
Parole di Vita
Meditazione del 29 dicembre 2016
"...che nessuno sia fornicatore o profano, come Esaù che per una sola pietanza vendette la sua primogenitura. Poiché...anche quando più tardi volle eredare la benedizione fu respinto...sebbene la richiedesse con lacrime." (Ebrei 12:16,17)
LA PRIMOGENITURA (II)
Esaù aveva talmente sottovalutato il suo diritto di primogenitura, che aveva considerato quasi una farsa la sua vendita. Così quando si presentò ad Isacco, questi dovette ammettere con dispiacere di aver già dato la benedizione al fratello Giacobbe, pensando fosse proprio Esaù, ed ora non c'era più spazio per una seconda benedizione. Sappiamo che Esaù si disperò molto per questo, pianse e supplicò il padre di concedere anche a lui parte di questo privilegio, ma ormai non era possibile. Nella Bibbia Esaù è simbolo del disprezzo della grazia divina. Per molti essa è qualcosa di secondario, il diritto di essere chiamati figli di Dio non viene considerato un privilegio, anzi lo si scambia facilmente per qualcosa che può momentaneamente darci soddisfazione. Come Esaù, che privilegiò un piatto di lenticchie ad un prezioso diritto, così sono coloro che rimandano, per godere dei piaceri del mondo, la preziosa decisione di piegarsi alla volontà di Dio e accettare Gesù come unico e personale Salvatore. Quando ti accorgerai di aver sbaglia.to potrebbe essere già tardi, e nemmeno le lacrime, segno esteriore di pentimento, potranno ristabilire la tua originaria posizione.
Meditazione del 28 dicembre 2016
"Allora Giacobbe diede a Esaù del pane e della minestra di lenticchie. Egli mangiò e bevve; poi si alzò, e se ne andò. Fu in questo modo che Esaù disprezzò la primogenitura." (Genesi 25:34)
LA PRIMOGENITURA (I)
Esaù e Giacobbe due gemelli diversi nell'aspetto e nel carattere. Esaù era il maggiore e come tale ad egli spettava il diritto della primogenitura. Questo, infatti, era un privilegio considerato di proprietà esclusiva del primogenito di una famiglia. Egli ereditava, di solito, la posizione, la situazione e le prerogative del padre, diventava capo della famiglia e della tribù. Ereditava anche una doppia porzione dei beni paterni. Tale diritto poteva, però, perdersi per cattiva condotta o poteva essere ceduto. Ed Esaù lo cedette a Giacobbe. Preso dalla fame, da un istinto naturale di nutrimento disprezzò in un attimo questo particolare e vantaggioso diritto. Isacco, padre dei ragazzi, trasmi.se questo diritto attraverso una benedizione, ossia l'invocazione del favore divino. Nel giorno stabilito Giacobbe seppe approfittare del momento. Egli dava grande rilievo a tale diritto. Quando si presentò dal padre per ricevere la benedizione, dovette, però, camuffarsi da Esaù, perché Isacco, ormai vecchio e non vedente era all'oscuro di tutto. Ricevette quanto desiderava. Fu benedetto in tutto il suo agire e in ogni cosa posseduta. Poco dopo anche Esaù si presentò dal padre per ricevere la stessa benedizione. (Continua)
Meditazione del 27 dicembre 2016
"Or la speranza non rende confusi, perché l'amor diDio è stato sparso nei nostri cuori per lo Spirito Santo che ci è stato dato." (Romani 5:5)
L'AFFLIZIONE (II)
L'esperienza maturata nell'afflizione cambia molte vite. Ci si rende conto della nostra fragilità e delle nostre priorità, ci rende meno egoisti e più sensibili. Evoca domande che non ci saremmo mai posti e affretta risposte che avremmo ritardato. Un'esperienza del nostro cuore. L'esperienza produce speranza. Una speranza speciale, quella della vita eterna. Quando durante l'afflizione il tuo essere si avvicina al Signore scopre la meraviglia delle promesse divine e fra tutte quelle della salvezza eterna. I timori su quello che avverrà dopo la nostra dipartita si tramutano in speranza, speranza di ereditare il regno di Dio. La speranza, però, non deve essere fine a se stessa, ma concreta. Non deve rendere confusi o dubbio.si come la parola tenderebbe a far pensare, ma deve rassicurare il nostro cuore che l'amore di Dio vive in noi. Nulla potrebbe intacca.re ciò e a confermarlo è stato chiamato lo Spirito Santo. Non lo vediamo, ma Egli ci parla al cuore, ci apre gli occhi su una diversa realtà, ci fa incontrare persone atte a fortificarci e guidarci. Non aspettiamo oltre, ma accettiamo tutto questo attraverso la fede in Gesù. Egli ha dato la sua vita per te!
Meditazione del 26 dicembre 2016
"... Ma ci gloriamo anche nelle afflizioni, sapendo che l'afflizione produce pazienza, la pazienza esperienza, e l'esperienza speranza." (Romani 5:3,4)
L'AFFLIZIONE (I)
Gloriarsi nelle afflizioni è alquanto difficile. L'afflizione mette a dura prova sia l'afflitto che quanti gli stanno intorno. Tuttavia essa può risultare molto benefica. Tantissima gente si è avvicinata al Signore attraverso un'afflizione e tantissimi altri hanno scoperto il meraviglioso amore di Gesù nella prova. L?afflizione rende deboli, vulnerabili, bisognosi di aiuto e quando nessun altro può fare qualcosa per te, ti ricordi di quel Gesù di cui ti hanno parlato, in grado di capirti, di consolarti e di aiutarti. Il Signore è sempre pronto ad andare incontro a quanti lo invocano. Egli è lì che aspetta un tuo cenno, aspetta che il tuo cuore si apra a Lui. C'è scritto che per ogni uomo che si con.verte, in cielo si fa gran festa. Gesù è morto anche per te, perché vuole che tu non perisca, ma abbia vita eterna. Come leggiamo nel versetto di oggi l'afflizione per prima cosa produce pazienza: si impara ad aspettare. La pazienza è una gran bella virtù, ma posseduta da pochi. Il nostro cuore si stanca presto di aspettare qualsiasi cosa, ma nell'afflizione non c'è altro rimedio e allora la pazienza si produce naturalmente. Dalla pazienza nasce l'esperienza. (Continua).
Meditazione del 25 dicembre 2016
"Mentre erano là, si compì per lei il tempo per il parto;ed ella diede alla luce il suo figlio primogenito, lo fasciò e lo coricò in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo." (Luca 2:6-7)
NON C'ERA POSTO PER GESÙ
Ci vuole poco per far dormire un bambino! Basta un piccolo angolo caldo; gli uomini hanno negato a Gesù anche questo: non c'era posto per Lui. Lui che è il Creatore dell'universo, entrando nei limiti dello spazio e del tempo, si è fatto "solo di poco inferiore a Dio", accettando di prendere la forma umana, pur restando Dio. Eppure ha dovuto dormire in una mangiatoia e per morire gli hanno dato una croce! Questo è stato il terribile supplizio inflitto all'unico uomo giusto su tutta la terra! Hai compreso per chi Gesù ha dovuto morire? Per me e per te! Carissimo/a, Dio non ti chiede altro che un posto nel tuo cuore: riconoscere che sei perduto, accettare Gesù come Salvatore, affidarGli la guida della tua vita. Fallo oggi, se non l'hai ancora fatto! Non farlo solo per oggi, però! Non ricordarti di Lui solo in questo dì! Gli altri giorni non respingerLo dicendo: "Non c'è posto!" per poi ripensare a Lui il prossimo anno di questi tempi!
Meditazione del 24 dicembre 2016
"E l'Eterno Dio comandò l'uomo dicendo: «Mangia pure di ogni albero del giardino»." (Genesi 2:16)
GIUSTE SCELTE
Un genitore, per quanto si impegni nel tracciare una sana strada lungo il cammino dei propri figli, non può in nessun modo influire sulle scelte che questi in futuro adotteranno. Saranno loro a decidere cosa fare della propria vita. Lo stesso fa il Signore con noi. Egli ci ha tracciato un sentiero sicuro da percorrere, ma non ci obbliga a sceglierlo. Ci sono molte strade che deviano da quel sentiero ma ognuno liberamente sceglie quale percorrere. I nostri primi antenati, Adamo ed Eva, vivevano circondati da tanti alberi buoni, ed era stato loro vietato di mangiare i frutti di uno sol.tanto d'essi. Essi però, non rispettarono questo divieto e subirono le conseguenze della loro scelta che ognuno di noi conosce, per.ché esse si sono riversate su di noi, loro discendenza. La scelta di Adamo ed Eva fu una libera e sgradevole scelta, le cui conseguenze compresero solo troppo tardi. Per te, per me, non è troppo tardi, possiamo ancora godere di tutti i benefici celesti. Vai a Gesù oggi stesso; con una sincera preghiera aprigli il tuo cuore ed Egli ti darà la salvezza, la speranza della vita eterna e le risposte che stai cercando!
Meditazione del 23 dicembre 2016
"Beati quelli che hanno in te la loro forza, che hanno il cuore alle vie del santuario! Quando attraversano la valle arida e deserta essi la trasformano in luogo di fonti; e la pioggia d'autunno la copre di benedizioni.Essi vanno di forza in forza e infine compariscono davanti a Dio in Sion." (Salmo 84:5-7)
DOVE RISIEDE LA TUA FORZA ? (II)
Dio fa centuplicare la nostra forza e la usa per il bene. Solo un cuore che si dà completamente a Lui e si impegna a seguire le Sue Vie, diventa un cuore ricco di benedizioni, dove benedizioni non c'erano, e porta acqua viva dove c'era solo aridità. Tante volte abbiamo un concetto così alto di noi stessi che pensiamo di poter fare del bene con le nostre forze e con il nostro amore, non ci accorgiamo, invece, che tutto questo è vanagloria ed egoismo. La nostra forza può diventare vera forza e il nostro amore vero amore, se lasciamo che sia Dio ad usarli. Solo allora vedremo valli deserte trasformarsi in distese verdeggianti e fruttifere? Solo allora le difficoltà diverranno piccole e sormontabili, di fronte alla meravigliosa potenza del nostro Dio e Signore. Lascia che sia Dio la tua forza e guidi il tuo cuore lungo il sentiero che conduce alla vita eterna!
Meditazione del 22 dicembre 2016
"Beati quelli che hanno in te la loro forza, che hanno il cuore alle vie del santuario! Quando attraversano la valle arida e deserta essi la trasformano in luogo di fonti; e la pioggia d'autunno la copre di benedizioni.Essi vanno di forza in forza e infine compariscono davanti a Dio in Sion." (Salmo 84:5-7)
DOVE RISIEDE LA TUA FORZA ? (I)
Ci sono periodi della vita in cui ci sentiamo forti e capaci di poter affrontare qualsiasi cosa, eppure questo non dura perché la vita ci prospetta prove e situazioni difficili, pericoli, malattie, devastazioni, guerre ed infine morte. La nostra forza diviene davvero piccola e invece di combattere vorremmo solo arrenderci, allora mi chiedo: "Dove prendere altra forza? Chi è così potente da affrontare tutto ciò?" Il salmista, in questo verso, ci spiega che la forza di Dio è potente non solo da superare le difficoltà, ma anche da trasformare situazioni difficili e pericolose in esperienze che ci portino grandi benedizioni. Sembrerebbe una favola, ma sappiamo che tutto ciò che riguarda Dio è serio ed è vero. Il salmista chiama beato, cioè mille volte felice, chi mette la propria forza in Dio e si fida di Lui completamente. E' una grande gioia poter contare sulla forza che viene dall'Alto piuttosto che sulla propria forza, sempre poca e limitata. (Continua)
Meditazione del 21 dicembre 2016
"...Tu vedi che la fede operava insieme alle opere di lui, e che per le sue opere la fede fu resa compiuta". (Giacomo 2:22)
SIGNORE ABBI PIETA'
"Signore ti preghiamo per gli ammalati" Quante volte abbiamo pro.nunciato queste parole, poi, però, ci alziamo, ci sentiamo in pace, come chi ha fatto il suo dovere mentre gli ammalati sono ancora là, assetati di una parola di conforto, una parola che spesso non pronunciamo. "Signore ti preghiamo per la pace e per i nostri nemici", ma appena finito di dire ciò iniziamo a discutere su ciò che ci ha fatto Tizio o quello che ci ha detto Caio. Altre volte diciamo:"Mettiamo tutto nelle mani del Signore", ma dimentichiamo che al Signore dobbiamo presentare tutto, soprattutto le cose impossibili, perché per quelle possibili Egli vuole che noi le pratichiamo. Se vediamo un uomo soffrire la fame e il freddo non dobbiamo soltanto pregare per lui, ma operare facendo tutto ciò che è in nostro potere per aiutarlo (Giacomo 2:16). In questo consiste l'amore più grande che possiamo offrire a Colui che per primo ci ha amati, che ci amerà per sempre: Cristo Gesù nostra speranza, nostra guida, nostro tutto!
Meditazione del 20 dicembre 2016
"... Il giusto vivrà per fede." (Romani 1:17)
LA FEDE (II)
Il Fratello Console Fioravanti si recava in un quartiere particolare d'Afragola, una città della provincia di Napoli, per ufficiare un servizio di culto al Signore. Ad attenderlo, nei pressi del locale dove ci si riuniva, c'erano uomini armati di bastoni e pietre. Consapevole del pericolo pregò in cuor suo: "Dio mi affido alla Tua protezione, liberami per la Tua potenza?. Come se ignorasse i presenti, passò indisturbato tra la folla, nessuno osò toccare l'uomo di Dio. Più tardi negli anni, si convertì all'Evangelo uno degli uomini della crudele spedizione punitiva. Il Fratello chiese perché non lo picchiarono, ricordando quell'occasione per lui memorabile. Quest'ultimo, stupito disse, come potevamo toccarti? Chi ci avrebbe difeso nei confronti dei Carabinieri che ti accompagnavano? Console era pronto a giurare che si trovava da solo?ma poi ricordò la sua preghiera, ricordò che Dio accampa i suoi angeli intorno a coloro che lo temono. Dio onora la fede dei Suoi servitori, non c'è nulla che Egli non possa fare. Cari lettori, abbiate fede nel Signore ed Egli sarà con voi in OGNI momento.