
Parole di Vita
Meditazione del 08 maggio 2016
"Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l'ora." (Matteo 25:13)
AVVEDUTEZZA
Due credenti si recarono, una sera d'inverno, a far visita ad una coppia di fedeli. Seduti intorno ad un tavolo, discutevano dei problemi che si incontrano nel cammino spirituale ed ognuno di loro narrava delle esperienze vissute. Tra una parola e l'altra mangia.mangiavano della frutta secca: datteri e noci. Fuori si stava scatenando un terribile temporale con lampi e tuoni. Dentro regnava la calma. Ad un certo punto la padrona di casa si alzò, ritornando, dopo un po?, con una grossa lampada a pile. Prima di poter fare alcuna domanda, la luce andò via. I presenti si guardarono in faccia e tutti stavano pensando alla stessa cosa: alla parabola delle dieci vergini (Matteo 25:1-13). Nell'attesa del ritorno di Gesù, la nostra prima occupazione sia quella di vegliare per non essere colti impreparati. Teniamo sempre a portata di mano la lampada spirituale, perché non sappiamo né il giorno né l'ora in cui Gesù ritornerà!
Meditazione del 07 maggio 2016
"... Perché in verità io vi dico: se avete fede quanto un granello di senape, potrete dire a questo monte:"Passa da qui a là", e passerà; e niente vi sarà impossibile." (Matteo 17:20)
IL GRANEL DI SENAPE (II)
Il Signore, con grande amore, ci ha prospettato infinite benedizioni se solo abbiamo il coraggio di riceverle. Davvero potrebbe sposta.re grandi e possenti montagne se solo avessimo fede quanto un granel di senape! E le montagne non sono solo quelle materiali, ma anche quelle metaforiche. Una montagna può essere un gran.de problema, una grave condizione fisica, una necessità finanzia.ria. Immaginiamo quanto sarebbe bello se fossimo in grado di por.tare sollievo agli altri e a noi stessi! Il problema è che non abbiamo una fede sufficiente per far ciò; e siamo solo al primo stadio della pianta: il seme. Non riesco neanche ad immaginare cosa succederebbe se essa si sviluppasse. Dobbiamo pregare il Signore che ci rinvigorisca, affinché possiamo essere utili strumenti nelle Sue mani. La nostra fede è poca e vacillante; perché? Perché siamo limitati dalla nostra condizione menta.le, condizionati dal pensiero degli altri, inibiti di fronte a ciò che non vediamo con i nostri occhi e non tocchiamo con le nostre mani. In altre parole, non ci abbandoniamo nelle mani di Gesù. Abbiamo paura di ciò che non è sotto il nostro personale controllo! Signore aiutaci ad avere più fede. Sia questa la nostra sincera preghiera di ogni giorno.
Meditazione del 06 maggio 2016
?... Perché in verità io vi dico: se avete fede quanto un granello di senape potrete dire a questo monte:"Passa da qui a là", e passerà; e niente vi sarà impossibile.? (Matteo 17:20)
IL GRANEL DI SENAPE (I)
I granelli di senape sono proverbialmente ricordati come i più piccoli fra i semi. La senape è una pianta che fornisce un condimento piccante ed è anche chiamata mostarda nera; è molto comune in Palestina e cresce allo stato selvaggio. La caratteristica fondamentale di questa pianta è rappresentata dalla sua evoluzione. Essa, infatti, supera le altre erbe e diventa arboscello, i cui rami attirano gli uccelli alla ricerca dei granelli. La pianta di senape raggiunge l'altezza di un uomo a cavallo. Notiamo quindi, come questo piccolissimo seme, una volta pianta, divenga riparo e cibo per gli uccelli e come man mano s' imponga al di sopra di tutti gli altri semi. Gesù paragonò la fede a questo seme. Essa ha le stesse potenzialità del granello di senape, può raggiungere alti traguardi e portare cibo e consolazione a molti. Tuttavia Gesù stesso si ferma a parlare della fede al primo stadio di crescita della pianta: il granello di senape. Non abbiamo neanche una fede equiparabile a questo piccolissimo seme, siamo talmente increduli e diffidenti che a fatica sosteniamo una fede in grado di farci sussistere. Dobbiamo lasciarci andare, dobbiamo cedere di fronte all'Onnipotenza di Dio e rimetterci nelle Sue mani. (Continua)
Meditazione del 05 maggio 2016
"Io ho fatto sparire le tue trasgressioni come una densa nube, e i tuoi peccati come una nuvola; torna a me, per.ché io ti ho riscattato." (Isaia 44:22)
I NOSTRI PECCATI SONO COME UNA NUVOLA
Possiamo immaginare i nostri peccati come una nuvola. Proprio come le nuvole che hanno forme e sfumature diverse, così sono le nostre trasgressioni. Le nuvole ci nascondono la luce del sole, così i nostri peccati oscurano la luce del volto del nostro Signore e ci fanno sedere all'ombra della morte. Ebbene Dio ci dice: "Io ha fatto sparire...!". Dio stesso appare sulla scena e nella Sua grande bontà, anziché manifestare il volto della Sua ira contro di noi, ci mostra la Sua grazia. Egli rimuove il male, subito e per sempre, non allontanando la nuvola, ma facendola sparire. Chi ha ottenuto giustizia, non deve più temere le conseguenze del peccato: l'avvenimento terribile e allo stesso tempo glorioso della croce ha cancellato per l'eternità il peccato che avevamo commesso ed anche quelli che avremmo commesso da ora in poi. Dio dice anche: "Torna a me...". Perché i peccatori perdonati dovrebbero vivere lontano dal loro Dio? Avendo chiesto perdono ed essendo stati perdonati di tutti i nostri peccati, non lasciamo che alcun timore ci trattenga dallo stabilire la comunione con il nostro Padre celeste!
Meditazione del 04 maggio 2016
"Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?" (Marco 4:40)
GESÙ CI ACCOMPAGNA NELLE DIFFICOLTÀ
Gesù ha insegnato ai discepoli come credere, come portare frutto, come testimoniare di Lui. Spesse volte, però, essi stessi sono presi da paure e timori e allora si rivolgono al loro Maestro. Gesù non li manda mai via, ma chiarisce le loro perplessità, acquieta le loro paure. Nella nostra vita arrivano dei momenti in cui dobbiamo attraversare delle difficoltà e, forse, pensiamo di essere soli, ma non è così. Gesù ci accompagna dovunque andiamo e in qualsiasi momento che attraversiamo. Appena il vento comincia a soffiare ed il mare ad agitarsi, i discepoli ricorrono alla preghiera chiamando Gesù: "Maestro non t'importa che noi periamo?". Ma che pre.ghiera è questa? Sembra più un rimprovero che una richiesta di aiuto. E noi? Quante volte rimproveriamo Gesù di non far nulla per i nostri problemi, invece Egli vuole solo che impariamo ad avere fede e ci dice: "Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?". In un attimo Gesù si sveglia, parla al vento e sgrida il mare e tutto torna tranquillo. Se ci troviamo in difficoltà, preghiamo e Gesù interverrà, ma prima è necessario che impariamo ad avere fiducia! "Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?" (Marco 4:40).
Meditazione del 03 maggio 2016
"Non temere perché io sono con te; non ti smarrire perché io sono il tuo Dio; io ti fortifico, io ti soccorro,io ti sostengo con la destra della mia giustizia." (Isaia 41:10)
COME UN PASSERO SPERDUTO (II)
Il continuo cinguettio della passera giungeva a me come la voce di una madre che dice: "Dì al mio figliuolo che non si smarrisca. Assicuralo che gli verrà l'aiuto del cielo." Guardando quei giovani mano nella mano, sentivo confortarmi con amore: "Non preoccuparti, perché IO non li abbandonerò". Quel giovane era mio genero e come tale sentivo per lui lo stesso affetto che avevo per la ragazza che gli stava accanto, mia figlia. Oggi posso affermare che il Signore ha davvero operato, lo ha aiutato e guidato, dandogli forza, infondendogli coraggio. Era un passero sperduto, ma Egli gli ha dato il vigore di un'aquila (Isaia 40:31). Quel giovane è oggi un bravo medico, sposo e padre felice, perché il Signore non ci lascia e non ci abbandona.
Meditazione del 02 maggio 2016
"Padre degli orfani e difensore delle vedove è Iddio nella dimora della sua santità." (Salmo 68:5)
COME UN PASSERO SPERDUTO (I)
Il funerale si era da poco concluso e tutti facevano ritorno alle proprie dimore. Accanto a me camminava un giovane, mano nella mano con una ragazza, la sua fidanzata. Negli occhi del giovane si leggevano la tristezza, il dolore e il peso per quella spiacevole circostanza. Aveva perso il padre quando non era che un ragazzino ed era rimasto solo con sua madre, una credente operosa, ripiena di fede in Cristo e conosciuta per la sua bontà. Ma adesso il Signore l'ave.va chiamata con sé. Il giovane, rimasto solo, sembrava un passero sperduto. Era maggio e la primavera ci inebriava con il profumo dei suoi fiori. Ad un tratto si sentì un forte cinguettio. Era mamma passera che assisteva il suo piccolo nel primo volo. Ciò che avvertivo nel cuore era come un messaggio da parte di Dio, come se Egli dicesse: "Io, come la passera che vedi, proteggerò quell'orfano!". (Continua)
Meditazione del 01 maggio 2016
"Voi stessi sapete che queste mani hanno provveduto ai bisogni miei e di coloro che eran meco." (Atti 20:34)
IL LAVORO
Leggere del lavoro delle proprie mani nella Bibbia può risultare strano quando ci si aspetta di leggere solo cose che riguardano gli aspetti religiosi. Invece, e non c'è da meravigliarsi, si parla anche di cose di tutti i giorni come il lavoro. In questo versetto, lo Spirito Santo, evidenzia come il proprio lavoro sia indispensabile per sovvenire ai bisogni quotidiani e aiutare coloro che sono in maggior difficoltà. Esso rappresenta una necessità e bisogna considerarlo come uno strumento della nostra sopravvivenza. Non si può, quindi, vivere solo per il lavoro, trascurando tutti gli altri aspetti della vita: la fami.glia, l'amicizia, la chiesa. E' sbagliato privilegiare il lavoro a scapito della nostra vita spirituale, non partecipando alla comunione con la chiesa. Seppure gli impegni di lavoro ce lo impedissero, non dovremmo mai trascurare la preghiera, unico e indispensabile momento per aver comunione con Dio! Il nostro lavoro deve anche contribuire a sostenere la chiesa e la sua opera, ma non permettiamo che le offerte servano solo ad acquietare la nostra coscienza. Aggiungiamo al nostro dare anche un utile servizio. Il Signore ci aiuti ad essere dei buoni servi.tori.
Meditazione del 30 aprile 2016
"Ma Pietro disse: «Dell'argento e dell'oro io non ne ho;ma quello che ho, te lo do: nel nome di Gesù Cristo, ilNazareno, cammina!»" (Atti 3:6)
QUELLO CHE HO (II)
Pietro è esempio di grande fede. Uomo irruente e impulsivo che di fronte alla paura della morte non esita a rinnegare il suo Maestro. Il suo gesto gli causò tanto rimorso che non poté far altro che pentirsi e riconsacrare il suo cuore in maniera definitiva. Fu un atto sincero che lo portò a conquistare tante anime a Dio. Forse è ciò che servirebbe anche a noi! Un sincero ripensamento delle nostre posizioni e un'onesta pre.ghiera di perdono al Signore. La perseveranza nel conoscere le Scritture, la preghiera con fede, la disponibilità all'opera divina sono ottime premesse per ricevere quello che Pietro aveva. Abbiamo poco da dare, perché abbiamo ricercato e ricevuto poco. Dio vuole donarci molte cose, purché siamo disposti a riceverle ed usarle con fede e amore. Umiliamoci alla presenza del Signore, chiediamoGli di fortificare il nostro cuore, di modellare la nostra vita, di abbandonarci alla Sua volontà e riceveremo tanto da donare e condividere con gli altri. Lo zoppo non aveva ricevuto solo guarigione fisica, ma aveva ricevuto Gesù nel cuore. Egli all'istante andò con Pietro e Giovanni nel Tempio per lodare Dio. Preghiamo che Dio ci faccia traboccare dei Suoi beni e donarli con amore al prossimo!
Meditazione del 29 aprile 2016
"Ma Pietro disse: «Dell'argento e dell'oro io non ne ho;ma quello che ho, te lo do: nel nome di Gesù Cristo, ilNazareno, cammina!»" (Atti 3:6)
QUELLO CHE HO (I)
Le parole pronunciate da Pietro per guarire uno zoppo che cerca.va l?elemosina sono probabilmente molto note ai più. Il povero zoppo si era rassegnato al suo stato di invalido e, non potendo lavorare, non gli restava altro che mendicare. Con quello che riusciva a racimolare sopravviveva nella rassegnazione, finché Pietro non pronunciò quelle parole. Pietro non era ricco, anch'egli viveva sobriamente, ma era ripieno di fede in Dio. Egli sapeva che a chi crede tutto è possibile e questa certezza lo accompagnava sempre, così trasferì allo zoppo ciò che possedeva: la guarigione nel nome di Gesù. Se dovessimo trasferire oggi qualcosa a qualcuno, cosa gli daremmo? Probabilmente, con molta più facilità, dei beni materiali, considerando il benessere che ci circonda, del cibo, dei vestiti, del denaro. Faremmo l'esatto opposto di quello che fece Pietro. Perché? Perché abbiamo carenza di fede, non abbiamo la stessa forza e le stesse certezze di Pietro. Eppure Pietro era un uomo come noi, con i suoi difetti e i suoi pregi, sappiamo la sua storia: il suo rinnegamento e il conseguente ravvedimento. (Continua)