
Parole di Vita
Meditazione del 08 novembre 2017
"Io sono la vera vite ..." (Giovanni 15:1)
COMUNIONE CON DIO
Fra le numerose colture presenti nei racconti biblici spicca, fin dai tempi remoti della Genesi, quella della vite, particolarmente apprezzata per il suo frutto e per il vino che da essa si ricava. L'espressione di Cristo in questo brano ci illustra quelli che devono essere i rapporti fra Gesù, qui raffigurato come la vite, ed i fedeli, raffigurati dai tralci. In un mondo pieno di contraffazioni, di simulazioni e di imitazioni, Gesù indica Sé stesso come "vera vite"; in altri termini Egli si presenta come genuino, puro, reale e vero. In Lui non v'è finzione alcuna, la Bibbia Lo presenta come il vero Dio (cfr. II Tessalonicesi 1:9). Possano queste semplici parole incoraggiare una vera riflessione sull'autenticità di Cristo, sulla Sua reale identità. Gesù desidera avere con te un personale incontro, il Suo desiderio è quello di fare di te "un tralcio innestato" a Lui che è vera vite. Soltanto così potrai portare frutto alla gloria di Dio. Caro lettore arrenditi a Gesù, offriti interamente a Lui, rimani attaccato alla Sua fedele Parola, servi Cristo con zelo e riceverai in risposta alle tue azioni di fede abbondanti benedizioni.
Meditazione del 07 novembre 2017
"...Io sono la luce del mondo." (Giovanni 9:5)
LA LUCE DEL MONDO
Cristo fece tale dichiarazione ad un uomo cieco. La cecità nella Bibbia è figura della vita vissuta nelle tenebre del peccato, nel buio totale di questo mondo (cfr. Colossesi 1:13). Quando si incontra Cristo per la prima volta si è portati ad esclamare: "I miei occhi hanno visto la tua salvezza che hai preparata dinanzi a tutti i popoli; luce da illuminare le genti e gloria del tuo popolo" (Luca 2:30-32). Ancora oggi la voce soave di Dio giunge a noi autorevole e sovrana: "Ma voi siete una generazione eletta, un reale sacerdozio, una gente santa, un popolo che Dio si è acquistato, affinché proclamiate le virtù di Colui che vi ha chiamati dalle tenebre alla Sua meravigliosa luce" (I Pietro 2:9). Amici che leggete queste pagine, il Signore sta per ritornare, Egli accoglierà tutti i Suoi figli nella gloria del cielo e nella nuova Gerusalemme; lì, infatti "non ci sarà più notte; ed essi non avranno bisogno di luce di lampada, né di luce di sole, perché li illuminerà il Signore Iddio, ed essi regneranno nei secoli dei secoli" (Apocalisse 22:5).
Meditazione del 06 novembre 2017
"Gesù disse loro: Io sono il pane della vita." (Giovanni 6:35)
IL PANE DELLA VITA
Il pane ha sempre avuto sin dai tempi antichi un valore fondamentale: esso era ed è tuttora considerato l'alimento base, il cibo principale. L'importanza del pane è espressa ripetutamente nella Scrittura e perciò le parole di Gesù assumono un significato fondamentale anche per noi oggi. Indubbiamente nel nostro testo Gesù non si riferiva al pane materiale, bensì a quello celeste che soddisfa la fame spirituale dell'uomo per sempre, questo pane è Gesù il Figlio di Dio. Cara anima, Gesù è il pane che dona vita spirituale. Attraverso la Sua morte vicaria noi abbiamo ottenuto vita eterna e ognuno di noi non deve dimenticare che Egli è stato trafitto a causa delle nostre trasgressioni, stroncato a causa delle nostre iniquità (cfr. Isaia 53:5). Egli era il frumento schiacciato (cfr. Isaia 28:28), Egli era l'oblazione di cibo cotta al forno (cfr. Levitico 2:4). Parlando della Sua morte, Egli poté dire: "Questo è il mio corpo che è spezzato per voi" (I Corinzi 11:24). Essendo stato schiacciato, cotto e spezzato per noi, il Signore Gesù divenne il pane della vita. RivolgiGli una preghiera e accoglilo nel tuo cuore.
Meditazione del 05 novembre 2017
"E questa è la vita eterna: che conoscano te, il solo vero Dio, e colui che tu hai mandato, Gesù Cristo." (Giovanni 17:3.)
LA CONOSCENZA DI DIO
Nel corso della storia dell'umanità sono stati molteplici i tentativi dell'uomo per conoscere Dio senza alcun risultato. Il versetto biblico del Vangelo di Giovanni rivela quale sia la strada per conoscere Dio. L'uomo non può attraverso i suoi mezzi avere la conoscenza di Dio, ma mediante Gesù può avere la conoscenza di Dio. L'uomo può conoscere Dio solamente attraverso Gesù, il Figlio di Dio, Colui che è stato mandato da Dio e nel quale vi è tutta "la pienezza della Deità" (cfr. Colossesi 2:10) ed è "l'impronta della sua essenza" (Ebrei 1:3). La conoscenza di Dio infonde nel cuore dell'uomo la certezza di essere in comunione con il vero Dio. Perché nessuno può conoscere Dio e rinnegare Gesù Cristo. Tutti i credenti che conoscono il Padre conosco il Figlio. Tutti i credenti che credono in Dio Padre credono in Dio Figlio. Tutti i credenti che adorano il Padre adorano il Figlio. Questa è vera conoscenza del Vero Dio! Infine, la conoscenza di Dio non è l'acquisizione razionale di sterili nozioni di teologia, ma è la realizzazione concreta della vita eterna e questa è la vita eterna: "Che conoscono te, il solo vero Dio, e colui che tu hai mandato, Gesù Cristo". Chi conosce Dio vivrà per l'eternità, perché Dio è vita!
Meditazione del 04 novembre 2017
"Iddio è spirito; e quelli che l'adorano, bisogna che l'adorano in spirito e verità." (Giovanni 4:24)
LA NATURA DI DIO
Già da tempi antichi l'uomo ha dato origine a divinità di vario genere e natura. L'uomo si è fatto delle divinità dal legno o dalla pietra, ha chiamato dio le forze della natura, l'ha rappresentato attraverso immagini d'uomo, di donna e anche di animali, ecc. Nonostante ciò l'interrogativo rimane: Chi è Dio? A questa domanda l'Evangelo risponde con profonda chiarezza: "Dio è spirito". La risposta di Gesù alla donna samaritana annulla tutto ciò che le religioni di allora, e quelle di oggi, possono propinare intorno alla natura di Dio. La risposta di Gesù è tale da essere completa senza l'aggiunta di commenti: Dio è spirito! Dio non può essere rappresentato attraverso la materia, le figure celestiali o quelle terrestre. Dio stesso aveva messo un divieto ad Israele di adorarLo attraverso qualsiasi rappresentazione (Esodo 20:1-5). Il fatto che Dio è spirito, non significa che è inesistente ed irreale. L'uomo non vede il vento, ma avverte la sua esistenza. Caro lettore, non percepisci la presenza di Dio? La risposta è molto semplice. Stai cercando Dio attraverso mezzi e metodi che celano la Sua natura. La presenza di Dio sarà percettibile solamente attraverso un'adorazione che rispetti la Sua propria natura: "Ma l'ora viene, anzi è già venuta che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità".
Meditazione del 03 novembre 2017
"...il Padre vostro sa le cose di cui avere bisogno." (Matteo 6:8)
DIO: PADRE
La maggior parte degli uomini possiedono l'idea che Dio si disinteressi delle Sue creature. Gesù, il sommo Maestro, rivela Dio attraverso la figura paterna: "Il Padre vostro sa le cose di cui avete bisogno". La figura del padre usata da Gesù parla all'uomo dell'amore immutabile e della cura attenta di Dio. Il padre terreno ha un amore finito verso i suoi figli, mentre l'amore del Padre celeste è infinito: "Qualora mio padre e mia madre m'abbandonino, il Signore mi accoglierà" (Salmo 27:10). Dio non soltanto non abbandona la Sua creatura, ma la cura con particolare attenzione. La cura di Dio è fondata sull'attenzione proiettata verso i Suoi figli: "Il Padre vostro sa le cose". Il Signore conosce non solo le necessità dei figli, ma i figli stessi. Per la qualcosa, agisce per il bene dei figli, donandogli ciò di cui hanno veramente bisogno. Spesso i genitori sono pronti a dare ai loro figli ciò che non è necessario ed utile, pur di renderli felici. Il Signore, invece, usa un altro metro per rendere felici i Suoi figli: dona solamente le cose necessarie, quelle che risultano per il loro bene. Tutto ciò che non risulta per il bene del credente, Dio non glielo accorda. Questo non significa che il Signore ha abbandonato il Suo figlio, bensì è la dimostrazione dell'accurato amore di Dio. Non vivere preoccupato se Dio non ha esaudito una tua richiesta, ringraziarLo, perché il Padre celeste continua ad amarti!
Meditazione del 02 novembre 2017
"Io sono l'Eterno e non ve n'è alcun altro." (Isaia 45:18)
L'UNICO DIO
L'enorme varietà di religioni presenti nella società odierna produce nella mente dell'uomo una sempre più confusione. Dinanzi a questa realtà le reazioni sono diverse. Alcuni si aggrappano a quanto la tradizione gli ha tramandato, mentre altri non credono nell'esistenza di Dio. Tutto questo infonde nel cuore dell'uomo quell'incertezza che si perpetua nel tempo: "Esiste Dio?" Qual è il vero Dio? L'uomo trova il vero ed unico Dio soltanto nella Sacra Scrittura. La Parola di Dio rivela l'esistenza di un solo ed unico Dio: "Io sono il Signore e non ve n'è alcun altro" (Isaia 45:18). Nella Scrittura sono rivelate le prove che esiste un solo Dio. Prima di tutto Dio si rivela quale unico Creatore: "Io sono il Signore che ha fatto tutte le cose senza che vi fosse alcuno con me" (Isaia 44:24). In secondo luogo Dio si rivela quale unico Dio: "Io sono il primo e l'ultimo, e fuori di me non v'è Dio" (Isaia 44:6), questa stessa identità è attribuita a Gesù Cristo nel Nuovo Testamento (Apocalisse 1:18; 2:8). Infine, Dio si rivela quale unico Salvatore: "Io sono il Signore e fuori di me non v'è Salvatore" (Isaia 43:11). Per la qualcosa, l'uomo troverà unicamente la salvezza se crede nell'unico vero Dio. Caro lettore, il Signore rivelatosi nella Bibbia sarà il tuo Unico Salvatore, se tu credi e lo invochi. Il credente non vive nelle incertezze o nel dubbio perché da quando ha creduto nell'unico Dio ha trovato certezze.
Meditazione del 01 novembre 2017
"Gesù pianse" (Giovanni 11:35)
GESÙ PIANSE
Il pianto narra una commozione, che può essere di gioia, di dolore, di pentimento, ecc. Il pianto di Gesù davanti alla tomba di Lazzaro fu la dimostrazione dei suoi sentimenti scossi e turbati (Giovanni 11:33). Quelle lacrime furono commentate dai presenti come espressione di amore: "Guarda come l'amava!" (Giovanni 11:36). Se fosse solo una dimostrazione d'amore quel pianto sarebbe stato un'esibizione apparente e ipocrita dell'affetto di Gesù verso la famiglia di Betania. Difatti, Gesù sapeva bene che, da lì a qualche istante, avrebbe portato in vita Lazzaro. Il Signore non recita e non agisce per soddisfare il parere della gente, il suo amore per Lazzaro, come per tutti gli uomini, non si dimostra attraverso lacrime, ma mediante il gesto più grande e duraturo: il sacrificio della croce (cfr. I Giovanni 4:9). Il pianto di Cristo erano dovuto all'incredulità degli uomini davanti all'amore, alla Parola e alla potenza di Dio, che è pronto a chiamare i morti in vita: "Lazzaro, vieni fuori!". Non lasciare piangere Gesù per la tua incredulità, abbi fede in Colui che è la resurrezione e la vita.
Meditazione del 31 ottobre 2017
"Allora Gesù le disse: 'Donna, grande è la tua fede; ti sia fatto come vuoi'. E da quel momento sua figlia fu guarita." (Matteo 15:28)
UNA FEDE GRANDE
La donna cananea era stata elogiata dal Signore Gesù per la sua fede (v. 28). Il Maestro era stato meravigliato che una donna pagana, non appartenente al popolo d'Israele, aveva una grande fede. Cosa non riscontrata tra gli ebrei che conoscevano le profezie e aspettavano il Messia. Stiamo attenti a professare una fede nominale, formata soltanto di contenuti religiosi o di conoscenze teologiche, ma che davanti agli occhi di Dio è nulla, vuota e inefficace. La fede della donna cananea è grande perché invoca Gesù riconoscendolo Signore, Messia e Re, come avevano profetizzato tutti i profeti mandati da Dio al popolo d'Israele. Non soltanto, quando Gesù affermò che non era buono prendere il pane dei figli e darlo ai cagnolini. La donna dichiarò, che Gesù aveva detto bene, e si attribuì il titolo di cagnolino, cioè d'impuro, di peccatore, di colui che non ha nessun diritto davanti a Dio, ma può trovare misericordia presso la tavola del più grande Padrone: Gesù Cristo. Questa risposta portò Gesù ad affermare: "Donna, grande è la tua fede; ti sia fatto come vuoi". È così la tua fede?
Meditazione del 30 ottobre 2017
"In quel tempo si lesse in presenza del popolo il libro di Mosè ... Quando il popolo udì la legge separò ..." (Neemia 13:1, 3)
NON SOLO SEMPLICE LETTURA
La lettura della Legge di Mosè mise in luce quanto di non regolare veniva fatto all'interno del popolo di Dio, dal mantenimento degli oggetti sacri del Tempio ai matrimoni misti. Risultò efficace la semplice lettura della Parola di Dio, che fu seguita dall'ubbidienza da parte del popolo. Nel leggere la Parola di Dio non si possono che fare meravigliose scoperte, e non solo, saranno messi allo scoperto i peccati e le mancanze che l'uomo compie proprio perché trascura la Parola di Dio, la Bibbia. Questo episodio del tempo di Neemia suggerisce quanto sia importante non trascurare la lettura della Parola di Dio, la Bibbia. Nel Salmo 119, il salmista esaltava in questi termini la potenza della legge di Dio: "La tua parola è una lampada al mio piede e una luce sul mio sentiero" (Salmo 119:105). La lettura della legge di Mosè diede luce sui vari argomenti che erano trascurati. Non si trattò soltanto di una semplice lettura. Il popolo di Dio applicò volenterosamente la Parola di Dio, che fu, prima letta e udita, e subito dopo, applicata. Non basta soltanto leggere la Bibbia, è già un buon inizio, serve anche che venga messa in pratica. Questo è il tempo che si torni alla lettura e all'ubbidienza della Parola di Dio.