
Parole di Vita
Meditazione del 19 novembre 2016
"... Badando bene che nessuno di voi resti privo della grazia di Dio; che nessuna radice velenosa venga fuori a darvi molestia sì che molti di voi restino infetti". (Ebrei 12:15)
RADICI VELENOSE (I)
Le radici velenose sono nocive per l'uomo. Esse possono causare la morte. Guardandoci intorno possiamo scorgere tantissime radici velenose pronte ad insidiare la nostra vita, a determinare danni irreversibili. Spiritualmente parlando esse sono appresentate da tanti sentimenti, causa di allontanamento da Dio, dalla pace, dall'a.more. Vorrei scrivere soltanto di due di esse, in grado di rovinare il credente: lo scoraggiamento e l'inimicizia. Essere scoraggiati significa perdersi d'animo, essere fiaccati, sfiduciati. Lo scoraggiamento porta ad uno stato di sfiducia nei confronti delle persone e delle cose. Ci si impegna tanto per portare a termine un certo progetto, si aspetta, ma i risultati non arrivano e allora ci si scoraggia. Ci comportiamo in maniera lodevole verso gli altri, ma questi ci deludono amaramente e ci si scoraggia. Preghiamo tanto per ottenere una cosa e non vediamo nessun frutto e allora arriva lo scoraggiamento, e potremo elencare tantissime altre cose in cui lo scoraggiamento è pronto a farsi spazio. Essere infettati da tale radice potrebbe significare la morte spirituale del credente. (Continua)
Meditazione del 18 novembre 2016
"Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se uno vuol venire dietro a me, rinunzi a se stesso e prenda la sua croce e mi segua»". (Matteo 16:24)
RINUNZIARE A SE STESSI
Rinunziare a se stessi significa morire alla nostra vecchia natura, alla natura caduta e vivere in Cristo, con Cristo e per Cristo. Vivere in Cristo vuol dire "nascere di nuovo" (Giov. 3:3), per Grazia appropriarsi dei Suoi insegnamenti e applicarli in ogni istante della vita. Vivere con Cristo vuol dire farLo partecipe dei nostri successi, delle nostre gioie, dei nostri dolori, delle nostre delusioni, delle nostre scelte e quanto altro ci appartenga. La Bibbia ci invita ad essere imitatori di Cristo. Ricordati che con te cammina anche Gesù, quindi attento a dove vai e a quello che fai, Egli è con te! Andrebbe Gesù dove tu vai? Farebbe quello che tu fai? E, infine, vivere per Cristo vuol dire agire per servirLo, onorarLo, glorificarLo. In quanto suo discepolo Egli ti chiama ad annunciare ad altri il Suo messaggio, ad agire per portare amore, consolazione, conforto. Vivere per Cristo significa comprendere che il tempo della vita sulla terra è solo preparatorio all'eternità che Egli ha promesso a quanti Gli rimarranno fedeli fino alla fine. Pondera bene le tue azioni e prega affinché Cristo ti conservi integro.
Meditazione del 17 novembre 2016
"Noi tutti eravamo smarriti come pecore, ognuno di noi seguiva la sua propria via; ma il Signore ha fatto ricadere su di lui l'iniquità di noi tutti." (Isaia 53:6)
IL SACRIFICIO DI CRISTO
La Bibbia descrive spesso il peccato come un atto egoistico: ognu.no seguiva la sua propria via. "Or sappi questo: negli ultimi giorni verranno tempi difficili, perché gli uomini saranno egoisti, amanti del denaro, vanagloriosi, superbi, bestemmiatori, ribelli ai genitori, ingrati, irreligiosi, insensibili, sleali, calunniatori, intemperanti, spietati, senza amore per il bene, traditori, sconsiderati, orgogliosi, amanti del piacere anziché di Dio..." (2° Timoteo 3:1). Questa descrizione che la Bibbia fa degli ultimi giorni è il quadro preciso dei nostri giorni, la decadente realtà della nostra generazione. L'unico motivo dell'agire umano è il proprio interesse. Tutti reclamano con forza i propri diritti; uomini e donne proclamano senza pudore ciò che torna a loro vergogna. "Fare ciò che ci piace" è diventato il grande slogan dei nostri tempi. Non c'è alcuna preoccupazione per le conseguenze arrecate al prossimo. L'amore dell'uomo moderno è rivolto unicamente a sé stesso. Gesù, invece, ha ricercato unicamente il nostro interesse. Ha rinunciato alla Sua gloria celeste per nascere in un stalla e prendere forma umana. Ha ottenuto come letto di dolore una croce dove è morto sotto il carico dei miei e dei tuoi peccati.
Meditazione del 16 novembre 2016
"Poiché Cristo è il termine della legge, per la giustificazione di tutti coloro che credono." (Romani 10:4)
LA GIUSTIFICAZIONE (II)
La fede produce le opere, una volta che si ama Gesù non si può fare a meno di agire di conseguenza. In pratica con la giustificazione è come se si facesse un innesto su di un albero selvatico perché porti frutto; è per questo scopo che gli viene data una nuova natura, perché non avrebbe potuto portare frutti soddisfacenti. Molte persone sincere confondono la giustificazione con la santificazione. Esse dicono: "Come posso considerarmi giustificato se nella mia vita spirituale constato tante imperfezioni e anche tante cadute?" In realtà la giustificazione ci viene accordata appena crediamo, al momento della nostra nuova nascita. E' come se in quel momento iniziasse una nuova vita, come fossimo neonati in Cristo. Vi saranno ogni giorno progressi da compiere, vittorie da riportare. Come avviene per uno scolaro, imparerà la lezione attraverso gli errori commessi. Il credente si sforza di percorrere sempre più il cammino nella luce, grazie alla potenza e alla pienezza dello Spirito Santo. Vuoi essere giustificato anche tu? Allora ti basterà semplicemente credere! Ti è sufficiente fare questo atto e nuovi cieli si apriranno davanti a te. Fallo e non te ne pentirai.
Meditazione del 15 novembre 2016
"Il quale è stato dato a causa delle nostre offese ed è stato risuscitato per la nostra giustificazione." (Romani 4:25)
LA GIUSTIFICAZIONE (I)
La giustificazione è l'atto mediante il quale Cristo rende il peccato.re ravveduto, giusto ed accetto dinanzi a Dio, mediante il perdono dei peccati che Egli ha portato sulla croce. La giustificazione è gratuita, vale a dire totalmente immeritata. Essa è tuttavia valida ed efficace poiché Dio passa un colpo di spugna sui nostri peccati. I nostri peccati sono stati cancellati da Gesù Cristo, che ha subito per noi l'intera condanna. Gesù ci giustifica mediante il Suo sangue, la Sua grazia è ricevuta per fede. È un atto sovrano di Dio che, in Cristo, ci ha chiamati, giustificati e glorificati. Il peccatore accusato dalla legge, da Satana e dalla sua coscienza, viene non solo liberato dal castigo del Giudice Supremo ma è dichiarato giusto, e i suoi peccati sono resi più bianchi della neve. Non v'è per lui più nessuna condanna, poiché Dio lo vede in Cristo, rivestito della giustizia perfetta del Suo Divino Figliuolo. Il ladrone sulla croce si pente e immediatamente viene giustificato. Il suo passato non conta più, ora che ha accettato Cristo come personale Salvatore.
Meditazione del 14 novembre 2016
"In verità, in verità vi dico: Chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha vita eterna; e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita." (Giovanni 5:24)
LA DIPARTITA (II)
Secondo quanto insegna la Parola di Dio mediante il racconto del ricco Epulone e del povero Lazzaro (Luca16:19-31), l'impenitente, entra in un luogo di tormenti nel pieno possesso delle sue facoltà e della memoria, separato dal luogo della felicità e reso interamente responsabile dagli avvertimenti della Scrittura. Per il credente la morte spirituale non esiste più, ha ricevuto la vita eterna passando dalla morte alla vita poiché già nel momento della sua dipartita gode la consolazione e il riposo. E' il "paradiso" che Gesù promise al brigante sulla croce il giorno stesso della sua morte. Sappiamo quindi che conserveremo la conoscenza piena, ma rinnovati nello Spirito, rivestiremo un corpo incorruttibile, saremo alla gloriosa pre.senza del Signore. Cosa succede nel momento in cui l'ultimo alito abbandona il nostro corpo non possiamo saperlo, ma di sicuro anche in quel particolare momento il Signore non ci lascerà e non ci abbandonerà. La morte è un punto obbligato della nostra vita, nessuno può evitarla, ma possiamo evitare di arrivarci impreparati. Ascolta e credi alle Parole di Cristo, saranno come un lascia passare per la vita Eterna.
Meditazione del 13 novembre 2016
"Così la giustizia conduce alla vita, ma chi va dietro al male si avvia verso la morte." (Proverbi 11:19)
LA DIPARTITA (I)
Il titolo dato alla meditazione di oggi è un termine usato per evitare la parola morte, che incute sempre un certo timore. Ma qualsiasi termine utilizziamo sappiamo bene che nessuno di noi può evitare questo evento. I sentimenti al riguardo sono contrastanti e ognuno ha una propria idea, ma per molti resta un tragico mistero. Cerchiamo di capire le indicazioni che ci dà la Parola di Dio. Nel significato abituale morte vuol dire cessazione della vita. Essa non rientra.va nel piano originario di Dio, il quale aveva creato l'uomo a sua immagine e somiglianza, rendendolo "un'anima vivente". La morte è la conseguenza del peccato dei nostri progenitori che disobbedirono agli ordini divini. Il termine morte, etimologicamente, vuol dire "separazione", di conseguenza, chiunque vive separato da Dio è spiritual.mente morto. Il peccatore che non si ravvede è morto, colui che non si riconcilia con Dio è morto ai suoi occhi. Per l'empio è cosa terribile cadere nelle mani del Dio vivente, ed essere sottoposto al Suo giudizio, che inizia in questa vita. Se hai posto mente alla lettura: chi va dietro al male si avvia verso la morte, il processo inizia ora. Affidati alla giustizia di Dio ora che ti viene concessa la possibilità, Egli ti condurrà alla vita. (Continua)
Meditazione del 12 novembre 2016
"... La pietà è utile a ogni cosa, avendo la promessa della vita presente e di quella futura." (1° Timoteo 4:8)
LA PIETÀ
La pietà come sentimento contemplato nella Bibbia è una venerazione fatta di rispetto, di affetto e sincera adorazione a Dio. Nel gridare: "Io amo la pietà e non i sacrifici, e la conoscenza di Dio anziché gli olocausti" (Osea 6:6), il Signore reclama uno slancio del cuore, un dono dell'essere intero, invece di una religione formalista che esegue meccanicamente le prescrizioni ordinate dalla Legge. Paolo, che ama questo termine, scrive a Timoteo: ?... esercitati... alla pietà, la pietà è utile ad ogni cosa, avendo la pro.messa della vita presente e di quella a venire". L'incarnazione e la glorificazione del Cristo sono il gran mistero della pietà. La sana dottrina è secondo pietà. Il segno distintivo dell'apostasia consiste "nell'avere le forme della pietà avendo rinnegata la potenza". Dobbiamo, dunque, rendere a Dio un culto accettevole con riverenza e timore. La pietà si esercita anche nella famiglia e soprattutto verso il prossimo: essa diviene la pietà filiare, particolarmente gradita a Dio. La pietà esercitata nei confronti della nostra famiglia, dei nostri genitori è estremamente gradita a Dio. Poiché se qualcuno non si prende cura dei suoi e principalmente di quelli della sua famiglia, ha rinnegato la fede ed è maggiore di un infedele (1° Timoteo 5:4,8). Esercitiamoci anche noi alla pietà!
Meditazione del 11 novembre 2016
"Venite a me, voi tutti che siete travagliati e aggravati,ed io vi darò riposo. Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto ed umile di cuore; e voi troverete riposo per le anime vostre". (Matteo 11:28-29)
E TU, TI SENTI SOLO?
Credo che a tutti, almeno una volta nella vita, sia capitato di sentir.si soli. E' un bisogno dell'uomo avere degli amici, delle persone intorno di cui fidarsi. Anche Dio sapeva e conosceva bene questo bisogno, infatti dopo aver fatto l'uomo gli ha dato anche una compagna (Genesi 2:18). Spesso, però, ci si sente soli pur avendo accanto tante persone. Forse c'è il desiderio di avere accanto una persona "speciale" che ci accetti così come siamo, senza volerci cambiare, modellare a suo piacimento! Ebbene questa persona esiste: è Dio, si, proprio Colui che ci ha creato e ci accetta con i nostri moltissimi difetti. Ci ama e ci aiuta senza richiederci sacrifici o sforzi, perché conosce la nostra natura umana e sa che siamo deboli e frali. A noi chiede solo il cuore, ossia che andiamo a Lui in semplicità, raccontandoGli le cose così come le pensiamo, desidera che Gli esprimiamo i nostri desideri semplicemente. Non abbiamo bisogno di ricercare chissà quali paroloni per poterGli parlare. Caro amico, se non l' hai ancora fatto, apriGli il tuo cuore, ed anche tu con me, potrai affermare che Gesù è l'unico in grado di capirci sempre.
Meditazione del 10 novembre 2016
"Al Signore appartiene la salvezza; la tua benedizione sia sul tuo popolo!" (Salmi 3:8)
LA CERTEZZA DELLA SALVEZZA (III)
Caro lettore in quale delle due case si stava più al sicuro? Nella prima casa, dove l'ansia e il turbamento assalivano i cuori di quei cari, o nella seconda, dove al contrario regnavano la pace e la tranquillità? Ebbene, la salvezza regnava in egual modo in entrambe le case. La differenza era il sentimento con il quale vivevano questa esperienza. Sicuramente la seconda famiglia godeva maggiormente della gioia e della serenità che il Signore dona incondizionatamente ai Suoi figliuoli. Gesù ha sparso una volta e per sempre il Suo Sangue affinché potessimo godere della salvezza eterna. Ci ha lasciato la Sua Parola perché imparassimo a conoscere la Sua volontà e a metterla in pratica. Il nostro compito è seguire le Sue indicazioni, essere Suoi imitatori ed accettare per fede la vita eterna che ci viene offerta. Non sono dunque i nostri sentimenti a darci la sicurezza di essere salvati, ma è quello che Dio stesso dice. Se volete essere sicuri della vostra benedizione, non ascoltate l'instabile testimonianza dei vostri sentimenti interiori, ma ascoltate la testimonianza dell'infallibile Parola di Dio: "In verità, in verità io vi dico: Chi crede ha vita eterna" (Giovanni 6:47).