
Parole di Vita
Meditazione del 22 novembre 2017
"Colui che nella nostra umiliazione si ricordò di noi, perché la sua bontà dura in eterno." (Salmo 136:23)
LA BONTÀ DI DIO
Generalmente ricordiamo con facilità le persone con le quali abbiamo contatto più o meno frequente. Ma quando questi incontri si diradano, ecco che dimentichiamo anche coloro con i quali abbiamo trascorso insieme molto del nostro tempo. Quanti compagni di scuola sono oramai dimenticati. Eppure abbiamo vissuto molto tempo con loro. Lo scrittore di questo salmo pone in evidenza la capacità di Dio di ricordarsi del Suo popolo nel momento dell'umiliazione, risultato del peccato che abbassa l'uomo, allontanandolo dal Suo Creatore e Signore. Il peccato crea una distanza abissale tra il peccatore e l'Iddio tre volte Santo. Dimenticherà Egli l'uomo peccatore così profondamente lontano? Dimenticherà Egli la Sua povera creatura caduta nella miseria? La risposta consolante è: no! Il Signore è potente a ricordarsi anche di te caro amico, nonostante il baratro del peccato nel quale vivi. Nonostante tutto, Dio si ricorda di noi e lo ha fatto mandandoci Gesù Cristo. Egli non ti dimenticherà e non ti abbandonerà mai perché ti ama e tu sei prezioso per Lui. Confida nel Signore con tutto il tuo cuore, spera in Lui con fede ed Egli manifesterà la Sua bontà nei tuoi confronti.
Meditazione del 21 novembre 2017
"Gli occhi di quelli che vedono non saranno più accecati." (Isaia 32:3)
OCCHI APERTI
Il profeta Isaia descrisse i benefici che sarebbero scaturiti da un re la cui venuta avrebbe arrecato ogni sorta di bene per l'umanità. Questo Re, che Isaia intravide, è già venuto: è Gesù, il Cristo di Dio, il Re dei re e Signore dei signori. I nostri poveri occhi, accecati dal peccato e dalle lusinghe del nemico dell'uomo, satana, possono ora essere aperti alla realtà spirituale, alla luce del Signore. Ciò che l'antico profeta preannunciava è possibile realizzarlo oggi. Io e te possiamo avere occhi aperti, in grado di scorgere, per fede, ciò che l'occhio naturale non può scorgere: la gloria del Signore, ovvero la ricchezza della Sua grazia, misericordia, potenza e compassione che Egli ha per ogni persona. Se i tuoi occhi sono oggi accecati dal dubbio, dall'incredulità, dai dolori e sofferenze dalla vita presente, rivolgi con fede a Colui che apre gli occhi dei ciechi, questa preghiera: Signore, apri i miei occhi affinché possa vedere, credere e vivere quella luce che illumina ogni uomo. Gesù disse: "Io sono la luce del mondo; chi mi seguita non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita" (Giovanni 8:12).
Meditazione del 20 novembre 2017
"Ma Rut rispose: ?Non pregarmi di lasciarti, per andarmene via da te; perché dove andrai tu, andrò anch'io." (Rut 1:16)
FERMAMENTE DECISI
Naomi era una donna israelita emigrata con il marito ed i figli nel paese di Moab. Dopo aver conosciuto il dolore per la loro morte dei suoi cari decise di ritornare nel suo Paese. Le sue due nuore, Orpa e Rut, ormai vedove, decisero di seguirla, ma ella, le invitò ad ritornare indietro. Orpa, piangente, baciò la suocera e se ne andò. Rut, invece, espresse il proposito di recarsi nel paese di Naomi, per diventare parte del suo popolo e servire fedelmente il suo Dio. A differenza della cognata, era fermamente decisa a non staccarsi dalla suocera. La determinazione di questa donna dovrebbe farci riflettere: siamo altrettanto decisi a seguire il Signore? Tante volte, forse, abbiamo espresso il proposito di voler vivere per Lui, ma poi abbiamo permesso alle circostanze, ad influenze umane, alle difficoltà o ai piaceri del mondo, di farci perdere di vista l'obiettivo che ci eravamo prefissati. Rut fu risoluta. Né l'insistenza della suocera, né la decisione di Orpa le fecero cambiare idea o condizionarono la sua scelta. Seguiamo il suo esempio! Con risolutezza restiamo ancorati al Signore. Non permettiamo a nulla di separarci da Lui. AffidiamoGli la nostra vita e realizzeremo che, nella Sua fedeltà, Dio si prende meravigliosamente cura di chi confida in Lui.
Meditazione del 19 novembre 2017
"Faranno questo perché non hanno conosciuto né il Padre né me." (Giovanni 16:3)
CONOSCERE DIO È FONDAMENTALE
È veramente possibile conoscere Dio? A questo interrogativo si danno risposte differenti. Per alcuni Dio non esiste e di conseguenza è inutile tentare di conoscerLo. Per altri c'è un Dio che ha dato origine al creato, ma è troppo lontano, irraggiungibile dall'uomo. Altri ancora pensano che si possa conoscere Dio soltanto mediante studi approfonditi, che non sono alla portata di tutti. Sono tante le risposte date dall'uomo. Ma cosa dice la Bibbia? La Parola del Signore insegna che non si può conoscere Dio attraverso la propria intelligenza. Egli si rivela esclusivamente per mezzo di Gesù Cristo. Per conoscere Cristo è indispensabile rivolgersi alla Parola di Dio, la Bibbia, con totale fiducia in ciò che Essa dichiara e di completa sottomissione al suo messaggio. Le Sacre Scritture parlano di Gesù e attraverso di Lui, possiamo conoscere Dio. La conoscenza di Dio, implica, però, un radicale cambiamento del cuore, operato dallo Spirito Santo. Quando il Signore si rivela ad un cuore, cambiano i sentimenti, le aspirazioni, il modo di esprimersi e la condotta. L'opera di Dio è autentica e non passa inosservata a chi la sperimenta, né a quanti gli stanno vicino. Conosci il Signore o hai soltanto sentito parlare di Lui? ChiediGli di rivelarsi e attraverso la Sua Parola Lo farà.
Meditazione del 18 novembre 2017
"Se siete disposti a ubbidire, mangerete i frutti migliori del paese." (Isaia 1:19)
UBBIDIRE A DIO
Dio odia il peccato, ma ama il peccatore. Proprio per questo desidera vivere in comunione con la Sua creatura. Questa verità è più volte espressa chiaramente nelle Scritture. Cosa occorre per stabilire una giusta relazione con Dio? Prima di tutto è necessario ravvedersi dei propri peccati. Il ravvedimento è indispensabile per vivere vicino al Signore e consiste nel riconoscere la propria condizione di peccato, nel provare un sincero dolore per averLo offeso con le proprie iniquità e nel decidere di abbandonarle chiedendo a Dio la forza necessaria per fare ciò che a Lui è gradito. In secondo luogo occorre confidare nella Sua grazia. In virtù dei propri meriti, nessuno può accostarsi a Dio ed avere comunione con Lui. Soltanto per la Sua grazia i peccati possono essere perdonati e si può sperimentare la gioia della riconciliazione. Infine, occorre percorrere il sentiero dell'ubbidienza alla Parola di Dio. Egli si compiace di cuori che si dispongono a mettere in pratica la Sua Parola, motivati dall'amore per Lui. Amico rifletti! Ti sei ravveduto? Pensi di meritare il perdono di Dio o confidi nella Sua grazia? Hai deciso di ubbidire alla Sua Parola? Compi questi passi ed avrai oggi la gioia di vivere con Lui.
Meditazione del 17 novembre 2017
"La parola della predicazione non giovò a nulla non essendo stata assimilata per fede da quelli che l'avevano ascoltata." (Ebrei 4:2)
ASSIMILARE LA PAROLA
Nonostante il Signore avesse dato prova di fedeltà ed amore, intervenendo con la Sua potenza per sottrarre questo popolo alla dura schiavitù in Egitto, ed avesse provveduto in modo abbondante ad ogni loro necessità, gli israeliti continuarono ostinatamente ad essere ribelli ed ingrati. Come mai? Non avevano assimilato la Parola nel loro cuore. L'avevano udita, ma non l'avevano accolta. Non avevano permesso ad Essa di penetrare nel loro cuore, di radicarsi in modo profondo nella loro anima. E tu, stai assimilando la Parola di Dio? Chi riceve la Parola sperimenta che essa illumina la mente ed il cuore, trasforma radicalmente, dà una nuova speranza e conduce lungo il sentiero del volere divino. Come è possibile assimilare la Scrittura? Occorre riceverla con fede autentica in dodo che Essa generi il desiderio di conoscere sempre meglio la volontà di Dio, il proposito di ubbidire al Signore per piacerGli in ogni cosa ed un profondo rispetto per ciò che Egli dice. Non indurire, come Israele, il tuo cuore alla Parola, accoglila con fede ed essa ti rivelerà Dio e sarai da Lui trasformato.
Meditazione del 16 novembre 2017
"Egli morì per tutti, affinché quelli che vivono non vivano più per sé stessi, ma per colui che è morto e risuscitato per loro." (II Corinzi 5:15)
VIVI PER CHI È MORTO PER TE
Ogni persona vive per qualcuno o qualcosa. Quanti genitori vivono esclusivamente per i loro figli! Quante persone idolatrano il proprio coniuge! Ci sono coloro che vivono per la loro attività lavorativa o per un ideale nel quale credono. Alcuni vivono per sé stessi, altri dedicano la loro esistenza alle persone emarginate. L'occupazione può essere egoistica o nobile, il punto è che non si vive per Cristo! La meta principale rimane la realizzazione umana. E tu per chi o che cosa vivi? La Scrittura insegna che nessuna delle persone o delle cose elencate dovrebbe mai diventare una ragione di vita. Infatti, il Signore si aspetta che ognuno viva esclusivamente per Lui. Ciò implica offrire sé stessi a Dio, essere pronti a spendere il fiore dei propri anni ed il meglio delle capacità, che Egli stesso ci ha donato per Lui. Ciò vuol dire offrirGli il tempo, le energie ed ogni risorsa, essere disposti a sottomettersi interamente a Lui e alla Sua Parola per imparare a dipendere da Lui. Vivere per il Signore implica la disponibilità a lasciare tutto ciò che Egli non approva, per ricercare sempre ed in ogni cosa la Sua gloria. Cristo non ha esitato a sacrificarsi, a dare Sé stesso per noi. Noi siamo disposti a vivere per Lui che è morto per noi?
Meditazione del 15 novembre 2017
"Ecco, il nostro Dio che noi serviamo, è potente da liberarci, e ci libererà dalla fornace del fuoco ardente, e dalla tua mano, o re." (Daniele 3:17)
DIO NON DELUDE
Tali parole, oltre a far risaltare la rassicurante fedeltà di Dio, descrivono alcune sue caratteristiche. Prima di tutto insegnano che Dio si fa conoscere. I tre ebrei deportati in Babilonia dichiararono: "Il nostro Dio". Essi sapevano della Sua esistenza e lo conoscevano personalmente, perché Egli si era rivelato al loro cuore. In secondo luogo parlano della Sua Onnipotenza. Gli ebrei, minacciati dal re, affermarono che il loro Dio aveva il potere di salvare anche dalla fornace ardente, perché per Lui non c'è niente di troppo difficile. Nell'esprimere la propria determinazione a non chinarsi davanti alla statua i tre credenti espressero la certezza che il loro Dio era vivente ed operante, con le parole: "Ci libererà", perché avevano già realizzato in passato le meraviglie di Dio verso di loro. Dalle parole di questi ebrei, infine è possibile apprendere che il Signore è l'unico Dio. Difatti questi uomini erano decisi a non chinarsi dinanzi alla statua eretta dal re, perché sapevano che soltanto il Signore è il vero Dio. Caro amico in chi hai riposto la tua fede? Credi nel vero Dio, Colui che si rivela nella Bibbia ed agirà in tuo favore e non sarai mai deluso.
Meditazione del 14 novembre 2017
"Il riscatto dell'anima dell'uomo è troppo caro." (Salmo 49:8 R.)
UN PREZZO TROPPO ALTO
Tante persone sono convinte che il denaro sia la risposta a tutti i loro problemi. Con uno stipendio adeguato o con una vincita alla lotteria si potrebbe cambiare casa, macchina, comprare tante cose, avere più tempo libero, divertirsi. Ma c'è una questione che tutti dobbiamo affrontare in cui il denaro non serve a niente: il destino eterno dell'anima. Gesù raccontò una parabola di un uomo che era diventato ricco onestamente con il lavoro e che si disse: "Anima, tu hai molti beni riposti per molti anni; riposati, mangia, bevi, godi. La risposta di Dio fu: Stolto, questa notte stessa l'anima tua ti sarà ridomandata; e quel che hai preparato, di chi sarà?" (Luca 12:19, 20). Siamo schiavi del peccato e per essere veramente liberi qualcuno deve pagare il prezzo del nostro riscatto. La Bibbia spiega che nessuno potrà pagare, né per sé stesso, né per un altro il il prezzo del riscatto Siamo quindi senza speranza? No! Cristo Gesù diede Sé stesso qual prezzo di riscatto per tutti (cfr. I Timoteo 2:6). Mettiamo da parte ogni orgoglio ed ogni pretesa di acquistare o meritare la salvezza, e, chiedendo umilmente perdono dei nostri peccati, avvaliamoci del nostro riscatto già pagato da Cristo.
Meditazione del 13 novembre 2017
"Fissando lo sguardo su Gesù, Colui che crea la fede e la rende perfetta..." (Ebrei 12:2)
LO SGUARDO SU GESÙ
Un aneddoto racconta di un gruppo di rane che attraversando un bosco si imbattono improvvisamente in una profonda buca del terreno; alcune rane vi cadono dentro e subito iniziano a saltare per cercare di venirne fuori. Le rane rimaste sul bordo della buca vedendo i loro sforzi si mettono a gridare: Non ce la farete mai, è troppo profonda. Una dopo l'altra le rane si scoraggiano e smettono di saltare, rassegnandosi a morire in fondo alla buca. Tutte tranne una, che salta invece sempre più alta e con sempre maggiore convinzione, fino a che non riesce a saltare oltre il bordo ed a mettersi in salvo. Come mai questa rana continuava a saltare? Perché era sorda! Così anche noi credenti dobbiamo fissare la nostra fede su Cristo, sulla Sua opera perfetta e le Sue fedeli promesse, senza ascoltare le voci del mondo e del nemico che vuole deprimerci, distoglierci dalla Parola del Signore che produce la fede e dalla Sua grazia che la perfeziona in ogni circostanza. Possiamo trovare nel Signore la forza per vivere giorno dopo giorno una vita cristiana vittoriosa e superare le prove, le difficoltà della vita, realizzando che per quanti si aggrappano alle Sue amorevoli mani nessuna buca è troppo profonda. Ascolta Gesù, con Lui ce la puoi fare!