “Sai, non è necessario che porti quella spaventosa croce: sarà più che sufficiente che Tu t’inchini a me e tutto sarà immediatamente tuo”. Gesù, con decisa autorità, rispose: “«Vattene, Satana»” (Matteo 4:10). Dobbiamo “rifiutare” senza esitazione qualsiasi insegnamento che presenti Dio come un servo in attesa dei nostri ordini o, peggio, come un distributore automatico in cui l’unica cosa da fare è inserire qualche monetina, premere un tasto e ritirare quanto selezionato! Paolo, parlando del suo rapporto con la legge, scrive: “Sono stato crocifisso con Cristo: non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me! La vita che vivo ora nella carne, la vivo nella fede nel Figlio di Dio il quale mi ha amato e ha dato sé stesso per me” (Galati 2:20). Dio ha promesso di benedirti? Assolutamente sì! Questo, però, non significa che non dovrai più soffrire, che nulla mai ti mancherà o che non sarai mai tradito o deluso dagli altri. Gesù disse:"«...se il granello di frumento caduto in terra non muore, rimane solo, ma se muore, produce molto frutto»” (Giovanni 12:24). Hai mai sentito questa strana espressione: “uomo morto che cammina”? Per adempiere la volontà di Dio, devi morire alla tua e farlo quotidianamente. Qualora fossi disposto a metterlo in atto, Dio ti porterà a nuovi livelli di benedizione.
Meditazione del 20 settembre 2024
Allora il diavolo... lo pose sul pinnacolo del tempio (Matteo 4:5)
TRE LIVELLI DI ATTACCHI (2)
Ecco il secondo caso: l'attacco sul pinnacolo del tempio. Soffermiamoci su questa seconda tentazione che Gesù dovette affrontare. "Allora il diavolo lo portò con sé nella città santa, lo pose sul pinnacolo del tempio...”. Qui ci troviamo davanti alla paura di fallire. Satana, con astuzia mielosa, ci sussurrerà: "Attento, ora ti trovi al culmine del successo, ma potresti cadere con grande facilità!”. Egli, con malizia, ci ricorderà i nostri fallimenti passati e riporterà alla nostra memoria gli esempi di quei leader che cadendo si sono bruciati. Ci dirà insinuando: “Nel caso che la gente si rendesse conto di quanto poco sai o delle problematiche interiori con cui stai lottando, pensi che ti rispetterebbero ancora?”. Ci sono due tipi di paure: quelle sane e quelle infide. Il sano timore ti porterà a dipendere da Dio e ti proteggerà dalla presunzione dell’orgoglio e dell’autosufficienza. Infatti, così sentenzia la Parola di Dio: “Perciò, chi pensa di stare in piedi, guardi di non cadere" (1 Corinzi 10:12). Esiste, però, una paura non sana che t’inchioderà sulla barca quando, invece, Gesù ti sta invitando a lasciarla e a camminare con Lui sulle acque. Di sicuro potresti obiettare: “Pietro, però, è quasi annegato!”. Certamente, ma è anche stato l’unico, tra i discepoli, a provare la gioia di camminare sull’acqua! Avere fede non significa non dover mai affrontare il vuoto causato da un senso di sprofondamento. La scelta, ora, è nelle tue mani. Puoi lasciarti sopraffare dal terrore della paura o confidare nel Dio che ti ha chiamato, sostenuto e che ti ha sempre sorretto con la forza necessaria per affrontare ogni difficoltà della vita. Qualora il tuo intelletto e i tuoi talenti fossero le fondamenta della tua sicurezza, allora hai ragione di temere il futuro ma, se al contrario è Dio la base della tua sicurezza, di che puoi avere paura?
Meditazione del 19 settembre 2024
...ordina che queste pietre diventino pani (Matteo 4:3)
TRE LIVELLI DI ATTACCHI (1)
La Bibbia racconta: “Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo" (Matteo 4:1). Questa sembrerebbe essere una procedura piuttosto comune nel comportamento di Dio. Perché? Semplicemente perché, da buon generale, prima di mandarti in battaglia, t’invia in un campo d’addestramento. Prova a immaginare: sveglia all’alba, chilometri di corsa con uno zaino pesante sulle spalle, strisciare carponi sotto un filo spinato mentre i proiettili fischiano sopra il capo, ricevere ordini da autorità superiori che non conosci e che, forse, neppure ti piacciono. Superando, però, la prova, acquisisci il diritto di indossare l’uniforme. Alla soglia del Suo ministero, Dio mandò Suo Figlio in una situazione nella quale avrebbe subìto tre tipi di attacchi, cosa che anche tu dovrai fronteggiare. Osserviamo il primo, uno dei più pratici: l'attacco per le necessità quotidiane, il pane. Gesù aveva bisogno di questo elemento? Sì, infatti non mangiava da quaranta giorni. Egli era consapevole, però, che il Suo bisogno principale era quello del cibo spirituale, non di quello materiale. È per questo motivo che replicò a satana: «..."Non di pane soltanto vivrà l’uomo, ma di ogni parola che proviene dalla bocca di Dio’’» (Matteo 4:4). Quando ti convincerai che Dio si prenderà cura di tutti i tuoi bisogni materiali, comincerai a porre le cose spirituali al primo posto nella tua vita. Fino a che questo non sarà avvenuto, penserai di essere tu a doverti prendere cura di te stesso. Succederà che camminerai con paura e non per fede, ma non è così che Dio vuole che tu viva. «Cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno date in più» (Matteo 6:33). Quando ti ritrovi oppresso dalle preoccupazioni, significa che non confidi in Dio, ma se sei fiducioso, non hai bisogno di angustiarti. La scelta è tua!
Meditazione del 18 settembre 2024
...perdonandovi a vicenda come anche Dio vi ha perdonati in Cristo (Efesini 4:32)
IL PERDONO (2)
La Bibbia esorta: “Siate benevoli... perdonandovi a vicenda come anche Dio vi ha perdonati...". Kristin Armstrong afferma: “Dopo aver perdonato...esci da quel processo... è uno sforzo collaborativo tra la potenza di Dio e il tuo impegno personale. Desistere non è facile come aprire il pugno serrato, sebbene la liberazione, qualche volta, sia immediata. Alcune persone, ad esempio, smettono di fumare di punto in bianco, mentre altre “masticano" nicotina per anni! Le vecchie abitudini sono dure a morire e riacquistare la serenità significa: a) riconfermare il perdono ogni qualvolta l'acredine riaffiora alla mente; b) riappacificarsi quanto prima, permettendo allo Spirito Santo di conquistare stabilmente lo spazio in precedenza occupato dall’amarezza, dai rimpianti e dai pensieri vendicativi; c) abbandonare le amicizie negative il cui unico scopo è ravvivare il tormento delle vecchie ferite. Quando le persone che rifiutano di cambiare vita interagiscono con chi, invece, l'ha fatto, pur rendendosi conto della necessità di un cambiamento, si spaventano. d) Pur essendo la tua salvezza, un atto istantaneo che richiede, però, un preciso impegno verso la santificazione, altrettanto avviene per il perdono: tale atto è sì, immediato, ma t'impegna a lenire le ferite e questo richiede tempo; e) vivere una vita libera dal risentimento e dal veleno dell'incapacità di perdonare è una scelta che ne condiziona tante altre. Ognuna diventa più semplice man mano che ci allontaniamo dalle nostre vecchie abitudini e ci avviciniamo alla luce... Paolo, rivolgendosi ai Galati, scrive: “Cristo ci ha liberati perché fossimo liberi...” (Galati 5:1). Ogni qualvolta “liberiamo” qualcuno dall’aggravio di un peso, noi siamo “liberati” in modo maggiore. Questo è un principio biblico sicuro e supportato dalle promesse delle Scritture.
Meditazione del 17 settembre 2024
Noi amiamo perché Egli ci ha amati per primo (1° Giovanni 4:19)
IL PERDONO (1)
Un autore scrive: "Pensa a una situazione senza possibilità di perdono e considera se ciò che giustifica il rancore ti suoni familiare. a) La collera condiziona anche le emozioni più forti ma, una volta svanita, ti fa temere la valanga emozionale che potrebbe seguirne. b) Il rancore consuma tempo ed energie e non ti permette di conoscere chi veramente tu sia. c) Oramai hai rivisto cosi tante volte “il film” sul tradimento e la sofferenza che puoi conoscerlo a memoria. d) L’idea di proseguire ti spaventa mentre l’infelicità è ormai di casa. e) Chi ti ha recato l’offesa non ha fatto nulla per meritare il tuo perdono. f) Chiuderti nel rancore può sembrarti un aiuto per evitare nuove sofferenze, così nessuno può avvicinarsi". Gesù disse: "«Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio di tuo fratello, mentre non scorgi la trave che è nell’occhio tuo?»” (Matteo 7:3). Un altro autore scrive: “Ho sbattuto la mia testa contro muri e spigoli così tante volte che sono certo di avere la retina danneggiata!” Per liberarti dal rancore considera queste ragioni: a) Lasciarsi alle spalle le sofferenze permette di abbracciare sia il presente, sia il passato. b) Quando non sprechi tempo ed energie ad alimentare un rancore, puoi coltivare idee nuove e salutari. c) Chi ti ha offeso, non può perseverare nel farti del male quando ti liberi dai ceppi e prosegui serenamente la tua vita. d) Nutrire astìo può darti la sensazione di controllare la situazione ma, in realtà, sei tu a essere controllato. e) Quando abbassi le difese, puoi ristabilirti, provare affetto e lasciarti amare. f) Sentirsi adirati può dare un momentaneo piacere, ma guarire è una cosa migliore. g) Dio ci comanda d’amare "...perché ci ha amati per primo”. Sei rimasto aggrappato al risentimento abbastanza; ora è giunto il momento di liberarsene e godere la meravigliosa libertà che proviene dal perdono!
Meditazione del 16 settembre 2024
Il guadagno del giusto serve per la vita, il salario dell'empio serve per il peccato. (Proverbi 10:16)
ISTRUZIONI PER L’USO
Quanta verità c'è in queste semplici parole della Bibbia! Quello che la brava gente guadagna serve per il proprio sostentamento e per qualche piccolo "sfizio". Al contrario, molto di quello che viene accumulato dagli empi viene sperperato nel peccato o (come dice la versione CEI) nei vizi. Il denaro non è né buono né cattivo: dipende da chi e da come viene usato. Può essere un ottimo servo o un pessimo padrone. Uno strumento di vita o una catena mortale che non ti fa dormire e neanche vivere decentemente. Il giusto sa come usare il poco o il tanto che Dio gli consente di guadagnare. Sa utilizzarne una buona parte per la propria famiglia (cfr. 1Tim. 5:8 "Se uno non provvede ai suoi, e in primo luogo a quelli di casa sua... è peggiore di un incredulo") e una percentuale per la chiesa (la famiglia dei credenti). Sa anche come concedersi quei piccoli extra che fanno tanto piacere a lui e ai suoi. Insomma, vive sereno col frutto delle sue fatiche. Invece vediamo intorno a noi tanti "empi" che spendono e spandono in piaceri, vizi ed eccessi che lasciano loro solo rimorsi, mal di testa e profonda insoddisfazione. Tu come lo usi il tuo denaro? Ti serve per vivere bene o per il peccato?
Meditazione del 15 settembre 2024
...quelli che sperano [attendono] nel Signore... (Isaia 40:31)
IMPARA AD ASPETTARE
Il verbo “attendere” può offrire l’immagine di due cose ben distinte: una in forma dinamica e l’altra con un profilo statico.La prima ci presenta la figura di un solerte cameriere che "attende” (provvede) ai nostri bisogni. La seconda, invece, è quella di una richiesta presentata (ma ferma nel mucchio) a una qualsiasi autorità. Guarda caso, però, il successo dipenderà sempre dal nostro approccio e dalla loro disponibilità a soddisfare la nostra richiesta. Poiché il potere è nelle loro mani, bisogna essere pazienti e aspettare. Il guaio è che il nostro problema è duplice. Spesso, vogliamo che sia Dio ad aspettare noi e non il contrario e, non meno importante, non ci piace proprio restare passivamente in attesa! Quando ci rechiamo al lavoro in macchina, ascoltiamo la radio e parliamo al cellulare allo stesso tempo; alcuni riescono addirittura a comporre messaggi telefonici, mettendo in grave pericolo la propria vita e quella altrui. Per rimarcare il contrasto, Vance Havner evidenzia quanto succedeva nel Lontano West quando un viaggiatore perdeva la diligenza: “Pazienza, ce ne sarà un’altra fra tre o quattro settimane!’’. Oggi, purtroppo, non abbiamo nemmeno la tolleranza di attendere che una porta girevole compia tutto il suo giro! Aspettare i tempi di Dio ci porta benefici che null’altro può darci. Eccone alcuni tra i più evidenti: 1) Rivendicazione. “Non adirarti a causa dei malvagi; non aver invidia di quelli che agiscono perversamente. ...Trova la tua gioia nel SIGNORE.. .confida in lui, ed egli agirà” (Salmi 37:1-5). 2) Forza. “Spera [aspetta] nel SIGNORE! ...il tuo cuore si rinfranchi...” (Salmi 27:14). 3) Liberazione. “Ho pazientemente aspettato il SIGNORE... mi ha tratto fuori da una fossa di perdizione..." (Salmi 40:1-2). Giunti a questo punto, rilassati, aspetta Dio ed Egli ti risponderà.
Meditazione del 14 settembre 2024
...istruiti e intelligenti, capaci di stare nel palazzo reale... (Daniele 1:4)
DEVI IMPEGNARTI!
Quando Nabucodonosor sconfisse i Giudei, chiese al capo dei suoi eunuchi di cercare, tra i prigionieri di buona famiglia, i giovani più brillanti e capaci e portarli al suo palazzo. Le qualità che il Re ricercava erano queste: “...di bell’aspetto, dotati di ogni saggezza, istruiti e intelligenti, capaci di stare nel palazzo reale per apprendere la scrittura e la lingua...’’. Daniele colse l’opportunità. Dio lo favorì, però dovette anch’egli impegnarsi! L’amministratore delegato di una delle compagnie più importanti del mondo, lo spiega così: “L’unico modo con cui puoi farti notare, è capire questo semplice principio. Quando il tuo superiore diretto ti pone una domanda, oppure ti affida un progetto chiedendoti di raccogliere delle informazioni, egli conosce già la risposta che sta cercando; vuole solo la conferma che ciò che pensa sia vero. La maggior parte delle persone fa così. C’è però un particolare interessante: devi capire che la domanda che ti è posta, è solo l’inizio. Per elevarti, non devi investire le tue energie solo nel ricercare la risposta ai quesiti ma devi andare oltre. Questo significa presentare al tuo superiore più idee alternative che, forse, lui non aveva neppure considerato. Il tuo obiettivo deve essere sempre quello di offrire un valore aggiunto al progetto, superando le aspettative di chi ti ha impegnato. Questo non vale solo per le domande, ma anche per gli incarichi, le iniziative e qualsiasi altra cosa ti sia chiesta di fare. Quando comprenderai che la domanda è solo il punto di partenza, ti libererai molto in fretta dì quella pila ingombrante di scartoffie: infatti la maggioranza degli impiegati ne rimane invischiata perché non pensa. Quando avrai afferrato questo principio, ti saranno proposti quesiti ancora più complessi e, con il tempo, sarai tu a porre domande agli altri".
Meditazione del 13 settembre 2024
...io so... vedrò Dio... (Giobbe 19:25-26)
IL CREDO DI GIOBBE (2)
Giobbe terminò la sua dichiarazione di fede affermando con sicurezza: "...quando, dopo la mia pelle, sarà distrutto questo corpo, senza la mia carne, vedrò Dio". Quando Cristo ritornerà, le tue secche e misere ossa che riposano in una tomba, saranno sostituite con un corpo glorioso come quello di Cristo e si adempirà, così, la meravigliosa promessa della Parola di Dio: “Rivivano i tuoi morti! Risorgano i miei cadaveri! Svegliatevi ed esultate, o voi che abitate nella polvere!” (Isaia 26:19). Di tutte le religioni presenti sulla terra, il Cristianesimo è l'unico a garantire la resurrezione finale del corpo. Questo perché Cristo, il nostro Signore e Redentore, fu l’unico non solo a promettere di sconfiggere la morte risorgendo dalla tomba, ma a mantenere gloriosamente la Sua promessa. Gioisci, perché quando giungerà il tempo di scendere nel sepolcro, non si tratterà della tua fine. Paolo, sempre rivolgendosi ai credenti della città di Corinto, scrive: “Ecco, io vi dico un mistero: non tutti morremo, ma tutti saremo trasformati, in un momento, in un batter d’occhio, al suono dell’ultima tromba. Perché la tromba squillerà, e i morti risusciteranno incorruttibili, e noi saremo trasformati. Infatti bisogna che questo corruttibile rivesta incorruttibilità e che questo mortale rivesta immortalità... allora sarà adempiuta la parola che è scritta: «La morte è stata sommersa nella vittoria»” (1 Corinzi 15:51-54). Solo in quel giorno la fede darà spazio a questa meravigliosa visione. Quando l'aquilone di un bambino volò talmente in alto da non riuscire più a vederlo, un uomo, che stava lì a guardare, chiese al ragazzo: “Figliolo, come fai a sapere che l’aquilone è ancora lì?”. Il bambino, rafforzando con sicurezza la presa sulla corda, rispose: “So di sicuro che è lì perché lo sento tirare!" E tu, avverti qualche cosa che ti sta attirando verso il Cielo?
Meditazione del 12 settembre 2024
Io so che il mio redentore vive... (Giobbe 19:25)
IL CREDO DI GIOBBE (1)
Il patriarca Giobbe sopravvisse a ulcere, fallimenti finanziari e lutti, uscendone con una fede rafforzata. Osserviamo la professione di fede che era alla base della sua vita: 1) "lo so...”. Quando sei in grado di fare una simile affermazione, rappresenti un’espressione esclamativa in un mondo pieno d’insoluti punti interrogativi. Giobbe non si abbassò a dire: "Mi è stato riferito!”. No! “lo so!" Quanto lui conosceva di Dio, proveniva da esperienze e rivelazioni strettamente personali. È possibile gustare una simile vita? Certamente sì! "Quanto a voi, avete ricevuto l’unzione del Santo e tutti avete conoscenza” (1 Giovanni 2:20). Nel tuo cuore, puoi "sapere” cose su Dio, che non riesci a capire o spiegare completamente. Perché avviene questo? Perché queste cose si possono discernere solo spiritualmente. 2) "...che il mio Redentore vive". Sebbene Cristo non fosse ancora nato, Giobbe vide, in modo vago, il pre-esistente Redentore che le Scritture descrivono come “...il vegliardo...” (Daniele 7:22); Colui al Quale Michea si riferiva dicendo: “...le cui origini risalgono ai tempi antichi, ai giorni eterni" (Michea 5:1). Egli esisteva già prima di venire al mondo e visse più a lungo di chiunque lo volesse morto. Paolo si espresse cosi: “...Essendo ricco, si è fatto povero per voi, affinché, mediante la sua povertà, voi poteste diventare ricchi" (2 Corinzi 8:9). 3) "...e che alla fine si alzerà sulla polvere”. Giobbe percepì quanto visto dal profeta Zaccaria: “In quel giorno i suoi piedi si poseranno sul monte degli Ulivi...” (Zaccaria 14:4). La prima volta Gesù venne per salvare, ma quando ricomparirà, sarà per regnare. S’incarno’ per farsi nostro Redentore, ma quando ritornerà, sarà per annunciare il Suo regno quale Re dei Re. "... aspettando la beata speranza e l’apparizione della gloria del nostro grande Dio e Salvatore, Cristo Gesù” (Tito 2:13).