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la meditazione del giorno

MEDITAZIONE GIORNALIERA

tratta dal calendario "Parole di Vita". Buona meditazione.

Parole di Vita

Parole di Vita

Domenica, 13 Agosto 2017 00:00

Meditazione del 13 agosto 2017

"Noi siamo senza forza, di fronte a questa gran moltitudine che s'avanza contro di noi; e non sappiamo che fare, ma gli occhi nostri sono su te!" (II Cronache 20:12)

QUANDO NON SAI COSA FARE

Popoli forti e potenti, abili e spietati, stavano movendo guerra ad Israele e al re Giosafat. Una gran difficoltà al punto che Giosafat ebbe paura; paura di soccombere, di non farcela, paura del suo futuro e di chi gli stava accanto. Di fronte ad un così gran problema Giosafat fa l'unica cosa che ogni credente dovrebbe fare: "Si dispose a cercare il Signore ? e implorare il Suo aiuto" (II Cronache 20:3-4). Elevò una sentita preghiera che si conclude con un'insolita affermazione, almeno per un re: "Non sappiamo che fare". Il segreto per riportare la vittoria è quando ricorriamo a Dio e riconosciamo la poca forza a nostra disposizione, che ogni nostra abilità è poca cosa di fronte a situazioni che soltanto Dio può risolvere. Non soltanto Giosafat riconobbe la sua debolezza, ma confessò a Dio la sua incapacità. Quando dici a Dio di non avere speranza e capacità, scoprirai che "Egli è specializzato nei casi senza speranza". Infine, il re prese la ferma decisione di tenere fisso il suo sguardo sul Signore e non sul nemico che avanzava. Dobbiamo smettere di guardare nella direzione sbagliata, cioè sull'uomo e sulle risorse terrene; "quanto a me", afferma il profeta, "io volgerò lo sguardo verso il Signore, spererò nell'Iddio della mia salvezza; il mio Dio mi ascolterà" (Michea 7:7).

 

Sabato, 12 Agosto 2017 00:00

Meditazione del 12 agosto 2017

"Mentr'egli parlava ancora, ecco arrivar gente da casa del capo della sinagoga, che gli dice: La tua figliuola è morta; perché incomodare più oltre il Maestro?" (Marco 5:35)

NON È MAI TROPPO TARDI

Iairo, capo della Sinagoga, si era recato da Gesù affinché stendesse la Sua mano di guarigione sulla figlia gravemente malata. Avvenne però che, mentre si recavano a casa di lui, la figlia morì. La gente che si trovava a casa di Iairo, andò loro incontro affermando che non era più necessario che Gesù fosse scomodato per qualcosa di ormai irrisolvibile. Quante volte si fa strada nella mente quella voce che dice: perché incomodare il Maestro? Perché continuare a pregare o a sperare in Lui? Ormai è troppo tardi! Soltanto Gesù, Colui che può ogni cosa, di fronte alla tragicità di quell'evento poté dire a Iairo: "Non temere, solo abbi fede" (Marco 5:36). Quando sembra non esserci più soluzione e speranza, quando hai ormai perso le forze, quando sei scoraggiato vai al Signore, per Lui non è mai troppo tardi se soltanto però continui a sperare in Lui. Se ancora confidi nel Signore con la certezza che nulla è impossibile a Lui, che se riesci a toccare non fosse altro che il lembo della Sua veste l'opera Sua si manifesterà nella tua vita (cfr. Marco 5:27-28). L'esortazione che ancora Gesù fa a chi è in difficoltà è di non temere, non aver paura, non farti vincere dallo sconforto, ma aspettati il Suo potente intervento, sappi che ogni cosa è possibile a chi crede, anche quando le circostanze ti fanno dire che è troppo tardi.

 

Venerdì, 11 Agosto 2017 00:00

Meditazione del 11 agosto 2017

"E non fece quivi molte opere potenti a cagione della loro incredulità." (Matteo 13:58)

POCHE OPERE POTENTI

Gesù si recò a Nazaret e nella Sinagoga ammaestrava le folle le quali rimasero stupiti della Sua sapienza. Lo stupore e la sorpresa però non furono sufficienti a fargli realizzare ciò che Egli avrebbe voluto e potuto fare per loro; solo pochi infermi furono guariti quel giorno (cfr. Marco 6:5). Tutto ciò naturalmente non fu colpa di Gesù, ma fu causato dalla loro incredulità. L'incredulità è un grave handicap che c'impedisce di realizzare l'opera di Dio nella nostra vita; essa "lega" le mani del Signore; perché Egli non fa violenza a nessuno. Non è scritto che Cristo non volle operare, ma che Egli "non poté operare"; e "si meravigliò della loro incredulità" (Marco 6:6). Quelli che Lo ascoltavano parlare quel giorno non vedevano oltre la vista materiale, per loro Egli era solo il figlio del falegname e di Maria, fratello di Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda (cfr. Matteo 13:55-56). Bastava un passo di fede e tutto si sarebbe svolto diversamente, come tante altre volte aveva fatto, Gesù avrebbe operato nello spirito e nel corpo di chi si accostava a Lui con piena fiducia. Non sono le difficoltà, né la gravità del problema che possono impedire a Cristo di agire, ma soltanto l'incredulità. Ancora una volta Gesù ci dice, come disse a Tommaso: "Non essere incredulo, ma credente".

 

Giovedì, 10 Agosto 2017 00:00

Meditazione del 10 agosto 2017

"Dirò all'anima mia: 'Anima, tu hai molti beni riposti per molti anni; riposati, mangia, bevi, godi'." (Luca 12:19)

UN CONSIGLIO STOLTO

Il ricco descritto in questa parabola non è uno sprovveduto, sa programmare bene la sua vita. Sembra anche essere un religioso, sa di avere un'anima a differenza di tanti altri; la sua campagna fruttò copiosamente e non sapendo più dove riporre i raccolti decide il da farsi e rivolgendosi a se stesso consiglia all'anima sua di riposare, mangiare, bere e godere di tutti quei beni. Il grande errore però fu quello di aver tenuto fuori Dio dal programma della sua vita, pensava che c'era tutto il tempo, ci avrebbe forse pensato più avanti, ma Gesù, continuando il racconto, afferma che per il Signore c'è sempre un'urgenza: quella di riconoscerLo in tutte le nostre vie. Il ricco pensava che per molti anni sarebbe stato tranquillo, ma il Signore gli dice invece: "Questa notte stessa l'anima tua ti sarà ridomandata". Si era inoltre illuso che poteva riposare sulla vanità dei beni materiali, credendoli suoi e non provveduti da Dio, beni che avrebbe lasciato su questa terra alla mercé di qualcun altro. La parabola si conclude con l'invito di Gesù a cercare le ricchezze celesti, i beni spirituali, avere il cuore rivolto a Dio, unica fonte di ricchezza e di bene. Non pensare ci sia molto tempo, non ti cullare su ciò che possiedi, cerca d'essere ricco in vista di Dio!

 

Mercoledì, 09 Agosto 2017 00:00

Meditazione del 09 agosto 2017

"Ma Gesù gli rispose: Lascia fare per ora; poiché conviene che noi adempiamo così ogni giustizia. Allora Giovanni lo lasciò fare." (Matteo 3:15)

LASCIA FARE A GESÙ

Giovanni il Battista stava battezzando quando davanti gli si presenta Gesù per essere da lui battezzato; inizialmente egli si oppone ma poi accetta. Gesù è venuto per compiere un'opera importante, sacrificare la propria vita quale prezzo di riscatto; desidera manifestare la Sua gloria, ma per far sì che Egli possa operare nella nostra vita dobbiamo lasciare fare a Lui, dobbiamo evitare di essere noi stessi l'impedimento. Ogni resistenza, ogni opposizione, ogni desiderio contrario a quello di Dio, ci privano di quell'opera gloriosa che Cristo desidera compiere in ciascuno. Nel Vangelo, nel brano relativo al battesimo di Gesù, è scritto che quando Giovanni lo lasciò fare e come Gesù uscì dall'acqua, "i cieli si aprirono"; quando diamo libertà di operare a Cristo, "i cieli si aprono su noi" e le promesse di Dio scendono fino a noi. In quell'occasione lo Spirito di Dio discese. Se lasciamo operare a Dio, Egli manifesta ciò che è e realizzeremo la Sua presenza nella nostra vita. Infine, è detto "si udì una voce dai cieli"; se permettiamo a Cristo di agire, la Sua Parola sarà per noi fonte di forza, guida sicura, conferma e risposta ad ogni dubbio. Lascia fare a Gesù, lascia che egli operi nella tua vita, lascia che manifesti la Sua gloria in te.

 

Martedì, 08 Agosto 2017 00:00

Meditazione del 08 agosto 2017

"Se ti perdi d'animo nel giorno dell'avversità, la tua forza è poca." (Proverbi 24:10)

HAI POCA FORZA?

Non sai quanto è resistente una fune fino a quando non è tesa e tirata; non conosci la forza fisica di un uomo se non vedi quanto peso egli può sollevare. Non sai quanta forza spirituale hai finché non affronti un'avversità! Chissà quante volte, proprio attraverso le prove, abbiamo realizzato e compreso che la nostra forza era poca. Ci siamo a volte scoraggiati, persi d'animo, abbattuti; un chiaro segnale della nostra umana debolezza. Di fronte a tutto ciò non bisogna disperare perché il Signore ci ha promesso, che se lo vogliamo, possiamo essere forti; viene da chiederci: come? Innanzitutto sperando nel Signore, perché "quelli che sperano nel Signore acquistano nuove forze" (cfr. Isaia 40:31), forza che si rinnova, che ti eleva in alto, al di sopra dei problemi, forza che ti permette di camminare e correre senza stancarti e affaticarti. Se pur deboli, dobbiamo fortificarci nel Signore e prendere la completa armatura spirituale, descritta in Efesini 6, con la quale possiamo vincere tutte quelle debolezze umane ed essere riempiti della forza di Dio. Inoltre, la Sua gioia è la nostra forza (cfr. Neemia 8:10), la certezza di appartenergli, d'essere l'oggetto del Suo amore e delle Sue amorevoli cure. "Anima mia, avanti, con forza!" (cfr. Giudici 5:21).

 

Lunedì, 07 Agosto 2017 00:00

Meditazione del 07 agosto 2017

"Guai a quelli che scendono in Egitto in cerca di soccorso ? non guardano al Santo d'Israele, e non cercano l'Eterno!" (Isaia 31:1)

SOCCORSI DAL SIGNORE

È bene, di fronte a questo testo della Scrittura, porre una domanda: dove cerchi soccorso quando vivi ed affronti momenti difficili? Quando ricorriamo ad espedienti umani, falliamo; dobbiamo invece imparare ad attendere con fiducia l'intervento e il soccorso del Signore. Chi appartiene a Cristo è consapevole che l'aiuto non viene da altro ma dal Signore (cfr. Salmo 121:1-2). Dio può e vuole aiutare, ed è per questo motivo che c'esorta ad andare a Lui e lo fa con un amorevole rimprovero: "Guai a quelli che cercano soccorso altrove". Egli lo proibisce, esorta a non farlo, per il nostro bene, per evitarci spiacevoli conseguenze che sopraggiungono quando voltiamo le spalle a Lui e facciamo di testa nostra. Il soccorso che viene da Dio non è paragonabile all'inutile aiuto che potrebbe darci l'uomo, confidare nelle risorse umane e appoggiarsi sulla forza che esse possono dare, non fanno altro che allontanare la nostra vita dal Signore, ecco perché Egli rivolge a tutti l'invito a guardare a Lui per fede. Egli è l'Iddio di coloro che sperano in Lui, di quelli che con tutto il cuore e piena fiducia vanno a Lui e trovano soccorso al momento opportuno. Potremo rispondere alla domanda iniziale con le parole del salmista Davide: "In lui s'è confidato il mio cuore e sono stato soccorso" (Salmo 28:7).

 

Domenica, 06 Agosto 2017 00:00

Meditazione del 06 agosto 2017

"Una cosa ho chiesto all'Eterno, e quella ricerco: ch'io dimori nella casa dell'Eterno tutti i giorni della mia vita, per mirare la bellezza dell'Eterno e meditare nel suo tempio." (Salmo 27:4)

UNA RICHIESTA SPECIFICA

Davide invoca, prega il Signore e lo fa esprimendo un unico obiettivo, un solo desiderio: essere ascoltato, ottenere compassione, ricevere la risposta che soltanto Dio può dare (cfr. Salmo 27:7). Il credente ha privilegio di poter andare a Dio e, per i meriti di Cristo Gesù, fare delle richieste, ma come il salmista, anch'egli, prima di esporre i propri bisogni, deve avere quest'obiettivo prioritario: "Abitare, dimorare alla presenza di Dio tutti i giorni della vita". Una volta realizzata la Sua presenza, quell'intima e profonda comunione con Lui, allora potrà mirare la bellezza del Signore, meditare nel suo tempio, sperimentare innanzitutto la calma e la pace che Dio sa dare, potrà anche trovarsi in prove e difficoltà di vario genere, ma dinanzi a tutto ciò essere senza paura e restare fiducioso in Dio (cfr. Salmo 27:3). Vivere alla presenza del Signore significa inoltre realizzare la Sua protezione; in Lui si trova rifugio, riparo, gran sicurezza, perché nel giorno dell'avversità ti nasconderà in luogo sicuro, ti eleverà in alto, lontano dai pericoli. Infine, con Lui realizziamo la forza che Dio soltanto fornisce, Lo fa per mezzo della Sua Parola e della fede in Lui. Chiediamo al Signore di concederci sempre di dimorare nella Sua casa, realizzeremo allora pace, protezione e forza.

 

Sabato, 05 Agosto 2017 00:00

Meditazione del 05 agosto 2017

"Ecco, quel che l'argilla è in mano al vasaio, voi lo siete in mano mia." (Geremia 18:6)

NELLE MANI DEL VASAIO

La vita di ogni persona è costellata da svariate esperienze: alcune positive, altre tristemente dolorose. Di fronte a tale varietà di eventi quante volte ci è capitato di interrogarci sul loro significato e scopo! Il versetto di oggi offre una risposta a questi interrogativi: siamo stati creati da Dio e la nostra vita gli appartiene. Noi siamo nelle mani del nostro Creatore come l'informe argilla nelle mani del vasaio. Quando noi riconosciamo a Dio tale autorità e gli concediamo la libertà di operare nella nostra vita, Egli inizia un lavoro attento e meticoloso. Spesso gli strumenti attraverso i quali opererà saranno gli eventi della vita, felici o tristi, sapientemente dosati dalla Sua mano. A volte ci sembrerà che la Sua mano si aggravi con troppa forza su di noi ma è proprio quando il vasaio affonda le sue mani nell'argilla che riesce a imprimerle dettagli e decorazioni accurate e preziose. Non sottrarti alla mano di Dio. Fidati di Lui. Ha dei progetti per te. Arrenditi a Lui ed Egli farà di te un vaso bellissimo, nobile, prezioso, adatto al servizio, utile per la Sua gloria.

 

Venerdì, 04 Agosto 2017 00:00

Meditazione del 04 agosto 2017

"Enoc camminò con Dio: poi scomparve, perché Dio lo prese." (Genesi 5:24)

CAMMINARE CON DIO

Ognuno di noi è chiamato nella propria vita a compiere delle scelte, a intraprendere dei cammini, a percorrere delle vie. Alcune strade possono essere condivise, altre sono individuali, da percorrere in solitudine. C'è un percorso lungo e difficile che ognuno di noi deve intraprendere per il quale la Parola di Dio ci dà dei consigli: il cammino della vita. La Bibbia ci parla di un uomo, Enoc, che scelse di condividere questo cammino con un compagno speciale: "Dio". Di Enoc viene semplicemente detto che camminò con Dio e poi Dio lo prese. Considerare la sua vita e il modo glorioso nel quale essa si concluse è per noi un invito a imitarlo. Ma come possiamo oggi camminare con Dio? È molto semplice: credendo in Gesù, Colui che conosce ogni passo del cammino che dobbiamo percorrere e mettendo la vita nelle Sue mani. Confidiamo in Lui, l'amico fedele, camminiamo ogni giorno stretti a Lui e il nostro procedere sarà sicuro, il nostro incedere sarà lieve e soprattutto giungeremo alla mèta tanto agognata: Dio ci prenderà con Sé e giungeremo finalmente a "casa". Dio ci benedica.

 

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