
Parole di Vita
Meditazione del 11 ottobre 2018
"Ipocriti, ben profetizzò Isaia di voi quando disse: Questo popolo mi onora con le labbra, ma il loro cuore è lontano da me. Invano mi rendono il loro culto, insegnando dottrine che sono precetti d'uomini." (Matteo 15:7-9)
FORMALISMO
Queste parole rivolte da Gesù ai Farisei, mettono in risalto quanto il Signore rigetti la forma che sostituisce la sostanza, una condotta improntata su un vuoto formalismo, anziché su realtà interiori vere e non poggiate sulla propria giustizia. Gesù che conosceva molto bene i cuori, denunciò la loro ipocrisia, condannandola censurando il loro voler apparire "migliori di altri". Nella vita spirituale (e non solo) nulla è deleterio come il formalismo; esso sebbene possa offrire all'esterno un' immagine di rettitudine e integrità, produce nel cuore dell' uomo un distacco da Dio, perché basata sul proprio orgoglio. Quello che ne risulta agli occhi di Dio è un culto vuoto, vano e ipocrita, lontano da una vera comunione fondata sulla fede e sull'amore (per il nostro Salvatore). I Farisei sono un modello valido per tutti i tempi: anche ai nostri giorni non mancano di certo! Coloro che hanno sperimentato la grazia per mezzo dell'Evangelo e vivono in essa devono rimanere ancorati alla Parola del Signore e confrontarsi con questa per poter vivere una vita "piena" della potenza di Dio, che Lo onori con un culto a Lui gradito, fatto da cuori che lo amano, perché rigenerati dalla Sua Parola.
Meditazione del 10 ottobre 2018
"Sii fedele fino alla morte, ed io ti darò la corona della vita." (Apocalisse 2:10)
FEDELTÀ
Un bellissimo esempio di fedeltà alla verità è Stefano. Questi era ripieno di grazia e di potenza come il Maestro e quando i capi della sinagoga scoprirono di non avere argomenti capaci di resistere alla sapienza che lo Spirito Santo gli dava, ricorsero alla calunnia e alla menzogna per accusarlo. Spiazzati dalle argomentazioni di Stefano, i membri del Sinedrio gli si volsero contro in maniera violenta ed aggressiva. Nonostante la difficile situazione in cui Stefano si trovava, egli rivolse il suo sguardo al cielo ed ebbe una gloriosa visione: Gesù, in piedi, alla destra di Dio. Mentre Stefano raccontava ciò che stava vedendo, i componenti del Sinedrio, sempre più irritati, lo trascinarono fuori dalla città e lo lapidarono. Il dolore delle pietre che colpivano il corpo di Stefano fu una potente testimonianza. Egli pregò Gesù ardentemente perché ricevesse il suo spirito, fu una potente testimonianza anche per i suoi aguzzini, proprio come aveva fatto il Maestro. Che Dio ci aiuti ad essere fedeli sempre!
Meditazione del 09 ottobre 2018
"Non li temete, perché il Signore, il vostro Dio, combatterà per voi." (Deuteronomio 3:22)
DIO LA NOSTRA FORZA
Dio è la nostra forza. Questo è quello che Mosè disse a Giosuè prima di entrare nella terra promessa. La forza d'Israele era nell'obbedire al Signore e a credere nelle Sue promesse e non nella propria forza, Dio avrebbe vinto per loro, perché era Lui che donava al suo popolo quella terra. Le sue promesse sono valide sempre anche a distanza di secoli. La promessa di Dio che Egli combatterà per noi ha ancora più valore per il popolo suo: i cristiani (nati di nuovo), i quali per mezzo di Cristo che ha vinto la morte sulla croce, hanno imparato a non confidare nelle proprie forze ma nella potenza di Dio, che si manifesta in modo evidente quando riconosciamo la nostra debolezza e contemporaneamente crediamo col cuore alle Sue promesse, perché sanno che sono vere, reali e si compiono. Affida anche tu la tua vita a Gesù! Egli la proteggerà da ogni male, ma soprattutto ti salverà dal Suo giudizio. Confida nel Signore, credi in Lui e nella Sua Parola, leggi la Bibbia e vedrai quante promesse potrai sperimentare per la Sua grazia, ma soprattutto per la sua forza.
Meditazione del 08 ottobre 2018
"Sforziamoci dunque d'entrare in quel riposo, affinché nessuno cada seguendo lo stesso esempio di disubbidienza." (Ebrei 4:11)
IL VERO RIPOSO
Dio desidera dare riposo all'intero genere umano. La sua intenzione è sempre stata, fin dalla creazione del mondo, di concedere pace e quiete ad ogni sua creatura. (Ebrei 4:4). "Dio si riposò il settimo giorno da tutte le sue opere". La Sua vera natura: è pace, tranquillità, riposo. Al di fuori di Lui vi è solo inquietudine, affanno e irrequietezza. Solo chi entra nel riposo di Dio si riposa anch'egli dalle opere proprie, ma chi non entra nel suo riposo si trova davanti al giudizio. Dio diede al popolo d'Israele il "sabato" nel quale doveva capire e godere il suo riposo. Questo consisteva non nel lasciare l'Egitto ma nel raggiungere la terra promessa, ma a causa della loro disubbidienza Dio non gli permise di entrarvi. La Bibbia c'esorta ad appropriarci delle promesse di Dio, a dare ascolto alla sua voce (Ebrei 4:11). Nel Nuovo Testamento, gli scribi e i farisei avevano un loro concetto del riposo legato all'osservanza di leggi e tradizioni, ma Gesù adempì il vero significato di questo riposo facendo la volontà del Padre e ubbidendogli in ogni cosa. Solo sottomettendoci a Dio e ubbidire alla Sua Parola entreremo nel vero riposo e realizzeremo il suo piano nella nostra vita.
Meditazione del 07 ottobre 2018
"E colui, rispondendo, disse: Ama il Signore Iddio tuo con tutto il tuo cuore, e con tutta l'anima tua, e con tutta la forza tua, e con tutta la mente tua, e il tuo prossimo come te stesso." (Luca 10:27)
AMA DIO CON TUTTO IL CUORE
Quando si chiede alle persone se osservano i comandamenti, esse affermano certamente di si "non ho mai ucciso, non faccio rapine, sono a posto", ma i comandamenti, la legge di Dio inizia con: "Io sono il Signore Dio tuo". E il concetto di tutti i comandamenti "Ama Dio e il tuo prossimo". Amare Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutta la forza, con tutta la mente è qualcosa di veramente impegnativo, è coinvolto tutto il nostro essere. Se siamo sinceri ci rendiamo conto che non stiamo dando a Lui tutto il nostro amore, qualche briciola si, qualche ritaglio di tempo. Non troviamo il tempo per leggere la Sua Parola, per meditare, per pregare e per fare qualcosa per Lui, mentre abbiamo il tempo per fare le cose più banali e tante volte inutili e controproducenti. Amare il prossimo come noi stessi rispecchia la stessa realtà, se siamo costretti o ben pagati ci adoperiamo per il prossimo, non essendo così motivati da un altruismo disinteressato che viene dal Signore, ragion per cui dobbiamo rivedere la nostra vita.
Meditazione del 06 ottobre 2018
"Oggi, se udite la sua voce, non indurite il vostro cuore." (Salmo 95:8)
SALVEZZA DELL'ANIMA
Colui che viene a me, io non lo caccerò fuori. (Giovanni 6:37) Venite, e discutiamo assieme, dice l'Eterno; quand'anche i vostri peccati fossero come lo scarlatto, diventeranno bianchi come la neve; quand'anche fossero rossi come la porpora, diventeranno come la lana. (Isaia 1:18). Poiché Iddio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figliuolo, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna. (Giovanni 3:16). Chi crede nel Figliuolo ha vita eterna; ma chi rifiuta di credere al Figliuolo non vedrà la vita, ma l'ira di Dio resta sopra lui. (Giovanni 3:36). Nei Vangeli il verbo salvare è riportato ben venti volte, quindi, in altrettanti passi dei sacri scritti. Essi fanno riferimento ad una salvezza spirituale, cioè dell'anima. Il denominatore comune di tutti questi passi è quello di un intervento di Dio o di Cristo nell'angoscia umana nella varietà delle sue manifestazioni. Dio, salva dalla miseria fisica e spirituale intimamente connesse l'una con l'altra. "Il Figliolo di Dio è venuto per salvare quello che era perduto" (Marco 2:17). "Poiché noi siamo stati salvati in speranza". (Romani 8:24). Afferra in fede questa grande salvezza e sarai felice per sempre!
Meditazione del 05 ottobre 2018
"Chi semina scarsamente mieterà altresì scarsamente; e chi semina liberalmente mieterà altresì liberalmente... Iddio ama un donatore allegro. Ringraziato sia Dio del suo dono ineffabile!" (2° Corinzi 9:6-7,15)
PREGARE CON LE LABBRA O CON IL CUORE
Un uomo agiato che diceva di essere cristiano pregava spesso con la sua famiglia, perché Dio avesse cura dei poveri e degli infelici. Ma quando suonava alla porta un mendicante, si affrettava a rispondere che non aveva niente di troppo per le sue proprie necessità. Molte volte il suo giovane figlio aveva assistito tristemente a questa scena in cui il padre mandava via la povera gente. Eppure, nella preghiera della sera, lo udiva pregare imperturbabilmente per quelli che mancavano del necessario. Un giorno gli disse: "Papà, come vorrei avere il tuo denaro! E che cosa ne faresti, figlio mio? Esaudirei le tue preghiere". Non capita anche a noi, credenti, di formulare delle buone preghiere, senza sentirci messi in causa da quello che chiediamo e senza renderci conto che abbiamo a volte la nostra propria responsabilità nel loro esaudimento? In quante occasioni sentiamo, nell'evangelo, il nostro Signore denunciare i farisei ipocriti che, sotto la copertura di belle preghiere, cercavano soltanto la loro reputazione religiosa ed i loro propri interessi. Dobbiamo temere di assomigliare a costoro. Gesù ci presenta, in perfetto contrasto con quanto precede, la dedizione, l'oblio di sé, la partecipazione alle pene.
Meditazione del 04 ottobre 2018
"Voi siete il sale della terra; ma se il sale diventa insipido, con che lo si salerà?" (Matteo 5:13)
SIETE IL SALE DELLA TERRA
In un gruppo di giovani credenti che studiavano insieme la Bibbia, questo versetto fu sottoposto alla riflessione di ciascuno. Veniva esposto un suggerimento dopo l'altro riguardo al significato profondo di queste parole del Signore: Il sale dà sapore, disse uno. Il sale impedisce la decomposizione, disse un altro. Poi, una ragazza fece questa osservazione "Il sale produce sete". Tutto ad un tratto ci fu silenzio nella sala. Ognuno si sentiva interpellato: «Ho forse mai suscitato in qualcuno sete di conoscere il Signore Gesù?» La gioia che Gesù dà dovrebbe risplendere maggiormente sul viso di quelli che ha liberati dal peso dei loro peccati. Dopo aver gustato la sua meravigliosa liberazione, non desidereremo di farla conoscere ad altri con convinzione? Quelli che ci osservano devono vedere la nostra gioia in Cristo. Diamo loro questa sete ardente di conoscerlo a loro volta. Gesù disse: "Se qualcuno ha sete, venga a me e beva: Chi crede in me....fiumi d'acqua viva sgorgheranno dal suo seno" (Giovanni 7:37-38). "A chi ha sete, io darò gratuitamente... dell'acqua della vita" (Apocalisse 21:6).
Meditazione del 03 ottobre 2018
"O Eterno, perché te ne stai lontano? Perché ti nascondi in tempo d'angoscia?" (Salmo 10:1)
PERCHÉ, SIGNORE?
"Perché, Signore"? Questa domanda, la poniamo spesso al Signore quando ci fa attraversare dei giorni difficili. O, quando ci sentiamo sprovveduti, isolati ed incompresi. "Perché, Signore"? E' stato questo il grido di parecchi uomini di Dio di cui parla la Bibbia. E questo ci consola, noi la cui fede è spesso così debole. Nei momenti più difficili, chi di noi non ha avuto l'impressione che Dio non rispondeva, come se ci avesse dimenticati o non sentisse? Cerchiamo, in quei momenti, di non scoraggiarci, e di aspettare con pazienza le risposte di Dio, senza perdere la nostra fiducia in lui. Proviamo dunque a trasformare questi tristi "perché", in "per che cosa", vale a dire "in vista di che". Allora comprenderemo che il Signore agisce per il bene finale di ognuno di quelli che ama. Cercheremo di correggere il nostro comportamento perché l'azione del Signore possa essere efficace per noi. Così il Signore lavora in modo nascosto, ma con un fine: farci assomigliare maggiormente al suo Figlio. La spiegazione ci sarà data in cielo, quando la storia della nostra vita sarà come proiettata sotto i nostri occhi alla luce della grazia di Dio. Allora non diremo più "perché", ma "grazie".
Meditazione del 02 ottobre 2018
"Voi, che eravate morti nei peccati e nella circoncisione della vostra carne, voi, dico, Dio ha vivificati con lui, perdonandoci tutti i nostri peccati." (Colossesi 2:13)
VIVIFICATI IN CRISTO
Dio ha perdonato tutti i nostri peccati! Questa è una verità che accompagna la nostra vita. La Bibbia ci dice che eravamo tutti morti spiritualmente perché lontani da Dio, ma Cristo è venuto nel mondo per liberarci da questa maledizione e riconciliarci con Dio. Ma il sacrificio di Cristo non ha valore e nessun significato per chi, spontaneamente non si riconosce peccatore davanti a Dio e non è disposto a chiederGli perdono per le proprie trasgressioni. Dio è disposto a perdonarci, lo ha già fatto ma affinché questo perdono abbia effetto occorre che ci predisponiamo ad ottenerlo e a volerlo con tutto noi stessi. Riconoscerci colpevoli non ha niente a che vedere con i sensi di colpa che ci possono venire per ciò che siamo stati o che abbiamo fatto. Riconoscerci colpevoli significa guardare dentro noi stessi e capire che abbiamo sbagliato, che il nostro atteggiamento non va, che dobbiamo cambiare, che dobbiamo scegliere il bene e abbandonare il male. Ma come fare tutto ciò? Dobbiamo chiedere aiuto a Dio ed Egli certo ci darà quell'aiuto necessario che ci serve per giungere là dove non potremmo con le nostre forze. Dio ci aiuterà.