
Parole di Vita
Meditazione del 19 novembre 2018
"Io vi esorto dunque, fratelli, per le compassioni di Dio, a presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, accettevole a Dio; il che è il vostro culto spirituale." (Romani 12:1)
VERO CULTO DA RENDERE A DIO
Il culto a Dio, che ci spetta di renderGli è semplicemente l'espressione sincera della nostra riconoscenza e presentare, come dice Paolo, i nostri corpi consacrati totalmente a Lui. "Cessate dal recare oblazioni vane; il profumo Io l'ho in abominio; e quanto ai noviluni, ai sabati, al convocare riunioni, Io non posso soffrire l'iniquità unita all'assemblea solenne' (Isaia 1:13). Il principio comune della maggior parte dei religiosi consiste nel compiere opere meritorie, cerimonie e sacrifici, che mirano a placare l'essere supremo e soddisfare la propria giustizia personale, ma anche i pagani usano tale pratica offrendo doni ai loro idoli per renderseli favorevoli; è scritto: 'Si santificano e si purificano per andar nei giardini dietro all'idolo' (Isaia 66:17). La Bibbia insiste su questa differenza fondamentale fra il vero culto e ciò che s'intende generalmente per religiosità. L'uomo vuol fare e portare qualcosa a Dio, pensando che Egli ne tenga conto. Quando capiremo che è Dio che ha fatto il primo passo col farci grazia, e che a noi spetta solo credere e renderGli grazie per ciò che lui è e per ciò che ha fatto?
Meditazione del 18 novembre 2018
"Ecco, io, stò alla porta e picchio; se uno ode la mia voce ed apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli meco." (Apocalisse 3:20)
UNA COMUNIONE PERENNE
Colui che apre la porta del cuore al Figliolo di Dio avrà la gioia di sentire la comunione della sua presenza. Gesù entrerà e cenerà con lui, per renderlo partecipe di una allegrezza perenne; rivelerà a lui i Suoi pensieri, gli comunicherà le Sue ricchezze, trasformerà la sua vita. Per chi non conoscesse ancora il Salvatore, Cristo Gesù, questo messaggio rappresenta una buona notizia, esso è indirizzato anche ai credenti che vivono l'ultima fase della storia della Sua Chiesa. Dio nel Suo amore mette ciascuno in guardia contro la propria autosufficienza, la propria giustizia, e lasciano, se non addirittura cacciano, Gesù fuori della propria vita. Nella Sua Parola, Gesù dice: 'Tutti quelli che Io amo li riprendo e li castigo; abbi dunque zelo e ravvediti'. (Apocalisse 3:19). Lasciamoci riprendere e convincere di tiepidezza e di cecità, se non di povertà. 'Io ti consiglio di comprare da me dell'oro affinato col fuoco, affinché tu arricchisca; e delle vesti bianche, affinché tu ti vesta e non appassisca la vergogna della tua nudità; e del collirio per ungertene gli occhi, affinché tu vegga.' (Apocalisse 3:18).
Meditazione del 17 novembre 2018
"Gesù le disse: 'Io sono la resurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà'." (Giovanni 11:25)
NON È UN LUTTO
Quando si parla di morte c'è sempre un sussulto e un'impressione ineguale, perché? Perché per l'istinto di conservazione vogliamo vivere: la vita è bella, ma purtroppo, oltre la vita c'è la morte, di questo tutti ne sono convinti. Nulla eviterà questo "passaggio" e nessuno ne è escluso, ma il nostro testo riporta le parole di Gesù: 'Io sono la resurrezione e la vita'. Se la parola morte o la vista d'essa ci porta dolore, la fede in Cristo acquieta il dolore della morte, ne garantisce la vittoria su di essa. La morte per chi crede in Gesù è solo un assopirsi momentaneo; passaggio obbligato per un risveglio migliore. Così parlò Gesù in occasione della morte di Lazzaro. 'Poi disse loro: "Il nostro amico Lazzaro si è addormentato; ma vado a svegliarlo"' (Giovanni 11:11). Si può dire che il nostro divino Redentore ha potenzialmente distrutto la morte e liberato coloro, che, per il timor della morte, erano per tutta la vita sottoposti a schiavitù (Ebrei 2:14-15). 'Io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede, è passato dalla morte alla vita.' (Giovanni 5:24). Credi tu questo?
Meditazione del 16 novembre 2018
"Ma il Signore disse a Samuele: "Non badare al suo aspetto nè alla sua statura, perché io l'ho scartato. Infatti il Signore non bada a ciò che colpisce lo sguardo dell'uomo: l'uomo guarda all'apparenza, ma il Signore guarda al cuore." (1° Samuele 16:7)
L'UOMO GUARDA ALL'APPARENZA, MA IL SIGNORE GUARDA AL CUORE
La caratteristica principale dell'uomo è quella di esprimere giudizi su tutto e su tutti. Troppe volte però il giudizio che viene espresso è falsato da preconcetti, pregiudizi, invidie, gelosie, controversie e altro. Una frase detta da una persona che ci è simpatica diventa per noi verità, mentre la stessa affermazione detta da una persona che ci sta antipatica diventa automaticamente una falsità. A questo punto l'unica cosa da fare sarebbe quella di non esprimere giudizi su nessuno e di guardare a noi stessi per cercare di migliorare il nostro atteggiamento verso Dio e verso gli altri. La nostra preghiera dovrebbe essere questa: 'Signore, fa che io guardi solo a Te e che non mi soffermi su quello che il mondo considera importante'. Spesso i nostri giudizi si basano su opinioni che il mondo fa diventare nostre. L'apparenza troppe volte confonde la verità. Dio solo conosce i cuori e quello che c'è dentro. Pensare di sapere quello che c'è nell' intimo di chi ci sta accanto vorrebbe dire sostituirsi a Dio. Signore aiutaci ad essere dei buoni osservatori di noi stessi e di lasciare a te il compito di guidare le nostre vite.
Meditazione del 15 novembre 2018
"Ma il pubblicano se ne stava a distanza e non osava neppure alzare gli occhi al cielo; ma si batteva il petto, dicendo: 'O Dio, abbi pietà di me, peccatore!'." (Luca 18:13)
QUEL PUBBLICANO FU CONSOLATO
Comprendiamo bene del perché quel pubblicano se ne stava in distanza e non ardiva alzare gli occhi al cielo. Egli si sentiva separato da Dio, il peccato lo faceva sentire perduto e cercava clemenza, non era soddisfatto di se stesso e quindi chiamava Dio per aiuto. Non fu respinto e concludendo la parabola, Gesù affermò: 'Io vi dico che questo tornò a casa sua giustificato, piuttosto che quel fariseo, che senza alcuna riverenza si giustificava ; perché chiunque s'innalza sarà abbassato; ma chi si abbassa sarà innalzato' (Luca 18:14). Invocare la Sua grazia ed essere come un 'mendicante' spirituale davanti a Dio, cosciente che senza la grazia di Dio che perdona, salva e concede la vita non è una vergogna. Che ne pensiamo del ladrone crocifisso al lato di Gesù, e della risposta con la promessa del paradiso? 'Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno!' (Luca 23:42-43). Ascoltiamo le parole dell'apostolo Paolo: 'Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio' (Romani 3:23) 'La giustizia e la vita eterna, si ha per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore' (Romani 5:21).
Meditazione del 14 novembre 2018
"Gesù disse: In verità Io vi dico: Se non mutate e non diventate come i piccoli fanciulli, non entrerete punto nel regno dei cieli." (Matteo 18:3)
CHE COSA INTENDETE PER CONVERSIONE?
Molti immaginano che la conversione consiste in una riforma esteriore della condotta, in uno sforzo progressivo verso il bene e ogni giorno si applicano per migliorarsi. Tali tentativi sono lodevoli, ma destinati al fallimento come mezzo per meritare il favore di Dio. Il problema è sapere se l'uomo può uscire dalla sua miseria morale con le proprie risorse. Ora la Parola di Dio dichiara formalmente che noi siamo "senza forza" per fare il bene (Romani 5:6). Ma Dio ha provveduto la soluzione: "Mentre eravamo ancora senza forza, Cristo, a suo tempo, è morto per gli empi" (Romani 5:6). Per beneficiare di quest'opera bisogna che uno prima si riconosca peccatore perduto e creda che la salvezza è unicamente in Gesù. Il credente è come un bambino che accetta con fiducia tutto ciò che i suoi genitori gli dicono. Le buone opere? Una condotta irreprensibile? Esse hanno un posto eminente nella vita cristiana, ma come conseguenza e non causa della salvezza. Il credente è esortato a condursi in modo degno di Dio, non per guadagnare il favore di Dio, ma per mostrare il suo amore a Colui che l'ha amato fino a morire per lui sulla croce del Calvario.
Meditazione del 13 novembre 2018
"Il principio della sapienza è il timor dell'Eterno, e conoscere il Santo è l'intelligenza." (Proverbi 9:10)
LA VERA SAPIENZA
Quando si parla di sapienza la nostra mente corre immediatamente a tutti quei personaggi della storia umana che si sono distinti per intelligenza geniale, invenzioni o scoperte o grande cultura: questi sono stati dei sapienti. Sapienza è il più alto grado di conoscenza delle cose, è il sapere profondo, pertanto essa è riservata solo ad alcuni dotati particolarmente, ma per la Parola di Dio non è così. La sapienza è qualcosa di molto più semplice e molto più importante ed essenziale per poter vivere la vita, rifugio e riparo per chi si affida ad essa. Ma dove trovarla? Ecco: temere il Signore questa è la sapienza! Intendere una volta per sempre che il male, il peccato come condizione e conseguenza allontana da Dio. 'Il timor di Dio' è vitale per accostarsi a Lui, il datore della sapienza, e scoprire la Sua meravigliosa presenza nel cuore e nell'anima. Questa sapienza non è certamente frutto di insegnamenti che vengono dalla nostra società, ma è rivelata per mezzo dell'Evangelo di Gesù che dice che gli uomini possono conoscere 'il Santo' per mezzo dell'amore e della Grazia di Dio e avere in se stessi questa sapienza e questa intelligenza che danno vita!
Meditazione del 12 novembre 2018
"Poiché larga è la porta e spaziosa la via che mena alla perdizione, e molti son quelli che entrano per essa." (Matteo 7:13)
NON CI SONO CHE DUE PORTE E DUE VIE
Il nostro testo è categorico. "Entrate per la porta stretta, poiché larga è la porta e spaziosa la via che mena alla perdizione, e molti son quelli che entrano per essa" (Matteo 7:13) Il testo lascia intravedere che ci sono due possibilità soltanto: la prima indicata da Gesù, quella di entrare per la porta stretta e quindi essere salvati! La seconda, quella percorsa da innumerevoli peccatori, 'perduti!' Perché questa seconda alternativa porta alla perdizione. Un commento, della Bibbia, da parte del 'Martini' dice: "La via larga è quella dell'amore per il mondo (Mondanità); la via stretta è quella del Vangelo. Così Gesù Cristo distrugge lo storto pregiudizio degli uomini mondani; i quali si difendono, e si acquietano sull'esempio del maggior numero, benché lo stesso Cristo abbia predetto, che il gran numero non sarà di quelli, che seguiranno le vie della vita". L'Apostolo Paolo, inoltre, afferma: 'Noi siamo il buono odore per quelli che son sulla via della salvezza e quelli che son sulla via della perdizione' (2 Corinti 2:15). Non è il caso di domandarci: 'Su quale via ci si ritrova e in quale porta siamo entrati?'.
Meditazione del 11 novembre 2018
"Questa è la parola che Egli ha diretta ai figli d'Israele, portando il lieto messaggio di pace per mezzo di Gesù Cristo. Egli è il Signore di tutti." (Atti 10:36)
VIENI A CRISTO
Amico, sei solo nell'angoscia e nel timore, dubiti del presente e temi l'avvenire. Ai tuoi occhi tutto è tetro forse ti lamenti dicendo: «In mezzo ai pericoli chi può soccorrermi?» All'anima angosciata e al cuore scoraggiato, Gesù dice: «Vieni a me; io conosco il tuo dolore». Gesù, Il Salvatore mansueto è disceso dal cielo in un mondo malvagio che per caricarsi di tutte le nostre miserie nacque come un umile bambino. Contemplalo morente sulla croce del Calvario, considera che cosa sofferse e sopportò per te! Egli pagò il salario dei tuoi numerosi peccati e subì tutti i colpi del giudizio divino. Nel suo amore per te e nella sua grazia inscrutabile, sparse il suo amore per lavare i tuoi peccati. Soltanto questo prezioso sangue giustifica il colpevole e dà il perdono, il riposo e la pace. Non rifiutare la salvezza che ti dà. Accetta ora il suo perdono e la sua pace. Questo Salvatore pieno d'amore non respinge nessuno, vuol riceverti, vuol salvarti per sempre. Portagli i tuoi mali, vieni a lui senza timore, digli i tuoi dolori con semplicità. Gusterai allora nella sua santa presenza la pura e la vera felicità che si trova nel suo amore.
Meditazione del 10 novembre 2018
"Egli ci ha salvati e ci ha rivolto una santa chiamata, non a motivo delle nostre opere, ma secondo il suo proposito e la grazia che ci è stata fatta in Cristo Gesù fin dall'eternità." (2° Timoteo 1:9)
UNA SANTA CHIAMATA
L'Apostolo Paolo scrivendo a Timoteo, lo include nella meravigliosa opera della salvezza e chiamata, non per meriti, ma solo per il proposito e la grazia di Dio. 'Per questo motivo ti ricordo di ravvivare il dono di Dio che è in te' (2 Timoteo 1:6). Questo proponimento e grazia di Dio si è pubblicamente e chiaramente manifestata nel mondo alla venuta di Gesù Cristo, il quale, ha cancellato il peccato ed ha distrutto la morte mettendo in luce la vita e l'immortalità mediante il Vangelo' (2 Timoteo 1:10). Siccome Dio volle la nostra salvezza, e così vuole ancora oggi, non per azioni lodevoli, ma per la via della grazia di Gesù Cristo, ha messo in effetto il suo piano di redenzione. (Efesini 3:9). Di proposito il divino Salvatore, col suo sacrificio, abolì l'impero della morte che gravava su di noi peccatori. La sua resurrezione ha ravvivato la speranza di quella vita immortale e incorruttibile. 'In nessun altro è la salvezza; non v'è altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati' (Atti 4: 12).