
Parole di Vita
Meditazione del 11 maggio 2018
"Chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato." (Romani 10:13)
TROPPO FACILE!
Cosa bisogna fare per guadagnare la salvezza? Molte volte ho sentito pronunciare questa domanda! Ma voglio evidenziare che essa è posta in maniera errata, in quanto noi non potremo mai "guadagnare" la salvezza. Dio, però, nel Suo infinito amore ha provveduto a salvarci, mediante lo spargimento del sangue del Suo Figliolo Gesù Cristo sulla croce: "Poiché è per grazia che voi siete stati salvati, mediante la fede e ciò non viene da voi è il dono di Dio" (Efesini 2:8). La risposta di molti a questa semplice verità del Vangelo è: "Troppo facile!". Siccome ci è stato sempre inculcato che bisogna fare delle opere meritorie e delle penitenze per riuscire ad ottenere la salvezza, allora ci è difficile accettare con semplicità ed umiltà la verità del Vangelo. L'orgoglio umano ed il desiderio di fare opere (meritorie) rende ancora più difficile accettare che il sacrificio di Cristo sia l'atto unico, perfetto e sufficiente a garantirci la salvezza ed il perdono dei nostri peccati: "Il sangue di Gesù, Suo Figliolo, ci purifica da ogni peccato" (1° Giovanni 1:7).
Meditazione del 10 maggio 2018
"Direte che il Signore ne ha bisogno, e subito li manderà." (Matteo 21:3)
SUBITO LI MANDERÀ
Il Signore manda due dei Suoi discepoli alla casa di un uomo che non è nominato, che essi non conoscono, e dice loro quel che avrebbero dovuto fare e quel che avrebbero trovato. Chissà quante domande sorsero nella mente dei due discepoli. Soprattutto se il proprietario sarebbe stato d'accordo, almeno, di mettere a disposizione quegli animali? Il Signore risponde subito alle loro domande facendo trovare come Egli aveva loro predetto. Che ristoro, in quel momento, per il cuore dei due discepoli ma ancor più per Gesù! Gli uomini erano stati testimoni della Sua grazia e della Sua potenza, avevano udito le parole d'amore che uscivano dalla Sua bocca e n'erano rimasti sbalorditi. Egli aveva nutrito le folle e aveva guarito i malati. Oggi Gesù continua ad essere rigettato; la gente sente parlare di Lui ma non né è attirata. Gesù conta poco nei pensieri di quelli che ci attorniano. Noi diciamo d'amare il Signore; ma come risponde il nostro cuore, in giorni come questi, all'amore e alla grazia del nostro Salvatore?
Meditazione del 09 maggio 2018
"Egli ordinò alla folla di accomodarsi per terra; e presi i sette pani, dopo aver reso grazie, li spezzò e diede ai discepoli perché li distribuissero alla folla; ed essi li distribuirono." (Marco 8:6)
TI FIDI DI GESÙ?
Supponiamo che i discepoli non avessero avuto sette pani ma solo tre o uno: che cosa sarebbe successo? Le folle sarebbero state saziate lo stesso. In effetti, in un'altra occasione Gesù aveva soltanto cinque pani, invece di sette, ciò nonostante Egli nutrì una folla ancora più numerosa e rimase un maggior numero di ceste piene d'avanzi (Marco 6:41-43). Puoi servire Dio con quel poco che hai, la Sua benedizione non dipende dalla dimensione o dalla quantità di quello che hai, ma dal fatto che tu lo voglia portare a Lui. Supponiamo che io non abbia nulla da portare, e allora? È impossibile, perché non esiste uomo che non abbia nulla da portare a Gesù. Né la Parola, né la cifra "zero" esistono nella Bibbia. Puoi portare la tua propria persona, quella persona che dice "io non possiedo nulla, io non sono nulla"; tu, invece, hai qualcosa di valore: te stesso e la tua estrema povertà! Puoi, almeno, deporre i tuoi peccati ai piedi di Gesù. La Sua forza si mostrerà perfetta nella tua debolezza e ti farà grazia. Comincia con poco e, al posto di usarlo tu, questo poco, portalo a Gesù ed Egli lo benedirà e lo moltiplicherà grandemente.
Meditazione del 08 maggio 2018
"Non v'ingannate, fratelli miei carissimi." (Giacomo 1:16)
SEGUIRE LA PAROLA DI DIO
Quando siamo tentati, non dobbiamo mai dire: "Io sono tentato da Dio". Infatti Egli non può essere tentato dal male e né tenta alcuno; invece, siamo noi, ad essere tentati quando veniamo adescati, trascinati e sedotti dai nostri stessi desideri. Quando il desiderio, scatta dentro di noi, da vita al peccato ed il peccato, una volta generato, causa la morte. Per questo motivo non ci dobbiamo ingannare. Il Signore ci guida verso la luce, mediante la Sua Parola, che illumina il nostro sentiero ed inoltre è una verità. Impariamo ad essere pronti ad ascoltare, lenti ad adirarci, perché la nostra ira non pratica e non produce quella vita giusta, santa che Dio desidera anzi, il nostro farci giustizia da soli è come presentare un panno sporco davanti a Lui. Perciò sbarazziamoci di tutta la sporcizia immorale e del male che prevale cosi facilmente e accogliamo con umiltà la Parola che ci può salvare , stando accorti non solo ad ascoltarla semplicemente ma sopratutto metterla in pratica, saremo così, considerate da chi ci osserva, persone gradite e ben accette agli occhi del Signore.
Meditazione del 07 maggio 2018
"Ravvedetevi, e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei vostri peccati." (Atti 2:38)
OGGI È TEMPO DI GRAZIA
Chiunque legge questo piccolo messaggio: si ricordi che può ravvedersi ora e liberarsi dal triste ricordo del passato. Dio sta aspettando per perdonarti, Egli sta cercando di ricondurti a Lui. La Bibbia insegni chiaramente che non v'è possibilità di ravvedimento dopo questa vita: "Come è stabilito che gli uomini muoiano una volta sola, dopo di che viene il giudizio" (Ebrei 9:27). Vi sono alcuni i quali, parlano di una seconda opportunità di ravvedimento dopo la morte, ma questo non è biblico. Dio offre al peccatore la possibilità di salvezza durante la sua vita terrena purché il peccatore si ravveda e invochi la grazia e la misericordia di Dio: "Io non prendo piacere nella morte del peccatore, ma che egli si converta e viva". (Ezechiele 18:32).
Meditazione del 06 maggio 2018
"Di fatti, in Lui viviamo, ci muoviamo, e siamo." (Atti 17:28)
DIO È PADRONE DELLA VITA E DELLA MORTE
Quanti oggi hanno paura che la morte possa piombare addosso all'improvviso. Magari attraverso un incidente stradale, una malattia inaspettata, un alimento infetto. Cosi chi più chi meno corriamo, tutti, ai ripari confidando nei rimedi umani (nello sport per migliorare l'agilità, un buon apporto vitaminico, un'auto più affidabile per una buona tenuta di strada ecc.). Ma in tutto questo chi ha veramente cura del nostro corpo, dell'anima e dello spirito vale a dire "della vita", è soltanto Dio. Aver cura del proprio corpo non è sbagliato affatto. Colui che dice "Io sono quello che faccio morire e faccio vivere" (Deuteronomio 32:39); quindi se tu vivi, respiri, ti muovi è Dio che te lo permette; perciò riconoscilo, ringrazialo, e abbi fiducia in Lui e non in te stesso o in ciò che ti circonda:" Getta su Lui ogni tua sollecitudine, perché Egli (Dio) ha cura di te!" (1° Pietro 5:7).
Meditazione del 05 maggio 2018
"Voi, lasciato il comandamento di Dio, state attaccati alla tradizione degli uomini." (Marco 7:8)
SOVRANITÀ DELLA BIBBIA
In questo versetto e in quelli successivi Gesù richiama l'attenzione del popolo sulla superiorità della Parola di Dio nei confronti della tradizione degli uomini. I capi religiosi del tempo consideravano "la tradizione degli antichi" sullo stesso livello della Parola di Dio. La situazione oggi non è molto diversa, le consuetudini, le mode e la cultura continuano a contrapporsi alla Bibbia. Ascoltiamo molto spesso: "lo fanno tutti", "abbiamo sempre fatto in questo modo" oppure "ci hanno insegnato così", queste frasi vengono utilizzate per giustificare il proprio comportamento, cercando di coprire i propri errori. Anche la tradizione religiosa a volte si eleva al pari della Parola di Dio, se vogliamo essere liberati dai legami della tradizione dobbiamo riconoscere la superiorità della Bibbia su ogni altra fonte ed accettare la sua autorità sulla nostra vita. In questo modo noi possiamo essere sciolti dai legami della tradizione e vivere nella perfetta libertà dell'Evangelo. Se non accettiamo l'autorità della Bibbia allora le tradizioni con il passare del tempo ci condurranno alla schiavitù e ci faranno perdere il diritto di essere figli di Dio.
Meditazione del 04 maggio 2018
"Io, il Signore, il tuo Dio, fortifico la tua mano destra e ti dico: 'Non temere, io ti aiuto!'" (Isaia 41:13)
IL SOSTEGNO DI DIO
Ora se Dio ha preso la mia mano destra nella Sua, non può Egli sostenermi e proteggermi? Non ha Dio la potenza di proteggere? Il gran Dio che ha fatto il cielo e la terra può sostenere, può proteggere un povero peccatore come me e come voi, soltanto però se confidiamo in Lui. L'astenersi dal confidare in Dio per il solo timore di cadere è come se un uomo ricusasse una grazia soltanto perché teme di andare di nuovo in prigione; o come uno che sta per annegare e ricusasse di essere salvato per paura di cadere di nuovo nell'acqua. Molti guardano la vita cristiana e temono di non aver abbastanza forze per perseverare fine alla fine. Essi dimenticano la promessa che Dio ha fatto ai figlioli d'Israele che dice: "La tua forza durerà quanto i tuoi giorni" (Deuteronomio 33:25).
Meditazione del 03 maggio 2018
"Ma quelli che agiscono con sincerità gli sono graditi" (Proverbi 12:22)
LA SINCERITÀ
La persona sincera è colei che nell'agire e nel parlare esprime con assoluta verità ciò che sente e ciò che pensa. Anche gli apostoli si comportarono e parlarono mossi dalla sincerità di Dio. Ed è importante sapere che la verità detta con amore edifica e incoraggia. Ma la nostra sincerità, come pure le menzogne, sono immediatamente messe alla prova dalle reazioni che manifestiamo; potremo riuscire, con l'astuzia, a camuffare le nostre reazioni agli occhi degli uomini, ma Gesù conosce i cuori e li scruta in profondità. Fu proprio per questo che un giorno Egli chiamò i farisei ipocriti (Matteo 15:7-9). La loro sincerità era soltanto sulle loro labbra ma non nei loro cuori. Quest'esempio dei farisei ci insegna che è buono dire la verità ma con sincerità di cuore: oltre all'atteggiamento, l'espressione, è necessaria un'azione positiva che porti frutto, risultato buono. L'ipocrisia è un'insidia malefica dalla quale stare attenti perché un giorno ogni nostra opera passerà per il fuoco del giudizio di Dio. Quali saranno le nostre reazioni?
Meditazione del 02 maggio 2018
"Allora Gesù disse ai suoi discepoli: 'Se uno vuol venire dietro a me, rinunzi a se stesso e prenda la sua croce e mi segua'." (Matteo 16:24)
SEGUIRE GESÙ
Nel nostro paese, fino ad ora, in un'epoca di libertà, nessuno di noi è chiamato a lasciare famiglia o casa per amore del Signore. Le verità della Scrittura ci sono famigliari e noi ne parliamo senza provare i nostri cuori se sono esercitati o no da questa parola. Eppure, sebbene i tempi in cui viviamo siano relativamente facili, non è possibile, in nessun giorno della storia della chiesa, seguire Cristo senza rinunziare a se stessi. Sappiamo che Gesù mette questa rinuncia in primo piano: "Se uno vuol venire dietro a me, rinunci a se stesso" (Matteo 16:24). Facciamo spesso l'esperienza che, quando pensiamo che il Signore ha un diritto su noi, subito molte altre cose hanno anch'esse un diritto da far valere. Sono cose che consideriamo come necessarie, se non essenziali; e qui c'è un grave pericolo: che quelle cose prendano nei nostri cuori il primo posto. È a Lui che dobbiamo tutto; il Suo amore ci ha conquistato e ora desideriamo seguire soltanto Lui. Tu chi stai seguendo?