
Parole di Vita
Meditazione del 28 giugno 2015
L'opera mia è per un re. (Salmo 45:1)
RIPARARE SCARPE PER DIO (II)
Un giorno il ragazzo l'avvicinò e disse: "Ho notato che lei inchioda la suola alla scarpa quand'è ancora bagnata, senza averla prima battuta. Queste suole sono poi ugualmente resistenti?". Con una scrollata di spalle il calzolaio rispose: "No, ma in questo modo le scarpe ritorna.no indietro più presto, ragazzo mio!". Il giovane andò di corsa dal suo maestro, e cercò di fargli capire, quanto tempo avrebbero potuto risparmiare se avessero imitato il loro vicino. Il maestro, che era un cristiano, prese la sua Bibbia e lesse al ragazzo Colossesi 3:23 e poi aggiunse: "Figlio mio io riparo scarpe non solo per il denaro, ma per la gloria di Dio. Se un giorno dovessi mostrare il mio lavoro al Tribunale di Cristo vorrei sentir-mi dire: «Bene hai fatto mio buono e fedele servitore»". Questa fu una lezione pratica che il giovane Ironside non dimenticò mai.
Meditazione del 27 giugno 2015
Qualunque cosa facciate operate di buon animo come per il Signore e non per gli uomini. (Col. 3:23)
RIPARARE SCARPE PER DIO (I)
Qualunque compito faccia un cristiano, lo dovrebbe svolgere con tutta diligenza e coscienza. Il signor Ironside poté apprendere questa verità quand'era ancora ragazzo; lavorava allora presso un calzolaio. Egli aveva il compito di preparare il cuoio per le suole. Questo prima doveva essere tagliato su misura e poi messo a bagno nell'acqua. Poi doveva essere battuto col martello su di una superficie piana fino a che diventasse asciutto e duro. Non era un lavoro leggero, e il ragazzo, avrebbe volentieri evitato questo procedimento. Non lontano dalla bottega, in cui egli lavorava, c'era un altro calzolaio. Spesso, il ragazzo sbirciava dalla finestra, per osservare il suo lavoro. E si accorse che l'uomo toglieva la suola dall'acqua e subito l'inchiodava alla scarpa. Così facendo, risparmiava tempo, ma ingannava il suo prossimo.
Meditazione del 26 giugno 2015
Ma ricordati del tuo Creatore nei giorni della tua giovinezza, prima che vengano i cattivi giorni e giunga.no gli anni dei quali dirai: "Io non ci ho più alcun pia.cere"; prima che la polvere torni alla terra com'era prima, e lo spirito torni a Dio che l'ha dato. (Ecclesiaste 12:3,9)
RIMANDARE, TROPPO TARDI!
Nella nostra vita siamo presi da troppi pensieri e problemi e non abbiamo mai tempo di rivolgere il nostro sguardo al nostro creatore. Il giovane è troppo attratto dalla vita e dai divertimenti per pensare all'eternità, ha tutta la vita davanti, forse quando sarà adulto... L'uomo di mezza età è troppo occupato, preso dal lavoro e dai problemi della vita, forse quando sarà vecchio avrà più tempo... Il vecchio, poi, è troppo debole per poter rivolgere il suo sguardo a Dio, così, arriva la morte ed è troppo tardi. Una massi-ma popolare dice: "Non rimandare al domani quello che puoi fare oggi". Se ciò è valido per questioni giornaliere, diventa imperativo riguardo alla nostra decisione di rivolgere i nostri pensieri al nostro Creatore e lasciare che Lui trasformi la nostra vita, prima che sia troppo tardi. Il salmista ci esorta: "Oggi, se udite la sua voce, non indurite il vostro cuore" (Salmo 95:8). Oggi è il giorno propizio per fermarci, riflettere, prendere la giusta decisione ed accettare l'invito, il perdono e la grazia di Dio.
Meditazione del 25 giugno 2015
Iddio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unigenito figliuolo affinché chiunque crede in Lui non perisca ma abbia vita eterna. (Giovanni 3:16)
AL SICURO TRA LE BRACCIA DI DIO
Noè aveva circa 480 anni, quando gli fu ordinato di costruire un'arca, e circa 600 anni quando Dio gli ordinò di entrarvi ed essere risparmiato dal diluvio insieme alla sua famiglia (Genesi 7:10-16). Era giunto il tempo che Dio doveva aprire le cataratte del cielo e mandare sulla terra una pioggia di dimensioni spaventose a causa del peccato dell'uomo. Questo fenomeno sconvol.se tutta la morfologia terrestre, gli uomini ed ogni forma di vita morirono ma Noè era al sicuro, "Dio lo aveva chiuso nell'arca". Egli non dipendeva più dalle sue capacità per tenere la porta della grande barca chiusa, l'Eterno stesso gli aveva dato istruzioni per la costruzione del galleggiante ed era Lui stesso a tenerla ermeticamente chiusa, così Noè trovò salvezza nella barca costruitasi in 120 anni. E' altresì vero che questa figura ci rappresenta l'amore di Dio che opererà in favore della Chiesa, un mira.colo ancora più glorioso per mezzo del figliuolo Gesù Cristo, "l'Arca", nel giorno che la sua ira sarà manifestata sulla terra. Allora tutti i credenti che avranno posto la loro fiducia in Lui, si troveranno al sicuro, perché Gesù è l'autore della vita mentre la porta della Grazia si chiuderà per lasciare fuori dalla salvezza coloro che hanno rigettato l'invito di Dio, e non sarà più l'acqua a distruggerli ma il fuoco, che darà sofferenza atroce per l'eternità.
Meditazione del 24 giugno 2015
"Cercate l'eterno mentre lo si può trovare". (Isaia 55:6)
RICERCHE
Non dire sono ateo, dì piuttosto: non ho ancora trovato Dio, è più giusto e più reale, più logico. Come tu sai, per scoprire i microbi, gli atomi, si adotta il metodo della ricerca. La ricerca, fino al gior.no della scoperta, era fondata sulla supposizione o sul dire di qualcuno. Finalmente venne il giorno del ritrovamento. È logico che gli atomi ed i microbi preesistevano già. Ma solo per arrivare a quel risultato ci volle la ricerca, la costanza e la consultazione di documenti, di testimonianze che man mano erano raccolte in opere scritte. Ci fu un lavorio e la speranza, la costanza, infine, fu coronata dal successo. Tu, hai già adottato il principio della ricerca? Se sì, da quando ti sei messo d'impegno per cercare Dio? Se non l'hai ancora trovato non è giusto adoperare questo ripiego: Dio non c'è! Questo vuol dire schivare l'impegno della ricerca. Prendi per buona regola il seguente motto: "chi cerca, trova!" Dove cercare? Nella Bibbia! Li dove Dio afferma: "Io sono stato ricercato da quelli che prima non chiedevano di me, sono stato trovato da quelli che prima non mi cercavano" (Isaia 65:1).
Meditazione del 23 giugno 2015
Gesù si recò in Galilea, predicando l'Evangelo di Dio e dicendo: "Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino! Ravvedetevi e credete all'Evangelo". (Marco 1:14-15)
CONVERSIONE
Il ravvedimento, secondo Gesù è totale conversione o un dietro.front completo. Quindi non è l'abbandonare solo qualche peccato. Molti commettono quest'errore. Un uomo che è stato un ubriacone può anche non bere più. Abbandonare un peccato non è ravvedimento; eliminare un vizio è come tagliare un solo ramo da un albero quando l'intero albero dovrebbe essere abbattuto. Un peccatore può anche non bestemmiare (cosa ottima in verità), ma ciò non significa ravvedimento dal peccato, quindi non è l'opera di Dio nell'anima, ma si potrebbe invece chiamare una buona intenzione umana. Quando Iddio opera Egli taglia l'intero albero e fa una nuova creatura capace di quel dietrofront di cui parla Gesù: ravvedete.vi! Solo così potrai dire che hai una salvezza completa e far fronte agli attacchi del male che nella nostra debolezza, molto spesso, soccombiamo.
Meditazione del 22 giugno 2015
"L'anima mia si acquieta in Dio solo." (Salmo 62:1) "Egli muta la tempesta in quiete." (Salmo 107:29)
QUIETE
Per nove mesi, il battito del cuore materno, ha caratterizzato la vita del bambino. A questo tonfo ripetuto, egli è diventato ogni giorno più grande, più completo. A questo battere continuo, sì è addormentato e si è risvegliato. Non aveva la luce a confortarlo, tutto quello che lo rendeva sicuro e tranquillo era il rumore del battito. E poi all'improvviso, questa piccola vita, si ritrova catapultata fuori e tra tutti gli stimoli che lo circondano e quello che in realtà ricerca è di poter udire ancora il battito materno. Questo suo bisogno spiega la ragione per cui, il neonato deve essere spesso tenuto in braccio, senza timore di viziarlo, proprio per farlo sentire al sicuro. Anche la Bibbia ci dà un'immagine di questo. Nel salmo 131 è scritto: "Come un bimbo divezzato sul petto della madre tale è l'anima mia Signore". Nel reparto di neonatologia, un giova.ne dottore, registrò il battito del cuore umano, e per fare addormentare i suoi ospiti, faceva ascoltare questa registrazione con un altoparlante, ottenendo dei buoni risultati. Anche un credente, a volte, può sentirsi smarrito. Quando cambiano delle realtà attor.no a lui, quando perde dei punti di riferimento, l'unica cosa che può ridargli la pace, è riascoltare il cuore paterno di Dio che pulsa amore per lui. Caro lettore, hai tu sperimentato la calma che viene nell'acquietarsi e riposare fiduciosi sul "petto di Dio"?
Meditazione del 21 giugno 2015
"Le cose che si vedono sono per un tempo, ma quel.le che non si vedono sono eterne." (2 Cor. 4:18)
QUELLO CHE VEDO, VOGLIO!
L'era del consumismo in cui viviamo trasmette un'infinità di messaggi inculcando nella mente delle persone l'idea che nel mondo si vive una volta sola. E' meglio godere tutto e presto, quindi chi si ferma è perduto. Così ci si ritrova a correre a destra e a sinistra per ottenere cose delle quali magari dopo ci stanchiamo pure! Se posi lo sguardo su tutto quello che desideri per la tua vita oggi, allora la tua lista è limitata e destinata a smentire o deludere le tue aspettative, perché ti accorgerai che ogni cosa che otterrai prima o poi finirà di essere. Tutto ciò che noi desideriamo oggi, può essere a nostro vantaggio materiale se sappiamo trarne dei benefici, ma finirà. Dio però ha messo nel cuore dell'uomo il pensiero dell'eternità e mandando il Suo figliolo Gesù a morire per i nostri peccati ci ha aiutato ad ottenerla. Un giorno i miei occhi hanno fissato il cielo e il mio cuore ha gridato: "Gesù, voglio Te". Ora so di aver ottenuto la salvezza eterna della mia anima; e tu, puoi dire lo stesso?
Meditazione del 20 giugno 2015
Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; ravvedetevi e credete all'Evangelo. (Marco 1:15)
QUANTO TEMPO DIAMO A DIO
Il tempo, nel suo inesorabile scorrere, ha segnato la nascita del-l'uomo e il suo percorso in questa terra. Però non sempre l'uomo ha saputo gestire bene il suo tempo. Anzi oggi più che mai, l'uomo è vittima e schiavo del tempo che continua a scorrere, senza concedere un attimo di riposo. Non c'è tempo per una pausa di riflessione; in un mondo dove tutto è veloce, in questo correre frenetico, stiamo perdendo il meglio di noi. Cosa si può fare per recuperare il nostro equilibrio? Proviamo a riservare uno spazio che sia totalmente nostro, riscoprendo così quanto tempo dedichiamo a Dio: per conoscerlo e costruire un rapporto di fede vera con Lui. Egli ha creato il tempo, ci ha dato la vita che viviamo ed è intervenuto in nostro soccorso mandando il Suo Figliolo, che c'insegna a dare la giusta importanza al tempo. Nel Vangelo Gesù consiglia: "Cercate prima il regno e la giustizia di Dio...e non siate con ansietà solleciti di cosa alcuna... perché basta ad ogni giorno il suo affanno".
Meditazione del 19 giugno 2015
E voi guardatevi bene da ciò ch'è votato all'interdetto, affinché non siate voi stessi votati allo sterminio,prendendo qualcosa d'interdetto, e non rendiate maledetto il campo d'Israele, gettandovi lo scompiglio. (Giosuè 6: 18)
QUANDO C'È MALEDIZIONE
Quando il popolo d'Israele disubbidiva al Signore prendendo qualcosa d'interdetto, cioè di maledetto, dal popolo vinto, essi attiravano su di sé questa maledizione, che non permetteva loro più di vincere altre battaglie, perché Dio si allontanava da loro a causa del peccato. Allo stesso modo ogni volta che noi introduciamo nel nostro cuore "dell'interdetto", cioè lo stesso modo di agire di coloro che non temono Dio, attraverso: "Fornicazione, impurità, desideri cattivi" (Colossesi 3:5), gettiamo scompiglio nella nostra vita e nelle nostre case, attirandoci la maledizione. Dio che è Santo e giusto non può tollerare il peccato... quindi si allontana da noi, cosa dobbiamo fare allora? Oltre a confessare il nostro peccato, dobbiamo toglierlo dal nostro cuore affinché Dio possa tornare a benedirci. "Vestitevi dunque: di sentimenti di misericordia, di benevolenza, d'umiltà, di mansuetudine e di pazienza (Colossesi 3: 12.9).