
Parole di Vita
Meditazione del 23 ottobre 2017
"Nella mia angoscia ho invocato il Signore, ed egli mi ha risposto." (Salmo 120:1)
INVOCARE DIO
Il salmo 120 fa parte di una serie di salmi che vengono definiti: "I salmi dei pellegrini". Erano gli inni che accompagnavano il viaggio degli ebrei verso la città di Gerusalemme, in ricorrenza delle feste levitiche. Questo salmo presenta in particolare l'invocazione: "Nella mia angoscia ho invocato il Signore". La causa dell'angoscia del salmista è rivelata nel secondo versetto: "Signore, libera l'anima mia dalle labbra bugiarde". Il salmista era vittima della bugia, della menzogna e della frode. L'angoscia esprime quei momenti della vita dove l'uomo affronta per delle situazioni di grande difficoltà e cause sono di diversa natura. In questi momenti particolari si può invocare Dio. Il salmista chiese aiuto al Signore. Questa è l'invocazione! Chiedere soccorso, aiuto, liberazione a Dio, che ha ogni soluzione. L'invocazione è un atto di fede, di fiducia riposta in Dio, che continua a promettere: "Invocami nel giorno della sventura; io ti salverò, e tu mi glorificherai" (Salmo 50:15). Se vivi momenti di particolare angoscia, hai la possibilità di rivolgere la tua preghiera a Dio, che ascolta e risponde al tuo grido d'aiuto.
Meditazione del 22 ottobre 2017
"Allora Pietro si avvicinò e gli disse: 'Signore, quante volte perdonerò mio fratello se pecca contro di me? Fino a sette volte?' E Gesù a lui: 'Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette'." (Matteo 18:21, 22)
PERDONARE SECONDO DIO
La domanda di Pietro: "Signore, quante volte perdonerò mio fratello se pecca contro di me? Fino a sette volte?", era impregnata di auto sufficienza, auto compiacimento e di vanto umano. Pietro affermando di perdonare per sette volte il suo fratello era convito di soddisfare il Signore Gesù. Il metro di Pietro era umano, mentre la risposta di Gesù: "fino a settanta volte sette" rivela il principio di Dio nell'esercitare il perdono. La misericordia umana arriva fino a "sette", quella di Dio è immensa arriva a "settanta volte sette". Caro lettore, dinanzi alla Grazia di Dio spesso si commette un errore, quello di pensare che Dio non possa perdonare il peccatore. Il pensiero che Dio non possa perdonare è un vecchio gioco dell'avversario, del diavolo, che cerca di allontanare l'uomo dal grande e immenso amore di Dio. L'invito di Dio è ancora oggi efficace e valido: "Poi venite, e discutiamo», dice il Signore: ?Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come la neve; anche se fossero rossi come porpora, diventeranno come la lana'" (Isaia 1:18). Nel realizzare il perdono di Dio si riuscirà a perdonare gli altri: "Come il Signore vi ha perdonato, fate anche voi" (Colossesi 3:13).
Meditazione del 21 ottobre 2017
"E, stendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: 'Ecco mia madre e i miei fratelli! Poiché chiunque avrà fatto la volontà del Padre mio, che è nei cieli, mi è fratello e sorella e madre'." (Matteo 12:49, 50)
FRATELLI DI GESÙ MEDIANTE LA FEDE
Gesù stava insegnando alle folle quando giungono i Suoi parenti, la madre, i fratelli e le sorelle (cfr. Marco 3:31-35). La presenza dei Suoi parenti offre al divino Maestro l'occasione per affermare che il vero vincolo di parentela con il Figlio di Dio non è basato da legami affettivi, naturali ecc., ma mediante la fede in Dio. Il messaggio dell'Evangelo rivela che tutti gli uomini sono creature di Dio, ma per diventare figli di Dio è necessario ricevere per fede Gesù: "Ma a tutti quelli che l'hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventar figli di Dio: a quelli, cioè, che credono nel suo nome" (Giovanni 1:11). I discepoli erano considerati da Gesù i Suoi fratelli perché avevano risposto alla chiamata del Maestro: "Gesù disse loro: ?Seguitemi, e io farò di voi dei pescatori di uomini'" (Marco 1:17). I discepoli per mezzo della fede e dell'ubbidienza, a differenza dell'incredulità dei partenti più intimi di Gesù, erano diventati i veri parenti del Signor Gesù. Ancora oggi Gesù continua a chiamare per mezzo della predicazione dell'Evangelo ogni uomo, affinché diventa Suo fratello mediante la fede nella Sua Parola, non indugiare perché questa è la volontà di Dio: "Il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e vengano alla conoscenza della verità" (I Timoteo 2:4).
Meditazione del 20 ottobre 2017
"...Maestro, noi vorremmo vederti operare un segno. Ma egli rispose loro: ? segno non le sarà dato, tranne il segno del profeta Giona." (Matteo 12:38, 39)
IL SEGNO DI GIONA
Gli scribi e i farisei si accostarono a Gesù chiedendo un miracolo. Essi volevano forse soddisfare i loro occhi, la loro curiosità, oppure, cercavano un pretesto per accusare Gesù. Ma Egli rispose agli scribi e ai farisei che non avrebbe fatto alcun segno miracoloso tranne il segno del profeta Giona. Il segno del profeta Giona era il segno che Gesù dava alla Sua generazione e a tutte le altre. L'esperienza del profeta Giona, che rimase nel ventre del pesce tre giorni e tre notti, è analoga a quella del divino Maestro che muore sulla croce e risuscita il terzo giorno. Stai aspettando un miracolo da Gesù? Anche per te la risposta è il segno del profeta Giona. La morte sulla croce e la risurrezione di Gesù è il segno più importante che il Figlio di Dio abbia mostrato a tutta l'umanità. L'opera del Golgota è superiore alla moltiplicazione dei pani, alla pesca miracolosa, alla guarigione del cieco e ad ogni altra opera miracolosa compiuto da Gesù stesso, perché il Suo sacrificio e la Sua risurrezione sono per il peccatore che crede fonte di salvezza e di speranza: "Gesù le disse: Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muoia, vivrà" (Giovanni 11:25).
Meditazione del 19 ottobre 2017
"Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica sarà paragonato a un uomo avveduto che ha costruito la sua casa sopra la roccia." (Matteo 7:26)
COSTRUIRE BENE
Ogni qualvolta si verifica un sisma si scopre che molti edifici, figli dell'era del cemento armato, crollano come carta pesta. Per costruire bene bisogna seguire con scrupolosa attenzione il progetto. Gesù rivelò alla Sua generazione che per costruire bene la propria vita è necessario seguire con fedeltà le Sue parole: "Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica sarà paragonato a un uomo avveduto che ha costruito la sua casa sopra la roccia" (Matteo 7:24). Oggi, molte vite crollano, molti matrimoni si sbriciolano e tante famiglie vengono distrutte dalle improvvise fiumane, perché alla base manca la Roccia. Nella Parola di Dio la roccia è Cristo (cfr. I Corinzi 10:4). Costruire bene si può, anche oggi, se l'uomo edifica su Gesù Cristo. Costruire la propria esistenza su un solido fondamento è garanzia di sicurezza, perché quando si verificheranno tempeste o alluvioni, Gesù sorreggerà la vita dell'uomo saggio. Questo è valido sia per il matrimonio che per l'esistenza stessa della famiglia. L'uomo avveduto costruisce come quello disavveduto, ma soltanto la casa dell'uomo saggio rimane in piedi, perché ha costruito bene seguendo le parole di Gesù Cristo. Vuoi costruire bene? Metti in pratica la Parola di Dio, la Bibbia.
Meditazione del 18 ottobre 2017
"Non siate dunque in ansia per il domani, perché il domani si preoccuperà di sé stesso. Basta a ciascun giorno il suo affanno." (Matteo 6:34)
VINCERE L'ANSIA
L'ansia ha sempre procurato vittime in ogni generazione. Gesù ha trattato questo argomento con i Suoi discepoli duemila anni fa. Gli uomini d'allora soffrivano di ansia, come ai nostri giorni. Gesù si rivolge ai Suoi discepoli offrendo la cura efficace per vincere l'ansia. La preoccupazione del futuro si può vincere mediante la fede in Dio (cfr. Matteo 6:26). Gesù indicava ai Suoi discepoli la cura attenta del Padre. I passeri del cielo trovano cibo perché Dio glielo provvede, quanto più ogni discepolo è oggetto della cura e dell'amore di Dio. Gesù aumenta la dose della medicina trattando l'onnipotenza del Padre. La bellezza naturale del creato era superiore allo splendore del re Salomone (cfr. Matteo 6:28-30). Il Padre provvederà ai Suoi figli il necessario per mangiare e per vestire. Questo sarà fonte di vera gioia: "Ma avendo di che nutrirci e di che coprirci, saremo di questo contenti" (I Timoteo 6:8). Gesù consigliò di non preoccuparsi del futuro, perché ogni uomo vive un giorno alla volta. Di giorno in giorno mediante la fede nel Padre celeste si vivrà realizzando la provvidenza di Dio.
Meditazione del 17 ottobre 2017
"Cosi il padre riconobbe che quella era l'ora in cui Gesù gli aveva detto: Tuo figli vive." (Giovanni 4:53)
SENZA LIMITI
Gesù ritorna in Galilea e va a visitare la città di Cana, dove aveva trasformato l'acqua in vino. Mentre si trova in Cana, l'ufficiale del re lo incontra e gli chiede di recarsi a Capernau per guarire il figlio, che giace in fin di vita. Gesù rispose alla richiesta dell'ufficiale del re, nel seguente modo: "Va, tuo figlio vive". La risposta di Gesù fu accolta dall'ufficiale reale, che credette e ritornò a casa. Mentre giungeva a casa i servi lo incontrarono assicurandogli che il bambino era in vita. L'ufficiale chiese ai servi a che ora il figlio avesse inziato a star bene. I servi risposero: "Dalla settima ora". L'ora in cui Gesù gli aveva detto: "Va, tuo figlio vive". Questo racconto del vangelo di Giovanni fa risaltare come la Parola di Gesù sia potente nel guarire a distanza: il malato era a Capernaum e Gesù Cana. La Parola di Cristo non ha limiti né di tempo e nemmeno di spazio. Il Signore può operare in qualsiasi luogo, a qualunque ora e in qualunque circostanza. Ancora oggi, la Parola di Gesù continua ad essere efficace per tutti coloro che credono. L'ufficiale reale credette nella Parola di Gesù e tornò a casa certo dell'avvenuto miracolo. La Parola di Cristo continua ad essere efficace nel tempo, nello spazio e nelle circostanze. Il Signore opera con la Sua efficace Parola, che è senza limiti!
Meditazione del 16 ottobre 2017
"Chi crede nel Figlio ha vita eterna..." (Giovanni 3:36)
LA VITA ETERNA
Tutti gli uomini pur vivendo non hanno la vita eterna. Nessuno si allarmi per tale affermazione. Il versetto in epigrafe rivela prima di tutto la posizione dell'uomo: "Ma l'ira di Dio rimane su lui". L'uomo è sotto il giudizio di Dio a causa del peccato e condannato alla morte eterna: "Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio" (Romani 3:23). In secondo luogo rivela il Salvatore: "Chi crede nel Figlio ha la vita eterna". La liberazione dal giudizio di Dio è offerta all'uomo unicamente in Gesù Cristo, perché su di Lui il Padre ha posto il Suo giudizio facendolo morire sulla croce. In terzo luogo ci presenta il mezzo della salvezza: "Chi crede". La fede è il mezzo per ottenere la vita eterna, non serve nient'altro. La vita eterna si riceve mediante la fede in Cristo Gesù. Dio chiede all'uomo la fede, che deve essere riposta nel Suo Figlio. In quarto luogo è indispensabile che l'uomo faccia una scelta libera: "Chi invece rifiuta". Nessuno è obbligato o forzato a credere. Ogni uomo è lasciato libero da Dio di ricevere o di rifiutare la vita eterna. L'uomo che crede in Cristo riceve la vita eterna, mentre colui che rifiuta decide di rimanere sotto il giudizio di Dio. Infine, il dono: "La vita eterna". La vita eterna è il dono di Dio a tutti i credenti. La vita eterna consiste nel cambiamento di posizione e di condizione dell'uomo attraverso Cristo. Gesù libera l'uomo per tutta l'eternità dal giudizio a causa del peccato: "Non c'è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù" (Romani 8:1).
Meditazione del 15 ottobre 2017
"E come Mosè innalzò il serpente nel deserto..." (Giovanni 3:14)
BASTA UNO SGUARDO
Gesù dialogando con Nicodemo affermò che bastava uno sguardo per ricevere la vita eterna. Nicodemo, il dottore d'Israele, si chiedeva come può l'uomo nascere di nuovo per entrare nel regno di Dio (cfr. Giovanni 3:4, 9). Gesù rispose alla domanda di Nicodemo con un episodio narrato nel libro dei Numeri. Il racconto biblico preso dal Signore Gesù riguardava il mormorio del popolo d'Israele punito con i serpenti ardenti, i quali mordevano la gente a morte (cfr. Numeri 21:4-6). La soluzione data da Dio al Suo servo Mose consisteva nell'innalzare sopra un'antenna un serpente fatto di rame e tutti coloro che lo avessero guardato sarebbero stati sanati. Gesù è stato innalzato sul legno della croce quale unica soluzione per la guarigione dal veleno del peccato che ha colpito tutti gli uomini. Gli Israeliti per ottenere la guarigione dovevano guardare al serpente innalzato sull'antenna. Il guardare al serpente era solamente il risultato della fede riposta nella Parola di Dio. Guardare non costa fatica. Per la qualcosa, ottenere la vita eterna è molto semplice di quanto si pensa. Basta guardare all'opera di Cristo compiuta sulla croce e si ottiene la vita eterna! Se guardi a quell'opera otterrai la vita eterna. È un atto di fede che non ti costa alcuna fatica! Caro lettore: basta uno sguardo di fede a Cristo per ricevere la vita eterna!
Meditazione del 14 ottobre 2017
"Venuto a mancare il vino" (Giovanni 2:3)
LA SALVEZZA DEL MATRIMONIO
Il primo miracolo compiuto da Gesù è stato la trasformazione dell'acqua in vino durante la celebrazione delle nozze di Cana (cfr. Giovanni 2:11). Il Signore Gesù manifestò la Sua gloria davanti ai discepoli in occasione di un matrimonio. Il racconto biblico pone in risalto quanto importante sia la presenza di Gesù in un matrimonio. I due sposi stavano concludendo la celebrazione del matrimonio, quando venne a mancare il vino (cfr. Giovanni 2:3). Oggi, tra i coniugi, probabilmente non manca il vino, ma sicuramente viene a mancare la gioia, il dialogo, l'armonia, la fiducia, la sincerità, la fedeltà, la pace ecc. La mancanza di tutto questo, ed altro, minaccia la stabilità del matrimonio e spesso conduce i coniugi alla separazione. Difatti, in questi ultimi anni la percentuale dei divorzi è aumentata! Diversi sono i maestri che specializzati nel campo hanno cercato di salvare le crisi del matrimonio. Nonostante i diversi tentativi si continua a divorziare perché nel matrimonio manca il vino. In quel matrimonio di duemila anni fa la crisi si affacciò, ma era presente il Maestro per eccellenza che con il Suo intervento allontanò la crisi e garantì la continuazione della festa. Soltanto Gesù può salvare il matrimonio e garantire la gioia tra i coniugi.