
Parole di Vita
Meditazione del 15 dicembre 2023
Ogni tralcio che dà frutto, lo rimonda affinché ne dia di più (Giovanni 15:2)
LA CURA DEL VIGNAIOLO DIVINO
Ogni credente è come un tralcio unito a Cristo, la vera Vite. La cura dei tralci non è affidata a mani inesperte; il Padre stesso se ne occupa. Dio provvede sole e ombra, bel tempo e pioggia al tempo giusto. Tuttavia è possibile essere innestati in Cristo e non portare frutto. Il tralcio parassita che viene reciso è un terribile monito per chiunque attinge linfa da questo mondo piuttosto che nella comunione con il Redentore vivente. Nessuna illusione: i successi così raggiunti nella società, seppure sempre più alti e celebrati, non hanno consistenza dinanzi a Dio. Il sommo Vignaiolo, inoltre, monda i tralci fruttiferi affinché portino un raccolto ancor più abbondante e sopraffino; non c'è pericolo di una pulitura eccessiva o insufficiente. I metodi divini non sono necessariamente severi. Egli purifica i cuori mediante la Sua Parola e dove viene prestato ascolto a essa la dura disciplina è risparmiata. Forse adesso la tua condotta è come sotto esame; pare che ogni cosa che desideri subisca una prova, tutto quel che fai passi sotto un giudizio esigente. E sembra non sia mai abbastanza. Non ti avvilire. Dio non sta condannando la tua vita, ma sta benedicendo il tuo frutto cristiano.
Meditazione del 14 dicembre 2023
"Colui che presentò la sua offerta il primo giorno fu Nason, figli d'Amminadab della tribù di Giuda” (Numeri 7:12)
APPROVATI DA DIO
In questo passo biblico vengono elencate le offerte dei dodici principi delle tribù d'Israele. La descrizione dettagliata dei doni viene ripetuta dodici volte, segno che Dio non si stanca mai di notare il servizio del Suo popolo. Egli ricorda ogni singolo atto di fede e gesto d'amore compiuti per la Sua gloria. Possiamo constatare che, per quanto le offerte fossero preziose, nella registrazione dei fatti l'attenzione si sofferma sulla persona dell'offerente. Dopo la descrizione di ogni dono, il nome è menzionato nuovamente. L'approvazione divina non potrebbe essere manifestata in modo più chiaro. Mentre forse ti stai rammaricando per le tue scarse possibilità nell'offrire per l'opera di Dio, Egli invece si sta compiacendo di te. Il Signore sa chi sei, conosce le tue origini familiari, la tua estrazione sociale e le tue possibilità materiali. Continua a riguardare a Gesù che si è offerto per te, senza indugio né risparmio. Non smettere di presentarti al Signore già dal seno dell'alba, incurante di quello che altri potranno fare o dare. Tu dai sempre tutto te stesso e il Padre celeste continuerà a compiacersi di ogni offerta che esalta il perfetto dono di Cristo crocifisso.
Meditazione del 13 dicembre 2023
Il voto di nazireato, per consacrarsi al Signore (Numeri Numeri 6:2,3)
CONSACRARSI AL SIGNORE
Occorre notare che questo voto di consacrazione temporanea implicava un'assoluta accettazione della volontà di Dio. Così, ai giorni nostri, il Signore è ben disposto a dare al Suo popolo pienezza di benedizioni, se vengono seguite le Sue direttive. La salvezza è un dono, ma include un ubbidienza fiduciosa e senza riserve. L'ubbidienza di Adamo fu messa alla prova nel giardino dell'Eden con il divieto di mangiare il frutto di un albero; allo stesso modo, la devozione del nazireo veniva provata. La difficoltà non era tanto nell'assolvere a rinunce particolari, quanto nel fare la volontà di Dio anche in cose apparentemente insignificanti. Non cadiamo nella mortale arroganza di stabilire noi quali siano i precetti importanti o le norme facoltative. Consacriamoci a Dio per onorare Lui, non la nostra intelligenza o la società; il nostro frutto non viene da ciò, bensì dalla gioia di servirlo con tutto il cuore. Gli Israeliti potevano fare voto di nazireato per un periodo di tempo, ma è privilegio dei cristiani essere sempre consacrati a Dio, in ogni luogo, in ogni tempo, in ogni cosa. Il servizio più elevato richiede il maggior sacrificio, ma procura anche la benedizione più grande.
Meditazione del 12 dicembre 2023
Dio ha parlato una volta, due volte ho udito questo: che la potenza appartiene a Dio (Salmo 62:11)
LA FONTE DI POTENZA
Dio è la fonte di potenza ed Egli la manifesta secondo la Sua volontà sovrana. Non in maniera bizzarra o arbitraria, ma secondo i Suoi scopi e le Sue promesse dichiarati nelle Scritture. Sarebbe vano cercare in esse un comando a tentare di fare o ottenere qualcosa. Se l'ordine o la promessa vengono da Dio, l'unica possibilità è ubbidire e credere. È vero, gli ostacoli e gli avversari sono numerosi e potenti, ma il nostro Dio è l'Onnipotente. Chi conosce Dio non tenta di agire, ma agisce (Daniele 11:32). Il popolo del Signore è un popolo suscitato e rigenerato in modo soprannaturale, ammaestrato da un insegnante soprannaturale, sorretto e condotto da un capitano ultraterreno. La potenza divina è accessibile a tutti i figli di Dio. Gesù dice ancora oggi ai Suoi discepoli, a te: "Ma voi riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su voi". Forse stai prestando troppa attenzione ai metodi, ai mezzi, alle risorse economiche e troppo poco alla "fonte di potenza". È importante mettere da parte ogni attività e sforzo umani e pregare, attendendo fiduciosi il Signore affinché ci riempia e fortifichi con la Sua santa presenza, manifesti la vera potenza, quella che appartiene a Lui soltanto.
Meditazione del 11 dicembre 2023
Che avevi, o mare, che fuggisti? E tu, Giordano, che tornasti addietro? (Salmo 114:5)
TREMORE CHE INTRODUCE
Israele fu introdotto in un paese pieno di risorse; montagne e colli non si dimostrarono ostacoli insormontabili. Eppure, a volte, il Signore ritiene opportuno rimuovere quelle benedizioni materiali che fanno da contorno ai Suoi doni preziosi. Forse Egli ha visto che eravamo troppo compiaciuti di confidare sulle difese naturali dei monti e sugli aiuti terreni dei colli. Abbiamo buoni motivi per ringraziare il nostro Padre amorevole e celebrare la Sua opera quando rimuove qualche sostegno che può essere scosso e sul quale ci appoggiavamo, convinti di riposare sulla Rocca Eterna. Viene il giorno in cui non soltanto il mare fuggirà e il Giordano tornerà indietro, ma il cielo e la terra stessi fuggiranno alla presenza del Signore, affinché sussistano le cose che non sono scosse (cfr. Ebrei 12:26, 27). C'è un tremore che introduce nelle ricchezze della redenzione divina e fa inoltrare nella benedizione del regno dei cieli. Oggi ringrazia Dio con piena fiducia per ogni cosa; per gli appoggi che rimuove e per gli ostacoli che pone, certo che tutto coopera a farti aggrappare a Cristo, a farti afferrare ciò che in eterno mai sarà scosso né sconvolto: la vita alla Sua gloriosa presenza!
Meditazione del 10 dicembre 2023
Quando Israele uscì dall'Egitto ... Giuda divenne il santuario del Signore (Salmo Salmo 114:1,2)
libertà e servizio
Non fu la carestia ad aver prima fatto entrare Israele in Egitto, ma Colui che la permise. Se il Signore non lo avesse condotto lì e tenuto separato, questo popolo si sarebbe mischiato con i Cananei e avrebbe perso il privilegio di essere il santuario del Dio vivente. Tenuto in Egitto fin quando i tempi non furono maturi, Israele fu poi fatto uscire per servire il Signore e tutta la potenza d'Egitto fu incapace di trattenere degli schiavi inermi. Cosa determinò tale gloriosa liberazione? Non fu la docilità di Israele. Non fu merito di Mosè né di Aaronne o di Giosuè. Questo Salmo non cita i loro nomi. Fu piuttosto il fatto che Dio prese possesso di Giuda e, venendo in mezzo a loro, li santificò con la Sua gloriosa presenza. Considera bene questo: Dio ha permesso certe carestie nella tua vita non per rigettarti, ma per preservarti dall'influenza del male. Ora Egli viene a liberarti affinché tu lo serva con profonda consacrazione alla Sua volontà, non soltanto alleggerito da incombenze materiali, ma affrancato dalla schiavitù del peccato. Questa è la tua libertà: poter capire la voce del Signore e voler lasciarsi governare dalla Sua Parola, perché desideri appartenere a Colui che ti ama.
Meditazione del 09 dicembre 2023
Siate miei imitatori, come anch'io lo sono di Cristo (1° Corinzi 11:1)
UN VERO ESEMPIO
Quale effetto ebbe la rivelazione di Cristo sull'apostolo Paolo! Subito dopo predicò Cristo in modo da condividere il Suo stesso vituperio. Decise di non conoscere altro che Gesù Cristo e Lui crocifisso. Abbassò sé stesso per quanto consentito a un uomo. I vantaggi di nascita, posizione e cultura, quelle cose che gli potevano sembrare utili e preziose, le considerò come scorie e spazzatura, dinanzi all'eccellenza della conoscenza del suo Signore. Se avesse preferito possedere una villa romana, con mura affrescate, fontane e statue di marmo o se avesse ottenuto posizione e onori da cortigiano: avrebbe guadagnato o perso? Non ebbe dignità morale e gioie spirituali infinitamente superiori ai piaceri del mondo? E tutte queste cose, per quanto grandi, non furono eclissate dal glorioso benvenuto che ricevette quando la morte liberò il suo spirito per l'ingresso trionfale alla presenza del Re dei re? Il suo esempio continua ad esercitare una potente influenza, anche dopo diciannove secoli! Caro lettore, e su te, quale effetto ha avuto la conoscenza personale di Gesù? Continua a promuovere desideri e scelte spirituali che danno valore alla magnificenza del tuo Signore e Redentore?
Meditazione del 08 dicembre 2023
Voi conoscete la carità del Signor nostro Gesù Cristo il quale, essendo ricco, s'è fatto povero per amor vostro, onde, mediante la sua povertà, voi poteste diventar ricchi (2° Corinzi 8:9)
CONDIZIONI PRECISE
I credenti di Corinto conoscevano la grazia del Signore Gesù che, sebbene fosse ricco, si fece povero per loro. E noi? Vogliamo sperimentarla? Possiamo essere "imitatori di Cristo" se non ci sacrifichiamo per la salvezza del mondo? Sono i nostri Isacco, le cose e gli affetti a cui teniamo di più, che devono essere messi sull'altare, non il nostro superfluo o gli scarti. Quando il Signore eccelso abitò tra gli uomini, scelse la posizione più umile, come la più adatta per raggiungere il Suo scopo. Per arricchire noi, poveri falliti, annichilì Sé stesso. Facciamo bene a ricordare che Egli era la Sapienza di Dio e la Potenza di Dio, e quindi scelse necessariamente la via più saggia e la via più potente per mandare ad effetto il Suo piano. Molti nostri sforzi falliscono proprio perché cerchiamo di fare l'opera di Dio seguendo dei concetti umani. Non temere di impoverire o di svuotare la tua vita, privandoti di un insana abitudine o di mire egoistiche. Guardati da basse speculazioni umane, ma non distogliere gli occhi dall'eccelsa grazia celeste. Lasciati arricchire seguendo l'esempio di Cristo, apri con generosa fede il tuo cuore a Dio e traboccherai per la tua e l'altrui benedizione!
Meditazione del 07 dicembre 2023
Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo, il Signore (Luca 2:11)
GRANDEZZA E SEMPLICITÀ
Quando venne il Redentore, già da millenni l'uomo lottava invano per la causa della giustizia e un mondo migliore. Il mondo giaceva nel male, il trionfo del nemico sembrava completo. Come gioirono gli angeli quando Dio affidò il soccorso a uno che era Onnipotente! Egli si mosse per salvare: a Suo modo e tempo, per la Sua gloria. La visione angelica non fu accordata al re Erode, né al sommo sacerdote o al Sinedrio, ma a degli umili pastori, che vegliano di notte i loro greggi. L'Unigenito di Dio non venne in pieno giorno, facendo impallidire con la Sua gloria i nobili di questo mondo, mentre intimoriti gli davano il benvenuto con doni e onori. Gerusalemme, la città regale, non gli offre asilo! È nella piccola Betlemme, in una mangiatoia, perché non c'era posto nell'albergo per i Suoi genitori. Nella quiete notturna, senza alcuno sfarzo, il Re della gloria entrò inosservato in questo mondo devastato dal peccato. Allo stesso modo, Cristo sia intimamente ricevuto come Signore della tua vita, senza pompose cerimonie o formali professioni religiose. Sia oggi per te il giorno in cui ricevi con semplicità di fede il messaggio della redenzione celeste, il gran giorno della svolta eterna.
Meditazione del 06 dicembre 2023
Beati coloro che lavano le loro vesti per aver diritto all'albero della vita (Apocalisse 22:14)
l'albero della vita
È una cosa straordinaria e meravigliosa vedere che l'ultima pagina dell'Apocalisse si ricongiunga con la prima pagina della Genesi. La storia dell'uomo cominciò con degli angeli dalle spade fiammeggianti che sbarravano la via all'albero della vita. Essa termina con la guardia angelica ritirata o, piuttosto, con i cherubini che rimettono nel fodero le loro spade. Questo è il modo biblico per affermare che tutto ciò che è in mezzo, il peccato, la sofferenza e la morte, è soltanto una parentesi. Lo scopo di Dio non verrà sovvertito. La Sua marcia trionfale attraverso la storia deve concludersi con l'accesso dell'uomo all'albero della vita, dal quale, per lunghi e tristi secoli, che tuttavia costituiscono soltanto un istante a confronto dell'eternità, era stato tenuto lontano proprio a causa del peccato. Tale beatitudine eterna, però, non è universale, ma per tutti quelli che hanno confessato i loro peccati a Cristo e ne sono stati purificati grazie al Sua sangue sparso sulla croce. A questi, che lo hanno ricevuto come loro personale Salvatore, Egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio e gustare, quale frutto del perdono divino, la vita eterna.