Giovedì
16 Giugno 2022
Ma egli è stato trafitto a motivo delle nostre trasgressioni, fiaccato a motivo delle nostre iniquità; il castigo, per cui abbiam pace, è stato su lui, e per le sue lividure noi abbiamo avuto guarigione (Isaia 53:5)
GESU' CONDANNATO AL POSTO NOSTRO
“Condannato un innocente”, questo il titolo di un articolo su un noto quotidiano nazionale, che parlava della scarcerazione di un uomo condannato a venti anni di reclusione per aver commesso un grave reato. La vicenda, presto dimenticata dall’opinione pubblica, sconvolse la vita di quell’uomo, al quale rimase l’enorme amarezza per gli anni perduti, che il ritorno alla libertà non ha potuto restituirgli. La società umana, purtroppo, ignora le motivazioni di una condanna ben più eclatante. Gesù fu condannato a morire sulla croce. Egli non aveva commesso alcun reato. L’uomo aveva infranto la legge di Dio, contraendo un debito a nome di tutta l’umanità, tale che nessuna creatura poteva riscattarci da esso. La sentenza del Giusto Giudice è la morte eterna, l’irrimediabile separazione da Dio. Gesù, l’innocente, decise di prendere su di Sé la condanna, morendo al posto d’ogni uomo. Perché continuare a rifiutare il rimedio che Cristo offre, rimanendo sotto il peso del peccato e dell’ira divina? Sia che tu ti proclami innocente o irrecuperabile, sappi che soltanto Gesù ha soddisfatto la somma giustizia di Dio, propiziandoti la Sua piena assoluzione.
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