
Parole di Vita
Meditazione del 04 giugno 2019
"Per tutto c'è il suo tempo, c'è il suo momento per ogni cosa sotto il cielo" (Ecclesiaste 3:1)
TUTTO PASSA
Si nasce, si cresce, si invecchia e si muore. Per ogni periodo della vita c'è uno scopo. "Un tempo per nascere e un tempo per morire; un tempo per piantare e un tempo per svellere ciò che è piantato" (Ecclesiaste 3:2). Nascendo stringiamo i pugni cercando di afferrare e si muore aprendo le mani, lasciando ogni cosa. "Uscito nudo dal grembo di sua madre, quel possessore se ne va com'era venuto; di tutta la sua fatica non può prendere nulla da portare con sé" (Ecclesiaste 5:15). Si è bambini, si cresce, ci si innamora, ci si fidanza, ci si sposa, si diventa genitori, poi nonni, si invecchia e ci si rende conto che tutto passa. La vita è fatta di tanti attimi preziosi che scorrono via e non tornano più e di essi non restano che ricordi. Le foto ci ricordano i momenti andati della nostra esistenza. Segnano il tempo di eventi passati: Che cosa rimane dunque all'uomo della sua vita? La risposta ci viene dalla Bibbia: "E il mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno" (I Giovanni 2:17).
Meditazione del 03 giugno 2019
"Allora Giacobbe diede a Esaù del pane e della minestra di lenticchie. Egli mangiò e bevve; poi si alzò, e se ne andò. Fu in questo modo che Esaù disprezzò la primogenitura" (Genesi 25:34)
LA VERA BENEDIZIONE
Esaù e Giacobbe erano due gemelli diversi nell'aspetto e nel carattere. Esaù era il maggiore e come tale ad egli spettava il diritto della primogenitura (della benedizione). Questo, infatti, era un privilegio considerato di proprietà esclusiva del primogenito di una famiglia. Egli ereditava, di solito, la posizione, la situazione e le prerogative del padre, diventava capo della famiglia. Ereditava anche una doppia porzione dei beni paterni. Tale diritto poteva, però, perdersi per cattiva condotta o poteva essere ceduto. Ed Esaù lo cedette a Giacobbe. Preso dalla fame, da un istinto naturale di nutrimento disprezzò in un attimo questo particolare e vantaggioso diritto. Isacco, padre dei ragazzi, trasmise questo diritto attraverso una benedizione, ossia l'invocazione del favore divino. Dio desidera benedire ogni Suo figlio. Per poter realizzare la benedizione del Signore è necessario accettare Gesù, credere in Lui e agire secondo la Sua volontà. Non perdere la benedizione di Dio per "un piatto di lenticchie"!
Meditazione del 02 giugno 2019
"Or la speranza non delude, perché l'amore di Dio è stato sparso nei nostri cuori mediante lo Spirito Santo che ci è stato dato" (Romani 5:5)
LA SPERANZA CHE NON DELUDE
L'esperienza maturata nell'afflizione cambia molte vite. Ci si rende conto della nostra fragilità e delle nostre priorità, ci rende meno egoisti e più sensibili. Evoca domande che non ci saremmo mai posti e affretta risposte che avremmo ritardato. Un'esperienza del genere diventa molto preziosa per il nostro cuore. L'esperienza produce speranza. Una speranza speciale, quella della vita eterna. Quando durante l'afflizione il tuo essere si avvicina al Signore scopre la meraviglia delle promesse divine e fra tutte quelle della salvezza eterna. I timori su quello che avverrà dopo la nostra dipartita si tramutano in speranza, speranza di ereditare il regno di Dio. La speranza, però, non deve essere fine a se stessa, ma concreta. Non deve rendere confusi o dubbiosi come la parola tenderebbe a far pensare, ma deve rassicurare il nostro cuore che l'amore di Dio vive in noi. Non aspettare oltre, ma accetta tutto questo attraverso la fede in Gesù. Egli ha dato la Sua vita per te!
Meditazione del 01 giugno 2019
"Ma ci gloriamo anche nelle afflizioni, sapendo che l'afflizione produce pazienza" (Romani 5:3)
L'AFFLIZIONE
Gloriarsi nelle afflizioni è alquanto difficile. L'afflizione mette a dura prova sia l'afflitto che quanti gli stanno intorno. Tuttavia essa può risultare molto benefica. Tantissima gente si è avvicinata al Signore attraverso un'afflizione e tantissimi altri hanno scoperto il meraviglioso amore di Gesù nella prova. L'afflizione rende deboli, vulnerabili, bisognosi di aiuto e quando nessun altro può fare qualcosa per te, ti ricordi di quel Gesù di cui ti hanno parlato, in grado di capirti, di consolarti e di aiutarti. Il Signore è sempre pronto ad andare incontro a quanti Lo invocano. Egli è lì che aspetta un tuo cenno, aspetta che il tuo cuore si apra a Lui. C'è scritto che per ogni uomo che si converte, in cielo si fa gran festa. Gesù è morto anche per te, perché vuole che tu non perisca, ma abbia vita eterna. Come leggiamo nel versetto di oggi l'afflizione per prima cosa produce pazienza: si impara ad aspettare. La pazienza è una gran bella virtù, ma posseduta da pochi. Sei nell'afflizione? Aspetta con fede il Signore!
Meditazione del 31 maggio 2019
"Mentre erano là, si compì per lei il tempo del parto ... lo coricò in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo" (Luca 2:6, 7)
C'E' POSTO PER GESU'?
Ci vuole poco per far dormire un bambino! Basta un piccolo angolo caldo; gli uomini hanno negato a Gesù anche questo: non c'era posto per Lui. Egli che è il Creatore dell'Universo, entrando nei limiti dello spazio e del tempo, si è fatto "solo di poco inferiore a Dio", accettando di prendere la forma umana, pur restando Dio. Eppure ha dovuto dormire in una mangiatoia e per morire gli hanno dato una croce! Questo è stato il terribile supplizio inflitto all'unico uomo giusto su tutta la Terra! Hai compreso per chi Gesù ha dovuto morire? Per me e per te! Carissimo/a, Dio non ti chiede altro che un posto nel tuo cuore: riconoscere che sei perduto, accettare Gesù come Salvatore, affidarGli la guida della tua vita. Fallo oggi, se non l'hai ancora fatto! Non farlo soltanto per oggi, però! Non ricordarti di Lui solamente in questo giorno! Gli altri giorni non respingerlo dicendo: "Non c'è posto!" per poi ripensare a Lui il prossimo anno di questi tempi!
Meditazione del 30 maggio 2019
"Dio il Signore ordinò all'uomo: "Mangia pure da ogni albero del giardino, ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare"" (Genesi 2:16, 17)
GIUSTE SCELTE
Un genitore, per quanto si impegni nel tracciare la strada lungo il cammino dei propri figli, non può in nessun modo influire sulle scelte che questi in futuro adotteranno. Saranno loro a decidere cosa fare della propria vita. Lo stesso fa il Signore con noi. Egli ci ha tracciato un sentiero sicuro da percorrere, ma non ci obbliga a sceglierlo. Ci sono molte strade che deviano da quel sentiero ma ognuno liberamente sceglie quale percorrere. Adamo ed Eva vivevano circondati da tanti alberi buoni, ed era stato loro vietato di mangiare i frutti di uno soltanto d'essi. Essi però, non rispettarono questo divieto e subirono le conseguenze della loro scelta che ognuno di noi conosce. La scelta di Adamo ed Eva fu una libera scelta, le cui conseguenze compresero soltanto troppo tardi. Per te, per me, non è troppo tardi, possiamo ancora godere di tutti i benefici celesti. Vai a Gesù oggi stesso; con una sincera preghiera aprigli il tuo cuore ed Egli ti darà la salvezza, la speranza della vita eterna e le risposte che stai cercando!
Meditazione del 29 maggio 2019
"Beati quelli che trovano in te la loro forza" (Salmo 84:5)
TROVARE LA FORZA IN DIO
Ci sono periodi della vita in cui ci sentiamo forti e capaci di poter affrontare qualsiasi cosa, eppure questo non dura perché la vita ci prospetta prove e situazioni difficili, pericoli, malattie, devastazioni, guerre ed infine morte; così che la nostra forza diviene davvero piccola e invece di combattere vorremmo soltanto arrenderci, allora mi chiedo: "Dove prendere altra forza? Chi è così potente da affrontare tutto ciò?" Il salmista, in questo versetto, ci spiega che la forza di Dio è potente non soltanto da superare le difficoltà, ma anche da trasformare situazioni difficili e pericolose in esperienze che ci portino grandi benedizioni. Sembrerebbe una favola, ma sappiamo che tutto ciò che riguarda Dio è serio ed è vero. Il salmista chiama beato, vale a dire felice, chi mette la propria forza in Dio e si fida di Lui completamente. E' una grande gioia poter contare sulla forza che viene da Dio piuttosto che sulla propria forza, sempre poca e limitata. Confidiamo nel Signore con tutto il cuore e non saremo mai delusi.
Meditazione del 28 maggio 2019
"Or senza fede è impossibile piacergli; poiché chi si accosta a Dio deve credere che egli è, e che ricompensa tutti quelli che lo cercano" (Ebrei 11:6)
LA FEDE IN DIO
La fede è un elemento essenziale della vita di un cristiano: "Senza fede è impossibile piacergli"! Essa rappresenta uno degli attributi attraverso i quali possiamo essere graditi a Dio. La definizione di fede la troviamo all'interno della Bibbia stessa: "Or la fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di cose che non si vedono" (Ebrei 11:1). Essa può essere altrimenti descritta come la tranquilla fiducia in un Dio reale, Onnipotente e vicino, benché invisibile. Colui che ripone la sua fiducia in Dio ha un cuore pieno di certezza circa la sua giustificazione, di pace, di fermezza nella prova, di speranza gloriosa e d'amore divino. Noi vorremmo sempre prima vedere e poi credere, ma il Signore dice: "Beati quelli che non hanno veduto, e hanno creduto!" (Giovanni 20:29). Caro lettore, riponi la tua fede nella Persona di Gesù e nell'Opera compiuta da Cristo e realizzerai la Sua opera di redenzione, di trasformazione e avrai comunione con Dio per vivere una "vita esuberante" nel Signore.
Meditazione del 27 maggio 2019
"Fino a quando avrò l'ansia nell'anima e l'affanno nel cuore tutto il giorno?" (Salmo 13:2)
ANSIETA'
Lo scrittore del salmo 13 è il re Davide, il quale ne ha composti tanti altri. In questo caso il salmista pone una domanda al Signore: “Fino ha quando avrò l’ansia nel cuore?”. Scorrendo la lettura apparentemente la risposta non c’è. L’ansia attanaglia tantissime persone ancora oggi, molti hanno questo senso di inquietudine, angoscia nell'attesa di qualcosa. C’è chi è in ansia per il suo stato di salute, paura di possedere qualche malattia che non gli permetterà di godere la sua vita. Altri invece hanno l’ansia del futuro, aspettano il domani con le incertezze e senza alcuna speranza. C’è anche chi soffre di ansia anche senza avere un motivo in particolare, vive questo stato emotivo che non gli permette di avere serenità e tranquillità, questo stato a volte provoca anche disturbi fisici. Anche i credenti non sono esenti da questo malessere “l’ansietà”, il salmista Davide alla fine conclude dicendo: “Quanto a me, io confido nella tua benignità; il mio cuore giubilerà per la tua salvazione; io canterò al Signore perché mi ha fatto del bene” ( Salmo 13:5).
Meditazione del 26 maggio 2019
"In tutto questo Giobbe non peccò e non attribuì a Dio nessuna colpa" (Giobbe 1:22)
RIMANERE FEDELI AL SIGNORE
Molti conoscono la storia di Giobbe, umile servo del Signore, integro, retto, timorato di Dio e fuggiva dal male. Era un uomo felice, ricco e sereno: aveva una famiglia, una casa, grande quantità di bestiame tanto da ricoprire tutto il paese. Satana tentò di farlo peccare, quando gli fece perdere tutto quello che possedeva compresi i figli. Ma lui non rinnegò Dio. Oggi, invece, ci sono degli uomini che appena perdono un bene o subiscono il furto di una macchina o di qualsiasi altro oggetto, inveiscono contro il Signore, dandoGli la colpa. Per non parlare di quando viene a mancare un familiare in circostanze tragiche, li senti sfogare in un modo assurdo contro Colui che può tutto. La malattia, inoltre, diventa un tarlo nella mente dell'uomo e la domanda ricorrente è: "Perché a me? Cosa ho fatto di male per ricevere tutto ciò?". Non è questo il modo di reagire e Giobbe ci ha dato un insegnamento molto importante riguardo tali situazioni: rimanere fedeli al Signore e continuare a onorare Dio con tutto il cuore.