
Parole di Vita
Meditazione del 07 settembre 2017
"Si misero a osservare Gesù e gli mandarono delle spie che fingessero di essere giusti?" (Luca 20:20)
FINGERSI GIUSTI
Degli uomini si presentarono a Gesù i quali dovevano fingere di essere giusti; a tale scopo sicuramente adottarono tutti quegli accorgimenti tali da riuscire ad ingannarlo. Ancora oggi, vi sono molti che per il semplice fatto di assumere quelle forme dettate dalla religiosità, li fa credere giusti. Quegli uomini non avevano considerato che Dio non ci guarda per ciò che appariamo, ma per ciò che realmente siamo, perché non si può ingannare il Signore. Agli occhi di Dio giusto è colui che è stato da Cristo giustificato; è scritto in Atti 13:39: "Per mezzo di Lui, chiunque crede è giustificato di tutte le cose, delle quali voi non avete potuto essere giustificati mediante la legge di Mosè". Inoltre, giusto è chi riconosce Cristo quale Maestro e Signore della propria vita, chi Gli permette di guidare la propria vita nel cammino della consacrazione e dell'ubbidienza alla Sua Parola. Infine, Egli gradisce coloro che si affidano a Lui, dimostrando in tal senso piena fiducia in Colui che non soltanto ci libera dal peccato, ma che si prende cura ogni giorno di noi. Oggi, non fingere, accostati a Dio per i meriti di Cristo, riconosciLo nella tua vita, sarai veramente giusto agli Suoi occhi.
Meditazione del 06 settembre 2017
"Il cielo è il mio trono, e la terra lo sgabello dei miei piedi. Quale casa mi costruirete, dice il Signore, o quale sarà il luogo del mio riposo?" (Atti 7:49)
QUALE CASA MI EDIFICHERAI?
Fin dai tempi antichi Dio ha voluto avere comunione con l'uomo; ma il Santo e il peccatore come e dove possono incontrarsi? Occorre un mediatore fra le due parti e un luogo, una casa affinché ciò possa realizzarsi. Quale può essere mai il "luogo" adatto ad ospitare Colui che ha "il cielo come trono e la terra come sgabello dei suoi piedi". Il Mediatore è stato provveduto: Cristo Gesù, morto e risorto, e grazie alla Sua opera vi è la possibilità di stabilire la dimora della presenza di Dio. Egli ha trovato il luogo dove dimorare, ed esso è il tuo cuore. Se fino ad ora è stato volutamente tenuto fuori, oggi aprilo ed accogli l'invito di Gesù: "Ecco, io sto alla porta e busso: se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io entrerò?.". Il Signore vuole dimorare anche nella tua casa per portare la Sua pace, la concordia, l'amore, tutte quelle benedizioni conseguenza della Sua dimora nella famiglia. Vuole trasformare in bene quelle situazioni che altrimenti non potrebbero cambiare la dove Egli non vi dimora. Il tuo cuore e la tua casa possono essere il luogo della dimora di Dio se fai di Cristo il tuo Salvatore.
Meditazione del 05 settembre 2017
"Cosí è di chi accumula tesori per sé e non è ricco davanti a Dio." (Luca 12:21)
RICCO DAVANTI A DIO
La definizione di ricchezza può essere soggettiva; ad esempio, nei paesi poveri, avere cibo ed acqua è una grande ricchezza, mentre, nei paesi più ricchi, il concetto di ciò è ben diverso. L'uomo che è descritto nella parabola aveva molti beni terreni, eppure Gesù lo definisce stolto, sciocco, perché aveva escluso Dio dalla sua vita e pensato soltanto ad accumulare beni materiali. Benché possedeva molti averi, quell'uomo è considerato povero davanti a Dio perché metteva sé stesso al centro di tutto, si sentiva il padrone della sua vita, era convinto che le sue capacità gli avevano fatto conquistare tutto. Commise il grande errore di pensare che una volta soddisfatti i bisogni materiali, anche quelli spirituali sarebbero andati a posto; era convinto che oltre la vita terrena non ci sarebbe stato più nulla, non credeva nell'eternità. Questo suo modo di credere e di pensare lo faceva povero agli occhi di Dio. La Bibbia dice invece che, ricco davanti a Dio e colui che fa di Cristo il proprio Salvatore e ne accetta la Sua grazia nella propria vita, ricco è chi vive in vista di Dio e della vita eterna che Egli ha promesso a chi si rivolge a Lui con fiducia. Alla luce di ciò, sei ricco davanti a Dio?
Meditazione del 04 settembre 2017
"Quando Gesú giunse in quel luogo, alzati gli occhi, gli disse: Zaccheo, scendi, presto, perché oggi debbo fermarmi a casa tua." (Luca 19:5)
GESÙ VUOLE FERMARSI DA TE
Gesù era quasi sempre circondato e seguito da grandi folle; molti erano quelli che volevano ascoltare la Sua Parola e che avevano il desiderio di gustare la Sua presenza. Era per questo motivo che, quando si diffondeva la notizia che Egli sarebbe passato per un villaggio, le folle erano lì ad attenderlo, come nel caso di Gerico, dove Zaccheo, per poter meglio vedere Gesù, salì su un albero. Quando Gesù passò di lì, alzò lo sguardo, lo vide, lo chiamò per nome e gli espresse ciò che era un'urgenza, scendi, presto; ma anche una necessità, oggi debbo fermarmi?. Questo episodio ci mostra che la sola curiosità non serve a nulla, oggi, tanta gente è soltanto curiosa riguardo a Cristo, ma stare a guardare non recherà alcun beneficio; soltanto la Sua opera può liberare dalla schiavitù del peccato; Zaccheo lo era, come tutti e fu per questo che era indispensabile che Gesù potesse dimorare nella sua vita. Inoltre, non può esservi reale cambiamento senza l'opera di Cristo, ogni sforzo e buon proposito falliranno. Gesù entrò in casa di Zaccheo, egli comprese molte cose, si pentì e si ravvide, Gesù compì l'opera nel suo cuore e disse: "Oggi la salvezza è entrata in questa casa". Egli vuole fermarsi anche da te!
Meditazione del 03 settembre 2017
"Il marito le chiese: Perché vuoi andare da lui quest'oggi? Non è il novilunio, e non è sabato. Lei rispose: Lascia fare!" (II Re 4:23)
VAI A LUI OGGI
Il testo Biblico di oggi ci porta a considerare la vicenda di una donna che improvvisamente si trovò ad affrontare una terribile difficoltà: suo figlio era morto. Ma nonostante la gravità del problema, ella non disperò e decise di andare dal profeta Eliseo, oggi per noi figura di uno ben più grande di lui: Cristo Gesù. Davanti a una decisione umanamente inutile, considerato che soluzione non c'era, il marito le chiese: "Perché vuoi andare da lui oggi?" Caro lettore, vai a Cristo oggi, e anche se altri non comprenderanno, tu, come quella donna afferma: "Io andrò perché ho una necessità, un dolore profondo, un vuoto incolmabile, una insoddisfazione dell'anima, sono disperato, non so che fare. Andrò da Lui perché c'è l'urgenza di farlo; voglio correre ? non mi fermare, non voglio perdere tempo prezioso, troppo è stato quello speso lontano dal Signore. Andrò da lui perché so che egli può fare qualcosa per me, può operare nella mia vita". La donna aveva questa certezza e la sua fede fu onorata, infatti, il Signore riportò in vita suo figlio. Nella tua necessità vai a Lui oggi e nell'andare a Cristo, ci sia fede, la certezza che Egli opererà e non sarai deluso.
Meditazione del 02 settembre 2017
"Il centurione però aveva più fiducia nel pilota e nel padrone della nave che non nelle parole di Paolo." (Atti 27:11)
TU, A CHI TI AFFIDI?
Di fronte ad una difficile e pericolosa navigazione, nell'incertezza e nel dubbio di come affrontare quel viaggio, il centurione decise di affidarsi al pilota e al padrone della nave. Pensò di porre la propria fiducia in coloro che riteneva esperti e capaci, uomini in grado di gestire ogni situazione. E tu, a chi ti affidi quando le onde si infrangono nella tua vita?, a chi ti rivolgi quando il timore e la paura fanno breccia nel tuo cuore? E quando realizzi che non hai ancora la certezza della vita eterna, a chi ti affidi per ricevere una risposta certa? Purtroppo, a motivo della fiducia mal riposta di quell'uomo, le conseguenze furono gravi: tutto il carico e la nave stessa andarono perduti. Ci sia invece, quest'oggi nel tuo cuore, il desiderio e la determinazione di riporre bene la tua fiducia al fine di non perdere così la tua vita. Questa fiducia è ben riposta soltanto quando è nel Signore, in Colui che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per noi tutti. Non porre la tua fiducia nell'uomo, ma affida la tua vita a Cristo, realizzerai che in questo viaggio, non andrai alla deriva, anzi, giungerai al porto desiderato.
Meditazione del 01 settembre 2017
"Cercate il Signore, mentre lo si può trovare; invocatelo, mentre è vicino." (Isaia 55:6)
TROVARE DIO
C'è un'abissale differenza tra colui che ha trovato una religione e colui che invece ha trovato Dio. La differenza è sostanziale perché il primo ha, al massimo, comunione con i suoi simili; l'altro realizza vera comunione con Dio; il primo ha una vaga speranza sulla vita eterna, l'altro è certo e sicuro di esserne partecipe. La vita del religioso non è cambiata se non nella forma; colui che invece ha trovato Dio, ha realizzato la nuova vita che Cristo dona gratuitamente. Nel cuore del religioso non regna quella pace profonda, segno tangibile, invece, nel cuore dove Cristo vi dimora; la gioia e la speranza svaniscono facilmente in chi è soltanto un religioso; le prove e le difficoltà della vita invece non sono in grado di toglierla in chi vive accanto al Signore. L'appello, l'esortazione e lo sprono che oggi la Parola ti rivolge è: trova Dio e vivrai! Non ti accontentare di essere soltanto un buon religioso, non servirà a nulla, preoccupati di trovare il Signore, perché solamente allora sarai salvato e veramente felice. Ciò implica che c'è un tempo per cercare e una scelta da effettuare; oggi è il giorno in cui lo puoi trovare, egli è vicino, basta che lo invochi e il Signore si lascerà trovare da te.
Meditazione del 31 agosto 2017
"Liberò colui che era stato messo in prigione per sommossa e omicidio, e che essi avevano richiesto; ma abbandonò Gesù alla loro volontà." (Luca 23:25)
GESÙ AL POSTO NOSTRO
La maggior parte di noi conosce la storia di Barabba, il prigioniero liberato, benché meritevole di condanna e Gesù crocifisso al suo posto. Questo episodio racchiude in sé il significato e lo scopo dell'opera redentrice di Cristo. Ogni uomo può identificarsi con Barabba, peccatore, separato e lontano da Dio. Non sappiamo che ne fu di Barabba dolo quell'esperienza, sappiamo però che, quel che accadde quel giorno per lui, è ciò che Cristo ha fatto anche per te. Gesù Santo, perfetto, giusto, si offre al posto di un colpevole; Egli ha pagato ciò che Barabba non avrebbe mai potuto pagare, si è sostituito a lui e si è fatto carico del suo peccato. La diretta conseguenza di tutto questo è che Barabba fu risparmiato dalla grave condanna, irrevocabile e, secondo le leggi di allora, meritevole di morte. Cristo, non soltanto è Colui che si offrì alla morte al posto nostro, ma Colui che cancella e revoca la nostra condanna (Romani 8:1). Nonostante la riprovevole vita di Barabba, egli fu libero grazie a Cristo; mentre Gesù avrebbe affrontato l'agonia della croce, un uomo fu messo in libertà. Per mezzo della Sua morte ora Gesù può liberare dal peccato e dalla condanna tutti quelli che lo invocano con il cuore.
Meditazione del 30 agosto 2017
"La mietitura è finita, l'estate è trascorsa, e noi non siamo salvati." (Geremia 8:20)
SFRUTTARE IL TEMPO
A molti piacerebbe poter fermare il tempo in modo da averne molto di più da poter spendere nei piaceri e nei divertimenti. Altri, addirittura, vorrebbero tornare indietro nel tempo per vivere un'altra vita. Ma il tempo passa inesorabile, non lo si può fermare, e alla fine di esso, ci si può trovare in due modi: amareggiati e delusi, vuoti e tristi, oppure, appagati e pienamente soddisfatti. Dio ci concede del tempo, una vita, ci esorta affinché possiamo spenderlo bene e non sprecarlo. Tutto il tempo vissuto separati dalla Sua grazia, lontani da Lui, è un tempo che non ci procurerà vera gioia. Caro lettore, se il tempo è trascorso fino qui e non sei ancora salvato, oggi è il giorno che puoi invocare Gesù affinché ti faccia dono della salvezza. I giorni che Dio ti concede di vivere, siano giorni in cui il tuo sguardo possa essere rivolto non più a ciò che è temporaneo e che il passare del tempo porterà via lasciando soltanto amarezza, ma sia sempre più rivolto ai beni celesti, alle benedizioni che Dio desidera donarti. Se c'è una cosa impossibile, è fermare il tempo; ma ciò che Dio vuole è che non lo facciamo passare senza aver fatto tutta la Sua volontà (I Pietro 4:2).
Meditazione del 29 agosto 2017
"Il cuore allegro rende gioioso il volto, ma quando il cuore è triste, lo spirito è abbattuto." (Proverbi 15:13)
LA GIOIA DEL CREDENTE
Il termine allegro nella Scrittura è essenzialmente applicato alle realtà spirituali, ma purtroppo, oggi, esso è stato sminuito perché lo si attribuisce principalmente alle gioie materiali, terrene. Si sente spesso dire: divertiamoci in allegria, ti auguro tanta gioia. Ma quando nella Bibbia si parla di gioia, non si fa riferimento a piaceri meramente umani. La gioia è uno dei frutti dello Spirito Santo, essa è la forza del credente. La gioia vera cui fa riferimento la Bibbia, innanzitutto è frutto dell'avvenuta opera di salvezza compiuta da Cristo in coloro che credono in Lui e Lo accettano come personale Salvatore, gioia perché il "nostro nome viene scritto nel libro della vita". Quando si riceve in dono la salvezza, il credente, inoltre, ha gioia nel servire il Signore, grande piacere egli trova nel compiere la Sua volontà ed essere utile al servizio del proprio Maestro, Gesù. Infine, la gioia del credente è posta nella speranza che Cristo ha messo nel suo cuore la certezza del quotidiano, l'aiuto del Signore e della consapevolezza che, oltre questa vita, gusteremo per sempre le ricchezze celesti.