
Parole di Vita
Meditazione del 28 dicembre 2015
I farisei si recarono colà e si misero a disputare conLui, chiedendogli, per metterlo alla prova, un segno dal cielo. (Marco 8:11)
UN SEGNO
Gli uomini religiosi del tempo di Gesù non credevano che Lui era il Messia annunciato dai profeti e cercavano di metterLo alla prova con delle domande ambigue per screditarLo e riscontrare delle contraddizioni, ma Gesù che leggeva nei loro pensieri non cadeva certo nella loro trappola. La situazione, oggi, non è molto diversa, tutti accusano Dio delle malvagità che accadono nel mondo (questo: essi dicono, ci fa dubitare che Dio esiste) e non si rendono conto che tutto ciò è solo conseguenza del peccato e della malvagità dell'uomo. Molti, perciò, chiedono dei segni per poter credere che Dio esista, altri lo fanno per poter soddisfare dei desideri umani o solo per curiosità. Come al tempo di Gesù: le opere che Egli faceva erano già un segno della Sua Divinità, ma loro non lo capirono... allo stesso modo avviene ai nostri giorni. Noi possiamo scoprire molte verità spirituali leggendo la Bibbia, saremo illuminati e riusciremo a scoprire molti segni evidenti e reali dell'autenticità di Dio, del Suo amore per l'umanità e del Suo interesse a stabilire una relazione intima con coloro che Lo accettano.
Meditazione del 27 dicembre 2015
E ciascuno siamo membra l'uno dell'altro (Romani 12:5)
RENDERE CONTO (2)
Tale concetto è stato talmente abusato, trasformato in qualcosa di degradante, umiliante. La sottomissione autentica è protezione e intenzionale disponibilità a considerare i desideri degli altri prima dei propri. Dio ha messo altre persone al nostro fianco per vedere cose di noi stessi che noi non vediamo, per incoraggiare, per edificare, per correggere, amare e proteggere, ma noi continuiamo a vivere il rendere conto gli uni agli altri come una stampella e la sottomissione come una debolezza. La sottomissione è una forza imbrigliata, una forza controllata che nasce dall'obbedienza al comando di Dio: "Sottomettetevi gli uni agli altri nel timore di Cristo" (Efesini 5:21). Gesù Cristo si è sottomesso volontariamente alla volontà del Padre. Ha deposto la Sua vita, mettendo da parte i Suoi desideri e i Suoi sogni. Da quella completa sottomissione è scaturita la più grande vittoria che una vita arresa possa ottenere. Quando noi ci sottomettiamo volontariamente a Dio e scegliamo di rendere conto ad altri, possiamo sperimentare una libertà e una potenza mai conosciuta prima.
Meditazione del 26 dicembre 2015
E ciascuno siamo membra l'uno dell'altro (Romani12:5)
QUANTO PESA IL PECCATO?
La nostra disponibilità a rendere conto ad altri del nostro operato è strettamente collegata alla nostra disposizione verso la sottomissione. Abbiamo sempre bisogno di essere collegati ad altri, per ricevere direzione e per fornire indicazioni. Potremmo ritrovarci su un sentiero sbagliato o imboccare una strada diversa, dietro una svolta inaspettata. Per questo dobbiamo rimanere in contatto con Dio e con coloro verso i quali dobbiamo rendere conto. Nelle nostre relazioni fraterne, il rendere conto gli uni agli altri viene spesso vissuto come un giubbotto che limita la nostra libertà di espressione e pone degli ostacoli a coloro che "marcia.no secondo un diverso ritmo". In realtà è vero l'opposto. Il rende.re conto ci permette di crescere e cambiare e rappresenta una parte importante delle nostre relazioni. Quando noi volontariamente ci rendiamo disponibili a rendere conto del nostro operato ad altri, creiamo una barriera protettiva che nel lungo corso frutta in termini di confini e di parametri comportamentali che non dovrebbero essere oltrepassati. A essere del tutto onesti, la maggior parte di noi non ha molta esperienza nel campo di rendere conto ad altri del proprio operato e delle proprie scelte, perché ciò implica una volontaria sottomissione gli uni agli altri.
Meditazione del 25 dicembre 2015
Ecco, io, sto alla porta e picchio; se uno ode la mia voce ed apre la porta, Io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli meco. (Apocalisse 3:20)
IL SIGNORE È ALLA PORTA
Per chi non conosce ancora il Salvatore questo messaggio di Cristo alla Sua Chiesa, rappresenta uno stimolo anche per quelli che non hanno accettato il Vangelo. Ma esso è indirizzato soprattutto ai credenti che vivono l'ultima fase della storia della Sua Chiesa. Dio nel Suo amore mette ciascuno in guardia contro la propria autosufficienza e la propria giustizia, che addormentano la coscienza e chiudono il cuore agli avvertimenti della Sua Parola. Gesù dice: "Tutti quelli che amo io li riprendo e li castigo; abbi dunque zelo e ravvediti". Lasciamoci riprendere e convincere di tiepidezza di cecità, di povertà e questo permetterà al Signore di arricchirci della Sua grazia. Apriamo la porta del nostro cuore al Figliuolo di Dio, Egli desidera cenare con noi per farci partecipi d'una allegrezza perenne; ci rivelerà i suoi pensieri, ci comunicherà le Sue ricchezze, trasformerà la nostra vita come l'ha promesso. Abbiamo dunque zelo e ravvediamoci! (Apocalisse 3:19).
Meditazione del 24 dicembre 2015
Il segreto dell'Eterno è per quelli che lo temono, edEgli fa loro conoscere il suo patto. (Salmo 25:14)
I SEGRETI DI DIO
Iddio non rivelerà mai i propri segreti ai suoi nemici, mai! Se l'uomo persiste nella sua vita di peccato non potrà conoscere la "dottrina" di Dio. Potrà sembrare un linguaggio misterioso e incomprensibile quel che noi ti presentiamo come meditazione giornaliera, ma in realtà, il verso biblico, alla luce d'altre scritture, è molto semplice. Nei Vangeli, molti dei discorsi di Gesù hanno un sapore di mistero per i suoi ascoltatori: osservate le parabole e le allegorie (paragoni), ma ai suoi discepoli spiega in privato ogni mistero. Egli dice: "Io non vi chiamo più servi, ma amici!". Gli amici conoscono, se sono veri amici, ogni segreto dell'altro e quindi Gesù spiegava ai suoi discepoli le cose "segrete". Allo stesso modo: Dio ha donato a Davide la sua amicizia e lui la godette tutta la vita... Ciò è, e sarà per tutti quelli che Lo temono. Andate a leggere in (Genesi 18:17), quando Dio volle parlare con Abramo: disse fra Se medesimo: "Celerò Io ad Abramo quel che sto per fare?". Il risultato fu che Abramo, per l'amicizia che aveva con Dio, cambiò perfino gli intenti e decisioni del Padre celeste. Quelli che si arrendono a Dio hanno una gran possibilità di capirlo..., se un uomo non si arrende al suo Creatore non avrà mai nessuna rivelazione e conoscenza della verità, il quale lo farà libero dal male. Dio è sempre presente... con premi, benedizioni, sostegno e un'eredità "testamentaria"!
Meditazione del 23 dicembre 2015
Questo Gesù che è stato tolto da voi, verrà nella medesima maniera che l'avete veduto andare in cielo. (Atti 1:11)
IL RITORNO ATTESO
Ore 7.30, lunghi squilli di telefono, dall'altra parte del ricevitore, una voce, alquanto lontana dice: "Tutto confermato tornerò pre.sto!" Queste poche parole, furono sufficienti a mettere in moto tutta la famiglia Rossi. Si iniziò con la pitturazione di ogni stanza, con l'acquisto di nuove tende e tappezzerie, qualche mobiletto di gusto provenzale, proprio come era sempre piaciuto al misterioso ospite, e ancora, l'acquisto di un materasso ad acqua, ideale nel ridurre la pressione del peso corporeo, la credenza ripiena di ogni ben di Dio, l'argenteria rimessa a lucido, i servizi di fine porcellana pronti all'uso. Fuori, nel giardino, tutto in fiore, con l'aiuto di un artista del settore. Si! Ogni cosa sembra in ordine e con trepidazione, si aspetta il rumore del clacson. Quanta fatica, quanto impegno; quanta attenzione nei piccoli particolari, tutto ricompensato dall'arrivo del tanto amato figlio. Ma quando Gesù tornerà come Egli ha promesso, ci troverà così pronti? (Matteo 24:44).
Meditazione del 22 dicembre 2015
E Gesù vedendo che egli aveva risposto avvedutamente, gli disse: "Tu non sei lontano dal Regno di Dio!" (Marco 12:34)
IL REGNO DI DIO
Dalle risposte alle domande della folla, con cui Gesù veniva a contatto, sono venuti fuori i discorsi più disparati con le varie dottrine del Vangelo. Qui il discorso cade sul "Regno di Dio". Una verità insegnata da Gesù anche nella preghiera del Padre Nostro. Nel "Padre Nostro..." è detto che dobbiamo pregare perché venga il Regno di Dio, il futuro Regno; ma al dottore della legge che aveva risposto a Gesù correttamente sulla questione dell'amore per il prossimo, dice: "Tu non sei lontano dal Regno." Il Regno viene a noi? Oppure, noi possiamo avvicinarci ad esso? Non dimentichiamo che Gesù ha detto anche che il regno di Dio è dentro di noi, quindi questo Regno è annunziato e interpretato dalla "Sacra Scrittura" stessa come un avvento futuro e presente. Chi si trova coll'essere nella conoscenza delle cose di Dio è vici.no e basta un passo per entrarvi, basta accettare il Re del Regno! Chi si trova lontano nel peccato, preghi... affinché il Regno venga stabilito nel suo cuore e venendo quel futuro Regno vi entrerà e farà festa per l'eternità.
Meditazione del 21 dicembre 2015
"Poiché se qualcuno si stima essere qualcosa pur non essendo nulla, egli inganna se stesso". (Gal. 6:3)
ILLUSIONE DI GLORIA (II)
E un altro osservò: "Bene, sono felice di saperlo, perché ciò libera il Creatore da un'enorme responsabilità!" Niente e più sgradevole di una persona superba che egoisticamente si attribuisce il proprio riconoscimento e lo esige dagli altri, dimenticando di ammettere la sua dipendenza da Dio. A qualunque condizione sociale apparteniamo, tutto ciò che abbiamo ci viene da Dio, ed è per la Sua gloria. Prima di ingannare noi stessi e di offendere gli altri, prendiamo sul serio, l'ammonimento della Bibbia "Chi si gloria, si glori nel Signore" (1 Corinti 1:31). Ricordiamoci di quello che è scritto nella Parola di Dio, perché se è giunta fino a noi è per un nostro insegnamento. Ricordiamoci dove portò l'orgoglio a Nabukodonosor, che per sette anni mangiò erba e visse come una bestia feroce, finché non alzò gli occhi al cielo. Ecco qui il segreto, alzare gli occhi al cielo.
Meditazione del 20 dicembre 2015
"Poiché se qualcuno si stima essere qualcosa pur non essendo nulla, egli inganna se stesso". (Gal. 6:3)
ILLUSIONE DI GLORIA (I)
Un giorno un picchio era intento a forare la corteccia di un' albero, quando il cielo si fece improvvisamente nero per l'avanzare di un temporale. Tuonava, ma il picchio continuava imperterrito il suo lavoro. Un fulmine colpì l'albero e lo ridusse in cento pezzi. L'orgoglioso uccello, rimasto in vita, volò dai suoi amici pennuti e gridò: "Salve amici, venite a vedere cosa sono stato capace di fare, come ho ridotto quell'albero"!. Questo picchio superbo mi fa pensare a quei tali che si gloriano più del dovuto. Generalmente costoro sono così occupati a vantarsi della loro grandezza e delle loro prestazioni, che non possono riconoscere la vera fonte della loro capacità. Essi sono schiavi di un inganno. Senza Dio nessuno è capace di qualcosa e con le nostre forze non possiamo piacere a Lui. Un uomo presuntuoso e superbo si vantava davanti ai suoi amici; dopo aver fatto il calcolo di tutte le sue risorse esclamò: "Sappiate che io mi sono fatto da solo". (Segue...)
Meditazione del 19 dicembre 2015
Chi confida nelle sue ricchezze cadrà, ma i giusti rinverdiranno come le foglie. (Proverbi 11:28)
QUEL CHE SI PUÒ AVERE CON IL DENARO
Con i soldi si possono comprare: Un letto MA NON, IL sonno, Il cibo MA NON l'appetito, Gli adornamenti MA NON la bellezza, Una casa MA NON, UNA famiglia, Le medicine MA NON, LA salute, Il lusso MA NON, LA cultura, Il divertimento MA NON, LA felicità, Un crocifisso MA NON, UN salvatore, Una sedia in chiesa MA NON, Un posto in cielo. QUELLO CHE I SOLDI NON POSSONO COMPRARE, Gesù Cristo lo dona liberalmente a tutti. È Gesù il tuo Signore e Salvatore? Se la risposta è no, puoi ricevere La salvezza, ora! (Atti 16:31) Si profila davanti a noi una domanda molto importante, siamo salvati? Se la vostra risposta è affermativa, voi siete beati, per.ché avete la vita eterna: la vostra parte sarà nella felicità del cielo con Gesù. Se invece è negativa, oggi è ancora tempo di grazia... rivolgiamoci a Dio. "Questo è il dolce invito del Signore" (Isaia 45:22).