
Parole di Vita
Meditazione del 03 maggio 2024
[In essa] c’era del miele (Giudici 14:8)
DEL TEMPO PER RIFLETTERE (1)
Un giorno Sansone incontrò un leone e lo squartò. Dice la Bibbia: “Di lì a qualche tempo tornò... e uscì di strada per vedere la carcassa del leone. Ed ecco, nella carcassa... c’era... del miele” (vv 8-9). Questo episodio è una lezione per noi. Se ti fermi a riflettere, scoprirai “del miele” nelle tue esperienze; miele di cui cibarsi per crescere in forza e saggezza. Ogni volta che rifletti, riesci a vedere le cose nella giusta prospettiva; riesci a valorizzare aspetti della tua vita che non avevi notato in precedenza. Pochi hanno la visione chiara nell’ardore del momento; chi sopravvive ad esperienze traumatiche cerca il più possibile di evitare situazioni simili. E questo lascia sempre delle questioni irrisolte ed intricate. La riflessione permette di prendere le distanze dalle emozioni dirompenti legate ad una certa esperienza, per poterla così osservare con occhi nuovi. Di certo, questo è uno dei primi passi da fare per sbarazzarsi del bagaglio emozionale che ci appesantisce. Il Presidente degli Stati Uniti George Washington diceva: “Non dovremmo mai guardarci indietro, a meno che non ci sia qualche lezione da trarre da errori passati e per trarre profitto da esperienze pagate a caro prezzo”. Siamo stati tutti modellati dalle esperienze, buone o cattive, vissute nel corso degli anni. Ciò che rifiutiamo di affrontare, ci si ritorce contro spesso in modi dolorosi. Il nostro comportamento è dettato e condizionato dalle questioni irrisolte. Quando però le portiamo alla luce e chiediamo a Dio la grazia per guardale in faccia senza veli, esse perdono il potere negativo che hanno su di noi.
Meditazione del 02 maggio 2024
Egli abbassa l’uno e innalza l’altro (Salmo 75:7)
SMETTI DI LOTTARE A TUTTI I COSTI!
Se non trovi il senso e il valore di te stesso nella tua relazione con Dio, sarai tentato di trascorrere la vita nel tentativo di promuoverti. E ciò ti renderà insicuro, e anche pericoloso. Sai perché? Perché quando altri saranno portati più avanti di te, ne sarai risentito; potresti arrivare persino a sabotarli. Nel regno di Dio non si raggiunge il successo da soli; lo si riceve da Dio. “Egli abbassa l’uno e innalza l’altro”. Mentre i fratelli di Davide lottavano per diventare il prossimo re di Israele e ottenere il consenso del profeta Samuele, Davide curava le sue pecore e faceva il lavoro che Dio gli aveva affidato. Lascia che gli altri lottino e si confrontino! Resta fedele a ciò che Dio ti ha affidato e, quando sarà il momento giusto, Egli verrà a prenderti! Gesù disse: “Il mio giogo è dolce e il mio carico è leggero” (Matteo 11:30). Osserva la parola “dolce". Quando provi a promuovere te stesso, dovrai sudare, sforzarti e lottare, ma quando ti affidi a Dio e fai le cose a modo Suo, tutto sarà “dolce”. Ciò non significa che non dovrai lavorare duro o sacrificarti per riuscire. Significa solo che non dovrai lottare a tutti i costi per ottenere o mantenere il successo. Perché? Perché quando Dio dice: “Ecco, ti ho posto davanti una porta aperta...” (Apocalisse 3:8), Egli è l’unico che potrà chiuderla; e non lo farà, a meno che, come il re Saul, non ti ribellerai, manterrai il risentimento o rifiuterai di pentirti. Sapere con certezza che Dio ha tutto sotto controllo, toglie ogni tensione e sforzo dal servizio per Lui. Se ci pensi, è il solo modo di vivere.
Meditazione del 01 maggio 2024
Dove il peccato è abbondato, la grazia è sovrabbondata (Romani 5:20)
QUESTA È LA BUONA NOTIZIA
Bill Wilson e Bob Smith, cofondatori di “Alcolisti Anonimi”, andarono a trovare un avvocato, alcolizzato recidivo. Confinato a letto a causa del comportamento violento, l’uomo non aveva altra scelta se non ascoltare i loro racconti di guarigione. Ma appena iniziarono a parlare di una “Forza Superiore” l’avvocato scosse la testa e disse: “E’ troppo tardi per me. Credo ancora in Dio, ma so che Lui non crede più in me”. Com’è triste, ed errato! Sei preoccupato che Dio possa non accettarti per il tuo peccato? Non devi esserlo! Paolo afferma: "Dove il peccato è abbondato, la grazia è sovrabbondata”. E lui lo sa bene, perché prima della sua conversione sulla via di Damasco, era “Il Pubblico Peccatore Numero Uno” (1 Timoteo 1:15). In seguito, Dio lo usò per raggiungere il mondo col Vangelo (Atti 17:2). “La Grazia” era così centrale nel messaggio di Paolo che viene menzionata all’inizio di ogni sua Epistola. Questo perché aveva compreso che non serve presentarsi a Dio, che è Santo, affidandosi alle proprie forze e meriti; perché ogni volta che sbagliamo qualcosa, ci sentiamo un fallimento, non amati, senza valore, non accettati. Gli psicologi dicono che cerchiamo di conformarci all’immagine di noi che hanno le persone più importanti della nostra vita. Pensa dunque che cosa accadrebbe se tu iniziassi a vederti come Dio ti vede! La verità è che sei un Suo figlio redento e Dio ti vede attraverso il sangue di Gesù, che lava tutti i tuoi peccati (1 Giovanni 1:9). Non c’è nulla che tu possa fare per farti amare di più da Dio, e nulla che lo porterà ad amarti di meno! Questa è la buona notizia!
Meditazione del 30 aprile 2024
Gesù le disse: "Io sono la resurrezione e la vita" (Giovanni 11:25)
L'INCOMPARABILE RESURREZIONE DI GESÙ (2)
Perché la resurrezione di Gesù è unica, incomparabile? 1. Gesù è il solo che dopo la sua resurrezione non è più morto. Nella Scrittura, le altre persone resuscitate sono infine morte di nuovo. Gesù è la gloriosa eccezione. Dunque: “Egli diventa sacerdote in virtù della potenza di una vita indistruttibile” (Ebrei 7:16). Questa è la Sua testimonianza: “Ero morto, ma ecco sono vivo per i secoli dei secoli” (Apocalisse 1:18). 2. Gesù è il solo ad essere asceso al Cielo per rappresentarci davanti a Dio. Gli altri sacerdoti morivano e il loro ministero aveva fine. Gesù invece è stato dichiarato “Sacerdote in eterno” (Ebrei 7:17). Non si riposa da qualche parte in Cielo in attesa della seconda venuta; Egli ci rappresenta davanti a Dio. “Cristo... è entrato... nel cielo stesso, per comparire ora alla presenza di Dio per noi” (Ebrei 9:24). Ciò significa che ogni accusa contro di noi cade: “Chi li condannerà? Gesù Cristo è colui che è morto e... è risuscitato, è alla destra di Dio e anche intercede per noi” (Romani 8:34). 3. Gesù ha il potere di farci risorgere dopo la morte. Egli confortò i suoi discepoli con questa promessa meravigliosa: “Ancora un po’ e il mondo non mi vedrà più; ma voi mi vedrete, perché io vivo e voi vivete” (Giovanni 14:19). Questa promessa vale anche per noi! “Il Signore stesso... scenderà dal cielo, e prima risusciteranno i morti in Cristo; poi noi viventi, che saremo rimasti, verremo rapiti insieme con loro, sulle nuvole, a incontrare il Signore nell’aria; e così saremo sempre con il Signore" (1 Tessalonicesi 4:16-17). Sarà un giorno glorioso!
Meditazione del 29 aprile 2024
Ero morto, ma ecco, sono vivo per i secoli dei secoli (Apocalisse 1:18)
L'INCOMPARABILE RESURREZIONE DI GESÙ (1)
Gesù resuscitò dalla morte, ma non è questo a renderLo unico. Nella Bibbia leggiamo di altri sette episodi di resurrezione; Gesù fu l’ottavo (il numero Biblico per un nuovo inizio). La Sua resurrezione fu unica per due aspetti sorprendenti; vediamoli insieme: 1. Fu l’unica resurrezione predetta prima che accadesse. Davide profetizzò di Gesù: "Tu non abbandonerai l’anima mia in potere della morte, né permetterai che il tuo santo subisca la decomposizione" (Salmo 16:10). Ed Isaia preannuncio’ la Sua vita dopo la morte in croce: “Dopo aver dato la sua vita in sacrificio per il peccato... prolungherà i suoi giorni” (Isaia 53:10). Gesù stesso predisse la Sua resurrezione dalla morte: “Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme... essere ucciso e risuscitare il terzo giorno” (Matteo 16:21). 2. Solo Gesù resuscitò sé stesso! I suoi nemici ritenevano che fosse una vittima dei loro sforzi per annullarlo, insieme alla Sua missione. Ma si sbagliavano su tutti i fronti! Parlando della sua vita Gesù affermò: “Nessuno me la toglie, ma io la depongo da me. Ho il potere di deporla e ho il potere di riprenderla” (Giovanni 10:18). La grandezza dell’impero Romano e l’avversione dei capi del popolo non riuscirono ad eliminare Gesù né a rendere nulla la sua causa. Egli non aveva bisogno di aiuto; Egli è sempre stato al timone, nella morte e nella resurrezione. “Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere” (Giovanni 2:19). Ed è proprio ciò che fece! Egli vive per sempre!!
Meditazione del 28 aprile 2024
Gesù disse: “È compiuto!” e chinato il capo rese lo spirito (Giovanni 19:30)
LA VERITÀ DEL CALVARIO CI TRASFORMA (4)
Il Calvario è stato vittorioso! La croce può apparire una vittoria del male sul bene, del forte sul debole, ma solo per chi non comprende la missione di Cristo. In verità non ci fu mai coraggio maggiore o maggior forza. Quando gridò: “È finito” (alcune versioni traducono “È compiuto"), Gesù non intendeva: “Sono finito, la mia causa è sconfitta”. Lontano dall’essere stato sconfitto al Calvario, Egli trionfò sotto tre aspetti: 1. Vinse il suo desiderio, umanamente parlando, di evitare sofferenze indicibili: “Si gettò a faccia a terra, pregando e dicendo:Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi” (Matteo 26:39). 2. Vinse le forze demoniache dell’oscurità: “Avendo spogliato i principati e le potestà, ne ha fatto un pubblico spettacolo, trionfando su di loro per mezzo della croce” (Colossesi 2:15). 3. Vinse la rigidità della legge contro i peccatori: “Cristo è il termine della legge, per la giustificazione di tutti coloro che credono” (Romani 10:4). Al Calvario l’amore trionfò sulla legge, liberando per sempre tutti noi, che mai avremmo potuto adempiere la legge di Dio. "È compiuto”, fu il grido di un vincitore, non di una vittima! Non sembrò così alla folla o ai discepoli spaventati. Lo capirono tre giorni più tardi, quando la tomba vuota provò la vittoria di Gesù sulla morte. Tutto si riduce a questo: “Se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore e avrai creduto con il cuore che Dio lo ha resuscitato dai morti, sarai salvato” (Romani 10:9).
Meditazione del 27 aprile 2024
Fratelli, vi preghiamo di aver riguardo per coloro che faticano in mezzo a voi, che vi sono preposti nel Signore e vi istruiscono (1° Tessalonicesi 5:12)
INCORAGGIA IL TUO PASTORE
Se tu vuoi incoraggiare il tuo pastore: 1. Ferma le critiche. La maggior parte dei lavoratori è valutata una volta all’anno, in base ai risultati ottenuti; il pastore è valutato ogni settimana. Ricorda, se un particolare sermone non ti ha toccato, è probabile che qualcun altro avesse bisogno di ascoltarlo. 2. “Ricordatevi dei vostri conduttori, i quali vi hanno annunciato la parola di Dio” (Ebrei 13:7), e prega per la loro crescita spirituale. Goethe disse: “Se tratti una persona per quello che è, rimarrà tale e quale. Ma se la tratti per come dovrebbe essere, diventerà come dovrebbe e potrebbe essere”. 3. Scrivigli un biglietto. Specialmente quando le parole o le azioni del pastore ti sono state preziose. L’incoraggiamento verbale è importante, ma uno scritto può essere riletto più volte. 4. Metti i tuoi talenti all’opera. Per esempio, se tu sei un esperto meccanico, occupati dell’auto del pastore. Se tu sei tecnologico, aiutalo col computer. Non dire: “Devi fare questo”, ma “Ti aiuterò a farlo". Chiedi dove le tue abilità servono e partecipa attivamente. 5. Evita i pettegolezzi. Giacomo scrive: “Se... non tiene a freno la sua lingua e inganna se stesso, la sua religione è vana” (1:26). Ribatti a parole negative con commenti positivi e correggi la disinformazione con la verità. Se ogni tentativo fallisce, allontanati! 6. Reagisci a viso aperto. Nulla incoraggia maggiormente un pastore del vedere le persone stimolate dalle proprie prediche ed insegnamenti. 7. Non fare confronti. Anziché aspettarti che rispecchi i suoi predecessori, ringrazia Dio per lo stile personale del tuo pastore, quando ti istruisce nelle cose che necessiti.
Meditazione del 26 aprile 2024
Ne costituì dodici ... per mandarli a predicare (Marco 3:14)
COLLABORAZIONE
Una delle cause di insuccessi o di cose fatte male è la convinzione che tutto dipenda da noi. Gesù non pensava così. Egli arruolò, addestrò e diede responsabilità ad altri dodici, perché potessero condividere il peso e collaborare con Lui. Egli delegò il Suo lavoro, coinvolse altre persone. E noi, perché non lo facciamo? Perché pensiamo: "Se voglio un lavoro ben fatto, devo farlo io". È ammirevole, ma non sempre funziona perché le cose da fare sono troppe. Semplicemente, non abbiamo il tempo e il talento per fare tutto da soli. E veramente un'attitudine egoistica dire: "Nessuno, proprio nessuno riesce a farlo come lo so fare io". Non pensi che Gesù avrebbe potuto fare un lavoro migliore di quello dei Suoi discepoli? Ovviamente sì, ma pur sapendolo, li lasciò comunque lavorare. Perché? Perché dobbiamo accettare che le persone commettano degli errori per poter imparare, come fecero i discepoli. Non privare altri dell'occasione di imparare. Caro lettore, agisci in modo da poter collaborare con gli altri per il bene dell'Opera di Dio e occupa il ruolo che il Signore ti ha assegnato nella Sua Chiesa.
Meditazione del 25 aprile 2024
La mia presenza andrà con te e io ti darò riposo (Esodo 33:14)
PACE
La parola "pace" usata dagli uomini, se esclude quella che viene da Dio, indica una pace irraggiungibile, un sogno irrealizzabile, una fantasia filosofica, o un desiderio e un esigenza mai soddisfatti. I matrimoni vanno male o a pezzi perché attendiamo che il coniuge imperfetto ci dia la pace perfetta che siamo cercando e scopriamo che non è in grado. La pace non è l'assenza di problemi, è la presenza di Dio in mezzo ai tuoi problemi. Inoltre, nessuno trova pace cercandola. La pace non è qualcosa che puoi trovare, ti trova quando arrendi la tua vita a Colui che ha detto: "La mia presenza andrà con te e io ti darò riposo". Nota le parole: "La mia presenza". Soltanto la presenza di Dio può portarti la pace. La sicurezza dell'amore di Dio, dell'aiuto di Dio e della presenza di Dio è ciò che rimuove lo stress dalla vita. Stai cercando la pace quest'oggi? Quando arrenderai la tua vita a Cristo allora sperimenterai "la pace di Dio, che supera ogni intelligenza" (cfr. Filippesi 4:7). Caro lettore, soltanto se accogli Cristo Gesù nel tuo cuore e gli permetti di regnare nella tua vita, realizzerai la vera pace e "la Sua presenza andrà con te e ti darà riposo".
Meditazione del 24 aprile 2024
Gesù gli domandò: qual è il tuo nome? (Luca 8:30)
L'OPERA DI DIO
Ricordi l'uomo delle Scritture che era posseduto da demoni? "Gesù gli domandò: 'Qual è il tuo nome?' Ed egli rispose: 'Legione': perché molti demoni erano entrati in lui"; (una Legione nell'esercito romano comprendeva seimila truppe). "Legione" non era il vero nome di quest'uomo; era soltanto un'etichetta. Forse ti sei etichettato come un "fallito" perché non sei riuscito a costruire nulla di buono nella tua vita. Se è così è ora di lasciare l'etichetta negativa e cominciare a vederti come Dio ti vede. Gesù liberò quest'uomo tormentato e lo ricondusse alla sua famiglia. Egli vuole fare lo stesso per te! La mancanza di fiducia in sé stessi è spesso mascherata dall'umiltà, mentre in realtà è un rifiuto della Parola di Dio, la quale ti assicura che tu "puoi fare ogni cosa in Colui che ti fortifica" (Filippesi 4:13). Non conta come ti chiamano gli altri; conta soltanto come ti chiama Dio! La Parola per te oggi è: "Dio è potente da far abbondare su di voi ogni grazia, affinché avendo sempre in ogni cosa tutto quel che vi è necessario, abbondiate per ogni opera buona" (2° Corinzi 9:8).