
Parole di Vita
Meditazione del 12 luglio 2024
Tutti insieme cominciarono a scusarsi (Luca 14:18)
VAI AVANTI, MENTRE LA PORTA È APERTA
Gesù raccontò la storia di un uomo, del suo banchetto e dei numerosi invitati. Ecco alcune delle loro scuse per declinare l’invito: “Ho comprato un campo”; “Ho comprato cinque paia di buoi”; “Ho appena preso moglie”. Il padrone di casa infine prese una decisione: “Nessuno di quegli uomini che erano stati invitati assaggerà la mia cena” (v.24). Forse pensi di essere diverso, di avere davvero delle ottime scuse per dire di no a Dio. Ma vale la pena lasciare incompiuto il tuo destino per quelle scuse? Dio ti parla e quando lo fa è il momento della verità! Che cosa ti sta chiedendo? Che cosa ti fa esitare? La paura dì sbagliare? Di essere criticato? Spesso la paura si presenta con l’aspetto di una scusa. Ogni volta che vacilli e fai un passo indietro, aggiungi un mattone al muro che infine ti impedirà di realizzare il destino che Dio aveva preparato per te. L’autore John Mason sostiene che “l’occasione spesso sfuma mentre si decide come muoversi”. Quindi se Dio ti sta parlando, stringi la Sua mano e muoviti per fede. Non puoi controllare la direzione del vento, ma per grazia di Dio, puoi regolare le vele perché ti conducano dove devi andare. George Washington Carver, famoso educatore e scienziato, scrisse: “Il novanta per cento dei fallimenti riguarda persone abituate a trovare scuse”. Ricorda, l’occasione è un visitatore di passaggio, non dare per scontato che tornerà anche domani. Ora è il tempo, vai avanti, mentre la porta è aperta!
Meditazione del 11 luglio 2024
Cercava di vedere chi era Gesù (Luca 19:3)
RISTABILIRE LE PERSONE DISTRUTTE (2)
Dice la Bibbia: "Zaccheo era capo dei pubblicani ed era ricco, cercava di vedere chi era Gesù... allora corse avanti e salì sopra un sicomoro, perché [Gesù] doveva passare di lì” (v2-4). La storia di Zaccheo ci mostra che i ricchi possono essere distrutti tanto quanto i poveri. Il perché lo siano è legato al modo in cui si sono arricchiti. Se violi la tua coscienza, sarà molto difficile avere stima di te stesso. Se baratti i tuoi valori fondanti per soldi, il tuo successo avrà i piedi d’argilla e il tuo senso di colpa sarà un macigno. Ecco ciò con cui aveva a che fare Zaccheo. "Signore... se ho frodato qualcuno di qualcosa gli rendo il quadruplo” (v8). Se è così che ti senti, ascolta le tre risposte che Gesù diede a Zaccheo: 1. Fa in fretta, "presto”. Non rimandare di un solo istante la tua salvezza. L’eternità può essere vicina, basta un battito irregolare... Non giocare d’azzardo con la tua anima, mettiti a posto con Dio ora che puoi farlo. 2. “Scendi”. Sii umile. Inginocchiati ai piedi di Colui che ti ama e ha dato la Sua vita per la tua redenzione. Non importa quanto grave sia il tuo fallimento. 3. “Oggi debbo fermarmi a casa tua”. Gesù non intendeva una sosta passeggera, ma una residenza definitiva. Non vivere un altro giorno senza Cristo nel tuo cuore, che vive nel tuo cuore, dirige i tuoi passi e si prende cura di ogni tua situazione.
Meditazione del 10 luglio 2024
[Gesù] doveva passare per la Samaria (Giovanni 4:4)
RISTABILIRE LE PERSONE DISTRUTTE (1)
Perché mai la Bibbia tiene a specificare che Gesù “doveva passare per la Samaria”? Per redimere una donna distrutta, chiamata però ad annunciare per la prima volta il vangelo in Samaria. Immagina la situazione in cui si trovò Gesù: caldo soffocante, un lungo viaggio a piedi e l’ostilità dei Samaritani, radicata in un’antica animosità coi Giudei. All’epoca le donne si coprivano il volto in pubblico e non potevano parlare con uomini estranei. La donna in questione era sulla bocca di tutti in paese per via dei suoi cinque divorzi. Dunque, perché mai Gesù “doveva passare per la Samaria”? Perché aveva scorto in lei un diamante grezzo. Guardò oltre i suoi problemi, per valorizzare le potenzialità in lei presenti per il Suo Regno. Dice la Bibbia: “Molti Samaritani... credettero in lui a causa della testimonianza resa da quella donna” (v39). È una lezione significativa. Non era il programma a dettare le scelte di Gesù, ma la volontà di Dio e i bisogni delle persone ferite. Ed era disposto a cambiare direzione, a modificare il programma, a rompere le tradizioni e aprire nuove strade per farlo. Ascoltiamo cosa disse Gesù alla fine: “Non dite voi che ci sono ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ebbene vi dico, alzate gli occhi e guardate le campagne come già biancheggiano per la mietitura" (v35- 36).
Meditazione del 09 luglio 2024
Abbiano in bocca le lodi di Dio e una spada a due tagli in mano (Salmo 149:6)
ADOTTA LA "STRATEGIA DELLA PREGHIERA"
Potremmo paragonare la vita cristiana ad un campo di battaglia, con un nemico da battere ogni giorno. Dio ci ha dato le strategie per vincere e la preghiera di lode è una di esse. La tribù di Giuda guidò l’esercito di Israele in battaglia. “Giuda” significa “Lode al Signore”. Anche tu, quando affronti una battaglia, fallo con “in bocca le lodi del Signore" ed Egli ti guiderà. È la "strategia della preghiera” che fece crollare le mura di Gerico e provocò la morte dei nemici di Giosafat ancor prima che la battaglia iniziasse (2 Cronache 20). Significa decidere di lodare Dio di fronte a circostanze difficili e focalizzare l’attenzione su di Lui e non sui problemi. Tu forse ti sentirai non all'altezza, ma Dio lo è! Non ti sentirai capace, ma Lui lo è! Ricorda a Dio le promesse che ti ha fatto. Nulla lo spinge ad agire più della lode dei Suoi figli che, nelle avversità, innalzano il Suo nome e Gli ricordano le promesse fatte. Disse Gesù: 'lo ti darò le chiavi del Regno del cieli' (Matteo 16:19). La lode spinge Dio ad Intervenire, ad usarsi dl noi. Cerca anche di pregare insieme ad altri (Matteo 18:19), moltiplica l'impatto davanti al Trono di Dio. Dice la Bibbia: "Verso la mezzanotte Paolo e Sila, pregando, cantavano Inni a Dio... ad un tratto... tutte le porte si aprirono" (Atti 16:25-26). Dunque, la parola per te, oggi, è: adotta la strategia della preghiera!
Meditazione del 08 luglio 2024
Io so i pensieri che medito per voi... pensieri di pace... per darvi un avvenire e una speranza (Geremia 29:11)
NELLE CRISI, ESSERCI (4)
Ancora qualche suggerimento utile: 1. Incoraggiate ad agire. A volte tendiamo a sostituirci alla persona che stiamo aiutando, rendendola dipendente da noi e minando proprio quella fiducia in sé che potrebbe rafforzarla. Disse uno psichiatra: “Dobbiamo fare per gli altri ciò che non riescono a fare da soli, ma non dobbiamo fare per loro ciò che non faranno da soli”. Diventare dinamici è un’arma contro la disperazione e l’impotenza. Incoraggiare delle ragionevoli azioni concrete allena i muscoli emotivi e spirituali. Aiutarli a valutare le proprie azioni e valorizzare i loro sforzi, ricostruisce la fiducia. Nei casi in cui la crisi sia legata a perdite irreversibili (morte o divorzio), l’impegno di vivere un giorno alla volta, adeguandosi man mano al cambiamento, è già un’azione sufficiente. 2. Trasmettete speranza. A volte sembra non esserci luce in fondo al tunnel, le sofferenze sembrano non avere fine. C’è bisogno di speranza. La speranza dà sollievo, basato sulla convinzione che le cose miglioreranno, e dona l’energia per affrontare la crisi. La Bibbia è un libro di speranza, ci sostiene quando ci sembra di vivere “il peggior momento della nostra vita; senza apparente via d’uscita’’. 3. Stabilisci un supporto nel tempo. Le crisi difficilmente si risolvono all’istante. Le cose potrebbero tornare presto alla normalità, ma sono frequenti delle ricadute nella tristezza, nel senso d’impotenza, nella solitudine. Le parole possono certo dare conforto e speranza, ma è il tuo interesse sincero e costante che aiuta le persone a conservare la loro fede e a fare progressi!
Meditazione del 07 luglio 2024
Mediante la consolazione con la quale siamo noi stessi da Dio consolati, possiamo consolare quelli che si trovano in qualunque afflizione (2° Corinzi 1:4)
NELLE CRISI, ESSERCI (3)
Durante i periodi di crisi, fatichiamo a scorgere le risorse messe a disposizione da Dio. Sono risorse di tre tipi: 1. Risorse spirituali. “Dio è per noi un rifugio e una forza, un aiuto sempre pronto nelle difficoltà” (Salmo 46:1). Questo Dio "sempre pronto” illumina il buio e il caos in cui siamo. Il Suo amore è la sorgente di ogni consolazione (2 Corinzi 1:3). La Sua presenza sfida la nostra solitudine e la Sua forza affronta la nostra debolezza. 2. Risorse personali. Nei periodi di crisi, le persone dimenticano i doni e le capacità ricevute da Dio, tra cui la fede, le varie abilità, la memoria dei traguardi già raggiunti, le abitudini che fortificano, le loro motivazioni. Aiutandole a ricordare, le incoraggiamo a riappropriarsi della loro forza. 3. Risorse interpersonali. La maggior parte delle persone ha già una rete relazionale di supporto, dev’essere solo attivata: ci sono familiari, amici, colleghi e vicini disposti ad aiutare se li si coinvolge. Esistono anche aiuti istituzionali per l’assistenza medica, economica e materiale. Anche la chiesa può concretizzare il “grande comandamento” in modi diversi (Matteo 22:36-39). La comunità può pregare, raccogliere denaro e organizzare un’assistenza pratica, come preparare dei pasti, aiutare coi bambini, il trasporto, etc. Le persone sono riluttanti a chiedere aiuto per imbarazzo e pensano di dover gestire in autonomia i propri problemi e che “accettare la carità” sia sbagliato e da falliti. Aiutiamoli a capire che gli altri sono felici di aiutare e, che un giorno, loro stessi potranno “consolare chi si trova in afflizione".
Meditazione del 06 luglio 2024
Portate i pesi gli uni degli altri (Galati 6:2)
NELLA CRISI, ESSERCI (2)
Lo scopo dovrebbe essere aiutare le persone ad affrontare le loro crisi, perché ne escano più mature e forti. Bisogna abbassare il loro livello di paura ed aiutarle a tornare alla normalità. Ecco come: 1. Stabilendo un contatto con loro. Le persone davvero in crisi tendono a chiudersi e a non chiedere aiuto. Dovrai essere tu a fare il primo passo, mostrando comprensione e interessamento sincero. Non serve essere dei professionisti, due semplici passi possono fare la differenza: ascoltare con attenzione e mantenere il contatto visivo. Due atteggiamenti semplici che faranno sentire accolti e valorizzati. 2. Favorendo la riduzione dell’ansia. Una presenza calma può abbassare il loro stress; incoraggiali a parlare di ciò che li preoccupa e offri speranza. Chi è in crisi ha spesso una visione distorta ed oltremodo pessimistica della situazione, quindi puoi suggerire con discrezione delle prospettive nuove, “posso suggeriti un altro modo di guardare le cose?” Ogni volta che è possibile farlo, offri speranza per il domani, “capisco che sia duro, ma con l’aiuto di Dio io credo che tu possa farcela”; e una promessa Biblica su cui fondare tale speranza (Geremia 33:3). 3. Focalizzando il problema effettivo e centrale. Durante le crisi, le persone vengono sopraffate da una miriade di fattori che generano confusione, possibili problemi e decisioni da prendere. Aiutandoli a capire che cosa va affrontato per primo, quale problema va subito risolto e quale può attendere, si aiuta ad alleggerire l’angoscia. Invece di discutere sul passato o di preoccuparsi del futuro, concentrarsi sul presente aiuta a fare dei passi concreti, riduce l’ansia e rende capaci di affrontare meglio la crisi.
Meditazione del 05 luglio 2024
Chi fa opere di misericordia, lo faccia con gioia (Romani 12:8)
NELLE CRISI, ESSERCI (1)
A volte diciamo: “Non è una mia responsabilità, non mi faccio coinvolgere”. Gli psicologi definiscono "distacco compassionevole” questa tendenza ad evitare di aiutare chi è in difficoltà. Le motivazioni potrebbero essere il disagio che ne verrebbe, la volontà di proteggere se stessi o l’indifferenza; comunque sono sbagliate. “Esserci” significa dimostrare coi fatti l’amore per Dio e per il prossimo. Per aiutare bisogna distinguere tre tipologie di crisi: 1. Crisi accidentali, legate alle circostanze esterne. Pensiamo ad esempio a minacce improvvise per il benessere in generale, ad eventi di disturbo, perdite inattese, malattie serie, la morte di un familiare, la perdita dei mezzi di sostentamento o della sicurezza. Giobbe sperimentò tutte queste cose contemporaneamente e sì chiese perché Dio lo stesse permettendo. 2. Crisi legate ai cambiamenti. Accadono quotidianamente, cambiare casa, andare all’università, il matrimonio, la nascita dei figli, la pensione, l'invecchiamento, la salute che si indebolisce, la perdita degli amici; Abramo e Sara cambiarono spesso residenza,sopportarono anche anni di sterilità e tensioni familiari, compresa la sfida derivante dal sacrificio di Isacco. 3. Crisi esistenziali. Forse ci vediamo come un fallimento quando fronteggiamo verità scomode su noi stessi? Un divorzio o la morte del coniuge, la scoperta di un male incurabile, l’essere rifiutati a causa di razza, classe sociale; o il renderci conto di essere ormai troppo vecchi per poter realizzare i nostri obiettivi di vita. Chi davvero vuole aiutare, lo fa con misericordia, cercando di capire, di farsi coinvolgere ed incoraggiando; tiene gli occhi aperti e lo fa "con gioia”.
Meditazione del 04 luglio 2024
Signore, e lui? (Giovanni 21:20)
GUARDA A GESÙ, NON ALLE PERSONE
La Bibbia dice: “Pietro, voltatosi, vide venirgli dietro il discepolo che Gesù amava; quello stesso che durante la cena stava inclinato sul petto di Gesù e aveva detto: “Signore, chi è che ti tradisce?”. Pietro dunque, vedutolo, disse a Gesù: “Signore, e lui?” “Gesù gli rispose: “Se voglio che rimanga finché io venga, che t’importa? Tu, seguimi.” Per questo motivo si sparse tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto; Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: “Se voglio che rimanga finché io venga, che t’importa?” (versi 20-23). Quando Pietro chiese a Gesù: "Signore, e lui?”, si riferiva all’apostolo Giovanni, che godeva di un rapporto particolarmente stretto con Cristo. Gesù gli rispose: “Togli gli occhi da Giovanni e tienili su di Me. Seguimi e anche tu avrai una stretta relazione con me”. Le persone ti deluderanno, proprio come tu le deluderai. Ma Gesù non ti deluderà mai, se tieni gli occhi su di Lui e Lo segui. Anche con le migliori intenzioni, le persone ti daranno cattivi consigli e tu darai loro cattivi consigli. Ma Gesù non lo farà. Non conosce semplicemente la via, Egli dice: “lo sono la via” (Giovanni 14: 6). E anche: “Chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita” (Giovanni 8:12). Quindi la parola per te oggi riguarda uno dei principi cardine della vita Cristiana: distogli gli occhi dalle persone e guarda a Gesù.
Meditazione del 03 luglio 2024
Le tue orecchie udranno dietro a te una voce che dirà: questa è la via; camminate per essa (Isaia 30:21)
CHIEDI A DIO UN PIANO STRATEGICO
Gesù comprese il piano strategico di Dio per la Sua vita, la redenzione dell’umanità e visse ogni giorno alla luce di esso. Alla fine della sua vita potè dunque pregare: “lo ti ho glorificato sulla terra, avendo compiuto l’opera che mi tu mi hai data da fare” (Giovanni 17:4). La pianificazione strategica è fondamentale per il successo in qualsiasi impresa. E come figlio redento di Dio, la tua strategia dovrebbe venire da Dio, altrimenti le pressioni e le persone possono spingerti nella direzione sbagliata. Gesù avrebbe potuto essere disorientato e sviato dalle richieste della folla e dalle opinioni errate dei Suoi discepoli. Come lo evitò? Grazie alle notti passate in preghiera e agli incontri prima dell’alba con Suo Padre, ricercando la guida. Gesù visse secondo questo principio: “Il Figlio non può da se stesso far cosa alcuna, se non ciò che vede fare al Padre; perché le cose che il Padre fa, anche il Figlio le fa ugualmente... come odo, giudico; e il mio giudizio è giusto, perché cerco non la mia propria volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato” (Giovanni 5:19-30). Quando cerchi un piano per la tua vita, il primo libro che dovresti leggere è la Bibbia. Non adottare il piano di qualcun altro, a meno che Dio ti dica di fare la stessa cosa, o finirai con l’essere frustrato. Chiederai: “Intendi che Dio ha una strategia e un piano per la mia vita e che me lo rivelerà?” Sì, è così. “Le tue orecchie udranno dietro a te una voce che dirà: Questa è la via; camminate per essa!”.