Mercoledì
21 Maggio 2014
Perché tu ci hai messi alla prova, o Dio. Ci hai fatti cadere nella rete, hai posto un grave peso ai nostri fianchi. Egli ha conservato in vita l'anima nostra, e non ha permesso che il nostro piede vacillasse. (Salmo 66:10,11,9)
PERSECUZIONI
Quando l'imperatore Nerone regnava a Roma, i credenti erano già numerosi. Nell'anno 64 Roma fu incendiata. La voce pubblica accusò l'imperatore di aver personalmente provocato questa tragedia per ammirarne lo spettacolo.Si diceva che lo avesse contemplato dall'alto di una collina suonando la lira. Per distogliere da lui il furore popolare, Nerone accusò i cristiani e scatenò contro di loro una crudele persecuzione. Essi venivano gettati nel Tevere cuciti in sacchi, o erano impiccati, o anche crocifissi. Alcuni furono cosparsi di pece e, legati a dei pali, servirono da torce viventi per rischiarare una festa offerta al popolo nei giardini imperiali. Dio aveva i suoi testimoni. Ve ne erano perfino tra il personale che attorniava l'imperatore; essi pensavano ai loro fratelli e pregavano per loro. Prossimo al martirio, l'apostolo Paolo affermava la certezza della sua fede: "Soffro queste cose, ma non me ne vergogno, perché so in chi ho creduto" e ancora: "Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho serbato la fede" (2 Timoteo 1:12; 4:7). Pensando alle sofferenze di questi martiri, dovremmo certamente vergognarci se ci lamentassimo delle difficoltà e delle pene che possiamo essere chiamati ad attraversare. Che cosa sono le nostre afflizioni rispetto alle loro? E se Dio li ha fortificati affinché potessero sopportarle, non darà forse anche a noi il Suo aiuto per attraversarle?