
Parole di Vita
Meditazione del 14 giugno 2023
La sera ci accompagna il pianto; ma la mattina viene la gioia (Salmo 30:5)
CONTINUA A SPERARE
Per il credente non esistono situazioni disperate, egli sa che il tocco di Dio può cambiare la realtà più dolorosa, facendola diventare una fonte di gioiosa benedizione per la sua vita. Il Salmo descrive un cambiamento repentino, verificatosi nella vita di alcuni che stavano attraversando una grande difficoltà. In poco tempo, il pianto ha lasciato il posto al giubilo, le lacrime sono state sostituite dalle grida di allegrezza. Questo mutamento è sempre il risultato di una ardente preghiera rivolta a Colui che può e vuole intervenire nella vita degli uomini. Non c'è problema che non possiamo portare ai piedi del Signore. La persona più ribelle può essere trasformata dalla grazia di Dio, un corpo malato può essere guarito dal nostro Creatore, una mente oppressa e confusa può essere liberata e illuminata dallo Spirito Santo. Ogni nostro bisogno può essere portato, mediante "la preghiera della fede", nel cospetto di Dio. La Parola di Dio ci incoraggia a sperare sempre, anche nella situazione più tragica. Oggi, se lo faremo, realizzeremo la verità di questa parola e diventeremo testimoni della gloriosa metamorfosi che la mano di Dio produce in quanti continuano a sperare in Lui.
Meditazione del 13 giugno 2023
Finché su di noi sia sparso lo Spirito dall'alto e il deserto divenga un frutteto (Isaia 32:15)
UNA TRASFORMAZIONE REALE
Viviamo tempi in cui il reale e il virtuale, il vero e il falso, l'originale e l'imitazione spesso si confondono. A Dubai, negli Emirati Arabi, in una modernissima struttura si trova una stazione sciistica coperta, la più grande del mondo. Nei suoi venticinque piani sono riprodotti gli ambienti di alta montagna, con seimila tonnellate di neve artificiale. In pieno deserto si ha l'impressione di trovarsi in montagna, ma è soltanto un'illusione che comincia all'ingresso della struttura, dall'altissimo costo di accesso, e termina all'uscita del palazzo, riportando subito alla realtà del deserto. La stessa esperienza si vive spesso nel campo spirituale; sono molti i palazzi dell'illusione sorti per l'inganno del peccato e sono tanti quelli che vi spendono il tempo più prezioso della loro vita. L'uomo, con i suoi artefici, riesce a dare l'illusione di modificare l'aridità dell'esistenza terrena, ma unicamente Dio, attraverso la potenza dell'Evangelo, ne trasforma la sostanza in maniera reale e duratura. Non accontentarti di soluzioni effimere, cerca con umiltà la faccia di Dio, che vuole cambiare la condizione del tuo cuore trasformando il tuo deserto in un frutteto.
Meditazione del 12 giugno 2023
Perché siate irreprensibili e integri, figli di Dio senza biasimo in mezzo a una generazione storta e perversa, nella quale risplendete come astri nel mondo (Filippesi 2:15)
LA PAROLA IN ALTO
Il 21 Luglio del 1969, sul terreno polveroso della Luna fu depositata, dai primi astronauti terrestri, una pagina della Bibbia contente il Salmo 8. Essi hanno voluto fare questo con l'intento di portare la Parola di Dio più in alto possibile, in un luogo dove nessun altro libro arriverà mai. Il gesto è stato chiaramente simbolico e privo di conseguenze benefiche per gli uomini. Molti, infatti, non hanno mai saputo di ciò e poco sarebbe stato utile saperlo. Siamo esortati a "tenere alta la Parola della vita" in un altro senso. L'invito è a non nasconderla vergognandocene quando, nella nostra giornata, siamo chiamati a metterla in pratica, a essere convinti che le migliori scelte sono quelle che onorano Dio con l'ubbidienza alla Sua Parola. L'invito è a non dubitare di Essa quando ci propone di calcare sentieri che non sono popolari a quelli che non conoscono Dio. La luce di Dio vuole arrivare all'umanità, che vive nelle tenebre più fitte, attraverso i credenti; le loro opere devono portare chi non conosce il Signore a glorificare il Suo nome. Se oggi scegliamo di vivere così metteremo la Parola di Dio in alto, più in alto di quanto sia stata mai messa e i benefici saranno meravigliosi.
Meditazione del 11 giugno 2023
E se vi sembra sbagliato servire il SIGNORE, scegliete oggi chi volete servire ... quanto a me e alla casa mia, serviremo il Signore (Giosuè 24:15)
UNA SCELTA URGENTE
Oggi saremo chiamati a prendere decisioni, alcune di poca importanza, altre richiederanno tutta la nostra attenzione in quanto potrebbero determinare il nostro bene futuro. La decisione più importante, però, è quella su cui ci invita a riflettere la Parola di Dio. Giosuè, il condottiero che ha introdotto Israele nella Terra Promessa, ormai anziano, convocò il popolo per il suo ultimo solenne discorso. Egli rivolse al popolo di Dio il più accorato degli appelli, invitando a decidere con fermezza di servire Colui che li aveva liberati dalla dura schiavitù dell'Egitto. Le parole usate mettono in evidenza l'urgenza della scelta a cui Israele era chiamato, non si doveva né si poteva rimandare questa decisione: "Scegliete oggi". È un imperativo a cui bisogna ubbidire, rimandare significa decidere di non piegare la nostra volontà a quella di Dio, servire ancora il mondo e le sue passioni peccaminose, privarsi della benedizione di Dio. Prima di mettere mano a qualsiasi attività della giornata, fermiamoci, mettiamo le nostre vite davanti a Dio, eleviamo la nostra preghiera, chiediamo che ci sia concessa la grazia di dichiarare: "Quanto a me e alla mia casa, serviremo il Signore".
Meditazione del 10 giugno 2023
Egli sarà come un albero piantato vicino a ruscelli, il quale dà il suo frutto nella sua stagione (Salmo 1:3)
FRUTTI E STAGIONI
Frutti e stagioni cambiano nel corso dell'anno. C'è un tempo per ogni sorta di frutti deliziosi e nessuno potrebbe stabilire quali siano le stagioni con i migliori frutti, possiamo soltanto dire che tutti hanno il loro sapore particolare e sono desiderabili. Nel Salmo 1 la fanciullezza, la giovinezza, l'età matura e l'anzianità sono come "diverse stagioni" che producono "diversi frutti". La ragione risiede nel fatto che l'uomo descritto nel Salmo è caratterizzato da un profondo amore per la Parola Dio, in Essa si diletta meditandola giorno e notte. A motivo di questa continua ricerca, il credente è paragonato a un albero che "non appassisce", in maniera miracolosa il suo fogliame è sempre verde. Per quest'uomo non ci sono stagioni infruttuose, tempi di aridità, e le sue radici sono così profonde e vicine al fiume della grazia che continuano ad alimentarsi di esso in ogni tempo. Avvicinarsi a Gesù e alla Sua Parola ci permetterà di vivere un'esistenza di questo tipo, diversa da quella di chi cerca ristoro ed appagamento nelle fonti di un mondo ribelle a Dio. La nostra vita non somiglierà ad una parabola discendente e non arriverà il tempo in cui saremo costretti a sentirci inutili.
Meditazione del 09 giugno 2023
"Non c'è Dio" (Salmo 14:1)
VITA DA ATEO
Un sondaggio del 1993 afferma che soltanto il 4 per cento della popolazione mondiale è atea. Pare proprio che Dio sia piuttosto popolare! In realtà, una percentuale ben più alta di persone vive come se Dio non ci fosse: queste forse non negano con le labbra la Sua esistenza, ma certamente lo rinnegano nel proprio cuore e nella propria vita, non essendo disposte a ravvedersi della propria condotta incentrata su di sé, a tornare a Lui per ubbidirGli fiduciosamente. Questo rifiuto di Dio è frequente ancora oggi in mezzo a coloro che, pur riconoscendo le verità evangeliche e i miracoli divini, non trovano in ciò motivo sufficiente per prendere il Signore seriamente. Finiscono invece per accantonare il messaggio dell'Evangelo e vivono seguendo i valori del mondo. Il modo migliore per evitare di agire da ateo è quello di praticare la devozione spirituale partendo dalla fede in Cristo. Così, coltivando una profonda gratitudine al Signore per la salvezza ricevuta, la fiducia genererà esperienza e fedeltà, forza per mettere in atto la fruttuosa volontà di Dio. Allora, la nostra stessa vita proverà non soltanto l'esistenza di Dio, ma dimostrerà il Suo amore e manifesterà la Sua gloria.
Meditazione del 08 giugno 2023
Questa speranza la teniamo come un’àncora dell'anima, sicura e ferma (Ebrei 6:19)
DOV'È LA TUA ÀNCORA?
Riesci a immaginare il capitano di una nave in balia delle onde e dei forti venti che cerca a bordo della sua imbarcazione il posto giusto dove gettare l'àncora? All'inizio egli appende l'àncora alla prua, ma la nave continua a procedere seguendo il vento. Poi pensa di metterla sul ponte, ma anche in questo punto non tiene. Alla fine decide di riporla nel suo alloggiamento, ma nemmeno qui ha influenza sulla stabilità del natante! La realtà è che un'àncora posta su un'imbarcazione sballottata dal vento non assolverà mai la propria funzione; soltanto quando viene gettata in profondità, la sua azione diventa efficace contro la tempesta. Allo stesso modo, una persona che confida in sé stessa non potrà mai sperimentare la vera pace e la sicurezza. I suoi tentativi saranno vani come quelli di un marinaio che si tiene l'àncora a bordo. Se la tua speranza di uscire dalle tempeste della vita è ancorata alle tue capacità, ne stai sbagliando tragicamente la posizione. Getta il fondamento della tua fede oltre ciò che puoi vedere o toccare, nelle profondità dell'amore e nella potenza eterne di Dio. Riponi la tua completa fiducia in Colui che è infinitamente fedele. Lo stolto ha detto in cuor suo:
Meditazione del 07 giugno 2023
Siate invece benevoli e misericordiosi gli uni verso gli altri (Efesini 4:32)
IL POTERE DELLA GENTILEZZA
Un giorno, un giovane credente notò che dalla sua cassetta degli attrezzi mancava uno strumento di valore. In seguito, lo individuò nella cassetta di un collega. Il giovane andò dal compagno di lavoro e gli disse: "Vedo che hai uno dei miei attrezzi; ma se ne hai bisogno lo puoi tenere". Poi riprese il suo lavoro lasciandosi alle spalle questo piccolo incidente. Nelle due settimane successive la persona che aveva sottratto il prezioso strumento cercò in vari modi di placare la propria coscienza: prima offrì al giovane qualcosa di pari valore, poi si offrì di aiutarlo in certi progetti di casa. Infine i due divennero buoni amici e il ladro improvvisato ammise di non aver potuto resistere alla gentilezza del collega. Probabilmente la gentilezza è lo strumento più efficace che i credenti possiedono nel proprio bagaglio di virtù. Anche quando non si arriva alla riconciliazione come nel caso di questi due colleghi, rimane pur sempre la giusta risposta. Non importa il trattamento che riceviamo, in ogni caso dobbiamo seguire l'esempio del Signore. È per grazia che possiamo donare amore agli altri, proprio come Dio lo ha donato a noi in Cristo Gesù!
Meditazione del 06 giugno 2023
Domandate quali siano i sentieri antichi, dove sia la buona strada, e incamminatevi per essa; voi troverete riposo alle anime vostre (Geremia 6:16)
LA BUONA STRADA
La situazione in cui versiamo oggi non è poi tanto diversa da quella vissuta dal profeta Geremia. Nella nostra società, chi crede che Dio abbia fissato delle norme morali assolute è spesso considerato come un ingenuo, attaccato come un fanatico intollerante. Un commentatore televisivo ha dichiarato pubblicamente di trovare ripugnante il crescente disordine nella condotta sessuale della nostra cultura. Di lì a poco, certi gruppi con forti interessi economici in quegli stili di vita immorali, lo hanno costretto a fare marcia indietro e a chiedere scusa. Già 2600 anni fa, all'epoca di Geremia, la gente non aveva alcun tipo di vergogna e non c'era depravazione da riuscire a imbarazzarla. Nemmeno i capi religiosi si sottraevano a tale decadimento. Eppure il profeta proclamò l'ira di Dio avvertendo il popolo del giudizio divino imminente ed esortandolo ad imboccare il sentiero del ravvedimento dal peccato e dell'ubbidienza a Dio, cioè a tornare ai "sentieri antichi", dove si trovava "la buona strada". Gesù è la Via che porta la pace e conduce alla vera felicità: andiamo a Lui per camminare nella volontà di Dio. Egli ci rassicura che il Suo "giogo è dolce" e il Suo "carico è leggero".
Meditazione del 05 giugno 2023
Chi ha paura non è perfetto nell'amore. Noi amiamo perché egli ci ha amati per primo (1° Giovanni I Giovanni 4:18,)
IL PERFETTO AMORE DI DIO
Non è facile comprendere la profondità dell'amore di Dio per noi. L'orgoglio e la paura spesso ci impediscono di vedere quanto indegni siamo noi e quanto gratuito invece sia il Suo amore. Talvolta, a motivo del mio orgoglio, tendo a credere di meritare l'amore che ricevo dagli altri e che sono amato perché ne sono degno, sono una persona amabile e rispettabile. Altre volte sento il peso della paura. In me so che non merito l'amore che ricevo. Il movente delle mie azioni non è mai disinteressato. Così, mentre mi cullo nell'autocompiacimento, vivo temendo di rivelare alle persone attorno a me la mia vera natura, così inferiore a ciò che appare. Perfino nella mia relazione con Dio talora penso che il Suo affetto verso me dipenda dai miei sentimenti e dalle mie capacità; se faccio bene Egli mi ama, se fallisco debbo aspettarmi soltanto la Sua punizione. Ma Dio non ci ama perché lo meritiamo, ci ama malgrado ciò che siamo: "Non che noi abbiamo amato Dio, ma che egli ha amato noi, e ha mandato Suo Figlio" (I Giovanni 4:10). È in virtù di ciò che ha compiuto Cristo Gesù che sappiamo di essere amati sempre da Dio. Questa semplice verità basta a spazzare via l'orgoglio e a vincere la paura dal nostro io.