
Parole di Vita
Meditazione del 23 novembre 2018
"Elimina dal tuo cuore la tristezza, e allontana dal tuo corpo il dolore." (Ecclesiaste 11:10)
ELIMINA - ALLONTANA - TOGLI
La tristezza del cuore non ci fa vedere le cose belle che sono intorno a noi. Vediamo tutto nero, tutto negativo, sembra che non abbiamo le forze necessarie per andare avanti. Tante volte sembra che nessuno ci capisca, neppure le persone che sono intorno a noi, neppure quelle che sono a noi più care. Sembra che tutto è buio, che non c'è un filo di speranza da nessuna parte. Ma cosa succede? Tutti mi vanno contro, è possibile che tutto va storto? Che tutti ce l'hanno con me? FERMATI, ASPETTA, RIFLETTI. Forse c'è qualcosa che non va in te! Cosa? Nel verso sopra citato è scritto ELIMINA dal tuo cuore la tristezza e ALLONTANA il dolore dal tuo corpo. A volte ci può essere dolore causato dagli altri, altre volte ancora può essere causato da noi stessi, ma diamo comunque la colpa agli altri. In un modo o nell'altro, Dio ci dice di allontanare. E' qualcosa che tocca a noi fare e non a Dio. Perché Dio è amore, pace, gioia e non tristezza. Fai entrare nella tua vita quello che Dio È, e vedrai che intorno a te tutto cambia. Guardando con un'ottica diversa, ti accorgerai che L'Iddio di pace e di gioia fa parte della tua vita.
Meditazione del 22 novembre 2018
"Io sono misero e povero, ma il Signore ha cura di me. Tu sei il mio aiuto e il mio liberatore; o Dio mio, non tardare!" (Salmo 40:17)
DIO S'INTERESSA ANCHE DI TE
Queste parole furono dette da un uomo che umilmente sapeva riconoscere il suo stato non solo materiale ma anche spirituale. Ciò nonostante Davide non si autocommiserava per attirare su di sé la pietà degli uomini. La sua dichiarazione mette in luce con certezza la fiducia che egli aveva in Dio. È bello quando malgrado le nostre incapacità c'è sempre qualcuno che ci da conforto e coraggio, e quando i nostri sforzi sono vani e comprendiamo in un istante che da noi non possiamo fare nulla, è rincuorante poter ricorrere da qualcun altro più capace di noi, che con amore si fa carico del nostro affanno e ci alleggerisce dal peso. 'Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla' (Giovanni 15:5). Il Signore ha cura di noi, questo significa che noi siamo oggetto di costante interesse da parte sua. Riconosciamo dunque i nostri limiti e apprezziamo di più le amorevoli attenzioni e premure che il Signore ha verso di noi come un Padre affettuoso nei confronti dei suoi figli.
Meditazione del 21 novembre 2018
"Custodisci il tuo cuore più d'ogni altra cosa, poiché da esso provengono le sorgenti della vita." (Proverbi 4:23)
CUSTODISCI IL TUO CUORE
È scritto che il cuore è "pieno di male" (Ecclesiaste 9:3); che è ingannevole sopra ogni cosa ed insanabile" (Geremia 17:9); è sede del peccato e dei delitti (Matteo 15:19): come pure della fede (Romani 10:10). Il Signore "riguarda al cuore" anziché all'apparenza esterna; e a noi è stato ordinato di coltivarlo come la parte più importante del nostro essere, anziché prender cura solo delle apparenze esteriori (Proverbi 4:4). Per questo è detto che: 'Soltanto l'uomo puro di cuore può salire ed ha l'accesso al monte dell'Eterno': 'Chi salirà al monte del Signore? Chi potrà stare nel suo luogo santo?' (Salmi 24:3). Davanti a tutto questo comprendiamo chiaramente che è impossibile essere graditi a Dio. Il Signore, però, ci prescrive il modo col quale avvicinarci a Lui; non solo un impegno da parte nostra: desiderio, volontà e rimedi, ma un abbandono totale della nostra vita a Lui: 'Figlio mio, dammi il tuo cuore, e gli occhi tuoi prendano piacere nelle mie vie!' (Proverbi 23:26). Dio prenderà cura della nostra anima, la invaderà del Suo Spirito e l'ammaestrerà, "Egli m'insegnava dicendomi: Il tuo cuore conservi le mie parole; osserva i miei comandamenti e vivrai.' (Proverbi 4:4)
Meditazione del 20 novembre 2018
"Ma crescete nella grazia e nella conoscenza del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo. A lui sia la gloria, ora e in sempiterno. Amen." (2° Pietro 3:18)
CRESCERE NELLA GRAZIA
Benché noi siamo salvati e nati di nuovo, ci vuole del tempo per arrivare ad una statura perfetta di vita cristiana. La giustificazione è istantanea, ma la santificazione è opera di una vita intera. Noi dobbiamo crescere in sapienza e conoscere per esperienza quale sia la perfetta volontà di Dio. L'Apostolo Paolo scrisse: 'Per questa stessa ragione, mettendo in ciò dal canto vostro ogni premura, aggiungete alla fede vostra la virtù; alla virtù la conoscenza; alla conoscenza la continenza; alla continenza la pazienza; alla pazienza la pietà; alla pietà l'amor fraterno; e all'amor fraterno la carità. Perché se queste cose si trovano e abbondano in voi, non vi renderanno né oziosi né sterili nella conoscenza del Signor nostro Gesù Cristo.' Osservate un albero: è perfetto già nel primo anno; ma non possiamo affermare che è nel pieno della maturità, così per il cristiano. L'apostolo Paolo, dice: 'poiché tutti quelli che son condotti dallo Spirito di Dio, son figliuoli di Dio' (Romani 8:14). Un soldato è guidato dal suo capitano, l'alunno dal suo maestro, così ogni figliolo di Dio deve essere guidato dallo Spirito Santo.
Meditazione del 19 novembre 2018
"Io vi esorto dunque, fratelli, per le compassioni di Dio, a presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, accettevole a Dio; il che è il vostro culto spirituale." (Romani 12:1)
VERO CULTO DA RENDERE A DIO
Il culto a Dio, che ci spetta di renderGli è semplicemente l'espressione sincera della nostra riconoscenza e presentare, come dice Paolo, i nostri corpi consacrati totalmente a Lui. "Cessate dal recare oblazioni vane; il profumo Io l'ho in abominio; e quanto ai noviluni, ai sabati, al convocare riunioni, Io non posso soffrire l'iniquità unita all'assemblea solenne' (Isaia 1:13). Il principio comune della maggior parte dei religiosi consiste nel compiere opere meritorie, cerimonie e sacrifici, che mirano a placare l'essere supremo e soddisfare la propria giustizia personale, ma anche i pagani usano tale pratica offrendo doni ai loro idoli per renderseli favorevoli; è scritto: 'Si santificano e si purificano per andar nei giardini dietro all'idolo' (Isaia 66:17). La Bibbia insiste su questa differenza fondamentale fra il vero culto e ciò che s'intende generalmente per religiosità. L'uomo vuol fare e portare qualcosa a Dio, pensando che Egli ne tenga conto. Quando capiremo che è Dio che ha fatto il primo passo col farci grazia, e che a noi spetta solo credere e renderGli grazie per ciò che lui è e per ciò che ha fatto?
Meditazione del 18 novembre 2018
"Ecco, io, stò alla porta e picchio; se uno ode la mia voce ed apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli meco." (Apocalisse 3:20)
UNA COMUNIONE PERENNE
Colui che apre la porta del cuore al Figliolo di Dio avrà la gioia di sentire la comunione della sua presenza. Gesù entrerà e cenerà con lui, per renderlo partecipe di una allegrezza perenne; rivelerà a lui i Suoi pensieri, gli comunicherà le Sue ricchezze, trasformerà la sua vita. Per chi non conoscesse ancora il Salvatore, Cristo Gesù, questo messaggio rappresenta una buona notizia, esso è indirizzato anche ai credenti che vivono l'ultima fase della storia della Sua Chiesa. Dio nel Suo amore mette ciascuno in guardia contro la propria autosufficienza, la propria giustizia, e lasciano, se non addirittura cacciano, Gesù fuori della propria vita. Nella Sua Parola, Gesù dice: 'Tutti quelli che Io amo li riprendo e li castigo; abbi dunque zelo e ravvediti'. (Apocalisse 3:19). Lasciamoci riprendere e convincere di tiepidezza e di cecità, se non di povertà. 'Io ti consiglio di comprare da me dell'oro affinato col fuoco, affinché tu arricchisca; e delle vesti bianche, affinché tu ti vesta e non appassisca la vergogna della tua nudità; e del collirio per ungertene gli occhi, affinché tu vegga.' (Apocalisse 3:18).
Meditazione del 17 novembre 2018
"Gesù le disse: 'Io sono la resurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà'." (Giovanni 11:25)
NON È UN LUTTO
Quando si parla di morte c'è sempre un sussulto e un'impressione ineguale, perché? Perché per l'istinto di conservazione vogliamo vivere: la vita è bella, ma purtroppo, oltre la vita c'è la morte, di questo tutti ne sono convinti. Nulla eviterà questo "passaggio" e nessuno ne è escluso, ma il nostro testo riporta le parole di Gesù: 'Io sono la resurrezione e la vita'. Se la parola morte o la vista d'essa ci porta dolore, la fede in Cristo acquieta il dolore della morte, ne garantisce la vittoria su di essa. La morte per chi crede in Gesù è solo un assopirsi momentaneo; passaggio obbligato per un risveglio migliore. Così parlò Gesù in occasione della morte di Lazzaro. 'Poi disse loro: "Il nostro amico Lazzaro si è addormentato; ma vado a svegliarlo"' (Giovanni 11:11). Si può dire che il nostro divino Redentore ha potenzialmente distrutto la morte e liberato coloro, che, per il timor della morte, erano per tutta la vita sottoposti a schiavitù (Ebrei 2:14-15). 'Io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede, è passato dalla morte alla vita.' (Giovanni 5:24). Credi tu questo?
Meditazione del 16 novembre 2018
"Ma il Signore disse a Samuele: "Non badare al suo aspetto nè alla sua statura, perché io l'ho scartato. Infatti il Signore non bada a ciò che colpisce lo sguardo dell'uomo: l'uomo guarda all'apparenza, ma il Signore guarda al cuore." (1° Samuele 16:7)
L'UOMO GUARDA ALL'APPARENZA, MA IL SIGNORE GUARDA AL CUORE
La caratteristica principale dell'uomo è quella di esprimere giudizi su tutto e su tutti. Troppe volte però il giudizio che viene espresso è falsato da preconcetti, pregiudizi, invidie, gelosie, controversie e altro. Una frase detta da una persona che ci è simpatica diventa per noi verità, mentre la stessa affermazione detta da una persona che ci sta antipatica diventa automaticamente una falsità. A questo punto l'unica cosa da fare sarebbe quella di non esprimere giudizi su nessuno e di guardare a noi stessi per cercare di migliorare il nostro atteggiamento verso Dio e verso gli altri. La nostra preghiera dovrebbe essere questa: 'Signore, fa che io guardi solo a Te e che non mi soffermi su quello che il mondo considera importante'. Spesso i nostri giudizi si basano su opinioni che il mondo fa diventare nostre. L'apparenza troppe volte confonde la verità. Dio solo conosce i cuori e quello che c'è dentro. Pensare di sapere quello che c'è nell' intimo di chi ci sta accanto vorrebbe dire sostituirsi a Dio. Signore aiutaci ad essere dei buoni osservatori di noi stessi e di lasciare a te il compito di guidare le nostre vite.
Meditazione del 15 novembre 2018
"Ma il pubblicano se ne stava a distanza e non osava neppure alzare gli occhi al cielo; ma si batteva il petto, dicendo: 'O Dio, abbi pietà di me, peccatore!'." (Luca 18:13)
QUEL PUBBLICANO FU CONSOLATO
Comprendiamo bene del perché quel pubblicano se ne stava in distanza e non ardiva alzare gli occhi al cielo. Egli si sentiva separato da Dio, il peccato lo faceva sentire perduto e cercava clemenza, non era soddisfatto di se stesso e quindi chiamava Dio per aiuto. Non fu respinto e concludendo la parabola, Gesù affermò: 'Io vi dico che questo tornò a casa sua giustificato, piuttosto che quel fariseo, che senza alcuna riverenza si giustificava ; perché chiunque s'innalza sarà abbassato; ma chi si abbassa sarà innalzato' (Luca 18:14). Invocare la Sua grazia ed essere come un 'mendicante' spirituale davanti a Dio, cosciente che senza la grazia di Dio che perdona, salva e concede la vita non è una vergogna. Che ne pensiamo del ladrone crocifisso al lato di Gesù, e della risposta con la promessa del paradiso? 'Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno!' (Luca 23:42-43). Ascoltiamo le parole dell'apostolo Paolo: 'Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio' (Romani 3:23) 'La giustizia e la vita eterna, si ha per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore' (Romani 5:21).
Meditazione del 14 novembre 2018
"Gesù disse: In verità Io vi dico: Se non mutate e non diventate come i piccoli fanciulli, non entrerete punto nel regno dei cieli." (Matteo 18:3)
CHE COSA INTENDETE PER CONVERSIONE?
Molti immaginano che la conversione consiste in una riforma esteriore della condotta, in uno sforzo progressivo verso il bene e ogni giorno si applicano per migliorarsi. Tali tentativi sono lodevoli, ma destinati al fallimento come mezzo per meritare il favore di Dio. Il problema è sapere se l'uomo può uscire dalla sua miseria morale con le proprie risorse. Ora la Parola di Dio dichiara formalmente che noi siamo "senza forza" per fare il bene (Romani 5:6). Ma Dio ha provveduto la soluzione: "Mentre eravamo ancora senza forza, Cristo, a suo tempo, è morto per gli empi" (Romani 5:6). Per beneficiare di quest'opera bisogna che uno prima si riconosca peccatore perduto e creda che la salvezza è unicamente in Gesù. Il credente è come un bambino che accetta con fiducia tutto ciò che i suoi genitori gli dicono. Le buone opere? Una condotta irreprensibile? Esse hanno un posto eminente nella vita cristiana, ma come conseguenza e non causa della salvezza. Il credente è esortato a condursi in modo degno di Dio, non per guadagnare il favore di Dio, ma per mostrare il suo amore a Colui che l'ha amato fino a morire per lui sulla croce del Calvario.